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S
pazio università
L’ i n e s i s t e n z a
del
r u o l o e d u c a t i vo
di Marcello Vadalà
Il ruolo educativo dell’infermiere è evidenziato in più punti cardini
dell’assistenza
infermieristica, ma com’è
visto l’infermiere nella
società?
sanitaria e rischia d’essere complice della
Spesso è considerato come colui che,
sul territorio di un informatore, quale l’in-
accanto al medico, aiuta l’ammalato nel
fermiere. Il campione preso in esame,
percorso verso la guarigione e/o talvolta
rappresentato da 945 studenti delle classi
verso la morte; quindi è sempre presen-
quarte e quinte di alcune scuole superiori
te nella fase della malattia, ...ma in quel-
di Milano, è stato sottoposto ad un que-
la di Salute? Nella prevenzione e nella
stionario anonimo di 15 domande chiuse
promozione? Nel suo ruolo educativo al
ed una parte in cui l’intervistato poteva
di fuori dell’azienda Ospedaliera?
esprimere opinioni, paure, suggerimenti e
In questi ultimi decenni l’umanità è sog-
critiche sul problema Aids. Le domande
getta a grandi patologie come i tumori, le
proposte riguardavano il significato di
malattie cardiovascolari e l’Aids.
malattia e sieropositività, la modalità di
La mancanza o la scarsa conoscenza dei
contagio e i veicoli di trasmissione, i sog-
fattori di rischio, e dei comportamenti peri-
getti ed i rapporti a rischio, il preservativo,
colosi per la salute, possono aumentare le
il significato di un test Hiv negativo e
probabilità che l’individuo sano possa
l’informazione varia. Che cosa è emerso?
essere colpito da determinate patologie.
Le definizioni di sieropositivo e malato di
Un esempio di tale fenomeno è rappre-
Aids sono conosciute da poco meno del
sentato dal problema Aids, ed in partico-
50%, è da rilevare che per il 22% il siero-
lare nei giovani. A mio avviso, nella
positivo è colui che presenta il virus, ma
società l’infermiere non fa educazione
non può trasmetterlo ad altri. La maggior
disinformazione che presuppongo possa
essere presente nei giovani su Aids/Hiv.
Lo scopo della mia ricerca, (tesi D.U.I.:
AIDS/HIV, Il ruolo educativo dell’infermiere, novembre 2000), era quello di
conoscere quali e quanto corrette fossero
le informazioni in possesso dei ragazzi
sulla tematica citata rilevando la necessità
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parte del campione (83%) è a conoscenza
l’infezione. La maggior parte del campio-
che i soggetti a rischio non sono solo tos-
ne dichiara di aver ricevuto tale tipo
sicodipendenti, omosessuali e prostitute,
d’informazioni da mass media e scuola,
anche se qualcuno n’è ancora convinto. Il
ma ritiene che ad occuparsi di prevenzio-
13% afferma che la trasmissione possa
ne debbano essere anche le figure profes-
avvenire anche tramite l’uso di bagni,
sionali, e reputa molto utili eventuali
posate, condivisione di appartamenti,
incontri con infermieri, esperti e sieropo-
baci, abbracci, strette di mano. Per quan-
sitivi nelle scuole. Dall’analisi dei risultati
to riguarda i liquidi biologici e le secre-
è emersa una scarsità di conoscenze di
zioni che possono trasmettere il virus
base sull’argomento Aids/Hiv e dai com-
dell’Hiv il 66% risponde in modo parzial-
menti personali appare una denuncia
mente corretto, tralasciando il latte mater-
d’assenza di figure e istituzioni che faccia-
no come possibile veicolo d’infezione.
no educazione sanitaria direttamente nelle
Alla domanda dove era richiesto di indivi-
scuole. Se la carenza conoscitiva generale,
duare quale dei rapporti elencati (orale
può essere imputata ad una cattiva, scor-
con e senza eiaculazione e vaginali) non
retta o assente informazione da parte dei
fosse a rischio e, quindi, quello che non
mass media e delle scuole, non è da
necessita dell’uso di preservativo, solo
dimenticare che la presenza di figure pro-
poco più della metà risponde corretta-
fessionali potrebbe influire positivamente,
mente, il 34% invece reputa non pericolo-
anche se di poco (forse), l’andamento e
si i rapporti orali e il 2,7% quelli vaginali.
l’epidemiologia di questo, ma anche di
Per quanto riguarda il modo per preveni-
altri flagelli sociali. Appurata la carenza di
re il contagio è indicato soprattutto il pre-
informazioni inerenti la tematica citata, tra
servativo, anche se il 72,5% segnala la pil-
gli adolescenti, ci sarebbe da indagare
lola anticoncezionale, il diaframma ed il
circa le motivazioni che spingono gli
coito interrotto. Il campione ha una cono-
infermieri a preferire un ruolo di assisten-
scenza discreta sul fatto che il profilattico
za diretta, piuttosto che quello di educa-
debba essere in lattice e provvisto di ser-
zione sanitaria. La realtà italiana (numero
batoio, (qualcuno però lo terrebbe nel
limitato di infermieri) potrebbe far pensa-
portafoglio, luogo di deterioramento), ma
re ad una concentrazione naturale, inevi-
ha una conoscenza scarsa sull’eventuale
tabile ed unidirezionale di tale figura
lubrificazione (molti utilizzerebbero la
all’interno delle strutture sanitarie (pubbli-
vaselina, che provoca la rottura del profi-
che e private); in questo caso, non è da
lattico). Il significato di un test Hiv con
dimenticare “l’impossibilità” a conciliare
risultato negativo è conosciuto discreta-
un eventuale occupazione e interesse a
mente, anche se per qualcuno significa
svolgere ed ad approfondire altri ruoli di
una resistenza al virus o la presenza del-
nostra competenza (non meno importan-
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ti) come quello di educatore sul territorio.
vare che si esalta soprattutto l’aspetto assi-
Ma può non essere soltanto questo. La
stenziale, le ore di tirocinio sono concen-
professione infermieristica in generale per
trate sul processo di cura, le ore di teoria
essere svolta al meglio, a mio avviso,
invece sulla patologia e la legislazione ed
necessita di motivazioni personali impor-
è quasi insignificante il tempo dedicato
tanti, quindi, anche se in minima parte,
agli altri aspetti, in particolare a quello
potremmo giustificare con la demotivazio-
educativo. Partendo da questi punti si può
ne e il poco interesse, la causa che spin-
pensare all’inadeguatezza a svolgere ruoli
ge gli infermieri a preferire il soddisfaci-
differenti da quelli comunemente svolti e
mento dei bisogni di una persona malata
per i quali siamo stati preparati. Come la
piuttosto che quelli di una sana. È inutile
società vede l’infermiere colui che accan-
negare di quante volte ci si senta appaga-
to al medico aiuta e assiste l’individuo
ti e molto soddisfatti quando otteniamo
malato, forse, anche l’infermiere stesso si
un riscontro, generalmente immediato o a
vede vestito da questo ruolo, seppur limi-
breve termine, nel percorso malattia -
tato, appagante.
guarigione di una persona che si affida
La demotivazione personale, l’inadegua-
alle nostre cure; processo sicuramente più
tezza causata dalla poca conoscenza, le
complesso e meno valutabile nel percor-
difficoltà ad ottenere riscontri valutabili, il
so salute - mantenimento di un gruppo di
numero limitato d’infermieri e forse la
persone dove l’eventuale riscontro si ha a
poca e non ancora completa coscienza di
medio - lungo termine. Secondo il DM
sé come professione, sono fattori conco-
739/94: “l’infermiere è responsabile del-
mitanti, ma non giustificabili, a mio avvi-
l’assistenza generale infermieristica, tale
so, dell’inesistenza del ruolo educativo.
assistenza, preventiva, curativa riabilitativa
In ogni modo, è da ricordare la difficoltà
e palliativa, è di natura tecnica, relaziona-
che gli infermieri incontrano nel giocare il
le e educativa… le principali funzioni del-
proprio ruolo educativo e di assistenza
l’infermiere sono la prevenzione della
alle persone sane, al di fuori dell’ambien-
malattia, l’assistenza dei malati e l’educa-
te ospedaliero, dato che la loro presenza
zione sanitaria…” l’infermiere assiste l’in-
quali educatori nel territorio in generale e
dividuo sano, malato e la collettività, svol-
nelle scuole superiori in particolare non è
gendo diverse funzioni: l’assistenza diret-
prevista.
ta, l’organizzazione, l’educazione e la
ricerca; ma se osserviamo il percorso formativo di un infermiere possiamo osser-
Bibliografia:
VADALÀ Marcello, “AIDS/HIV, Il ruolo educativo dell’infermiere”, tesi di diploma D.U.I., AA .1999/2000
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