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CONTROCOPERTINA
SOTTOSOPRA
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SUCCESSI E PASSARELLE
DOMENICA 14 GIUGNO
3
La morte, come la vita, di Caruso è passata in sordina. Non c'è
traccia di lui sul web se non l'annuncio dei suoi funerali, celebrati
mentre a Platì stava per aver inizio il teatrino dei pettoruti della politica.
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
I
n pochissimi conoscono Saverio Caruso, un
uomo nato per non dare noia a nessuno. È
stato
presidente
dell'Associazione
Psichiatrica del nord-est dell'Ohio e membro
a vita degli Illustri dell'Associazione
Psichiatrica Americana, che di recente lo ha
celebrato con un premio e un riconoscimento per l'eccellente lavoro nel suo campo. Faceva
parte del consiglio di fondazione della Northeast
Ohio University College of Medicin ed era quarto
grado (il più alto) dei Cavalieri di Colombo, l'organizzazione cattolica di servizio fraterno più
grande al mondo, con un patrimonio di miliardi di
dollari. Nel 1992 tra gli eletti nella squadra capitanata dal presidente americano George Bush c'era
anche Saverio Caruso.
Saverio Caruso è nato a Platì nel 1925. È morto lo
scorso 4 maggio. In quei giorni stava per aver inizio il teatrino dei pettoruti della politica che
hanno mostrato all'Italia intera il volto peggiore di
Platì, oltre che il loro. Platì è stato descritto come
un paese in cui chi viene da fuori è al sicuro solo
se accolto in chiesa. Un paese dove c'è solo la
'ndrangheta, anzi peggio: c'è solo la paura della
'ndrangheta. Qui i ragazzi crescono per strada hanno detto i "civilizzatori" - come se la strada
fosse sterile e incapace di partorire il genio. Le
loro notti - hanno lasciato intendere - non hanno
né luna, né stelle ma solo rigidi cieli.
La morte di Caruso sembra un segno venuto dai
rigidi cieli di Platì.
Perchè Paltì non è solo responsabile di quell'ammorbante aborto spontaneo dei mammasantissima ma ha anche messo al mondo lamine di giada
come Saverio Caruso, una pausa di luce dirompente mentre tutto lo swing della politica dondola
in un momento intollerabile. Da voltastomaco. La
morte, come la vita, di Caruso è passata in sordina. Non c'è traccia di lui sul web se non l'annuncio
dei suoi funerali. Qui, in calce, si invita a non
donare fiori ma contributi a una società che assegna borse di studio a chi ha intrapreso una carriera nel campo della medicina. I grandi non hanno
bisogno degli strombazzamenti convulsi della
vanità più isterica. Da sindrome premestruale. I
grandi vivono in sordina e nascono per non dare
noia a nessuno.
Non come quella politica da social network che
sta tentando di "colonizzare" Platì, un miscuglio di
rimmel e pattume in cerca di brandelli di gloria.
Un rifrittume dove è stato usato il più scadente e
tossico olio di colza. Platì non ha bisogno di colonizzatori anzi dovrebbe tenere bene a mente la
frase pronunciata da un leader della lotta contro il
dominio britannico, Jomo Kenyatta, che fu anche
il primo presidente del Kenya indipendente:
"Quando sono arrivati qui i bianchi, avevano con
loro soltanto la Bibbia mentre noi avevamo le
nostre terre. Ci hanno insegnato a pregare con gli
occhi chiusi: quando li abbiamo riaperti i bianchi
avevano le nostre terre e noi avevamo la Bibbia".
Non vorrei che Platì un giorno si ritrovasse sola,
derubata della sua essenza, e con bandiere ridotte
in cenci e simboli di partito scarabocchiati sui
muri.
Caruso
Saverio
l'amico di Bush
nato sotto i rigidi cieli diPlatì
RIVIERA
ATTUALITÀ
GIUDIZIARIA
‘Ndrangheta
nel basso
Piemonte
N
ella complessa attività di indagine esperita nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Maglio”, gli inquirenti, in particolare i magistrati
della Dda di Torino, ritengono
che vi sia una conversazione
che non lascerebbe spazio a
dubbi in ordine all’esistenza della ’ndrangheta nella zona del basso Piemonte.
Ripercorrendo i passi salienti della lunga
conversazione, che è stata registrata in un
agrumeto della Piana di Gioia Tauro, e
rilevandosi come nei dialoghi captati
ricorrano termini tipici della consorteria
mafiosa, espressione del linguaggio convenzionale utilizzato dagli affiliati, quali
locale, crimine, formare la società, sgarro,
capo locale, ‘ndrina, distaccare la ‘ndrina,
mandamenti e capo crimine, che hanno un
significato particolare e tipico della struttura criminale, si desume, secondo gli
investigatori, innanzitutto, che gli interlocutori riferiscono di una sorta di anticipazione della manifestazione di volontà
volta ad aprire un nuovo locale che, a giudizio degli interlocutori, aveva costituito
un “problema” per un soggetto, il quale si
era trovato in difficoltà con il proprio
capo locale tanto da essere stato da costui
redarguito per la sua intraprendenza. Di
particolare rilievo è l’intenzione di questo
soggetto Z. R., di costituire una realtà
autonoma (indicata come ‘ndrina), circostanza non gradita da P. B. che si è sentito
scavalcato nel suo potere, essendo stata
inviata la richiesta direttamente alle realtà
‘ndranghetistiche situate in Calabria.
L’idea di creare una struttura territoriale
diversa e autonoma da quella coordinata
precedentemente da P. B. era già da qualche tempo condivisa da diversi sodali,
soprattutto da quelli residenti nella zona
di Asti.
Secondo gli interlocutori l’unica possibilità di definire una nuova struttura territoriale è quella di creare un nuovo locale
autonomo di ‘ndrangheta nel territorio
circoscritto tra Asti, la provincia di Cuneo
e il “vecchio” locale di P. B., zona piemontese sprovvista fino a quel momento di
aggregazioni territoriali. Per convincere il
capo società, si sarebbe proposta una rigida suddivisione territoriale degli affiliati,
basata unicamente sulla distanza geografica tra la residenza dei sodali e il luogo di
insediamento dei locali: solo quelli residenti nel territorio limitrofo ad Asti e
Alba verranno incardinati nella nuova
struttura, mentre gli altri rimarranno (o si
incardineranno) nel precedente locale.
Per la decisione definitiva della questione
si è rimandato, comunque, alla riunione di
Polsi, dove verrà deciso l’argomento (cfr.
le frasi: “solo questo… si può fare… ora…
io non so… voi non calate a Polsi… non
calate? Così usciamo ‘sto discorso qua…
avete capito?”) insieme agli altri esponenti
apicali dell’organizzazione (v. l’espressione: “…io per la Madonna, la sera della
Madonna ci sono i riggitani e quindi si chiarisce con loro”), promettendo a Z. R. che,
in tale sede, fornirà l’appoggio nel convincere P. B. a dare il suo assenso alla creazione del nuovo locale (“Avete capito? Io
non vi prometto niente… ma però… B. non
si deve dispiacere, perché di giusto, B. deve
essere con le famiglie, pure lui… deve essere
coscienzioso, e dire, questi qua, per arrivare
qua, devono fare 100 km… e non è onesto… certo che non è onesto, perché ci sono
tutti i pericoli per la strada, spese di benzina,
e di cose per arrivare, in un certo senso…”).
L’incontro termina con l’impegno di un
presunto boss a informare anche gli affiliati liguri, onde acquisire il loro assenso e
non creare inutili incomprensioni. Egli,
infatti, afferma: “Ora vediamo… vediamo… (inc)… nella Liguria, gli mando l’imbasciata… per farti parlare con… Z., siccome Z. è proprio… quale possibilità… chi
c’è, che lo sappia”.
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DOMENICA 14 GIUGNO
4
OLIVERIO A FEDERALBERGHI:
«Abbiamo una miniera d’oro
che aspetta solo di essere sfruttata»
Il presidente della Regione interviene all’Assemblea di Federalberghi a
Villa San Giovanni e indica le strategie più rapide per uscire dalla crisi
“
Noi siamo il popolo
più ospitale del
mondo, ma l’ospitalità da sola non
basta a creare un
sistema turistico
appetibile e ricercato. Bisogna contestualmente agire
sullo smaltimento
dei rifiuti, sulla depurazione, sulla sanità,
sull’agricoltura, nella
lotta contro la criminalità, investire per
elevare complessivamente la qualità dei
contesti territoriali,
offrendo servizi di
qualità.
Il Presidente della Regione
Calabria, Mario Oliverio, è intervenuto in settimana all’Assemblea di
Federalberghi che si è tenuta in un
noto albergo di Villa San Giovanni.
Nel corso del suo intervento, il
Governatore della Calabria si è soffermato a lungo sui danni causati
alla Calabria, soprattutto nel settore
turistico, dal crollo del viadotto
Italia e sulle iniziative assunte dalla
Regione nei confronti del governo
nazionale e dell’Anas.
Oliverio ha ricostruito l’intera
vicenda e, dopo aver ribadito che la
Regione andrà fino in fondo nella
richiesta di risarcimento danni nei
confronti dell’Anas, ha ringraziato
pubblicamente il Procuratore
Generale Mazzotta per la delicata
azione di coordinamento svolta in
queste settimane.
«Una riflessione, però - ha proseguito Oliverio - dobbiamo farla, al
di là di quanto è accaduto con il
crollo del viadotto Italia. Il dato
oggettivo che dobbiamo affrontare
con determinazione è quello della
perifericità della nostra terra.
Intercettare flussi turistici significa
creare le condizioni per rendere
raggiungibile la nostra terra. Questa
è la prima questione che dobbiamo
aggredire e risolvere. Se nella programmazione delle risorse che il
Governo sta per presentare non si
assume con coerenza un dato come
questo è chiaro che continueremo a
pestare l’acqua nel mortaio. In
secondo luogo va organizzata la
mobilità esterna e interna alla
nostra regione. Ciò significa investire nel trasporto aereo e ferroviario
anche attraverso la possibilità di utilizzare risorse dell’Unione Europea
per agevolare la mobilità. È chiaro
che a questo, poi, bisogna aggiungere altro per costruire le condizioni
per cui un contesto territoriale
diventi appetibile. Non basta il dato
della buona ricettività, che pur è
importante e su cui si sono fatti
passi in avanti grazie a una imprenditoria che ci crede sul serio. Il problema è lavorare perché si qualifichi
l’offerta dell’intero contesto territoriale. Noi siamo il popolo più ospitale del mondo, ma l’ospitalità da
sola non basta a creare un sistema
turistico appetibile e ricercato.
Bisogna contestualmente agire sullo
smaltimento dei rifiuti, sulla depurazione, sulla sanità, sull’agricoltura, nella lotta contro la criminalità,
ecc. Bisogna investire per elevare
complessivamente la qualità dei
contesti territoriali, offrendo servizi
di qualità, mettendo in rete il nostro
patrimonio culturale e migliorando
la formazione soprattutto nel settore della ristorazione e dell’offerta
enogastronomica.
«Tutto questo - ha aggiunto il
Presidente della Giunta regionale -
deve essere accompagnato da un
progetto di comunicazione adeguato del brand Calabria, recuperando
il nostro standard di qualità.
Dobbiamo dotarci, infine, di uno
strumento operativo che deve essere il luogo in cui si pratica il confronto, si monitorano le azioni in
atto e si costruisce il progetto di
governo dell’intero settore.
«Per fare questo è necessaria un’opera di svolta nel governo delle
risorse e l’accantonamento definitivo dei piccoli interessi. Dobbiamo
aprire una nuova stagione in cui i
protagonisti di un settore così
importante come quello turistico
siano i soggetti attivi della costruzione di un progetto virtuoso che metta
definitivamente da parte soprattutto il vittimismo e la rassegnazione,
che sono atteggiamenti culturali che
non ci portano da nessuna parte e
che non ci fanno avere la giusta considerazione che meritiamo.
«Se ognuno di noi si mette in campo
e fa il proprio dovere fino in fondo ha concluso Oliverio - avremo sicuramente più forza e più rispetto. Se
ce la mettiamo tutta io sono convinto che possiamo recuperare i ritardi
accumulati negli anni e fare esprimere al massimo le potenzialità, che
sono tante, della nostra terra.
Abbiamo una miniera d’oro tra le
mani che aspetta solo di essere adeguatamente utilizzata e sfruttata».
Vincenzo Novella: il bovalinese che
voleva rapinare un comune siciliano
Si chiama Vincenzo
Novella ed è di
Bovalino. All’inizio
della settimana ha
cercato di arricchirsi a
spese del comune di
Gaggi (in Sicilia), ma le
forze dell’ordine lo
hanno arrestato in
flagranza di reato.
Nella notte tra lunedì e martedì scorsi un gruppo di quattro persone ha cercato di fare
irruzione all’interno del
comune di Gaggi, nei pressi
della sicilianissima Taormina,
con l’intento di alleggerire le
casse del Comune. I quattro
aspiranti ladri, tra i quali figuravano tre loschi rumeni e un
altrettanto poco raccomandabile cittadino della calabresissima Bovalino, al secolo
Vincenzo Novella, 54 anni, si
trovavano già all’ingresso del
Municipio quando si sono
visti piombare addosso una
pattuglia dei carabinieri. Il
diabolico piano che, secondo
le prime ricostruzioni, sarebbe stato ideato proprio dal
nostro brillante conterraneo,
non aveva purtroppo tenuto
conto della possibilità, nell’arco delle ore notturne, di un
giro di pattuglia da parte di
una volante delle forze dell’ordine, che è così riuscita a
sventare il tentativo di sottrarre il denaro destinato alla
spesa pubblica di Gaggi e ai
servizi dei suoi onesti contribuenti. Una storia a lieto fine,
per la comunità siciliana, un
po’ meno per Novella, che
dovrà adesso vedersela con
un giudice che lo accuserà di
tentato furto con scasso e che,
con ogni probabilità, dovrà
scontare qualche annetto di
carcere.
lr
RIVIERA
ATTUALITÀ
“Continuiamo a lavorare insieme per Locri”
Lettera di un sindaco innamorato della sua città
C
ara Locri, Illustri Locresi,
sono trascorsi due anni esatti da
quando, a seguito delle consultazioni elettorali del 26 e 27 maggio
2013, il successivo 14 giugno, con
la seguente formula, ho giurato
“di essere fedele alla Repubblica,
di osservare lealmente la Costituzione Italiana e
le leggi dello Stato, di adempiere ai doveri del mio
ufficio nell’interesse dell’Amministrazione per il
pubblico bene e di agire a favore di tutti i cittadini operando con la diligenza del buon padre di
famiglia”.
È stato il momento più importante, gratificante e
significante del mio impegno politico.
Sembra essere passata una eternità, ma sono passati solo due anni e sono fermamente convinto di
aver tenuto fede al solenne giuramento fatto alla
Città.
Io sono nato a Locri, mia moglie è nata a Locri, i
miei figli sono nati a Locri e io sarò sempre grato
alla mia città, che mi ha consentito di realizzare
tanti sogni e raggiungere tanti obiettivi e sarò
sempre riconoscente ai cittadini che mi hanno
scelto quale loro guida politica amministrativa
affidandomi il prestigioso incarico di Sindaco di
Locri.
Fare il Sindaco della propria Città, della Città che
ami, è l’esperienza politica più bella e più suggestiva. Fare il Sindaco in un momento del genere,
di cui sono note le difficoltà, è ancora più entusiasmante e galvanizzante.
Altri hanno avuto la possibilità di fare il Sindaco
quando si poteva spendere e fare bella figura. A
me l’onere di fare il Sindaco senza spendere, ma
chiamato a pagare i debiti da altrui contratti e, nel
contempo, far rinascere la Città che sempre altri
avevano affossato.
Va bene così, non sono abituato, per forma
mentis, a cercare responsabili, ma solo ad
affrontare di petto e con determinazione tutte
le situazioni e, soprattutto, a lavorare sodo per
raggiungere gli obiettivi prefissati.
Sono stati due anni difficili, ma speciali, ogni
giorno un grande impegno tra nuove e vecchie
problematiche.
Incomprensioni, lacerazioni, delusioni, amarezze, azioni di disturbo, sciocchezze varie
non sono mancate ed hanno contribuito a
smascherare manie di becero protagonismo di singoli i cui progetti e le buone
intenzioni iniziali erano solo di facciata,
come di facciata erano e rimangono
determinati proclami di alcuni, sconfessati dai fatti e dalla storia.
Dopo due anni, tra gli addetti ai lavori, solo in
pochi hanno compreso il nostro impegno politico,
il nostro sacrificio, la nostra missione.
Poco o niente hanno compreso gran parte dei
dipendenti comunali il cui fondamentale contributo alla rinascita della città, spesso richiesto con
energiche e determinate azioni politiche alle quali
né loro né la città erano abituati. Purtroppo, con
profonda amarezza, devo evidenziare che tale
contributo è stato sincero e leale solo da parte di
pochi, mentre altri hanno continuato a pensare al
Palazzo Comunale come un luogo di svago ben
retribuito e alcuni come una buona mucca
da mungere.
Il ripristino delle regole e della
legalità ha caratterizzato l’azione
politica di questi due anni. Oggi,
con grande difficoltà, stiamo
cercando di stabilire nuove e
condivise regole nel rispetto
della legalità selvaggiamente
e impunemente violata per
decenni in tutti i settori della
vita politica e amministrativa
della Città.
Sicuramente qualche errore
anche
dalla
nostra
Amministrazione è stato
fatto, ma ritengo in totale
buona fede e con l’umiltà di voler risolvere le criticità
per il bene
comune.
Non era facile andare a contrastare diffusi interessi illegali, ma noi lo abbiamo fatto con coraggio, determinazione e senza guardare in faccia
nessuno e, soprattutto, senza avere paura di alcuno.
Per costruire un modello di città diversa dal passato, una città ordinata, pulita e con regole, non
basta l’impegno di uno o di alcuni, anche se delegati con voto popolare, ma serve l’impegno di
tutti, dell’intera comunità.
È necessario comprendere che vivere senza regole, sporcare la città con cumuli
di rifiuti, non pagare le tasse
comunali, non esercitare
nel modo giusto il ruolo
di dipendente comunale, parcheggiare in
modo indiscriminato,
contestare una multa,
realizzare abitazioni
abusive, parcheggiare
barche sul lungomare, distruggere e vandalizzare quel poco
arredo urbano che
abbiamo, non significa fare un dispetto a
chi è momentaneamente chiamato a rappresentare la città, ma
fare un dispetto a se
stessi, alla città, all’intera collettività.
Due anni fa Locri era la
città più sporca e desolata del territorio, venivamo
snobbati da tutti, venivamo
denigrati quotidianamente,
eravamo
politicamente
abbandonati e isolati, non eravamo più niente, eravamo
morti.
Oggi ritengo e riteniamo
che la situazione è mutata.
Senza entrare nel dettaglio, ritengo che abbiamo
difeso con orgoglio la
nostra città, l’abbiamo
pulita, illuminata e
abbellita; la stiamo
finanziariamente
risanando; le stiamo restituendo
dignità urbana
con i nuovi e
moderni strumenti urbanistici; l’abbiamo svegliata e rallegrata di giorno e di notte; le abbiamo
restituito l’egemonia di guida culturale; abbiamo
dato una boccata d’ossigeno alle persone e famiglie in difficoltà; abbiamo dato una speranza ai
nostri giovani e alle realtà sportive della città.
Forse avremmo potuto fare di più, ma non tutti i
rappresentanti del popolo hanno avvertito l’esigenza di collaborare e altri sono stati impossibilitati.
Tante altre cose, però, ancora le faremo perché
siamo a metà strada e il nostro obiettivo è quello
di vivere e far vivere questa Città.
Il ringraziamento va alla Città e a tutti i cittadini
che continuano a manifestarci quotidianamente
fiducia. Proprio ai cittadini locresi rivolgo una
richiesta d’aiuto: Locri non è mia è NOSTRA;
sostenete l’Amministrazione con piccole azioni
quotidiane per migliorare la nostra città, aiutateci a tenerla pulita e ordinata, a isolare incivili e
scellerati che ancora non hanno compreso come
si vive in modo civile e nel rispetto altrui.
Noi, nel contempo, continueremo a lavorare per
risanare molte situazioni, continueremo a realizzare importanti opere pubbliche che avranno l’obiettivo di creare sviluppo commerciale e imprenditoriale, nonché sviluppo turistico e sociale nella
NOSTRA Locri, guardando con rispetto alle
realtà vicine, partendo proprio da una condivisione di intenti con la vicina Siderno che, per fortuna, ritorna dopo un lungo periodo di sbandamento a essere governata dai suoi cittadini che hanno
indicato nel Sen. Fuda la loro guida amministrativa.
Continuiamo quindi a lavorare per la nostra Locri
e ad attivare le giuste sinergie sul territorio con il
fine obiettivo di dare una speranza ai tanti nostri
giovani che sono desiderosi e smaniosi di poter
realizzare il loro futuro lavorativo dove sono nati
e cresciuti.
Cari cittadini, “timoniamo” insieme il nostro
riscatto, scriviamo insieme la storia futura di
Locri.
Il mio sogno e desiderio è che questa esperienza
amministrativa potrà essere ricordata, non per
quella di Giovanni Calabrese e di un gruppo di
giovani capaci, validi e coraggiosi amministratori,
ma per quella di Tutti i cittadini che hanno ritrovato l’orgoglio di essere locresi e hanno contribuito a far rinascere la propria Città.
Un Sincero abbraccio a Tutti Voi.
Giovanni Calabrese, Sindaco innamorato della
propria Città e di tutta la Locride!!!!!
SETTIMANALE
Innocente
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DOMENICA 14 GIUGNO
7
«Io, tra il vuoto della viltà e la verità ritrovata»
ILARIO AMMENDOLIA
L
a Corte di Appello di Reggio Calabria
mi ha pienamente assolto da un reato
di cui non avrei mai ipotizzato che
qualcuno mi potesse accusare. Le mie
uniche colpe consistono nell’essermi
battuto con determinazione contro l’insensibilità dell’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale che, dopo aver sperperato
un miliardo di euro, ha lasciato la Calabria in
una immensa discarica.
Non l’ho fatto solo come sindaco di Caulonia
ma come presidente del comitato dei sindaci
della Locride ingaggiando una pubblica battaglia, in ogni sede, contro l’inquinamento
ambientale e gli sprechi senza ritegno.
Mi son caricato sulle mie spalle un aspro confronto e ciò non è stato privo di conseguenze.
Spesso chi sta ai piani “bassi” deve farsi carico
della inconsistenza di coloro che abitano ai
piani “alti” della politica e della burocrazia.
Inoltre ho preso con estrema serietà il mio
giuramento
sulla
Costituzione che mi
imponeva di salvaguardare la salute e l’incolumità dei miei concittadini.
L’ho fatto con determinazione ma senza sprecare un solo euro delle
casse comunali.
Ciò premesso, sento di
aver il dovere di ringraziare i giudici della
Corte di Appello di
Reggio Calabria per la
loro serenità di giudizio, per l’assenza di preconcetti, per l’assoluto
rispetto verso la verità.
Non è mai un fatto scontato!
I magistrati di appello lo hanno ampiamente
dimostrato e, per usare un’espressione abusata, aldilà di ogni ragionevole dubbio.
Ciò mi conforta e mi conferma nella mia convinzione che la stragrande maggioranza dei
magistrati siano persone perbene, serie, serene e competenti. Le pattuglie dei magistrati
“protagonisti” alla continua ricerca di notorietà, formano solo una piccola ma vociante
minoranza che spesso compromette il lavoro e
l’impegno di tanti professionisti integerrimi
e perbene.
Mi sia consentito di ringraziare mio
figlio che mi ha difeso con una passione che, per ovvi motivi, è andata ben
oltre i confini professionali e l’avvocato Giampaolo Catanzariti, che lo
ha affiancato in questo ultimo sforzo.
Oggi, riconosciuto innocente, potrò
esternare - nelle sedi e in tempi
opportuni - e con oggettiva serenità i
miei dubbi anche su questo “caso”.
Potrò dimostrare con i fatti che alcuni
tentano un uso “politico” della giustizia.
Lo farò, senza personalismi, e con il
distacco e la delicatezza che il caso
richiede.
Ho sempre creduto che
chi ha la coscienza a
posto non debba
abbassare la
testa e non
debba rinunciare
alla
propria
dignità di uomo e di cittadino.
Proprio per questo, quelle che sono le battaglie che mi hanno visto impegnato da ben oltre
mezzo secolo continueranno a essere il terreno del mio residuo, modesto e declinante
impegno culturale e politico.
Oltre alla mia famiglia che, per molti anni, ha
tanto sofferto a “causa” del mio impegno politico e sociale, ringrazio gli amici e i “compagni” che mi sono stati vicini.
Quindi gli “avversari” del centro destra, che a nome di tanti amici - lo hanno voluto fare
con un pubblico comunicato.
Tuttavia, debbo aggiungere senza ipocrisia che
ho sentito come prevalente intorno a me un
drammatico vuoto. Infatti la società civile è
molto debole, il tessuto democratico quasi
inesistente, la viltà e l’opportunismo patrimonio comune di molti.
Ho provato angoscia e smarrimento dinanzi a
una certa politica, interessatamente “pilatesca”, che è spesso pavida, a volte cinica e quasi
sempre inconsistente.
Le mie uniche colpe consistono
nell’essermi battuto con
determinazione contro l’insensibilità
dell’ufficio del commissario per
l’emergenza ambientaleche, dopo
aver sperperato un miliardo di euro, ha
lasciato la Calabria in una immensa
discarica.
Questa ennesima esperienza mi spinge a comprendere ancora di più la solitudine e la disperazione delle tante persone, soprattutto tra i
più poveri ed emarginati, che si son trovati, o
si trovano, stritolati in un meccanismo molto
più grande di loro.
Innanzitutto per loro continuerò il mio modesto impegno che tende solo all’applicazione
concreta dei principi fondamentali della
nostra Costituzione. Ringrazio infine la stampa. Questa nostra Terra, così povera non solo
economicamente, ha un gran bisogno di giornalisti e intellettuali
veri, capaci di rifiutare con
sdegno il comodo ruolo di
“velinari”, di ricercatori di
facili scandali e verità scontate, e il ruolo ancillare che
il potere delega agli “intellettuali” subalterni.
Noi siamo destinati a passare e le nostre vicende a essere presto dimenticate.
I nostri sacrifici però acquisteranno un senso solo se
ogni esperienza e ogni sofferenza potranno portare un
solo granello di sabbia
per la costruzione
di una realtà
più giusta e
più umana.
RIVIERA
ATTUALITÀ
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DOMENICA 14 GIUGNO
8
Pittarosso
lasciate ogni speranza voi ch’entrate!
UN NUOVO NEGOZIO HA APERTO ALLA GRU DI SIDERNO E L’INAUGURAZIONE È STATA
UN MISTO TRA IL BIG BANG E LA FINE DEL MONDO
SARA JACOPETTA
N
el weekend del 6-7 giugno grande inaugurazione al Centro
commerciale La Gru di
Pittarosso, noto negozio di scarpe. I cittadini della costa Jonica che
hanno avuto la (s)fortuna di fare una
passeggiata al centro commerciale in
quelle due date, probabilmente possono
già immaginare cosa sto per raccontare.
È qualcosa che ha a che fare con
l’Apocalisse, un misto tra il Big Bang e la
fine del mondo: insieme l’inizio e la fine.
Avevo letto su vari social network di questa apertura con annesso sconto del 40%
su tutta la merce e, addirittura, del 60%
su altri capi. Ma non avevo dato molta
importanza alla cosa perché, di solito,
dietro un grande sconto, c’è una grande
burocrazia, del tipo che puoi usufruirne
solo se nella data specifica dell’inaugurazione compi 31 anni e sei della Bilancia,
e solo ed esclusivamente se porti con te
un amico che però deve avere tra i 22 e i
25 anni e non deve essere uno studente
fuori corso. Con una spesa minima di
437€. Insomma, quella roba che preferisci recarti nel tuo negozietto di fiducia,
strisciare la carta (sordi boni e beneditti),
comprare qualcosa che sai che durerà
nel tempo e scambiare un paio di battute che finiscono automaticamente con la
frase “Salutamilli a casa”. E invece no.
Questo era veramente il paese della cuccagna. Personalmente, ho ricevuto vari
sms di sollecitazione della serie “Vai da
Pittarosso, vai da Pittarosso!”, messaggi
che, inizialmente, ho ignorato, ma che
poi hanno spinto anche me nella mischia
dello shopping low cost. E infatti la scena
di cui sono stata spettatrice, all’ingresso
del centro commerciale, era un flusso di
gente di qualsiasi età, religione ed estrazione sociale, con in mano una busta
“
All’ingresso del centro
commerciale, un
flusso di gente di
qualsiasi età, religione
ed estrazione sociale,
con in mano una
busta rossa. Sapevo
che stavo per entrare
in guerra.
rossa. Sapevo che stavo per entrare in
guerra. Forse non ero ancora pronta, o
non abbastanza. Ma ho deciso di dire “Sì,
varchiamo questa entrata!”. Quello che
mi si è presentato davanti è stato una via
di mezzo tra la sagra della soppressata e
la festa di San Rocco. Mancava giusto il
rumore dei gruppi elettrogeni e Mister
Max a manetta che reinterpreta i tormentoni dell’estate. Gente, tanta gente.
Donne, belle, brutte, bizzarre, rugose,
anziane, bambine. Accompagnate da
mariti (perlomeno sulla carta), fidanzati,
compagni, futuri ex, con visi da agnelli
sacrificali. Un’afa e un sudore che due
gondole ci stavano a pennello. Passeggini
a fare gli slalom tra gli innumerevoli vicoli di scarpe a senso unico stile Quartieri
Spagnoli, tanto che i responsabili avrebbero fatto cosa buona e giusta a mettere
dei vigili per dirigere la baraonda (e
magari anche qualche multa per divieto
di sosta per i più incivili). Puff per misu-
rare le scarpe: un paio in tutto lo store.
Gente accovacciata a terra che non capivi se stava covando, facendo la pipì come
a ferragosto a Mongiana o assumendo
posizioni yoga. Una bambina seduta su
una pila di scatole di scarpe mentre la
mamma le misurava delle ballerine, che
se solo fosse caduta, a effetto domino
sarebbe venuto giù il negozio intero.
Commessi riconoscibili da polo rossa che
hanno tutto il mio sostegno morale e ai
quali va il mio appello più grande: se
siete rimasti traumatizzati, parliamone.
La voce continua del “Tizio è atteso alla
cassa, grazie”, che secondo me, tizio è
andato un attimo fuori a comprare una
tanica di benzina e a mettere fuoco al
negozio intero e a tutta la gente che ci
stava dentro, servendosi rigorosamente
del suo accendino che porta la scritta
“Keep calm”. Donne vicino alla menopausa con vampate di calore impegnate
a contendersi la zeppa con la figlia. Gare
di velocità alla mano più lesta per poi
scoprire che… “Ciao! Ma eri tu? Non ti
avevo riconosciuto!”, e giù con l’imbarazzo. Fila chilometrica alla cassa che nel
frattempo hai diagnosticato i funghi alla
schiena del tizio che sta davanti a te.
Bancomat che strisciano, contanti che
passano di mano in mano, economia che
gira, fame che distrugge.
Ne esco viva, e lo ammetto, anche io con
in mano un paio di scarpe di Pittarosso.
All’uscita, mariti che nel frattempo
hanno appreso nuove modalità di caccia
e pesca, facendosi compagnia con gli
sfortunati come loro. A ogni donna che
esce, ogni uomo alza lo sguardo sperando che sia la sua. Rassegnazione.
Continua ad aspettare fuori, il genere
maschile, augurandosi che i tempi di
attesa non siano direttamente proporzionali all’importo che uscirà sullo scontrino.
La frizzante freschezza delTop
e la corposità voluttuosa del
Palizzi di Altomonte
L’ottavo matrimonio
celebrato durante il
Meeting di Enoicamente,
che si è svolto lo scorso 13
aprile presso l'incantevole
Palazzo di Moschetta, è
stato quello
tra il vino Palizzi di
Altomonte
e il Topdi Davide Ruso e
Niccolò Bolognino
U
n anno e mezzo fa, Davide e Niccolò, due
giovani sidernesi, hanno messo su un
locale alternativo, d’avanguardia. Un
locale che ti aspetteresti nelle grandi città e non
in un paesino di provincia. Una location dagli
arredi ricercati in stile lounge, musica dal vivo,
menù fantasioso, con piatti superbi e cocktail
unici. Qui la proposta culinaria è assai raffinata
ed è un’esplosione di varianti gustative e colori.
In occasione del meeting di Enoicamente,
Davide e Niccolò hanno proposto uno sfiziosissimo finger food con medaglione di pescatrice
tuffato in una strepitosa crema di asparagi condita con erbette aromatiche e spuma di zafferano;
il tutto servito con olio puro e un asparago cotto
a vapore per conferire un’irresistibile croccan-
tezza. Ad accompagnarlo il vino I.G.T. Palizzi
dell’Azienda Agricola di Antonino Altomonte,
un “uomo di zappa” come si definisce lui stesso.
Antonino vinifica esclusivamente le uve provenienti dalle sue vigne, ovvero i “nerelli” Calabrese
e Mascalese. Il Palizzi è di colore rubino carico e
intenso, dai riflessi granati. Esala profumi di frutta rossa matura, in particolare prugna e marasca,
in una struttura armonica dall’acidità ben equilibrata. In bocca è molto pieno e ricco; i tannini
sono rotondi e dolci. Il Palizzi si mostra deciso e
corposo sfoggiando una voluttuosa espressione
gustativa. Finger food e vino Palizzi fanno oggi
parte dell’imperdibile menu del Top ed è possibile ordinarli in abbinamento per far esultare i
vostri palati!
“Enoicamente fa rima con eroicamente” – esordisce Altomonte. E bisogna essere dei piccoli
grandi eroi per coltivare in un terreno come
quello di Palizzi dalla conformazione così particolare. “Il vino che produco è il più naturale possibile e assolutamente non trattato chimicamente. Ma nonostante questo i ristoratori locali
continuano a preferire vini non calabresi, meno
‘spigolosi’ da abbinare”. Anche Davide e Niccolò
sono entusiasti per il progetto Enoicamente:
“Servirà ad avvicinare la gente al consumo dei
prodotti locali. Bisognerebbe adoperarsi ogni
giorno per progetti come Enoicamente ma
purtroppo c’è un deficit di comunicazione che
connota quasi endemicamente il settore”.
RIVIERA
LA SETTIMANA
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DOMENICA 14 GIUGNO
10
L’intervista immaginaria di Lidia Zitara
“Dottoressa Estate, a Siderno
non si sente più radiosa?”
- Gentile dottoressa estate, grazie del suo tempo per questa intervista. Come si sente?
- Veramente sono un po’ malconcia: sto facendo un
check- up totale, non mi vedi come sono pallida? Io che
sono sempre abbronzata! Finirà che mi dovrò spalmare
l’abbronzante Bilboa e andare a farmi una lampada!
- Dottoressa, ma cosa le hanno diagnosticato?
- Se sapessi! Soffro di una terribile tropicalizzazione del
clima a causa del surriscaldamento globale: non ti dico
quando devo andare in bagno… certi dolori!
- Ma è una cosa seria? No, perché sa, qui siamo tutti
preoccupati: ci stiamo depilando le ascelle da marzo in
attesa del suo arrivo, ma se lei sta sdraiata su questo lettino d’ospedale!
- Ma guarda che mica è colpa mia: è quello stronzo del
Niño che fa il pazzo!
- Sì, ma mi scusi, siamo in un’epoca di parità sessuale, non
dovrebbe dipendere così strettamente da un maschio!
Pensa di ritornare in forma presto? Crede che il nuovo
clima che si respira a Siderno l’aiuterà? Le elezioni non la
fanno sentire un po’ più splendente e radiosa?
- Certo che mi sento meglio, se ci fossero stati ancora i
commissari non mi sarei neanche presentata quest’anno.
Avrei fatto piombare su Siderno la mia amica Katrina.
- Be’, ma allora si sente pronta per la movida, per le disco-
I ragazzi della 4ª A del "Pascoli" + Mirto di
Siderno, martedì pomeriggio, hanno fatto
approdare presso la Villa Comunale l’antica
Grecia. C’erano tutti: Zeus, padre degli dei; Era,
la moglie gelosa; Atena, dea della sapienza;
Afrodite, dea della bellezza; Apollo, dio del sole;
Poseidone, dio del mare; Eros, dio dell’amore;
Ade, dea della guerra… e tutti gli altri. Per un’ora
almeno la Magna Grecia è riemersa dalle ceneri
dell’oblio e ha incantato il pubblico numeroso che
ha seguito con emozione questi piccoli grandi
attori.
teche, per quelle notti afose da falò, sesso sfrenato e bagni
notturni (possibilmente senza squali)?
- Guarda, spero che mi dimettano entro il 21, così posso
essere puntuale. Io di solito gioco molto d’anticipo, ma
quest’anno ho avuto questo crollo di zuccheri…
- Sì, però, dottoressa, non è che poi arriva e se ne va subi-
to via? Non è che giochiamo a nascondino?
- Ti assicuro che quando arriverò sarò in forma perfetta:
vi abbrustolirò tutti!
- Ci fa a cottura ultimata?
- A temperatura di fusione nucleare, promesso.
- Ci contiamo, dottoressa.
Jonio-Tirreno: sono arrivati gli autovelox!
C’è voluta qualche tragedia di troppo
ma, alla fine, la SGC Jonio-Tirreno
ottiene i tanto agognati autovelox. Da
oggi, dunque, per transitare sulla strada che collega i due mari che bagnano
la nostra regione bisognerà fare maggiore attenzione, a meno che non si
voglia incorrere in qualche multa
salata. Ciò che ci fa piacere ricordare,
tuttavia, è che, una volta tanto, gli
autovelox non vengono apposti come
strumento utile a rimpinguare le casse
comunali, ma per implementare
davvero la sicurezza.
Lucano: «Salvini, a Riace gli
immigrati sono una risorsa!»
IL NOSTRI PRODOTTI
RURALI IN UN INCONTRO
PROMOSSO DAL GAL
Martedì 9 giugno, presso l'Hotel
Federica di Riace, l'Agenzia di
Sviluppo Rurale GAL "Serre calabresiAlta Locride" ha presentato il progetto
"I prodotti enogastronomici di eccellenza dell'Alta Locride, delle serre e del
basso Jonio catanzarese". Durante la
stessa giornata si è svolto anche il workshop "Identità locali e strategie globali"
in cui si sono discussi gli strumenti e le
sinergie utili a trasformare il patrimonio delle produzioni agroalimentari di
eccellenza in fattori di sviluppo rurale.
I ragazzi del PascoliAlvaro mettono in
scena l’antica Grecia
Il sindaco di Riace Domenico Lucano, che si è fatto in questi anni portabandiera di politiche progressiste di integrazione, non accetta più le sparate razziste di Matteo Salvini, che consegnano un’immagine
distorta e pessimistica del fenomeno migranti. «Vorrei - ha dichiarato il primo cittadino dalle pagine del
Garantista - che il leader della Lega venisse qui da me per un dibattito faccia a faccia. Il suo comportamento e le sue parole non fanno altro che alimentare l’odio razziale perché si deve allontanare l’idea che
gli immigrati rubino il lavoro agli italiani, anzi lo creano. Immigrato non è sinonimo di clandestino, ma
un valore aggiunto e Riace ne è l’esempio». Purtroppo, l’invito di Lucano, che già da qualche tempo era
stato inviato attraverso altri canali direttamente a Salvini, è rimasto finora inascoltato, pertanto Riace
ancora non può dimostrare al leader del carroccio come l’integrazione sia stata la sua salvezza. «A Riace
- ha continuato il sindaco - sono i migranti che hanno portato il lavoro per circa 60 persone. Il motore
dell’economia di questo paese è legato all’accoglienza e se un giorno dovesse finire molti miei concittadini non avrebbero più un lavoro. Sarebbe la fine sociale della nostra comunità». Speriamo che dal produttivo nord queste parole vengano ascoltate. Per adesso, laddove Renzi ha promesso ai comuni che
accolgono i migranti di dare un contributo in denaro, Salvini legifera che i sindaci lombardi che si faranno tentare si vedranno sottrarre i fondi per le politiche sociali.
Peppe Voltarelli
si racconta
su Sky Arte
Peppe Voltarelli è stato l’ospite speciale
della settima puntata di Studio XXXV
Live, andato in onda lo scorso mercoledì
10 giugno su Sky Arte. Fondatore e
leader dal 1991 al 2005 del gruppo folkrock sperimentale Il parto delle nuvole
pesanti, Peppe Voltarelli è diventato
solista nel 2005, intraprendendo una carriera fatta di grandi collaborazioni e canzoni eccezionali. La presenza di Voltarelli
su Sky è stata celebrata con una replica
radiofonica del programma su Radio
popolare Network venerdì.
Siderno:
la segnaletica
invisibile provoca
incidenti
La segnaletica di alcune strade secondarie di
Siderno, purtroppo, lascia molto a desiderare e
questo elemento, unitamente alle piccole distrazioni di qualche automobilista, determina
ancora un gran numero di incidenti in città.
Quello che vedete in foto è uno degli ultimi risultati di questa “tempesta perfetta” che, all’incrocio tra via Gramsci e via Pola, ha portato a un’altra collisione tra due vetture che, fortunatamente, è stata priva conseguenze se non per i
mezzi. Quante altre volte, tuttavia, dovremo
incrociare le dita affinché non ci scappi il ferito o
peggio? Il ripristino delle segnaletiche (verticali e
orizzontali) è più che mai urgente.
SOCIETÀ
Sessionevsestiva
studente universitario
“
È coraggioso stare
incollati alla sedia
quando sai che c'è
gente che sta già
sguazzando
nell'acqua cristallina
di un mare che a
giugno è nel pieno del
suo splendore
SARA LEONE
A
gli studenti delle scuole elementari, delle medie e di
quelle superiori fino al quarto anno e, ancor di più, a voi,
piccoli innocenti frequentanti l'asilo, si dà un consiglio: godetevi al
massimo le vacanze estive.
Almeno finché potrete.
I maturandi dovranno accontentarsi di
vacanze dimezzate.
Gli universitari, invece, sono seppelliti
da fotocopie, appunti, quaderni, raccoglitori, post-it, evidenziatori, slide,
simulazioni, libri abusivamente fotocopiati e, dulcis in fundo, da una crescente ansia.
Sì, ansia. Elevata all'ennesima potenza
dal fatto che siamo a giugno inoltrato.
Se, infatti, la sessione d'esame invernale è favorita dal freddo, dalla pioggia,
dai venti provenienti dall'Antartide, a
esclusivo sostegno degli studenti che,
talvolta, trovano piacevole accomodarsi alla scrivania, a leggere e rileggere
nella speranza di memorizzare, quella
estiva si configura come un vero attentato ai nervi e alla stabilità psicosomatica di chi ha il dovere di immolarsi sui libri.
Su Facebook fanno furore foto e link di quelli
che la scuola l'hanno
finita, e a cui non
hanno dato neanche
l'odiatissimo libro
delle vacanze.
Spopolano anche
gli stati: "Evviva.
Che l'estate abbia
inizio!".
Si nota un abbigliamento estivo che è un
tripudio di colori, su una
tintarella già in bella vista.
Visi rilassati, capelli al vento,
e felicità. Tanta felicità.
L'universitario, dal canto suo, cerca di
sforzarsi di sembrare felice agli occhi
altrui.
Ma, nonostante lo sforzo, la fronte corrugata dallo stress e le occhiaie la dicono lunga. È coraggioso stare incollati
alla sedia quando sai che c'è gente che
sta già sguazzando nell'acqua cristalli-
na di un mare che a giugno è nel pieno
del suo splendore.
Il guaio serio per lo studente estivo è
che la voglia di finire gli esami prima
possibile è inversamente proporzionale all'impegno che si mette nello studio.
Ogni sessione estiva, promette solennemente a se stesso di impegnarsi e
finire presto, poi, però si riduce puntualmente all’ultimo giorno. E il proposito delle sere che precedono ogni
esame è sempre quello: giura a se stesso che il giorno dopo sarà operativo già
alle sette in punto. Ma al mattino la
sveglia suona, e lo studente la posticipa. La posticipa, e quella risuona.
Quando gli occhi decidono di aprirsi al
mondo già avviato, è mezzogiorno.
A mezzogiorno tua sorella è già andata a mare, tua madre starà pensando al
pranzo.
Incredulo, se si tratti di sogno o realtà,
ti siedi in mezzo al letto e contempli.
Come mai prima. Rifletti e decidi che
è meglio studiare a pancia piena, lo
dice anche il medico.
Relax post-pranzo, ma sono già le 16:
devi studiare cinquanta pagine in 20
minuti, perché poi sarebbe il caso di
uscire per alcune commissioni.
Alla sera, dopo una giornata così frenetica, lo studente universitario entra
in camera e accusa una crisi d'ansia
acutissima. Respirazione rallentata,
battito cardiaco accelerato.
Sono state quelle quattro pile di libri
poste confusamente sulla scrivania e i
dieci giorni mancanti all'esame a procurargli quasi un infarto. Ma questo è
normale. Succede a ogni fine semestre.
Dopo dieci minuti di inspirazione ed
espirazione, regolatosi il battito, lo studente rivolge nuovamente lo sguardo
ai libri e, pieno non si sa se di fiducia o
di disperazione, pensa: "Immagina,
puoi."
“
Il proposito delle sere
che precedono ogni
esame è sempre quello: lo studente giura a
se stesso che il giorno
dopo sarà operativo
già alle sette in punto.
Ma al mattino la sveglia suona, e lo studente la posticipa fino
a mezzogiorno
“
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L
a Calabria è una delle regioni con il maggior numero di paesi abbandonati. L’abbandono dei borghi antichi è dovuto soprattutto alla posizione sfavorevole in cui sono sorti, ovvero all’interno di tre parchi
nazionali montuosi: l’Aspromonte, la Sila e il Pollino. Osservando la
linea costiera su una cartina geografica è tutto un rincorrersi di nomi di
paesi con aggettivi quali “nuovo” o “marina”, per ognuno dei quali corrisponde un “vecchio” o “superiore” situato sulle montagne, spesso a grande distanza. Quando non sono cause naturali a scatenare l’abbandono, vedi alluvioni o
terremoti, ci pensa un lento e costante flusso migratorio, che spesso lascia i
paesi dell’entroterra con meno di cento abitanti, tutti anziani.
Pentedattilo (RC) è, da più di 20 anni, al centro di un programma di recupero
consistente nella gestione di attività artigianali e nell’organizzazione di eventi
culturali, come, ad esempio, un festival cinematografico. Il paese è stato
abbandonato del tutto negli anni ‘60 perché i suoi abitanti si sono via via spostati a valle, in zone più comode. Centro fiorente durante il periodo greco e
romano, la sua fortuna è decaduta nel corso dei secoli. L’impatto visivo che si
prova, appena si scorge il paese dalla piazza antistante, è straordinario, grazie
alle enormi rocce che lo sovrastano e al modo incredibile in cui le costruzioni
si arrampicano sul lato della montagna. La maggior parte delle case non sono
ancora state recuperate.
Danneggiato da un terremoto e, in seguito, da un’alluvione, il borgo di
Amendolea vecchia (RC) è stato abbandonato attorno agli anni ‘50. La sua
posizione strategica, arroccata ma vicina al mare, spiegherebbe l’antichità dei
primi insediamenti, che vengono fatti risalire a epoca pre-bizantina. Qui sorgeva anche il castello dei Ruffo, di origini normanne, di cui sono ben visibili le
rovine. La località è oggi un parco archeologico visitabile gratuitamente, mentre un nuovo insediamento, anch’esso poco popolato, è sorto più in basso.
Una delle cose più impressionanti del viaggio a Roghudi vecchio (RC) è la
strada che si compie per arrivarci: una serie di stretti tornanti, parte dei quali
è franata; su quel che resta della carreggiata pietre e massi caduti. Un’altra è il
rumore di persiane che sbattono mosse dal vento, nel silenzio dell’abbandono.
La località è stata abbandonata del tutto a seguito di due violente alluvioni,
negli anni ‘70. Di conseguenza fu costruita, a 40 Km di distanza, sulla costa, la
cittadina di Roghudi nuovo.
Pur facendo parte dello stesso comune i due luoghi non sono confinanti e sono
Calabria
Borghi abbandonati e
progetti di ripopolamento
Breve viaggio tra i villaggi fantasma della nostra provincia. Catastrofi naturali o
progressiva migrazione hanno svuotato della vita centri urbani una volta molto
animati, che meritano di essere ripopolati a dispetto del loro doppione costiero.
realtà totalmente diverse: una pianeggiante e balneare, l’altra montana,
abbandonata e isolata. A differenza di altri posti che ho visitato, Roghudi vecchio non è un parco archeologico, e le costruzioni non sono neanche particolarmente antiche: è solo un paese fantasma.
Per arrivare a Pietrapennata (RC) si lascia la statale 106 e si guida per circa 2
ore addentrandosi nell’Aspromonte. Quando si arriva, la strada termina. In
paese, d’inverno, abitano circa 30 persone, rispetto alle 300 che lo abitavano
fino a metà del secolo scorso. Non vi sono attività commerciali di alcun tipo e
neanche un pronto soccorso. La maggior parte delle case del paese è in stato
di vistoso abbandono.
Da alcuni comuni della Calabria, più precisamente della Locride, è arrivata
una risposta volta a frenare il processo di abbandono, riconvertendo i borghi
in località adatte a ospitare migranti. Questo esperimento (in atto anche in
altre regioni) si è fino ad adesso rivelato vincente anche se, a mio avviso, proprio perché riuscito, dovrà superare la sfida della sostenibilità economica al di
fuori delle logiche di sovvenzione.
A Riace superiore (RC) negli ultimi 15 anni, grazie al lavoro dell’amministrazione comunale e dell’associazione Città Futura, si è sperimentata con successo l’accoglienza con lo scopo di arrestare lo spopolamento. Nel 1998, infatti,
l’evoluzione demografica del posto ha toccato i minimi storici del ‘900 ma, in
quell’anno, un barcone di profughi, curdi e iracheni, sbarca su una spiaggia
poco distante. Da questo evento prende le mosse un percorso che porterà il
comune ad aderire allo Sprar, il sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo.
Attualmente vengono accolti rifugiati di tutte le nazionalità e inseriti nel tessuto urbano attraverso attività sociali e il recupero di forme d’artigianato, locali
o etniche. Grazie al lavoro dei migranti e dei volontari coinvolti parte della collina antistante il paese è stata terrazzata e resa coltivabile, consentendo l’estensione della coltura dell’arancio. L’asino è stato introdotto come animale da
soma adatto alla raccolta differenziata nei vicoli. Molti autoctoni, che avevano
lasciato il paese per mancanza di lavoro e si erano spostati verso Riace marina, sono tornati ad aprire le loro botteghe nel borgo più antico, grazie ai flussi turistici che questa iniziativa ha creato.
Il prossimo bando di gara, rivolto agli enti locali, per poter accedere al Fondo
Europeo Rifugiati dovrebbe aprirsi nel 2016.
bastaunosparo
DOMENICA 14 GIUGNO
13
GERENZA
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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
Editorialista:
ILARIO AMMENDOLIA
COLLABORATORI:
Jacopo Giuca, Cristina Caminiti, Eleonora
Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara,
Domenico Spanò, Sara Leone, Sara
Jacopetta.
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LA LETTERA
Alle care maestre
della "Michele
Bello" di Siderno
Care maestre,
con il cuore in mano Vi scrivo queste
parole:
dopo cinque anni è arrivato il giorno
che vi lascio per proseguire il mio
cammino didattico.
Vi ho incontrate nel momento in cui
la mia vita è stata segnata da una
dura prova. Voi mi avete accolta con
amore, insegnandomi le buone
maniere, e mi avete sempre regalato
un sorriso. A scuola ho trovato attenzioni da parte Vostra e questo mi ha
invogliato a proseguire con più ottimismo.
In questi cinque anni tutto è stato un
susseguirsi di vicende, piccoli rimproveri che mi serviranno per crescere e migliorare il mio futuro.
Ora Vi saluto con tanto affetto.
Non Vi dimenticherò mai!
Con amore
Marika Quattrone
NEWS
Siderno, nuova
ambulanza per il
primo soccorso
L’Associazione volontari pubblica
assistenza “Siderno Soccorso” che
opera sul territorio, si è dotata di una
nuova ambulanza di tipo A indispensabile per lo svolgimento dei servizi
di primo soccorso. È stata inaugurata e benedetta il 19 marzo scorso da
S.E. Francesco Oliva, vescovo della
nostra Diocesi, presso la Casa di
Riposo “Sant’Antonio”.
Il presidente Rocco Sgambelluri
informa che l’acquisto è stato possibile grazie al contributo del cinque
per mille elargito dalla cittadinanza
negli anni scorsi, ai sacrifici dei
volontari tutti, ai rimborsi per alcuni
servizi prestati e per le donazioni di
sangue, alla generosità di alcuni
benefattori.
Nel dare il presente annuncio, il presidente ribadisce che presso la sede
dell’associazione sita in via
Amendola 97, dalle ore 8.00 alle
12.00, divenendo soci, i cittadini
potranno usufruire di visite mediche
gratuite e di terapie con personale
infermieristico, previa prenotazione.
Si invitano tutti coloro che credono
nella missione del volontariato a
dare la disponibilità anche di qualche ora per potenziare i servizi sociali svolti da tempo sul territorio,
andando incontro alle numerose
richieste di assistenza. In tanti si può
fare di più!
Per richieste di pubblicità rivolgersi a:
PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251
GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e
dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non
risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di
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EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048
Siderno
DOMENICA 14 GIUGNO
14
Un bicchier d’acqua
del rubinetto? Si grazie!
Queste d’ora in avanti saranno domanda e risposta che, ci auguriamo, siano più spesso formulate.
“
Lo screening che ha
interessato le acque che
riforniscono i comuni di
Siderno, Siderno
Superiore, Agnana,
Canolo, Locri, Gerace,
Antonimina, Gioiosa
Ionica, Martone,
Mammola, Marina di
Gioiosa I., Roccella
Jonica, Placanica,
Stignano, Riace e
Monasterace ha dato
esito positivo: l’acqua
c’è ed è buona, sono le
condotte a essere vecchie e insufficienti a
raggiungere gli utenti
in modo soddisfacente
L
a prima fase della campagna intrapresa
dall’Osservatorio
Ambientale Diritto per la Vita perché si incrementi l’uso dell’acqua
del rubinetto, per scoraggiare la più
comune pratica dell’acquisto di quella
imbottigliata, si è conclusa con risultati
soddisfacenti. Il monitoraggio per la ricerca ed eventuale quantificazione dei metalli pesanti, con maggiore attenzione su quelli particolarmente tossici, responsabili di
gravi patologie oncologiche e demenze, ha
dato esiti che incoraggiano l’uso dell’acqua
pubblica. Ricordiamo che questa operazione si è potuta svolgere grazie alla preziosa e puntuale collaborazione dell’ingegnere Sergio De Marco, direttore dell’Area
operativa Sorical e dell’ingegnere Giulio
Gangemi, responsabile di zona della
Sorical, che hanno consentito l’accesso ai
tecnici dell’Osservatorio per i prelievi presso i campi pozzi Stilaro, Mammola,
Gioiosa Ionica, San Pietro Marina di
Gioiosa Ionica, i serbatoi Novito, Crine di
Gioiosa Ionica e il ripartitore Focà. Per
quanto riguarda invece, l’acqua non gestita
dalla Sorical, è stata esaminata quella delle
fontanine di via dei Colli di Siderno e del
cimitero di Antonimina della sorgente
Bragatorto, della sorgente Fiumarina di
Gioiosa Jonica. Lo screening ha quindi
interessato le acque che riforniscono i
comuni di: Siderno, Siderno Superiore,
Agnana, Canolo, Locri, Gerace,
Antonimina, Gioiosa Ionica, Martone,
Mammola, Marina di Gioiosa I., Roccella
Jonica, Placanica, Stignano, Riace,
Monasterace. Sono state ripetute le analisi
sui pesticidi nell’acqua captata dalla subalvea del Torbido, in quanto, lo scorso anno,
era stata riscontrata una positività transitoria da Dimetoato che ora è risultato assente. Per la sola acqua di Bragatorto, che arriva alla fontana accanto al cimitero di
Antonimina, sono stati prelevati campioni
per le analisi chimico-fisiche e per determinare anche il grado di pH, criticità, questa,
particolarmente sentita dalla numerosa
popolazione del circondario che se ne
serve. Per quest’acqua è necessario spendere qualche parola in più in quanto, ai
rapporti di prova, è quella che si è presentata non come acqua comune ma una vera
e propria oligominerale. Risponde, infatti,
ai requisiti previsti dalla norma per essere
definita oligominerale: residuo fisso non
superiore a 500 mg/l, favorisce la diuresi,
contiene poco sodio e può essere indicata
per chi soffre di ipertensione. È utile per
prevenire la calcolosi renale. Per quanto
concerne il parametro pH, questo risulta
inferiore a 6.5 alla sorgente a causa della
naturale presenza di anidride carbonica;
infatti lasciata l’acqua all’aria il pH sale a
6.5.
I rapporti di prova delle analisi sui metalli
pesanti (circa 80 elementi) sono pubblicati
sul portale https://acquapotabile.crowdmap.com dove già sono consultabili, oltre
quelli sulla radioattività, anche i rapporti di
prova delle acque dei comuni di Siderno,
Roccella J., Marina di Gioiosa Ionica, i
quali hanno già formalmente sottoscritto
un apposito protocollo con l’Osservatorio
per la loro divulgazione. Non sono emerse
significative criticità, ma siamo convinti che
sia necessario continuare a effettuare controlli periodici perché molte sono le variabili che possono determinare variazioni
nella qualità delle acque. Controlli che allo
stato effettuano la Sorical e la Stemag e
l’ASP, la maggiore deputata a farlo, perché
ai suoi operatori non vengono forniti i contenitori per i prelievi.
Crediamo che questi risultati dovrebbero
spronare ulteriormente i comuni e gli enti
preposti a fare fino in fondo la propria
parte con la soluzione degli annosi problemi di distribuzione perché l’acqua c’è ed è
buona ma le condotte sono vecchie e insufficienti a raggiungere gli utenti in modo
soddisfacente. Vi sono alcuni comuni che
non hanno mai dato corso alla nostra
richiesta di accesso agli atti, effettuata tra il
dicembre 2013 (Placanica), aprile 2014
(Antonimina e Gerace) e il marzo 2015
(Ardore, Bagnara e Careri). Auspichiamo
che essi prendano atto dell’assoluta necessità di monitorare le acque che i loro cittadini usano per tenerli in buona salute e
assolvere a uno dei principali compiti del
loro mandato.
Eletto il direttivo dei Lions di Roccella:
un rinnovato impulso per un maggiore impegno
In una piacevole serata, trascorsa all’insegna della piena amicizia,
della solidarietà e del rinnovato impegno, si è svolta l’Assemblea
per designare le Cariche del Lions Club di Roccella Jonica per il
prossimo anno sociale 2015/2016.
Le cariche sono state così distribuite: come Presidente è stato
riconfermato all’unanimità l’arch. Mimmo Futia; Vice Presidente,
il giornalista Enzo Romeo; Segretario, l’arch. Orazio Violante;
Tesoriere, il commercialista dott. Lorenzo Maesano; Cerimoniere
il dott. Domenico Leonardo, presidente Ymca; alla carica di
Censore è stato chiamato l’avv. Leonardo Comperatore; Officer
telematico il dott. Marcello Gatto; il dott. Rocco Speranza sarà il
Presidente Comitato Soci, mentre Consiglieri saranno il Sacerdote
Don Sasà Tucci e la Prof.ssa Daniela Futia.
L’anno in corso, che avrà termine il prossimo 30 giugno, per il giovane club di Roccella, al suo primo anno di vita, è stato particolarmente intenso e ricco di grandi soddisfazioni. Caratterizzata da un
programma di grande spessore sociale, l’attività si è sviluppata con
una serie di manifestazioni di grande prestigio principalmente
nelle varie scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio.
Il Presidente Futia, a fine serata, si è detto particolarmente soddisfatto dell’attività svolta - grazie alla quale il Lions Club di Roccella
Jonica ha acquisito un’importante proiezione sociale, anche in
ambito distrettuale - e ha precisato che “il programma terrà principalmente conto delle indicazioni del vicepresidente e di tutti gli
officers, nell’ottica di una necessaria continuità così da dare spazio
a progetti da perpetrarsi nel tempo”. Infine è stato sollecitato l’impegno di tutti a uno dei prossimi appuntamenti: il “Premio di
Pittura Papandrea” che si terrà il 10 agosto a Careri per ricordare
uno dei figli più amati, appunto Mario Papandrea, appassionato di
pittura. L’iniziativa è riservata a tutti fino ai 35 anni di età e ai vincitori saranno assegnati premi in denaro fino a mille euro. La serata avrà la sicura partecipazione di ospiti illustri e sarà ricca anche
di altre iniziative.
Trasporti
sulla
Jonica
per uscire dall’isolamento
“
Sul tema “Trasporti sulla Ionica –
Per Uscire dall’Isolamento” il Circolo
del Partito Democratico di Roccella
Ionica terrà un’iniziativa pubblica,
venerdì 19 giugno alle ore 19,00
presso i locali dell’Hotel
Mediterraneo.
Coordinerà i lavori l’On. Mimmo
Bova, Segretario del Circolo PD,
relazioneranno il Prof. Domenico
Gattuso - Ordinario di Trasporti
presso l’Università di Reggio
Calabria, il Prof. Giuseppe Alvaro
del Direttivo del Circolo PD e l’Ing.
Vanessa Riitano, Capogruppo di
Roccella Bene Comune. Concluderà
l'On. Nino De Gaetano, Assessore
Regionale ai lavori pubblici e alle
infrastrutture.
I gravi ritardi che si registrano
nell’infrastrutturazione della nostra
zona e la lenta e inesorabile volontà
di smantellare la linea ferroviaria
Ionica, impongono l’esigenza di
lanciare un’ulteriore grido di
allarme per sensibilizzare la
pubblica opinione e per porre un
freno al progressivo degrado
dell’area.
Con questa iniziativa, ha detto
l’On. Mimmo Bova, vogliamo
coinvolgere i Sindaci, le
Organizzazioni Sociali e la
popolazione del comprensorio, per
discutere e avanzare proposte
concrete, per uscire dall’isolamento
in cui versa la Zona Ionica.
SVILUPPO
cina andat
“
I gialli che girano
con i liquidi in
tasca e
concludono affari
nel mondo intero,
dopo essere stati
disdegnati
dall’Italia che
sparla e getta
fango quando ha
paura che le si
rubi il pane, sono
pronti a ospitarci
in casa loro.
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
E
mentre l’Italia teme di farsi colonizzare economicamente dalla
Cina e propone pesanti dazi
d’importazione dei suoi prodotti, considerando l’invasione del
colosso asiatico sleale e senza regole, il
dragone rosso spalanca le porte agli
imprenditori italiani e, in particolare,
calabresi. Lo fa grazie al progetto
nazionale “Tu Italy – The best for you”
promosso da Concetta Tassone, presidente di AT Group, e illustrato in occasione del meeting “Calabria- Cina:
prospettive per l’internazionalizzazione”
che si è svolto il 6 giugno nello splendido Castello del mito di Altafiumara a
Villa San Giovanni. Il meeting ha fatto
seguito al protocollo firmato a Roma tra
Regione e la provincia di QingDao, con
cui è stata avviata una serie di collaborazioni che incrementeranno l'interscambio tra le due realtà territoriali.
Anche questa iniziativa è stata promossa
dall'azienda calabrese AT group ed è
stata accolta con favore da Giuseppe
Nucera, presidente di Federturismo
Calabria e responsabile della sezione
Turismo di Confindustria Reggio.
«AT Group, che da diversi anni opera
nel settore import export occupandosi
delle strategie di sviluppo del marketing
internazionale, si rivolge alle eccellenze
italiane, a tutte le aziende che abbiano
interesse a varcare le frontiere dei mercati esteri più importanti, come quello
cinese, assai stabile – dichiara Concetta
Tassone – Il progetto "Tu Italy" si propone di creare una piattaforma distributiva del Made in Italy a livello nazionale
in Cina. I settori d’interesse sono: moda,
agroalimentare, architettura, oreficeria,
artigianato artistico”. Tutti prodotti
Made in Italy di qualità medio alta così
da essere competitivi e dare lustro all’eccellenza italiana. Il governo cinese,
intuendo le grandi potenzialità commer-
ciali di un interscambio con l’Italia, ha
inviato nei giorni scorsi in Calabria una
delegazione di imprenditori operanti in
diversi settori, insieme a una troupe
della prima rete radiotelevisiva cinese, la
“Xi’an Radio e Tv Station”. La missione
commerciale ha come obiettivo quello di
conoscere le eccellenze produttive
regionali e i territori delle province calabresi, così da incrementare e consolidare i flussi turistici che abbiano quale
destinazione privilegiata la nostra
Regione. C’è grande interesse da parte
del gigante asiatico a favorire l’insediamento delle aziende tricolori. “Con un
vantaggio enorme – continua Concetta
Tassone - vige la completa esenzione
delle tasse doganali”.
Sono venuti a salvarci. I gialli che girano
con i liquidi in tasca e concludono affari
nel mondo intero, dopo essere stati disdegnati dall’Italia che sparla e getta
fango quando ha paura che le si rubi il
pane, sono pronti a ospitarci in casa
loro. Un’occasione da non perdere per
le aziende italiane e calabresi alla ricerca di nuovi mercati e di nuove opportunità di investimento. Le prime
piattaforme saranno localizzate nella
città di Jimo e di Xi’an, nella Regione
dello Shandong.
Jimo è una città commerciale millenaria,
oggi una “Città Ingrosso”, con quasi 30
km quadrati di centri commerciali e al
secondo posto per scambi commerciali
all’ingrosso con buyer cinesi, coreani e
giapponesi.
Xi’an è, invece, la più grande e più
sviluppata città della Cina nord-occidentale, posta lungo l’antica “Via della
Seta”, e importante centro culturale,
commerciale e industriale.
E così nel bisbiglio sommesso da
cimitero, in quel tedio che Pessoa definiva come “il sentire che non vale la pena
di fare niente”, ecco levarsi un urlo disperato: “Gigante con gli occhi a mandorla, pensaci tu!”
Progetto“Tu Italy”: Un’opportunità seria, concreta e vincente per il Made in Italy in Cina
Il dragone rosso (ri)accende il fuoco
dell’imprenditoria calabrese
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DOMENICA 14 GIUGNO
17
ta e ritorno
“
Non si sa bene di
chi sia stata l’idea di
aprire un attività
commerciale di
questo tipo né si
conosce con
esattezza la data in
cui il fenomeno ha
cominciato a
diffondersi in ogni
centro urbano del
Paese
JACOPO GIUCA
«Mio Dio, ma questo fermaglio per capelli è
delizioso! Dove l’hai comprato?»
«Dai cinesi.»
«Ma pensa, l’avrai pagato una stupidaggine!
Almeno hai messo da parte i soldi per il caricatore del telefono che ti si era rotto».
«No. È dei cinesi pure quello».
Come dei cinesi sono quei pratici sottobicchieri, la cassettiera in plastica sul balcone, il
cestino della spazzatura, quei bellissimi vasi
per le piante rampicanti e la pistola ad acqua
per vostro figlio, la borsetta taroccata, le
scarpe da ginnastica, il tappetino per il pilates,
gli occhialini da piscina e il costume nuovo per
il mare…
Dei cinesi è la torcetta tascabile, dei cinesi è il
portachiavi, dei cinesi è la bigiotteria, dei cinesi è il negozio, dei cinesi è il centro commerciale, dei cinesi è l’idea, dei cinesi è l’impero.
Perché il fenomeno “cineserie” è un tassello
fondamentale del nostro tempo e non c’è italiano che, pur disprezzando la politica dei bazar
orientali che costellano le mappe delle nostre
città non sia entrato in uno di essi almeno una
volta.
Non si sa bene di chi sia stata l’idea di aprire un
attività commerciale di questo tipo né si
conosce con esattezza la data in cui il fenomeno ha cominciato a diffondersi in ogni centro
urbano del Paese. Resta il fatto che, nel giro di
pochi anni, questi negozi sono aumentati di
numero e hanno aumentato a dismisura la
gamma dei prodotti in vendita tanto che, dal
gatto con la faccia da ebete che saluta, sono
passati a vendere persino i ricambi per le auto.
La formula dell’utensile a prezzo minimo non
poteva che funzionare, in tempo di crisi, tanto
più che una frase che si sente sempre più spesso pronunciare è che poco importa che le presine per il forno si squaglino al terzo utilizzo:
“Tanto sono costate 50 centesimi!”
Di cinquanta centesimi in cinquanta centesimi, però, i cinesi si arricchivano e, arricchisciti
oggi, arricchisciti domani, nel 2015 si sono
potuti permettere di assumere personale italiano e investire un’ingente somma di denaro
che gli ha permesso di aprire un bazar all’interno del Parco Commerciale dei “Gelsomini”, in
quel di Bovalino.
Uno dei simboli del commercio locrideo,
insomma, batte da questo fine settimana
bandiera cinese e, non solo oggi stesso potete
farvi tirare dietro la custodia del telefono che
vi piace tanto, ma potete farlo anche prima di
andare a farvi un bel giro al “Brico Io”. E,
come sempre accade, non si può dire che
l’idea non abbia avuto successo, considerato il
pienone che è stato registrato in queste prime
giornate di apertura.
Quello che si paventava qualche tempo fa per
Siderno e il suo centro commerciale “La Gru”,
insomma, potrebbe accadere presto a
Bovalino. I cinesi, che erano arrivati come un
tornado con i loro modi garbati e i loro visi
simpatici, avevano fatto credere per diverso
tempo che stessero per levare le tende prima
di presentare la propria scala reale.
Il fatto, poi, che l’inaugurazione del negozio al
centro commerciale abbia coinciso con la visita della delegazione cinese che ha annunciato
alla Locride di aspettare i nostri commercianti
nella loro terra affascinante ha veramente
dello straordinario. Se non si trattasse di un’operazione perfettamente legale, si potrebbe
quasi pensare che si sia trattato di un colpo
gobbo grazie al quale i signori della truffa distraevano con belle parole gli ignari calabresi
mentre conquistavano un avamposto strategico.
Purtroppo, però, i “Gelsomini” non erano più
strategici da tempo così come l’accordo
Calabria-Cina non sappiamo quanto verrà
coronato dai nostri conterranei. C’è da dire
che i “Gelsomini” stanno tornando a fiorire
proprio come i bazar di “italianerie” in Cina
non riusciranno ad avere grande appeal.
Non sappiamo se il futuro prossimo o venturo
ci riserverà davvero cinesi che vendono in
Italia quanto italiani che vendono in Cina,
certo è che, per adesso, la Cina è stata in grado
di edificare un vero e proprio impero commerciale che sembra poter durare mille anni.
Intanto, il gatto con la faccia da ebete continua a salutare.
Alla conquista
di Bovalino con furore
I commercianti orientali issano bandiera rossa sulla
vetta del Parco Commerciale i Gelsomini di Bovalino
e, nonostante lo scetticismo nei confronti delle
“cineserie”, le code alle casse sono infinite. I cinesi
aprono bazar, conquistano centri commerciali,
danno lavoro agli italiani. È l’alba di un impero?
RIVIERA
La Cicciarello e i suoi Tumulti del
cuore coinvolgono anche i grandi
della politica a Bovalino
I Tumulti del cuore di Patrizia Cicciarello sta avendo un successo incredibile in tutta la
Locride. In settimana, durante l’anteprima del romanzo svoltasi a Bovalino, hanno presenziato anche Wanda Ferro, Caterina Autelitano, Diego Cataldo, Domenico Agostini e
Giuseppe Cherubino, che si trovavano lì per presenziare anche alla nuova mostra fotografica della brava Nadia Panetta.
CULTURA E SOCIETA’
Migrazioni:
quando il viaggio
diventa
riflessione dello
spirito
“Migrare è speranza e paura assieme, migrare è gioia e dolore mescolati nella stessa lacrima, migrare è
continuare a esistere”. Così
Domenico Sisto anticipa il tema
delle pitture di Mariagrazia Costa, la
giovane artista catanzarese che dopo
due anni presenta al pubblico
“Migrazioni”, un’esposizione di 12
quadri e un’installazione dal titolo
Solo acqua e cielo presso la Libreria
Mondadori, Sala Calliope a Siderno
dal 21 al 30 giugno.
Il viaggiatore è protagonista di un
movimento non solo fisico, ma spirituale, che lo costringe a una meditazione dell’essere di fronte all’immensità. Un tema già trattato dalla Costa
nel 2009 tramite immagini di barche
per poi passare a elementi come animali ed esseri umani. L’intento è
quello di creare nella mente dello
spettatore l’esperienza del movimento, attraverso miniature di animali
che da lontano sembrano essere dei
punti neri posti al centro dello spazio. In realtà più ci si avvicina al quadro e più si può percepire il movimento dell’oggetto raffigurato in
ogni suo particolare. È restando
chiusi in una stanza che si ha la pos-
sibilità di viaggiare pur restando
fermi di fronte a un’unica immagine.
Si tratta di ambientazioni astratte
caratterizzate da un tocco romantico
che pongono l’uomo di fronte a una
profonda riflessione della natura e di
se stesso, della sua condizione contemporanea e il suo dialogo con l’esistente. La tecnica utilizzata propone uno spostamento che va dal
macro al micro e sono proprio le
miniature di cammelli, leoni e giraffe
poste al centro dello spazio astratto a
raccontare la storia del viaggio. Il
quadro dentro il quadro, la storia
dentro la storia: è questo che l’artista
vuole trasmettere al pubblico.
Gli animali della Costa viaggiano
alla ricerca della bellezza, luogo di
rinnovamento e di rinascita, come in
“Lucy”, prima donna sulla terra che
guida la Migrazione necessaria a
ogni essere vivente.
La mostra curata dall’associazione
culturale K.I.S, della quale fa parte
la stessa Costa, sarà affiancata da
alcuni audio proposti dalla cauloniese Daniela Rullo. In queste interviste
il visitatore potrà ascoltare esperienze di viaggio nelle Americhe e in
Australia di alcuni migranti. Dunque
si potrà rivivere l’esperienza del viaggio in un unico momento e in un
unico luogo.
Durante la mostra l’artista distribuirà anche delle lenti di ingrandimento per osservare meglio le miniature.
M. Cristina Caminiti
A Gioiosa Ionica 1ª Parata Storica e
l'opera lirica "Il Barbiere di Siviglia"
“
Il corteo storico in
costume è partito
da Palazzo
Amaduri e percorso le vie del centro
per giungere in
Piazza Vittorio
Veneto dove è
stato fatto rivivere
il matrimonio di
Clelia Romano
con il Marchese
Francesco Maria
Pellicano
"Abbiamo presentato a Palazzo Amaduri
un'interessante attività didattica musicale
con le quinte del Don Minzoni. L'idea era
quella di avvicinare i giovanissimi alla lirica
partendo dalla storia di Gioiosa Jonica, in
particolare da quella di Clelia Pellicano,
una nobildonna molto vicina al popolo e
grande sostenitrice dei diritti umani, attraverso la cui conoscenza i nostri bambini
hanno potuto apprendere uno spaccato
della nostra città. Grazie alla Parata Storica
e alla rappresentazione del Barbiere di
Siviglia, abbiamo dimostrato come la
nostra scuola possa ancora trovare metodi
nuovi per l'apprendimento, continuando a
essere per il singolo, ma trovando anche
metodi nuovi per migliorare il territorio".
Sono le parole con cui Maria Rosaria Pini,
dirigente scolastico dell'istituto comprensivo Gioiosa Ionica-Grotteria ha introdotto
la grande iniziativa didattica svoltasi a
Gioiosa Ionica lo scorso 2 giugno. È stato
infatti un successo pieno ed entusiastico
quello della Prima Parata Storica ideata
per la città dall’Associazione Culturale
InCanto in collaborazione con il Comune,
con le docenti del Plesso Scolastico Don
Minzoni, dell’Istituto Comprensivo di
Gioiosa Ionica e con l’approvazione della
Consulta delle Associazioni.
Lungo le strade della cittadina hanno sfilato circa 80 figuranti tra alunni, genitori e
docenti del Plesso. Il Progetto ha coinvolto
gli alunni delle classi quinte ed è divenuto
Progetto curriculare di alta valenza formativa.Le docenti del “Don Minzoni”, hanno
pensato di formulare una duplice proposta
formativa ai genitori dei ragazzi delle quinte classi, avendo individuato come primario obiettivo la relazione educativa fra
genitori e figli e un percorso di sensibilizzazione e avvicinamento all’Opera Lirica. Si
è trattato di una manifestazione culturale,
per Gioiosa Ionica, senza precedenti, di
grande significato storico-culturale, che è
servita a svegliare non soltanto la coscienza
e la conoscenza dei ragazzi, ma anche quella della gente comune, sul passato e sul Bel
Canto.
Il corteo storico in costume che è partito da
Palazzo Amaduri verso le 18.30, ha percorso le vie del centro storico per giungere in
Piazza Vittorio Veneto – dove la Musa
della Memoria, preceduta dalla bellissima
Gioiosa, ha decantato la Storia di Gioiosa
Ionica. In seguito è stato fatto rivivere il
matrimonio di Clelia Romano con il
Marchese Francesco Maria Pellicano. Tra
Clelia e il marchese Francesco furono
"nozze contratte in un raro e felice connubio della ragione e del cuore" (come lei
stessa definì il suo rapporto), evento significativo per la storia del paese. Dopo la
celebrazione del matrimonio, la popolazione è stata invitata dal Banditore ad assistere all’Opera Lirica “Il Barbiere di Siviglia”
di Gioachino Rossini.
Due Progetti in uno, La Parata Storica e
“L'opera lirica nella scuola primaria”,
hanno sviluppato un percorso finalizzato a
un ascolto del repertorio operistico con
l’intento di formare un nuovo pubblico
sensibile, attento, consapevole e critico.
Attraverso seminari, incontri e laboratori
articolati durante l’anno scolastico, docenti e studenti hanno scoperto, studiato e vis-
suto da protagonisti il fascino del melodramma, imparando a cantare le arie dalla
celebre opera rossiniana. Un progetto di
ampia portata, pieno di contenuti, che ha
consentito un avvicinamento “morbido” al
melodramma e alla lirica da parte dei
ragazzi del Plesso “Don Minzoni”: durante la presentazione del Progetto presso
Palazzo Amaduri, è stato anche proiettato
un video – magistralmente montato da
Vincenzo Logozzo – che illustra la visita
degli alunni al Conservatorio Musicale F.
Cilea di Reggio Calabria, visita che ha consentito loro di capire cosa significa studiare
canto lirico e come nascono le grandi
Opere Liriche.
Cantare l’opera lirica, metterla in scena,
studiarla, ci ha aiutati a conoscerla e ad
amarla. Considerata una “cosa da grandi”
ma che a ben guardare tratta storie spesso
divertenti e accattivanti. Sono questi alcuni
commenti dei ragazzi, storie, personaggi,
sentimenti, rendono più comprensibile e
significativo il linguaggio della musica classica.
I costumi storici sono stati realizzati dalle
abilissime mani di Marina Andrianò, sarta
e costumista gioiosana dalle riconosciute
qualità nella riproposizione di abiti d’epoca.
LA ROSA DEIVENTI
(mini rubrica
a cura
di Maria Verdiglione)
RIVIERA
I PROGETTI FOLLI DI UOMINI GENIALI
Il 2 gennaio 1897 i giornali di Stoccolma informavano i lettori di un testamento particolare lasciato
da un ricco e famoso inventore: ALFRED NOBEL, padre della famosa micidiale dinamite. Recitava così: “Il mio patrimonio costituirà un premio
alle persone che avranno reso all’umanità i più grandi servigi”. E fin qui è da ammirare il grande spirito filantropo. Solo che, accanto a tanto
amore per la Scienza e il Progresso umano, durante una conversazione con importanti uomini d’affari illustrava un altro progetto. Aveva in
mente di edificare una casa dove i candidati al suicidio potessero attuare il proprio desiderio con tutta tranquillità. Trovate un altro “benefattore” che la pensi così!
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Calci S
di rigorE
per
festeggiare
i 171 anni
dell'YMCA
i sono svolti sabato 6 giugno, presso il campo da
pallacanestro dell'YMCA Siderno, i festeggiamenti per il centosettantunesimo compleanno
dell'associazione. La manifestazione organizzata
dalla World Ymca e denominata "Kicking goal
for Youth Empowerment", ha avuto come obiettivo principale, quello di battere il record mondiale di calci di rigore calciati consecutivamente
nelle YMCA sparse per il mondo, alle ore 12:00 GMT (13:00
ora italiana).
La manifestazione sidernese, è iniziata con un minuto di silenzio in memoria dell'ex Sindaco socialista Paolo Catalano,
scomparso il 5 giugno. Prima che le lancette dell'orologio
segnassero le ore 13:00, il Presidente dell'YMCA Domenico
Leonardo, ha voluto ricordare come questo 2015 sia stato un
anno ricco di successi, sportivi e non, per la Città jonica: infatti la promozione in serie C Regionale dell'YMCA Basketball,
e il ritorno nella Promozione Calabrese del Siderno Calcio,
hanno ridato vigore e prestigio allo sport cittadino.
Continuando nel suo messaggio di "fiducia e speranza contro
la passività del passato", il Presidente ha ricordato come, dopo
gli anni bui del commissariamento, a Siderno sia tornata la
democrazia col ritorno alle urne, e l'elezione del nuovo
Sindaco.
Ed è stato proprio il neo sindaco Pietro Fuda ad avere l'onore
di calciare il primo rigore della giornata, a cui si sono susseguiti quelli del Presidente del Siderno Calcio Enzo Futia, e
dell'Ingegnere Barranca già Presidente dell'YMCA Siderno.
Al termine dei primi tre rigori, che per l'appunto rappresentavano il "trinomio" vincente di cui parlava Leonardo, la lotteria
dei rigori è continuata con vari esponenti politici, comuni cittadini, e i ragazzi della Juventina Siderno; che si sono succeduti dal "dischetto". Nota di merito ad Alfredo Vitale, mascotte e
uomo YMCA per eccellenza, che ha difeso degnamente i pali
della sua porta.
Antonello Tinelli.
DOMENICA 14 GIUGNO
19
Amarcord
Centro dell’universo
Questo è il mio paese e lo puoi ritrovare in ogni angolo di mondo…
Il
mio paese si distende sul suo bellissimo mare. Quel mare che ci ricorda il
primo terribile alito di guerra della
battaglia di Punta Stilo. Dove
immergi i piedi nell’acqua e guardi il
fondo per trovare le pietruzze bianche che
dimenticherai in qualche bicchiere a memoria di quand’eri bambino, dove vorresti che
fossero sparse le tue ceneri. Dove i tuoi
amici, che sono rimasti giovani, si ritrovano a
fare il bagno a Settembre godendo del sole
morbido e tiepido, della spiaggia quasi
deserta, delle onde lunghe che si poggiano,
quasi in un abbraccio, sulla spiaggia distendendosi in essa in larghi tratti. Dove ti piace
camminare, nelle albe fresche dell’autunno
per poi alzare gli occhi e vedere le rovine del
pastificio Cataldo che si è portato dietro le
nostre illusioni industriali e più avanti
guardando quella specie di monolite bianco,
discutibile, ingombrante che è diventato il
costruendo albergo che racchiudeva le nostre illusioni turistiche. Dove al tuo avvicinarti i gabbiani, che sono ritornati dall’esilio, cui
li avevano costretti torme di turisti, si alzano
in volo per posarsi qualche passo più avanti
per poi volare ancora e ancora al tuo avvicinarsi, dove le botti allineate sulla battigia,
annunciano la vendemmia. Quel mare che si
gonfia e si abbatte rabbioso sulla spiaggia
sospinto dal vento di scirocco e da quello di
levante, che si placa beato al soffio del
ponentino e del grecale, che ospita i pochi
pescatori rimasti che rammagliano sulla rena
le loro reti. Che guarda sornione le coppiette
sotto il vecchio pontile mentre si baciano sussurrandosi eterno amore, che ospita miriadi
di pesciolini attirati dal tuo piede immerso
nell’acqua che smuove la sabbia. È questo il
mare del mio paese, il mare più bello del
mondo, racchiuso in una specie di conca fra
le punte di Roccella e di Capo Spartivento,
in cui si riflettono i fuochi accesi delle nostre
albe e dei nostri tramonti e il grigio nelle
giornate di pioggia, che scandisce il passare
inesorabile degli anni, che veglia i destini
inquieti della mia gente. Quel mare che i
pescatori vedono, al largo con le loro barche,
appena svanisce la notte con le sue ombre,
color del latte appena macchiato da fragola
matura e che poi è trafitto dal suo amante
che si alza all’orizzonte verso est. Il sole lo
inonda di luce e poi gli porta la carezza del
primo vento che lo tinge di azzurro sempre
più intenso. Quel mare che fa capire proprio
a me, che sono ignorante come un mulo, che
sì la terra è rotonda e le mie prove sono nel
fumaiolo che spunta all’orizzonte seguito
poi, da lì a poco, dal profilo maestoso di una
bianca bellissima nave, i pescatori manco se
n’accorgono intenti come sono a tirare il
palamito o le loro reti, attorniati da gabbiani
che volteggiano in cerca di cibo.
Il mio mare che è parte integrante del mio
paese che, senza di esso, non sarebbe il mio
paese e noi non saremmo come siamo.
Tanto mare perché senza di esso il mio paese
non sarebbe il mio paese e noi non saremmo
come siamo.
A riva una sabbia chiara e fina accarezza i
piedi di chi vuol fare la più bella passeggiata
che è dato fare respirando l’aria pura e dolce
intrisa d’odore di mare. Poi il lungomare e le
sue palme e le state di Peppe Correale.
A nord lo scoglio scelto dal nostro bravissimo scultore e destinato ormai a
restare nudo simbolo di un destino
non molto propizio per Peppe. Ma
c’è la sua vela che ci spinge verso
l’azzurro e l’infinito, che ci pone
sulla nave d’Ulisse in cerca d’avventure e di noi stessi, che ci fa volare
alti nel cielo della fantasia e della
libertà. Soprattutto nel cielo dell’arte e della creatività. E poi
San Francesco novello Abramo
che indica imperioso la strada e
allunga il suo sguardo oltre
l’orizzonte. Poi le vie belle,
larghe. Ariose, squadrate del
mio paese. Una di loro
odora di gelsomino, in
un’altra arance, limoni,
mandarini, sono lì ad
aspettare che qualcuno li
colga e senta i sapori più
genuini del Mediterraneo.
Nel corso Garibaldi i tigli e
i due magnifici platani
dietro il Municipio, in
esso si affiancano la
scuola
Elementare
“Giovanni Pascoli” e la
Scuola
Media
“Gesumino Pedullà”
parte
dell’Istituto
Tecnico Commerciale
“Guglielmo Marconi” e
il Liceo Artistico, più in
alto lì Istituto Tecnico per
Geometri e a nord la Scuola media
“Corrado Alvaro” vicino al tribolatissimo
Ospedale la cui storia meriterebbe di essere
raccontata.
Il Via Matteotti gli oleandri disegnano
mirabilmente un grande damasco multicolore e danno l’impressione di camminare su
un magico tappeto. E poi la piazzetta delle
palme vicino alla stazione ferroviaria, meta
d’ogni coppia di sposi che lì eterna il giorno
più bello della vita. Quelle foto campeggeranno, oltre che nelle case di Siderno, nei
salotti e nelle stanze da letto di New York e
di Toronto, di Calgary e di Buenos Aires, di
Londra e Parigi, di Milano e Torino. Lì, dove
il loro destino li porterà in cerca di lavoro e
di felicità. E le palme di Villa Albanese e
quelle disseminate in ogni
angolo e in ogni giardino ed orto della
cittadina. Poi i pini
delle
due
piazzette poste
ai lati del
Municipio di
Siderno, volute
dall’allora sindaco Cosimo
Jannopollo. Il
m i o
paese, nella sua marina è piatto e arioso,
nelle strade larghe e odorose ci ritroviamo in
tanti a fare lunghe sgroppate con le biciclette
ed anche a piedi percorrendo il periplo del
paese dal lungomare alla circonvallazione,
dall’odore d’alghe portate dal levantino a
quelli del rosmarino, del finocchio selvatico,
dell’origano, della salvia, provenienti dalle
campagne e dagli orti posti nella parte alta
lambita dalla circonvallazione. Dai balconi
delle vie cittadine fanno bella mostra di sé
gerani, fucsie, garofani, vari tipi di gelsomino, rose ed innumerevoli altri tipi di fiori che
sono l’orgoglio delle padrone di casa.
Al centro, che poi è il cuore del paese, la villa
comunale, l’Ymca e il Tennis Club.
Risalendo le belle piazze Portosalvo,
Risorgimento e Vittorio Veneto. Giù, ai due
lati i rioni dei pescatori. Poi il mio paese si
alza dolcemente, quasi si destasse la mattina,
si stiracchia, si allarga e si allunga nelle contrade di Mirto, di Dionisi, di Lamia, di
Zammariti, di Campo, d’Oliveto, di Gonia,
di Vennarello, di Ferraro scoprendo il paesaggio della campagna, il regno degli uliveti,
delle vigne, dei valloni e delle collinette. Poi
la diga, che rispecchia il più azzurro e terso
dei cieli del mondo. Più giù il campo sportivo e il centro polifunzionale. Disseminate sul
territorio le tre chiese: La chiesa Madre della
Madonna di POrtosalvo, qualla a me più
cara di Santa Maria dell’Arco e la chiesa
delle Immacolatine e poi a testimonianza del
passato, svettano ancora tre delle vecchie
ciminiere.
Poi c’è il paese antico, arroccato da millenni su una collinetta di tufo e argilla
che si va sgretolando, con i suoi palazzi
gentilizi in rovina, con le sue chiese distrutte fatte salve quella bellissima di
San Nicola sulla omonima piazza
austera, solenne, composta. Una delle
poche chiese nostre non aggredite dal
chiasso di un barocco ripetitivo, una
delle poche dove senti prenderti alla
gola il senso del divino, dove percepisci in qualche modo, o ti pare di
percepire il respiro di Dio. Poi la
chiesetta della Madonna dell’Arco
piccola, disadorna ma anche lei con
il senso del divino appiccicato
addosso. In alto affianco della
“panoramica” la strada di Peppe Errigo,
quella degli “irti colli” e San Francesco, le
sue querce e il suo bel vedere che si apre giù
nella valle spaziando fin sul nostro mare e le
sue navi, le sue vele e tutto ciò che in esso si
muove. Poi le viuzze, gli archi, le fenditure
che scendono verticalmente sulle fiumare, i
saliscendi per sentieri tagliati nella campagna, gli alberi d’olivo, le vigne, il frinire
delle cicale, il canto degli uccelli e lo stradone
che porta a Salvi, la nostra contrada più
interna, e ad Agnana un paese fratello posto
fra le colline. Ai suoi lati, in primavera è il trionfo delle margherite e dei papaveri, dei
fiori di campo e della sulla, dei carciofi selvaggi che si va a cogliere con grave danno per
le mani che si imbattono nelle loro acuminatissime spine.
Questo è il mio paese e lo puoi ritrovare in
ogni angolo di mondo nel cuore dei nostri
concittadini costretti a lasciarlo. Ogni volta
che appare uno di quelli che è rimasto e che
va a trovarli, hanno la prova che il loro paese
esiste davvero e che davvero li aspetta con le
sue piazze, le sue vie, il suo sole e il suo mare.
Quell’ambasciatore della loro terra lontana
viene coccolato, amato, interrogato, riempito d’attenzioni perché il su profumo è profumo di terra natia.
Non ho parlato dei sidernesi, “vil razza dannata” direbbe il poeta. Dei sidernesi non
voglio parlare perché quelli più vicini al mio
animo e al mio spirito, appartengono al passato. Ora i sidernesi sono altra cosa, sono il
prodotto della civiltà e della globalizzazione.
Altra cosa di quelli che correvano per i vicoli,
di quelli che discutevano nelle piazze, si
azzuffavano per Bartali e Coppi, per la
Juventus e l’Internazionale, per il PCI o il
PSI o la Dc, salvo poi andare al Bar Aquila
o, una volta, al Caffè Sarroino a continuare il
loro discutere trasformando tutto in una
grande Agorà che, inconsapevolmente, li
portava alle loro origini, figli di una terra che
più bella non c’è doveste consumare mille
verghe di ferro e mille paia di scarpe per
trovarla.
Diceva Mimmo Gentile che Siderno e il centro del mondo. Io giuro che è così, che non
può che essere così.
Noi ci alziamo la mattina e guardiamo
l’Universo dal suo centro più vero. Dalla
nostra piccola, grande incommensurabile,
boriosa, parolaia, irriverente, provinciale,
cosmopolita, gentile, colta, presuntuosa,
laica, religiosa, amatissima Siderno.
Paolo Catalano
20 Aprile 2003
SALUTE & MEDICINA
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DOMENICA 14 GIUGNO
21
L esperto
Le sinusiti
Otorinolaringoiatra
Pillole
Carenza iodica
e gravidanza
L
a gravidanza è una condizione di aumentato carico
funzionale per la tiroide che deve far fronte a stimoli fisiologici diversi che intervengono sin dal
momento del concepimento. Il principale componente
degli ormoni tiroidei (OT) è lo iodio che dal circolo ematico viene captato dalle cellule tiroidee per la sintesi
ormonale. In gravidanza il fabbisogno giornaliero di
iodio aumenta come conseguenza di fisiologiche modificazioni a cui va incontro l’unità materno-fetale. Nelle
aree a carenza iodica lieve/moderata, l’insufficiente
apporto iodico si
traduce nella comparsa di gozzo. La
carenza iodica grave
può invece condurre
ad un ipotiroidismo
materno che aumenta la frequenza di
aborto e di complicanze fetali/neonatali. Il mantenimento dello stato di eutiroidismo in gravidanza è cruciale per
il feto poiché gli OT,
la cui produzione
fetale inizia solo a
partire dalla 20° settimana di gestazione, sono indispensabili per la crescita e
maturazione
di
organi e tessuti, in particolare del sistema nervoso centrale e periferico. Gli OT materni raggiungono la circolazione fetale anche nelle ultime fasi della gravidanza e questo fenomeno ha rilevanza clinica nei feti con ipotiroidismo da mancato sviluppo ghiandolare nei quali, poiché la
produzione di OT è scarsa o nulla, lo sviluppo avviene
grazie agli OT materni. Pertanto il controllo della funzione tiroidea entro il I trimestre di gravidanza consente di
correggere il deficit iodico o l’ipotiroidismo senza conseguenze materno-fetali.
A cura di: Drssa Anna Perri / Dr Rocco Valeriano
[email protected]
Specialisti in EndocrinologiaUniversità degli Studi di Pisa
Dott. Antonio Cassone
Specialista
in Otorinolaringoiatria
Responsabile dell’Unità Operativa
di Otorinolaringoiatria della
Casa di Cura “Cappellani-Giomi”.
Messina
Responsabile del DS di
Otorinolaringoiatria della
Casa di Cura “Carmona”.
Messina
Riceve:
Studio Raymat,
Via Calvario
15 A Marina di Gioiosa Jonica
Tel 0964 /416856;
Via Riviera 13
Villa San Giovanni
tel 0965/794842 339/1459340
Via Torrione 6
Reggio Calabria
tel 0965/794842 – 339/1459340
I seni paranasali sono cavità pneumatiche poste
ai lati delle fosse nasali e con esse comunicanti
attraverso orifizi e canali. Alcuni sono presenti
sin dalla nascita, altri si formano durante i primi
anni di vita e raggiungono lo sviluppo completo
verso i vent’anni. Hanno lo scopo di alleggerire
il cranio, riscaldare, umidificare e purificare l’aria, servire da cassa di risonanza e attenuare
eventuali traumi cranici. Si distinguono in: frontali, mascellari, etmoidali e sfenoidali.
Le sinusiti sono processi infiammatori che interessano la mucosa dei seni paranasali e raramente il periostio e l’osso di esse cavità; si distinguono in acute, croniche e recidivanti.
Le sinusiti acute hanno una durata massima di
due-tre settimane, sono in genere conseguenza
di riniti acute, di cui riconoscono i medesimi
agenti eziologici: virus, batteri, funghi e allergie;
altre volte hanno un origine odontogena, traumatica o baro-traumatica.
La sintomatologia è caratterizzata dalla presenza di febbre, rinorrea e dolore facciale.
Un’accurata e tempestiva visita medica associata ad un esame rinofibroscopico consente di
fare diagnosi e di iniziare un’adeguata terapia
medica che porterà il paziente ad una sicura e
veloce guarigione.
Le sinusiti croniche, che hanno una durata non
inferiore a tre mesi, presentano una sintomatologia più subdola. Possono essere presenti
secrezioni nasali catarrali, purulente, talvolta
fetide, iposmia (diminuita capacità di percepire
gli odori) o cacosmia (percezioni di odori sgradevoli reali o immaginari), pesantezza, sensazione di pressione e cefalea in regione frontale,
mascellare, zigomatica, periorbitaria e alla radice del naso, possono comparire manifestazioni
gastrointestinali dispeptiche e complicanze tracheo-bronchiali.
Le possibili, anche se rare e assai temibili complicanze, sono la neurite ottica retrobulbare, le
meningiti, la trombosi del seno cavernoso e longitudinale.
Le cause delle sinusiti croniche vanno ricercate
in alterazioni anatomiche del naso e dei seni
paranasali (deviazione del setto nasale, ipertrofia dei turbinati inferiori, turbinati medi bullosi),
allergie ed ipereosinofilie (con edema della
mucosa dei seni paranasali e quindi comparsa di
polipi che ostruiscono gli osti e i canali di ventilazione e drenaggio degli stessi seni), traumi o
baro-traumi (tuffi e attività subacquea), flogosi
odontogene (con propagazione per continuità
del processo flogistico dai denti al seno mascellare).
Le sinusiti recidivanti, che si caratterizzano per
la presenza di almeno tre episodi acuti l’anno,
spesso riconoscono gli stessi fattori eziologici
delle sinusiti croniche e nei periodi intercrisi è
possibile che ci sia o meno la persistenza di flogosi della mucosa sinusale.
La diagnosi delle sinusiti croniche e recidivanti
dev’essere affidata allo specialista otorinolaringoiatra al fine di individuarne le cause e le possibilità terapeutiche.
La visita che lo specialista effettua sul paziente
che lamenta i sintomi anzidetti consta tra l’altro
dell’esame rinofibroscopico, che permette di
individuare lo scolo rinofaringeo di secrezioni
muco-purulente a provenienza dai seni paranasali o l’eventuale presenza di polipi nasali e di
evidenziare possibili ostruzioni delle vie di ventilazione e drenaggio dei seni paranasali.
La visita otorinolaringoiatra è spesso seguita
dall’esame TC del massiccio facciale, che consente sia la precisa localizzazione del processo
flogistico, sia un’analisi accurata dell’anatomia
dei seni paranasali e delle cavità nasali.
Quest’esame è pertanto indispensabile per programmare le strategie terapeutiche farmacologiche e soprattutto chirurgiche. Infatti, allorquando la terapia medica non sortisce gli effetti
sperati, è necessario ove le condizioni cliniche
del paziente lo consentano, effettuare un intervento chirurgico endoscopico (FESS) che consiste nel correggere i difetti anatomici del setto
nasale e dei turbinati ed aprire i seni paranasali
flogosati, ripulendoli del processo infiammatorio cronico.
In conclusione é consigliabile rivolgersi all'otorinolaringoiatra quando è presente dolore gravativo attorno agli occhi, agli zigomi o alla fronte,
che si accentua alla pressione, sensazione di
pesantezza, voce nasale, secrezione nasale
catarrale e purulenta, tosse, riduzione della
capacità di percepire gli odori.
L'intervento tempestivo dello specialista in questi casi può prevenire la cronicizzazione di una
sinusite acuta o recidivante come anche la comparsa di complicanze nelle sinusiti croniche.
LE LESIONI MENISCALI
I
IL DOTT. VINCENZO
CALAFIORE
RICEVE PREVIO
APPUNTAMENTO PRESSO:
-
-
STUDIO MEDICO PRIVATO,
VIA DEL TORRIONE 24,
REGGIO CALABRIA,
TEL 0965/21079;
CELL 329/4255444
STUDIO MEDICO
POLISPECIALISTICO RAYMAT,
VIA CALVARIO 15/A
MARINA DI GIOIOSA JONICA,
TEL. 0964/416856;
ISTITUTO ORTOPEDICO DEL
MEZZOGIORNO D'ITALIA ,
DI REGGIO CALABRIA
TEL 0965/361221
(IN REGIME
DI CONVENZIONE COL SSN).
menischi sono due strutture fibrocartilaginee a
forma di “C” presenti all'interno del ginocchio. Il
menisco interno viene detto mediale e quello
esterno, laterale. Fungono da cuscinetti ammortizzatori tra femore e tibia. Le lesioni meniscali possono
essere traumatiche,dovute a distorsioni o traumi diretti al ginocchio, degenerative,legate all' usura.Nel giovane sportivo la lesione è sempre traumatica.Esistono
diversi tipi di lesione meniscale: longitudinale, radiale,orizzontale, con flap meniscale,a manico di secchio.
Le lesioni possono riguardare il menisco in toto o in
una sola parte,ad es. il corno posteriore o anteriore.
La rottura del menisco a volte si associa a lesioni legamentose. I sintomi di lesione meniscale sono: gonfiore,dolore,ginocchio bloccato.La diagnosi si avvale di
tests clinici e della Risonanza Magnetica del ginocchio.La terapia varia a seconda del tipo di lesione: in
quelle longitudinali l'intervento è necessario sia per
alleviare il dolore che per evitare il blocco articolare.
L'intervento chirurgico si effettua in artroscopia:attraverso due piccoli buchi si inserisce una telecamera
dentro il ginocchio e si asporta soltanto la porzione di
menisco rotta.In alcuni tipi di lesioni in pazienti giovani si può effettuare la sutura meniscale.Per le lesioni
meniscali isolate i tempi di recupero si aggirano di
solito attorno ai 20-30 giorni.La riabilitazione post
intervento indicata dallo specialista ortopedico è
importante per recuperare il tono muscolare e riprendere l'attività agonistica in modo graduale,perché un
ginocchio debole è fortemente a rischio.
RIVIERA
di Fortunato Calabrò
Il mare di Giugno
Il mare di Giugno è un miele azzurro, minaccia giornate di sole e amori roventi, promette
conforti di cielo e annuncia risate, scherzi, avventure. Il mare è lo specchio gigante di chi sa
volare sopra le onde e sotto il cielo bonario di Giugno.
Bambini in prima fila
I bambini presenti al concerto di Piazza Portosalvo di domenica
sera sono indubbiamente l’espressione più viva del futuro di una
città che crede nelle proprie decisioni e ha ripreso a sperare in un
domani migliore dopo l’ultima tornata elettorale.
l’arco di
gimirante
Politica lun l’associazione Tiro cono, che già
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Luciano R
Introduzione ai miti greci
Abbiamo già dato notizia della
recita degli alunni della Pascoli
Alvaro svoltasi martedì 9 giugno
alla Villa Comunale di Siderno. In
questa foto uno dei momenti
più significativi della rappresentazione: mentre i giovanissimi
attori si preparano a iniziare, la
dirigente scolastica Rosita
Fiorenza e la storica presidentessa del Sidus Club, Albarosa
Dolfin Romeo, introducono il
lavoro degli alunni al pubblico
attento.
Buon compleanno, Albertino!
Alberto fa un anno e anche se non si sa
esprimere a parole, sa bene come farsi
capire! Auguri dai nonni Alberto e
Silvana, dagli zii e da tutta la famiglia.
Un Futia “stagionato”
Ciccio Futia ha posato per questa foto nel
giorno del suo compleanno nella speranza
di poter finire sul nostro giornale.
Desiderio esaudito!
Il giorno più felice…
Tantissimi auguri ai nostri amici Antonio Albanese
e Samuela Marzano, coppia felice finalmente convolata a nozze sotto l’attento sguardo di Don
Massimo!
Allenatori e bagnini in pausa
L’allenatore di basket Domenico
Costa viene qui colto mentre
discute amabilmente con alcuni
amici. In questo frangente, sta
parlando di attualità e politica
assieme al mitico bagnino Lillo,
che si gode gli ultimi momenti di
libertà prima di rientrare in servizio nell’imminenza della stagione
estiva.
Il nipote di Chen terrorizza Siderno
Dopo aver fatto “scascio” in Cina, il nipote
di Chen atterra nella nostra Calabria e arriva a Siderno per terrorizzare il centro po
lifunzionale.
SETTIMANALE
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DOMENICA 14 GIUGNO 23
llo Jonio co
es
scecane de
L’ultimo pesqualo” e il pastore ted endi
Gianni “Lo ndo l’ordine degli add vanBen. Cambiaon cambia: state osser nio.
il risultato n pescecane dello Jo
do l’ultimocqua!
Uscite dall’a
Gente d’altri tempi per una San Luca d’altri tempi
In questa foto d’altri tempi, i compianti Don Massimo Alvaro, fratello del ben più noto
Corrado e il giornalista Antonio Delfino posano dinanzi a Sal Luca.
Generazioni di consiglieri
Dopo aver avuto tra le sue fila
Angelo Macrì, il bar Number
One, di Domenico Simonetta,
si fregia oggi dei servigi del suo
nuovo consigliere Gianluca
Leonardi che, non solo mette a
disposizione la propria persona, ma si presenta addirittura
con prole al seguito! Pronto a
forgiare un erede degno di sé?
Scatti rubati
Un noto personaggio di Bovalino è stato
intercettato questa settimana in compagnia dell’ex assessore Delfino. Questo scatto rubato ne è la prova!
Un narcos di nome Leonardi
Dopo essere stato un boss, Marco
Leonardi veste i panni del narcotrafficante colombiano nella serie tv Squadra
Mobile. Eccolo mentre posa con i suoi
colleghi “killer”
simi
Una squadra fortis onorano l’ateneo reggino
I ragazzi dell’UniRC zionale ANCIU calcio a 5.
al 22° campionato na hipilliti, Favasuli, Gurnari,
Da sinistra a destra: Sc
Ciprioti, Lizzi.
Gli Amici del Lupo per la sicurezza stradale
L’associazione Amici del Lupo, con al centro
l’ex sindaco di Siderno Riccardo Ritorto,
immortalati prima del calcio di inizio di una
partita che è servita a raccogliere fondi per
una buona causa. Nel perenne ricordo delle
vittime della strada, infatti, i membri del gruppo hanno destinato il dinearo alla sicurezza
stradale e si sono fatti promotori in questa
stessa settimana dell’istallazione degli autovelox sulla Jonio Tirreno.
L’arma adempie al proprio dovere
Un carabiniere viene colto nell’adempimento del dovere mentre
aiuta un’anziana signora ad attraversare la strada per raggiungere la
chiesa di Portosalvo, a Siderno.