Famiglia e Scuola insieme per Educare ComitatoArticolo26

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Famiglia e Scuola insieme per Educare ComitatoArticolo26
Consigli per i genitori
Perché l’urgenza di comitati
di genitori nelle scuole?
• Recuperare pienamente la propria responsabilità educativa
In considerazione delle strategie europee e nazionali fondate sugli studi di genere e sul concetto di identità di genere che impattano sulla scuola italiana, si costituisce in diverse città il
Comitato Articolo 26, con lo scopo di monitorare, approfondire e dialogare con il mondo della scuola e delle istituzioni, proporre iniziative in
collaborazione con i docenti e consentire ai genitori di esercitare quanto viene loro riconosciuto - esplicitamente e incontestabilmente - dalla
Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, articolo 26,
comma 3.
In particolar modo, in materia di sessualità ed affettività, si vuole affermare il dovere di riconoscere e rispettare la dipendenza di tali delicate dimensioni della personalità, da variabili culturali,
antropologiche e religiose proprie del contesto
familiare nel quale i figli si trovano a crescere. E’
la famiglia infatti, la primigenia ed insostituibile
realtà educativa, responsabile della formazione
dei figli per l’edificazione della società umana.
• Costruire alleanze con dirigenti scolastici e
docenti
• All’atto dell’iscrizione leggere con attenzione il POF – Piano di Offerta Formativa – in cui
la scuola descrive la progettazione curricolare, extracurricolare ed educativa
• Le iniziative proposte in orario extracurriculare sono facoltative e il rilascio del consenso
è obbligatorio: il consenso viene dato dal genitore adeguatamente informato, che può
decidere che il figlio minore non le frequenti,
o da parte dell’alunno se maggiorenne
• Utilizzare lo strumento scritto del consenso
informato(da far protocollare in segreteria)
• Leggere bene il PEC (Patto di Corresponsabilità Educativa) che alle superiori il Dirigente
deve proporre da sottoscrivere a famiglie ed
alunni.
• Monitorare in genere i progetti di educazione affettiva e sessuale, anche se svolti in orario curricolare (talvolta con operatori esterni)
• Fare rete con altri genitori e coinvolgere le
associazioni di genitori
• Proporsi come rappresentanti di classe e di
istituto
• Ove possibile, proporre buone prassi di educazione dell’affettività e della sessualità e di
iniziative educative
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• Chiedere chiarimenti e condividere con la
scuola i propri principi educativi, con modi distesi e collaborativi
Quali progetti educativi
monitorare?
● Decostruzione degli stereotipi di genere
● Lotta al bullismo omofobico
● Prevenzione della discriminazione in base all’identità di genere e all’orientamento
sessuale
Una rivoluzione silenziosa?
“L’analisi dimostra che il gender è un processo rivoluzionario centripeto: il nucleo duro attira verso di sé i componenti dei diversi cerchi, li
lega alla sua ideologia in proporzione alla loro
distanza dal centro e assicura l’unità ideologica
dell’insieme. I progetti esteriormente più accettabili [...] fanno pensare alla formula di Renè Descartes: “Larvatus prodeo” (“procedo mascherato”). Il gender procede. Porta la maschera
dell’ “uguaglianza” della “parità”, dell’“equità”,
della “libertà di scelta”, “dei diritti” [...]. Ma laddove mette a nudo la sua vera natura e ne svela gli aspetti più radicali, il gender provoca uno
shock”.
M. Peeters, Il gender. Una questione politica e
culturale, Milano 2014, pp. 24-25
Il percorso storico culturale
● Conferenza ONU di Pechino (1995)
● OMS - Standard per l’educazione
sessuale in Europa - 2010
● Risoluzioni Parlamento Europeo contro
l’omofobia (2006)0018 - CM/Rec(2010)5
● Strategia Nazionale contro la discriminazione
basata sull’identità di genere e l’orientamento
sessuale –2013-2015 - UNAR (Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali)
● LEGGE 13/07/2015, n. 107
Introduzione della “prevenzione della violenza
di genere e di tutte le discriminazioni” nella
scuola pubblica.
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Famiglia e Scuola
insieme per Educare
Dalla «Dichiarazione Universale
dei Diritti dell’Uomo» Art. 26
3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta
del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
Dalla Convenzione Europea
sulla Dichiarazione Universale
dei Diritti dell’uomo – Art. 2
Lo Stato, nel campo dell’educazione e dell’insegnamento, deve rispettare il diritto dei genitori
di provvedere secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche.
Dalle
«Costituzione
della
Repubblica Italiana» - Art. 30
È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire
ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Regolamento per l’Autonomia
Scolastica (D.P.R. n. 275/99
art. 4, c 1)
Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della
libertà di insegnamento, della libertà di scelta
educativa delle famiglie […] concretizzano gli
obiettivi nazionali in percorsi formativi.
Cos’è la «teoria del gender»
Il termine “genere” (in inglese gender) non traduce semplicemente il termine “sesso”, distinguendo tra maschile o femminile come avviene
nella nostra lingua; esso sottende una serie di
significati e di teorie di stampo filosofico-antropologico, originatesi nel mondo anglosassone
e giunte fino ai vertici degli apparati politici sovranazionali (ONU in primis). Secondo i gender
studies i ruoli sessuali, separati dal mero dato
biologico, sono percepiti psicologicamente ed
individualmente: sesso, identità sessuale e orientamento sessuale non sono dimensioni integrate ma separate nel singolo individuo. “Siamo”
maschi e femmine in base a come nasciamo
(nella dimensione biologica), ma “diveniamo”
uomini o donne in base a come ci percepiamo
e ai condizionamenti socioculturali. In contrapposizione al “sesso”, inteso come un fattore puramente biologico, viene esaltata la categoria
del “genere”, una creazione culturale, dovuta
a condizionamenti ambientali e alla socializzazione. La persona è quindi il risultato dei modelli e dei ruoli sociali imposti dalla società. Le
gender theories sostengono che l’identità di
genere (costruita dalla percezione di sé e dalla
socializzazione) è prioritaria rispetto all’identità
sessuale, fino al punto di affermare che il genere
non debba essere costretto nel sesso, ma possa
esprimersi in molteplici manifestazioni e perfino
variare nel tempo, orientato da una pulsionalità
estemporanea. Tali manifestazioni scavalcano
il consueto binomio del maschile-femminile e la
loro combinazione può produrre esiti che oltrepassano i 5 generi proclamati nella Conferenza
sulle Donne di Pechino e del Cairo negli anni
Novanta – rappresentati dall’acronimo LGBTI
(lesbica, gay, bisessuale, trasgrender, intersessuale) – fino a giungere ai 56 generi proposti ad
oggi da Facebook USA e a comprendere il genere neutro. Poiché il genere risulta qualcosa di
costruito dall’individuo secondo propensioni e
inclinazioni individuali e temporanee, esso diviene scoperta continua e sperimentazione senza
limiti. Alcune teorie filosofiche vedono superata la lotta tra i sessi (che ha accomunato tante
donne nelle battaglie femministe) a favore della lotta del gender, orientata esplicitamente a
contrastare politicamente tutto quanto si riferisca all’eterosessualità e ai suoi mondi culturali
e tradizionali (la famiglia, i ruoli e le funzioni genitoriali). Secondo le gender theories, per promuovere la parità tra i sessi e la tolleranza tra le
persone sarebbe necessario contestare la naturale complementarietà dei due sessi, la matrice eterosessuale della società e decostruire gli
“stereotipi” maschili e femminili, che sarebbero causa delle discriminazioni e delle violenze
verso le donne e delle persone con tendenze
omosessuali. In questo contesto culturale, sempre più spesso vengono promosse nelle scuole
iniziative didattiche che, pur presentate con le
condivisibili finalità della lotta al bullismo e alle
discriminazioni, e tuttavia basate su assunti teorici non provati scientificamente, propongono
– attraverso una precoce sessualizzazione – un
modello di sessualità slegato dal dato di realtà,
l’equiparazione di ogni orientamento sessuale e
di ogni modello familiare: il tutto spesso in contrasto con la responsabilità educativa dei genitori. Sulla scia di queste teorie, si arriva a screditare la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo
e donna, considerato uno stereotipo culturale,
e a provocare confusione nello sviluppo psicoaffettivo e nelle preferenze sessuali di bambini
e ragazzi, organizzando attività e veicolando
contenuti che rischiano di introdurre nella scuola
pubblica quella che, a tutti gli effetti, si dimostra
un’ideologia, sostenuta da organismi locali, nazionali ed internazionali. Il gender è assunto dagli
Stati come strategia politica vincolante, come
gender mainstreaming all’interno di tutti i mondi
del sociale (lavoro, sanità, carceri), scuola in primis, senza che, su una questione cosí decisiva,
sia opportunamente promosso alcun dibattito
culturale e politico e senza un reale coinvolgimento delle famiglie.
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