ORO VEGETALE Energia da biomasse vegetali nell`Alta Padovana
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ORO VEGETALE Energia da biomasse vegetali nell`Alta Padovana
a cura del Li ons Club di Camposampiero e del Lions Club di Cittadella ORO VEGETALE Energia da biomasse vegetali nell’Alta Padovana Analisi realizzata da Manuele Mason e Mauri zio Sorato realizzato nel l uglio 2006 col contributo dell a Cam era di Comm ercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura di Padova 1 INTROD UZION E Studiare quali opport unità per ottenere energia da biomasse di origine vegetale nell’A lta Padovana? E’ la domanda che si sono posti il Lions Club di Camposampiero e il Lions Club di Cittadella (associazioni alquant o s ensibili al problema energetico). Girasole, s oia e mais sono colture ampiamente present i nel t erritorio dell’Alta come in alt re aree italiane dalla simile situazione agricola. La dipendenza energetica, il risparmio energetico, l’increment o dei prezzi dei combustibili fossili e la sostenibilità della produzione di energia, sono i punti alla base del rinnovat o interesse da parte degli amministratori locali e cittadini sulla possibilità di impiegare parte della produzione agricola per la produzione di energia rinnovabile. L’Alta padovana si è già dimostrata interessata ad indagare la poss ibilit à e le strat egie per la produzione energetica dalle biomas se legnose “Produzione ed uso ener getico del legno nell’azienda agricola” (AIEL – Associazione Italiana Energie A groforestali – 2005). Sulla strada già intrapresa è interessante cominciare ad indagare la possibilità di integrare la produzione di energia con altre fonti rinnovabili di origine agricola. IL PERC ORSO La cont estualizzazione della situazione energetica italiana è il punto di partenza: dalla fotografia della situazione energet ica del Paese si può comprendere quali sono le esigenze e motivazioni che attualment e st anno portando alla rivalut azione dell’impiego dei combustibili fossili e dall’opportunità rappresentate dalle fonti di energia rinnovabili. L’A lta Padovana è present ata come territ orio che consuma, ma che nello st esso tempo immagazzina energia sottoforma di colture agricole: valore energetico potenziale capitalizzat o nella sua destinazione agricola. Alcune domande sono quindi propost e: quali possibilità per il territorio di sfrutt are le proprie risorse per ott enere energia da fonti rinnovabili locali? Su quali strade approfondire l’int eress e nella sostenibilità di un sistema che integri i propri consumi con una produzione int erna di energia? ATTUALE “VALO RE” DELL’EN ERG IA Fi gura 1 2 Il problema è oramai davanti agli occhi di tutti: l’aumento costante del prezzo del petrolio (arrivato a ben 75 $ al barile, si veda Figura 1 per la serie st orica delle quotazioni del greggio da Maggio 2005 a M aggio 2006, fonte WTRG Economics) è solamente l’ultimo, in ordine di t empo, dei tanti campanelli d’allarme “suonat i” in questi ultimi anni. Le difficoltà di approvvigionamento, l’aumento dei prezzi, le emissioni di CO 2 (effetto serra) e, non ultima, l’esauribilità dei combustibili fossili sono una serie di problematiche su cui non possono essere “risparmiate” una serie di profonde riflessioni. Il problema si fa ancora più importante quando si prende in considerazione il fabbisogno di energia primaria dell’Italia (dati Rapporto Energia e A mbient e 2005 dell’ENEA ) di Figura 2: Fabbisogno di energia primaria in Italia nel 2004 Petrolio 44,5% Gas naturale Carbone 8,3% Elettrica importata 5,1% 8,6% Fonti rinnovabili Fi gura 2 33,5% Come si vede chiaramente, quasi l’87% dell’energia prodott a in Italia ha origine dai combustibili fossili (8,6% carbone, 33,5% gas, 44,5% derivati petroliferi), solamente l’8,3% da fonti di energia rinnovabili e la restant e parte (5,1%) da importazioni es tere. L’Italia, inoltre, è un paese che non presenta quantità considerevoli di combustibili fossili ed è costretta ad importare dall’Estero la maggior part e delle “materie prime” necess arie a produrre energia. Per quest o motivo, siamo un paese es tremamente sensi bile e dipendente da ciò che avviene nel mondo. In modo particolare negli ultimi anni abbiamo assistito: • all’aumento della domanda di combustibili fossili (specie nei paesi emergenti tipo Cina, India, ecc.), l’apprezzamento dell’Euro sul Dollaro, l’incert ezza geopolitica in alcuni st ati produttori (Nigeria, M edio Oriente, ecc.) che hanno provocat o un forte aument o nel prezzo soprattutto del petrolio e del carbone; • all’aumento esponenziale della domanda di gas metano ha creato nell’inverno appena trascorso grandi difficoltà di approvvigionament o (sopratt utto nelle importazioni di gas dalla Russia); • alla diminuzione consist ente delle “riserve” mondiali di combustibili fossili. Da secondo, ma non da ultimo, dal punto di vist a ambientale, c’è il fatto che i combustibili fossili contribuiscono in maniera significativa all’effetto s erra: “cospicue” sono le att uali emiss ioni di CO 2 nell’atmosfera (in aumento visto il proporzionale incremento nei cons umi di energia) e l’esigenza di essere in linea con il Prot ocollo di Kyoto (figura 3, font e). 3 EMISSIONI DI CO2 IN ATMOSFERA 1000 840 1000 750 900 800 700 600 Em iss ion i di CO2 (g /kWh) 400 500 400 300 28 200 60 20 8 100 0 Carbo ne Oli o co mbu stibil e Gaso li o Ce ntrali a gas Idro elettric o B io masse Energi a eo li ca Fo to vo ltai co Fo nti e ne rge tich e Fi gura 3 Tutto ciò appena detto, non fa altro che sott olineare come sia giunta l’ora di iniziar a fare qualcosa di concreto per limitare gli effetti negat ivi prodotti dal massiccio utilizzo di petrolio, carbone e gas. Facciamo prima una necessaria premessa. Va dett o che è impossibile eliminare l’immane contribut o energetico ottenuto con l’utilizzo dei combustibili fossili: al più si può arrivare ad una piccola limitazione nel loro utilizzo. Detto quest o la prima e necessaria azione da intraprendere è incentivare lo sfruttament o delle fonti di energia rinnovabili che in Italia, come visto più sopra in Figura 1, si ferma all’8% (ampiamente al di sotto della media Europea). A l momento (si veda figura 4, dati EN EA ) la maggior parte dell’energia elett rica prodotta da fonti rinnovabili proviene dall’idroelettrico (76,75%), il 9,76% dalla geotermia, il 10,12% da biomasse e rifiuti solidi urbani, il 3,32% dall’eolico e infine lo 0,05% dal fot ovoltaico. Produzione di elettricità per fonte rinnovabile. Italia 2004 76,75% 10,12% 3,32% 0,05% Figura 4 9,76% Biom asse e rifiuti urbani Eolico Fotovoltaico Geotermia Idroelettrico Come si vede chiaramente, il settore idroelettrico è di gran lunga il settore più “sfrutt ato” in It alia soprattutto grazie ai diversi impianti sit uati sulle Alpi. Il cont ributo energetico delle altre fonti di energia rinnovabile è, invece, ancora 4 piuttosto limitato: il compito da portare a termine nei pros simi anni sarà appunt o il cercar di sfruttare maggiormente queste fonti alternative (geotermia, biomasse, eolico, ecc.) via via sempre più conto delle peculiarit à di ciascun territorio. A d es empio, biomasse vegetali in pianura, legnose nella stessa pianura e in montagna, eolico nelle zone più ventose della penisola (specie al sud), ecc. . FON TI RINNOVABILI MA NON SOLO La seconda import ante azione consiste nel promuovere il risparmio energet ico. Sembra impossibile, ma anche compiendo delle semplici azioni quotidiane (spegniment o dei pulsanti di standby di TV, D VD ecc.) s i possono avere interessanti risparmi in termini di kilowattora e euro. Anche l’U nione Europea è sensibile a quest o. A tal fine, riport iamo in Figura 5 una tabella (dati U E appunt o) dove vengono indicat i i risparmi energetici annuali possibili in un’abit azione. Type of Equipment Old TV Set** New TV Set* DVD VCRs Old VCRs N ew* Hi- Fi system Hi- Fi system new* AD SL modem** Set Top Boxes** PC ( soft off - mode)** Printer (sleep mode) External Power Suppl y Micr owave Oven Total (W orst case and W ith 5 external power supplies, one new and one old TV) St andby Annual Energy Annual Energy Consumpt ion Consumption Cost ( €) 6W 43.6 kWh 5,6 2W 14.6 kWh 1,9 2W 17.5 kWh 2,3 8W 70.0 kWh 9,1 3W 26.0 kWh 3,4 3W 26.0 kWh 3,4 1W 8.7 kWh 11,4 2 W to 10 W 73.0 kWh 9,5 5 W to 20 W 146.0 kWh 19 1 W to 5 W 36.5 kWh 4,7 2 W to 10 W 87.6 kWh 11,4 0.2 W to 2 W 17.5 kWh 2,3 2W 17.5 kWh 2,3 81 W 646.8 kW h 84 * standb y p ower re duction due to Voluntar y C ommitment by Europe an Trade Associ ation EIC TA ** 20 hours per day in standb y Fi gura 5 In casa, dunque, s i potrebbero risparmiare quasi fino a 650 kWh all’anno di energia. E se moltiplicassimo quest o valore per il numero di famiglie italiane (circa 20.000.000), otterremmo un ipotetico valore di 13.000 G Wh (13 miliardi di kWh): non male come risparmio energetico, no? E’ solo un’ipotesi, ma se anche solo qualche migliaio di famiglie agissero in tal s enso, il risparmio di energia sarebbe molto consist ente. Tutto quest o per dire che lo sviluppo energet ico futuro dell’Italia non deve pass are solo da un incremento degli investimenti nelle rinnovabili ma anche da un cospi cuo e sentito risparmio energet ico. LA S ITUAZION E AGRIC OLA DEL TERRITORIO Come già ampiamente accennato in precedenza, l’obiettivo di quest o lavoro è valutare la poss ibilit à di ottenere energia nell’Alta Padovana da alcune colture cerealicole (nello specifico il mais) e semioleaginose (soia e girasole). Puntare su questa tipologia di colture significa: 5 • sfruttare i maggiori “immagazzinatori” di energia solare presenti in natura; • la combust ione di mass a vegetale non comport a l’aumento dell’emissione di anidride carbonica in quant o il carbonio che si sprigiona bruciando è quello assorbit o durant e la vita della pianta; Vantaggi non da poco, che ci possono far ragionare sulla possibilità di utilizzare quest e piante anche a fini energetici (dato che attualmente sono destinate quasi es clusivamente ad uso alimentare). A t al fine, (figura 6) rappresentiamo la diffusione di queste colt ure nell’Alta per numero di ettari coltivati (CCIAA di Padova, 2005). Ettari Alta Pad ovan a M ais Fru m en to 20.000 Orzo 3.000 Se m i o leo si (s oia 99 % , giraso le 1% ) 40 0 2.400 Figura 6 Il mais è di gran lunga la coltura più diffusa (20.000 ha su un t otale di 39.000 ha di Superficie Agricola Utilizzabile) seguito dal frumento (3.000 ha), semi oleosi (soia 2.370 ha, girasole 30 ha), orzo (400 ha). Tralasciando frument o ed orzo (cereali che potrebbero comunque essere utilizzati per produrre, ad esempio, il bioetanolo) concent riamo la nostra attenzione su MAIS, SOIA e GIRA SOLE. N ella tabella seguente (figura 7) indichiamo la produzione annuale ottenuta con questi seminativi (MIPAF, 2005) COLTURA M ais Soia G irasole S uperficie coltivata (ha) 20.000 2.370 30 Resa media (t/ha) Produzione totale (t) 10,0 200.000 3,9 9.243 3,2 96 Figura 7 Si not a chiaramente come il mais giochi un ruolo da protagonista nelle colture dell’A lta padovana, sia in t ermini di ettari coltivati che resa per ettaro. Soia e soprattutto girasole, invece, sono molto meno diffuse. Ciò non vuol dire, come vedremo, che non ne poss ano essere incrementate le colt ure a fine energetico nel futuro. In seguito, coltura per coltura daremo una descrizione dei possibili impieghi energetici. IL MAIS E’ la coltura ampiamente più present e nell’area (si veda figura 8 MAIS/Superficie a seminativi %) e per quest o ha la filiera di approvvigionamento già ben radicat a. 6 Figur a 8 Come utilizzare parte del mais presente nell’Alta a fini energetici? Per cominciare, dobbiamo dire che la granella di mais, ha un pot ere calorifico molt o elevato (5.000 kcal/kg) addirittura s uperiore a quello del gas metano e di altre biomasse legnose (pellet, legna, cippato) e per questo viene già ut ilizzato come combustibile in alcune st ufe e caldaie domest iche a mais (CORRADI di Caselle di Sommacampagna VR) o a mais più pellet (PUROS di Resana TV). A tal proposto, si veda ora quest’interessante risultat o: 2 ESEM PIO DI VA LUTAZION E ECONOMICA PER UN’A BITAZION E DI 200 m In questa piccola scheda proponiamo un esempio di confronto economico tra diversi combustibili (i principali combustibili fossili e alcune biomass e) per riscaldamento ed 2 acqua sanit aria. Per ottenere i 45.000 kWh/anno necessari in un’abitazione di 200m per ris caldament o ed acqua s anitaria e tenendo in considerazione i poteri calorifici (fonte Manuale dell’ingegnere meccanico, 2005), i fabbisogni energetici annui e gli attuali costi di mercat o dei combustibili otteniamo (figura 9): C ombustibile Potere Fabbi sogno cal orifico energetico 6.000 kcal/l 6.450 litri/anno 10.000 kcal/l 3.870 litri/anno 8.200 kcal/mc 4.718 mc/anno 4.450 kcal/kg 8.695 kg/anno ardere 3.300 kcal/kg 11.725 kg/anno 5.000 kcal/kg 7.738 kg/anno Costo unitari o G PL GASOLIO M ETANO PELLETS LEGNA da MAIS 0,98 1,10 0,68 0,24 0,13 0,12 7 €/litro €/litro €/mc €/kg €/kg €/kg S PESA € € € € € 6.321 4.257 3.208 2.087 1.524 € 929 Figur a 9 A parità di pot ere calorifico richiesto per soddisfare la richiesta di calore, il mais presenta il cost o di acquisto più basso come combust ibile, seguito dalla legna da ardere e il pellets. La spesa relativa al combustibile, deve success ivament e essere considerata comunque in funzione anche del costo di acquisto delle specifiche caldaie. Attualment e i prezzi relativi a quest e caldaie presentano una forbice di valori molt o ampia. Diverse fonti affermano che, con una buona pianificazione degli approvvigionament i e un’accurata progett azione impiant ist ica, le biomasse pos sano es sere considerate un investimento sicuro se confrontate con i combustibili fossili t radizionali quali gas metano, GPL e gasolio. U n altro risultat o interessante emerge dal seguente esempio: CONFRONTO IPOTETICO tra l’impiego di GAS M ETANO –vs - MAIS N ell’Alta Padovana il cons umo di gas per uso domestico e riscaldament o è di circa 1.100 metri cubi per abitante (MAP, 2004). La popolazione dell’Alt a al 2004 (ISTAT) è di poco superiore ai 260.000 abit anti. Facendo un rapido cont o il fabbisogno di met ano dell’area è di 286.000.000 di metri cubi (pari a circa 2.345 miliardi di kcal annue e corrispondenti a 2.730 GWh annui ) . Vist o che il gas metano ha un cost o di circa 0,68 euro al metro cubo, la spesa globale è di circa 195 milioni di Euro. G iocando con i numeri possiamo fare lo stesso ragionamento col mais. Come già visto in precedenza, l’attuale produzione dell’Alta è di circa 200.000 tonnellate. Il prezzo di mercato della granella è di 120€/t, quindi un valore potenziale di 24 milioni di euro. Se, per assurdo, bruciassimo tutt o questo mais riusciremmo a soddisfare poco meno della metà del fabbisogno dell’Area (le 2.345 miliardi di kcal annue o 2.730 G Wh annui). Infatti, per “s oddisfare” t utti gli abit anti servirebbero più di 460.000 t onnellat e di mais, con un costo non cert o inferiore ai 55 milioni di €. U na bella differenza: utilizzando solo mais spenderemmo poco più di un terzo rispetto al metano (55 contro 195). A l di là dei numeri appena “dati”, ci si rende conto che la valut azione delle potenzialità energetiche recuperabili a livello locale possono essere molte. Quello che allo stato att uale manca è la valut azione sui reali impieghi: dalle tecniche agronomiche sostenibili dal punt o di vista ambientale, energetico ed economico alle t ecnologie di conversione energetica delle biomasse. A lcune filiere sono studiate da anni e le strategie di impiego cominciano ad essere mature e vincenti (vedi ad esempio il cippato del legno), altre filiere sono 8 ipoteticament e valide sulla carta, ma necessitano di approfondimenti in grado di verificare la fattibilità di strategie vincent i per l’impiego energetico delle biomas se sia per il territorio (aspetto sociale ed ambientale) che per il lato economico (reddit o imprenditori agricoli e produttori di energetici). Proviamo ora ad impost are un ipot etico confront o energia elettrica – mais (figura 10): Energia Prezzo Consumo di energia elettrica annuo 1.550.000.000 0,160 €/kWh A lta Padovana (www.t erna.it) kWh/anno Energi a elettrica “pot enziale” 1.163.000.000 0,047 €/kWh kWh/anno ottenuta bruciando le 200.000 t onnellat e di mais (pot ere calorifico 5.000 kcal/kg) presenti nell’Alta Padovana Spesa (€) 248.000.000 55.000.000 Fi gura 10 Se bruciassimo t utto il mais prodott o annualment e riusciremo a coprire più dei due t erzi dell’energia elettrica ut ilizzata… e usufruiremo di un grossissimo risparmio economico…non male no? A nche questo è solo un esempio, magari anche molt o lontano dalla realt à, ma dà l’idea di quanto potrebbe ess ere import ante sfrutt are ed incentivare la possibilità di ut ilizzar ris orse energetiche diverse. D ett o questo, c’è da dire, però, che non ci sono ancora applicazioni indust riali (a cui potrebbero essere int eressate industrie e pubbliche amministrazioni) perché la granella di mais bruciata present a una serie di problematiche. Nonostant e questo, l’UNICON FO RT di San M artino di Lupari (PD) crede nello sviluppo di una nuova t ecnologia e, a t al fine, cerca dei part ner adatti a raggiungere lo scopo (Intervista A). U n altro possibile utilizzo consiste nell’impiegare l’amido della granella di mais per farne bi oetanolo (un biocarburant e succedaneo alla benzina). Quest a strada è, comunque, difficilment e percorribile visti gli ingenti cost i di investimento per gli impiant i di trasformazione ed il suo prezzo di mercat o ancora superiore a quello del pet rolio (Intervista B). U n’ultima, ma non meno important e opportunit à offerta dalla pianta del mais è sfrutt are il trinciato di mais (ottenut o tagliuzzando la pianta intera, nel momento in cui la pannocchia è allo st ato ceros o ovvero quando il chicco è ancora abbast anza morbido da pot erlo spezzare semplicemente con l'unghia) per ottenerne bi ogas attraverso il processo di gas sificazione. D alla combust ione del biogas si possono ott enere per cogenerazione energia t ermica ed energia elet trica. Divers i sono gli impianti in Italia ed Europa che funzionano (o iniziano a funzionare) a silomais. N ella provincia di Padova, non c’è ancora niente di simile anche s e a Campos ampiero (PD) è st ato costruit o un impianto a biogas aliment ato dall’umido della raccolta differenziata e delle fognature. N ello schema di sint esi seguent e (figura 11) si schematizza tutt o ciò appena proposto. 9 MAIS COMBU STIO NE GRANELLA MAIS BIOETAN OLO ENERGIA TERMICA ENERGIA ELETTRICA BIOGAS ENERGIA TERMICA BIO CARBURANTE ENERGIA ELETTRICA Fi gura 11 I S EMI OLEOS I (Soia e Girasol e) N ell’Alta Padovana la diffusione di Soia e G iras ole è ancora piuttost o limitata (soia 2.370 ett ari, girasole solamente 30). Si riporta (figura 12 e figura 13) il rapporto tra Soia/superficie a seminativi (%) e il rapporto t ra girasole/superficie a seminat ivi (%) comune per comune: M a perché la coltivazione di piante semi oleaginose è ancora così limitata e quella del mais così diffusa? Più che per una questione di resa per ettaro (il mais ha una resa ben t re volte superiore rispetto a quelle della soia e del giras ole, si veda figura 7) per dare una rispost a al quesito preposto dobbiamo pens are alle caratt eristiche del t erritorio dell’A lta Padovana. L’area di interesse present a suoli generalmente fertili e ricchi in acqua: caratt eristiche es senziali per la coltura del mais. Soia e girasole, invece, si sanno adattare meglio in situazioni di terreni “poveri” e con scarsit à d’acqua. Ciò non vuol dire che non si possano incrementare le coltivazioni di queste piante semi oleaginos e nel t erritorio (Intervista C). 10 Fi gura 12 Figur a 13 D ett o questo, diamo ora una breve rassegna dei possibili utilizzi a s copi energetici di quest e colture. Schematizziamo prima il tutto, si veda figura 14: Semi di SO IA e GIRA SO LE Fi gura 14 ALIMENTAZIO NE ZOOTECNICA SPREMITURA COMBUSTIONE OLIO VEGETA LE PURO COM BUSTION E PANN ELLO BIODIESEL ENERGIA TERMICA CARBURANTE ENERGIA ELETTRICA CALD AIE 11 PURO O M ESCO LATO CON IL GASOLIO CARBU RANTE U n ettaro seminato a Soia e uno a Girasole hanno mediamente una resa media di 39 e 32 quintali per ettaro (dati relazione progetto PROBIO, 2005). Una volta raccolt i i semi c’è da effettuarne la spremitura (la BRACCO S.r.l di Bagnatica BG produce una vast a gamma di frant oi di diverse potenze e dimensioni). Dalla spremitura si ottiene un 30-35% di olio vegetale puro, un 10% va perso e il restante 55-60% un pannello ad alto valore prot eico che può ess ere utilizzat o nell’aliment azione zoot ecnica. L’olio veget ale puro ott enuto può essere utilizzat o a fini energet ici principalmente in t re modi: • con la combustione s i possono alimentare impianti di cogenerazione per ottenere energia elettrica (con possibilità di immettere l’energia nella rete nazionale) e/o energia termica (riscaldamento o, eventualmente, teleriscaldamento). Un progett o del genere, ad esempio, è tra gli ass et strat egici dell’Int esa Programmat ica d’Area (IPA) dell’U nione Comuni del Camposampierese; • biodiesel. Il biodiesel è ottenuto attraverso un processo industriale facendo reagire l’olio veget ale con un alcool (il met anolo) attraverso una reazione chimica detta transesterificazione. Il biodiesel nasce come biocarburante (in s ostituzione del gasolio o miscelato con esso in diverse percentuali) o anche per l’alimentazione di caldaie. • puro (su mot ori modificati) o mescolato al gasolio in percentuali variabili può venir ut ilizzat o come carburante. A d esempio Malachin Basilio nella sua azienda di Albignasego (si veda appendice) ha fatto funzionare il suo trattore con una miscela format a al 40% da olio girasole e al 60% gasolio. COLTIVAZION I A CON FRON TO Per concludere la nostra breve rassegna e per sollecit are una serie di ulteriori riflessioni, focalizziamo l’att enzione su quelli che sono, al momento, i principali vant aggi/svantaggi delle colt ure che sono state oggett o d’analisi in questo testo. MAIS - vantaggi: • la sua filiera di approvvigionamento è ben radicata nel t erritorio dat o che viene allevat o da anni; • s i adatta benissimo alla tipologia di territ orio dell’ALTA (fert ile e ricco d’acqua); • è già presente in grandi quantità sul t erritorio; s vantaggi : • s ono ancora molt i i quesiti apert i sulla convenienza della sua filiera energetica. SOIA E GIRAS OLE – vantaggi: • minori esigenze di acqua e di aver terreni fert ili rispetto al mais; • s ono già s tati fatt i diversi studi sulla reddività della filiera energetica. s vantaggi: • la filiera di approvvigionament o sarebbe tutta da costruire. 12 BIBLIOGRAFIA CCIAA Padova, 2005. Dati del 5° C ensimento italiano dell’agricoltura (2000). EN EA, 2005. dati Rapporto Energia e Ambiente 2005 dell’ENEA. MIPAF,2005.Resa media dei seminativi per ettaro. www.agri colturaonli ne.gov.i t MAP, 2004. Consumi di gas ad uso domestico e ri scaldamento nella provincia di Padova. ISTAT, 2005 Popolazione residente al 2004. http://demo.istat.i t WTRG Economics, Andamento del petrolio, 2006. TERNA, 2005. C onsumi di energia elettrica. www.terna.it UE, 2005, Ri sparmi energetici, 2005. Practi cal Handbook of Photovoltaics: Fundamentals and Appli cations, ELS EVI ER OXFORD , 2003. Manuale dell’ingegnere meccani co. edizione Hoepli. 2005. APPEND ICE Intervista A INTERVISTA A UNICON FORT (produttori di caldaie a biomass a legnosa): “E’ possibile produrre caldaie a m ais?” “Siamo disposti a collaborare se si trovano partner per sviluppare questa tecnologia” ha detto il dottor Zinetti (UNICON FORT). Uniconfort, infatt i, una volta trovati i partner sarebbe disposta a incaricare i propri tecnici-progettisti a realizzare un impiant o ed accollarsi le spese di progettazione-realizzazione nonostant e la ricerca fatta sulle caldaie a mais sia ancora in pieno sviluppo soprattutto per le problematiche qui di seguit o riportat e: • Tanta cenere prodott a nella combustione che può vetrificare producendo il K linker; • Possibilità di corrosione della caldaia con la combustione del mais (è success o in un impiant o austriaco dopo 6 mesi dalla realizzazione; • Per evitare elevate emissioni di CO 2 la combustione deve avvenire sui 500° anziché i 100° necessari per alt re biomasse (tipo legno); • Problema “etico” del vedere il mais come combustibile piutt osto che alimento. Zinetti ha poi valutat o in un 40% in più il cost o delle caldaie a mais rispetto a quelle a cippato. 13 Co mme nto [ SG1]: recupe ra tito lo documento INTERVISTA B Alcune note sugli impianti a mai s per bioetanolo L’ut ilizzo più semplice e diretto per utilizzare il mais come fonte rinnovabile è quello di produrre bioet anolo. La produzione è di circa 365 litri per ton di granella (anche se ut ilizzando processi più complessi si può arrivare sino a 385 litri). Il costo è di circa 0.35 € per litro di etanolo prodotto. Il consumo di energia dell’impiant o (energia elett rica e vapore) è di circa 12,5 MJ per litro di etanolo prodotto. Il bilancio energetico dell’impianto è positivo: s olit amente per unità di energia consumata vengono prodotte circa 1,65 unità di energia (in t ermini di pot ere calorifico di etanolo). I costi d’impianto dipendono da divers i fattori. A titolo di esempio, negli Stati Uniti, un impianto da 50 000 t/anno di etanolo richiede un investimento di circa 25 milioni di euro; per una produzione di 100 000 t/anno il costo d’impiant o è di circa 45 milioni di euro. La produzione di bioetanolo comporta anche il vantaggio che sono cont emporaneamente prodott i anche mangimi ad alto contenut o proteico per uso animale che possono essere commercializzati. La produzione di tali mangimi, detti DDG S (dried distillers grain with solubles), è circa pari in peso a quella dell’etanolo prodotto. Infine, vale la pena ricordare che per impiant i di grandi dimensioni può essere conveniente prevedere anche un impianto di gassificazione o combustione dei residui agricoli per produrre energia. I residui del mais (gambo e quanto resta nel campo) hanno un potere calorifico di circa 17 M J/kg. La mas sa dei residui ammonta circa a 1 kg per 1 kg di granella (tutto su base secca). Ing. Fabrizio Bezzo e Prof. Alberto Bertucco D ip. di Principi e Impianti di Ingegneria Chimica (DIPIC) – U niversità degli Studi di Padova 14 INTERVISTA C INTERVISTA A MALACHIN BASILIO (IMPRENDITORE AGRICOLO D I ALBIGNASEGO) • Come sperimentazione: colt ivati quattro ettari a girasole (2 a giras ole t ardivo e 2 a precoce) piantati ad aprile 2005 e raccolt i a settembre. • Prodotti 28 quintali ad ett aro con il precoce (56 in totale), 35 con il tardivo (70 in totale). Parte del raccolt o è ancora immagazzinat o per mancanza di att rezzat ura per la spremitura. • Con i s emi si fanno, un 30-35% di olio, un 10% va perso, e il rest ante 55-60% un pannello al alto valore proteico (prot eine 30%) per l’alimentazione dei bovini che ha un valore di mercato di 40 € al quintale. • L’olio vegetale prodott o, può es sere utilizzato come carburante anche puro in alcune tipologie di tratt ori. In generale, comunque, può essere utilizzat o direttamente facendone un mix con il gasolio (60% gasolio, 40% olio). Esso ha poi una resa del circa 50% inferiore rispett o al gasolio ma un 50% meno inquinant e. • Può essere utilizzato per fare energia da vendere all’Enel • Se vengono utilizzati alcuni impianti di spremit ura specifici l’olio di girasole può essere ut ilizzato per l’aliment azione. • Trovata la collaborazione con altri 10 imprenditori agricoli della Bassa per aumentare la superficie coltivata a girasole e per fare sistema (40 Ett ari) cercando di acquistare una spremitrice ed eventuali generatori di elettricità. • Accordo con l’impresa di Roncon (raccoglitore di biologico) per vendere i semi di girasole a 28 € per quint ale nel caso non si riescano ad acquistare le att rezzat ure necessarie alla spremitura invece che i 16-17€ (prezzo industriale) • Roncon vuole fare energia per la propria azienda e per questo và a comprare i semi di girasole dagli agricoltori per ottenerne olio e farne riscaldament o ed energia. • Cercare di coinvolgere e sensibilizzare sulla questione il maggior numero di persone possibile in special modo i piccoli imprenditori agricoli. Si ringrazia per la revisione e la collaborazione il Professor Stefano Bona del D ipartimento di Agronom ia Ambientale e Produzioni Vegetali dell’U niversità di Padova. 15