piombo che uccide - Corpo Forestale dello Stato

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piombo che uccide - Corpo Forestale dello Stato
© M. Piacentino
ANIMALI / Malattia da piombo
PIOMBO CHE UCCIDE
Bastano pochi pallini ingeriti per uccidere un fenicottero ed
il piombo che entra nella catena alimentare arriva fino all'uomo
di Massimo Piacentino
L’
intossicazione da piombo per l’ingestione
accidentale di pallini da caccia depositati
sul fondo di invasi e corsi d’acqua da
parte dell’avifauna è nota sin dalla
prima metà dell’Ottocento ed è un fenomeno in
crescita.
Gli uccelli, soprattutto anatidi, li assumono
scambiandoli erroneamente per cibo o per formare insieme a sassolini e ad altre parti dure, il
grit, che nel ventriglio dell’animale aiuta a triturare le parti più consistenti del cibo.
Il fenomeno è particolarmente grave, considerata
l’intensità della caccia praticata nelle zone umide.
Nei Paesi dell’Unione europea, stime recenti
hanno calcolato che ogni anno vengono rilasciate nelle zone umide non meno di 2500
tonnellate di pallini da caccia di cui almeno 150
tonnellate in Italia.
Il Canadian Wildlife Service ha stimato che circa
il 10 per cento dei 60 milioni di anatidi cacciabili che migrano dal Canada agli Stati Uniti
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ingeriscono pallini di piombo ed almeno 200
mila anatre muoiono a causa di ciò.
Nel Parco del Delta dell’Ebro il 27 per cento
della popolazione di germano reale risulterebbe
colpita da saturnismo, ancor più drammatica la
situazione per le anatre tuffatrici.
Purtroppo studi condotti in numerosi paesi nel
corso degli ultimi quarant’anni hanno dimostrato
che dall’intossicazione da piombo vengono colpiti non solo gli anatidi ma moltissime altre specie.
In Italia, considerata la massiccia attività venatoria che ogni anno si svolge nelle zone umide, il
saturnismo provocato dall’ingestione di pallini
da caccia è un fenomeno molto diffuso e, anche
se fino ad ora è stato poco studiato, si ritiene sia
un’importante causa di morte diretta ed indiretta, verosimilmente per molte decine di migliaia
di uccelli.
Eppure sino ad ora, in assenza di indagini sistematiche nella penisola sono stati accertati solo
casi sporadici di intossicazione, ad esempio in
alcuni esemplari di cigno reale trovati nelle zone
umide del Gargano e nella laguna di Marano o
in diverse anatre e limicoli raccolti nelle zone
umide costiere della Toscana. In assenza di specifici programmi di monitoraggio, solo gli
animali più grandi e vistosi e più propensi a
vivere nelle acque aperte vengono ritrovati
quando muoiono per effetto del saturnismo.
Questa è la ragione per cui in Italia i casi più frequenti di intossicazione da piombo si sono
riscontrati sul fenicottero rosa, una specie estremamente appariscente che si alimenta in acque
relativamente profonde nutrendosi di corpuscoli di cibo in prossimità del fondo che solleva con
il tipico movimento delle zampe per poi filtrarli
dalle lamelle poste all’interno del becco.
Se sino alla metà degli anni Novanta la presenza del fenicottero rosa nel Delta del Po era un
evento piuttosto occasionale mentre oggi si registrano massicce presenze; nel 2000 si è insediata
una colonia riproduttiva nelle valli di
Comacchio fino ad arrivare a più di 11.000
esemplari censiti nel 2006 estendendosi gradatamente alle valli da pesca del Delta veneto.
Qui, come in altre valli, per favorire la sosta
degli anatidi a scopi venatori, si usa mantenere
basso il livello dell’acqua e pasturare quotidianamente gli specchi d’acqua con granaglie varie.
Gli uccelli, alimentandosi del granturco ingeriscono oltre a piccoli sassolini per triturare i
semi, i pallini da caccia.
È stato dimostrato che pochi pallini da caccia
possono intossicare e portare alla morte in
pochi giorni i fenicotteri adulti.
Gli uccelli intossicati sono individuabili per l’anomalia del comportamento: indifferenza
all’uomo, riluttanza ad alzarsi in volo, anche
quando disturbati direttamente, tendenza ad isolarsi dal gruppo.
Le feci hanno un colore verde intenso, gli uccelli appaiono sempre più debilitati tenendo le ali
basse per l’astenia muscolare. La debolezza è
tale che spesso gli animali vengono catturati con
le mani senza difficoltà. La tossicità del piombo
si manifesta localmente nelle mucose provocando lesioni caustiche ed emorragiche. A livello
sistemico invece provoca danni al fegato,ai reni,
al cuore ed al sistema nervoso.
Nel 2006 sono stati catturati nel Delta circa 16
fenicotteri affetti da saturnismo, nel 2007 una
cinquantina di esemplari: nessuno di questi è
sopravvissuto. Il risultato delle analisi tossicologiche ha confermato in tutta la sua drammaticità
come il saturnismo per ingestione di pallini da
caccia rappresenti un fattore di mortalità diretta
in molte zone umide italiane.
Bisogna tener conto poi che molte altre specie
di animali affetti da saturnismo non vengono
trovati perché di colorazione meno appariscente dei fenicotteri e, a causa della loro
debilitazione, sono rapidamente predati da albanelle, poiane ed altri rapaci di palude o da
gabbiani che rapidamente rimuovono le carcasse, rimanendo a loro volta intossicati.
Per i pallini da caccia non ingeriti dai malcapitati uccelli, sono necessarie diverse decine
d’anni (a seconda delle caratteristiche fisico-chimiche del terreno) per la loro degradazione
nell’ambiente.
Nei molluschi bivalvi, gasteropodi e crostacei di
cui si nutrono anatre e fenicotteri sono state
riscontrate concentrazioni altissime di piombo
proveniente dalla lenta degradazione dei piombini.
Questi ultimi invece se ingeriti, a contatto con i
succhi gastrici sono rapidamente disciolti ed
assorbiti dall’organismo.
E il piombo, una volta diffuso nell’ambiente ed
entrato nella catena alimentare può arrivare
anche all’uomo attraverso il cibo, con rilevanti
ricadute sulla salute. L’uomo infatti può ingerire
il piombo attraverso la cacciagione, come è stato
dimostrato da indagini condotte in Spagna,
oppure attraverso il pesce o i molluschi che vengono abitualmente venduti nei nostri mercati.
L’importanza e la gravità dell’impatto sull’ambiente causato dai pallini in piombo ha portato
il governo di numerosi Paesi a bandirne totalmente l’uso nel territorio nazionale.
Negli Stati Uniti è vietato usare munizioni caricate a piombo per la caccia all’avifauna
acquatica dal 1991, in Canada ed in Finlandia
dal 1997 nella maggior parte degli altri paesi
dell’Unione Europea vi sono forti limitazioni
negli ambienti umidi.
Una convenzione sottoscritta all’Aia nel 1996
prevede il “divieto di uso dei pallini da caccia
al piombo nelle zone umide a partire dal 2000”
ma purtroppo è entrata in vigore in Italia solo
nel 2006 e riguarda esclusivamente le aree
umide inserite nelle Zps (Zone di protezione
speciale).
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