Per un ristoratore attento alla propria carta dei vini può
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Per un ristoratore attento alla propria carta dei vini può
vino distribuzione Vino su misura, Partesa fa buon servizio P er un ristoratore attento alla propria carta dei vini può rivelarsi un ottimo alleato. Partesa, network di distribuzione, consulenza e formazione per il canale horeca nato nel 1989, con 60 mila clienti in tutta Italia, da dieci anni ha avviato un suo “progetto per il vino” con cui ha sviluppato un portafoglio clienti molto ampio, esteso a decine di case vinicole italiane e straniere e mirato a diffondere l’idea di consumo virtuoso e di alta qualità nel fuori casa. Il gruppo è articolato in 16 organizzazioni commerciali, con 74 depositi sparsi in tutta la penisola e una numerosa flotta di veicoli commerciali. Gestisce un ampio ventaglio di prodotti, di cui il vino è solo una parte. Ma proprio sulla produzione enologica di eccellenza si è concentrato 15% circa il dell’intero fatturato del gruppo proviene dalle vendite di vino fin dal 1998 per creare un assortimento di alto livello. I cardini sono un rapporto diretto con i produttori, un servizio personalizzato per il cliente di un ristorante, che può ordinare anche quantitativi minimi, come un singolo cartone, e un team di vendita formato, capace di affiancare il ri- Il gruppo ha raccolto dalla ristorazione risultati positivi prattutto perché parliamo di un per un articolato progetto basato su cantine in esclusiva e un’organizzazione capillare. di Riccardo Oldani storatore sia nella creazione della carta sia nelle tecniche di proposta del vino in tavola. Oggi il portafoglio Partesa raccoglie 21 cantine distribuite in Caprai, Umani Ronchi, Dorigati, Ca’ Rugate e poi ancora Agriverde, Cantina dei Monaci, la Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, De Falco, Kössler. Ronco dei formazione per tutti prodotto che affonda le sue radici nella tipicità, che ha una profonda componente umana nel legame che stringe il vignaiolo alla sua terra. Nel mondo del vino i rapporti commerciali nascono soprattutto quando si è seduti intorno a un tavolo, guardandosi in faccia. E i produttori devono avere l’assoluta certezza di affidare il loro prodotto a buone mani, a persone capaci di valorizzarlo e di raccontarlo perché lo conoscono bene e lo apprezzano». Trasmissione di cultura La copertina e alcune pagine interne del manuale realizzato da Partesa per il decennale del suo progetto per il vino, con utili indicazioni per l’oste. esclusiva nazionale, altre 11 proposte come esclusive multiregionali, tre cantine straniere, tra cui una di Champagne, e due linee con il marchio del gruppo, una dedicata alle bollicine e l’altra alle Doc nazionali. Tra le case rappresentate, solo per fare qualche nome tra i tanti in lista: Arnaldo Tassi. Questa articolazione dell’assortimento consente di coprire praticamente tutte le regioni italiane e anche tutte le fasce di prezzo. «Il nostro obiettivo - spiega Luca Fusani, responsabile del progetto vino di Partesa - è stabilire con le cantine un rapporto diretto. So- Insomma, vendere il vino è impossibile se non lo si apprezza. È il bagaglio di esperienza accumulato e vissuto dal venditore, e poi trasmesso al ristoratore, che rende possibile il passaggio di conoscenza e di cultura da una determinata vigna alla tavola. La formula pare riscuotere un ottimo successo, se si pensa che nel 2009, un anno di calo generalizzato nei consumi di vino, ancora più marcato nei ristoranti, il solo fatturato delle esclusive nazionali di Partesa è stato superiore a 10 milioni di euro, con una crescita dell’11,5% rispetto all’anno precedente. Una delle mosse vincenti sembra l’articolazione della carta in esclusive nazionali e locali. Perché si è praticata questa distinzione? «Le aziende che fanno parte delle nostre esclusive nazionali hanno un rapporto particolare con Profilo Luca Fusani, responsabile del progetto Partesa per il vino. Organizzazione Attiva da più di vent’anni, Partesa è un network specializzato nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e forma- zione per il canale Horeca. Dal 1998 ha dato vita al suo progetto Partesa per il vino che si basa su tre cardini: rapporto diretto di partnership con i produttori vinicoli; team strutturato di specialisti e soprattutto un servizio personalizzato per il cliente Horeca articolato su presenza settimanale, possiblità di ordini minimi e ampiezza di gamma ristoranti Servizi per il ristoratore Tra le iniziative utili attivate dal gruppo per sostenere il ristoratore nella scelta delle etichette si dimostra particolarmente funzionale la Carta del Vino, il portfolio di Partesa che si rinnova di continuo e che il gestore può consultare anche online sul sito www.partesa.it. Una comunicazione continua è affidata, 60 imprese del gusto oltre al rapporto diretto con il venditore, anche a un magazine, intitolato Host e distribuito due volte l’anno. Numerose le occasioni di incontro e di formazione, come per esempio al Vinitaly. Infine è attivo un programma di fidelizzazione, Horeca Street Club Collection, con raccolta punti, convenzioni e interessanti premi in palio (www.horecastreetclub.it). La forza logistica di Partesa si esprime nei 74 depositi in tutta la Penisola. noi - spiega Fusani - sono quelle che hanno iniziato a lavorare fin dall’inizio nel nostro progetto e, in un certo senso, sono cresciute insieme a noi, sono partite “piccole” e sono diventate sempre più importanti. Si tratta di marchi che distribuiamo su tutto il territorio nazionale. Ma i ristoratori hanno bisogno anche di vini legati al territorio, di articolare e approfondire la loro carta legandola alla regione in cui operano. Ecco allora la necessità di creare un ventaglio di esclusive locali, che vengono distribuite in aree ben individuate e che consentono ai nostri venditori di coprire tutte le necessità della ristorazione, anche quelle di nicchia, e tutte le fasce di prezzo». compendio, realizzato da specialisti, che racconta questo mondo partendo dalle tecniche di produzione per descrivere poi le zone vinicole e tutte le principali Docg e Doc italiane. È arricchito anche da approfondimenti, come interviste a protagonisti della ristorazione e del mondo della produzione che raccontano casi emblematici. Riporta infine le indicazioni per un corretto servizio e per degustare nel migliore dei modi, con un glossario conclusivo delle parole che bisogna conoscere dell’universo enologico. Un’altra mossa importante è la presa di coscienza che non tutti i mercati né tutti i venditori sono uguali. Alcuni conoscono molto bene il vino, non hanno bisogno di una formazione particolarmente approfondita. Altri magari provengono da altri settori, sono 25% quasi il dell’intero mercato italiano del fuori casa è servito dal gruppo lista facilitata Linea I Diari Altro marchio Partesa, ripropone per i vini fermi il concetto nato e sviluppato con Sopralerighe. Protagoniste le principali Doc nazionali. Il lancio è avvenuto a marzo con quattro etichette:un Friulano Grave del Friuli Doc, uno Chardonnay del Piave Doc e un Pinot grigio del Veneto Igt. Tre bianchi dunque oltre a un Cabernet del Piave Doc. Tutti vini “facili”, da bere giovani, adatti a molte occasioni di consumo. In arrivo ci sono altre etichette, provenienti dall’Emilia Romagna e dalla Sicilia. Linea Sopralerighe È una linea di bollicine, vini frizzanti e spumanti, con un marchio ideato da Partesa che riunisce prodotti di varia provenienza, come un Brachetto, un Müller Thurgau spumante, un Pinot Nero (sempre spumante) e ancora tre diversi Prosecchi, di cui uno spago. «L’idea - spiega Luca Fusani - è creare un contenito- Formazione e comunicazione Le iniziative di supporto, sia per la vendita sia per la ristorazione, non finiscono qui. «Non intendiamo certo sostituirci ai gestori nel proporre nuove formule di vendita - sottolinea Fusani - perché sono dell’idea che ognuno deve fare il proprio mestiere e nessuno meglio di un ristoratore sa che cosa funziona o meno nel proprio locale. Ci limitiamo quindi a dare un supporto dal punto di vista dell’informazione». Per esempio con un interessante manuale, dal titolo “Il vino - Istruzioni per l’uso”, pubblicato nel 2008 per celebrare il decennale del progetto Partesa per il Vino. Si tratta di un La flotta di veicoli commerciali garantisce anche piccole forniture quotidiane. “più forti” su altri prodotti. Per questo motivo Partesa conduce un programma di formazione continua sul suo personale di vendita. Ma non solo: ha anche concepito alcune linee di prodotti, quelle a proprio marchio (I Diari e Sopralerighe) che contengono già nella loro gamma un’offerta completa di vini per un locale, e rendono quindi più semplice la proposta del prodotto. 61 tavolare un discorso con il produttore, Drappier vendeva non più di 50 bottiglie in Italia. L’anno scorso, nel 2009, un anno poco fortunato per lo Champagne, abbiamo fatturato solo per questa casa un milione di euro. Tutto è nato da una chiacchierata fatta a Bordeaux e poi da una successiva visita alla cantina, a Urville, nel cuore della Champagne. Ci siamo seduti intorno a un tavolo e ci siamo piaciuti». Il segreto del successo è stato soprattutto nel proporre questo vino come una soluzione perfetta a tutto pasto, quindi senza andarsi a sovrapporre al mercato che all’epoca erano già affermati in Italia. Chablis Hamelin Proprio in queste settimane Partesa sta avviando il sodalizio con un altro produttore francese, Hamelin, della zona dello Chablis. «È la nostra ultima scommessa, con cui contiamo di ripetere il successo di Drappier. Non è facile convincere i francesi a farsi distribuire in Italia, spesso non ti danno il vino neanche se vai da loro con i soldi in mano. Con Hamelin, piccolo produttore fuori dagli schemi, che cura la qualità in maniera ossessiva, ci siamo però trovati subito in sintonia e ora partiamo con una collaborazione subito intensa». La distribuzione prevede tre vini: uno Chablis 2008, lo Chablis Vieille Vigne re, come lo definiamo noi, in cui confluiscono vini che riportano un marchio nostro, ma senza creare una private label. Il nome del produttore è sempre ben in evidenza in retroetichetta». I Sopralerighe sono vini “entry level”, studiati per facilitare l’opera della forza vendita nel proporre una gamma completa. Champagne Drappier «Il rapporto con questa Maison - racconta Fusani - è emblematico del nostro modo di relazionarci con i produttori. Nel ’99, quando decidemmo di in- 2007, produzione selezionata di poche migliaia di bottiglie da vigne vecchie da 70 a 100 anni, e infine lo Chablis Premier Cru Beauroy 2007, in tutto 24.000 bottiglie di grande pregio.