Bettella - Unindustria Treviso

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Bettella - Unindustria Treviso
Nigeria – Country Presentation
Opportunità di business e di investimento per le imprese venete
Strategie di accesso e strumenti offerti
dalle normative locali e internazionali
Studio Rödl & Partner, Padova
Avv. Eugenio Bettella
Unindustria Treviso
Piazza delle Istituzioni n.11, Treviso
8 luglio 2014
© Rödl & Partner
08.07.2014
Sommario
01
Africa
02
Nigeria
03
SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals
04
Highlights
© Rödl & Partner
08.07.2014
2
Sommario
01
Africa
02
Nigeria
03
SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals
04
Highlights
© Rödl & Partner
1.1 Informazioni generali
1.2 Trade Facilitation Reforms
1.3 Principali organizzazioni regionali: ECOWAS
1.4 Progetti di integrazione continentale: Tripartite Free Trade Area
1.5 Opportunità di investimento
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1.1 AFRICA: informazioni generali
Situazione politica stabile nella maggior parte dei Paesi
dell’African Union (54). Focolai di protesta localizzati, ma
contenuti e controllati dai governi.
Politiche anticorruzione adottate dai governi al fine di
attirare investimenti stranieri; in particolare, nel settore
doganale vengono adottati standards uniformi per
accrescere la trasparenza nelle operazioni di import/export.
Rischio investimento ridotto: gli indici SACE del rischio di
credito, di regolamentazione e di violenza politica
(ranking≤75/100), nonché gli indici O.C.S.E. (ranking≤6/7),
che prendono in considerazione anche la situazione
economica e finanziaria del Paese destinatario, evidenziano
9 Paesi di particolare interesse (Nigeria, Ghana, Angola,
Mozambico, Kenya, Camerun, Tanzania, Uganda e Zambia).
Gli IDE (investimenti diretti esteri) nel 2013 sono
aumentati rispetto all’anno precedente: + 6,8% (Global
Investment Trands Monitor - gennaio 2014); nella decade
2003-2012 il totale degli investimenti esteri è passato da
USD 18 bn. a USD 56.6 bn. (African Development Bank).
Lo sviluppo economico degli Stati Africani è certamente da
ricollegarsi ad una crescente stabilità politica oltreché al
consolidamento dei principi democratici, come evidenziato anche
dal grafico sopra riportato
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Significativa progressione della partecipazione della
componente femminile all’economia, con prevalente
inserimento nel settore del commercio e dei servizi (Woman
in Trade in Africa - World Bank Report).
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1.1 AFRICA: informazioni generali
1.1 AFRICA: informazioni generali
Superficie: ca. 30.000.000 km2
Popolazione (World Population Review - 6 dicembre
2013):
• ca. 1,069 miliardo di abitanti
• in aumento fino a 1.900.000.000 persone entro il
2050
• oltre 50 centri urbani con più di 1 milione di abitanti
• il 36,8% della popolazione vive in aree urbane;
entro il 2020, le stime prevedono un incremento al
70% del medesimo dato percentuale
Crescita annuale demografica: ca. 2%
Lagos – slum and skyscrapers
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1.1 AFRICA: informazioni generali
1.1 AFRICA: informazioni generali
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1.1 AFRICA: informazioni generali
1.1 AFRICA: informazioni generali
PIL: USD 1,03 tn. (Economic Commission for Africa –
Economic Report on Africa 2012)
• In crescita del 4,8% nel 2013 e stimato al +5,1% nel 2014
(Economic Report on Africa 2013);
• Entro il 2020 il PIL africano è previsto raggiunga gli USD 2,6
tn. con corrispondente rapida e progressiva crescita della
middle-class (spesa in beni di consumo prevista in USD 1,4
tn. – McKinsey Forecasts).
Struttura del PIL
• I settori che contribuiscono maggiormente alla formazione
del PIL sono quelli dell’industria mineraria/estrattiva e
dell’agricoltura con significative variazioni da Paese a
Paese. Ulteriori settori in crescita sono quello energetico e
quello delle infrastrutture (trasporti, comunicazioni, e
servizi collegati) sostenuti da politiche governative per lo
sviluppo.
• I governi di molti Paesi promuovono politiche volte a
diversificare le loro economie interne, al fine di ridurre la
dipendenza dalle commodities, il cui prezzo è variabile a
seconda dell’andamento dei mercati finanziari.
Distribuzione della ricchezza
• La percentuale della popolazione nella fascia di estrema
povertà (al di sotto di USD 1,25/giorno) raggiungerà il
35,8% nel 2015.
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1.1 AFRICA: informazioni generali
1.1 AFRICA: informazioni generali
Inflazione
• Tasso inflazione (% media Paesi) ridotto nel nuovo millennio da ca. 45% (1990s) a ca. 5.5% (2013).
Attualmente il tasso rimane stabilmente sotto controllo (Financial Times Report-Africa Business Brief 24.03.2014).
• L’abbassamento dei prezzi dei beni di consumo contribuirà a mantenere la bilancia dei pagamenti negativa nella maggior
parte dei Paesi africani (soprattutto fra i non produttori di petrolio - International Monetary Fund Growth Previsions, ottobre
2013).
African Stock Exchanges - 2013
• Nigeria (Lagos) +26%
• Wall Street +15%
• Tokyo +17%
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1.2 AFRICA: Trade Facilitation Reforms
Customs Clearance
• Per la crescita economica del Continente, è imperativo accelerare le procedure doganali e semplificarle,
seguendo gli standards internazionali R.K.C. (Revised Kyoto Convention) promossi dalla W.C.O (World
Customs Organisation ):
– trasparenza e prevedibilità delle procedure;
– standardizzazione, riduzione e semplificazione delle dichiarazioni da presentare rispetto a settori
merceologici affini nonché dei documenti da presentare a supporto;
– informatizzazione delle procedure;
– coordinamento con agenzie doganali dei Paesi limitrofi / dei Paesi che registrano maggior volume di
scambi commerciali (esempio virtuoso del porto di Durban, Sudafrica).
Duties & Tariffs
• Politiche di armonizzazione delle imposte all’importazione e all’esportazione fra i Paesi membri delle differenti
regioni economiche in cui è suddiviso il continente;
• Politiche di abbattimento dei costi legati ai trasporti interni;
• Il “Corridoio settentrionale” - Africa’s Northern Corridor (1.700 km) - collega Kigali (Rwanda) al porto di
Mombasa (Kenya), passando per l’Uganda; fra le politiche legate a questo progetto infrastrutturale vi è stata
anche la rimozione di tutti i pre-esistenti 26 roadblocks e l’istituzione di un O.S.B.P. destinato ai controlli
doganali, che saranno progressivamente effettuati con formalità elettroniche ed automatizzate.
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1.2 AFRICA: Trade Facilitation Reforms
Transport Infrastructure Implementation
• L’African Development Bank ha destinato nel quinquennio 2008-13 ca. USD 12 bn. allo sviluppo di
infrastrutture regionali quale forma di investimento per lo sviluppo del commercio nei Paesi membri dell’A.U.
• Il Rolling Play and Budget Propal per il 2014-16 propone la seguente ripartizione dei finanziamenti per
Indicative Operations Programs (IOPs) fino al 2022.
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1.4 AFRICA:
AFRICA: principali
principali organizzazioni
organizzazioni regionali
regionali
1.3
ECOWAS (Economic Community of West African States)
La Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale
un’organizzazione istituita il 28.05.1975 con il Trattato di Lagos.
è
•
Stati membri: Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia,
Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra
Leone, Togo.
•
Superficie: 6,1 milioni km².
•
Popolazione: ca. 340.000.000 abitanti (2013).
•
PIL regionale: ca. 700.000 billion (2013).
•
Organi principali: Conferenza dei Capi di Stato e di Governo; Consiglio dei
Ministri; Segretariato; Commissioni teoriche; Tribunale (con il compito di
dirimere le controversie legate all'applicazione del trattato istitutivo);
ECOWAS Bank for Investment and Development (EBID).
Obiettivi:
•
creazione di una zona di libera circolazione di merci (Trade Liberalisation
Scheme) e persone (abolizione di visti, creazione dell’ECOWAS Travel
Certificate e dell’ECOWAS Passport), in vista di una successiva unione
economica;
•
cooperazione monetaria (West African Monetary Institute – WAMI – con sede
ad Accra) e finanziaria (con l’introduzione dell’ECOWAS levy, ossia
un’imposta dello 0,5% sull’importazione di beni originari da Paesi nonECOWAS);
•
miglioramento della rete dei trasporti (finanziamento alla costruzione della
West Africa highway network da Lagos a Nouakchott e da Dakar a
N’djamena) e delle telecomunicazioni (Intelcom I e II);
•
sfruttamento razionalizzato delle risorse energetiche e minerali
(finanziamento del West African Gas Pipeline Project tra Ghana, Togo, Benin
e Nigeria e creazione del West African Power Pool).
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1.3 AFRICA: principali organizzazioni regionali
ECOWAS (Economic Community of West African States)
Nel gennaio del 2006, a Niamey (Niger), il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo dell’ECOWAS ha adottato
una decisione diretta a introdurre l’ECOWAS Common External Tariff (CET), vale a dire una tariffa doganale
comune tra i Paesi membri di tale organizzazione internazionale.
Secondo le dichiarazioni del delegato della Commissione, Mr. Kwakye, in occasione del 7°ECOWAS Trade
Fair tenutosi ad Accra il 4 novembre 2013, la CET, la cui entrata in vigore veniva inizialmente prevista il
1°gennaio 2014, non verrà applicata che a partire dal 1°gennaio 2015.
L’istituzione dell’ECOWAS Common External Tariff si basa sulle previsioni dell’art. 3 del Trattato ECOWAS,
secondo il quale l’ECOWAS promuove “la cooperazione e l’integrazione, al fine di costituire un’unione
economica nell’Africa dell’Ovest”, e per giungere alla realizzazione del mercato comune può “adottare una
tariffa doganale esterna comune e una politica commerciale comune nei confronti di Paesi terzi”.
La decisione del 2006, che prevedeva inizialmente l’introduzione di 4 aliquote di dazi doganali comuni, è stata
successivamente modificata con la previsione di un quinto livello.
Ad oggi lo schema della CET è basato su 5 categorie di beni, sottoposti a diverse aliquote di dazi doganali:
• 0% sui beni di assoluta necessità;
• 5% sui beni di prima necessità e sui materiali non lavorati;
• 10% sui beni qualificati come “intermedi”;
• 20% sui beni di consumo;
• 35% su specifici beni necessari per lo sviluppo economico.
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1.3 AFRICA: principali organizzazioni regionali
ECOWAS (Economic Community of West African States)
Lo schema di liberalizzazione delle aliquote coinvolge le seguenti categorie di
prodotti:
• Prodotti non trasformati, quali ad es. animali, piante, prodotti minerari,
materie prime che non sono state sottoposte ad alcuna trasformazione
industriale;
• Prodotti artigianali e locali, quali ad es. utensili;
• Prodotti trasformati, in base al seguente schema:
- Local content: prodotti realizzati interamente nello Stato membro con
almeno il 60% di materia prima locale;
- Changing in Tariff classification: prodotti non interamente realizzati negli
Stati membri ma realizzati attraverso l’uso esclusivo di materiali che sono
classificati sotto un diverso codice di nomenclatura rispetto al prodotto
finito;
- Value Added: prodotti non realizzati interamente nello Stato membro in
cui comunque la lavorazione, realizzata localmente, incida in misura non
inferiore al 30% del valore ex works del prodotto finito.
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1.4 AFRICA: progetti di integrazione continentale
Tripartite FTA (Free Trade Area)
Tripartite Free Trade Area (FTA)
•
Il processo di progressiva liberalizzazione dei traffici commerciali tra i Paesi africani si è sviluppato, fino
alla metà degli anni 2000, mediante l’istituzione di organizzazioni regionali quali SADC, ECOWAS,
COMESA e EAC (East African Community).
•
Tale processo ha determinato, oltre a un crescente sviluppo economico del continente africano, anche
l’emergere di difficoltà di coordinamento tra le diverse organizzazioni regionali, qualora uno o più Paesi
fossero entrati a far parte di più di una organizzazione regionale. Questo è, ad esempio, il caso di SADC
e COMESA, che hanno 7 Paesi membri comuni: Repubblica Democratica del Congo, Malawi, Mauritius,
Seychelles, Swaziland, Zambia e Zimbabwe.
•
Attualmente, non esistono criteri di coordinamento uniformi tra le diverse organizzazioni regionali, che
permettano di indicare la normativa da applicare in casi di appartenenza di un Paese a più
organizzazioni regionali. La regolamentazione di tale aspetto, pertanto, è affidata alle norme assunte
dalle singole organizzazioni regionali, come l’art. 28 del Protocol on trade della SADC (cfr. supra).
•
Al fine di risolvere tali criticità, e per dare un ulteriore impulso allo sviluppo economico dell’intero
continente africano, nell’ottobre del 2008 SADC, COMESA e EAC hanno avviato un progetto di
unificazione delle rispettive organizzazioni regionali, con la finalità di realizzare una Tripartite Free Trade
Area (FTA).
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1.5 AFRICA:
AFRICA: progetti
progetti di
di integrazione
integrazione continentale
continentale
1.4
Tripartite FTA (Free Trade Area)
Tripartite Free Trade Area (FTA)
•
Gli obiettivi della Tripartite Free Trade Area sono:
– la creazione di un mercato comune tra i 26 Paesi facenti parte di SADC, COMESA ed EAC, con la
progressiva abolizione delle tariffe doganali e delle quote di importazione su tutti i prodotti che
abbiano i requisiti che saranno determinati dalla Tripartite Rule of Origin;
– l’introduzione del principio del national treatment, secondo il quale i Paesi membri della Tripartite FTA
accorderanno lo stesso trattamento previsto per i beni prodotti nel proprio territorio ai beni prodotti in
un altro dei Paesi membri del Tripartite FTA e successivamente esportati all’interno del territorio di
libero scambio;
– l’introduzione del principio del c.d. most favoured national treatment, in base al quale ogni Paese
membro del Tripartite FTA sarà libero di stipulare con Paesi terzi accordi commerciali preferenziali, a
condizione che tali accordi non violino gli obiettivi e i termini del Tripartite Free Trade Agreement.
•
I negoziati per giungere alla stipulazione del Tripartite FTA sono stati avviati nel mese di luglio 2012, e
attualmente, dopo il meeting del Tripartite Trade Negotiation Forum tenutosi a Lusaka (Zambia) nel
febbraio 2013, i Paesi interessati hanno previsto di pervenire alla conclusione del Tripartite FTA entro la
fine del 2014, per poi realizzare il progetto di unificazione commerciale e doganale tra il 2018 e il 2021.
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1.6 AFRICA: opportunità di investimento
1.5 AFRICA: opportunità di investimento
L’Africa sub-sahariana è un territorio interessato da un rapido processo di sviluppo economico, che ha
contribuito ad attrarre un numero crescente di investitori stranieri.
•
Secondo le proiezioni della Banca Mondiale, si trovano in Africa nove dei quindici Paesi al
mondo che avranno il più alto tasso di crescita economica nei prossimi cinque anni.
•
Aumento degli investimenti diretti fino a un totale di USD 54 bn. entro il 2015, pari ad una
crescita del 40% rispetto ai USD 37.7 bn. investiti nel 2012.
•
Lo sviluppo economico dell’Africa subsahariana è sostenuto da:
– sfruttamento delle risorse minerarie;
– stabilità politica e macroeconomica;
– riforme micro-economiche;
– crescente espansione del mercato interno;
– apertura delle economie agli investimenti stranieri;
– crescita della classe media e della corrispondente domanda di prodotti e beni di consumo
tendenti agli standard europei e occidentali.
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1.6 AFRICA: opportunità di investimento
1.5 AFRICA: opportunità di investimento
Fra le risorse minerarie disponibili che interessano l’industria estrattiva si citano, a titolo meramente
esemplificativo:
•
nell’Africa meridionale: giacimenti di carbone e riserve di gas (ad esempio, in Mozambico) e
rame (nello Zambia);
•
nell’Africa occidentale: in Ghana (bauxite, manganese, oro, diamanti, petrolio), Angola (oro,
argento, uranio, diamanti, petrolio), Nigeria (petrolio e gas naturale specialmente), ma anche in
Guinea, Liberia e Sierra Leone.
I costi relativi alle forniture d’acqua, all’energia elettrica ed ai trasporti sono tra i fattori che
più ostacolano la crescita economica dei Paesi africani: una criticità che i governi locali stanno
gradualmente affrontando dopo l’ingente sforzo economico-finanziario sopportato negli ultimi anni al
fine di ridurre l’esposizione debitoria nei confronti degli Stati del Nord del Mondo.
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1.5 AFRICA: opportunità di investimento
Costruzioni ed edilizia
• In considerazione delle esigenze abitative ed infrastrutturali, le opportunità di investimento
spaziano dal settore pubblico (sviluppo di strade, ponti, porti, aeroporti, dighe, etc.) al settore
privato.
• I progetti di sviluppo immobiliare realizzati e realizzandi sono localizzati nelle maggiori aree
urbane, dove si concentra la maggior parte della popolazione e altresì nelle immediate periferie.
• Il mercato del lusso si rivolge alla fascia benestante della popolazione, che comprende, in
particolare, le rappresentanze politiche ed industriali, gli esponenti delle professioni liberali, nonché
il crescente numero di espatriati stranieri.
• Ingenti risorse sono state destinate alla costruzione di complessi residenziali a “basso costo”
(social and affordable housing in collaborazione con World Bank, African Development Bank,
governi locali e istituti di credito).
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1.5 AFRICA: opportunità di investimento
Eko Atlantic Project
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1.5 AFRICA: opportunità di investimento
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Heritage Palace (Laurus), Lagos, Nigeria
Nigeria social housing
Thompson Building luxury project, Lagos, Nigeria
Lekki Pearl, Lekki, Nigeria
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1.5 AFRICA: opportunità di investimento
Arredamento da interno privato e per uffici
• La previsione d’incremento del commercio nel settore arredo risponde all’aumento della domanda
delle classi sociali emergenti e degli investimenti diretti stranieri (fixed base).
• Le tipologie di arredo che possono penetrare il mercato dei Paesi dell’Africa sub-sahariana sono
molteplici: le opportunità maggiori si situano nell’arredo casa e nell’allestimento di locali
commerciali, uffici ed hotel.
• Il made in Italy è percepito come indiscusso standard qualitativo e, pertanto, privilegiato rispetto
alla concorrenza nel settore, soprattutto cinese e turca.
OfficeLine & Company Ltd., Lagos, Nigeria
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Linea Italia Ltd., Abuja, Nigeria
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1.5 AFRICA: opportunità di investimento
Agricolo e alimentare
• La crescita demografica, il consolidamento e l’ampliamento della middle-class determinano una
progressiva crescita del fabbisogno interno, che, a tutt’ora, la maggior parte dei Paesi
dell’Unione Africana non riesce a soddisfare (secondo i dati Euromonitor, la classe media africana
acquista beni per ca. il 60% del PIL continentale).
• La fase di produzione/raccolta delle materie prime, quella di conservazione e la successiva di
distribuzione necessitano, nonostante le politiche agricole avviate dai governi, di essere
ulteriormente sostenute e perfezionate.
• La fase di trasformazione delle materie prime è quasi del tutto assente e, comunque,
fortemente carente, con la conseguenza che non apportando additional value, i prodotti alimentari
raccolti e non trasformati soffrono, nelle operazioni commerciali, le oscillazioni dei prezzi imposte
dai mercati internazionali.
• Il costo delle materie prime alimentari è fortemente condizionato dalla ripercussione dei fattori
climatici sulla produzione.
• Le politiche a sostegno del settore agricolo sono quelle maggiormente favorevoli, in termini fiscali,
per l’investitore straniero.
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1.5 AFRICA: opportunità di investimento
Large distributor of consumer goods
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Traditional agricolture methods
Lagos, processing of fruits
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1.5 AFRICA: opportunità di investimento
Energy
• La produzione e la distribuzione di energia rappresentano due delle maggiori sfide del Continente
africano: gli impianti destinati alla produzione, quando presenti, necessitano di essere ampliati al
fine di garantire la (seppur parziale) soddisfazione della domanda (crescente nelle aree urbane ed
industriali); anche la rete di distribuzione, carente o bisognosa di manutenzione pressoché
ovunque, necessita di essere ampliata e ammodernata al fine di permettere un più ampio accesso
all’energia da parte della popolazione.
• L’approvvigionamento di energia rappresenta uno dei maggiori ostacoli all’investimento straniero
negli stati africani. Frequente è il ricorso a generatori che garantiscano continuità al fabbisogno
energetico dell’impianto di produzione.
• La produzione di energia, in particolar modo da fonti rinnovabili, è una priorità per la maggior parte
dei governi dei Paesi dell’Africa subsahariana.
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1.5 AFRICA: opportunità di investimento
“Construction Begins on $7
Billion Power Africa Project”
(www.spectrum.ieee.org/energy, 19.02.2014)
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Sommario
01
Africa
02
Nigeria
03
SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals
04
Highlights
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2.1 Informazioni generali
2.2 Opportunità di investimento
2.3 Quadro giuridico – aspetti generali
2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti
2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti
2.6 Quadro giuridico – aspetti lavoristici
2.7 Quadro giuridico – aspetti fiscali
2.8 Tutela del credito
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2.1 Informazioni generali
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2.1 Informazioni generali
NOME UFFICIALE
Federal Republic of Nigeria.
SUPERFICIE
POPOLAZIONE
Ca. 924.000 km2.
Ca. 174 milioni abitanti.
PIL pro-capite: ca. 2.700 USD. (World Economic Outlook database 2013).
Paese più popoloso dell’Africa e settimo più popolato al mondo.
Principale partner commerciale dell’Italia nell’Africa sub-sahariana, dopo il
Sudafrica.
DIVISIONE
AMMINISTRATIVA
Capitale: Abuja 1.857 milioni abitanti (CIA World Factbook).
Altre città importanti: Lagos, Kano, Ibadan, Kaduna, Port Harcourt, Benin
City, Maiduguri.
36 Stati e 1 Federal Territory: Albia, Adamawa, Akwa Ibom, Anambra,
Bauchi, Bayelsa, Benue, Borno, Cross River, Delta, Ebonyi, Edo, Ekiti,
Enugu, Federal Capital Territory, Gombe, Imo, Jigawa, Kaduna, Kano,
Katsina, Kebbi, Kogi, Kwara, Lagos, Nassarawa, Niger, Ogun, Ondo,
Osun, Oyo, Plateau, Rivers, Sokoto, Taraba, Yobe, Zamfara.
Ogni Stato della Federazione ha un proprio apparato governativo,
presieduto da un Governor, e una propria assemblea legislativa, la House
of Assembly.
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2.1 Informazioni generali
FORMA DI STATO
Democratica-pluralistica di tipo federale.
L’indipendenza dagli inglesi è stata raggiunta il 1° ottobre 1960.
FORMA DI GOVERNO
Repubblica costituzionale presidenziale.
Il capo dello Stato è anche capo del Governo: il suo mandato è quadriennale; sono
consentiti 2 mandati consecutivi.
Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento Bicamerale (Senate e House of
Representatives; congiuntamente formano la National Assembly).
QUADRO POLITICO
L’attuale Costituzione è stata adottata nel 1999.
Capo dello Stato è Goodluck Jonathan (People’s Democratic Party) che ha assunto la
presidenza il 06.05.2010, subentrando a Umaru Yar'Adual.
Goodluck Jonathan è stato confermato alle ultime elezioni tenutesi il 16.04.2011.
Le prossime elezioni sono previste per il mese di aprile 2015.
RELIGIONI
Musulmana (ca. 50%), cristiana (ca. 40%), culti tradizionali locali (ca. 10%).
La maggioranza musulmana si concentra nella parte settentrionale del Paese, mentre
i cristiani risiedono prevalentemente nella parte meridionale.
LINGUA
Inglese (lingua ufficiale); Hausa (soprattutto al nord).
Diffusi idiomi locali (è possibile individuare più di 250 gruppi etnici in Nigeria).
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2.1 Informazioni generali
RAPPORTI BILATERALI CON
L’ITALIA
Nel dicembre 2010 è stato concluso ad Abuja tra Italia e Nigeria un protocollo di
intesa sottoscritto dalla National Agency for the Prohibition of Traffiking in
Persons and Other Related Matters (NAPTIP) e dalla Direzione Nazionale
Antimafia in persona dell’allora Procuratore Nazionale Pietro Grasso.
Accordo per la cancellazione di USD 1,9 bn. di debito pubblico nigeriano (2005).
Accordo sulla promozione e reciproca protezione degli investimenti (firmato a
Roma il 27.09.2000 ed entrato in vigore il 22.08.2005).
Convenzione per evitare le doppie imposizioni sui redditi derivanti dall’esercizio
della navigazione aerea e marittima, con scambio di note (firmata a Lagos il
22.02.1977 ed entrata in vigore l'11.09.1978).
RAPPORTI INTERNAZIONALI
La Nigeria è membro delle Nazioni Unite (UN) e della World Trade Organization
(WTO).
La Nigeria è membro fondatore dell’Unione Africana (AU) che persegue la
promozione dello sviluppo e dell’integrazione socio-economica nel continente, la
collaborazione tra i Paesi membri e la diffusione dei principi della democrazia,
della stabilità politica e del rispetto dei diritti umani.
La Nigeria è membro dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC; già
Organizzazione della Conferenza Islamica).
Dal 1971 la Nigeria è parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio
(OPEC).
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2.1 Informazioni generali
VALUTA E TASSO
DI CAMBIO
Naira (NGN)
1 € = 221,01 NGN (04.07.2014).
INFLAZIONE
8% (31.01.2014).
Stabile da agosto 2013; prevista in diminuzione (ca. 6,7% da marzo
2014).
Crescita 6,7% ca. (31.12.2013). Dal recente ricalcolo del PIL effettuato
la Nigeria è ora la prima economia africana.
PIL pro-capite (31.12.2013): USD 2,450 ca.
Formalità valutarie: è obbligatorio denunciare, sia in entrata che in
uscita, ogni importo superiore a USD 5.000, o un valore equivalente in
altre valute, compresa quella locale.
PIL (%)
CIRCOLAZIONE DI
CAPITALI
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2.2 Opportunità di investimento
EXPORT
Petrolio e prodotti derivati, cacao e gomma.
Principali export-partner sono gli Stati Uniti, l’India, il Brasile,
la Spagna, la Francia e l’Olanda.
IMPORT
Macchinari, prodotti chimici, mezzi di trasporto, prodotti
lavorati e semilavorati, derrate alimentari e bestiame.
Principali import-partner sono la Cina, gli Stati Uniti, l’India,
l’Olanda e la Corea del Sud.
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2.2 Opportunità di investimento
COSTRUZIONI ED EDILIZIA
CRESCITA DEMOGRAFICA E NECESSITA’ ABITATIVE – INFRASTRUTTURALI
Lagos, Victoria Island
Lagos
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Le stime delle Nazioni Unite prevedono che la Nigeria avrà la più elevata
crescita demografica dei prossimi 40 anni, con una popolazione che
supererà 367 mln. di abitanti.
Secondo l'ultima proiezione a 10 anni effettuata dal Global Construction
Perspectives & Oxford Economics, grazie alla rapida urbanizzazione, il tasso
di crescita del settore edile nigeriano sarà il più elevato del continente,
raggiungendo un valore pari a ca. USD 6,4 bn. entro il 2015.
Attualmente la Nigeria soffre un deficit di unità abitative, stimato tra i 12 e i
16 mln. di unità, pari a un valore di ca. USD 200 bn.
Lagos rappresenta una delle 6 più grandi città al mondo (ospita attualmente
ca. 20 mln. di abitanti e si prevede una crescita fino a ca. 25 mln. entro il
2020).
Nel settore edile nigeriano è preponderante la presenza delle imprese
straniere, che controllano quasi il 95% del mercato, con un’accentuata
presenza di imprese italiane, tra cui Cappa d’Alberto, Gitto, Impregilo-Salini,
Borni, AG Ferrero, INTELS.
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2.2 Opportunità di investimento
COSTRUZIONI ED EDILIZIA
INVESTIMENTI NEL SETTORE EDILE
La forte crescita del 7,63% del PIL nel 2011 ha favorito l’espansione del
settore delle costruzioni, cresciuto al tasso del 12 % per anno tra il 2006 e
il 2011.
Gli investimenti nel settore dell’edilizia-infrastrutture sono ancora oggi
finanziati, per la maggior parte, con denaro pubblico: la spesa dello Stato
Nigeriano per il settore casa nel 2013 è stata di ca. USD 3 bn.
Lo Stato ha destinato agli investimenti per le infrastrutture una spesa annua
di ca. USD 5,9 bn., pari a circa il 5% del PIL.
La Banca Mondiale prevede che nei prossimi dieci anni, il governo di Abuja
dovrà spendere, per le infrastrutture, più di USD 14,2 bn./anno, pari al 12%
del PIL. I finanziamenti da destinare alla loro costruzione ammontano a
ca. USD 3,6 bn/anno, corrispondenti a circa il 3% del PIL.
Nell’ambito dell’edilizia privata, i maggiori clienti sono le imprese del comparto
petrolifero e alberghiero; nell’ambito delle opere pubbliche il maggiore cliente è
il Governo centrale o gli Stati federali.
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2.2 Opportunità di investimento
COSTRUZIONI ED EDILIZIA
PROGETTI DI EDILIZIA ABITATIVA
Il programma quinquennale (2010-2015) del Governo Federale prevede 1.613
progetti, il 28% dei quali riguarda le infrastrutture, con un focus sul settore dei
trasporti (strade, ferrovie, canali di navigazione interni, porti e aeroporti) di circa
4,47 tn. di Naira (USD. 28,61 bn.) e sul settore dell’edilizia popolare.
Il fabbisogno abitativo ammonta a 12-16 mln. di unità e l’organizzazione
internazionale prevede che sarà necessario costruire 720.000 abitazioni
all’anno per riuscire a soddisfare la domanda.
Edilizia popolare: il Governo ha deciso di intervenire in tale settore con progetti di
social housing, realizzati mediante public-private partnership supportate dalla
World Bank e dall’International Finance Corporation.
Edilizia residenziale: nel Paese sono in fase di implementazione progetti su vasta
scala quali:
• Metro City realizzata da Updc;
• Sun City realizzata da Adkan Services.
Edilizia di lusso: nel Paese si annoverano anche molteplici progetti per edilizia di
lusso, principalmente nelle maggiori città. Tra i tanti si citano:
• zona residenziale di Lekki e quartiere di Ikoyi nello stato di Lagos;
• Thompson Luxury Project in Lagos.
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2.2 Opportunità di investimento
COSTRUZIONI ED EDILIZIA
PROGETTI DI EDILIZIA COMMERCIALE/UFFICI
La presenza di operatori stranieri in Nigeria ha comportato un aumento della
richiesta di uffici: a Lagos, le top location hanno un costo di locazione mensile
di oltre 85 €/mq2.
I centri commerciali e gli spazi nei centri commerciali registrano una richiesta
crescente e non riescono a soddisfare l’attuale domanda.
I canoni di locazione a Lagos hanno un costo annuale medio di 1.000
USD/mq2 per i locali di dimensioni più ridotte.
Rimangono solo una manciata di edifici già esistenti dotati di spazi ad uso
ufficio di elevata qualità con una superficie superiore ai 1.000 mq2. Il più
importante edificio interamente destinato ad uso uffici è il Churchgate II, i cui
locali vengono locati sempre più rapidamente, dopo che i canoni annui richiesti
sono stati abbassati fino a 850 USD/mq2.
Ulteriori importanti edifici a destinazione commerciale:
• Lagos - in fase di costruzione Eko Atlantic City superficie bonificata di 9
Km2 a sud del Central Business District in Victoria Island;
• Abuja - in fase di costruzione Abuja World Trade Center.
Lagos, Churchgate II
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2.2 Opportunità di investimento
ARREDO
ARREDO CASA e UFFICIO – STATO DELL’ARTE
Il settore dell’arredo e del design di interni ha vissuto un boom negli ultimi 8 anni e
continua ad espandersi in parallelo con la crescita economica del Paese.
Il mercato dell’arredo è stimato in almeno USD 1 miliardo annui e si colloca per il
60% a Lagos.
Del settore arredo trovano maggior mercato e sono trainanti:
• arredo casa;
• arredo ufficio.
Il Made in Italy è conosciuto e stimato per l’esclusività dei prodotti italiani, il
design, l’alta qualità delle materie prime, il servizio di montaggio su misura. Per la
vendita:
• alcuni privati si recano direttamente in Italia per acquistare da aziende italiane;
• per i progetti di grande dimensione (hotel, contract, etc.) vengono ingaggiati
direttamente interior designers e imprese di costruzione.
Il Governo ha posto un divieto all’importazione di mobili finiti, che è a tutt’oggi
vigente.
Nonostante il predetto divieto, i mobili importati rappresentano il 70% del
mercato.
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2.2 Opportunità di investimento
ARREDO
ARREDO CASA e UFFICIO – LA PRODUZIONE LOCALE NIGERIANA
La produzione locale è composta da:
• aziende produttrici di mobili di scarsa qualità, che si collocano
nella «fascia bassa» di mercato;
• assemblatori di prodotti importati, cd. «KDK - Knock Down
Furniture»;
• poche aziende eccellenti, che si collocano nella fascia medio alta di
mercato (IO Furniture, Doll, Svengali, Abuja Funiture Company).
La produzione locale è frenata:
• dalla carenza di manodopera qualificata;
• dagli alti costi operativi/produttivi dovuti: all’assenza e/o alle
interruzioni di energia elettrica; alla difficoltà di ottenere prestiti
bancari e, comunque, con tassi di interesse esorbitanti.
Quale conseguenza, il costo finale dei prodotti locali di qualità è
equiparabile a quello dei prodotti importati.
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2.2 Opportunità di investimento
ARREDO
ARREDO CASA e UFFICIO – IMPORTAZIONI
In aumento le joint ventures tra studi di architettura nigeriani e studi di
interior design internazionali per soddisfare il mercato locale:
• gli studi di architettura e le aziende italiane rappresentano
l’eccellenza, ma hanno perso mercato negli ultimi anni a causa della
poca trasparenza e della mancanza di contatto diretto con i clienti
locali (senza passare per il mediatore nigeriano).
• Portogallo, Spagna, Brasile, Germania hanno costruito rapporti di
fiducia e trasparenza con gli interior designer s nigeriani.
• La Turchia sta penetrando il mercato nigeriano, con forte presenza a
fiere ed attività di marketing, offrendo prodotti competitivi rispetto a
quelli italiani.
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2.2 Opportunità di investimento
ARREDO
CARATTERISTICHE DEL MERCATO: CANALI DI DISTRIBUZIONE
La catena distributiva è strutturata in retail, attraverso show-rooms / negozi di arredo per
casa e per ufficio.
La principale provenienza dei prodotti, per segmento:
• arredo di alta gamma: Italia, Spagna e Portogallo;
• arredo di media gamma: Italia, Spagna, Portogallo, Turchia e USA;
• arredo di bassa gamma: Cina, Asia.
Tra i complementi d’arredo, i più venduti sono: mobili, sedie, articoli per l’illuminazione,
porte.
Non esistono in Nigeria e/o sono molto scarsi i seguenti canali di distribuzione:
• bricolage e fai da te;
• vendita per corrispondenza;
• vendite via internet.
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2.2 Opportunità di investimento
ARREDO
CARATTERISTICHE DEL MERCATO: SEGMENTI DI CLIENTELA
Gli operatori nigeriani sono in media sofisticati, molti di loro hanno studiato e/o lavorato
in UK o negli USA, viaggiano moltissimo e sono esposti alle ultime tendenze in tutti i
settori. Molti provengono dal settore bancario, legale o dal mondo della consulenza
internazionale.
A grandi linee, si possono individuare alcuni principali segmenti di acquirenti:
• operatori con showroom / interior designers;
• studi di design e di architettura, general contractors, catene alberghiere, società
immobiliari per progetti CONTRACT;
• privati particolarmente abbienti;
• agenti e rivenditori.
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2.2 Opportunità di investimento
AGRICOLTURA E AGRO-PROCESSING
SETTORE ALIMENTARE
Il settore alimentare è uno dei fattori trainanti dell’espansione dei consumi in Nigeria, che
attualmente si attestano su un valore pari a ca. USD 10 bn.
I dati forniti dalla società di consulenza Accenture evidenziano che, ad Agosto 2012, nel
settore della distribuzione alimentare erano stati effettuati investimenti stranieri per un
valore pari a USD 1,3 bn., corrispondenti a circa il 19% del PIL.
La distribuzione dei prodotti alimentari avviene sia mediante i grandi gruppi di grossisti e
dettaglianti (per esempio Pick and Pay, Spar, Shoprite Checkers, Massmart, Metcash e
Woolworths), i quali sono già inseriti in un contesto fortemente concorrenziale sia mediante
la distribuzione informale, tuttora costituita da commercianti indipendenti che alimentano
piccole botteghe o mercati.
Il sorgere di numerosi nuovi centri commerciali in tutto il Paese continuerà a dare impulso
a questo settore e alla richiesta di importazione di prodotti alimentari.
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2.2 Opportunità di investimento
AGRICOLTURA E AGRO-PROCESSING
SETTORE AGRICOLO
Oltre a promuovere la produzione nazionale di riso e mais, il Governo di Abuja ha anche avviato un
programma per diffondere tra la popolazione l’uso di farina di manioca e/o cassava.
Il Governo federale, inoltre, ha fissato un termine di 12 mesi per riconvertire numerosi mulini presenti nel
Paese alla macinazione di manioca e ha abolito le imposte doganali sull’importazione dei macchinari
necessari.
Il Governo federale ha inoltre sospeso per tutto il 2013 le imposte doganali sull’importazione di macchinari
e le attrezzature agricole.
A spingere l’economia sono soprattutto i programmi messi in atto dal Governo per rilanciare la produzione
agricola con l’obiettivo di rendere il Paese autosufficiente dal punto di vista alimentare entro il 2020.
Il settore della produzione avicola rappresenta circa un quarto dell’intera produzione domestica nigeriana,
con un valore economico annuo pari a ca. € 234,8 mln. La Nigeria produce attualmente oltre 553.000
tonnellate di uova e 708.000 tonnellate di carni di pollo, mentre complessivamente le risorse a
disposizione dell’intero settore ammontano a una cifra pari a ca. € 1,5 bn.
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2.2 Opportunità di investimento
ENERGY
SETTORE ENERGETICO
Sfida principale per la crescita economica del Paese e per lo sviluppo della debole
industria manifatturiera locale è il settore energetico: la produzione di energia elettrica è al
momento del tutto inadeguata alle necessità della nazione. Fonti locali fissano la
produzione attuale a circa 4.500 MW contro una domanda di oltre 30.000 MW.
Uno degli eventi più importanti dell'anno 2013 è stato la privatizzazione della
produzione e distribuzione di energia elettrica, con le attività formalmente consegnate
agli investitori privati dal governo il 1°novembre 2013.
Il trasferimento da pubblico a privato rappresenta una delle più grandi iniziative di
privatizzazione del mondo, destinata ad attrarre investimenti nel settore della produzione
di energia e a migliorarne l'efficienza, nonostante il notevole ritardo rispetto alla rapida
crescita della domanda.
La statale Power Holding Company of Nigeria è stata sostituita con 6 società di
produzione di energia e 11 società di distribuzione.
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2.2 Opportunità di investimento
ENERGY
SETTORE ENERGETICO
La cessione degli assets pubblici segna un notevole passo avanti per l'economia nigeriana.
Nonostante investimenti governativi nel settore nel corso degli ultimi due decenni,
l‘approvvigionamento di energia rimane insufficiente al fabbisogno nazionale e molte
aziende si affidano a generatori diesel che possono aggravare fino al + 30% il costo
dell’investimento imprenditoriale. La capacità di produzione di energia elettrica - per una
popolazione di 170 milioni di persone - è scesa a 3.782 MW a ottobre 2013 a fronte di un
precedente picco positivo per ca. 4.518 MW, nel dicembre 2012.
Nel mese di agosto 2013 il governo ha firmato un memorandum d'intesa per USD 3,7 bn.
con un consorzio nigeriano/cinese, Energia HTG - Pacifico, per lo sviluppo di una centrale
a carbone da 1.200 MW nello stato di Enugu.
Nel lungo termine, secondo il presidente Goodluck Jonathan, la Nigeria potrebbe
incrementare la produzione di energia dal carbone fino al punto di soddisfare ca. il 30% del
suo fabbisogno interno.
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2.3 Quadro giuridico – aspetti generali
ORDINAMENTO GIURIDICO
Sistema misto di Common law, sharia (in 12 Stati del Paese a maggioranza musulmana, viene applicato
un corpo di norme civili e penali di diritto islamico), diritto consuetudinario e diritto positivo.
PRINCIPALI FONTI DEL
DIRITTO
Le principali fonti giuridiche di matrice federale di riferimento per l’operatore commerciale straniero sono:
• Costituzione del 1999;
• Companies & Allied Matters Decree, 1990 (C.A.M.A.);
• Nigerian Investment Promotion Commission Decree, 1995;
• Nigeria Export Processing Zones Decree, 1992;
• Foreign Exchange Decree (Monitoring & Miscellaneous Provisions), 1995;
• Small & Medium Scale Industries Development Agency (Establishment) Act, 2005;
• Investments & Securities Act, 2007;
• Companies Income Tax Act, 2007;
• Engineers (Registration, etc.) Act, c.d. COREN;
• Public Procurement Act, 2007
É opportuno anche verificare, una volta deciso quale sia lo stato federato in cui realizzare l’investimento,
la normativa statale vigente.
STRUMENTI DI
INVESTIMENTO
L’imprenditore straniero può operare in Nigeria attraverso diversi strumenti di investimento:
• Indiretto
– vendita diretta dall’Italia;
– tramite intermediari locali:
• agenzia;
• distribuzione;
• franchising.
• Diretto
– l’apertura di un ufficio di rappresentanza;
– la costituzione di una società di diritto nigeriano.
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2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti
COMPRAVENDITA
INTERNAZIONALE
La compravendita è disciplinata dal Sales of Good Act nella versione emanata dal
Parlamento inglese nel 1893; sebbene alcuni Stati federati abbiano, nel tempo, emanato
una propria legislazione in materia, questa riproduce sostanzialmente le disposizioni
contenute nell’Act anglosassone. In via suppletiva, si applicano i principi della common law
risultanti dall’elaborazione giurisprudenziale.
La Nigeria non ha aderito alla Convenzione di Vienna sulla compravendita internazionale di
beni mobili del 1980, ratificata invece dall’Italia nel 1986. La Nigeria rimane, insieme a
Regno Unito, Brasile e India uno dei principali Paesi a non aver aderito alla Convenzione.
DISTRIBUZIONE
COMMERCIALE E
AGENZIA
La Nigeria non prevede alcuna disciplina specifica in materia di agenzia, distribuzione e
franchising; trovano generale applicazione i principi di common law, con conseguente
ampia autonomia negoziale delle parti.
Le linee guida pubblicate dal National Office for Technology Acquisition and Promotion
(NOTAP) regolano tuttavia in maniera dettagliata la materia del trasferimento di know how e
proprietà intellettuale, materia che, a diverso titolo, può rientrare nel quadro di accordi di
intermediazione commerciale (si pensi all’uso dei segni distintivi concesso dal preponente
all’agente piuttosto che alle direttive commerciali imposte dal franchisor al franchisee).
Ogni accordo che abbia ad oggetto il trasferimento a un soggetto nigeriano di diritti di
privativa stranieri deve essere registrato. La registrazione è subordinata alla verifica della
congruità di alcuni contenuti, secondo il giudizio del NOTAP, tenuto conto della natura e
delle caratteristiche del contratto: il giudizio in particolare ricade sul valore delle royalties,
management fees e consultancy fees.
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2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti (import / export)
IMPORT
•
Fonti
• Custom, Excise Tariff (Consolidation) Act;
• Revised Import Prohibition List (Trade) and Other Fiscal Policy Measures;
• Trattato dell’ ECOWAS e protocolli aggiuntivi: perché un prodotto venga considerato
come originario di un Paese membro dell’ECOWAS occorre che sia stato prodotto in
un Paese membro; sia stato prodotto altrove, ma con materie prime originarie
dell’area ECOWAS purché dette materie prime siano state trattate in modo da
acquisire un valore aggiunto non inferiore al 30% calcolato sul prezzo ex-factory
(ricavo fabbrica, prezzo di prima commercializzazione) del prodotto finito.
Standard
L’autorità di riferimento è rappresentata dalla Standards Organisation of Nigeria (SON);
le agenzie accreditate dalla SON possono rilasciare i certificati SONCAP per attestare
la conformità agli standard ammessi in Nigeria, generalmente, di tutti i principali
prodotti ad eccezione dei prodotti alimentari, medicinali, chimici, usati e materiale
militare.
In genere l’importazione è soggetta al rilascio del Combined Certificate of Value and
Origin (CCVO) che deve contenere la descrizione dei prodotti e la destinazione che
devono raggiungere oltre alle modalità di pagamento.
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2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti (import / export)
IMPORT
Nigeria
Importazioni regolate dal Custom, Excise Tariff (Consolidation) Act.
La Revised Import Prohibition List (Trade) and Other Fiscal Policy Measures definisce un elenco delle importazioni
vietate nel Paese.
Gli oneri doganali applicati ai beni in ingresso variano dal 5% al 75% del valore del bene a seconda della sua natura,
del luogo di ingresso (porto/aeroporto/terra) e del Paese di provenienza.
Il costo indicato dal Doing Business Report 2014 per l’importazione di un singolo container a mezzo trasporto oceanico
con destinazione Lagos è di ca. USD 1.695, i documenti che lo debbono accompagnare in n. 13 ed il tempo necessario
al completamento dell’operazione pari a 33 giorni.
I documenti che devono accompagnare l’importazione di un prodotto annoverano, tra gli altri, anche il certificato di
fabbricazione del produttore, quello di conformità SONCAP e quello di pagamento delle imposte doganali.
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2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti (import / export)
EXPORT
•
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Fonti
• Nigerian Export Decree, istitutivo del Nigerian Export Promotion Council (NEPC), presso i cui
registri è necessario essere iscritti al fine di poter esercitare l’attività di export trader in Nigeria.
• Regime delle società in Export Processing Zone / Free Trade Zone: Nigerian Export Processing
Zone Act.
Standard
• Autorità di riferimento: Nigerian Export Processing Zones Authority (NEPZA).
Attività eliggibili per le free zones
• servizi di stoccaggio/deposito merci, spedizione, logistica e altri servizi doganali;
• attività produttive o di trasformazione destinate alle esportazioni;
• attività di imballaggio, trasporto e altre connesse aventi ad oggetto beni in regime di esenzione
doganale;
• attività assicurative, finanziarie e bancarie;
• servizi di importazione con finalità particolari, quali, ad esempio, promozionali;
• servizi di consulenza.
Vantaggi
• libero rimpatrio di capitali (ivi compreso quello dell’investimento iniziale), utili e dividendi;
• possibilità di impiegare amministratori e/o personale tecnico qualificato straniero attraverso
procedure semplificate e oltre ai limiti comunemente imposti dalle norme generali;
• esenzione dall’obbligo di ottenere una licenza per l’importazione/esportazione di beni
necessari/prodotti per/durante l’esercizio dell’attività d’impresa;
• esenzione dalla imposizione doganale relativamente ai medesimi prodotti, etc.
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2.4 Quadro giuridico – investimenti indiretti (import / export)
EXPORT
Nigeria
La società registrata in Nigeria la cui attività di esportazione superi il 60% del volume d’affari sconta
un’agevolazione fiscale pari al 10% per 5 anni sulla corporate tax.
Per le società che operano in una Export Free Zone è garantita un’esenzione fiscale totale per 3 anni; fra
queste, le industrie produttive dovranno, per beneficiare dell’agevolazione, dimostrare che almeno il 75% del
loro prodotto è destinato al mercato non nigeriano.
Il costo indicato dal Doing Business Report 2014 per l’esportazione di un singolo container a mezzo trasporto
oceanico con carico in Lagos è di ca. USD 1.380, i documenti di trasporto che lo accompagnano in numero di
9 e il tempo necessario al perfezionamento dell’operazione pari a ca. 22 giorni.
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2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti
FORME TIPICHE DI
INVESTIMENTO
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Private or Public limited liability company;
Unlimited liability company;
Company limited by guarantee;
Branch of foreign company;
Partnership/Firm;
Sole Proprietorship;
Incorporated trustees;
È anche possibile aprire in Nigeria un ufficio di rappresentanza
(c.d. representative office), ma solo per svolgere attività
promozionali o di collegamento in territorio nigeriano (c.d.
business indiretto). L’ufficio di rappresentanza deve essere
registrato presso i registri della Corporate and Affaires
Commission (CAC) e non potrà, in ogni caso, concludere contratti
o svolgere attività che generino profitto.
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2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti
(NON) OBBLIGATORIETÀ DI UN
PARTNER LOCALE
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In via generale, gli investitori stranieri possono operare in Nigeria anche in assenza di
un partner locale.
Sono presenti, tuttavia, eccezioni specifiche per alcuni settori considerati “sensibili” dal
governo federale (ad esempio, la produzione di armi e munizioni, di farmaci) per i quali
l’attività di impresa è integralmente preclusa all’investitore straniero.
Una società che voglia operare in Nigeria nel settore delle costruzioni - in qualità di
main contractor ovvero di consulente tecnico (per practice of engineering si intende
“[..] any professional service or creative work requiring the application of
special knowledge of mathematics, physics and engineering in form of
consultation, invention, discovery, valuation, research and teaching in
recognized engineering institutions, planning, operation, maintenance
supervision of construction and installation involving investigating, advising,
operating, evaluating, measuring, planning, designing, specifying, laying and
directing, constructing, commissioning, inspecting or testing in connection with
any public or private utilities, structures, buildings machines, equipment,
processes, works or projects”) - dovrà rispettare requisiti specifici in materia di
governance fissati dal Council for the Regulation of Engineering in Nigeria (COREN),
in particolare:
• nel Board of Directors dovrà essere presente almeno un ingegnere registrato presso
il COREN;
• almeno il 51% in equity deve essere di titolarità di un soggetto nigeriano.
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2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti
LA BRANCH
Una società straniera che intende esercitare attività di impresa in Nigeria
deve registrarsi in loco, se non beneficia di una statutory exemption.
Esenzioni di questo tipo in genere o si applicano a società straniere a
partecipazione pubblica o sono collegate a specifici progetti governativi.
Non è richiesta la registrazione per le società straniere che presidiano il
territorio con strutture che hanno come funzione quella di
magazzino/esposizione di beni o di raccolta di informazioni.
ATTIVITÀ CHE
COMPORTANO LA
REGISTRAZIONE COME
BRANCH / PERMANENT
ESTABLISHMENT
Costituiscono stabile organizzazione la presenza di facilities come
capannoni, uffici, miniere, cantieri di costruzione, assemblaggio,
installazione, fornitura di servizi strumentali alle attività che precedono.
La giurisprudenza nigeriana ha ritenuto sufficiente ad integrare il concetto
di stabile organizzazione (o fixed base) la presenza di dipendenti di una
società straniera in alloggi temporanei (per esempio hotels) per più di 3
mesi.
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2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti
PRIVATE LTD
CAPITALE SOCIALE
MINIMO
SOCI E ASSEMBLEA
AMMINISTRAZIONE
CONTROLLO
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Il capitale minimo richiesto per la costituzione di una società a
partecipazione straniera (sia essa interamente o solo
parzialmente sotto il controllo straniero) è pari a NGN
10.000.000,00 (ca. € 45.000,00), in denaro o in natura purché
almeno il 25% venga versato all’atto della costituzione.
Minimo 2, massimo 50 soci - anche tutti non nigeriani, salve le
riserve di cui si è detto in precedenza.
Minimo 2, anche stranieri e non residenti
min. 1 secretary - non necessariamente cittadino nigeriano - purché
accreditato presso il registro degli esperti contabili, presso quello
dei legal practitioners ovvero dei chartered sercretaries and
administrators alternativamente;
min. 1 revisore (che, per il caso di società neo-costituita, deve
avvenire in occasione della prima assemblea dei soci, da indirsi
entro 18 mesi dall’ottenimento del certificato che attesta la
costituzione della società), per la verifica delle scritture contabili per
le quali sia previsto l’obbligo di rendicontazione annuale.
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2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti
PRIVATE LTD
PROCEDURA
DI COSTITUZIONE
(sintesi)
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Prenotazione della denominazione sociale (la “ditta” della costituenda NewCo) presso i registri della
Corporate and Affairs Commission (c.d. “CAC”) e la successiva registrazione presso gli uffici della stessa, la
quale, in esito al corretto espletamento delle formalità di legge, rilascerà un “certificate of incorporation”;
registrazione presso il Federal Inland Revenue Service (c.d. “FIRS) ai fini fiscali;
registrazione presso la Nigerian Investment Promotion Commission (c.d. “NIPC”);
richiesta dell’ottenimento di un business permit presso il Ministero degli Interni locale ed altresì della c.d.
“quota espatriati”, qualora la NewCo, in mancanza di corrispondente figura locale, intenda impiegare
personale straniero;
registrazione presso l’Industrial Training Fund (c.d. “ITF”), per il caso in cui la NewCo impieghi almeno 5
lavoratori;
registrazione presso il National Housing Fund (c.d. “NHF”), per l’adempimento all’obbligo di contribuzione al
fondo sociale/abitativo;
registrazione presso uno degli operatori accreditati dal National Health Insurance Scheme (c.d. “NHIS”), per
il caso in cui la NewCo impieghi più di 10 lavoratori;
registrazione presso il National Social Insurance Trust Fund (c.d. “NSITF”), al fine della contribuzione
obbligatoria del datore di lavoro al fondo assistenzialistico per gli infortuni sul lavoro;
la registrazione presso la Pension Commission (c.d. “PENCOM”), al fine del versamento del contributo
previdenziale obbligatorio in favore dei lavoratori dipendenti;
l’apertura di un conto corrente bancario intestato alla NewCo presso uno dei principali istituti di credito
nigeriani ed altresì l’apertura di un c.d. domiciliary account funzionale al trasferimento di fondi dalla società
madre alla società controllata in valuta diversa da quella locale.
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2.5 Quadro giuridico – investimenti diretti
PIONEER STATUS
Fonti
• Industrial Development (Income Tax Relief) Decree.
•
Vantaggi
• Tax holiday di 5 o 7 anni a seconda dei siti di insediamento;
• sussidi per costi di ricerca e di innovazione, formazione;
• sgravio fiscale del 5% a favore delle società con più di 10 dipendenti,
dei quali almeno il 60% non abbia alcuna precedente formazione
professionale e sia stato assunto entro i 3 anni dal conseguimento
dell’ultimo titolo di studio;
• agevolazioni negli investimenti in infrastrutture e beni strumentali.
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2.6 Quadro giuridico – aspetti lavoristici
FONTI
Labour Act: sulla disciplina generale del rapporto di lavoro;
Non è prevista la forma scritta a pena di nullità del contratto di lavoro e, per quanto
riguarda la disciplina del rapporto, non vigono norme di particolare rigore a tutela
dei lavoratori; in materia di licenziamento, per esempio, termini di preavviso (fino a
1 mese per rapporti che durano da oltre 5 anni) e forme si ricavano più dalla prassi
che dalle fonti scritte;
National Minimum Wage Act, sul valore minimo della retribuzione;
Factories Act: sugli obblighi del datore di lavoro in materia di sicurezza sul luogo di
lavoro, come, ad esempio, in materia di dotazioni di sicurezza, di impianti e
materiali etc.;
Employees Compensation Act: sugli obblighi contributivi ai fini assistenzialistici, a
carico del datore di lavoro e del lavoratore;
Pension Reform Act: sul regime previdenziale;
Trade Union Act: sulla libera associazione sindacale.
COSTO DEL LAVORO
Salario minimo fissato in NGN 7.500/mese, pari a circa € 34,00 al netto delle
ritenute di legge e dei contributi previdenziali. Questa disciplina non trova peraltro
applicazione rispetto alle imprese che abbiano meno di 50 dipendenti; che
impieghino principalmente lavoratori con contratto part-time (meno di
40h/settimana); che impieghino lavoratori remunerati a commissione, lavoratori
stagionali: contribuzione totale obbligatoria pari al 15% del salario lordo, di cui il
50% a carico del dipendente e il 50% a carico del datore di lavoro.
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2.6 Quadro giuridico – aspetti lavoristici
ESPATRIATI E NORME
DI IMMIGRAZIONE
(CENNI)
Fonti e autorità di riferimento:
• Immigration Act, Nigerian Immigration Service (NIS);
• Federal Ministry of Interior (FMI).
Visti e permessi:
• business visa (3 mesi): consente l’ingresso in Nigeria per motivi di affari,
incontri, conferenze, workshop, seminari e propositi similari; non consente
la permanenza o il lavoro in forma stabile.
• temporary work permit (TWP) - 3 mesi: consente l’ingresso in Nigeria allo
straniero per l’esercizio di una specifica attività da svolgersi in uno
specifico (breve) termine; generalmente, il TWP è rilasciato per un
periodo di 90 giorni, con possibilità di rinnovo.
• subject to regularization (STR) – 90 giorni, durante i quali il datore di
lavoro potrà presentare istanza al Controller of Nigerian Immigration
Service per la regolarizzazione definitiva del permesso di lavoro e
l’ottenimento di un permesso di soggiorno Residence Permit e della
Combined Expatriate Resident Permit and Alien Card (CERPAC) per
l’autorizzazione a risiedere e lavorare in maniera stabile in Nigeria.
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2.7 Quadro giuridico – aspetti fiscali
IMPOSTE DIRETTE
Persone giuridiche
• Corporate tax: 30% eccetto per le società che non operano nel
settore oil & gas dove l’imposizione fiscale (petroleum profit tax)
può superare il 65% o l’85% per le imprese che operano nel
settore upstream (p.e. ricerca e estrazione).
• Dividendi pagati a società straniere –10% withholding tax.
• Interessi – 10% withholding tax.
• Royalties –10% withholding tax.
• Technical service fees –10% withholding tax.
• Management consulting fees and commissions, 10%
withholding tax.
Persone fisiche
• Sistema progressivo fino al 24%.
IMPOSTE INDIRETTE
IVA: 5%
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2.8 Tutela del credito
AZIONE E PRESCRIZIONE
DISCIPLINA
FONTI
Legislazione federale e statale.
TERMINE ORDINARIO PER UN CREDITO IN
MATERIA CIVILE E COMMERCIALE
I termini di prescrizione variano da Stato a Stato.
Generalmente, il termine è compreso tra 3 mesi e 6 anni dalla data in cui il
diritto poteva essere fatto valere.
INTERRUZIONE DELLA PRESCRIZIONE
La prescrizione si interrompe con l’introduzione di un giudizio e, in alcuni
Stati, con un riconoscimento di debito o con un pagamento parziale del
debito.
PROCEDIMENTI CAUTELARI
DISCIPLINA
MISURE PIÙ COMUNI
Le legislazioni statali consentono di ottenere provvedimenti che privano il
debitore, in via preventiva o conservativa, della disponibilità dei propri beni.
CONCESSIONE INAUDITA ALTERA PARTE
Solo in via di urgenza.
PROCEDIMENTI SOMMARI
D’INGIUNZIONE
PROCEDIMENTO
PRESUPPOSTI
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DISCIPLINA
Sono regolati dalle normative dei singoli Stati della Federazione.
Presuppongono che il titolo della domanda non sia in contestazione o che
risulti prima facie fondata in base alle prove allegate da chi agisce.
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2.8 Tutela del credito
PROCEDIMENTI ORDINARI
FASI PROCESSUALI
PROCEDIMENTI ORDINARI
IMPUGNAZIONI
RIPARTIZIONE DELL’ONERE
DELLA PROVA
ONERE DELLA PROVA
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DISCIPLINA
La procedura ordinaria inizia con un ricorso che deve essere depositato presso la
cancelleria del tribunale competente e quindi notificato al debitore.
Il debitore ha 42 giorni dalla ricezione dell’atto notificato per costituirsi.
Il ricorrente può depositare un’eventuale memoria di replica entro 14 giorni.
Al termine di questa fase, ha luogo un’udienza preliminare, in cui si precisano le domande
e si procede all’eventuale istruttoria.
Successivamente si svolge il dibattimento, che in genere dura da 1 a 12 mesi.
Entro i 90 giorni successivi alla conclusione del dibattimento, il Tribunale decide con
sentenza, avverso la quale è possibile proporre appello, di norma, entro 3 mesi.
DISCIPLINA
I giudizi di secondo grado vengono promossi di fronte alla Corte d’Appello competente,
che procede ad un riesame in fatto e in diritto della vicenda.
L’ultimo grado di giudizio è di fronte alla Corte Suprema, quale giudice di legittimità.
DISCIPLINA
In Nigeria, le parti hanno l’onere di dimostrare i fatti che pongono a fondamento delle
rispettive domande:
• le prove relative a fatti non allegati in giudizio sono ritenute inammissibili dal giudice;
• le prove generalmente ammesse sono quelle documentali, le testimonianze e le perizie
tecniche.
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2.8 Tutela del credito
FASE ESECUTIVA / ADEMPIMENTI
DISCIPLINA
ESECUTORIETÀ DELLA SENTENZA
Le sentenze dei Tribunali nigeriani sono immediatamente esecutive sin dal
momento della loro pronuncia, salvo eccezioni.
SOSPENSIONE DELLA PROVVISORIA
ESECUZIONE
L’appello non sospende automaticamente l’esecutorietà di una sentenza.
La parte che intenda ottenere la sospensione dell’esecuzione ha l’onere di
presentare, oltre all’appello, una specifica istanza.
• La parte soccombente ha l’onere di dimostrare che vi siano
circostanze speciali ed eccezionali che giustificano la sospensione
del provvedimento, a pena del rigetto dell’istanza.
ADEMPIMENTI PROPEDEUTICI
ALL’ESECUZIONE
Generalmente, le sentenze che condannano una parte al pagamento di una
somma di denaro sono eseguite mediante il pignoramento e la vendita dei
beni mobili e immobili del debitore (enforcement in senso stretto).
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2.8 Tutela del credito
RICONOSCIMENTO ED ESECUZIONE
DI PROVVEDIMENTI STRANIERI
FONTI
PRESUPPOSTI PER IL RICONOSCIMENTO
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DISCIPLINA
Legislazione nazionale:
• la “1922 Ordinance” per le decisioni emesse nel Regno Unito e nel
Commonwealth;
• il “1960 Act” per gli altri Paesi, a condizione che sussista reciprocità nel
riconoscimento dei giudicati.
Convenzioni bilaterali con altri Paesi.
• La Nigeria non ha stipulato con l’Italia alcuna Convenzione per il
riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze straniere.
La Nigeria ha ratificato in data 17/03/1970 la Convenzione di New York del
1958 per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze arbitrali straniere.
Tale Convenzione si applica in Nigeria:
• soltanto al riconoscimento e l’esecuzione di sentenze arbitrali emesse
in Paesi che sono parte della Convenzione stessa; e
• a condizione che le controversie vertano in materia commerciale.
Ai fini del riconoscimento di una sentenza straniera in Nigeria, è necessario
chiedere il riconoscimento della sentenza entro 12 mesi dalla pronuncia,
dimostrando tra l’altro che:
• la decisione è definitiva ed esecutiva;
• i termini per dare esecuzione alla sentenza non sono prescritti;
• la decisione si basa sulla legge applicabile al caso concreto,
eventualmente anche in base alla scelta delle parti;
• la Corte che ha pronunciato la sentenza aveva giurisdizione a
decidere;
Una volta riconosciuta e registrata, la sentenza straniera acquista lo stesso
valore di una sentenza emessa in Nigeria.
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Sommario
01
Africa
02
Nigeria
03
SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals
04
Highlights
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3 S.O.P.: standard operating procedures doing deals
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3 S.O.P.: standard operating procedures doing deals
Official support: assicurazione dell’investimento contro il rischio politico e le misure stop and sanctions che possono
colpire la controparte straniera.
Waiver of sovereign immunity: neutralizzazione delle immunità sovrane in particolare nelle negoziazioni con enti
pubblici o a partecipazione pubblica.
Security of the loan: garantire l’investimento attraverso una onshore o offshore security (reali o personali tramite gli
strumenti offerti da banche con primario world ranking).
Legal support: consulenza legale internazionale operativa nel Paese di investimento.
Local laws: approfondire il contenuto della legislazione dello Stato ospite (investment hosting country) con particolare
riferimento a:
• company laws (discipline in materia societaria): scegliere la struttura più congrua al tipo di business da
intraprendere; conoscere il regime di responsabilità ricondotto al tipo di partecipazione nonché i limiti riconosciuti
alle clausole di governance della società;
• tax laws: nello scegliere il Paese sede dell’investimento, di primaria importanza è il trattamento fiscale e contributivo
cui è sottoposta la società (attività, utili e dividendi) e cui sono sottoposti i capital gains (proventi indiretti delle attività
d’impresa derivati da rendite sugli assets aziendali, ad es.: immobili, diritti di privativa, interessi su capitale, ecc.)
quando destinati verso Paesi terzi;
• custom laws: da non trascurare sono le formalità doganali da compiere relativamente alle importazioni ed alle
esportazioni di beni e servizi; in particolare si suggerisce di rivolgersi al customs service nazionale ovvero ad
operatori professionali del settore attivi nel paese dell’investimento;
• specific laws: sono le normative di settore che, in taluni casi, in merito a determinate tipologie di investimento,
possono derogare alle norme generali (per lo più frutto di specifiche politiche governative volte a privilegiare o
sostenere determinati settori economici nazionali).
Governing law: scelta della legge applicabile ai rapporti con l’eventuale partner locale, fatte salve le norme di
applicazione necessaria del Paese di investimento.
Judiciary: scelta del foro e dello strumento di risoluzione delle controversie.
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Sommario
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Africa
02
Nigeria
03
SOP: Standard Operating Procedures Doing Deals
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Highlights
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4.1 Tips on Tenders & Projects
4.2 La politica italiana di sostegno agli investimenti esteri
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4.1 HIGHLIGHTS: TIPS on TENDERS & PROJECTS
TENDERS
L’imprenditore che voglia realizzare un investimento nei Paesi dell’Africa sub-sahariana potrà monitorare i
siti di istituzioni sovranazionali quali, ad esempio i portali messi a disposizione da World Bank, European
Investment Bank, African Development Bank, Ministero degli Esteri (Extender) etc., ovvero altri minori, come
tenders.nigeriang.com, oppure, ancora, verificare periodicamente i siti governativi del Paese verso il quale è
orientato al fine di verificare se siano stati pubblicati bandi di gara che corrispondano all’attività
imprenditoriale che intende svolgere
Nell’esaminare un tender, prima di procedere al deposito dei documenti di gara presso il soggetto
competente preposto a riceverli, è prioritario:
• procedere a una sommaria preliminare valutazione della congruità del bando di gara rispetto alle
esigenze e al background del paese dell’investimento;
• verificare l’autorevolezza della fonte che ne ha pubblicato gli estremi anche avvalendosi di strutture e
collaboratori in grado di riuscire a valutare la bontà della documentazione fornita (tender reference
number o altro identificativo del progetto, responsabile del progetto, ecc.) e di quella richiesta;
• non trasmettere alcun documento non adeguatamente “protetto” all’interlocutore prima di averne
verificato, con la dovuta perizia, l’identità, le mansioni ed il ruolo (in particolare, l’invio di documentazione
in formato word dovrà essere evitato in qualsivoglia circostanza così come buona pratica sarà anche
evitare l’invio di loghi, marchi, ovvero informazioni di cui possa essere fatto un uso indebito e/o illecito);
• più tecnicamente, verificare le garanzie richieste alla luce della capacità finanziaria propria e
dell’eventuale partner locale; altresì dovranno essere valutate le modalità, la valuta, i tempi di pagamento,
i meccanismi di aggiustamento del prezzo e di estensione del termine dei lavori, la disciplina delle riserve
e i metodi di risoluzione delle controversie nonché l’eventuale % di preferenza riservata ai bidder locali.
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4.1 HIGHLIGHTS: TIPS on TENDERS & PROJECTS
PROJECTS (esempi)
Infrastrutture
Housing
Finanza
• (26.03.2014)
USD
205
mln.
Finanziamento
della
African
Development Bank per lo sviluppo di
un Urban Water & sanitation project
(Port Harcourt).
• (19.11.2013) Costruzione di un porto
deepwater a 60 km ad est di Lagos
(Lekki Port) che potrà servire navi da
carico di grande pescaggio. Progetto
approvato dal Ministero per l’Ambiente
e
finanziato
dalla
European
Investment Bank (EIB).
• (27.03.2014) USD 200 mln. 2°
finanziamento a progetto sviluppo
infrastrutturale finanziato da World
Bank avente quale beneficiario lo
Stato di Lagos.
• Nell’ambito del United Workers
Housing Scheme
il quale
prevede
la
costruzione
di
100.000 unità abitative negli stati
della Repubblica Federale, Rock
of Ages Properties Ltd. (Chicason
Group) ed il Trade Union
Congress hanno inaugurato lo
scorso
febbraio
2014
la
costruzione di 2.000 “case
(finanziariamente)
accessibili”
(prezzo
di
acquisto
USD
4.000/8.000).
• (26.03.2014) USD 125 mln. progetto
finanziato da African Development
Bank: credito erogato alla Zenith
Bank PLC per sostenere il ricorso al
credito delle PMI nigeriane;
• € 100 mln. progetto di finanziamento
tra FirstBank Nigeria ed European
Investment Bank - non ancora
approvato – diretto a sostenere
l’acceso al credito delle PMI locali.
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4.2 HIGHLIGHTS:
La politica italiana di sostegno agli investimenti esteri
Il sistema normativo italiano annovera la LEGGE n. 49 del 1987 dedicata alla cooperazione internazionale:
• l’art. 1 disciplina le finalità della legge (salvaguardia vita umana, valorizzazione risorse umane, autosufficienza alimentare,
conservazione patrimonio ambientale, consolidamento sviluppo endogeno e crescita economica/sociale/culturale dei Paesi in
via di sviluppo, miglioramento condizione femminile, dell’infanzia, sostegno e promozione della donna, ecc.);
La L. 49/87 prevede i seguenti strumenti di intervento per realizzare progetti a favore dei Paesi in via di sviluppo:
• crediti di aiuto in favore dei paesi in via di sviluppo (art. 6);
• crediti agevolati alle imprese italiane con il parziale finanziamento della loro quota di capitale di rischio (max 70%, anche in
forma anticipata) in imprese miste da realizzarsi in Paesi in via di Sviluppo (art. 7);
• doni in favore dei Paesi in via di Sviluppo;
• doni a Organizzazioni Internazionali (Trust Funds).
La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) gestisce i fondi attribuiti dalla L. 49/87 realizzando, in base alle
disponibilità di risorse ex art. 7 della medesima, operazioni relative al finanziamento di imprese miste.
Nel 2013 le risorse stanziate per gli investimenti sono state pari a € 400mila su uno stanziamento ordinario disponibile pari ad €
277 mln. (ca. € 321 mln. complessivi dei residui fondi 2012).
Per il triennio 2013-2015 i Paesi eleggibili all’uso dello strumento dei crediti agevolati per le imprese miste ex art. 7 L.49/87 a
seguito della delibera del Comitato Nazionale n. 108/2012 sono Heavily Indebted Poor Countries (dei quali fanno parte anche il
Ghana ed il Mozambico), Paesi Meno Avanzati (dei quali fa parte anche l’Angola), Low Income Countries (fra cui il Kenya) ed
infine lower middle income countries (tra cui la Nigeria).
Secondo i dati forniti dal MEF, le disponibilità del Fondo rotativo ex art. 7 L. 49/87 ammontavano a € 108,4 mln. al 31.12.2012, ad
€ 700.000 per il 2013, ammontano ad € 80.000 per il 2014, mentre non sono previste allocazioni per il 2015.
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Contatti
Avv. Eugenio Bettella
Rödl & Partner
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35131 Padova
Tel. +39 049 8046911
Fax +39 049 8046920
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“Ogni singola persona conta”, per i Castellers come per noi.
Le “torri umane” simboleggiano in modo straordinario la cultura di Rödl & Partner. Incarnano la nostra filosofia di coesione, equilibrio, coraggio
e spirito di squadra. Mostrano la crescita che scaturisce dalle proprie forze, elemento che ha fatto di Rödl & Partner quello che è oggi.
“Força, Equilibri, Valor i Seny” (potenza, equilibrio, coraggio e intelligenza) sono i valori dei Castellers, così vicini ai nostri. Per questo, dal
maggio 2011, Rödl & Partner ha stretto una cooperazione con i Castellers di Barcellona, ambasciatori nel mondo dell’antica tradizione delle
“torri umane”. L’associazione catalana incarna, insieme a molte altre, questa preziosa eredità culturale.
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