Bettella - Unindustria Treviso
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Nigeria – Country Presentation Opportunità di business e di investimento per le imprese venete Strategie di accesso e strumenti offerti dalle normative locali e internazionali Studio Rödl & Partner, Padova Avv. Eugenio Bettella Unindustria Treviso Piazza delle Istituzioni n.11, Treviso 8 luglio 2014 © Rödl & Partner 08.07.2014 Sommario 01 Africa 02 Nigeria 03 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals 04 Highlights © Rödl & Partner 08.07.2014 2 Sommario 01 Africa 02 Nigeria 03 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals 04 Highlights © Rödl & Partner 1.1 Informazioni generali 1.2 Trade Facilitation Reforms 1.3 Principali organizzazioni regionali: ECOWAS 1.4 Progetti di integrazione continentale: Tripartite Free Trade Area 1.5 Opportunità di investimento 08.07.2014 3 1.1 AFRICA: informazioni generali Situazione politica stabile nella maggior parte dei Paesi dell’African Union (54). Focolai di protesta localizzati, ma contenuti e controllati dai governi. Politiche anticorruzione adottate dai governi al fine di attirare investimenti stranieri; in particolare, nel settore doganale vengono adottati standards uniformi per accrescere la trasparenza nelle operazioni di import/export. Rischio investimento ridotto: gli indici SACE del rischio di credito, di regolamentazione e di violenza politica (ranking≤75/100), nonché gli indici O.C.S.E. (ranking≤6/7), che prendono in considerazione anche la situazione economica e finanziaria del Paese destinatario, evidenziano 9 Paesi di particolare interesse (Nigeria, Ghana, Angola, Mozambico, Kenya, Camerun, Tanzania, Uganda e Zambia). Gli IDE (investimenti diretti esteri) nel 2013 sono aumentati rispetto all’anno precedente: + 6,8% (Global Investment Trands Monitor - gennaio 2014); nella decade 2003-2012 il totale degli investimenti esteri è passato da USD 18 bn. a USD 56.6 bn. (African Development Bank). Lo sviluppo economico degli Stati Africani è certamente da ricollegarsi ad una crescente stabilità politica oltreché al consolidamento dei principi democratici, come evidenziato anche dal grafico sopra riportato © Rödl & Partner Significativa progressione della partecipazione della componente femminile all’economia, con prevalente inserimento nel settore del commercio e dei servizi (Woman in Trade in Africa - World Bank Report). 08.07.2014 4 1.1 AFRICA: informazioni generali 1.1 AFRICA: informazioni generali Superficie: ca. 30.000.000 km2 Popolazione (World Population Review - 6 dicembre 2013): • ca. 1,069 miliardo di abitanti • in aumento fino a 1.900.000.000 persone entro il 2050 • oltre 50 centri urbani con più di 1 milione di abitanti • il 36,8% della popolazione vive in aree urbane; entro il 2020, le stime prevedono un incremento al 70% del medesimo dato percentuale Crescita annuale demografica: ca. 2% Lagos – slum and skyscrapers © Rödl & Partner 08.07.2014 5 1.1 AFRICA: informazioni generali 1.1 AFRICA: informazioni generali © Rödl & Partner 08.07.2014 6 1.1 AFRICA: informazioni generali 1.1 AFRICA: informazioni generali PIL: USD 1,03 tn. (Economic Commission for Africa – Economic Report on Africa 2012) • In crescita del 4,8% nel 2013 e stimato al +5,1% nel 2014 (Economic Report on Africa 2013); • Entro il 2020 il PIL africano è previsto raggiunga gli USD 2,6 tn. con corrispondente rapida e progressiva crescita della middle-class (spesa in beni di consumo prevista in USD 1,4 tn. – McKinsey Forecasts). Struttura del PIL • I settori che contribuiscono maggiormente alla formazione del PIL sono quelli dell’industria mineraria/estrattiva e dell’agricoltura con significative variazioni da Paese a Paese. Ulteriori settori in crescita sono quello energetico e quello delle infrastrutture (trasporti, comunicazioni, e servizi collegati) sostenuti da politiche governative per lo sviluppo. • I governi di molti Paesi promuovono politiche volte a diversificare le loro economie interne, al fine di ridurre la dipendenza dalle commodities, il cui prezzo è variabile a seconda dell’andamento dei mercati finanziari. Distribuzione della ricchezza • La percentuale della popolazione nella fascia di estrema povertà (al di sotto di USD 1,25/giorno) raggiungerà il 35,8% nel 2015. © Rödl & Partner 08.07.2014 7 1.1 AFRICA: informazioni generali 1.1 AFRICA: informazioni generali Inflazione • Tasso inflazione (% media Paesi) ridotto nel nuovo millennio da ca. 45% (1990s) a ca. 5.5% (2013). Attualmente il tasso rimane stabilmente sotto controllo (Financial Times Report-Africa Business Brief 24.03.2014). • L’abbassamento dei prezzi dei beni di consumo contribuirà a mantenere la bilancia dei pagamenti negativa nella maggior parte dei Paesi africani (soprattutto fra i non produttori di petrolio - International Monetary Fund Growth Previsions, ottobre 2013). African Stock Exchanges - 2013 • Nigeria (Lagos) +26% • Wall Street +15% • Tokyo +17% © Rödl & Partner 08.07.2014 8 1.2 AFRICA: Trade Facilitation Reforms Customs Clearance • Per la crescita economica del Continente, è imperativo accelerare le procedure doganali e semplificarle, seguendo gli standards internazionali R.K.C. (Revised Kyoto Convention) promossi dalla W.C.O (World Customs Organisation ): – trasparenza e prevedibilità delle procedure; – standardizzazione, riduzione e semplificazione delle dichiarazioni da presentare rispetto a settori merceologici affini nonché dei documenti da presentare a supporto; – informatizzazione delle procedure; – coordinamento con agenzie doganali dei Paesi limitrofi / dei Paesi che registrano maggior volume di scambi commerciali (esempio virtuoso del porto di Durban, Sudafrica). Duties & Tariffs • Politiche di armonizzazione delle imposte all’importazione e all’esportazione fra i Paesi membri delle differenti regioni economiche in cui è suddiviso il continente; • Politiche di abbattimento dei costi legati ai trasporti interni; • Il “Corridoio settentrionale” - Africa’s Northern Corridor (1.700 km) - collega Kigali (Rwanda) al porto di Mombasa (Kenya), passando per l’Uganda; fra le politiche legate a questo progetto infrastrutturale vi è stata anche la rimozione di tutti i pre-esistenti 26 roadblocks e l’istituzione di un O.S.B.P. destinato ai controlli doganali, che saranno progressivamente effettuati con formalità elettroniche ed automatizzate. © Rödl & Partner 08.07.2014 9 1.2 AFRICA: Trade Facilitation Reforms Transport Infrastructure Implementation • L’African Development Bank ha destinato nel quinquennio 2008-13 ca. USD 12 bn. allo sviluppo di infrastrutture regionali quale forma di investimento per lo sviluppo del commercio nei Paesi membri dell’A.U. • Il Rolling Play and Budget Propal per il 2014-16 propone la seguente ripartizione dei finanziamenti per Indicative Operations Programs (IOPs) fino al 2022. © Rödl & Partner 08.07.2014 10 1.4 AFRICA: AFRICA: principali principali organizzazioni organizzazioni regionali regionali 1.3 ECOWAS (Economic Community of West African States) La Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale un’organizzazione istituita il 28.05.1975 con il Trattato di Lagos. è • Stati membri: Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Togo. • Superficie: 6,1 milioni km². • Popolazione: ca. 340.000.000 abitanti (2013). • PIL regionale: ca. 700.000 billion (2013). • Organi principali: Conferenza dei Capi di Stato e di Governo; Consiglio dei Ministri; Segretariato; Commissioni teoriche; Tribunale (con il compito di dirimere le controversie legate all'applicazione del trattato istitutivo); ECOWAS Bank for Investment and Development (EBID). Obiettivi: • creazione di una zona di libera circolazione di merci (Trade Liberalisation Scheme) e persone (abolizione di visti, creazione dell’ECOWAS Travel Certificate e dell’ECOWAS Passport), in vista di una successiva unione economica; • cooperazione monetaria (West African Monetary Institute – WAMI – con sede ad Accra) e finanziaria (con l’introduzione dell’ECOWAS levy, ossia un’imposta dello 0,5% sull’importazione di beni originari da Paesi nonECOWAS); • miglioramento della rete dei trasporti (finanziamento alla costruzione della West Africa highway network da Lagos a Nouakchott e da Dakar a N’djamena) e delle telecomunicazioni (Intelcom I e II); • sfruttamento razionalizzato delle risorse energetiche e minerali (finanziamento del West African Gas Pipeline Project tra Ghana, Togo, Benin e Nigeria e creazione del West African Power Pool). © Rödl & Partner 08.07.2014 11 1.3 AFRICA: principali organizzazioni regionali ECOWAS (Economic Community of West African States) Nel gennaio del 2006, a Niamey (Niger), il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo dell’ECOWAS ha adottato una decisione diretta a introdurre l’ECOWAS Common External Tariff (CET), vale a dire una tariffa doganale comune tra i Paesi membri di tale organizzazione internazionale. Secondo le dichiarazioni del delegato della Commissione, Mr. Kwakye, in occasione del 7°ECOWAS Trade Fair tenutosi ad Accra il 4 novembre 2013, la CET, la cui entrata in vigore veniva inizialmente prevista il 1°gennaio 2014, non verrà applicata che a partire dal 1°gennaio 2015. L’istituzione dell’ECOWAS Common External Tariff si basa sulle previsioni dell’art. 3 del Trattato ECOWAS, secondo il quale l’ECOWAS promuove “la cooperazione e l’integrazione, al fine di costituire un’unione economica nell’Africa dell’Ovest”, e per giungere alla realizzazione del mercato comune può “adottare una tariffa doganale esterna comune e una politica commerciale comune nei confronti di Paesi terzi”. La decisione del 2006, che prevedeva inizialmente l’introduzione di 4 aliquote di dazi doganali comuni, è stata successivamente modificata con la previsione di un quinto livello. Ad oggi lo schema della CET è basato su 5 categorie di beni, sottoposti a diverse aliquote di dazi doganali: • 0% sui beni di assoluta necessità; • 5% sui beni di prima necessità e sui materiali non lavorati; • 10% sui beni qualificati come “intermedi”; • 20% sui beni di consumo; • 35% su specifici beni necessari per lo sviluppo economico. © Rödl & Partner 08.07.2014 12 1.3 AFRICA: principali organizzazioni regionali ECOWAS (Economic Community of West African States) Lo schema di liberalizzazione delle aliquote coinvolge le seguenti categorie di prodotti: • Prodotti non trasformati, quali ad es. animali, piante, prodotti minerari, materie prime che non sono state sottoposte ad alcuna trasformazione industriale; • Prodotti artigianali e locali, quali ad es. utensili; • Prodotti trasformati, in base al seguente schema: - Local content: prodotti realizzati interamente nello Stato membro con almeno il 60% di materia prima locale; - Changing in Tariff classification: prodotti non interamente realizzati negli Stati membri ma realizzati attraverso l’uso esclusivo di materiali che sono classificati sotto un diverso codice di nomenclatura rispetto al prodotto finito; - Value Added: prodotti non realizzati interamente nello Stato membro in cui comunque la lavorazione, realizzata localmente, incida in misura non inferiore al 30% del valore ex works del prodotto finito. © Rödl & Partner 08.07.2014 13 1.4 AFRICA: progetti di integrazione continentale Tripartite FTA (Free Trade Area) Tripartite Free Trade Area (FTA) • Il processo di progressiva liberalizzazione dei traffici commerciali tra i Paesi africani si è sviluppato, fino alla metà degli anni 2000, mediante l’istituzione di organizzazioni regionali quali SADC, ECOWAS, COMESA e EAC (East African Community). • Tale processo ha determinato, oltre a un crescente sviluppo economico del continente africano, anche l’emergere di difficoltà di coordinamento tra le diverse organizzazioni regionali, qualora uno o più Paesi fossero entrati a far parte di più di una organizzazione regionale. Questo è, ad esempio, il caso di SADC e COMESA, che hanno 7 Paesi membri comuni: Repubblica Democratica del Congo, Malawi, Mauritius, Seychelles, Swaziland, Zambia e Zimbabwe. • Attualmente, non esistono criteri di coordinamento uniformi tra le diverse organizzazioni regionali, che permettano di indicare la normativa da applicare in casi di appartenenza di un Paese a più organizzazioni regionali. La regolamentazione di tale aspetto, pertanto, è affidata alle norme assunte dalle singole organizzazioni regionali, come l’art. 28 del Protocol on trade della SADC (cfr. supra). • Al fine di risolvere tali criticità, e per dare un ulteriore impulso allo sviluppo economico dell’intero continente africano, nell’ottobre del 2008 SADC, COMESA e EAC hanno avviato un progetto di unificazione delle rispettive organizzazioni regionali, con la finalità di realizzare una Tripartite Free Trade Area (FTA). © Rödl & Partner 08.07.2014 14 1.5 AFRICA: AFRICA: progetti progetti di di integrazione integrazione continentale continentale 1.4 Tripartite FTA (Free Trade Area) Tripartite Free Trade Area (FTA) • Gli obiettivi della Tripartite Free Trade Area sono: – la creazione di un mercato comune tra i 26 Paesi facenti parte di SADC, COMESA ed EAC, con la progressiva abolizione delle tariffe doganali e delle quote di importazione su tutti i prodotti che abbiano i requisiti che saranno determinati dalla Tripartite Rule of Origin; – l’introduzione del principio del national treatment, secondo il quale i Paesi membri della Tripartite FTA accorderanno lo stesso trattamento previsto per i beni prodotti nel proprio territorio ai beni prodotti in un altro dei Paesi membri del Tripartite FTA e successivamente esportati all’interno del territorio di libero scambio; – l’introduzione del principio del c.d. most favoured national treatment, in base al quale ogni Paese membro del Tripartite FTA sarà libero di stipulare con Paesi terzi accordi commerciali preferenziali, a condizione che tali accordi non violino gli obiettivi e i termini del Tripartite Free Trade Agreement. • I negoziati per giungere alla stipulazione del Tripartite FTA sono stati avviati nel mese di luglio 2012, e attualmente, dopo il meeting del Tripartite Trade Negotiation Forum tenutosi a Lusaka (Zambia) nel febbraio 2013, i Paesi interessati hanno previsto di pervenire alla conclusione del Tripartite FTA entro la fine del 2014, per poi realizzare il progetto di unificazione commerciale e doganale tra il 2018 e il 2021. © Rödl & Partner 08.07.2014 15 1.6 AFRICA: opportunità di investimento 1.5 AFRICA: opportunità di investimento L’Africa sub-sahariana è un territorio interessato da un rapido processo di sviluppo economico, che ha contribuito ad attrarre un numero crescente di investitori stranieri. • Secondo le proiezioni della Banca Mondiale, si trovano in Africa nove dei quindici Paesi al mondo che avranno il più alto tasso di crescita economica nei prossimi cinque anni. • Aumento degli investimenti diretti fino a un totale di USD 54 bn. entro il 2015, pari ad una crescita del 40% rispetto ai USD 37.7 bn. investiti nel 2012. • Lo sviluppo economico dell’Africa subsahariana è sostenuto da: – sfruttamento delle risorse minerarie; – stabilità politica e macroeconomica; – riforme micro-economiche; – crescente espansione del mercato interno; – apertura delle economie agli investimenti stranieri; – crescita della classe media e della corrispondente domanda di prodotti e beni di consumo tendenti agli standard europei e occidentali. © Rödl & Partner 08.07.2014 16 1.6 AFRICA: opportunità di investimento 1.5 AFRICA: opportunità di investimento Fra le risorse minerarie disponibili che interessano l’industria estrattiva si citano, a titolo meramente esemplificativo: • nell’Africa meridionale: giacimenti di carbone e riserve di gas (ad esempio, in Mozambico) e rame (nello Zambia); • nell’Africa occidentale: in Ghana (bauxite, manganese, oro, diamanti, petrolio), Angola (oro, argento, uranio, diamanti, petrolio), Nigeria (petrolio e gas naturale specialmente), ma anche in Guinea, Liberia e Sierra Leone. I costi relativi alle forniture d’acqua, all’energia elettrica ed ai trasporti sono tra i fattori che più ostacolano la crescita economica dei Paesi africani: una criticità che i governi locali stanno gradualmente affrontando dopo l’ingente sforzo economico-finanziario sopportato negli ultimi anni al fine di ridurre l’esposizione debitoria nei confronti degli Stati del Nord del Mondo. © Rödl & Partner 08.07.2014 17 1.5 AFRICA: opportunità di investimento Costruzioni ed edilizia • In considerazione delle esigenze abitative ed infrastrutturali, le opportunità di investimento spaziano dal settore pubblico (sviluppo di strade, ponti, porti, aeroporti, dighe, etc.) al settore privato. • I progetti di sviluppo immobiliare realizzati e realizzandi sono localizzati nelle maggiori aree urbane, dove si concentra la maggior parte della popolazione e altresì nelle immediate periferie. • Il mercato del lusso si rivolge alla fascia benestante della popolazione, che comprende, in particolare, le rappresentanze politiche ed industriali, gli esponenti delle professioni liberali, nonché il crescente numero di espatriati stranieri. • Ingenti risorse sono state destinate alla costruzione di complessi residenziali a “basso costo” (social and affordable housing in collaborazione con World Bank, African Development Bank, governi locali e istituti di credito). © Rödl & Partner 08.07.2014 18 1.5 AFRICA: opportunità di investimento Eko Atlantic Project © Rödl & Partner 08.07.2014 19 1.5 AFRICA: opportunità di investimento © Rödl & Partner Heritage Palace (Laurus), Lagos, Nigeria Nigeria social housing Thompson Building luxury project, Lagos, Nigeria Lekki Pearl, Lekki, Nigeria 08.07.2014 20 1.5 AFRICA: opportunità di investimento Arredamento da interno privato e per uffici • La previsione d’incremento del commercio nel settore arredo risponde all’aumento della domanda delle classi sociali emergenti e degli investimenti diretti stranieri (fixed base). • Le tipologie di arredo che possono penetrare il mercato dei Paesi dell’Africa sub-sahariana sono molteplici: le opportunità maggiori si situano nell’arredo casa e nell’allestimento di locali commerciali, uffici ed hotel. • Il made in Italy è percepito come indiscusso standard qualitativo e, pertanto, privilegiato rispetto alla concorrenza nel settore, soprattutto cinese e turca. OfficeLine & Company Ltd., Lagos, Nigeria © Rödl & Partner Linea Italia Ltd., Abuja, Nigeria 08.07.2014 21 1.5 AFRICA: opportunità di investimento Agricolo e alimentare • La crescita demografica, il consolidamento e l’ampliamento della middle-class determinano una progressiva crescita del fabbisogno interno, che, a tutt’ora, la maggior parte dei Paesi dell’Unione Africana non riesce a soddisfare (secondo i dati Euromonitor, la classe media africana acquista beni per ca. il 60% del PIL continentale). • La fase di produzione/raccolta delle materie prime, quella di conservazione e la successiva di distribuzione necessitano, nonostante le politiche agricole avviate dai governi, di essere ulteriormente sostenute e perfezionate. • La fase di trasformazione delle materie prime è quasi del tutto assente e, comunque, fortemente carente, con la conseguenza che non apportando additional value, i prodotti alimentari raccolti e non trasformati soffrono, nelle operazioni commerciali, le oscillazioni dei prezzi imposte dai mercati internazionali. • Il costo delle materie prime alimentari è fortemente condizionato dalla ripercussione dei fattori climatici sulla produzione. • Le politiche a sostegno del settore agricolo sono quelle maggiormente favorevoli, in termini fiscali, per l’investitore straniero. © Rödl & Partner 08.07.2014 22 1.5 AFRICA: opportunità di investimento Large distributor of consumer goods © Rödl & Partner Traditional agricolture methods Lagos, processing of fruits 08.07.2014 23 1.5 AFRICA: opportunità di investimento Energy • La produzione e la distribuzione di energia rappresentano due delle maggiori sfide del Continente africano: gli impianti destinati alla produzione, quando presenti, necessitano di essere ampliati al fine di garantire la (seppur parziale) soddisfazione della domanda (crescente nelle aree urbane ed industriali); anche la rete di distribuzione, carente o bisognosa di manutenzione pressoché ovunque, necessita di essere ampliata e ammodernata al fine di permettere un più ampio accesso all’energia da parte della popolazione. • L’approvvigionamento di energia rappresenta uno dei maggiori ostacoli all’investimento straniero negli stati africani. Frequente è il ricorso a generatori che garantiscano continuità al fabbisogno energetico dell’impianto di produzione. • La produzione di energia, in particolar modo da fonti rinnovabili, è una priorità per la maggior parte dei governi dei Paesi dell’Africa subsahariana. © Rödl & Partner 08.07.2014 24 1.5 AFRICA: opportunità di investimento “Construction Begins on $7 Billion Power Africa Project” (www.spectrum.ieee.org/energy, 19.02.2014) © Rödl & Partner 08.07.2014 25 Sommario 01 Africa 02 Nigeria 03 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals 04 Highlights © Rödl & Partner 2.1 Informazioni generali 2.2 Opportunità di investimento 2.3 Quadro giuridico – aspetti generali 2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti 2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti 2.6 Quadro giuridico – aspetti lavoristici 2.7 Quadro giuridico – aspetti fiscali 2.8 Tutela del credito 08.07.2014 26 2.1 Informazioni generali © Rödl & Partner 08.07.2014 27 2.1 Informazioni generali NOME UFFICIALE Federal Republic of Nigeria. SUPERFICIE POPOLAZIONE Ca. 924.000 km2. Ca. 174 milioni abitanti. PIL pro-capite: ca. 2.700 USD. (World Economic Outlook database 2013). Paese più popoloso dell’Africa e settimo più popolato al mondo. Principale partner commerciale dell’Italia nell’Africa sub-sahariana, dopo il Sudafrica. DIVISIONE AMMINISTRATIVA Capitale: Abuja 1.857 milioni abitanti (CIA World Factbook). Altre città importanti: Lagos, Kano, Ibadan, Kaduna, Port Harcourt, Benin City, Maiduguri. 36 Stati e 1 Federal Territory: Albia, Adamawa, Akwa Ibom, Anambra, Bauchi, Bayelsa, Benue, Borno, Cross River, Delta, Ebonyi, Edo, Ekiti, Enugu, Federal Capital Territory, Gombe, Imo, Jigawa, Kaduna, Kano, Katsina, Kebbi, Kogi, Kwara, Lagos, Nassarawa, Niger, Ogun, Ondo, Osun, Oyo, Plateau, Rivers, Sokoto, Taraba, Yobe, Zamfara. Ogni Stato della Federazione ha un proprio apparato governativo, presieduto da un Governor, e una propria assemblea legislativa, la House of Assembly. © Rödl & Partner 08.07.2014 28 2.1 Informazioni generali FORMA DI STATO Democratica-pluralistica di tipo federale. L’indipendenza dagli inglesi è stata raggiunta il 1° ottobre 1960. FORMA DI GOVERNO Repubblica costituzionale presidenziale. Il capo dello Stato è anche capo del Governo: il suo mandato è quadriennale; sono consentiti 2 mandati consecutivi. Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento Bicamerale (Senate e House of Representatives; congiuntamente formano la National Assembly). QUADRO POLITICO L’attuale Costituzione è stata adottata nel 1999. Capo dello Stato è Goodluck Jonathan (People’s Democratic Party) che ha assunto la presidenza il 06.05.2010, subentrando a Umaru Yar'Adual. Goodluck Jonathan è stato confermato alle ultime elezioni tenutesi il 16.04.2011. Le prossime elezioni sono previste per il mese di aprile 2015. RELIGIONI Musulmana (ca. 50%), cristiana (ca. 40%), culti tradizionali locali (ca. 10%). La maggioranza musulmana si concentra nella parte settentrionale del Paese, mentre i cristiani risiedono prevalentemente nella parte meridionale. LINGUA Inglese (lingua ufficiale); Hausa (soprattutto al nord). Diffusi idiomi locali (è possibile individuare più di 250 gruppi etnici in Nigeria). © Rödl & Partner 08.07.2014 29 2.1 Informazioni generali RAPPORTI BILATERALI CON L’ITALIA Nel dicembre 2010 è stato concluso ad Abuja tra Italia e Nigeria un protocollo di intesa sottoscritto dalla National Agency for the Prohibition of Traffiking in Persons and Other Related Matters (NAPTIP) e dalla Direzione Nazionale Antimafia in persona dell’allora Procuratore Nazionale Pietro Grasso. Accordo per la cancellazione di USD 1,9 bn. di debito pubblico nigeriano (2005). Accordo sulla promozione e reciproca protezione degli investimenti (firmato a Roma il 27.09.2000 ed entrato in vigore il 22.08.2005). Convenzione per evitare le doppie imposizioni sui redditi derivanti dall’esercizio della navigazione aerea e marittima, con scambio di note (firmata a Lagos il 22.02.1977 ed entrata in vigore l'11.09.1978). RAPPORTI INTERNAZIONALI La Nigeria è membro delle Nazioni Unite (UN) e della World Trade Organization (WTO). La Nigeria è membro fondatore dell’Unione Africana (AU) che persegue la promozione dello sviluppo e dell’integrazione socio-economica nel continente, la collaborazione tra i Paesi membri e la diffusione dei principi della democrazia, della stabilità politica e del rispetto dei diritti umani. La Nigeria è membro dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC; già Organizzazione della Conferenza Islamica). Dal 1971 la Nigeria è parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC). © Rödl & Partner 08.07.2014 30 2.1 Informazioni generali VALUTA E TASSO DI CAMBIO Naira (NGN) 1 € = 221,01 NGN (04.07.2014). INFLAZIONE 8% (31.01.2014). Stabile da agosto 2013; prevista in diminuzione (ca. 6,7% da marzo 2014). Crescita 6,7% ca. (31.12.2013). Dal recente ricalcolo del PIL effettuato la Nigeria è ora la prima economia africana. PIL pro-capite (31.12.2013): USD 2,450 ca. Formalità valutarie: è obbligatorio denunciare, sia in entrata che in uscita, ogni importo superiore a USD 5.000, o un valore equivalente in altre valute, compresa quella locale. PIL (%) CIRCOLAZIONE DI CAPITALI © Rödl & Partner 08.07.2014 31 2.2 Opportunità di investimento EXPORT Petrolio e prodotti derivati, cacao e gomma. Principali export-partner sono gli Stati Uniti, l’India, il Brasile, la Spagna, la Francia e l’Olanda. IMPORT Macchinari, prodotti chimici, mezzi di trasporto, prodotti lavorati e semilavorati, derrate alimentari e bestiame. Principali import-partner sono la Cina, gli Stati Uniti, l’India, l’Olanda e la Corea del Sud. © Rödl & Partner 08.07.2014 32 2.2 Opportunità di investimento COSTRUZIONI ED EDILIZIA CRESCITA DEMOGRAFICA E NECESSITA’ ABITATIVE – INFRASTRUTTURALI Lagos, Victoria Island Lagos © Rödl & Partner Le stime delle Nazioni Unite prevedono che la Nigeria avrà la più elevata crescita demografica dei prossimi 40 anni, con una popolazione che supererà 367 mln. di abitanti. Secondo l'ultima proiezione a 10 anni effettuata dal Global Construction Perspectives & Oxford Economics, grazie alla rapida urbanizzazione, il tasso di crescita del settore edile nigeriano sarà il più elevato del continente, raggiungendo un valore pari a ca. USD 6,4 bn. entro il 2015. Attualmente la Nigeria soffre un deficit di unità abitative, stimato tra i 12 e i 16 mln. di unità, pari a un valore di ca. USD 200 bn. Lagos rappresenta una delle 6 più grandi città al mondo (ospita attualmente ca. 20 mln. di abitanti e si prevede una crescita fino a ca. 25 mln. entro il 2020). Nel settore edile nigeriano è preponderante la presenza delle imprese straniere, che controllano quasi il 95% del mercato, con un’accentuata presenza di imprese italiane, tra cui Cappa d’Alberto, Gitto, Impregilo-Salini, Borni, AG Ferrero, INTELS. 08.07.2014 33 2.2 Opportunità di investimento COSTRUZIONI ED EDILIZIA INVESTIMENTI NEL SETTORE EDILE La forte crescita del 7,63% del PIL nel 2011 ha favorito l’espansione del settore delle costruzioni, cresciuto al tasso del 12 % per anno tra il 2006 e il 2011. Gli investimenti nel settore dell’edilizia-infrastrutture sono ancora oggi finanziati, per la maggior parte, con denaro pubblico: la spesa dello Stato Nigeriano per il settore casa nel 2013 è stata di ca. USD 3 bn. Lo Stato ha destinato agli investimenti per le infrastrutture una spesa annua di ca. USD 5,9 bn., pari a circa il 5% del PIL. La Banca Mondiale prevede che nei prossimi dieci anni, il governo di Abuja dovrà spendere, per le infrastrutture, più di USD 14,2 bn./anno, pari al 12% del PIL. I finanziamenti da destinare alla loro costruzione ammontano a ca. USD 3,6 bn/anno, corrispondenti a circa il 3% del PIL. Nell’ambito dell’edilizia privata, i maggiori clienti sono le imprese del comparto petrolifero e alberghiero; nell’ambito delle opere pubbliche il maggiore cliente è il Governo centrale o gli Stati federali. © Rödl & Partner 08.07.2014 34 2.2 Opportunità di investimento COSTRUZIONI ED EDILIZIA PROGETTI DI EDILIZIA ABITATIVA Il programma quinquennale (2010-2015) del Governo Federale prevede 1.613 progetti, il 28% dei quali riguarda le infrastrutture, con un focus sul settore dei trasporti (strade, ferrovie, canali di navigazione interni, porti e aeroporti) di circa 4,47 tn. di Naira (USD. 28,61 bn.) e sul settore dell’edilizia popolare. Il fabbisogno abitativo ammonta a 12-16 mln. di unità e l’organizzazione internazionale prevede che sarà necessario costruire 720.000 abitazioni all’anno per riuscire a soddisfare la domanda. Edilizia popolare: il Governo ha deciso di intervenire in tale settore con progetti di social housing, realizzati mediante public-private partnership supportate dalla World Bank e dall’International Finance Corporation. Edilizia residenziale: nel Paese sono in fase di implementazione progetti su vasta scala quali: • Metro City realizzata da Updc; • Sun City realizzata da Adkan Services. Edilizia di lusso: nel Paese si annoverano anche molteplici progetti per edilizia di lusso, principalmente nelle maggiori città. Tra i tanti si citano: • zona residenziale di Lekki e quartiere di Ikoyi nello stato di Lagos; • Thompson Luxury Project in Lagos. © Rödl & Partner 08.07.2014 35 2.2 Opportunità di investimento COSTRUZIONI ED EDILIZIA PROGETTI DI EDILIZIA COMMERCIALE/UFFICI La presenza di operatori stranieri in Nigeria ha comportato un aumento della richiesta di uffici: a Lagos, le top location hanno un costo di locazione mensile di oltre 85 €/mq2. I centri commerciali e gli spazi nei centri commerciali registrano una richiesta crescente e non riescono a soddisfare l’attuale domanda. I canoni di locazione a Lagos hanno un costo annuale medio di 1.000 USD/mq2 per i locali di dimensioni più ridotte. Rimangono solo una manciata di edifici già esistenti dotati di spazi ad uso ufficio di elevata qualità con una superficie superiore ai 1.000 mq2. Il più importante edificio interamente destinato ad uso uffici è il Churchgate II, i cui locali vengono locati sempre più rapidamente, dopo che i canoni annui richiesti sono stati abbassati fino a 850 USD/mq2. Ulteriori importanti edifici a destinazione commerciale: • Lagos - in fase di costruzione Eko Atlantic City superficie bonificata di 9 Km2 a sud del Central Business District in Victoria Island; • Abuja - in fase di costruzione Abuja World Trade Center. Lagos, Churchgate II © Rödl & Partner 08.07.2014 36 2.2 Opportunità di investimento ARREDO ARREDO CASA e UFFICIO – STATO DELL’ARTE Il settore dell’arredo e del design di interni ha vissuto un boom negli ultimi 8 anni e continua ad espandersi in parallelo con la crescita economica del Paese. Il mercato dell’arredo è stimato in almeno USD 1 miliardo annui e si colloca per il 60% a Lagos. Del settore arredo trovano maggior mercato e sono trainanti: • arredo casa; • arredo ufficio. Il Made in Italy è conosciuto e stimato per l’esclusività dei prodotti italiani, il design, l’alta qualità delle materie prime, il servizio di montaggio su misura. Per la vendita: • alcuni privati si recano direttamente in Italia per acquistare da aziende italiane; • per i progetti di grande dimensione (hotel, contract, etc.) vengono ingaggiati direttamente interior designers e imprese di costruzione. Il Governo ha posto un divieto all’importazione di mobili finiti, che è a tutt’oggi vigente. Nonostante il predetto divieto, i mobili importati rappresentano il 70% del mercato. © Rödl & Partner 08.07.2014 37 2.2 Opportunità di investimento ARREDO ARREDO CASA e UFFICIO – LA PRODUZIONE LOCALE NIGERIANA La produzione locale è composta da: • aziende produttrici di mobili di scarsa qualità, che si collocano nella «fascia bassa» di mercato; • assemblatori di prodotti importati, cd. «KDK - Knock Down Furniture»; • poche aziende eccellenti, che si collocano nella fascia medio alta di mercato (IO Furniture, Doll, Svengali, Abuja Funiture Company). La produzione locale è frenata: • dalla carenza di manodopera qualificata; • dagli alti costi operativi/produttivi dovuti: all’assenza e/o alle interruzioni di energia elettrica; alla difficoltà di ottenere prestiti bancari e, comunque, con tassi di interesse esorbitanti. Quale conseguenza, il costo finale dei prodotti locali di qualità è equiparabile a quello dei prodotti importati. © Rödl & Partner 08.07.2014 38 2.2 Opportunità di investimento ARREDO ARREDO CASA e UFFICIO – IMPORTAZIONI In aumento le joint ventures tra studi di architettura nigeriani e studi di interior design internazionali per soddisfare il mercato locale: • gli studi di architettura e le aziende italiane rappresentano l’eccellenza, ma hanno perso mercato negli ultimi anni a causa della poca trasparenza e della mancanza di contatto diretto con i clienti locali (senza passare per il mediatore nigeriano). • Portogallo, Spagna, Brasile, Germania hanno costruito rapporti di fiducia e trasparenza con gli interior designer s nigeriani. • La Turchia sta penetrando il mercato nigeriano, con forte presenza a fiere ed attività di marketing, offrendo prodotti competitivi rispetto a quelli italiani. © Rödl & Partner 08.07.2014 39 2.2 Opportunità di investimento ARREDO CARATTERISTICHE DEL MERCATO: CANALI DI DISTRIBUZIONE La catena distributiva è strutturata in retail, attraverso show-rooms / negozi di arredo per casa e per ufficio. La principale provenienza dei prodotti, per segmento: • arredo di alta gamma: Italia, Spagna e Portogallo; • arredo di media gamma: Italia, Spagna, Portogallo, Turchia e USA; • arredo di bassa gamma: Cina, Asia. Tra i complementi d’arredo, i più venduti sono: mobili, sedie, articoli per l’illuminazione, porte. Non esistono in Nigeria e/o sono molto scarsi i seguenti canali di distribuzione: • bricolage e fai da te; • vendita per corrispondenza; • vendite via internet. © Rödl & Partner 08.07.2014 40 2.2 Opportunità di investimento ARREDO CARATTERISTICHE DEL MERCATO: SEGMENTI DI CLIENTELA Gli operatori nigeriani sono in media sofisticati, molti di loro hanno studiato e/o lavorato in UK o negli USA, viaggiano moltissimo e sono esposti alle ultime tendenze in tutti i settori. Molti provengono dal settore bancario, legale o dal mondo della consulenza internazionale. A grandi linee, si possono individuare alcuni principali segmenti di acquirenti: • operatori con showroom / interior designers; • studi di design e di architettura, general contractors, catene alberghiere, società immobiliari per progetti CONTRACT; • privati particolarmente abbienti; • agenti e rivenditori. © Rödl & Partner 08.07.2014 41 2.2 Opportunità di investimento AGRICOLTURA E AGRO-PROCESSING SETTORE ALIMENTARE Il settore alimentare è uno dei fattori trainanti dell’espansione dei consumi in Nigeria, che attualmente si attestano su un valore pari a ca. USD 10 bn. I dati forniti dalla società di consulenza Accenture evidenziano che, ad Agosto 2012, nel settore della distribuzione alimentare erano stati effettuati investimenti stranieri per un valore pari a USD 1,3 bn., corrispondenti a circa il 19% del PIL. La distribuzione dei prodotti alimentari avviene sia mediante i grandi gruppi di grossisti e dettaglianti (per esempio Pick and Pay, Spar, Shoprite Checkers, Massmart, Metcash e Woolworths), i quali sono già inseriti in un contesto fortemente concorrenziale sia mediante la distribuzione informale, tuttora costituita da commercianti indipendenti che alimentano piccole botteghe o mercati. Il sorgere di numerosi nuovi centri commerciali in tutto il Paese continuerà a dare impulso a questo settore e alla richiesta di importazione di prodotti alimentari. © Rödl & Partner 08.07.2014 42 2.2 Opportunità di investimento AGRICOLTURA E AGRO-PROCESSING SETTORE AGRICOLO Oltre a promuovere la produzione nazionale di riso e mais, il Governo di Abuja ha anche avviato un programma per diffondere tra la popolazione l’uso di farina di manioca e/o cassava. Il Governo federale, inoltre, ha fissato un termine di 12 mesi per riconvertire numerosi mulini presenti nel Paese alla macinazione di manioca e ha abolito le imposte doganali sull’importazione dei macchinari necessari. Il Governo federale ha inoltre sospeso per tutto il 2013 le imposte doganali sull’importazione di macchinari e le attrezzature agricole. A spingere l’economia sono soprattutto i programmi messi in atto dal Governo per rilanciare la produzione agricola con l’obiettivo di rendere il Paese autosufficiente dal punto di vista alimentare entro il 2020. Il settore della produzione avicola rappresenta circa un quarto dell’intera produzione domestica nigeriana, con un valore economico annuo pari a ca. € 234,8 mln. La Nigeria produce attualmente oltre 553.000 tonnellate di uova e 708.000 tonnellate di carni di pollo, mentre complessivamente le risorse a disposizione dell’intero settore ammontano a una cifra pari a ca. € 1,5 bn. © Rödl & Partner 08.07.2014 43 2.2 Opportunità di investimento ENERGY SETTORE ENERGETICO Sfida principale per la crescita economica del Paese e per lo sviluppo della debole industria manifatturiera locale è il settore energetico: la produzione di energia elettrica è al momento del tutto inadeguata alle necessità della nazione. Fonti locali fissano la produzione attuale a circa 4.500 MW contro una domanda di oltre 30.000 MW. Uno degli eventi più importanti dell'anno 2013 è stato la privatizzazione della produzione e distribuzione di energia elettrica, con le attività formalmente consegnate agli investitori privati dal governo il 1°novembre 2013. Il trasferimento da pubblico a privato rappresenta una delle più grandi iniziative di privatizzazione del mondo, destinata ad attrarre investimenti nel settore della produzione di energia e a migliorarne l'efficienza, nonostante il notevole ritardo rispetto alla rapida crescita della domanda. La statale Power Holding Company of Nigeria è stata sostituita con 6 società di produzione di energia e 11 società di distribuzione. © Rödl & Partner 08.07.2014 44 2.2 Opportunità di investimento ENERGY SETTORE ENERGETICO La cessione degli assets pubblici segna un notevole passo avanti per l'economia nigeriana. Nonostante investimenti governativi nel settore nel corso degli ultimi due decenni, l‘approvvigionamento di energia rimane insufficiente al fabbisogno nazionale e molte aziende si affidano a generatori diesel che possono aggravare fino al + 30% il costo dell’investimento imprenditoriale. La capacità di produzione di energia elettrica - per una popolazione di 170 milioni di persone - è scesa a 3.782 MW a ottobre 2013 a fronte di un precedente picco positivo per ca. 4.518 MW, nel dicembre 2012. Nel mese di agosto 2013 il governo ha firmato un memorandum d'intesa per USD 3,7 bn. con un consorzio nigeriano/cinese, Energia HTG - Pacifico, per lo sviluppo di una centrale a carbone da 1.200 MW nello stato di Enugu. Nel lungo termine, secondo il presidente Goodluck Jonathan, la Nigeria potrebbe incrementare la produzione di energia dal carbone fino al punto di soddisfare ca. il 30% del suo fabbisogno interno. © Rödl & Partner 08.07.2014 45 2.3 Quadro giuridico – aspetti generali ORDINAMENTO GIURIDICO Sistema misto di Common law, sharia (in 12 Stati del Paese a maggioranza musulmana, viene applicato un corpo di norme civili e penali di diritto islamico), diritto consuetudinario e diritto positivo. PRINCIPALI FONTI DEL DIRITTO Le principali fonti giuridiche di matrice federale di riferimento per l’operatore commerciale straniero sono: • Costituzione del 1999; • Companies & Allied Matters Decree, 1990 (C.A.M.A.); • Nigerian Investment Promotion Commission Decree, 1995; • Nigeria Export Processing Zones Decree, 1992; • Foreign Exchange Decree (Monitoring & Miscellaneous Provisions), 1995; • Small & Medium Scale Industries Development Agency (Establishment) Act, 2005; • Investments & Securities Act, 2007; • Companies Income Tax Act, 2007; • Engineers (Registration, etc.) Act, c.d. COREN; • Public Procurement Act, 2007 É opportuno anche verificare, una volta deciso quale sia lo stato federato in cui realizzare l’investimento, la normativa statale vigente. STRUMENTI DI INVESTIMENTO L’imprenditore straniero può operare in Nigeria attraverso diversi strumenti di investimento: • Indiretto – vendita diretta dall’Italia; – tramite intermediari locali: • agenzia; • distribuzione; • franchising. • Diretto – l’apertura di un ufficio di rappresentanza; – la costituzione di una società di diritto nigeriano. © Rödl & Partner 08.07.2014 46 2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti COMPRAVENDITA INTERNAZIONALE La compravendita è disciplinata dal Sales of Good Act nella versione emanata dal Parlamento inglese nel 1893; sebbene alcuni Stati federati abbiano, nel tempo, emanato una propria legislazione in materia, questa riproduce sostanzialmente le disposizioni contenute nell’Act anglosassone. In via suppletiva, si applicano i principi della common law risultanti dall’elaborazione giurisprudenziale. La Nigeria non ha aderito alla Convenzione di Vienna sulla compravendita internazionale di beni mobili del 1980, ratificata invece dall’Italia nel 1986. La Nigeria rimane, insieme a Regno Unito, Brasile e India uno dei principali Paesi a non aver aderito alla Convenzione. DISTRIBUZIONE COMMERCIALE E AGENZIA La Nigeria non prevede alcuna disciplina specifica in materia di agenzia, distribuzione e franchising; trovano generale applicazione i principi di common law, con conseguente ampia autonomia negoziale delle parti. Le linee guida pubblicate dal National Office for Technology Acquisition and Promotion (NOTAP) regolano tuttavia in maniera dettagliata la materia del trasferimento di know how e proprietà intellettuale, materia che, a diverso titolo, può rientrare nel quadro di accordi di intermediazione commerciale (si pensi all’uso dei segni distintivi concesso dal preponente all’agente piuttosto che alle direttive commerciali imposte dal franchisor al franchisee). Ogni accordo che abbia ad oggetto il trasferimento a un soggetto nigeriano di diritti di privativa stranieri deve essere registrato. La registrazione è subordinata alla verifica della congruità di alcuni contenuti, secondo il giudizio del NOTAP, tenuto conto della natura e delle caratteristiche del contratto: il giudizio in particolare ricade sul valore delle royalties, management fees e consultancy fees. © Rödl & Partner 08.07.2014 47 2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti (import / export) IMPORT • Fonti • Custom, Excise Tariff (Consolidation) Act; • Revised Import Prohibition List (Trade) and Other Fiscal Policy Measures; • Trattato dell’ ECOWAS e protocolli aggiuntivi: perché un prodotto venga considerato come originario di un Paese membro dell’ECOWAS occorre che sia stato prodotto in un Paese membro; sia stato prodotto altrove, ma con materie prime originarie dell’area ECOWAS purché dette materie prime siano state trattate in modo da acquisire un valore aggiunto non inferiore al 30% calcolato sul prezzo ex-factory (ricavo fabbrica, prezzo di prima commercializzazione) del prodotto finito. Standard L’autorità di riferimento è rappresentata dalla Standards Organisation of Nigeria (SON); le agenzie accreditate dalla SON possono rilasciare i certificati SONCAP per attestare la conformità agli standard ammessi in Nigeria, generalmente, di tutti i principali prodotti ad eccezione dei prodotti alimentari, medicinali, chimici, usati e materiale militare. In genere l’importazione è soggetta al rilascio del Combined Certificate of Value and Origin (CCVO) che deve contenere la descrizione dei prodotti e la destinazione che devono raggiungere oltre alle modalità di pagamento. © Rödl & Partner 08.07.2014 48 2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti (import / export) IMPORT Nigeria Importazioni regolate dal Custom, Excise Tariff (Consolidation) Act. La Revised Import Prohibition List (Trade) and Other Fiscal Policy Measures definisce un elenco delle importazioni vietate nel Paese. Gli oneri doganali applicati ai beni in ingresso variano dal 5% al 75% del valore del bene a seconda della sua natura, del luogo di ingresso (porto/aeroporto/terra) e del Paese di provenienza. Il costo indicato dal Doing Business Report 2014 per l’importazione di un singolo container a mezzo trasporto oceanico con destinazione Lagos è di ca. USD 1.695, i documenti che lo debbono accompagnare in n. 13 ed il tempo necessario al completamento dell’operazione pari a 33 giorni. I documenti che devono accompagnare l’importazione di un prodotto annoverano, tra gli altri, anche il certificato di fabbricazione del produttore, quello di conformità SONCAP e quello di pagamento delle imposte doganali. © Rödl & Partner 08.07.2014 49 2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti (import / export) EXPORT • © Rödl & Partner Fonti • Nigerian Export Decree, istitutivo del Nigerian Export Promotion Council (NEPC), presso i cui registri è necessario essere iscritti al fine di poter esercitare l’attività di export trader in Nigeria. • Regime delle società in Export Processing Zone / Free Trade Zone: Nigerian Export Processing Zone Act. Standard • Autorità di riferimento: Nigerian Export Processing Zones Authority (NEPZA). Attività eliggibili per le free zones • servizi di stoccaggio/deposito merci, spedizione, logistica e altri servizi doganali; • attività produttive o di trasformazione destinate alle esportazioni; • attività di imballaggio, trasporto e altre connesse aventi ad oggetto beni in regime di esenzione doganale; • attività assicurative, finanziarie e bancarie; • servizi di importazione con finalità particolari, quali, ad esempio, promozionali; • servizi di consulenza. Vantaggi • libero rimpatrio di capitali (ivi compreso quello dell’investimento iniziale), utili e dividendi; • possibilità di impiegare amministratori e/o personale tecnico qualificato straniero attraverso procedure semplificate e oltre ai limiti comunemente imposti dalle norme generali; • esenzione dall’obbligo di ottenere una licenza per l’importazione/esportazione di beni necessari/prodotti per/durante l’esercizio dell’attività d’impresa; • esenzione dalla imposizione doganale relativamente ai medesimi prodotti, etc. 08.07.2014 50 2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti (import / export) EXPORT Nigeria La società registrata in Nigeria la cui attività di esportazione superi il 60% del volume d’affari sconta un’agevolazione fiscale pari al 10% per 5 anni sulla corporate tax. Per le società che operano in una Export Free Zone è garantita un’esenzione fiscale totale per 3 anni; fra queste, le industrie produttive dovranno, per beneficiare dell’agevolazione, dimostrare che almeno il 75% del loro prodotto è destinato al mercato non nigeriano. Il costo indicato dal Doing Business Report 2014 per l’esportazione di un singolo container a mezzo trasporto oceanico con carico in Lagos è di ca. USD 1.380, i documenti di trasporto che lo accompagnano in numero di 9 e il tempo necessario al perfezionamento dell’operazione pari a ca. 22 giorni. © Rödl & Partner 08.07.2014 51 2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti FORME TIPICHE DI INVESTIMENTO © Rödl & Partner Private or Public limited liability company; Unlimited liability company; Company limited by guarantee; Branch of foreign company; Partnership/Firm; Sole Proprietorship; Incorporated trustees; È anche possibile aprire in Nigeria un ufficio di rappresentanza (c.d. representative office), ma solo per svolgere attività promozionali o di collegamento in territorio nigeriano (c.d. business indiretto). L’ufficio di rappresentanza deve essere registrato presso i registri della Corporate and Affaires Commission (CAC) e non potrà, in ogni caso, concludere contratti o svolgere attività che generino profitto. 08.07.2014 52 2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti (NON) OBBLIGATORIETÀ DI UN PARTNER LOCALE © Rödl & Partner In via generale, gli investitori stranieri possono operare in Nigeria anche in assenza di un partner locale. Sono presenti, tuttavia, eccezioni specifiche per alcuni settori considerati “sensibili” dal governo federale (ad esempio, la produzione di armi e munizioni, di farmaci) per i quali l’attività di impresa è integralmente preclusa all’investitore straniero. Una società che voglia operare in Nigeria nel settore delle costruzioni - in qualità di main contractor ovvero di consulente tecnico (per practice of engineering si intende “[..] any professional service or creative work requiring the application of special knowledge of mathematics, physics and engineering in form of consultation, invention, discovery, valuation, research and teaching in recognized engineering institutions, planning, operation, maintenance supervision of construction and installation involving investigating, advising, operating, evaluating, measuring, planning, designing, specifying, laying and directing, constructing, commissioning, inspecting or testing in connection with any public or private utilities, structures, buildings machines, equipment, processes, works or projects”) - dovrà rispettare requisiti specifici in materia di governance fissati dal Council for the Regulation of Engineering in Nigeria (COREN), in particolare: • nel Board of Directors dovrà essere presente almeno un ingegnere registrato presso il COREN; • almeno il 51% in equity deve essere di titolarità di un soggetto nigeriano. 08.07.2014 53 2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti LA BRANCH Una società straniera che intende esercitare attività di impresa in Nigeria deve registrarsi in loco, se non beneficia di una statutory exemption. Esenzioni di questo tipo in genere o si applicano a società straniere a partecipazione pubblica o sono collegate a specifici progetti governativi. Non è richiesta la registrazione per le società straniere che presidiano il territorio con strutture che hanno come funzione quella di magazzino/esposizione di beni o di raccolta di informazioni. ATTIVITÀ CHE COMPORTANO LA REGISTRAZIONE COME BRANCH / PERMANENT ESTABLISHMENT Costituiscono stabile organizzazione la presenza di facilities come capannoni, uffici, miniere, cantieri di costruzione, assemblaggio, installazione, fornitura di servizi strumentali alle attività che precedono. La giurisprudenza nigeriana ha ritenuto sufficiente ad integrare il concetto di stabile organizzazione (o fixed base) la presenza di dipendenti di una società straniera in alloggi temporanei (per esempio hotels) per più di 3 mesi. © Rödl & Partner 08.07.2014 54 2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti PRIVATE LTD CAPITALE SOCIALE MINIMO SOCI E ASSEMBLEA AMMINISTRAZIONE CONTROLLO © Rödl & Partner Il capitale minimo richiesto per la costituzione di una società a partecipazione straniera (sia essa interamente o solo parzialmente sotto il controllo straniero) è pari a NGN 10.000.000,00 (ca. € 45.000,00), in denaro o in natura purché almeno il 25% venga versato all’atto della costituzione. Minimo 2, massimo 50 soci - anche tutti non nigeriani, salve le riserve di cui si è detto in precedenza. Minimo 2, anche stranieri e non residenti min. 1 secretary - non necessariamente cittadino nigeriano - purché accreditato presso il registro degli esperti contabili, presso quello dei legal practitioners ovvero dei chartered sercretaries and administrators alternativamente; min. 1 revisore (che, per il caso di società neo-costituita, deve avvenire in occasione della prima assemblea dei soci, da indirsi entro 18 mesi dall’ottenimento del certificato che attesta la costituzione della società), per la verifica delle scritture contabili per le quali sia previsto l’obbligo di rendicontazione annuale. 08.07.2014 55 2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti PRIVATE LTD PROCEDURA DI COSTITUZIONE (sintesi) © Rödl & Partner Prenotazione della denominazione sociale (la “ditta” della costituenda NewCo) presso i registri della Corporate and Affairs Commission (c.d. “CAC”) e la successiva registrazione presso gli uffici della stessa, la quale, in esito al corretto espletamento delle formalità di legge, rilascerà un “certificate of incorporation”; registrazione presso il Federal Inland Revenue Service (c.d. “FIRS) ai fini fiscali; registrazione presso la Nigerian Investment Promotion Commission (c.d. “NIPC”); richiesta dell’ottenimento di un business permit presso il Ministero degli Interni locale ed altresì della c.d. “quota espatriati”, qualora la NewCo, in mancanza di corrispondente figura locale, intenda impiegare personale straniero; registrazione presso l’Industrial Training Fund (c.d. “ITF”), per il caso in cui la NewCo impieghi almeno 5 lavoratori; registrazione presso il National Housing Fund (c.d. “NHF”), per l’adempimento all’obbligo di contribuzione al fondo sociale/abitativo; registrazione presso uno degli operatori accreditati dal National Health Insurance Scheme (c.d. “NHIS”), per il caso in cui la NewCo impieghi più di 10 lavoratori; registrazione presso il National Social Insurance Trust Fund (c.d. “NSITF”), al fine della contribuzione obbligatoria del datore di lavoro al fondo assistenzialistico per gli infortuni sul lavoro; la registrazione presso la Pension Commission (c.d. “PENCOM”), al fine del versamento del contributo previdenziale obbligatorio in favore dei lavoratori dipendenti; l’apertura di un conto corrente bancario intestato alla NewCo presso uno dei principali istituti di credito nigeriani ed altresì l’apertura di un c.d. domiciliary account funzionale al trasferimento di fondi dalla società madre alla società controllata in valuta diversa da quella locale. 08.07.2014 56 2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti PIONEER STATUS Fonti • Industrial Development (Income Tax Relief) Decree. • Vantaggi • Tax holiday di 5 o 7 anni a seconda dei siti di insediamento; • sussidi per costi di ricerca e di innovazione, formazione; • sgravio fiscale del 5% a favore delle società con più di 10 dipendenti, dei quali almeno il 60% non abbia alcuna precedente formazione professionale e sia stato assunto entro i 3 anni dal conseguimento dell’ultimo titolo di studio; • agevolazioni negli investimenti in infrastrutture e beni strumentali. © Rödl & Partner 08.07.2014 57 2.6 Quadro giuridico – aspetti lavoristici FONTI Labour Act: sulla disciplina generale del rapporto di lavoro; Non è prevista la forma scritta a pena di nullità del contratto di lavoro e, per quanto riguarda la disciplina del rapporto, non vigono norme di particolare rigore a tutela dei lavoratori; in materia di licenziamento, per esempio, termini di preavviso (fino a 1 mese per rapporti che durano da oltre 5 anni) e forme si ricavano più dalla prassi che dalle fonti scritte; National Minimum Wage Act, sul valore minimo della retribuzione; Factories Act: sugli obblighi del datore di lavoro in materia di sicurezza sul luogo di lavoro, come, ad esempio, in materia di dotazioni di sicurezza, di impianti e materiali etc.; Employees Compensation Act: sugli obblighi contributivi ai fini assistenzialistici, a carico del datore di lavoro e del lavoratore; Pension Reform Act: sul regime previdenziale; Trade Union Act: sulla libera associazione sindacale. COSTO DEL LAVORO Salario minimo fissato in NGN 7.500/mese, pari a circa € 34,00 al netto delle ritenute di legge e dei contributi previdenziali. Questa disciplina non trova peraltro applicazione rispetto alle imprese che abbiano meno di 50 dipendenti; che impieghino principalmente lavoratori con contratto part-time (meno di 40h/settimana); che impieghino lavoratori remunerati a commissione, lavoratori stagionali: contribuzione totale obbligatoria pari al 15% del salario lordo, di cui il 50% a carico del dipendente e il 50% a carico del datore di lavoro. © Rödl & Partner 08.07.2014 58 2.6 Quadro giuridico – aspetti lavoristici ESPATRIATI E NORME DI IMMIGRAZIONE (CENNI) Fonti e autorità di riferimento: • Immigration Act, Nigerian Immigration Service (NIS); • Federal Ministry of Interior (FMI). Visti e permessi: • business visa (3 mesi): consente l’ingresso in Nigeria per motivi di affari, incontri, conferenze, workshop, seminari e propositi similari; non consente la permanenza o il lavoro in forma stabile. • temporary work permit (TWP) - 3 mesi: consente l’ingresso in Nigeria allo straniero per l’esercizio di una specifica attività da svolgersi in uno specifico (breve) termine; generalmente, il TWP è rilasciato per un periodo di 90 giorni, con possibilità di rinnovo. • subject to regularization (STR) – 90 giorni, durante i quali il datore di lavoro potrà presentare istanza al Controller of Nigerian Immigration Service per la regolarizzazione definitiva del permesso di lavoro e l’ottenimento di un permesso di soggiorno Residence Permit e della Combined Expatriate Resident Permit and Alien Card (CERPAC) per l’autorizzazione a risiedere e lavorare in maniera stabile in Nigeria. © Rödl & Partner 08.07.2014 59 2.7 Quadro giuridico – aspetti fiscali IMPOSTE DIRETTE Persone giuridiche • Corporate tax: 30% eccetto per le società che non operano nel settore oil & gas dove l’imposizione fiscale (petroleum profit tax) può superare il 65% o l’85% per le imprese che operano nel settore upstream (p.e. ricerca e estrazione). • Dividendi pagati a società straniere –10% withholding tax. • Interessi – 10% withholding tax. • Royalties –10% withholding tax. • Technical service fees –10% withholding tax. • Management consulting fees and commissions, 10% withholding tax. Persone fisiche • Sistema progressivo fino al 24%. IMPOSTE INDIRETTE IVA: 5% © Rödl & Partner 08.07.2014 60 2.8 Tutela del credito AZIONE E PRESCRIZIONE DISCIPLINA FONTI Legislazione federale e statale. TERMINE ORDINARIO PER UN CREDITO IN MATERIA CIVILE E COMMERCIALE I termini di prescrizione variano da Stato a Stato. Generalmente, il termine è compreso tra 3 mesi e 6 anni dalla data in cui il diritto poteva essere fatto valere. INTERRUZIONE DELLA PRESCRIZIONE La prescrizione si interrompe con l’introduzione di un giudizio e, in alcuni Stati, con un riconoscimento di debito o con un pagamento parziale del debito. PROCEDIMENTI CAUTELARI DISCIPLINA MISURE PIÙ COMUNI Le legislazioni statali consentono di ottenere provvedimenti che privano il debitore, in via preventiva o conservativa, della disponibilità dei propri beni. CONCESSIONE INAUDITA ALTERA PARTE Solo in via di urgenza. PROCEDIMENTI SOMMARI D’INGIUNZIONE PROCEDIMENTO PRESUPPOSTI © Rödl & Partner DISCIPLINA Sono regolati dalle normative dei singoli Stati della Federazione. Presuppongono che il titolo della domanda non sia in contestazione o che risulti prima facie fondata in base alle prove allegate da chi agisce. 08.07.2014 61 2.8 Tutela del credito PROCEDIMENTI ORDINARI FASI PROCESSUALI PROCEDIMENTI ORDINARI IMPUGNAZIONI RIPARTIZIONE DELL’ONERE DELLA PROVA ONERE DELLA PROVA © Rödl & Partner DISCIPLINA La procedura ordinaria inizia con un ricorso che deve essere depositato presso la cancelleria del tribunale competente e quindi notificato al debitore. Il debitore ha 42 giorni dalla ricezione dell’atto notificato per costituirsi. Il ricorrente può depositare un’eventuale memoria di replica entro 14 giorni. Al termine di questa fase, ha luogo un’udienza preliminare, in cui si precisano le domande e si procede all’eventuale istruttoria. Successivamente si svolge il dibattimento, che in genere dura da 1 a 12 mesi. Entro i 90 giorni successivi alla conclusione del dibattimento, il Tribunale decide con sentenza, avverso la quale è possibile proporre appello, di norma, entro 3 mesi. DISCIPLINA I giudizi di secondo grado vengono promossi di fronte alla Corte d’Appello competente, che procede ad un riesame in fatto e in diritto della vicenda. L’ultimo grado di giudizio è di fronte alla Corte Suprema, quale giudice di legittimità. DISCIPLINA In Nigeria, le parti hanno l’onere di dimostrare i fatti che pongono a fondamento delle rispettive domande: • le prove relative a fatti non allegati in giudizio sono ritenute inammissibili dal giudice; • le prove generalmente ammesse sono quelle documentali, le testimonianze e le perizie tecniche. 08.07.2014 62 2.8 Tutela del credito FASE ESECUTIVA / ADEMPIMENTI DISCIPLINA ESECUTORIETÀ DELLA SENTENZA Le sentenze dei Tribunali nigeriani sono immediatamente esecutive sin dal momento della loro pronuncia, salvo eccezioni. SOSPENSIONE DELLA PROVVISORIA ESECUZIONE L’appello non sospende automaticamente l’esecutorietà di una sentenza. La parte che intenda ottenere la sospensione dell’esecuzione ha l’onere di presentare, oltre all’appello, una specifica istanza. • La parte soccombente ha l’onere di dimostrare che vi siano circostanze speciali ed eccezionali che giustificano la sospensione del provvedimento, a pena del rigetto dell’istanza. ADEMPIMENTI PROPEDEUTICI ALL’ESECUZIONE Generalmente, le sentenze che condannano una parte al pagamento di una somma di denaro sono eseguite mediante il pignoramento e la vendita dei beni mobili e immobili del debitore (enforcement in senso stretto). © Rödl & Partner 08.07.2014 63 2.8 Tutela del credito RICONOSCIMENTO ED ESECUZIONE DI PROVVEDIMENTI STRANIERI FONTI PRESUPPOSTI PER IL RICONOSCIMENTO © Rödl & Partner DISCIPLINA Legislazione nazionale: • la “1922 Ordinance” per le decisioni emesse nel Regno Unito e nel Commonwealth; • il “1960 Act” per gli altri Paesi, a condizione che sussista reciprocità nel riconoscimento dei giudicati. Convenzioni bilaterali con altri Paesi. • La Nigeria non ha stipulato con l’Italia alcuna Convenzione per il riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze straniere. La Nigeria ha ratificato in data 17/03/1970 la Convenzione di New York del 1958 per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze arbitrali straniere. Tale Convenzione si applica in Nigeria: • soltanto al riconoscimento e l’esecuzione di sentenze arbitrali emesse in Paesi che sono parte della Convenzione stessa; e • a condizione che le controversie vertano in materia commerciale. Ai fini del riconoscimento di una sentenza straniera in Nigeria, è necessario chiedere il riconoscimento della sentenza entro 12 mesi dalla pronuncia, dimostrando tra l’altro che: • la decisione è definitiva ed esecutiva; • i termini per dare esecuzione alla sentenza non sono prescritti; • la decisione si basa sulla legge applicabile al caso concreto, eventualmente anche in base alla scelta delle parti; • la Corte che ha pronunciato la sentenza aveva giurisdizione a decidere; Una volta riconosciuta e registrata, la sentenza straniera acquista lo stesso valore di una sentenza emessa in Nigeria. 08.07.2014 64 Sommario 01 Africa 02 Nigeria 03 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals 04 Highlights © Rödl & Partner 08.07.2014 65 3 S.O.P.: standard operating procedures doing deals © Rödl & Partner 08.07.2014 66 3 S.O.P.: standard operating procedures doing deals Official support: assicurazione dell’investimento contro il rischio politico e le misure stop and sanctions che possono colpire la controparte straniera. Waiver of sovereign immunity: neutralizzazione delle immunità sovrane in particolare nelle negoziazioni con enti pubblici o a partecipazione pubblica. Security of the loan: garantire l’investimento attraverso una onshore o offshore security (reali o personali tramite gli strumenti offerti da banche con primario world ranking). Legal support: consulenza legale internazionale operativa nel Paese di investimento. Local laws: approfondire il contenuto della legislazione dello Stato ospite (investment hosting country) con particolare riferimento a: • company laws (discipline in materia societaria): scegliere la struttura più congrua al tipo di business da intraprendere; conoscere il regime di responsabilità ricondotto al tipo di partecipazione nonché i limiti riconosciuti alle clausole di governance della società; • tax laws: nello scegliere il Paese sede dell’investimento, di primaria importanza è il trattamento fiscale e contributivo cui è sottoposta la società (attività, utili e dividendi) e cui sono sottoposti i capital gains (proventi indiretti delle attività d’impresa derivati da rendite sugli assets aziendali, ad es.: immobili, diritti di privativa, interessi su capitale, ecc.) quando destinati verso Paesi terzi; • custom laws: da non trascurare sono le formalità doganali da compiere relativamente alle importazioni ed alle esportazioni di beni e servizi; in particolare si suggerisce di rivolgersi al customs service nazionale ovvero ad operatori professionali del settore attivi nel paese dell’investimento; • specific laws: sono le normative di settore che, in taluni casi, in merito a determinate tipologie di investimento, possono derogare alle norme generali (per lo più frutto di specifiche politiche governative volte a privilegiare o sostenere determinati settori economici nazionali). Governing law: scelta della legge applicabile ai rapporti con l’eventuale partner locale, fatte salve le norme di applicazione necessaria del Paese di investimento. Judiciary: scelta del foro e dello strumento di risoluzione delle controversie. © Rödl & Partner 08.07.2014 67 Sommario 01 Africa 02 Nigeria 03 SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals 04 Highlights © Rödl & Partner 4.1 Tips on Tenders & Projects 4.2 La politica italiana di sostegno agli investimenti esteri 08.07.2014 68 4.1 HIGHLIGHTS: TIPS on TENDERS & PROJECTS TENDERS L’imprenditore che voglia realizzare un investimento nei Paesi dell’Africa sub-sahariana potrà monitorare i siti di istituzioni sovranazionali quali, ad esempio i portali messi a disposizione da World Bank, European Investment Bank, African Development Bank, Ministero degli Esteri (Extender) etc., ovvero altri minori, come tenders.nigeriang.com, oppure, ancora, verificare periodicamente i siti governativi del Paese verso il quale è orientato al fine di verificare se siano stati pubblicati bandi di gara che corrispondano all’attività imprenditoriale che intende svolgere Nell’esaminare un tender, prima di procedere al deposito dei documenti di gara presso il soggetto competente preposto a riceverli, è prioritario: • procedere a una sommaria preliminare valutazione della congruità del bando di gara rispetto alle esigenze e al background del paese dell’investimento; • verificare l’autorevolezza della fonte che ne ha pubblicato gli estremi anche avvalendosi di strutture e collaboratori in grado di riuscire a valutare la bontà della documentazione fornita (tender reference number o altro identificativo del progetto, responsabile del progetto, ecc.) e di quella richiesta; • non trasmettere alcun documento non adeguatamente “protetto” all’interlocutore prima di averne verificato, con la dovuta perizia, l’identità, le mansioni ed il ruolo (in particolare, l’invio di documentazione in formato word dovrà essere evitato in qualsivoglia circostanza così come buona pratica sarà anche evitare l’invio di loghi, marchi, ovvero informazioni di cui possa essere fatto un uso indebito e/o illecito); • più tecnicamente, verificare le garanzie richieste alla luce della capacità finanziaria propria e dell’eventuale partner locale; altresì dovranno essere valutate le modalità, la valuta, i tempi di pagamento, i meccanismi di aggiustamento del prezzo e di estensione del termine dei lavori, la disciplina delle riserve e i metodi di risoluzione delle controversie nonché l’eventuale % di preferenza riservata ai bidder locali. © Rödl & Partner 08.07.2014 69 4.1 HIGHLIGHTS: TIPS on TENDERS & PROJECTS PROJECTS (esempi) Infrastrutture Housing Finanza • (26.03.2014) USD 205 mln. Finanziamento della African Development Bank per lo sviluppo di un Urban Water & sanitation project (Port Harcourt). • (19.11.2013) Costruzione di un porto deepwater a 60 km ad est di Lagos (Lekki Port) che potrà servire navi da carico di grande pescaggio. Progetto approvato dal Ministero per l’Ambiente e finanziato dalla European Investment Bank (EIB). • (27.03.2014) USD 200 mln. 2° finanziamento a progetto sviluppo infrastrutturale finanziato da World Bank avente quale beneficiario lo Stato di Lagos. • Nell’ambito del United Workers Housing Scheme il quale prevede la costruzione di 100.000 unità abitative negli stati della Repubblica Federale, Rock of Ages Properties Ltd. (Chicason Group) ed il Trade Union Congress hanno inaugurato lo scorso febbraio 2014 la costruzione di 2.000 “case (finanziariamente) accessibili” (prezzo di acquisto USD 4.000/8.000). • (26.03.2014) USD 125 mln. progetto finanziato da African Development Bank: credito erogato alla Zenith Bank PLC per sostenere il ricorso al credito delle PMI nigeriane; • € 100 mln. progetto di finanziamento tra FirstBank Nigeria ed European Investment Bank - non ancora approvato – diretto a sostenere l’acceso al credito delle PMI locali. © Rödl & Partner 08.07.2014 70 4.2 HIGHLIGHTS: La politica italiana di sostegno agli investimenti esteri Il sistema normativo italiano annovera la LEGGE n. 49 del 1987 dedicata alla cooperazione internazionale: • l’art. 1 disciplina le finalità della legge (salvaguardia vita umana, valorizzazione risorse umane, autosufficienza alimentare, conservazione patrimonio ambientale, consolidamento sviluppo endogeno e crescita economica/sociale/culturale dei Paesi in via di sviluppo, miglioramento condizione femminile, dell’infanzia, sostegno e promozione della donna, ecc.); La L. 49/87 prevede i seguenti strumenti di intervento per realizzare progetti a favore dei Paesi in via di sviluppo: • crediti di aiuto in favore dei paesi in via di sviluppo (art. 6); • crediti agevolati alle imprese italiane con il parziale finanziamento della loro quota di capitale di rischio (max 70%, anche in forma anticipata) in imprese miste da realizzarsi in Paesi in via di Sviluppo (art. 7); • doni in favore dei Paesi in via di Sviluppo; • doni a Organizzazioni Internazionali (Trust Funds). La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) gestisce i fondi attribuiti dalla L. 49/87 realizzando, in base alle disponibilità di risorse ex art. 7 della medesima, operazioni relative al finanziamento di imprese miste. Nel 2013 le risorse stanziate per gli investimenti sono state pari a € 400mila su uno stanziamento ordinario disponibile pari ad € 277 mln. (ca. € 321 mln. complessivi dei residui fondi 2012). Per il triennio 2013-2015 i Paesi eleggibili all’uso dello strumento dei crediti agevolati per le imprese miste ex art. 7 L.49/87 a seguito della delibera del Comitato Nazionale n. 108/2012 sono Heavily Indebted Poor Countries (dei quali fanno parte anche il Ghana ed il Mozambico), Paesi Meno Avanzati (dei quali fa parte anche l’Angola), Low Income Countries (fra cui il Kenya) ed infine lower middle income countries (tra cui la Nigeria). Secondo i dati forniti dal MEF, le disponibilità del Fondo rotativo ex art. 7 L. 49/87 ammontavano a € 108,4 mln. al 31.12.2012, ad € 700.000 per il 2013, ammontano ad € 80.000 per il 2014, mentre non sono previste allocazioni per il 2015. © Rödl & Partner 08.07.2014 71 Contatti Avv. Eugenio Bettella Rödl & Partner Via F. Rismondo, 2/E 35131 Padova Tel. +39 049 8046911 Fax +39 049 8046920 [email protected] “Ogni singola persona conta”, per i Castellers come per noi. Le “torri umane” simboleggiano in modo straordinario la cultura di Rödl & Partner. Incarnano la nostra filosofia di coesione, equilibrio, coraggio e spirito di squadra. Mostrano la crescita che scaturisce dalle proprie forze, elemento che ha fatto di Rödl & Partner quello che è oggi. “Força, Equilibri, Valor i Seny” (potenza, equilibrio, coraggio e intelligenza) sono i valori dei Castellers, così vicini ai nostri. Per questo, dal maggio 2011, Rödl & Partner ha stretto una cooperazione con i Castellers di Barcellona, ambasciatori nel mondo dell’antica tradizione delle “torri umane”. L’associazione catalana incarna, insieme a molte altre, questa preziosa eredità culturale. © Rödl & Partner 08.07.2014 72