L`educazione sessuale: dal gender alle differenze

Transcript

L`educazione sessuale: dal gender alle differenze
Settembre Pedagogico
“ La scuola nel mondo che cambia”
L’educazione sessuale:
dal gender alle differenze
di Alessandro Taurino
Università degli studi di Bari
SESSO
BIOLOGICO
GENERE
GENERE
IDENTITÀ
DI GENERE
ORIENTAMENTO
SESSUALE
GENDER
EXPRESSION
RUOLO DI
GENERE
IDENTITÀ DI
ORIENTAMENTO
SESSUALE
Sesso biologico
Sesso di nascita, l appartenenza biologica al sesso maschile
(maschio), femminile (femmina), oppure ad entrambi, come
nel caso dell intersessualità (Kessler, 1996).
Il
• 
• 
• 
• 
• 
sesso biologico è determinato da cinque fattori:
I cromosomi sessuali;
la presenza di gonadi maschili o femminili;
la componente ormonale;
le strutture riproduttive accessorie interne;
gli organi sessuali esterni.
Identità di genere: alcune definizioni
Si considera identità di genere di un individuo il sesso a cui, indipendentemente
dalla sessualità biologica, si sente di appartenere (Rogers, 2000).
Si tratta della percezione unitaria e persistente di se stessi, o auto-identificazione,
come appartenente al genere maschile o femminile o ambivalente (Simonelli,
2002).
Esperienza, da parte dell individuo, della percezione sessuata di se stesso e del
proprio comportamento (Money, Erhardt, 1972)
Individuazione, l unità e la persistenza dell individualità personale come maschile,
femminile, o in maggiore o minore grado ambivalente (trans), per come la si
sperimenta attraverso il senso di sé o il comportamento (Money, 1978).
Include, per ogni soggetto, la percezione di sé come maschio, come femmina,
oppure come maschio e femmina contemporaneamente (come nel caso del
transgenderismo), a prescindere dalla congruenza con il sesso biologico di nascita.
IDENTITÀ DI GENERE
prospettiva
psico-sociale
q  E’ una costruzione culturale e sociale. Si deve al processo di
socializzazione l acquisizione dell identità di genere e l assunzione da parte
del soggetto di attribuzioni che nella sua cultura di appartenenza connotano
l essere donna e l essere uomo
q  Si sviluppa come processo lungo l intero arco di vita della persona,
attraverso meccanismi di ridefinizione e rielaborazione di dimensioni individuali
e sociali.
GENERE come categoria epistemologica.
Quali implicazioni?
It refers to the attitudes, feelings, and behaviors that a
given culture associates with a person’s biological sex.
Behavior that is compatible with cultural expectations is
referred to as gender-normative; behaviors that are
viewed as incompatible with these expectations
constitute gender non-conformity.
Excerpt from: The Guidelines for Psychological Practice with Lesbian, Gay, and Bisexual Clients,
adopted by the APA Council of Representatives, February 18-20, 2011.
SESSO
GENERE
⇒ naturale
⇒ culturale
⇒ universale
⇒ relazionale
⇒ biologico
Dimensione biologica
⇒ sociale
versus
Dimensione socio-culturale
femminilità e mascolinità
non si configurano come caratteristiche intrinseche delle persone,
ma come un insieme di significati e attese intersoggettive
all interno dei quali gli individui si situano.
RUOLI DI GENERE
Aspettative sociali e dei ruoli
culturalmente determinati relativi a
come gli uomini e le donne si
dovrebbero/devono comportare in una
determinata società, cultura e in un
dato periodo storico. Comportamenti e
compiti storicamente attribuiti ai due
sessi che variano al cambiare del
contesto.
GENDER EXPRESSION
Refers to the “...way in which a person acts to communicate gender within a given culture;
for example, in terms of clothing, communication patterns and interests. A person’s gender
expression may or may not be consistent with socially prescribed gender roles, and may or
may not reflect his or her gender identity” (American Psychological Association, 2008, p.
28).
… un’altra fondamentale
dimensione costitutiva della
sessualità
Il costrutto di orientamento
sessuale e suoi correlati
Orientamento sessuale (1)
Attrazione fisica/erotica ed affettiva per persone
del sesso opposto al proprio (eterosessualità), per
persone del proprio stesso sesso (omosessualità)
o, contestualmente, per persone sia del sesso
opposto sia del proprio sesso (bisessualità).
Orientamento sessuale (2)
Si riferisce alla struttura relazionale del Sé ed implica una particolare
qualità del desiderio per l’altro sessuato.
L’insieme delle sollecitazioni e del desiderio sessuale, romantico e
sentimentale che un individuo nutre nei confronti di altre persone in
base al loro genere e alle loro caratteristiche sessuali.
L’orientamento sessuale è legato a spinte fisiologiche e sistemi
biologici che vanno al di là della scelta consapevole e include
profondi stati emotivi come l’innamoramento.
Atre dimensioni attribuite all’orientamento sessuale quali il
comportamento sociale con uomini o donne, le affiliazioni sociali,
l’attaccamento emotivo, le scelte di stile di vita, etc.) sono da
considerarsi come potenziali correlati dell’orientamento sessuale più
che dimensioni principali del costrutto
Identità di orientamento sessuale
Attiene alle dinamiche definitorie e concettuali dell’identità sociale
dell’individuo:
Il riconoscimento e l’internalizzazione dell’orientamento sessuale che riflette
l’autoesplorazione, l’autoconsapevolezza, l’autoriconoscimento,
l’appartenenza al gruppo, l’affiliazione, etc…
Include modalità pubbliche e private di autoidentificazione ed è un elemento
chiave nel determinare decisioni da un puto di vista relazionale ed
interpersonale, dal momento che crea le fondamenta per la formazione della
comunità, del supporto sociale, dei modelli di ruolo, dell’amicizia e dello stare
assieme.
IOS vs OS
Identità rappresentata/cognitiva vs flusso esperienziale del sé
Preferenza scelta a livello di identità sociale dell’individuo vs Struttura
relazionale alla base del desiderio sessuale
DSM E OMOSESSUALITA’
il percorso di depatologizzazione
DSM I (1952)
L'omosessualità è classificata ne "i disturbi sociopatici di
personalità
DSM II(1968)
L'omosessualità considerata una deviazione sessuale come la
pedofilia, necrofilia, feticismo, voyeurismo, travestitismo e
transessualismo
DSM III(1974)
L'omosessualita rimossa
come categoria diagnostica ribatezzata
̀
"omosessualita egodistonica"
̀
DSM III-R (1987)
Viene derubricata anche l'omosessualità egodistonica.
L'egodistonia è data dall'interiorizzazione dell'ostilità sociale
L’OMOSESSUALITÀ COME VARIANTE NATURALE DEL COMPORTAMENTO UMANO •  L’omosessualità è stata cancellata nel 1973 dal DSM II a cura dall’APA (American Psychiatric Associa;on). •  Nel 2000 l’American Psychiatric Associa0on produce un documento Posi%on statement on therapies focused on a3empts to change sexual orienta%on (Repara%ve or conversion therapies) in cui si disconosce qualsiasi traCamento psichiatrico basato sull’assunto che l’omosessualità sia un disturbo mentale e mirato a indurre il paziente a modificare il proprio orientamento sessuale. •  Nell’agosto 2009, l’American Psychological Associa0on pubblica il report Appropriate Therapeu%c Responses to Sexual Orienta%on che, aCraverso un’accurata revisione della leCeratura, dimostra l’inefficacia di qualsiasi intervento ripara;vo. Il vero problema?
L’OMOFOBIA
istituzionalizzata ed
interiorizzata
“The fear expressed by heterosexuals of
being in the presence of homosexuals, and
the loathing that homosexual persons have
for themselves”
Prima definizione di omofobia, contenuta nel libro di George
Weinberg “Society and the Healthy Homosexual”,
pubblicato per la prima volta nel 1972.
Haaga (1991) distingue l’omofobia dalle fobie
comunemente intese mettendone in luce la
componente di pregiudizio in quanto:
A) le emozioni accompagnate alla fobia sono la paura e
l’ansia, mentre quelle iscritte al pregiudizio sono
l’odio e la rabbia;
B) le persone fobiche vivono la loro paura come
irragionevole, mentre le persone con pregiudizi
credono che la loro ostilità nei confronti di una certa
categoria di persone sia giustificata e condivisibile.
L’omofobia non costituisce una fobia
clinicamente intesa, bensì un atteggiamento
pregiudizievole che si esprime attraverso l’uso di
un linguaggio offensivo nei confronti delle e degli
omosessuali, attraverso la svalutazione implicita
o esplicita dell’esperienza omosessuale stessa e
anche attraverso la messa in atto di
comportamenti discriminatori e violenti nei
confronti dei soggetti omosessuali.
Omofobia
Un riaggiustamento concettuale
Concezione negativa dell’omosessualità (Ross, Rosser,
1996)
omonegativismo (Hudson, Ricketts, 1980),
omosessismo (Hansen, 1982),
eterosessismo” (Herek, 1996)
Eteronormatività: Atteggiamento ideologico che rifiuta,
denigra e stigmatizza ogni forma di comportamento, identità,
relazione o comunità di tipo non eterosessuale (Herek, 2000)
Sistema di credenze e stereotipi che mantiene giustificabile e
plausibile la discriminazione sulla base dell’orientamento
sessuale (Herek, 2000).
OMOFOBIA
STRESS
Omofobia come fattore che incrementa la vulnerabilità soggettiva dovuta alla
determinazione e al rafforzamento di vissuti emotivi e sistemi rappresentazionali
soggettivi che rischiano di confermare l interiorizzazione, da parte di gay e lesbiche,
di bias anti-omosessuali
Omofobia: EFFETTI PSICOLOGICI
Esistono numerosi studi su campioni omosessuali in base ai
quali risulta che l’omofobia interiorizzata può causare:
a) d isagio psicologico (Gonsiorek, 1982; Hammersmith &
Wienberg, 1973; Leserman et al., 1994; Lewis, 1984; Meyer,
1995; Meyer & Dean, 1995; Nicholson & Long, 1990; Weinberg
& Williams, 1974);
b) sfiducia e isolamento (Finnegan & Cook, 1984); c) evitamento
e difficoltà nelle relazioni intime e affettive (Friedman, 1991;
Gearge & Behrendt, 1988);
c) alcolismo (Finnegan & Cook, 1984) e abuso di sostanze
alteranti (Coleman et al., 1992; Glaus, 1988; Goldberg, 1989);
g)disturbi del comportamento alimentare (Brown, 1987;
Montano, 2000); h) suicidio (Rofes, 1983¸ Hammelman, 1993;
Rotheram-Borus et al., 1994).
Ideologia gender?
Quale sconosciuta
L’invenzione del gender e la scuola
Un importante documento di
riferimento
Standard per l’Educazione Sessuale in
Europa
Quadro di riferimento
per responsabili delle politiche, autorità
scolastiche e sanitarie, specialisti
Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS
Centro Federale per l’Educazione alla Salute, BZgA (Germania) Colonia 2010
AIP- (ASSOCIAZIONE ITALIANA PSICOLOGI UNIVERSITARI)- ottobre 2015
Su proposta dell'Esecutivo della sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione, il Direttivo AIP ha
approvato il documento che segue:
Da pochi giorni si sono riaperte le scuole e, con esse, le discussioni e le polemiche legate alla cosiddetta
“ideologia del gender”, alle delibere o alle mozioni per ritirare testi contenuti presso le biblioteche
scolastiche e le conseguenti polemiche da parte di associazioni di insegnanti, genitori, esperti del settore.
Sul tema specifico della ‘teoria del gender’, l’AIP ribadisce quanto già scritto in un documento approvato
in marzo. L’inserimento nei progetti didattico-formativi di contenuti riguardanti il genere e l’orientamento
sessuale, aiuta a fare chiarezza sulle dimensioni costitutive della sessualità e dell’affettività, favorendo
una cultura delle differenze e del rispetto della persona umana in tutte le sue dimensioni, mettendo in
atto strategie preventive adeguate ed efficaci per contrastare la formazione di pregiudizi e fenomeni come
il bullismo omofobico, la discriminazione di genere, il cyberbullismo. Nella lezione magistrale tenuta
all’European Conference of Psychology di Milano, lo scorso luglio, Ian Rivers, ricercatore riconosciuto
come uno dei massimi esperti internazionali in questo settore di ricerca, ha presentato diversi studi che
hanno dimostrato come sia importante educare alle diversità e alle varietà fin dai primi anni di vita e
come ciò abbia una funzione preventiva rispetto a varie forme di disagio individuale e collettivo. Gli studi
scientifici sul tema del gender sono iniziati negli anni 80 e stanno registrando in questi ultimi anni un
deciso incremento, consentendo in tal senso di sottrarre il dibattito a un prevalente e spesso sterile
confronto ideologico a favore di una riflessione documentata e matura. L’AIP vuole infine sottolineare che
la scelta dei libri scolastici e delle pratiche educative connesse, costituisce parte integrante della
professionalità docente che, in ogni caso, non è autoreferenziale ma si confronta con idee, aspettative,
comportamenti degli altri adulti che si occupano dei bambini, in particolare con i genitori, oltre che con le
ricerche scientifiche che arricchiscono conoscenze e prassi in ambito scolastico.
AIP- (ASSOCIAZIONE ITALIANA PSICOLOGI UNIVERSITARI)- marzo2015
Sulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento sessuale e sulla loro diffusione nei
contesti scolastici italiani
Oggi si assiste all’organizzazione di iniziative e mobilitazioni che, su scala locale e nazionale, tendono
a etichettare gli interventi di educazione alle differenze di genere e di orientamento sessuale nelle
scuole italiane come pretesti per la divulgazione di una cosiddetta “ideologia del gender”.
L’AIP ritiene opportuno intervenire per rasserenare il dibattito nazionale sui temi della diffusione
degli studi di genere e orientamento sessuale nelle scuole italiane e per chiarire l’inconsistenza
scientifica del concetto di “ideologia del gender”. Esistono, al contrario, studi scientifici di genere,
meglio noti come Gender Studies che, insieme ai Gay and Lesbian Studies, hanno contribuito in
modo significativo alla conoscenza di tematiche di grande rilievo per molti campi disciplinari (dalla
medicina alla psicologia, all’economia, alla giurisprudenza, alle scienze sociali) e alla riduzione, a
livello individuale e sociale, dei pregiudizi e delle discriminazioni basati sul genere e l’orientamento
sessuale.
Le evidenze empiriche raggiunte da questi studi mostrano che il sessismo, l’omofobia, il pregiudizio
e gli stereotipi di genere sono appresi sin dai primi anni di vita e sono trasmessi attraverso la
socializzazione, le pratiche educative, il linguaggio, la comunicazione mediatica, le norme sociali. Il
contributo scientifico di questi studi si affianca a quanto già riconosciuto, daormai più di
quarant’anni, da tutte le associazioni internazionali, scientifiche e professionali, che promuovono la
salute mentale(tra queste, l’American Psychological Association, l’American Psychiatric Association,
l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ecc.), le quali, derubricando l’omosessualità dal novero delle
malattie, hanno ribadito una concezione dell’omosessualità come variante normale non patologica
della sessualità umana.
L’Unicef, nel Position Statement del novembre 2014, ha rimarcato la necessità di
intervenire contro ogni forma di discriminazione nei confronti dei bambini e dei
loro genitori basata sull’orientamento sessuale e/o l’identità di genere. Un’analoga
policy è da tempo seguita dall’Unesco. Favorire l’educazione sessuale nelle scuole e
inserire nei progetti didattico-formativi contenuti riguardanti il genere e
l’orientamento sessuale non significa promuovere un’inesistente “ideologia del
gender”, ma fare chiarezza sulle dimensioni costitutive della sessualità e
dell’affettività, favorendo una cultura delle differenze e del rispetto della persona
umana in tutte le sue dimensioni e mettendo in atto strategie preventive adeguate
ed efficaci capaci di contrastare fenomeni come il bullismo omofobico, la
discriminazione di genere, il cyberbullismo. La seria e appropriata diffusione di tali
studi attraverso corrette metodologie didattico-educative può dunque offrire
occasioni di crescita personale e culturale ad allievi e personale scolastico e a
contrastare le discriminazioni basate sul genere e l’orientamento sessuale nei
contesti scolastici, valorizzando una cultura dello scambio, della relazione,
dell’amicizia e della nonviolenza.
L’AIP riconosce la portata scientifica di Gender Studies, Women Studies, Lesbian
and Gay Studies e ribadisce l’importanza della diffusione della cultura scientifica
psicologica per la crescita culturale e sociale del nostro paese.
Grazie per l’Attenzione