Micotossine ed endotossine: conoscerle e prevenirle aiuta allevatori

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Micotossine ed endotossine: conoscerle e prevenirle aiuta allevatori
«Micotossine ed endotossine: conoscerle e prevenirle
aiuta allevatori a tutelare qualità e reddito»
Il convegno alla Cattolica organizzato da Pro Tech e Istituto di zootecnia
Giuseppe Romagnoli
30 gennaio 2016 17:05
Foto Romagnoli
Il nostro fine? Aiutare le aziende italiane a crescere in competitività, arrecare conoscenze
da cui possano trarre beneficio”: questo secondo Carlo Paglia della Pro Tech Srl il compito
della ricerca scientifica in zootecnia. Lo ha ribadito in occasione della presentazione del
convegno “Micotossine ed endotossine nella bovina da latte: conoscerle e prevenirle.
L’aiuto della nutraceutica” che si è svolto presso il Centro Congressi "Giuseppe Piana”
dell’Università Cattolica di Piacenza, un evento organizzato dalla Pro Tech, con l’Istituto di
Zootecnica della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali.
“E’ necessario- ha detto Paglia- utilizzare in modo corretto la nutrizione includendo prodotti
ad azione nutraceutica che vanno a modificare la risposta cellulare, somministrati anche
con l’ausilio di strumenti innovativi, come i boli ruminali biodegradabili che stiamo
progettando, e che hanno soprattutto l’obiettivo di prevenire lo sviluppo delle patologie,
specie quelle correlate alla dieta. Pro tech opera in questo senso. Per questo, di fronte alle
micotossine, specie quelle emergenti, è necessario utilizzare prodotti efficaci, mentre per
fronteggiare le endotossine, che si liberano entro il tratto gastro-intestinale, occorre capire
come approcciare il problema sul campo”.
Nell’introdurre le relazioni - Erminio Trevisi della Facoltà di Zootecnia- - ha ricordato che
“ogni animale (uomo incluso) è a contatto con un numero di microrganismi superiore a
quello che contraddistingue l’essere stesso. Ogni essere animale dunque, è il frutto di
fenomeni che evolvono in rapporto ad ambiente, dieta, microbiota, risposta fisiologica
dell’animale. Le relazioni del convegno riguarderanno due fondamentali aspetti: le
micotossine, prodotti di funghi microscopici spesso tossici per gli animali, e le endotossine,
componenti delle pareti cellulari dei batteri che se assorbite causano gravissimi danni.
Entrambe le problematiche sono connesse a gravi pericoli per lo stato di salute delle
bovine da latte, quindi mettono in pericolo la sostenibilità delle imprese agricole, dato che
la salute animale è sinonimo di redditività”.
Il tutto va valutato in un'ottica di economicità e salubrità specie per il contenuto di
micotossine che spesso hanno presentato livelli allarmanti nei nostri foraggi. Il buon
management sarà sempre più determinante nel fare giusti investimenti, specie per
garantire la salute ed il benessere dell'animale. Occorreranno investimenti. remunerativi
con ritorno economico certo e sostenibili a livello socio ambientale.
Delle nuove micotossine nei foraggi ha
trattato Antonio Gallo della Facoltà di Scienza degli alimenti e della nutrizione ed ha
ricordato che dal 2003 l’elenco si aggiorna continuamente. “Alle note aflatossine e
fusariotossine,oggi sono state aggiunte varie micotossine ritrovate soprattutto nei foraggi,
e la cui produzione è aumentata per ridurre i costi alimentari. Le continue evoluzioni in
campo agronomico e l'ulteriore incertezza che deriva dal cambiamento climatico,che
influirà sempre più sulle scelte agronomiche verso la produzione di foraggi autunno-vernini
per completare la razione e contenere i costi, potrebbero dunque portare alla
individuazione di nuove endotossine. Sebbene i ruminanti siano meno suscettibili dei
monogastrici alle endotossine, questo non significa che non possano avere pesanti
conseguenze sulle performance per cui vanno effettuati controlli su concentrati, insilati e
fieni. Tra le micotossine emergenti ad esempio, l’alternaria è molto presente nei fieni e nei
sottoprodotti fibrosi, ma soprattutto negli Usa mentre è poco presente in pianura padana,
mentre l’asperigillus, che produce molte micotossine soprattutto negli insilati, è molto
diffusa anche in Italia.Gallo ha illustrato poi i risultati di prove effettuate con campionature
in diverse zone di trincee e che hanno mostrato una buona relazione tra la densità di
compattazione della massa insilata e il contenuto in micotossine, ovvero più è scarsa la
consistenza, maggiore è il rischio di contaminazione.
Le micotossine- ha spiegato- sono prodotte dai funghi per relazionarsi con l’ambiente
esterno, cioè sono degli antibiotici, pertanto è logico che interferiscano con l’efficienza del
rumine ad alti dosaggi.” I risultati presentati hanno infatti confermato come le micotossine
da pennicilum (presenti in mais e negli insilati che hanno perso stabilità), come il
micofenolico e roquefortina, hanno ingenti effetti inibenti sulla flora intestinale.
“Sono circa 300- ha chiarito Giuseppina Avvantaggiato del Cnr-Ispra di Bari- i metaboliti
tossici classificabili come micotossine presenti nei prodotti alimentari vegetali. La loro
concentrazione è determinata da molti fattori tra cui temperatura, umidità ecc, condizioni
che variano di anno in anno. In questo appena trascorso gli aspergilli sono risultati i più
abbondanti. Si tratta di problemi poco prevedibili e che vanno gestiti con opportuni
interventi. Si può intervenire con la prevenzione in campo, con strategie per ridurre lo
stress delle piante e quindi la crescita dei funghi, ma si può ridurre la presenza delle
micotossine anche con trattamenti di decontaminazione fisica (pulitura, decortica tura,
molitura, calore, irraggiamento ecc.), chimici, e con l’uso di additivi adsorbenti o che
possono degradare le micotossine. Di ognuno ha illustrato con dati vantaggi e svantaggi,
costi e possibili modifiche al prodotto finito. Inoltre ha mostrato le tecniche che consentono
di comparare l’efficacia dei vari prodotti adsorbenti, evidenziando la presenza in
commercio di prodotti con scarsa efficacia legante e anche ottenuti con tecnologie non
ammesse dai regolamenti UE.
“Le endottossine- ha precisato Erminio Trevisi- derivano dalla degradazione delle pareti
cellulari dei batteri gastrointestinali, sono pertanto un prodotto “comune” e sono pericolose
solo quando riescono a penetrare nell’organismo. Bisogna dunque comprendere le cause
che le fanno assorbire e comprendere come riconoscerne gli effetti, considerato che la
risposta dell’organismo è generica e basata sulla risposta del sistema immunitario innato
(tra cui la risposta infiammatoria è quella più semplice da valutare) e che la loro
determinazione nel plasma è molto problematica. Nella bovina da latte, sono interessate la
ghiandola mammaria e l’utero, ma l’assorbimento di endotossine potrebbe avvenire solo in
particolari situazioni (mastite in mammella emetrite in utero). In ogni modo la loro presenza
genera un effetto a catena con pesanti conseguenze a livello del sistema nervoso, febbre,
riduzione dell’appetito e produzione. La fonte di contaminazione più comune di
endotossine è tuttavia nel tratto digestivo. Nella bovina la causa più comune è legata a
fenomeni di acidosi ruminale, ma anche semplici disturbi causati da una errata
alimentazione o fattori che causano una modificata permeabilità della mucosa intestinale
(es. stress psicologici, stress fisici, patogeni, uso di alcuni farmaci).
Per riconoscere la presenza di una eccessiva permeabilità del tratto gastro-intestinale è
stato mostrato l’efficacia del test del lattosio, zucchero non fermentato dai microrganismi,
che viene ritrovato nel sangue quando appunto la funzionalità di assorbimento è alterata.
Ma la vera sfida in allevamento è quella di evitare che tali fatti avvengano e quindi occorre
puntare sull’adeguatezza del management della mandria nel suo complesso”.
Infine, è stata illustrata,da Valentin Nenov, Mba in Veterinary Medicine, libero
professionista e Ruminant Specialist,la capacità complessante delle pareti cellulari dei
lieviti nei confronti di alcune micotossine e patogeni, e soprattutto la loro proprietà
stimolante a livello immunitario dell’organismo. Sebbene gli studi appaiano solo all’inizio,
indicano che può essere fatto molto per migliorare l’azione del sistema immunitario per via
nutraceutica.