Le montature, ovvero:

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Le montature, ovvero:
I PIOMBI E IL LORO IMPIEGO
di Nicola Palladino
Ben trovati, amici carissimi, vecchi e nuovi, e buon anno! Passate le feste, un po’ per
desiderio di smaltire le abbuffate natalizie, un po’ per nostalgia, il pensiero torna agli
amati fiumi e torrenti… Meno di due mesi ci separano dal ritorno alle acque fluenti e
il desiderio di avventurarsi lungo le rive si fa ogni giorno più forte. Perciò, visto che
l’attesa è una delle emozioni più belle che si possano provare, cominciamo a
pregustare il fatidico giorno dell’apertura, ritoccando le attrezzature e preparando
lenze e montature. Uno degli aspetti più importanti della pesca, è rappresentato
proprio dalle montature, nello specifico, quell’assemblaggio, più o meno elaborato,
che prevede l’uso combinato di filo, piombo, girelle e terminali. Nella jungla dei
suggerimenti a riguardo ci si può perdere facilmente, ma chiarite alcune semplici
regole fondamentali, si potrà giungere ad un minimo di orientamento sufficiente a
non smarrirsi del tutto. Procediamo per ordine…
A cosa serve il piombo?
A mandare giù la lenza, semplice. Ma non troppo. Esistono infatti numerosissime
forme e tipologie di piombi: a goccia, a sfera, cilindrici, pallini, spaccatine, a spirale,
a oliva, filiformi, a tortiglione, spaccati, forati ecc. Esistono “piombi piombi”, piombi
mezzo piombo e mezzo altro, piombi che piombo non sono affatto… ce n’è insomma,
per tutti i gusti. Ma, se per l’esperto ognuna delle varietà suddette ha una chiara
identità accessoriale con una finalità ben definita, il giovane alle prime armi (e non
solo lui, credetemi), si trova facilmente disorientato e, come è naturale, non sa quale
sia l’utilità, vera o presunta delle “ specie ” elencate. Per sgombrare il campo dal
dubbio, cerchiamo di schematizzare il discorso relativo alla piombatura. Fatta la
doverosa premessa che, a parità di peso, la forma più raccolta e concentrata “buca”
meglio l’acqua, scendendo più velocemente sul fondo e offrendo meno resistenza al
flusso della corrente, vediamo di individuare le montature e i piombi giusti per
realizzarle. Alcuni anni fa, quando ancora gareggiavo sia in mare che nelle acque
interne, il caro amico Paolo, compagno di squadra, rovistando, in una giornata di
pioggia, nella mia cassetta delle attrezzature, notò, da attento osservatore qual è
(anche se oggi non pesca più, peccato!), le scritte sulle asticelle avvolgilenza: conc,
parscal, scal.
- Tu usi – disse, - solo tre montature, concentrata, parzialmente scalare, scalare,
e con quelle ti adatti a tutte le situazioni…! –
Aveva colto nel segno. Agli inizi della mia carriera di agonista, ero stato ossessionato
dall’idea della montatura magica, dallo schema di disposizione dei pallini, dal
numero degli stessi, dalla opportunità o meno di usare questa o quella forma… Col
tempo avevo sfrondato tutto il superfluo, lasciando l’essenziale: se il piombo deve
portare la lenza giù, ha tre modi per farlo: Bucando l’acqua velocemente e restando
inchiodato al fondo, (montatura concentrata) assecondando il movimento dell’acqua,
(parzialmente scalare) scendendo il più lentamente possibile (scalare o
distribuita). Questo si ottiene o con una infinità di combinazioni, spesso da
alchimista più che da pescatore, o con montature semplici, che è possibile stringere o
allargare a piacimento, magari combinando piombi pesanti e concentrati con piombi
più leggeri e distribuiti. Tornando alla pesca in torrente, il principio di fondo rimane
lo stesso e, osservando nello specifico le varie tipologie di piombo, proveremo a fare
uno schema d’impiego che sia utile a tutti.
PIOMBATURE CONCENTRATE:
Si usano piombi a sfera, a pera, a oliva, a goccia più o meno allungata (torpille),
cilindrici, a pendolo, a spirale (filo di piombo di spessore variabile, avvolto intorno
ad un’anima rigida a creare una specie di molla). La montatura classica è quella
illustrata nel disegno, molto veloce da realizzarsi: all’estremità di uno spezzone di
filo, lungo circa un metro, di diametro compreso tra lo 0,16 e lo 0, 24, si annoda una
girella semplice, doppia o tripla, di dimensioni proporzionate al filo che si sta usando.
Dopo aver inserito un pezzetto di tubicino di silicone a proteggere il nodo, si inserisce
il piombo e, dalla parte opposta, si realizza una semplice asola per consentire
l’attacco al moschettone della lenza madre. Un terminale, di lunghezza compresa tra i
30 e i 90 cm e di diametro adeguato, completerà la montatura. Semplice ed efficace.
Riflessioni: nella numerosa famiglia dei piombi , quelli più veloci nel raggiungere e
tenere il fondo, sono le sfere (i famosi pallettoni) e i piombi a pera più tozzi. Le olive
e le torpille, peraltro poco usate da sole, sono un po’ più vivaci, “picchiano” di meno.
I pendolini sono piombi generalmente cilindrici, o comunque di forma allungata, che
non hanno un foro passante, ma si agganciano al filo mediante una girella
incorporata. Riciclati dal legering, hanno un uso similare alle ballerine da camolera.
Le spirali sono zavorre molto agili, e assecondano molto bene il flusso dell’acqua.
Nate per effettuare la bellissima pesca a rodolon (in cui il piombo saltella e accarezza,
sfiorandole, le pietre del fondale), se di peso adeguato alla forza della corrente, si
lasciano trasportare dolcemente e con naturalezza. A volte si usano rivestite di una
guaina plastificata, che le rende meno deformabili e più corpose.
Consigli: appare ovvio che i piombi più pesanti vanno usati soprattutto pescando
sottocanna, le spirali e i pendolini in spazi ampi, lanciando a volte a notevole
distanza. Se la corrente tira molto e le trote sono ferme, lente o attaccate al fondo,
preferite pallettoni e piombi a pera. Attenti però, a controllare la passata
accuratamente perché gli incagli sono in agguato costante! Se il pesce staziona
lontano, o su trote selvatiche, preferite la spirale o il pendolino, lanciando a monte
della vostra postazione e accompagnando la lenza, nella sua discesa, con delicatezza.
PIOMBATURE MISTE:
Prevedono l’uso combinato di piombi concentrati (torpille, pera, oliva ecc) e di
pallini di diametro compatibile. La montatura è in tutto simile a quella per i piombi
concentrati, con solo l’inserimento dei pallini, in numero variabile a piacimento,
disposti a distanza più o meno regolare tra loro.
Riflessioni: appare subito evidente, che si tratta di una montatura estremamente
versatile, che permette di abbinare alla velocità e alla penetrazione del piombo
concentrato, la fluidità della scalatura. Utile per scendere subito sul fondo,
mantenendo un minimo di morbidezza all’insieme, consente, distanziando
opportunamente i pallini, di avere una montatura che, nella parte terminale, assecondi
la corrente e, in più, non faccia sentire alla trota il “duro” del piombo. La “mista”,
inoltre offre un vantaggio non trascurabile: si sbroglia molto più facilmente di altre
combinazioni. Nell’immagine, la stessa montatura, in due delle infinite versioni
possibili:
Consigli: può essere proficuo usare la “mista” nelle partenze veloci di gara, dove è
utile una montatura semplice e funzionale ma abbastanza morbida o, in pesca, lungo
torrenti con alternanza di tratti vorticosi e tratti tranquilli, adeguando la disposizione
dei piombi all’esigenza del momento.
PIOMBATURE DISTRIBUITE:
Sono, senza dubbio, le più usate dai trotaioli, soprattutto agonisti. Si tratta delle
famigerate corone, per la loro somiglianza alle coroncine del rosario. Consistono in
una serie di pallini di varie dimensioni, serrati, a distanza predefinita, su uno
spezzone di lenza di lunghezza variabile (in genere dai 60 ai 120 cm). La corona è
senza ombra di dubbio, la montatura più usata e, per certi versi, inflazionata. Di peso
e lunghezza adeguata al flusso idrico, consente di affrontare la maggior parte delle
situazioni riscontrabili in torrente, tanto che alcuni fortissimi agonisti usano
praticamente solo quella. Circa la disposizione dei pallini e il numero degli stessi, ci
si potrebbe sbizzarrire ad elencare centinaia di esempi, ma visto che lo scopo di
questa chiacchierata è quello di chiarire le idee e non di confonderle, diremo che,
anche per la corona, valgono alcuni principi di massima…
A) Acqua profonda che spara: corona lunga (120 cm) e pallini pesanti, concentrati
verso il basso, secondo lo schema che segue:
1) Filo del 20/24;
2) Girella doppia o semplice, modello rolling;
3) Pallini del 4 (zero) o, in casi di acqua particolarmente veloce e profonda, anche
più grossi, tipo 4,25 / 4,50;
4) Terminale da venticinque/trenta cm, con l’amo che si usa abitualmente;
5) Progressione: il primo pallino attaccato alla girella, poi, a seguire, il secondo a cm.
1,3, il terzo a 1,6… 1,9 - 2,2 – 2,5 – 2,8 – 3,2 – 3,6 – 4 – 4 – 4 – 4 – 4 – 5 – 5 – 5 –
5–5–6–6–6–6–7–7–7.
B) Acqua abbastanza profonda di media portata: corona più corta (80, 100 cm)
con pallini più piccoli (diametro 3,75 – 3,50) distribuiti come sopra.
C) Acqua poco profonda non molto veloce: corona corta (60 – 80 cm) e pallini
piccoli (3,25 – 3 – 2,75) distribuiti aumentando in proporzione le distanze suggerite o
disposti a distanza costante per tutta la lunghezza della corona (equidistribuiti),
ovviamente fino ad esaurire lo spezzone di filo prescelto. Vi ricordo che il numero
dei pallini è indicativo e che, naturalmente, accorciando il filo se ne potranno mettere
di meno.
Riflessioni: una corona caricata in punta, (cioè con i pallini ravvicinati verso il basso)
come si dice in gergo, è quella base, che vi ho proposta in queste righe. Scende bene
e tiene il fondo anche quando si tratta di richiamare la montatura per stimolare
l’aggressività della trota. E’ chiaro che infinite varianti possono essere apportate, sia
in merito al numero, che alla disposizione dei pallini, ma è bene fare la mano con
pochi modelli, onde evitare di perdere completamente la bussola e non riuscire più a
gestire l’azione di pesca.
Consigli: E’ perfettamente inutile assemblare la stessa corona con pallini di
dimensioni diverse, in pratica una perdita di tempo. Se è vero infatti quanto abbiamo
detto finora, basta distanziare più o meno i piombi per ottenere tutte le varianti di
questo mondo. Provate a pensare: una montatura estrema potrebbe essere quella che
prevede tutti i pallini attaccati l’uno all’altro quasi a raggiungere prestazioni da
pallettone…! Importante: scegliete pallini di piombo duro, sono più scomodi da
stringere sul filo ma manterranno la posizione voluta senza scombinare l’assetto della
corona.
PIOMBATURE IBRIDE:
Sono tutte quelle che prevedono l’uso del piombo in abbinamento con altri materiali
o addirittura non lo prevedono affatto. E’ il caso delle bombarde più o meno grandi
da laghetto, dei vetrini, delle sfere in plexiglass, dei pendolini da camolera ecc.
Le montature sono molto simili a quelle per le zavorre concentrate con un occhio di
particolare riguardo alla lunghezza del terminale e, naturalmente, vengono usate in
condizioni particolari o atipiche: lunghissime distanze da raggiungere, acque basse e
particolarmente trasparenti, fondali con granulometria particolare dove i piombi
tradizionali potrebbero incagliarsi di continuo…
Riflessioni: le piombature ibride, a volte, danno belle soddisfazioni, soprattutto per il
modo inconsueto di gestire la pescata, ma non vanno usate regolarmente, il
tradizionalista con la corona o il pallettone potrebbe malmenarvi di brutto!
Consigli: nella vostra dotazione non manchino comunque aggeggi strani e
apparentemente inservibili: ricordo una gara sul basso Sangro a iridee, alcuni anni fa,
in cui le trote si erano portate quasi tutte nella parte bassa del campo gara, in un
palmo d’acqua lenta e chiara a distanza di tutta sicurezza. Non c’era verso di
prenderle usando le montature tradizionali. Rovistando nelle tasche trovai una piccola
bolla d’acqua, di quelle trasparenti, e legato un piccolo amo al terminale di più di un
metro, feci il tentativo. Le iridee, per nulla disturbate dalla bolla trasparente che
scendeva lenta la corrente, mangiavano con una ingenuità sconcertante. Vinsi con un
margine di distacco abissale sui miei avversari.
Credo sia tutto per questa volta. Se non siete già in possesso dei criteri per assemblare
le montature, divertitevi a realizzare quelle suggerite; se siete già esperti, avete già le
vostre convinzioni e le cose dette vi avranno annoiato… comunque fatevi qualche
corona per scacciare la noia, magari approfittandone per recitare il Rosario: due mesi
passano in fretta. In bocca alla Fario, ciao!