La Ferla - SIEF Società Italiana di Educazione Fisica

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I.D. Educazione Fisica
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BASI PER LA PROGRAMMAZIONE DELL’INSEGNAMENTO
DELLA GINNASTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA
Federica La Ferla*- Ilaria Pizzarotti** - Annalisa Renzi*** - Elisa Diegoli***
* Insegnante di Educazione Fisica e Maestra di Ginnastica
** Insegnante di Educazione Fisica - Laureata in Scienze Motorie - Docente scuola primaria
*** Laureate in Scienze Motorie
Introduzione
In questa relazione verrà proposta una panoramica della programmazione annuale di ginnastica che viene svolta nelle scuole elementari Jacopo Sanvitale e Ulisse Corazza di Parma. L’insegnamento della ginnastica è possibile in queste due scuole come in tutte le scuole primarie di Parma, grazie ad un progetto (Giocampus), che
affianca diplomati ISEF o Laureati in Scienze Motorie ai maestri di classe che dovrebbero insegnare educazione
motoria.
Quella che vedrete è la programmazione relativa solo a queste due scuole poiché, anche se gli obiettivi motori
del progetto sono comuni, la strada percorsa da ogni scuola è diversa e ciò dipende dalla tipologia della palestra
ma anche dalla preparazione tecnica, dall’esperienza e dalla sensibilità degli insegnanti e dei maestri.
È importante sapere che le classi che vedrete lavorare nel filmato sono di vario grado, quindi ciò che osserverete
non sono delle didattiche complete, ma solo degli esempi di progressioni didattiche.
Ovviamente l’insegnante dovrà modulare l’obiettivo motorio in base all’età e al numero degli alunni, alle
dimensioni della palestra, alla presenza degli attrezzi, alla situazione motoria di partenza degli alunni, al numero
delle ore settimanali disponibili e la presenza collaborativa o passiva del docente di classe.
Quello che invece rimane certo sono le caratteristiche dell’insegnante di ginnastica, che deve essere accogliente
ma autorevole, quindi disponibile ma non un intrattenitore giocoso.
Da qui nasce l’esigenza di essere insegnanti competenti sia dal punto di vista tecnico che pedagogico, perché il
bambino non solo non deve rischiare di farsi male, ma non deve neanche rischiare di essere umiliato se è un
po’ goffo e deve essere sempre motivato e sostenuto sulla possibilità di riuscire a migliorare.
La prima lezione
Quando una classe di prima elementare entra per la prima volta in palestra si sente spaesata, perché l’ambiente
è nuovo e per questo i bambini devono essere accolti con il sorriso e fatti sedere intorno a sè per fare le prima
conoscenza.
Poi si procede alla “gita in palestra”, ovvero l’esplorazione del nuovo ambiente e la spiegazione dei nomi dei vari
attrezzi e il loro utilizzo cercando di coinvolgere tutti i bambini. Mentre si cerca di far loro memorizzare i nomi
degli attrezzi, si introduce il concetto spaziale: vicino/lontano (es. tutti i bambini devono andare vicino alla
scala di corda) e sopra/sotto (es. tutti i bambini devono andare sopra le panche), dentro/fuori ( ad es. rispetto
le linee del campo di pallavolo)
Una volta conosciuti gli attrezzi è fondamentale porre delle regole, che vanno non solo spiegate ma anche motivate : 1- non si sale sugli attrezzi senza il permesso dell’insegnante 2- bisogna sempre mettere sotto i materassi necessari 3- si fa lezione in tuta e con le scarpette pulite.
Da subito si propongono esercizi di lateralità dando la prevalenza ad un lato, normalmente la destra.
Molto importanti sono gli schieramenti (in riga, in file, in cerchio e in ordine sparso), che una volta spiegati
vengono fatti memorizzare attraverso giochi che li coinvolgano attivamente.
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Posizioni fondamentali e derivate
La posizione è il “modo in cui i vari segmenti corporei sono disposti fra loro o anche in rapporto agli oggetti
esterni” (da Elementi di ginnastica correttiva di Marco Pecchioli)
Tra le posizioni fondamentali troviamo: in piedi, seduti, in ginocchio, in quadrupedia, in decubito prono, in
decubito supino, in decubito laterale, in sospensione e in verticale.
Da queste poi ne derivano moltissime di varia difficoltà, quando verranno proposte si terrà conto del livello
motorio della classe.
Posture
Le posture sono posizioni “mantenute” e per questo realizzano un effetto motorio ben preciso.
Fin dalle prime lezioni il bambino deve capire quali sono le posture corrette che deve tenere sia in palestra che
in classe, a casa o in qualsiasi altro luogo.
“Pancia in dentro, schiena dritta, testa ben fuori dalle spalle” sono tutte correzioni che devono essere ripetute
continuamente perché tali posture si perdono facilmente.
Bisogna insegnare al bambino a stare seduto a gambe incrociate o nella posizione del diamante durante l’ascolto
delle spiegazioni in palestra e ciò va ripetuto costantemente affinché diventi automatico. Ci sono delle posture
che invece vengono proposte come esercizio, ad es. il corvo per la mobilità delle anche, lo scivolamento per la
mobilità delle spalle, il diamante per la mobilità delle caviglie.
Esercizi a corpo libero
I primi esercizi a corpo libero che vengono svolti sono quelli di schema corporeo.
L’insegnante deve fare richieste precise con un linguaggio corretto, ma comprensibile ai bambini. Se è possibile,
è bene correggerli uno ad uno, proponendo inizialmente esercizi che richiedono un solo movimento (solo un
braccio o solo una gamba), per arrivare poi alla combinazione di più segmenti corporei.
La precisione del movimento è molto importante perché il bambino prende così consapevolezza del proprio
corpo, imparando a percepire e a controllare il gesto che compie.
Tra gli esercizi di schema corporeo rientrano anche gli esercizi di respirazione intrinseca e di rilassamento volontario.
Esercizi di rinforzo muscolare per la prevenzione degli infortuni
Nella scuola primaria il rinforzo muscolare e la mobilità articolare sono molto difficili da ottenere tramite esercizi analitici, perché l’insegnante è da solo mentre i bambini sono molti, morfologicamente diversi ed è impossibile diversificare gli esercizi secondo le varie esigenze.
Per questi motivi si cerca di raggiungere gli obiettivi con modalità diverse come ad esempio le traslocazioni in
quadrupedia per rinforzare gli arti superiori, le andature di passo, di corsa e di salto per gli arti inferiori e i
giochi di lotta/spinta per rinforzare gli addominali. Ovviamente si possono trovare moltissime soluzioni, creando percorsi ed esercizi sempre più intensi in base alla classe.
Il rafforzamento muscolare e la mobilità articolare sono fondamentali per la prevenzione degli infortuni in
quanto il bambino, essendo più forte e sciolto, è più preparato a reagire alle situazioni di pericolo.
Studio di elementi di pre-acrobatica
Gli esercizi di pre-acrobatica sono anch’essi fondamentali per la prevenzione degli infortuni, soprattutto per
quanto riguarda le cadute. Il bambino attraverso lo studio delle capovolte, delle verticali e della ruota, acquisisce: 1- la capacità di rotolare, utile nel caso di caduta, ad esempio, dalla bicicletta, 2- la capacità di contrarsi,
per proteggere l’articolazione coinvolta, ad esempio, negli infortuni sulla neve, 3- la capacità di ammortizzare
sulle braccia, fondamentale nel caso di una spinta e 4- la capacità di ammortizzare sulle gambe per saltare, ad
esempio, da un muretto.
Dato che il nostro obiettivo è il raggiungimento della buona salute, dovremo modulare la difficoltà degli esercizi in base alle doti del bambino e alla classe di appartenenza.
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Il ritmo
Parlando del ritmo si pensa immediatamente agli esercizi dove il tempo è scandito dal battito delle mani o dal
suono di uno strumento, come il tamburello, tutti esercizi utili e importanti.
In questa relazione però vogliamo proporvi altri tipi di esercizi, che non riguardano il ritmo solo come ripetizione di un movimento, ma anche come capacità di adeguarsi al “ritmo” del compagno, ad esempio tutti gli
esercizi con la funicella a coppie o gli esercizi al quadro svedese in gruppo.
Questi esercizi sono molto importanti perché hanno una ricaduta non solo sul piano motorio, ma anche educativo, perché abituano i bambini ad accogliere le diversità degli altri.
I grandi attrezzi
In questa relazione non affronteremo gli attrezzi uno per uno, abbiamo deciso invece di mostrarvi una lezione
a stazioni libere per valorizzare il concetto di come la palestra e i suoi attrezzi riproducano la motricità in ambiente naturale.
I bambini sono dunque liberi di scegliere l’attrezzo che desiderano ed eseguire gli esercizi che hanno studiato
insieme a noi insegnanti durante gli anni di scuola. L’insegnante è a loro disposizione ed interviene solo se
richiesto dai bambini.
Questa è una metodologia (stazioni libere) che responsabilizza gli alunni e li motiva ad un comportamento corretto e altruistico.
I bambini infatti si devono organizzare per disporre in palestra (trasportare senza farsi male, usando le tecniche
adeguate) gli attrezzi e svolgere le attività, rispettando i turni e la sicurezza.
I bambini vivono questa esperienza con gioia ed entusiasmo perché sono liberi di scegliere in quale stazione
andare, quale esercizio eseguire, liberi di chiedere aiuto all’insegnante o ad un compagno. Finalmente si
sentono protagonisti e responsabili delle proprie azioni.
I lanci
I lanci possono essere di vario tipo, dall’alto, dal basso, con uno o due braccia e si possono utilizzare palle di
diverse dimensioni e peso. Si possono fare lanci in coppia, a gruppi o da soli e sono propedeutici ai giochi presportivi.
Vale sempre la regola di adattare le proposte in base alla classe.
Un piccolo attrezzo, diverso dalla palla, molto utile nei lanci con una mano è il vortex, se viene lanciato bene
emette un suono come un fischio.
I giochi
A fine di ogni lezione viene proposto un gioco, che però non deve essere visto come una regola, ma come un
premio che la classe riceve se si è comportata bene.
Solitamente il gioco si svolge negli ultimi 10 minuti della lezione, soprattutto nelle classi del primo biennio.
Le proposte per questi bambini avranno la caratteristica di avere pochissime regole, che gli alunni dovranno
rispettare senza discussione. Poche regole permettono che la spiegazione sia rapida e di facile comprensione.
Questi giochi richiamano alcune abilità motorie che quindi vengono rafforzate anche perché proposte in un
contesto diverso dall’esercizio.
Il divertimento è della collettività, in quanto non ci sono né vincitori né vinti. Successivamente i giochi prenderanno una forma sempre più articolata, fino a diventare giochi pre-sportivi (minivolley, minibasket…).
Il gioco è importante per imparare la convivenza sociale ed il rispetto degli altri e delle regole, che vanno decise prima con tutta la classe.
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