n° 2 Dicembre 2008

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n° 2 Dicembre 2008
N° 2: DICEMBRE 2008
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EDITORIALE
DE NAT(ur)ALIS HISTORIA
di GIULIA COLOMBO IIG
Se anche voi odiate quei mini alberelli di Natale che cantano “Jingle Bells”
appena qualcuno passa loro davanti (sono stati ufficialmente riconosciuti come la quarta
tra le cause principali di infarto) e credete che siano un modo stupido per festeggiare il
Natale, pensate che ci sono molti altri posti dove le tradizioni natalizie sono sicuramente
più strane:
POLONIA- la Vigilia è detta Festa della Stella e la tradizione vuole che, sino a quando
non compare in cielo la prima stella, non si debba iniziare la cena. A quanto ho visto però
la notte cala intorno alle quattro di pomeriggio, quindi la privazione non deve essere
troppo dura.
FINLANDIA- oltre al classico albero di Natale, viene preparato all'esterno delle case un
secondo alberello addobbato con dei semi per gli uccellini (con grande gioia dei passerotti
che si trovano a vivere all’aperto con meno dieci gradi e hanno fame e un leggero freddo).
Secondo le leggende finniche Babbo Natale vive in Lapponia con Mamma Natale e tanti
piccoli aiutanti all' interno di una montagna che ha tre orecchie in modo che Babbo Natale
possa ascoltare tutti i messaggi che gli arrivano dal mondo. L' entrata della montagna è
però così segreta che finora nessuno è riuscito a scoprire dove sia.
Nelle FILIPPINE si comincia a festeggiare il Natale dal 16 Dicembre, in una
klimax(notare il termine pseudo-forbito) festaiola che raggiunge il suo apice la notte
della Vigilia detta Noche Buena.
Al LICEO CLASSICO ZUCCHI l’arrivo del Natale comporta un ampio utilizzo di
decorazioni (eccetto che in IIG dove si sono concentrati tutti i discendenti del Grinch)
nonché un aumento esponenziale del numero di verifiche e interrogazioni rifilateci dai
nostri amati professori e concentrate nell’ultima settimana di scuola.
Evidentemente non è vero che a Natale sono tutti più buoni.
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INDICE
RUBRICHE
Indovina chi?; Jakob Panzeri IIA…………………………………………22
Sorridiamo; Clara Del Genio VA………………………………………….20
RISERVATO AGLI ZUCCHINI
Quest’anno niente gite; Olivia Longoni IB……………………………….4
Muri e Mare; Giuliana Genovese e Noemi Alfinito IIIG…………………6
Listen up! Notizie dalla consulta;
Michele Casadei IIA e Viola Maccabruni IIIF.………8
Colazione allo Zucchi; Marco Nebuloni IIB……………………………..10
Il Bartolomeo c’è; Laura Mele IIIB……………………………………….15
Pianeta Zucchi; Sara Montagnino IIA…………………………………....16
La voce del collettivo; Alessandro Gerosa IIG……………………………18
Quorinfranti;Raffaella Sciartilli e Martina Ferlisi IIIG…………………..35
PER RILASSARSI
Famiglia Mulino Bianco vs Famiglia Pomponazzi;
Giulia Gennaro e Giulia Spinelli IIC…………..12
Dashin’ through the snow; Matteo Monti VG……………………………14
Notizie flash; Giulia Colombo IIG………………………………...……..30
Gli aforismi di Woody Allen; Elena Caimi IIG…………………………..34
BreDiario; Gabriele Galeotto…………………………………………..…34
SPORT
Bar Sport; Edoardo Galli IIG…………………………………………..…24
LIBRI
Il Fantasy: fuga dalla realtà; Alessandro Frigerio IIIA ……………..…..26
FILM
Il film del mese; Davide Montanari IIG…………………………………..28
MUSICA
Rock ‘n’ roll ain’t noise pollution;Silvia Quaglini IIG…………………..31
Il metronomo; Federica Cottini IIF…………………………………….....32
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QUEST’ANNO NIENTE GITE
di OLIVIA LONGONI IB
Quarantatre su cinquantatre. Maggioranza schiacciante: lo Zucchi resta in città.
Così con il collegio docenti tenutosi il 10 dicembre, il nostro liceo è entrato a far parte di
quel pugno di istituti che, nonostante l’ovvia contrarietà degli studenti farà “sciopero
bianco” annullando le gite.
Il significato dell’iniziativa è chiaro, ogni anno la scuola con i viaggi di istruzione fa girare
un discreto mercato di agenzie, alberghi e trasporti. Nel momento in cui il governo cerca
di risolvere le difficoltà economiche con un sostanziale sabotaggio della scuola pubblica,
la risposta è il blocco delle risorse che ogni anno affluiscono dalle tasche dei genitori a
quelle del turismo nazionale.
***
Un ragionamento impeccabile, che avrebbe potuto portare un disagio più concreto di
quello creato da cortei ed occupazioni. Provate ad immaginare diverse centinaia di scuole
in tutta la nazione che attuano questa nuova forma di protesta, ed il timore che questo
avrebbe provocato al vertice di un paese come il nostro che deve affrontare una crisi
economica mondiale con scarse risorse e un debito pubblico gigantesco.
***
Sarebbe allora valsa la pena di rinunciare per un anno alle gite in vista di un obiettivo
comune importante per tutti, studenti genitori e insegnanti, lanciando per di più un segnale
a chi ci ha trattati come ragazzini che hanno trovato una buona scusa per perdere ore di
lezione.
Ma è evidente che questo non succederà. Il giorno in cui i nostri insegnanti, a dispetto dei
505 voti contrari su 726 degli studenti, hanno dato il loro si alla protesta, era già noto che
anche nella più ottimistica previsione le scuole partecipanti sarebbero state poche decine.
Trenta scuole, nemmeno trentamila studenti, dal punto di vista mediatico è a malapena una
notizia, dal punto di vista economico l’impatto sarà pressoché nullo, e i risultati si sa, si
hanno in proporzione a questo.
***
Quello che invece si rischia di ottenere è il risentimento di quegli studenti che si vedono di
nuovo puniti per colpe di altri, ma stavolta non si tratta di ministri che addossano loro il
peso della cattiva gestione del sistema economico ormai sull’orlo dell’autodistruzione ma
dei loro stessi insegnanti che li privano di un’esperienza a causa degli errori dei ministri.
***
Da quando è stata annunciata la riforma lo scorso giugno, a quando questa si è mostrata
per quella che è veramente, alle prime manifestazioni di ottobre, fino a quella enorme del
30, accompagnata purtroppo dall’approvazione a sorpresa del decreto che tentava farle
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perdere significato, tutte le categorie colpite avevano lottato assieme, in una curiosa e
positiva alleanza.
Inoltre, nonostante le scarse aspettative di chi la considerava inefficace, la serie di cortei
occupazioni e concentramenti che si sono sparsi a macchia d’olio un po’ ovunque, ha dato
qualche risultato, il probabile mantenimento del tempo pieno e il rimando dell’attuazione
al 2010, che farà guadagnare tempo a chi propone un referendum.
***
Certo è che questo deve essere solo l’inizio ma lo sciopero delle gite rischia di intaccare la
fiducia creatasi tra le categorie senza che questo ne avvantaggi nessuna.
E così mentre la protesta continua tra alti e bassi, qualcuno dovrà arrendersi all’idea di
rimanere a casa.
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MURI E MARE
di GIULIANA GENOVESE e
NOEMI ALFINITO IIIG
Cari compagni,
siamo tornate con una proposta accattivante eheheh…
Quella di intrattenervi, una volta raccolto materiale sufficiente, con il riepilogo di qualche
cretinata accaduta nella ben nota III G…con la narrazione di situazioni comiche di cui
siamo stati protagonisti…di qualche insulto che qualcuno di noi ha subito (!) o di
baggianate che hanno ormai indelebilmente segnato l’immagine del soggetto in
questione… ☺
Le Baggianate dei Proff
- e non solo…made in III G!
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Noe(in aula informatica): “Shhhh! Gli altri non devono sentire! Cosa ti urli??
Perché già che ci sei non lo metti come screensaver del computer??”
Giufi: “Mmmm…ho un vuoto…cos’è un chiostro? Bea: “E’ dove vendono il vino”
Giufi: “Quella è l’enoteca” Noe: “Ecco perché quest’anno andiamo male, perché c’è la
Bea che emana radiazioni negative che ci fondono il cervello” Bea: “Ah già! Ma allora
non è dove fanno il buffet?” Giufi: “Ma lo fai apposta?” Bea: “No”
Micol: “Prof, ma se lei per caso durante l’anno dovesse venire a mancare…?”
Gualdoni: “Spero tu intenda temporaneamente…”
Antozzi(su Calipso &Ulisse): “…è chiaro che in questo modo Ulisse avrebbe avuto
qualche anno da giovane e settemila da vecchio a gestire la dentiera…” e poi ancora “Se
Calipso gli dice Stai qui nel mio letto è chiaro che non gli fa passare la polvere mentre lei
canta…”
Ma non si ferma ad Ulisse…continua anche con Napoleone… “Quel povero uomo è ovvio
che non sia stato a Sant’Elena in ozio a tagliarsi le unghie dei piedi!”
Il cinghiale marsicano o il cinghiale MESSICANO? Fra, e secondo te per Orazio i
campi patrii vengono fesi con il SECCHIELLO o col sarchiello?...
Antozzi: “De gustibus non sputacchiandum est”
Bea: “Giufi il tuo libro di italiano è più grosso! E sai perché? Perché il tuo è più
vecchio e quindi lo hai aperto più volte e di conseguenza si è gonfiato” (Non sta bene ndr)
Marino: “Sai cosa dovete fare? PETERE VA**ANCULUM!”
Marta: “Leopardi quindi vedeva il bicchiere più mezzo vuoto che mezzo pieno”
Antozzi: “No. Lo vedeva rotto!”
Antozzi: “La maggior parte degli italiani lo vuole, Dio lo vuole, noi siamo qui.
Quando Berlusconi dice Dio lo vuole vuol dire io lo voglio”
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Antozzi: “E’ come dire che Leopardi vuole il bicchiere di birra perché quello di
grappa è troppo piccolo” Giufi: “E si scoprì che Leopardi era un tossico alcolista”
Giufi: “Guarda che bello questo neo” Bea: “Sì! E’ nuovo?” Giufi: “No è lavato con
Perlana”
Bea: “Ma i cani mangiano i gatti? Se no scusa, perché li inseguono?”
La Noe pasticcia istericamente il libro di inglese: “In segno di mancato rispetto
verso colui che avrà questo libro dopo di me, dato che io mi sono beccata un libro della
Divina Commedia che fa schifo”
Marino: “Per fissare un punto su una retta ho bisogno…?” Bea: “Di un righello”
(..e non di un sistema di riferimento no?..)
Il Marino che tenta di suicidarsi aprendo la finestra per buttarsi giù
Triki: “Prof non ho capito cos’ha detto” Avesio: “Neanche io”
Il Marino sente qualcuno che chiede in giro se gli possono prestare dei soldi per la
macchinetta e commenta: “Gli unici soldi che ti servono sono quelli che devi versare a me
per la promozione”
E da qui i the best del secondo numero del Bartolo:
La più assurda: Versiamo tutti i soldi al Marino per la promozione…se se…
La più cattiva: La III G deve petere va*******um (Marino ndr)
La più stordita: Bea, cos’è il chiostro?....
Absolutely the best…: I cani mangiano i gatti…e la Bea si deve svegliare…
:-P
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LISTEN UP! News dalla Consulta
di MICHELE CASADEI IIA
e VIOLA MACCABRUNI IIIF
Cari zucchini, è ormai passato nella nostra scuola il periodo delle elezioni per le
rappresentanze studentesche, tra l’emozione dei ragazzi di quarta che votavano per la
prima volta e la speranza dei più grandi che almeno questa volta qualcosa venga fatto. Per
rappresentanti di classe, d’Istituto e Comitato studentesco per quest’anno siamo a posto.
Come vi è stato detto nella prima assemblea d’Istituto, esiste tuttavia anche la Consulta
Provinciale degli Studenti, istituzione scolastica già affermata da qualche anno ma ancora
sconosciuta ai più.
***
La Consulta è un organismo a base provinciale che riunisce due rappresentanti degli
studenti per ogni istituto del territorio. Le sue funzioni principali sono: assicurare il più
ampio confronto tra le scuole a livello provinciale, nazionale e anche internazionale;
proporre e attuare progetti rivolti agli studenti del territorio; discutere riguardo ad ogni
aspetto del mondo della scuola. Lo scorso anno il mandato dei rappresentanti della
Consulta è stato reso biennale: per questo motivo quest’anno non si sono svolte elezioni
per questa rappresentanza, ma noi due, eletti per il biennio 2007/2009, siamo rimasti in
carica.
Dopo un anno di lavoro sono molte le considerazioni che possiamo fare sulla Consulta in
generale e quindi sulla Consulta Provinciale di Milano, di cui facciamo parte. Benché la
frequenza mensile delle assemblee plenarie della Consulta non dia lo spazio necessario per
un lavoro del tutto proficuo, fin dall’inizio è stato nostro interesse spenderci in ogni modo
come rappresentanti per realizzare quanto contenuto nel semplice e allo stesso tempo
ambizioso programma da voi approvato.
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Già a dicembre dell’anno scorso abbiamo riportato una prima vittoria: su nostra iniziativa
è stata creata la Commissione territoriale di Monza e Brianza, di cui abbiamo seguito il
lavoro scrupolosamente e in prima persona. Infatti, come molti sapranno, dal maggio 2009
sarà finalmente attiva la Provincia di Monza e Brianza: insieme ai rappresentanti in
Consulta dei Licei Dehon, Mapelli e Porta e degli Istituti Olivetti e IPSIA, abbiamo
ritenuto opportuno formare una commissione che si occupasse da subito delle necessità e
dei problemi degli studenti della futura Provincia, così da arrivare già pronti
all’appuntamento dell’a.s. 2009/2010. Una burocrazia davvero pressante e, di fatto, la
cattiva studenti della futura Provincia, così da arrivare già pronti all’appuntamento dell’a.s.
2009/2010. Una burocrazia davvero pressante e, di fatto, la cattiva
organizzazione che purtroppo contraddistingue la Consulta di Milano ci hanno impedito
finora di realizzare i tre progetti che la commissione ha elaborato. Parallelamente tuttavia
siamo riusciti a tessere una buona rete di collaborazione con le altre istituzioni, tra cui
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l’Ufficio Scolastico Provinciale di Monza e l’Assessorato per l’attuazione della Provincia
di Monza e Brianza della Provincia di Milano. Accanto al lavoro in commissione, ci siamo
resi promotori nella nostra scuola delle attività realizzate dalla Consulta, tra cui il torneo di
calcio, i concerti di musica classica e i concorsi di poesia e fotografia, che hanno riscosso
una discreta partecipazione anche da parte del nostro Istituto.
***
In conclusione, sulla base di questa prima esperienza, ci sembra corretto affermare che la
Consulta Provinciale degli Studenti è un organismo di notevole importanza nel panorama
scolastico, in quanto si rende veicolo del pensiero e dell’azione di noi studenti,
concedendo possibilità che vanno al di là di quelle dei singoli istituti. Gli obiettivi che ci
poniamo per quest’anno scolastico sono la promozione degli altri progetti presenti nel
nostro programma (concorso di narrativa “Milanoscrive”, concorso musicale “Pagella
Rock”, modulo per l’edilizia scolastica) ed il proseguimento del lavoro in commissione
per gettare le basi della futura Consulta di Monza e Brianza.
Nello spenderci in queste attività in Consulta e come vostri rappresentanti in altre sedi,
abbiamo bisogno del vostro sostegno e di un contatto continuo. Ricordate di farvi sentire.
TALK UP!
Michele Casadei IIA
Viola Maccabruni IIIF
Per proposte, suggerimenti o informazioni scrivici a: [email protected] o
a: [email protected]
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COLAZIONE ALLO ZUCCHI
LA TALPA
di MARCO NEBULONI IIIB
Mi sento spesso dire che non ci sono più i comunisti, quelli veri, quelli col pugno alzato al
cielo e la tessera del Pci in tasca.
Quelli che credevano in un futuro migliore, un futuro egualitario, sicuramente più
democratico del presente in cui vivevano. I comunisti che cantavano l’Internazionale,
Bella Ciao e Fischia il Vento e si ricordavano di quando loro, o i loro padri, stavano in
montagna con il fucile in mano a lottare contro il Duce, il Re e i tedeschi. I comunisti che
erano diversi dai socialisti e dai trozkisti, e che quando il Pcus diceva una cosa, era teoria
che diventava legge. I comunisti che mangiavano preti, bambini e suore novelle, e che se
non andavi a letto presto, ti prendevano per i piedi. I comunisti che gridavano viva Lenin,
chi non lavora non mangia, o il comunismo o niente. I comunisti che erano un terzo degli
elettori, e i cui figli erano anch’essi comunisti. I comunisti che la domenica invece che
andare a messa andavano al circolo del Partito a leggere l’Unità e a parlare di Gramsci,
Togliatti e Berlinguer.
***
I comunisti che quando facevano uno sciopero erano milioni di operai, studenti e
contadini, e che non andavano a manifestare contro un Governo, ma contro il sistema
intero. I comunisti che non erano Emiliani o Toscani, ma lavoratori di tutto il mondo,
uniti. I comunisti che la bandiera della pace non la conoscevano nemmeno, perché
bastavano la Falce e il Martello per dire tutto senza malintesi. I comunisti che sapevano
bene che a fare le cose da soli non si combina niente, ma che a fare le cose insieme si
cambia il mondo.
I comunisti che la Rivoluzione la volevano fare, ma veramente, come i marinai della
corazzata Potemkin e i soldati dell’Armata Rossa a Stalingrado. I comunisti che non hanno
mai digerito il regime dell’Unione Sovietica, ma che per andare avanti avevano bisogno
dei soldi russi, perché l’America e il Vaticano finanziavano la Democrazia Cristiana e la
P2. I comunisti che hanno pianto quando si è sciolto il Pci, quegli stessi comunisti che
avevano pianto quando era passata la tradotta con la salma di Togliatti. I comunisti che
quando è caduto il muro a Berlino hanno visto cadere il sogno di una vita.
***
I comunisti che non hanno mai smesso di essere comunisti. I comunisti quelli veri, che ci
sono ancora, quelli che dopo cent’anni sanno ancora con precisione dov’è il bene e dov’è
il male, e il bene è ricordare i morti della Shoah e il male è negarli, il bene è dare a tutti
una casa, il male è bombardarla a chi ce l’ha, seppur modesta. Quelli che non hanno mai
finito di lottare per il lavoro sicuro e per la scuola pubblica. I comunisti che non sono più
iscritti al più grande partito comunista d’Europa ma a una miriade di piccoli e
insignificanti partitelli. I comunisti che nel cuore cantano ancora viva Marx, viva Lenin,
viva Mao Tse Tung, e non ci vuole un’analisi minuziosa per trovarli, non sono così pochi.
Forse non sono più motivati, forse non hanno il coraggio di dirsi comunisti, perché ormai
non ha più senso.
***
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Eppure ci sono i comunisti che vogliono essere comunisti, ma forse non c’è più nessuno
che li rappresenti veramente. E non ci vogliono grandi teorie per trovarli ancora che
sventolano la bandiera rossa, che diamine, io sono tra quelli. E spero nel cambiamento, ma
non quello di Obama, che non basta, perché è solo un passo timido e incerto. Il
cambiamento quello vero, quello che stravolge tutto e ricrea daccapo il mondo, quello che
non lascia tracce di ciò che c’era prima, quello che ti fa dire con la gioia nel cuore:
finalmente sto vivendo l’utopia.
“I filosofi hanno solo interpretato il mondo in vari modi;
ma il punto ora è di cambiarlo.”
Perdonatemi la retorica, gradite la passione. Non so se sono un rivoluzionario disposto a
mettere tutto in gioco, ma di certo non sono un moderato.
Non credo nel dialogo che mette tutto in gioco e che non ha punti forti di riferimento. Non
amo granché il compromesso, e per questo preferisco lottare con coerenza e radicalità. Il
12 sarò in manifestazione con i lavoratori della CGIL, e spero che con loro scendano in
piazza migliaia e migliaia di altri cittadini.
Ave atque vale.
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L’ANGOLO DI PETER PANDA
FAMIGLIA MULINO BIANCO
vs FAMIGLIA POMPONAZZI
di GIULIA SPINELLI e GIULIA GENNARO IIC
-La cenaFamiglia Mulino Bianco
La casalinga, in procinto di cucinare, chiede agli amati figlioli e all’ adorato marito cosa
debba preparare. I tre rispondono in coro “Gli Sfogliavelo di Giovanni Rana!!! Un giorno
sì, il giorno dopo anche e, se non ti sei ancora stufato, anche il terzo giorno!” Mentre pensa
alla sua famiglia, così bella e sempre concorde su tutto, la donna prepara la cena e finisce
proprio nel momento in cui Gerry Scotti dalla TV trilla “Dio vi benedica!!!” per poi dare
la linea al telegiornale, che Gianni desidera tanto seguire dall’inizio. “Tutti a tavola!!!”. La
famiglia assaggia allegramente i ravioli con mozzarella, carciofi, peperoni e prezzemolo
del Perù. “Si sente proprio che non è prezzemolo del Portogallo “ dice Pierino “ È vero,
cara. E il sugo è davvero fantastico, come al solito!” cinguetta il marito. (Momento di
suspance in cui tutti, cane compreso, pendono dalle labbra della madre) “È un sugo
pronto!!!” I figlioli scoppiano a ridere, increduli, mentre il marito appare alquanto
perplesso “Noooo, davvero???” “Sai, Gianni, con il Sugo Chicchirichì la cena è pronta lì
per lì!.
E poi guarda com’è simpatico il galletto sulla confezione!”
***
La cena prosegue festosamente; al momento di lavare i piatti Martino salta in piedi: “ Lo
faccio io! Ma solo con il nuovo detersivo rampicante con estratti di edera. Si aggrappa allo
sporco e lo neutralizza, in 12 secondi avrò finito!”. Mentre un figlio dà dimostrazione delle
straordinarie doti del detersivo e l’altro sparecchia e mette in ordine, i genitori si
sussurrano l’un l’altro, orgogliosi, quanto i due amabili fanciulli siano bravi ed educati. La
serata termina davanti al “Gioco dell’Oca”, a cui partecipa anche il cane, ovviamente così
intelligente che si può dire gli manchi solo la parola. La partita si conclude con una
brillante vittoria dell’animale domestico, che per la gioia salta sul tavolo e butta a terra
tutte le pedine.
“Cattivo, Senofane!!! Non ci si comporta così!” lo rimprovera benevolmente il padre “Se
continui in questo modo, domani non ti lascio chattare con il cane del signor Brambilla!!!”
Famiglia Pomponazzi
La casalinga, davanti alla dispensa, dà un’occhiata alla famiglia: mentre Pierino e Martino
litigano per vedere Gerry Scotti o Enrico Papi, Gianni tenta disperatamente di leggere il
giornale, combattendo con il cane che sembra decisamente interessato alla pagina dello
sport. “Come la preferite la pasta?” “Compro una vocale! E tu dammi il telecomando!”
risponde Pierino “Giù le mani! Qual è la capitale del Burundi?”; interviene Martino “Fido!
Lascia stare il giornale!” strilla Gianni inviperito. “Benissimo! Fanno finta di non sentire?
E allora mangiano il sugo pronto! Per loro non mi spreco!” pensa la donna, alquanto
contrariata. Quando chiama istericamente tutti a tavola, Pierino sta cercando di svestire
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Martino che si è nascosto il telecomando nella maglietta, Fido invece è saldamente
aggrappato alle pagine del giornale e sta lentamente facendo a pezzi la faccia di Totti.
“Basta voi due! Lavatevi le mani e venite a mangiare!”. Gianni non fa neanche in tempo a
sedersi che viene colpito da un tappo, un panino e il telecomando, di cui Martino sta
cercando di sbarazzarsi. Alla domanda “ Ma questo non è il solito sugo! Come mai hai
usato quello pronto?” la donna cerca di trattenersi dal lanciargli anche il tostapane e
continua a mangiare in silenzio.
***
Il marito accende il telegiornale e cerca di seguire il discorso vaneggiante di un losco
individuo con la cravatta verde (ogni riferimento a persone realmente esistenti è puramente
casuale e del tutto involontario), ma l’allegro frastuono delle forchette su piatti e bicchieri
gli crea non poche difficoltà : “ Pierino, se non la smetti di infilare la mollica nell’orecchio
del cane finisci malissimo! Martino, prova a pungere un’altra volta tuo fratello con la
forchetta e finirai altrettanto male! Lasciatemi sentire un momento, visto che non ho
ancora letto il giornale!”. Ormai rassegnato a rimanere isolato dalle notizie del mondo per
quel giorno, domanda speranzoso alla famiglia: “chi lava i piatti?” “Io no” dice Pierino “Io
neanche” gli fa eco Martino. “Non guardare me” ribatte la moglie “Per dare il buon
esempio ai ragazzi, perché non li lavi tu?”.Il povero Gianni lava quindi i piatti, pulisce la
cucina, il pavimento e le piastrelle. Quando, esausto, prova a riprendere il giornale, scopre
che Fido ha fatto a pezzi tutto tranne la pagina dei necrologi e, pur sentendosi decisamente
dispiaciuto per l’improvvisa dipartita del Commendator Amilcare Rossi, sente di non
essere in grado di trascorrere l’intera serata a pensarci. Decide di prepararsi un caffè, ma
anche la caffettiera gli gioca un brutto tiro, straripando su tutta la cucina appena pulita.
Ormai esasperato Gianni grida “MA IN QUESTA CASA CE L’HANNO TUTTI CON
ME??BENE, IL CAFFE’ VADO A BERLO DAL SIGNOR BRAMBILLA!!!”
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DASHIN’ THROUGH THE SNOW
di MATTEO MONTI VG
Eh ??La Porta sbatte, urla indistinte cominciano ad affollare l'aria.
"Guarda la Neve, la Neve !!! " "...Neve ?? Ma...è Novembre !! A Novembre non c'è mai
stata Neve..." A Novembre non c'è mai stata la Neve. Eppure c'è una prima volta per tutto,
e alcuni hanno detto che è un bene sperimentare nuove cose e vivere nuove esperienze. La
Neve a Novembre...sembra un po’ un gioco di parole se si continua a dire di seguito
aumentando la velocità. Già di per sé è uno scherzo tremendo.
Esco di casa, mi devo affrettare se voglio prendere il Pullman e arrivare Puntuale a Scuola.
A questo punto, una volta fuori casa, mi giro al volo per prendere le Chiavi di Casa che ho
opportunamente messo in bella vista sul Mobiletto vicino alla porta, Lanciate dalla finestra
ad una velocità di 5 Km orari ( che per un Mazzo di chiavi è una
Velocità Notevole).
Il piede slitta in Avanti, sento l'equilibrio che vacilla, con la mia
mano cerco di aggrapparmi al muretto ma è troppo tardi, inesorabile
il peso della Cartella mi trascina Giù in Basso e io non riesco ad
oppormi...Tonf!! " Toh! Guarda le stelle...sono Tante..Milioniii di
Milioniiii..."
Il Pavimento del terrazzo è duro e freddo non mi piace esserci
sdraiato, meno che mai d'inverno ( che poi Inverno non è ) in mezzo
alla Neve. La Neve è Fredda, Appiccicosa, mi Bagna le Scarpe e mi
Gonfia i Capelli...( cit.) Mi rialzo a fatica, sono passati 2 minuti, ormai il Pullman delle '20
è andato, non mi resta che aspettare. Dannata Neve, Dannata Neve, Dannata Neve, non è
possibile, arriverò in ritardo pure oggi, Che vitaccia quella dello Studente...
Per la Strada è tutto imbiancato, Sembra uno scenario da Palla di Vetro, manca solo
l'acqua dentro, ma Spero che quella non Arrivi mai. Ma sì, quando sarò grande Capirò
perché questa dannata Neve è tanto bella quanto Seccante. Cammino verso la Scuola, è
eccitante provare l'ebbrezza di vivere al Polo, ma penso che adesso sia ora di Finirla.
Una fila di Pinguini mi passa di fianco scivolando sulla pancia, facevano a gara, non posso
biasimarli mentre passano sotto il 208 e l'autista li guarda con gli occhi sbarrati... La
Scuola è il Paradiso degli assiderati, i Caloriferi l'obiettivo di ogni studente. Per Ingannare
il Tempo qualcuno canticchia in attesa si liberi un calorifero... Mi domando Se dovessi
svegliarmi e ci fosse un Uragano... Già, me l'hanno detto, Accadrà il 37 Gennaio...come ho
fatto a dimenticarmene….
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IL BARTOLOMEO C’È ANCORA(E MENO MALE…)
di LAURA MELE IIIB
Salute a voi zucchini e zucchine che vi state accingendo a leggere (spero fino alla fine)
quest’articolo scritto da un’inedita redattrice che nei cinque anni trascorsi tra le mura di
questo liceo è sempre stata solo un’attenta lettrice del nostro giornalino scolastico. Quindi
spero sappiate perdonarmi gli errori di una novellina, che in realtà tanto tale non è essendo
ormai giunta all’ultimo (beh…me lo auguro!!) anno….Fatta questa breve premessa, ciò
che mi ha spinto a scrivere è il fatto che qualcosa stia cambiando, si stia muovendo, stia
svegliando le nostre coscienze un po’ assopite; quando un paio di settimane fa mi è giunto
finalmente tra le mani il nuovo numero del Bartolomeo, dopo il salto del numero di ottobre
e tutto ciò che ha fatto seguito all’evento (esce, non esce, non ci sono fondi a sufficienza
ecc.), sono stata contenta (il Bartolomeo è e deve rimanere una delle colonne portanti dello
Zucchi, oltre che ovviamente un mezzo, forse uno dei pochi, attraverso cui noi studenti
possiamo farci sentire) e sono stata ancora più contenta quando ho finito di leggerlo: vi ho
trovato infatti articoli interessanti e vivaci, di diverso genere e argomento, capaci di
soddisfare un po’ tutti i gusti. Il Bartolomeo c’è ancora quindi (per rispondere alla
domanda dello scorso numero “Che fine ha fatto il Bartolomeo?”).
Nessuno si è dimenticato del nostro giornalino, immancabile compagno di viaggio tra
interrogazioni, compiti e libri scolastici, e anzi il fatto stesso che il numero di Novembre
sia uscito decisamente migliorato dopo un periodo di leggera decadenza (parlo da lettrice
abbastanza critica quindi permettetemelo), penso che sia un segnale più che positivo da
questo punto di vista. Vorrei ricordare a tutti che il Bartolomeo prende forma ogni
qualvolta qualcuno di noi decide di dedicare un parte del suo tempo per scrivere un
articolo, sia esso una riflessione, un approfondimento musicale o calcistico oppure la
recensione di un film… Quello che intendo dire è che il Bartolomeo esiste grazie a noi e
soltanto a noi studenti e studentesse, che, e ne è una testimonianza proprio l’uscita del
numero di novembre, al Bartolomeo, evidentemente, non ci vogliamo rinunciare. È quindi
doveroso un grazie particolare a tutti quelli che, benché le notevoli difficoltà e problemi
vari, alla fine ci hanno permesso di poter leggere il primo numero del Bartolomeo di
quest’anno.
Parola di lettrice (e da adesso anche un po’ redattrice…)
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PIANETA ZUCCHI
NOI, RAGAZZI DI OGGI
di SARA MONTAGNINO IIA
MONZA Giovedì 4 dicembre si è svolta, al Binario 7, la tavola rotonda “La mia città”,
un'occasione durante la quale gli studenti, o meglio, i giovani di Monza erano chiamati a
confrontarsi con alcuni personaggi disposti a riferire la loro testimonianza professionale in
quanto cittadini monzesi. Sebbene l’amministrazione comunale si sia mostrata sensibile a
discutere sulle problematiche giovanili, non vi è stata una risposta numericamente
soddisfacente da parte dei ragazzi locali.
***
Infatti erano presenti solo due rappresentati di istituto del Frisi, due rappresentati (Matteo
Raimondi III H e Paolo Ettaro II E) e qualche studente dello Zucchi (Stefania Antonelli III
H, Chiara Fossati III C, Lucia Rea III C, Luca Pincelli II C, Alessandro Salemi II E, oltre
naturalmente a chi vi scrive).
L'esiguo numero di partecipanti non ha comunque interferito sul progetto proposto e
voluto dall'Assessore per le Politiche Giovanili, Martina Sassoli, la quale si è dimostrata
aperta e disponibile nei confronti degli studenti, vista anche la sua giovane età che le
permette di comprendere meglio e più a fondo le problematiche giovanili.
***
Come relatori hanno partecipato il Presidente locale della Croce Rossa, Mirko Damaso,
l'avvocato Della Valle, un rappresentate del nucleo dei Carabinieri per la tutela del
patrimonio culturale di Milano, la cui sede è presso la Villa Reale di Monza, due
universitari, educatori del centro di aggregazione giovanile “Antonio Vita”, l'attrice
Silvana Fallisi e il comico Alfredo Colina.
La loro testimonianza ha più volte sottolineato come vivere la cittadinanza già da giovani
sia importante in quanto aiuta a conoscere meglio la città, gli ambienti, i luoghi che si
frequentano, oltre che le persone che ne fanno parte. A questo proposito funzionale è stata
la presenza del Presidente della Croce Rossa. Egli ha sottolineato come questo sia un
ambiente nel quale è possibile trovare persone di ogni età, a partire dai 15 anni fino a
superare i 70, che lavorano e si battono per un unico obiettivo, aiutando gli altri a superare
difficoltà e sofferenze.
Altrettanto importante è stato l'intervento dei due universitari del centro “Antonio Vita”, i
quali hanno deciso di dedicarsi oltre che allo studio anche ai giovani in difficoltà a scuola
o che vogliono passare del tempo con altri coetanei, parlando tra di loro o dedicandosi a
qualsiasi tipo di attività.
16
Lo studio infatti non rappresenta l'unico impiego che un giovane a Monza deve seguire, in
quanto molto spesso è dalle attività extrascolastiche che si ricavano gli spunti e le
riflessioni che portano poi un ragazzo verso il campo lavorativo che più gli è proprio.
***
Infatti una paura emersa dal confronto con gli studenti presenti è stata quella inerente a
non riuscire, alla fine della scuola superiore, a scegliere la strada giusta che porta poi verso
l’ambito lavorativo. La risposta data dall'avvocato Della Valle è stata condivisa da tutti:
l'importante è seguire i propri sogni, le proprie aspirazioni e le proprie passioni, avendo
però sempre alla base un progetto iniziale, una strada che riteniamo giusta per noi; solo
cosi è possibile arrivare al raggiungimento di un obiettivo nel campo lavorativo.
***
Ed è proprio a questo proposito che ogni tipo di attività risulta funzionale, anche quelle
all'estero che, come ha sottolineato l'Assessore Sassoli in base alle sue esperienze
personali, arricchiscono tanto e permettono, al ritorno, di vivere meglio e in un modo
diverso la propria cittadinanza nella propria realtà, in questo caso, Monza.
L'incontro si è poi concluso con la presentazione del progetto “Radio Web”, del gruppo
“Let's get it together”, realizzato durante l'estate da un gruppo di giovani della nostra città
che si sono confrontati per tre giorni con coetanei di Malta e della Svezia tornando poi con
nuove idee da applicare all'interno delle politiche giovanili.
La radio nella quale essi operano è un network particolare in quanto può essere ascoltata in
streaming solo su Internet; in essa è possibile discutere di qualsiasi tipo di tematica. I
ragazzi che in questo momento ne fanno parte sono quattro ma sperano che presto altri
giovani si uniscano a loro. Chiunque sia interessato può partecipare agli incontri, che si
tengono ogni martedì alla Cascina Cantalupo in via Sicilia 88 (per ulteriori informazioni
rivolgersi ai Rappresentanti d' Istituto).
17
LA VOCE DEL COLLETTIVO
di ALESSANDRO GEROSA IIG
Eccoci ancosa qui, per un nuovo aggiornamento sul collettivo. Prima di tutto, però, delle
scuse d'obbligo: la natura "egualitaria" del collettivo, ha comportato che non ci sia alcun
rappresentante, presidente o direttivo dello Jan Palach. Perciò sul numero precedente
avevo inserito vari nominativi di persone facenti di parte del collettivo che potevano essere
contattate per informazioni o per partecipare. La mia sclerosi galoppante mi ha fatto
dimenticare alcune persone. Vanno quindi le mie scuse a Beatrice Conti di 2G, Greta
Zilliken di 5 E, Federico Caprotti di 5 A e Stefano Biffi di 2 C.
***
Ma passiamo al concreto. L'operato del collettivo in questo periodo si è sostanzialmente
concentrato nel tentativo di far cooperare tutti i vari movimenti di giovani che, qui a
Monza, si sono attivati contro la riforma Gelmini. Il processo purtroppo è stato meno
facile di quanto si possa pensare e i rapporti con alcune, nient'affatto tutte, di queste parti
si sono incrinati. E' però un traguardo importante che il 29 Novembre si sia riusciti ad
organizzare una manifestazione nella nostra stessa città, per non parlare della
manifestazione del 12 Dicembre.
***
Una considerazione personale che invece volevo inserire, è che sono estremamente
contento del fatto che in questo periodo, due giovani zucchini freschi freschi di battesimo
nel nostro istituto, abbiano mostrato la voglia di partecipare alla vita del collettivo. E’ un
dato che mi rallegra molto perché mostra che anche fra i quartini, fascia solitamente
ritenuta meno “impegnata” delle altre, c’è interessamento nei nostri confronti.
Trattando invece quello che è l’argomento “caldo” di questo periodo, la proposta del
blocco delle gite, il collettivo non è rimasto indifferente.
18
Chi ha letto attentamente le mozioni presentate al voto, durante le assemblee di classe
parallele, avrà notato che il collettivo, attraverso Alessandro Frigerio che ne è il
rappresentante all’interno del comitato studentesco, ha appoggiato la mozione 3, quella
che si è rivelata prendere la maggioranza di voti nello Zucchi.
Inoltre, il collettivo ha partecipato ad ogni assemblea indetta da professori e/o genitori
sulla questione. Si è felici del fatto che si sia aperta l’ipotesi di, indipendentemente dalla
decisione in merito al blocco delle gite, organizzare una “didattica alternativa”, o
cogestione che chiamar si voglia.
A costo di essere ripetitivo, invito voi tutti zucchini a partecipare alla vita del collettivo.
Insomma, leggendo i dati usciti dai questionari (che conosco bene in quanto ho effettuato
io stesso lo scrutinio), in questa scuola ben quattrocentoottantasei hanno votato per
opporsi, con varie iniziative, a questa riforma.
***
Ben il 72%, a fronte del 16% che non ritiene giusto protestare ed un 12% che non ha voluto
esprimersi. Ebbene, perché allora non partecipare attivamente alla costruzione di questa
protesta, perché non impegnarsi personalmente in qualcosa in cui, evidentemente, si crede?
La mia vuole essere una esortazione: non aspettate passivamente che vengano organizzate
manifestazioni e proteste per voi! Fate che queste iniziative siano frutto anche del vostro
impegno, delle vostre idee. Siamo moltissimi, quanti io stesso non avrei sperato;
facciamoci vedere. Il proverbio “l’unione fa la forza”, non è solo un modo di dire.
***
Quando si tratta di protestare a livello di piazza, il numero è tutto. Una quarantina di
persone, da l’occasione ai media di affermare che noi studenti siamo deboli, non riusciamo
a raccogliere consensi. Una o due centinaia di persone, per scuola, costringe i mezzi di
informazione ad ammettere la nostra forza. Non conta se non vi siete mai interessati di
politica, o se siete solo di quarta, la nostra unica volontà è costruire assieme ad ogni
persona determinata un movimento forte e numeroso, capace di far valere le proprie
ragioni.
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SORRIDIAMO
di CLARA DEL GENIO IG
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L’onniscienza (ricordarsi, con la i) è una caratteristica puramente divina. Però se siamo al
liceo classico un motivo ci sarà. Teoricamente (nella visione della realtà più astratta
possibile), si dovrebbe arrivare alla fine della 5° ginnasio con una corretta e approfondita
conoscenza delle lingue classiche . Ma a volte questo obiettivo sembra irraggiungibile,
considerate certe traduzioni. Non solo per noi studenti desiderosi di vedere la luce alla fine
del tunnel ginnasiale (o meglio, l’entrata del tunnel liceale), ma anche per i poveri
professori di Greco e Latino che devono correggerle e quindi rischiare: a. invecchiamento
precoce e perdita completa dei capelli; b. piena denigrazione di sé stessi e del proprio
operato, nonchè regressione a stato vegetativo pre-natale; c. sviluppo di dipendenza da
caffeina e sostanze eccitanti per rimanere svegli le notti a decifrare virtuosismi calligrafici;
d. allucinazioni di tipo uditivo, visivo e perdita di conoscenze elementari quali nome e
data di nascita. Zucchini cari, per una volta, prendiamo la parte dei professori! Cerchiamo
di essere più comprensibili! No? Non siete convinti? Vi darò qualche esempio di
mostruosità lessicale,sintattica e/o grammaticale.
Tratto da Minosse e il Minotauro: “Quando a Creta, Minosse, quieto sovrano - ma
il dio diventò Minosse e il toro – e il toro diventò selvaggio sconvolse Creta – Persefone.”
Versione d’esercizio (Anche Ippia, figlio di Pisistrato, era fra i morti):“Anche Ippia,
figlio di Pisistrato, raccontava ai morti.”
(Bisogna prestare orecchio ai discorsi degli anziani) Bisogna regalare l’ottarda dei
vecchi.
(Salve Cesare, coloro che stanno per morire ti salutano) Con l’uccello, o Cesare,
coloro che stanno per morire ti salutano.
Tratto da Colpe e Punizione di Tantalo (..e Tantalo tende inutilmente il braccio
verso il cielo.):” E Tantalo gli lancia pezzetti di avambraccio dal cielo”.
(Il Ratto delle Sabine) Il Topo delle Sabbie.
(Anche tu Bruto, figlio mio!) Anche tu sei brutto, figlio mio!
Frasi d’esercizio (Amulio, poiché Numitore aveva un figlio e una figlia..): “
Amulio, essendo figlio e figlia di Numitore..”.
Ne esistono di più eclatanti, ma purtroppo di materiale ne ho ricevuto poco (ringrazio
quindi quelle anime pie che mi hanno fatto trovare qualcosa fra le mani). Comunque sono
sicura che dopo queste perle, è obbligatorio provare un minimo senso di compassione per
quei poveri dannati che si ritrovano a correggere queste obbrobriosità e a non poter
nemmeno sfogare la loro frustrazione sull’autore delle traduzioni maccheroniche per paura
di ricorsi penali.
Tuttavia dobbiamo chiederci da dove provengono queste straordinarie sviste linguistiche.
Si potrebbe affermare (in modo del tutto condizionale) che la causa di questi capolavori sia
uno studio e un’analisi del testo poco approfonditi. Gli esperti in materia non si dichiarano
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però completamente sicuri di questa teoria. Penso proprio che tutto sia dovuto al fatto che
noi Zucchini, che passiamo pomeriggi e nottate a far funzionare il cervello (più o meno),
che ormai sniffiamo integratori vitaminici e ingurgitiamo barrette nutrizionali per sventare
l’epidemia di svenimenti che ha mietuto innumerevoli vittime fin dall’inizio dell’anno
scolastico, che la notte sogniamo di essere schiacciati da Rocci giganti, che comprendiamo
le più svariate sfaccettature della vita classica, non diamo sfogo al nostro lato creativo.
È vero, esiste il laboratorio teatrale, quello musicale, il giornalino, e volendo uno può
seguire corsi di disegno o di scultura al di fuori delle mura scolastiche; ma ciò nonostante,
il nostro lato creativo emerge sempre e comunque, soprattutto nei momenti meno adatti, e
per esempio, nel momento in cui prendiamo in mano un dizionario.
Concludendo, vorrei quindi difendere sia i disgraziati professori che hanno scelto forse
inconsciamente il loro nefasto destino di correttori versionistici, ritrovandosi nel mezzo o
nei ¾ del cammin della loro vita desiderosi di una fine prossima e indolore, sia di noi
membri della classe studentesca che non riusciamo a controllare la nostra indole artistica
causando mali involontari alle nostre amate guide. Esiste una vera soluzione a questa
tragicomica situazione? Uhm, forse. Credo di averne trovata una. Tutti i professori laureati
in Lettere Classiche dovrebbero convertirsi al Buddismo, o in alternativa, seguire corsi di
autocontrollo e gestione della rabbia. (La classe professori si tingerà di arancione e le
macchinette distribuiranno camomilla e infusi alla verbena al modico prezzo di 10
centesimi).
Noi studenti, beh, non abbiamo molte possibilità. Alla luce della mia rivelazione
consiglierei di passare le serate a scarabocchiare nature morte o Monne Lise, ma non
penso che questo potrà sopprimere il piccolo Michelangelo che è in ognuno di noi (provare
per credere solo se la media può sopportare un 4 o un 3), anzi, questo potrebbe stuzzicarlo
ancora di più. Quindi bisognerebbe far riferimento alla prima teoria precedentemente
sviluppata: per evitare traduzioni fantasiose non ci resta che studiare un po’meglio e un
po’ di più queste lingue insidiose e piene di pericoli. Purtroppo, è un dato di fatto: a volte
anche gli adulti possono aver ragione ( e le nostre/i madri/ padri/ professori rimproverano
non solo per il gusto di sfondare vetri e timpani a suon di STUUDIA, ma stranamente
anche per il nostro bene). C’è una domanda però a cui non penso di poter trovare risposta:
se Platone o Catullo fossero nati al giorno d’oggi, e frequentassero lo Zucchi,
trascorrerebbero notti insonne prima della versione in classe, proprio come molti di noi?
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INDOVINA CHI?
SOLO LO STUPORE CONOSCE
di JAKOB PANZERI IIA
L¹uomo non finirà per la mancanza di meraviglie, ma di Meraviglia. Infatti come
affermano Gargantini e Bersanelli nel loro bellissimo libro ³Solo lo stupore conosce² si
dice che è degno di esaltazione e di stupore il quadro che circonda la vita dell’uomo,
questo mondo intensamente magnifico, questo universo dalle mille forze, dalle mille
bellezze e dalle mille profondità. La persona di cui vogliamo parlare oggi aveva ben in
mente questo concetto e ne è una dimostrazione l’aver scritto che la filosofia nasce dalla
meraviglia, quel meccanismo che ti permette di scalare anche l’iride dell’arcobaleno. Me
lo immagino bambino quando correva sulle coste scoscese della sua Calcide e annusava il
profumo del mare o assaporava le montagne e le terre che scorgeva all’orizzonte, verso
Lesbo o le isole Sporadi. Me lo immagino stupito quando, entrato da buon figlio di papà
raccomandato nell’ambiente della ricca corte degli Argeadi, osservava forse esterrefatto le
ricchezze della reggia di Pella. Sì, era un raccomandato, figlio del medico personale del re,
ma era preparato.
***
Viveva con occhio disincantato nello sfacelo della democrazia greca e aveva capito che
prima di tutto era necessario concentrare i propri studi non sui fenomeni contingenti, che
siamo in atto o in potenza (ma neanche questi gli sfuggiranno) ma sull’Essere e sull’Essere
in quanto Essere: nacque infatti con lui l’ontologia). Concepì il sapere come una forma
unitaria e strutturata ma non mancò di sviluppare branche minori come la zoologia (aveva
decine di animali veri e impagliati che studiava). Al nostro tipo piacevano molto le uova e
una certa Fillide, che gli costarono cari: morì infatti per una malattia al fegato e l’amore
per Fillide gli fece perdere se non la fama, almeno un po’ di reputazione...
Capita invece raramente che nel corso della storia due personaggi importanti si
conoscano, ma con lui avvenne; eppure del loro incontro non ci rimane alcuna battuta
memorabile.
Gli capitò in mezzo ai piedi un certo ragazzino forse svogliato, il figlio del re, che
aspettava la fine delle lezioni per andare a cavallo del suo Bucefalo, un personaggio di cui
magari parleremo un’altra volta. Certo, se avesse capito qualcosa in più del maestro, non
sarebbe andato ad impantanarsi a Babilonia. Beh, cos’altro posso dire di lui? Ah si, il
nostro tipo fu anche l’inventore delle celebre frase ‘Una rondine non fa primavera!’.
L’altro giorno citavo una sua frase ad un mia amica e lei mi ha detto ‘E’ di De Gregorio!’
‘Veramente è dello Stagirita’.
***
Il nostro personaggio seppe diventare un marchio, un logo insostituibile, come oggi dire
‘Coca Cola’ o ‘Nutella’. Sentendo il suo nome tutte le bocche prorompevano in un ‘ah!’ di
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meraviglia. Lui lo ha detto! Ipse Dixit. Sarebbe interessante riproporlo anche oggi. Io sarei
per riprenderne l’Etica Nicomachea, perché gli esempi realistici della virtù credo possano
ben contrastare il relativismo e il nichilismo dei nostri tempi. Infatti lui, un gradino più
avanti di Socrate, aveva capito che il bene non va solo conosciuto ma praticato. Mi
conservo queste ultime righe per augurare a tutti gli zucchini e alle zucchine, ma in
particolarmente ai miei lettori e lettrici, tantissimi auguri di buon Natale e di un felice anno
nuovo.
***
Ricevete i miei auguri, ma anche quelli di Catone il Censore (spero che abbiate capito che
era lui il personaggio del numero precedente) e quelli del nostro mister X odierno. Se il 31
dicembre sarete in montagna guardate dalla finestra della vostra stanza il sole tuffarsi
dalla montagne. E’ il tramonto: la fine di una giornata, l’inizio di un intero anno, ma
domani ci aspetta l’alba di un nuovo giorno, la speranza di una vita da zucchini ancora
migliore... Però dovete prima indovinare chi è lui! Insomma chi è il più grande
raccomandato della storia ma anche ‘il maestro di color che sanno (Dante)???. Insomma
è... Ciao:-)
Inviare le risposte a [email protected].
Complimenti a tutti coloro che hanno indovinato il personaggio misterioso nel numero di
Novembre, ed in particolare a Barbara Battistella di VG , Elisa Galimberti di VD e
Alessandro Gerosa IIG per la velocità con cui hanno risposto.
Inoltre un saluto speciale a Giovanni Camozzi, un ex redattore che nonostante abbia
lasciato lo Zucchi da due anni continua a seguire attentamente il nostro giornale.
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BAR SPORT
COSE DELL’ALTRO MONDO
di EDOARDO GALLI IIG
“Lo famo strano?” Se fino ad oggi pensavate che sport come la lotta nel fango o il mitico
calcio Gaelico ( un mix di calcio,rugby e football) fossero bizzarri, dovrete ricredervi.
Qualcuno, forse, insoddisfatto e annoiato dalla “monotonia” di basket, pallavolo, hockey,
sci, atletica etc,etc… si è chiesto: perché non cimentarsi nella “Retrorunning”
(faticosissima corsa all’indietro)? Ecco a voi uno degli sport di nuova generazione, uno dei
cosiddetti “Nextgames”.
Ne esistono un’infinità, come ad esempio la corsa sugli struzzi o l’ Elephant Polo: davvero
mitici!
***
Se invece la stagione sciistica è ormai conclusa, appassionati dello snowboard non vi
dovete rassegnare, perché probabilmente non sapete ancora dell’esistenza del “sandboard”.
Game praticabile con risultati davvero eccezionali sulle “piccole” dune di sabbia, che
sfiorano anche i 230 metri d’altezza, nel Parco Nazionale delle Grandi Dune in Colorado.
Le tavole da “sand” sono ricoperte di cera e chi ha provato garantisce che sembra di
volare. Inoltre c’è perfino chi, abitando vicino ad un vulcano, ha imparato a “surfare” sulla
cenere.
***
Mai sentito parlare del “trasporto sposa”? Non è una metafora bensì una “seria”
competizione in cui un uomo prende sulle spalle sua moglie e corre attraverso una
spericolata corsa ad ostacoli. Tra l’altro mentre lei lo rimprovera riguardo a qualsiasi
piccola questione. Le regole dicono che la “moglie” che viene portata sulle spalle, debba
essere veramente la moglie, o in sostituzione possa essere un’amica.
I partecipanti percorrono una pista di 1000 metri, con 4 salti e 2 trappole acquatiche. Nel
caso la moglie caschi c’è una penalizzazione di 15 secondi per ogni squadra, e,
probabilmente, possibili fratture per la malcapitata.
***
Sullo stesso livello demenziale ma di diverso genere è invece l’anomalo rafting praticato
in Russia: la discesa tra le rapide di un fiume a bordo di una bambola gonfiabile (Baba
Bubble Challenge), una variante del classico hydrospeed.
Se siete stanchi del vostro vecchio Nokia e desiderate liberarvene, potete farlo con stile:
esiste anche un campionato nazionale sassone di lancio dei cellulari. Una sfida diventata
tradizionale, il cui record è di 67,5 metri.
***
Tuttavia, a mio giudizio, la perla di tutti gli sport impossibili rimane questa: il lancio del
nano. Altro sport, sicuramente più violento, nato in Australia e fortemente contestato.
Questa disciplina, considerata barbara ma sofisticata, consiste nel lanciare un uomo con
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forma di nanismo congenita il più lontano possibile. Il movimento di lancio viene eseguito
grazie a due maniglie poste sulla schiena dell’individuo, senza avergli fatto indossare
protezioni come casco, ginocchiere, gomitiere e armature di vario genere. Esistono diverse
specialità, come il lancio attraverso un cerchio di fuoco, attraverso una vetrata… ecc,ecc..
Il record vigente è quello di Jimmy Leonard, che ha lanciato Lenny “The Giant” ad una
distanza di 9 metri e 15 centimetri. Ma per praticare questo sport bisogna quanto meno che
il nano sia consenziente, e che non emetta suoni durante il “volo” e l’”atterraggio”. In
Italia non è diffuso, ma si può praticarlo in alcune discoteche ad Ibiza.
***
Ci sarebbero almeno un altro centinaio di sport “pazzi” nei quali potremmo tutti
sbizzarrirci un giorno!!
Alla prossima e…..ne approfitto per fare a tutti i banali, ma dovuti, auguri di Buon Natale
e felice Anno Nuovo!!!
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IL FANTASY:FUGA DALLA REALTA’
di ALESSANDRO FRIGERIO IIIA
Nello spettacolo teatrale Libri da Ardere, della visionaria autrice Amelie Nothomb,
prodotto dal teatro dell’Elfo, al pubblico viene posta un’interessante domanda: qual è lo
scopo della letteratura? Qual è il fine che uno scrittore vuole raggiungere, quando prende il
suo foglio di carta e la sua penna – oppure accende il proprio computer, come è più
probabile – e comincia a scrivere?
Sebbene io non sia certo un acuto intellettuale, anzi, non sia proprio un intellettuale, ho
provato a dare un paio di risposte a questa domanda che mi ha fatto abbastanza pensare:
alcuni scopi possono essere, per esempio, quello di insegnare qualcosa al lettore, e dunque
di istruirlo; quello di farlo riflettere, per innescare in lui un processo intellettuale, e di
conseguenza spingerlo all’azione; quello di divertirlo – ed è proprio questo il punto che ci
interessa a noi.
La letteratura di intrattenimento è forse quella che più di tutte noi giovani conosciamo: non
mi direte certo che passate tutto il giorno a leggere saggi su Stirner, oppure manuali di
storia o di scienze! Sicuramente avrete, nella vostra vita, letto uno di quei libricini di poco
conto, che nessuno mai ritiene importanti. Romanzetti gialli, storie rosa, e soprattutto
Fantasy.
***
Ecco, proprio il Fantasy. A pensarci, tra tutti i generi d’intrattenimento è quello più
bistrattato, visto dai più come letteratura d’accatto, paccottiglia insignificante, priva di
contenuti, priva di serietà, roba da bambini. Alla luce di queste conclusioni, stupisce
pensare che, nella lista dei libri più venduti al mondo, al decimo posto c’è Harry Potter e
la Pietra Filosofale, seguito a ruota da tutta la serie di J.K. Rowling, ed al dodicesimo
posto c’è Il Signore degli Anelli, battendo persino i grandi classici della letteratura come Il
Giovane Holden, Il Piccolo Principe, Cent’anni di solitudine: gli unici in grado di
surclassare la serie di Fantasy sono la Bibbia, il Corano e le Citazioni da Mao (qua potrei
buttarci una battuta, ma eviterò).
***
Il Fantasy, sebbene apparentemente sia un genere “nuovo”, affonda le sue radici in ere
molto antiche: semplificando molto, se diamo per scontato che gli elementi fondamentali
del genere siano la presenza di un eroe o di un antieroe, la trama generalmente narrativa
che segue le gesta del protagonista ed un discreto uso del magico e del sovrannaturale,
allora possiamo dire (sperando di non offendere nessuno) che la stessa Odissea può essere
considerata un Fantasy, così come buona parte dei cicli epici classici. Proprio nell’Epica,
infatti, il “padre” del Fantasy, J.R.R. Tolkien, ha trovato le fondamenta su cui basare la
capostipite di tutto il Fantasy Classico (od High Fantasy), la trilogia de Il Signore degli
Anelli: come egli stesso spiegò, Tolkien si rifece alla mitologia ed alle teogonie nordiche,
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reinterpretando gli elementi originari in maniera del tutto innovativa. È con Tolkien che
nasce la figura dell’elfo come lo intendiamo oggi, ovvero un’affascinante creatura dalle
orecchie a punta, alta, bionda, saggia ed orgogliosa.
Nella seconda metà del Novecento, il Fantasy è stato oggetto di un nuovo interesse:
seguendo la strada di Tolkien, molti autori si sono allineati al suo “canone”, altri vi si sono
allontanati ed altri ancora lo hanno completamente stravolto. Sono sorti numerosi sottogeneri letterari, creando una fitta foresta di etichette e di classificazioni, da cui sono emersi
autori come Terry Brooks, Terry Pratchett, Walter Moers. Negli ultimi anni, J.K. Rowling
si è imposta come autrice di libri Fantasy best-sellers, grazie alla fortunata serie di Harry
Potter.
***
Alla luce di queste informazioni, chiediamoci un paio di cose: per quale motivo il Fantasy,
così sminuito, è tutt’ora uno dei generi più venduti al mondo? Sicuramente la “mano
invisibile” del merchandising ci ha messo del suo, ma è evidente che se il Fantasy viene
acquistato è perché se ne sente l’esigenza. Tale necessità, ritengo sia una sola, ovvero il
desiderio di evadere, di fuggire, di allontanarsi dalla realtà, anche solo per quel breve
periodo che è il tempo impiegato nella lettura di un libro. Il Fantasy risponde chiaramente
a quest’esigenza, che a quanto pare si fa sempre più impellente: di per sé, esso non vuole
insegnare nulla, non vuole portare dei valori, non vuole dare una morale, non è pesante né
ricco di significati nascosti; è pura distrazione – e mentre lo scrivo vedo Pascal che mi
sorride, prima di tornare a leggere la sua copia di Le Due Torri.
***
Pur non essendo un intellettuale nè un antropologo, nonostante ciò mi chiedo: da cosa
nasce questa esigenza di evasione, questo voler scappare dalla realtà, questo volersi
nascondere in un mondo inesistente, abitato da elfi, nani, orchi e goblin? Forse – provo a
rispondermi – noi cerchiamo nel Fantasy, così come nella vita virtuale, in Facebook e nei
videogiochi, nelle nostre piccole certezze, una sorta di “uscita d’emergenza”, attraverso
cui possiamo scappare da un mondo che ci è ostile. Preferiamo darci alla fuga, piuttosto
che affrontare di petto i problemi, per non sforzarci, per non risolvere nulla. Quello che ho
scritto è soltanto uno spunto per un discorso molto lungo che varrebbe la pena
approfondire.
Io, dal canto mio, non mi rassegnerò a cercare di risolvere i problemi del Mondo Reale,
del Mondo-di-Fuori, ma nel frattempo, per favore, lasciatemi stare, che devo finire di
leggere Brisingr.
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IL FILM DEL MESE
di DAVIDE MONTANARI IIG
Changeling
Genere: Drammatico
Durata: 140'
Regia: Clint Eastwood
Cast: Angelina Jolie, John Malkovich, Jeffrey Donovan
La speranza e il coraggio di una madre
Los Angeles, marzo 1928. Christine Collins saluta il figlio Walter per recarsi presso la
società telefonica dove lavora come centralinista. Rientrata a casa si trova però davanti al
peggior incubo di qualunque genitore: la scomparsa del figlio. Le lunghe ed estenuanti
ricerche del piccolo non portano a nulla finché, cinque mesi dopo, la polizia locale, che
non gode di buona reputazione, sembra aver risolto il caso. Consegna infatti alla donna un
bambino che dice di essere Walter, e che un po’ gli assomiglia. Confusa e spaventata,
Christine accetta di portarsi a casa il ragazzo pur sapendo, dentro di lei, che quel bambino
non è Walter. Nei vari tentativi per convincere la polizia a riprendere le ricerche del figlio,
per i quali la madre viene anche fatta passare per pazza e internata in un manicomio,
Christine si rende conto che, nella Los Angeles dell’era del proibizionismo, le donne non
si possono permettere di sfidare un sistema corrotto e malato, ma possono solo limitarsi a
raccontare la loro storia.
Una storia vera
Un drammatico fatto di cronaca dell’America degli anni Venti, avvenuto a Los Angeles
(scenario di omicidi, abusi e corruzione), viene portato sullo schermo da Clint Eastwood
in un modo che è emozionante e provocatorio al tempo stesso, perchè ci invita a
riflettere, commuovendoci, su tutta una serie di questioni legate al rapporto tra potere,
istituzioni e leggi, e l’individuo. E lo fa con una carica notevole, che pervade l’intera
narrazione e non risparmia nulla allo spettatore.
Changeling narra la storia di una donna coraggiosa e della sua lotta per
ritrovare il figlio, tra mille e insormontabili difficoltà . Una storia, ha reso deciso di
ripotare alla luce l’incredibile vicenda della donna e di suo figlio. La regia del film è
davvero magistrale e, fortunatamente, priva di un’eccessiva retorica e, in qualche caso,
perfino “spietata”, come quando il regista sceglie di mostrare la sequenza di un
elettroschock o come quando si assiste per intero all’esecuzione di una condanna a morte
tramite impiccagione.
***
Lo spettatore si trova in ogni caso sempre immerso nella narrazione e trascinato dagli
eventi a tal punto da non accorgersi della lunga durata del film, di quasi due ore e mezza.
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Una delle caratteristiche del film è inoltre quella di consentire allo spettatore di
immedesimarsi fin da subito nei personaggi, in particolare in Christine, madre coraggiosa
e determinata, e nel reverendo Guistav Briegleb (interpretato da John Malkovich), che si
scaglia contro le malefatte e i soprusi della polizia corrotta di Los Angeles.
Gli spunti di riflessione, come detto, sono tanti: da una critica al potere e alle istituzioni
che lo detengono e che non mostrano rispetto e comprensione nei confronti dell’individuo,
chiunque esso sia, a una critica allo Stato, che dovrebbe pensare al bene e alla salute dei
cittadini, e non il contrario, fino all’accusa rivolta ad alcuni ordinamenti costituzionali
americani.
***
Nonostante una seconda parte lineare e un finale buonista che esalta la vittoria dei buoni
sui cattivi (come nella migliore tradizione hollywoodiana) e che non riesce a riproporre la
stessa drammaticità e tensione della prima parte, si può parlare di un quasi-capolavoro,
un’altra perla del regista americano, il cui unico difetto sta nel non riuscire a mantenere lo
stesso livello di coinvolgimento e tensione per tutta la durata del film.
Consigliato vivamente a tutti.
29
NOTIZIE FLASH
di GIULIA COLOMBO IIG
USA
Il 10 Dicembre, in concomitanza con il Giornata Internazionale dei Diritti dell’Uomo, si è
tenuto negli Stati Uniti il “Day Without a Gay”.
In protesta contro un governo che non rispetta i diritti degli omosessuali (si può essere
licenziati a causa della propria inclinazione sessuale e lo stesso Obama, che aveva
promesso di adoperarsi per concedere a gay e lesbiche la possibilità di entrare
nell’esercito, ha ora rimandato la decisione al 2010) tutti i simpatizzanti della loro causa si
sono “dati gay” (call in gay) e si sono rifiutati di andare al lavoro, usare i mezzi pubblici,
fare shopping per l’intera giornata per dimostrare l’enorme influenza che hanno nella sfera
pubblica.
STATO INDIPENDENTE DELLO ZUCCHI
E’ quindi stata approvata l’idea del blocco delle gite, nonostante i 505 studenti contrari
(contro i 133 favorevoli e gli 88 astenuti). Proprio l’anno che saremmo andati in Grecia.
DA QUALCHE PARTE SUL CONFINE TRA BRASILE E PERU’
Una tribù composta da 250 indios mai entrati in contatto con l’uomo bianco: questo è
quello che i membri di un’associazione ecologista inglese hanno trovato nel maggio scorso
all’interno della foresta Amazzonica. Gli “uomini rossi” (dal colore della tintura con cui si
dipingono il corpo) rischiano però l’estinzione a causa della deforestazione e dall’industria
mineraria che avanza, nonché per colpa di numerose malattie comuni tra i bianchi ma
mortali se venissero a contatto con loro. E voi che pensavate di avere una vita difficile.
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ROCK ‘n’ROLL AIN’T NOISE POLLUTION
di SILVIA QUAGLINI IIG
E’ incredibile. E’ incredibile come io, essere febbricitante ed assonnato, possa aver deciso,
mea sponte, di scrivere quest’articolo alle 23.30. E’ incredibile come tutto ciò che mi
circonda stia radicalmente e improvvisamente cambiando, colmandomi di dubbi e richieste
di spiegazioni che troppo spesso vengono meno. E’ incredibile come questi dubbi
assalgano la mia mente, e come la mancanza di spiegazioni mi porti alla follia.
E’ incredibile come, quando la retta via sembra perduta, io riesca a trovare quell’elemento
che mi garantisce l’atarassia: la musica.
E’ incredibile come, se sono arrabbiata e ascolto i Sex Pistols (Sì, lo ammetto, in quei casi
canto anche a squarciagola, avviso che non è piacevole ascoltarmi!), sul mio viso s’allarga
un sorriso che neanche Mister B. (per dirla “alla Severgnini”).. Se sono confusa e ascolto i
Led Zeppelin, tutto diventa improvvisamente chiaro.. Se sono triste e ascolto i Ramones o
i Clash, divento così allegra da mettermi a cantare saltando per casa o distruggere di baci
mio fratello (che cerca di respingermi con calci e pugni, ma questi son dettagli). Sono
riuscita a trovare le mie canzoni-stati d’animo.
Perché la musica –non è mai banale dirlo - è soprattutto emozioni, non solo sensazioni.
Perciò, quando hai parlato con il tuo migliore amico, altri amici, conoscenti, genitori,
professori, parenti, vicini di casa, cani, gatti, topi, piante, hai riguardato tutti i filosofi
possibili e immaginabili, ma non sei ancora riuscito a risolvere il tuo problema, quando la
soluzione comporta problemi maggiori del problema iniziale, quando ti resta solo
mangiare tanto di quel cioccolato da diventare un ente sferico cicciaebrufoli, ricorda che
c’è una cosa che non hai considerato, e che forse è l’unica che ti può aiutare: la musica.
When the day is long and the night, the night is yours alone,
When you're sure you've had enough of this life, well hang on
Don't let yourself go, 'cause everybody cries and everybody hurts sometimes
Sometimes everything is wrong. Now it's time to sing along
(R.E.M.- Everybody hurts)
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IL METRONOMO
CALDO E FREDDO
Conferme e nuove proposte 2008
di FEDERICA COTTINI IIF
UNO: KATY PERRY
Premessa: io e il Pop non siamo mai andati d’accordo. Ad ogni modo, da qualche mese la
radio è monopolizzata da una ragazza americana ben conscia delle sue potenzialità: Katy
Perry. Il colpo di fulmine è scattato con il video di I kissed a girl (bellissimo anche il più
recente Hot ‘n’ cold): Katy è immersa in una sorta di harem saffico, ammiccante e con
atteggiamenti il più ambiguo possibile. Assolutamente geniale: il video che completa la
canzone, la spiega, la racconta.
***
La Perry si racconta con autoironia in questo come negli altri brani dell’album One of the
boys, primo per parecchie settimane nella classifica di vendite USA. Musicalmente più
ricco e curato del precedente, contiene 14 tracce orecchiabili; nessuna verità filosofica,
solo voglia di divertire e scandalizzare l’ascoltatore. Così, se sulla copertina del disco Katy
sembra la protagonista di una soap opera e una bambola di porcellana –con
quell’espressione birichina di finta innocenza sul volto-, ugualmente misteriosa la
troviamo mentre canta con noncuranza che ha baciato una ragazza just to try…, mentre
rimprovera il suo uomo di essere volubile e il suo amico di essere sessualmente atipico.
Poco importa se sia vero o no: l’importante è la finzione. Una voce profonda e accattivante
fa il resto.
***
Ciò che risulta è un’artista piacevole da ascoltare quando si ha bisogno di distrarsi. E nel
periodo della ripetutamente annunciata rinascita (?) di Britney Spears, alla Perry spetta un
applauso ancora più caloroso per il suo tentativo di ravvivare una scena musicale che
sembra aver ormai giocato le sue carte migliori. Conclusione: con il Pop a volte è possibile
scendere a compromessi.
DUE: COLDPLAY
Sarà forse la follia a consigliarmi di accostare la leggerezza di Katy Perry alla poesia di
Chris Martin e soci, ma cercherò di assecondarla. L’ultima fatica dei Coldplay si intitola
Viva la vida or Death and all his friends, album che strega già dal titolo ossimorico.
Le nuove 10 canzoni (14 nell’edizione speciale appena uscita) bissano il successo
planetario di X&Y (2005), affidando alla musica più che alle parole il ruolo dominante. Gli
archi prendono il sopravvento sugli altri strumenti e sulla voce di Chris Martin, garantendo
un’omogenea malinconia, ma anche un forte desiderio di cambiamento. Così infatti
richiede l’esplicito e continuo riferimento alla Rivoluzione Francese, cui il disco è ispirato
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a partire dalla copertina –La libertà guida il popolo di Delacroix, dipinto che viene ripreso
anche nel video di Viva la Vida.
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I pezzi sono ritmicamente raffinati, i testi non cadono mai nella banalità, risultando
persino moraleggianti nel loro inneggiare a liberté, égualité, fraternité; commovente, a tal
proposito, il mite coro del ritornello di Viva la Vida. Immancabile, poi, il tema dell’amore
(Lovers in Japan), narrato in una veste nuova, fatta non tanto di parole quanto di
sensazioni e ricordi suscitati nell’ascoltatore. Un disco soave, variamente interpretabile,
innovativo nel suo richiamarsi al passato.
***
La penna di Chris Martin incide parole significative, le mani dei quattro musicisti
suonano note che non verranno dimenticate facilmente, se non altro per la loro originalità.
Quando la speranza che l’ultima traccia non finisca mai si fa sentire.
Quando un nome come Coldplay è una garanzia.
Dicono le stelle
You change your mind
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LA REDAZIONE
DIRETTORE:
Colombo Giulia IIG
VICE DIRETTORE:
Montagnino Sara IIA
COPERTINA:
IMMAGINI:
Conti Beatrice IIG
Marchianò Rossella IIA
Colombo Jessica IIG
Mucilli Nikita IIA
REDATTORI DI QUESTO NUMERO (in ordine alfabetico):
Alfinito Noemi IIIG
Genovese Giuliana IIIG
Caimi Elena IIG
Gerosa Alessandro IIG
Casadei Michele IIA
Longoni Olivia IB
Cottini Federica IIF
Mele Laura IIIB
Del Genio Clara VA
Montanari Davide IIG
Quaglini Silvia IIG
Monti Matteo VG
Ferlisi Martina IIIG
Nebuloni Marco IIIB
Frigerio Alessandro IIIA
Panzeri Jakob IIA
Galeotto Gabriele
Quaglini Silvia IIG
Galli Edoardo IIG
Sciartilli Raffaella IIIG
Gennaro Giulia IIC
Spinelli Giulia IIC
Maccabruni Viola IIIF
Ringraziamo inoltre tutti coloro che hanno collaborato all’uscita del Bartolomeo (studenti,
professori e operatori scolastici).
Ricordiamo che chiunque può partecipare alla redazione del Bartolomeo inviando un suo
articolo all’indirizzo mail [email protected]; chi invece vuole consegnare un
messaggio per la rubrica “Quorinfranti” lo può portare a Martina Ferlisi e Raffaella
Sciartilli in IIIG o lo può inviare allo stesso indirizzo mail.
Il termine di consegna degli articoli per il prossimo numero è fissato al 6 Gennaio 2009.
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