LSDee - the AFJN projects crew

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LSDee - the AFJN projects crew
The AFJN Projects Crew
L. S.Dee
(la storia di...)
L.S.Dee (la storia di…)
Alla nostra isola, alla vita, agli amici
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L.S.Dee (la storia di…)
Ezechiele, 25:17
Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte
dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi.
Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona
volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre,
perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro
con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro
che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i
miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!
(Da “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino)
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L.S.Dee (la storia di…)
Parte Prima
L’origine del male
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L.S.Dee (la storia di…)
Prologo
New York, 24 dicembre 1980
L’uomo di nome M. si avvicinò al corpo di Saul Gabetti e gli
posò due dita sul collo per accertarsi che il cuore avesse cessato
di battere. Fece lo stesso con la donna che giaceva esanime vicino a lui. Il sangue che colava dai loro corpi senza vita aveva
macchiato la moquette della camera del motel “Moonlight”, dove
avevano alloggiato fino a quella sera. M. fece attenzione a non
calpestarlo. La stanza era piuttosto spoglia, tipica dei motel a
poco prezzo che si trovano su Inner Street. Una fioca luce penetrava dalle tende chiuse, e il rumore del traffico era piuttosto fastidioso. M. non vedeva l’ora di andarsene da quel posto. La caccia alle sue vittime lo aveva tenuto impegnato per mesi, e ora
che il lavoro era finalmente concluso, poteva finalmente prendersi un po’ di riposo, dedicarsi ai suoi progetti.
Vinnie Carofiglio, il boss che l’aveva ingaggiato, sarebbe stato
soddisfatto. Era un figlio di puttana, ma pagava bene, e in quel
mestiere, quella era la cosa che più contava. Gabetti e la sua
donna avevano sgarrato, avevano offeso l’onore di un boss tra i
più influenti di New York City, e per questo avevano pagato con
la vita. Negli ambienti malavitosi, l’onore e il rispetto venivano
prima di qualunque altra cosa. Un sacco di gente era finita con
la gola tagliata o con un proiettile in mezzo agli occhi per aver
offeso qualcuno che era meglio non offendere. M. lo sapeva
bene, conosceva quel genere di persone. Aveva svolto diversi incarichi per la malavita di Little Italy, del Bronx, e per alcune famiglie di Boston e Baltimora. Tutti incarichi ben pagati, ovviamente. Le particolari abilità di M. lo avevano reso uno dei sicari
a pagamento più ricercati degli ambienti criminali della East
Coast. Vinnie Carofiglio sapeva che affidarsi ad M. significava
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L.S.Dee (la storia di…)
avere la certezza quasi matematica che l’incarico sarebbe andato
a buon fine. Ed anche questa volta era andato tutto come previsto. La soffiata di Tommy Grasso si era rivelata una buona pista.
Gabetti e la sua donna erano rientrati a New York tre giorni prima, ed avevano preso alloggio al “Moonlight”. Probabilmente erano convinti che, dopo tutto quel tempo, le acque si fossero definitivamente calmate. La notizia dell’arresto di Carofiglio li aveva
raggiunti circa una settimana prima, mentre si trovavano in un
motel a Richmond, Virginia. Il boss era stato condannato a sette
anni per traffico di stupefacenti, perciò in quel momento aveva
problemi più seri a cui pensare. O almeno così credettero, quando decisero di prendere un treno per New York e tornare finalmente a casa. Ma non avevano fatto i conti con la perseveranza
di M., e il suo rifiuto di lasciare un lavoro a metà. Quando Grasso lo avvisò che i due piccioncini erano tornati, M. salì in macchina ed imboccò la 44a, per poi dirigersi verso Inner Street. Si
fermò un paio di isolati prima del motel, e si avvicinò a piedi.
Conosceva il numero della stanza in cui alloggiavano. Quando fu
vicino alla porta, si fermò e diede uno sguardo prudente attraverso il vetro della finestra. Riuscì a distinguere la sagoma di Gabetti che gli dava le spalle. L’uomo dovette accorgersi di lui, perché si voltò di scatto e fece per prendere l’arma che aveva appoggiato sul comodino di fianco al letto, ma non fece in tempo.
M. sparò un colpo alla serratura e tirò un violento calcio per
aprire la porta, si buttò dentro e gli piantò un proiettile dritto al
torace. Gabetti cadde a terra con un rantolo di dolore. Lily, la
donna di Gabetti, apparve sulla porta della stanza da letto e, alla
vista del suo uomo riverso a terra in un lago di sangue, urlò portandosi le mani al volto. M. sparò due volte contro di lei. Probabilmente la donna non fece nemmeno in tempo a vedere in fac-
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L.S.Dee (la storia di…)
cia il suo assassino. Cadde vicino al corpo di Saul, e il suo sangue si mischiò a quello del suo uomo.
“Uniti, anche nella morte”, pensò M. mentre si avvicinava cautamente ai corpi. Dopo essersi assicurato che entrambe le sue vittime avevano cessato di vivere, M. fece per andarsene quando gli
parve di sentire un rumore, una sorta di vagito. Si spostò silenziosamente nella stanza adiacente a dove si trovava, poi, avvicinandosi alla camera da letto, udì di nuovo quel vagito. Entrò nella stanza ed accese la luce. Un neonato giaceva nella sua piccola
culla. Il killer si avvicinò ancora. Il piccolo non piangeva. In quel
momento i loro sguardi si incrociarono. M. tirò fuori la pistola e
la puntò contro il bambino.
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L.S.Dee (la storia di…)
Capitolo I – Vivere o morire
New York, 6 Marzo 1980
- Amore, dobbiamo parlare – disse Lily McGinley rivolgendosi a
Saul Gabetti, mentre questi era impegnato ad annodarsi la cravatta scura.
- Di cosa, Lily? – rispose l’uomo.
- Ieri mattina sono stata dal dottore… - iniziò lei.
- Dal dottore? Che c’è, non stai bene? – rispose Saul, un po’ allarmato.
- No, no, tutto bene… però ultimamente ho avuto un po’ di nausea, perciò ho fatto qualche analisi…
- E allora? – insisté lui.
- E allora… ecco… credo di essere incinta…
- Ma… tesoro… è fantastico!
- Si, lo è… è solo che…
- Che c’è, Lily? Perché mi parli in questo modo?
- Saul… La verità è che… ho paura… ho paura di Vinnie…
- Non me ne frega un cazzo di Vinnie… E’ il mio capo, certo, ed
è pericoloso… Ma non gli permetterò di rovinare questa gioia.
- Oh Saul… non capisci… Vinnie ha sempre avuto un debole per
me… io l’ho sempre respinto, ma lui non molla… e se venisse a
sapere che stiamo insieme, e che per di più aspetto un figlio da
te… ci ammazzerebbe come cani…
- Tesoro, - disse Saul Gabetti abbracciando la sua donna – non
glielo permetterò, te l’ho già detto. Prima che lui si accorga che
sei incinta, noi saremo già lontani.
- Intendi dire che vuoi fuggire? E dove potremmo andare?
- Non importa dove… purché sia lontano da qui… so bene che
Vinnie vorrebbe che tu fossi una delle sue puttane… ma questo
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L.S.Dee (la storia di…)
non accadrà mai, perché io e te ce ne andremo via da questo posto, da questa vita di merda… Sono stanco di fare il tirapiedi di
quel bastardo. – disse Gabetti, guardando negli occhi la sua donna.
Lily capì che, per la prima volta Saul pensava seriamente di cambiare vita. Stare con lei lo aveva cambiato, lo aveva reso un
uomo migliore. Quando Carofiglio lo aveva preso con sé, sembrava che la sua vita sarebbe diventata un continuo alternarsi di
sparatorie e morti ammazzati. Era stato Johnny Bruscola, un piccolo malavitoso del Queens che aveva conosciuto in carcere, a
presentarlo al boss. A quel tempo, Saul era poco più di uno
sbandato. Qualche lavoretto sporco, un furtarello ogni tanto, giusto per tirare a campare. Il carcere era stato duro, e il ritorno
alla vita normale lo era stato anche di più. Dopo qualche settimana passata a sbarcare il lunario facendo il buttafuori in un
piccolo locale sulla 23a, aveva incontrato Bruscola. Tra un bicchiere e l’altro, avevano ricordato il periodo in carcere. Johnny
non aveva dimenticato che Saul, un giorno, gli aveva dato una
mano in una rissa con certi fottuti irlandesi che, per qualche
motivo, ce l’avevano a morte con quelli che loro chiamavano
“frocetti italiani”. Per quel motivo, quando Saul, al terzo whiskey
doppio, gli aveva confidato che non aveva un soldo e che si sbatteva tutte le notti in quel locale, pensò che gli sarebbe potuto interessare incontrare qualcuno che lo tirasse fuori da quella vita
da emarginato, qualcuno come Carofiglio. Fedeltà e pochi scrupoli era tutto ciò che il boss gli aveva chiesto quando Gabetti si
era presentato da lui. Certo, la raccomandazione di Bruscola aveva avuto il suo peso. Johnny era da tempo in affari con Vinnie
Carofiglio e con i suoi affiliati. Dopo il carcere, aveva rapidamente riaperto le sue bische nel Queens. Quando decise di allargare
il proprio giro anche a Little Italy, sapeva di dover prima chiede9
L.S.Dee (la storia di…)
re il benestare di Carofiglio. L’affare andò bene: in cambio di una
cospicua percentuale sugli incassi, Johnny ottenne il permesso di
aprire il locale.
Inizialmente Saul venne impiegato come corriere insieme ad un
uomo fidato del boss, un certo Jackie Maldonato. Ben presto venne segnalato per essersi ben comportato in un paio di situazioni
un po’ burrascose, perciò Carofiglio lo prese come guardia del
corpo.
Il boss amava la vita notturna. Gli piaceva farsi vedere nei suoi
locali più affermati e frequentati, intrattenere i suoi ospiti, e concedersi qualche serata in compagnia di una delle sue ragazze.
Tra tutti i club, però, ce n’era uno che amava più degli altri. Il
“Velvet Dream” era la sua creatura. Lo aveva ereditato anni prima e lo aveva reso il punto di ritrovo di quasi tutti quelli che
contavano qualcosa nella malavita di New York City e di quelli
che con loro facevano affari. E, soprattutto, al “Velvet Dream”
c’era Lily. La sua fissazione, la donna che gli aveva fatto perdere
la testa. Lily cantava nel locale, era molto apprezzata. Vinnie
stravedeva per lei, ma lei non sembrava ricambiare. Il motivo era
semplice: lei e Saul da qualche settimana avevano iniziato a frequentarsi. Ovviamente, questo il boss non lo sapeva, e non doveva saperlo.
Passarono alcuni mesi, tra incontri segreti e appuntamenti fugaci. La relazione era diventata seria. Saul aveva continuato a lavorare per Carofiglio come se nulla fosse, attento a non tradire alcuna emozione quando accompagnava il suo capo al “Velvet” e lo
vedeva avvicinarsi a Lily e sussurrarle qualcosa all’orecchio, qualcosa che probabilmente a Saul non avrebbe fatto piacere sentire.
La notizia della gravidanza di Lily, però, cambiò le cose. Dovevano scappare, perché restare avrebbe significato, molto probabil-
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L.S.Dee (la storia di…)
mente, finire sul fondo dell’Hudson con una pietra legata al collo. Era ora di cambiare vita.
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L.S.Dee (la storia di…)
Capitolo II – Il sogno interrotto
New York, 10 Marzo 1980
Quella sera Lily faticò molto a prendere sonno. Quando finalmente i suoi occhi cedettero alla tensione, si ritrovò in un luogo
che non aveva mai visto. Era grigio, e tetro. Non si avvertiva nessun odore, era come se in quel posto mancasse l’aria. Poi iniziò
ad intravedere delle sagome bianche, volti sconosciuti, tranne
uno. Era Saul, che le stringeva una mano e le sussurrava che sarebbe andato tutto bene, che doveva solo resistere ancora un
po’. Poi le facce delle altre persone che la circondavano diventarono più nitide. Erano dei medici, portavano dei camici bianchi,
e sembravano del tutto impassibili. Intanto Lily sentiva un intenso dolore al ventre, come se qualcosa cercasse ostinatamente di
uscire da lei, senza riuscirvi. Il dolore aumentava, lei tentò di gridare, ma non una parola uscì dalla sua bocca. Con gli occhi
sbarrati cercò di nuovo Saul, ma non lo vide più.
- Suo marito deve aspettare fuori, signora, ma non si preoccupi,
non ci vorrà molto – disse un’infermiera, rivolgendosi a lei quasi
le avesse letto il terrore negli occhi.
- Lo sa, il dottore che la visiterà è il migliore dell’ospedale, è in
buone mani – disse un’altra, sorridendole.
Quel sorriso la fece rabbrividire, perché per un attimo le sembrò
che il viso dell’infermiera si fosse deformato in qualcosa di mostruoso, per poi tornare come prima. Intanto, era stata portata
in un’altra sala. I medici la spostarono su un letto, e le fecero divaricare le gambe. Poi l’infermiera dal viso deforme le legò i polsi alle maniglie del letto.
- Perché mi sta legando? – pensò Lily, guardando negli occhi la
donna. E questa, come prima aveva fatto l’altra infermiera, rispo12
L.S.Dee (la storia di…)
se alla sua muta domanda dicendo di stare tranquilla, che dovevano legarla perché dovevano impedirle di dimenarsi quando il
dottore avrebbe fatto nascere il bambino.
- Ma di che cosa sta parlando? Il mio bambino non è ancora
pronto per nascere, sono passate solo poche settimane…
- Hai ragione, Lily – disse un uomo dalla voce rauca. Lily cercò
di voltarsi per vedere chi aveva parlato. La sagoma era ancora
troppo vaga per poterne distinguere i lineamenti. Ma, a mano a
mano che la figura si avvicinava, Lily iniziò a capire chi era. Il
dottore aveva il volto di Vinnie Carofiglio.
- Lo sai, Lily, che io ti ho sempre desiderata. Ma tu, lurida puttana, hai preferito quello straccione di Gabetti, maledetto infame!
– e mentre diceva queste parole, i suoi occhi si iniettarono di
sangue e le sue mani iniziarono a toccarla in mezzo alle gambe,
quasi stesse cercando qualcosa – ed ora, io farò in modo che il
frutto del vostro peccato non veda mai la luce, così capirai che
nessuno si può prendere gioco di Vinnie il segaossa!
A quel punto Lily era coperta di sudore, ed aveva iniziato a sanguinare copiosamente nel basso ventre. Carofiglio le stava letteralmente strappando il bambino. Il dolore divenne insostenibile,
ma la sua mente rimase lucida. Poteva vedere davanti a sé Carofiglio che continuava a lacerarle il ventre, e gli altri medici che
impassibili assistevano alla sua opera. Le due infermiere continuavano a sorriderle. Ad un certo punto, Vinnie tirò fuori dal
suo ventre un piccolo essere, ricoperto di sangue e altre sostanze
gelatinose. Un’infermiera corse fuori e rientrò subito dopo. Insieme a lei c’era Saul. Subito l’uomo si avvicinò a lei, le prese la
mano e le disse:
- Amore, ce l’hai fatta!
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L.S.Dee (la storia di…)
Ma lei non riusciva ancora a parlare. Ad un tratto, vide in un angolo della stanza Carofiglio che con un coltello stava smembrando il piccolo.
- Oh Dio, oh Dio, fermatelo, quello è il mio bambino – cercò di
dire Lily, ma ancora una volta le sue parole rimasero silenzio.
Saul le sorrideva, le accarezzava il volto, le sussurrava che quello
era il giorno più felice della sua vita. Lily era completamente paralizzata dal terrore. Ad un certo punto, perse i sensi. Saul iniziò
a scuoterla, a darle dei leggeri colpi sulle guance.
- Svegliati, Lily! Avanti, amore! Svegliati!
Ora la sensazione di dolore divenne fisica, ed ancora più reale.
- Svegliati Lily! Dobbiamo andare!
Lily aprì gli occhi. Era sul suo letto, nel suo appartamento. Saul
era accanto a lei, e le stava accarezzando il viso.
- Amore, non riuscivi a svegliarti, ma cosa stavi sognando di così
brutto? Sei completamente bagnata di sudore!
- Saul… è stato terribile… era tutto così confuso… ma il dolore era
così reale…
- E’ passato ora… Calmati, fatti una bella doccia e preparati, fra
un’ora il taxi passa a prenderci per andare alla stazione.
- D’accordo… Amore… ?
- Si?
- Oh… niente… volevo solo dirti che… ti amo…
- Anch’io ti amo, Lily. Avanti, alzati, non abbiamo molto tempo.
Era vero. Non c’era più tempo. Lily sentì una macchina che parcheggiava proprio di fronte al loro palazzo. Ne scesero tre uomini. La donna li riconobbe: erano sgherri di Vinnie Carofiglio.
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L.S.Dee (la storia di…)
Capitolo III – Una partenza tranquilla
New York, 11 Marzo 1980
I tre uomini erano Tony Ringhio e i gemelli Locascio, Alfred e
Bobby. Saul li conosceva bene. Tony Ringhio era il braccio destro
del boss, uno dei suoi uomini più fidati. Ed anche uno dei più
spietati. Una volta Jackie Maldonato gli aveva raccontato che durante un incontro con un sottoposto di Frank Castello, uno dei
boss del Bronx, Tony aveva massacrato di botte una delle guardie della famiglia rivale solo perché si era fatto sfuggire una battuta infelice sulla presunta schizofrenia del fratello di Tony, Carl.
“Che cazzo hai da ridere sulla mia famiglia, eh, bastardo figlio di
puttana!” gli aveva urlato mentre lo pestava con un tirapugni
massacrandogli la faccia. La faccenda si era risolta con le scuse
del sottoposto di Castello e con una bevuta generale in un pub
della 56a. O almeno così si pensava. Qualche sera dopo, infatti,
la guardia che aveva fatto la battuta fu ritrovata con la gola
sgozzata in un vicolo del porto. Il clan di Castello sapeva benissimo chi era il responsabile, ma decisero che la morte di un idiota
non doveva guastare i proficui rapporti con Carofiglio. Oltretutto, l’onore dei propri familiari era importante tanto quanto il
proprio, perciò nessuno ebbe da ridire sulla punizione inflitta
alla guardia da Tony Ringhio.
I gemelli Locascio, invece, erano dei sicari sul libro paga di Carofiglio da poco tempo. Giravano sempre armati di fucili a canne
mozze, erano le loro armi preferite. Erano conosciuti nell’ambiente per la loro freddezza, quasi indifferenza verso le vittime
che erano chiamati ad eliminare. Per loro non faceva nessuna
differenza ammazzare uomini, donne, anziani, bambini. Chiun15
L.S.Dee (la storia di…)
que fosse il bersaglio, loro non si facevano troppi scrupoli. Eppure, si diceva che fossero dei fervidi cattolici praticanti. Ogni domenica assistevano alla funzione nella chiesa di Saint Paul, a Little Italy, ed ogni volta si avvicinavano al pastore per complimentarsi con lui per lo splendido sermone. Poi, tornavano alle loro
abitudini di sempre: ammazzare qualcuno per conto del boss.
I tre sgherri scesero dalla Dodge nera su cui erano arrivati ed
entrarono nel palazzo. Lily chiamò Saul a gran voce.
- Saul, ho visto Tony Ringhio ed altri due tizi entrare nel nostro
palazzo!
- Li ho visti anch’io, amore. Dannazione, non possono sapere che
stavamo per partire! Come diavolo hanno fatto a scoprirlo?
- Non lo so! Cosa facciamo?
- Beh, quelli non sono certo venuti qui a bere un tè con noi, per
cui non ci resta molta scelta… Resta qui e chiuditi a chiave, me la
vedo io con loro.
I tre intanto erano saliti per le scale, e stavano bussando rumorosamente alla porta.
- Gabetti, amico mio, facci entrare, dobbiamo parlarti – urlò
Tony Ringhio.
- Tony, che vuoi? Sono le sei del mattino!
- E’ vero, scusami tanto, ma il boss mi ha detto di venire a parlare con te… E’ importante, apri la porta.
- Davvero? E come mai ti sei portato dietro quegli idioti dei gemelli Locascio? Ti serve una mano per parlare con me?
- Dannazione, Saul, non farmi perdere la pazienza! Apri questa
cazzo di porta, o giuro su Dio che la sfondiamo a colpi di fucile!
- Beh, se la metti così, allora forse non abbiamo poi molto da
dirci, non è così, Tony?
A quel punto Alfred Locascio sparò due colpi alla serratura della
porta e le diede un calcio per buttarla giù. Non fece in tempo ad
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L.S.Dee (la storia di…)
entrare che fu raggiunto da una scarica di colpi sparati da Saul.
Il sicario cadde a terra in un lago di sangue.
- Maledetto bastardo! – urlò Bobby, sparando colpi all’impazzata.
Ma Saul rispose al fuoco, obbligando i suoi nemici a ripararsi
dietro la parete. A quel punto Tony Ringhio si fece sentire di
nuovo:
- Cazzo, Saul, mi stai rendendo la cosa difficile…
- Tony, sei sempre in tempo a lasciar perdere! Se mettete fuori
la testa vi apro un buco in fronte, quindi a te la scelta: o ve ne
andate, o siete morti!
- La fai un po’ troppo facile, amico… forse non hai fatto bene i
conti, non credi?
“Che cazzo intende dire quel bastardo?” pensò Saul Gabetti,
quando all’improvviso qualcuno dalla strada iniziò a bersagliare
il suo appartamento con una mitragliatrice. Saul si buttò a terra,
ed il pensiero andò a Lily, sempre chiusa in camera da letto.
Bobby Locascio intanto aveva approfittato del momento per entrare nella stanza e sparare a tutti i mobili dell’appartamento,
nella speranza di stanare la sua preda. Ma Saul era riuscito a
strisciare nella sala da pranzo, e da dietro il bancone della cucina
sparò a Locascio, colpendolo ad una spalla.
- Maledizione, Tony! Mi ha beccato! Mi ha beccato, quello stronzo!
- Accidenti, Bobby! Ti stai facendo impallinare come un dannato
piccione! Mettiti al riparo, ti copro io! – e così dicendo, iniziò a
sparare una grandinata di colpi in direzione di Saul. Locascio si
riparò dietro un divano.
- Gabetti, dov’è la tua donna? Siamo venuti anche per lei! Sappiamo tutto, siete entrambi già morti!
- Di che cazzo stai parlando, Tony? Io non ho nessuna donna!
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L.S.Dee (la storia di…)
- Raccontala ad un altro, Gabetti! Sappiamo che ti sei messo con
Lily McGinley, la cantante del Velvet! Come puoi essere stato
così stupido da metterti con la donna preferita del capo?
- Sai com’è, Ringhio, così vanno le cose… Forse Lily non apprezzava le attenzioni di Vinnie… ed ha preferito me.
- Sei un dannato bastardo, Gabetti! Il boss mi ha chiesto di portargli la tua testa e quella della ragazza, ed è quello che farò!
Un’altra scarica di piombo si abbatté sul riparo di Saul Gabetti.
L’uomo rispose al fuoco, ma stava finendo le munizioni. Ad un
tratto notò che il fucile a canne mozze lasciato cadere da Alfred
Locascio si trovava a qualche metro da lui. Con una mossa fulminea si buttò rotolando per terra ed afferrò l’arma. Bobby Locascio fece per uscire dal suo riparo con il fucile puntato, ma
Saul fu più veloce di lui e gli sparò in pieno petto. Il sicario stramazzò al suolo. Restava solo Tony Ringhio.
- Tony, sei rimasto da solo, se decidi di andartene giuro che non
ti sparo!
- E pensi che io me la beva, amico? Come no! Poi glielo dici tu a
Vinnie che la missione è stata un fallimento! Niente da fare, sono
qui per stenderti ed è quello che intendo fare.
“Maledetto idiota”, pensò Saul, mentre si spostava al riparo di
una poltrona. L’uomo in strada intanto non aveva più sparato,
forse per non rischiare di colpire uno dei suoi. Non sapeva che
due di loro ci avevano già lasciato la pelle in quell’appartamento.
- E’ ora di finirla, Tony! Vattene, oppure ti ammazzo come ho
ammazzato i due gemelli!
- Sei testardo, Saul Gabetti! Ti ho già detto che ti devo fare fuori, ordini del capo! E sai che al capo non posso dire di no…
In quel momento Ringhio iniziò a sparare cercando di spostarsi
verso il divano dietro il quale prima aveva trovato riparo Bobby
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L.S.Dee (la storia di…)
Locascio. Fu un errore. Saul sparò di nuovo col fucile e colpì il
suo nemico, che cadde a terra.
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L.S.Dee (la storia di…)
Capitolo IV – Mai fidarsi degli amici
New York, 11 Marzo 1980
Tony Ringhio non dava segni di vita. La fucilata lo aveva raggiunto al petto, probabilmente gli aveva perforato un polmone.
Ora la situazione si era stabilizzata. In strada non si vedeva più
nessuno. La Dodge nera era sparita. L’uomo armato di mitragliatrice aveva deciso che, in un modo o nell’altro, la faccenda si era
risolta, ed aveva deciso di tagliare la corda. Saul Gabetti si avvicinò alla porta della stanza da letto.
- Lily, tesoro, è tutto finito, apri la porta.
La serratura scattò. Lily si buttò tra le braccia del suo uomo, baciandolo ed accarezzandolo.
- Ok, ok, è tutto a posto adesso, ma dobbiamo sbrigarci. C’era
qualcun altro, là fuori, durante la sparatoria. Potrebbe crearci
ancora problemi, perciò dobbiamo andarcene in fretta. Butta
qualcosa in valigia e lasciamoci tutto questo alle spalle. Io devo
fare una telefonata, torno subito.
Saul Gabetti compose il numero dell’unica persona di cui si fidava nell’ambiente della malavita, Johnny Bruscola.
- Johnny, sono Saul.
- Saul! Dove sei, amico? Ho sentito delle brutte voci sul tuo conto! Del tipo che ti sei messo con la donna sbagliata e che il boss
vuole farti fuori…
- Se è per questo, ci hanno già provato mezz’ora fa…
- Cosa? Come stai? Cazzo, amico, stai rischiando grosso a metterti contro il boss… Quello è uno che non perdona…
- Lo so, è per questo che me ne vado da questo schifo di posto.
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L.S.Dee (la storia di…)
- Vuoi fuggire? Te lo sconsiglio, Saul, Carofiglio ti farà cercare
dai suoi sicari, finché uno di loro non ti spedirà all’altro mondo.
- Che cosa dovrei fare, allora? Se resto qui sono morto, ed anche
Lily. Perciò non ho alternative.
- Capisco… Probabilmente hai ragione, è una situazione del cazzo.
- Ascolta, Johnny, io e Lily partiamo con il treno delle nove per
Philadelphia. Da lì, ci sposteremo per il tempo necessario a far sì
che le acque si calmino. Potrebbero volerci mesi, o anni, non ne
ho idea… Ma non importa.
- Ho capito. Beh, non vedo altre soluzioni. Ti auguro buona fortuna, amico.
- Grazie, Johnny. Ti devo molto, non lo dimenticherò.
- Lascia perdere, amico. Prenditi cura della tua donna.
- Lo farò. Addio, Johnny.
- Addio, Saul.
Gabetti chiuse la telefonata. Gli dispiaceva non poter salutare di
persona il suo amico Bruscola. Dopotutto, era l’unica persona
che lo aveva aiutato quando si era trovato nella merda. Ma ora
doveva pensare a Lily, al bambino in arrivo, a sé stesso. Non c’era tempo per inutili recriminazioni, dovevano scappare, prendere
quel dannato treno e mettere quante più miglia possibile tra loro
e Little Italy, tra loro e Vinnie Carofiglio.
Nel suo ufficio, il boss era in attesa di notizie. Fremeva di rabbia.
Quella storia lo stava facendo impazzire, non era abituato a perdere il controllo. Ma la ferita che Lily McGinley e il suo amante
gli avevano procurato era troppo profonda per lasciar perdere.
Ne andava del suo onore, della sua reputazione, della sua stessa
esistenza. Il potere, nella malavita, si basa sul rispetto ed il timore che gli altri hanno nei tuoi confronti. Se perdi il rispetto, non
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L.S.Dee (la storia di…)
vali più nulla. Qualche giovane pescecane con la testa calda non
perderà tempo a prendere il tuo posto. E Vinnie Carofiglio non
poteva perdere il suo ruolo, e soprattutto non voleva.
Il telefono squillò all’improvviso. Il boss alzò la cornetta.
- Allora? Com’è andata? Li avete ammazzati?
- Fallimento totale, Vinnie. Tony e gli altri ci sono rimasti, e i
due traditori stanno partendo per Philadelphia.
- Cazzo! Siete degli incapaci! Che minchia vi pago a fare se non
siete in grado di far fuori un cazzo di ebreo e la sua puttana!
- Calmati, Vinnie. Conosco una persona che ci può aiutare. Ma ci
vorrà qualche giorno per contattarla, e soprattutto molti soldi.
- Chi cazzo se ne frega dei soldi, l’importante è far fuori quei
due miserabili! A chi stai pensando?
- Ad uno che non sbaglia mai. – rispose Johnny Bruscola.
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L.S.Dee (la storia di…)
Capitolo V - L’uomo di nome M.
New York, 19 Marzo 1980
Il mondo per l’uomo di nome M. si divideva solo in due categorie, le cose che lui tollerava e quelle che odiava, e il quadro
astratto che fissava in quel momento, appeso nello studio di Vinnie Carofiglio apparteneva sicuramente alla seconda categoria. Lo
fissava da quando si era accomodato nella stanza in attesa che
l’italiano si degnasse di spiegargli il motivo per cui l’aveva chiamato, o meglio... il motivo era chiaro, un boss della malavita
come Vinnie Carofiglio poteva convocare uno come il signor M.
per un solo motivo, per commissionargli un omicidio a pagamento... perché la specialità del signor M. era la caccia all’uomo.
In effetti, M. era il migliore in questo campo, non è che la cosa
lo compiacesse o lo rendesse orgoglioso o altezzoso verso i suoi
“colleghi’’, per lui era solo un dato di fatto. Questa sicurezza gli
veniva dall’aver escluso dalla sua vita l’influenza del caso o quello
che si può chiamare anche destino. In realtà la sua idea era che,
esistessero o meno, il caso, il destino, l’imprevedibilità degli
eventi, potevano essere limitati, ridotti ad un puro rumore di
fondo, se si utilizzava sempre lo stesso modo di agire, ovvero
quelle che nel mondo militare da cui proveniva vengono chiamate P.O.S , procedure operative standard. Finché non si fosse allontanato da questo modo di agire, M. aveva la sicurezza quasi
matematica che avrebbe sempre visto la luce del giorno dopo,
che avrebbe portato a compimento qualsiasi incarico affidatogli
e, un giorno, quando avrebbe deciso di ritirarsi perché magari
con l’età la vista o riflessi si sarebbero appannati, si sarebbe goduto i frutti del suo lavoro in santa pace.
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L.S.Dee (la storia di…)
In realtà M. si diceva che avrebbe potuto fare il killer ancora per
molto tempo, era un tipo abitudinario oltre che metodico, e non
gradiva molto l’idea di cambiare il suo modo di vivere. Tuttavia
era pur sempre un essere umano e, nonostante a 44 anni godesse di un perfetto stato di salute, in questo aiutato dalle buone
abitudini di vita e dalla passione per il triathlon, sapeva che un
giorno avrebbe dovuto lasciare quella vita. Per questo si era
comprato da poco un bel pezzo di terreno con annessa casa sulle rive del Grand Lake, nei pressi di Grand Falls, sull’isola di Terranova. Il posto era abbastanza isolato per i suoi gusti e si sarebbe dedicato alla pesca e alla caccia all’orso e al cervo tanto per
non perdere l’istinto ed il brivido dell’hunter. Una o due volte all’anno avrebbe fatto un bel viaggetto fino a Montreal o Ottawa
dove si sarebbe trattenuto qualche giorno per farsi fare un bel
check up total body. Avrebbe albergato in uno dei migliori hotel
della città, avrebbe visitato librerie e vari negozi specializzati, e
magari… il flusso dei pensieri del signor M. venne interrotto dall’apparire di Vinnie che si sedette pesantemente sulla sua pacchiana poltrona di stile italiano.
- Ehi M., come te la passi? Tutto bene?
M. odiava quell’accento italiano, odiava tutti i mafiosetti come
Vinnie che erano venuti su spacciando droga ai ragazzini e non
avrebbero esitato a venderla anche alle loro nonne, odiava il cattivo gusto che permeava quella stanza, ma più di tutto non sopportava i modi di fare di Vinnie Carofiglio.
- Minchia, ogni volta che ti vedo mi viene un brivido su per la
schiena e mi si stringe il buco del culo, cazzo sembri un dannato
avvoltoio, un giorno mi farai venire un dannato infarto…ehi
scommetto che quelli che fotti muoiono prima che gli spari un
colpo, vedono la tua brutta faccia da becchino con quelli occhiali
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L.S.Dee (la storia di…)
scuri e il completo da beccamorto e tirano le cuoia cagandosi nei
pantaloni… ah ah ah, ehi ti va un whiskey? Io ne ho bisogno per
riprendermi dalla vista della tua faccia ah ah ah!
Ogni volta che lo chiamava per un lavoro Vinnie faceva quella
scenetta e gli offriva da bere nonostante sapesse che la risposta
di M. era invariabilmente la stessa. M. per prudenza non accettava mai da bere, faceva parte delle sue S.O.P.
- Grazie, non bevo mai quando lavoro, non si ricorda signor Carofiglio?
- Vinnie, ti ho detto cento volte di chiamarmi Vinnie, e che cazzo! E poi cos’è quest’atteggiamento da sbirro? Bevi che chi non
beve in compagnia o ladro o spia è…
- No.
Il tono e lo sguardo bastarono a far desistere Vinnie.
- E va bene, non t’incazzare, vorrà dire che berrò anche per te…
non sai cosa ti perdi, questo è un whisky da 400 dollari a bottiglia, invecchiato 800 anni nella riserva di qualche conte inglese
del cazzo…
Quell’italiano parlava troppo per i suoi gusti, pensò il signor M.,
un tempo la mafia era una cosa seria, i vecchi mafiosi pesavano
le parole e incutevano un certo rispetto, i mafiosi come Vinnie
che si reggono solo sulla forza delle grandi famiglie di New York,
da soli non durerebbero un mese con la loro lingua e le loro
stronzate… Però era pur sempre un cliente e nell’ambiente del signor M. i clienti disposti a pagare un onorario come il suo non
erano molti, perciò si rassegnò a rimanere diplomatico con lui.
- Vinnie, perché non mi spiega chi devo cercare, prima mi metto
al lavoro e prima le risolverò il problema, non crede?
“E prima me ne andrò da questa fogna”, pensò il signor M.
25
L.S.Dee (la storia di…)
- Ma certo, ma certo, cercavo solo di rompere il ghiaccio come si
dice, te l’ho detto che la tua vista mi rende nervoso, penso sempre che ti ha mandato qualcuno per farmi il culo, magari i fratelli Palazzi o quei cazzoni irlandesi di Bourbon Street... i colombiani no perché quei figli di puttana si fidano solo di quelli della
loro razza per queste cose, Johnny Pettinefigo lo hanno fatto ammazzare da una puttana, quello stronzo pensava che quella gli
faceva un pompino ed era tutto contento invece quella gli ha fatto un buco in fronte grande come la testa di un neonato... e
Johnny era un vero dritto, il suo problema era che andava sempre in giro a cazzo duro e cazzo ma che minchia di mondo è se
non ci si può più fidare neanche delle mignotte…
- Tornando al suo problema…
- E va bene, va bene, se non mi interrompi di continuo ci
arrivo… A proposito di puttane, una delle mie ragazze, che cantava al Velvet Dream sulla 23esima, una settimana fa è scappata
con uno dei miei, uno nuovo, una testa di cazzo mezzo giudeo,
Saul Gabetti si chiama...lo sapevo che non ci si può fidare di
quelli stronzi di ebrei, me lo diceva sempre la buonanima di mia
madre, che dio l’abbia in cielo quella santa donna... Comunque
me li devi trovare M., solo trovare questa volta, che poi ci penso
io a fargli il culo a quei due…
- Immagino che gli avrà già fatti cercare dai suoi uomini e che la
cosa non ha funzionato troppo bene altrimenti non mi avrebbe
fatto chiamare… O sbaglio?
- E certo, con quello che costi cazzo… Ho mandato il mio vice,
Tony Ringhio, e i gemelli Locascio a casa di quel fottuto traditore, ma quel bastardo è furbo come tutti quelli della sua razza, i
Locascio che erano dei veri duri li ha riempiti di buchi con un
calibro 12 a canne mozze, Tony è ancora in coma all’ospedale e
non si sa quando si risveglierà… di sicuro i piccioncini ora non
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L.S.Dee (la storia di…)
sono più a New York perché nessuno si metterebbe contro di
me per proteggerli… Per questo me li devi trovare in fretta, ne
va della mia reputazione cazzo… Se si sparge la voce che due
stronzi qualunque sono riusciti a fregarmi, tutti i miei nemici ne
approfitteranno per farmi qualche brutto scherzo... E magari i
capi li lasceranno fare…
- Comunque, oltre a trovarli preferirei occuparmi anche dell’altro aspetto della faccenda, lo sa che non mi piace lasciare un lavoro a metà… E la cosa sarebbe più sicura sia per me che per lei.
- Tu trovali e poi vedremo… Magari te li lascio ammazzare ma
poi mi occuperò io di completare l’opera… Questa volta non mi
basta far sparire i loro corpi, voglio che la loro morte serva da
avvertimento per gli altri, pensavo di divertirmi con una motosega e qualche altro attrezzo, una saldatrice, un po’ di benzina, robetta così…
- Glielo sconsiglio, rischia di lasciare un sacco di tracce agli sbirri, di fare troppo rumore.
- Ehi, ma per chi mi prendi? So come si fa, userò uno dei miei
capannoni al porto, li ho usati altre volte e quella merda di sbirri
non si sbatteranno più di tanto per cercare di scoprire chi ha
ammazzato un mezz’ebreo di Brooklyn e una puttana da quattro
soldi... E poi li ungo troppo perché vengano qui a mettere il naso
nei miei affari.
- Va bene. Mi farò sentire appena li avrò trovati - disse M. mentre si alzava per andarsene.
- Mi raccomando, cerca di trovarli in fretta…
- Lei intanto faccia una telefonata ai suoi uomini al Velvet per
avvertirli che farò una visita al locale stasera, voglio fare qualche
domanda alle ballerine, magari qualcuna di loro è in contatto
con la ragazza e sa se sono ancora in città o se sono emigrati altrove.
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L.S.Dee (la storia di…)
- Ok, e avvertirò anche che puoi bere e scopare gratis, offre la
casa capito? Ti piace la figa, si? Ehi aspetta, ho capito, tu da giovane dovevi essere in qualche seminario e magari qualche prete
te lo metteva in culo per questo adesso sei incazzato con il mondo, minchia deve essere così... O magari è successo quando eri
una recluta, eri nell’esercito no? Anch’io ho fatto un paio d’anni
nei marines sai? C’è mancato poco che non mi mandavano nel
fottuto Viet Nam, io ci volevo pure andare, capirai, mi sarei imboscato tutto il tempo in qualche bordello a bere e a farmi qualche troietta di Saigon… Magari riuscivo pure a combinare qualche affare per conto di mio zio Paulie che sul traffico di alcol ed
eroina coi soldati ci ha fatto una montagna di soldi come il fottuto Everest... Semper fidelis ai cazzo di marines giusto? eh eh…
- Non ero nei marines, e se ci fossimo conosciuti in Viet Nam
probabilmente l’avrei già eliminata. A quel tempo ero piuttosto...
irritabile.
- E adesso no?
- A presto.
Il tono con cui M. lo disse non piacque a Vinnie Carofiglio che
non rispose al saluto e fu sollevato dal vederlo uscire dalla stanza.
- Vaffanculo tu rottinculo e la tua aria da chierichetto. Un giorno
te lo metterò dove ti fa più male e allora vedremo chi è il più
duro.
Vinnie Carofiglio non poteva immaginare che M. aveva già deciso che appena conclusa la storia dei due ragazzi lo avrebbe fatto
sparire dalla circolazione per sempre. Poteva tollerare le insinuazioni sulla sua sessualità, benché non vere, ma l’accenno al Viet
Nam lo aveva disturbato parecchio, risvegliando in lui brutti ricordi.
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L.S.Dee (la storia di…)
Capitolo VI - La caccia inizia
New York, 19 Marzo 1980
Il Velvet Dream era stato inaugurato nel 1947 e in origine era un
modesto jazz bar frequentato da sbandati di ogni razza ed estrazione sociale. Dal lunedì al giovedì era il rifugio di modesti impiegati che con fatica erano tornati alla vita civile dopo l’incubo
della guerra e che cercavano conforto nel whisky a buon mercato e nella compagnia di altri come loro, ma il venerdì il locale si
affollava di artisti eroinomani, soprattutto scrittori e musicisti
jazz. C’era anche un discreto giro di prostituzione e non mancavano anche clienti benestanti in cerca di emozioni forti. Roman
Poblosky, il proprietario, era un ebreo polacco scappato dal suo
paese appena in tempo per evitare i campi di concentramento
nazisti e amava ripetere che era per questo motivo che nel suo
locale accoglieva tutti senza pregiudizi, purché ovviamente potessero permettersi di pagare le consumazioni. Per altro il Velvet
era famoso per il suo whisky a basso costo dato che Roman distillava in proprio, ma certo la sua caratteristica principale era
proprio quell’umanità composita che in tutti gli Stati Uniti non
si sarebbe potuta trovare in nessun altro posto: bianchi, neri,
eroinomani, alcolizzati, prostitute, analfabeti, scrittori falliti, jazzisti falliti, perfino omosessuali, un intero mondo di gente che
aveva eletto il Velvet come il rifugio ideale per stordirsi, per dimenticare, per essere liberi di essere quello che si era.
Tutto questo cambiò quando Roman si ammalò e fu costretto a
vendere il locale per pagarsi le spese mediche. Il Velvet venne acquistato nel 1956 dal giovane Carmine Apicella, futuro suocero
di Vinnie Carofiglio, che l’avrebbe ereditato proprio da lui nel
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L.S.Dee (la storia di…)
1973, trasformandolo in un locale più esclusivo, frequentato da
gangster e da colletti bianchi collusi con la mafia.
Al posto di musicisti jazz incompresi o senza fortuna ora si potevano ascoltare canzoni evergreen interpretate dalla promessa
del momento, che doveva essere esclusivamente di sesso femminile, giovane età e bella presenza. Si poteva assistere anche a
spettacoli di burlesque o all’esibizione di comici famosi, ma soprattutto, si potevano concludere affari sporchi in assoluta riservatezza, si poteva giocare d’azzardo nella saletta segreta ricavata
nell’ampia cantina del locale, e gli yuppies potevano mettersi in
mostra acquistando champagne francese d’annata e sballarsi con
la migliore cocaina colombiana a disposizione prima di “affittare”
una delle ragazze del burlesque per uno spettacolo privato.
Fu proprio al Velvet che l’uomo di nome M. trovò la sua prima
traccia per scoprire dove erano andati a rifugiarsi Saul Gabetti e
Lilian McGinley per sfuggire a Vinnie Carofiglio.
Dopo essersi fatto servire un Glenlivet senza ghiaccio e assaporato con calma la sua Gauloise per darsi il tempo di studiare meglio la situazione, chiese al barman di indicargli con quale delle
ragazze Lily aveva un rapporto più stretto e confidenziale. Una
volta ottenuta l’informazione, si preparò ad estorcere a Victoria,
questo era il nome della ballerina di burlesque amica di Lily, tutto quello che sapeva. Attese quindi che la ragazza finisse il suo
spettacolo e subito dopo si presentò nel suo camerino.
- Che cosa vuoi? Non mi interessano gli ammiratori e non mi
prostituisco. Sei un poliziotto?
- No, non sono un poliziotto, ma le farò comunque delle domande e lei dovrà rispondermi.
- Ma vaffanculo stronzo, ora ti faccio buttare fuori, chiunque tu
sia. Vinnie non permette a nessuno di venire qui a ficcare il
naso…
30
L.S.Dee (la storia di…)
- Mettiamo le cose in chiaro. Io lavoro per conto del signor Carofiglio, ho l’incarico di ritrovare Saul Gabetti e Lilian McGinley
e la mia pazienza è limitata…
- Sei un killer? Vinnie vuole ucciderli? Cazzo io non so niente,
stai perdendo tempo con me... Quelli sono fuggiti senza dire
niente a nessuno.
- Sicura di non sapere dove sono? Potrebbe giurarlo sulla vita
del bambino nelle foto che tiene attaccate allo specchio? Perché
se scopro che mi sta mentendo per proteggerli, e lo scoprirò sicuramente, farò sparire il marmocchio e non lo ritroverà mai
più... Ci pensi bene, Victoria...
- Brutto bastardo se ti avvicini a…
Victoria non poté finire la frase perché M. prevedendo la sua
reazione l’aveva afferrata prontamente alla gola, comprimendo la
trachea finché la ragazza non si arrese alla sua presa. Nella sua
esperienza di killer, M. sapeva che indurre il soffocamento fin
quasi alla morte è uno dei metodi migliori per piegare gli esseri
viventi, uomini o animali che siano. L’istinto di sopravvivenza
emerge prepotentemente quando non si può respirare e il malcapitato è costretto ad abbandonare la lotta e a cedere a chi lo
paralizza con quella mossa. Inoltre in Victoria l’istinto di sopravvivenza era più marcato perché Victoria era madre e doveva
pensare anche a suo figlio oltre che a se stessa..la sua era stata
una reazione irrazionale ed impulsiva ma del tutto prevedibile in
una madre che cerca di proteggere il proprio cucciolo… M. sapeva tutto questo e sapeva come sfruttarlo al meglio. Sapeva che
gli uomini sono prevedibili nelle loro reazioni di difesa, sapeva
come trovare il punto debole delle persone e come fare leva su
questo per scardinare le loro difese e raggiungere il suo obbiettivo. Spesso non aveva bisogno di realizzare le sue minacce, il
bluff era sufficiente per ottenere l’effetto desiderato. Dopo aver
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L.S.Dee (la storia di…)
dato a Victoria il tempo per riprendersi, le sorrise come se non
fosse successo niente e ripeté la domanda.
- Ora che ci siamo chiariti su quanto sia inutile e pericoloso minacciarmi o cercare di contrastarmi possiamo tornare al motivo
della mia presenza qui con lei..mi dica cosa sa della fuga della
sua amica Lily… Se la risposta sarà convincente le prometto che
né lei né suo figlio avrete più niente da temere da me. Coraggio,
lo so che mi nasconde qualcosa, il mio istinto non sbaglia mai…
La compostezza e la calma di quell’uomo piegarono la ragazza,
solo un pazzo poteva sorridere in quel modo così subdolo dopo
averti quasi ammazzata e dopo aver minacciato di ammazzare
tuo figlio, un bambino di cinque anni! Già, David, suo figlio, era
tutto quello che aveva, era la parte migliore di lei, l’unica cosa
buona che lei aveva fatto nella sua vita..non poteva rischiare con
quel pazzo, non poteva perderlo e David non poteva perdere lei…
Era così piccolo… Non avrebbe voluto tradire Lily, ma scelse il
male minore… Lily, anche lei stava per diventare madre e avrebbe capito, l’avrebbe perdonata per il suo tradimento, ne era sicura… Si, ma quante possibilità c’erano che Lily e il suo bambino
sopravvivessero a quel pazzo e a quel bastardo di Vinnie? Forse
ce la potevano fare, e comunque Lily l’aveva chiamata da una cabina telefonica della stazione ferroviaria di Cleveland, e Cleveland
era grande perciò non poteva causarle un danno così grande…
- Lily mi ha chiamata… Da una cabina, credo..
- Quando l’ha chiamata?
- Tre giorni fa…
- Da dove chiamava? Avanti, non farti strappare le parole con le
pinze…
Quell’improvviso cambio di tono la fece sussultare e le fece venire i brividi, lo vide protendersi verso di lei come un lupo che sta
32
L.S.Dee (la storia di…)
per azzannare alla gola la sua preda. Decise di dirgli tutto quello
che sapeva e di farla finita con quella storia.
- Mi ha chiesto se potevo spedirle i costumi di scena, costano un
patrimonio e ha detto che potevo tenermi quello che preferivo
se le facevo questo favore...mi ha detto di spedirglieli al deposito
bagagli della stazione di Cleveland…ho ancora la ricevuta… - Magnifico... Ora si che iniziamo a ragionare… Dammi la ricevuta.
Victoria prese la ricevuta dalla sua borsa e la porse a M. che la
squadrò soddisfatto.
- Ora farò una telefonata per assicurarmi che non mi hai rifilato
una balla, poi ti lascerò in pace per sempre.
- Non ti ho mentito, mi hai spaventata troppo per mentirti.
- Bene, sono sicuro che è così, ma devo verificare lo stesso.
L’uomo di nome M. si avvicinò al gestore del locale e chiese di
poter usare un telefono. L’uomo lo fece entrare nel suo ufficio e
M. cercò un numero nella sua agendina.
- Mike? Salve amico mio, è venuto il momento di sdebitarti... Un
piccolo favore, devi controllarmi se a Cleveland hanno saputo di
qualcuno del giro che si è appena trasferito da New York... Un
mezzo gangster di nome Saul Gabetti con donna al seguito…
Quando hai la risposta cercami all’Hilton di New York, stanza
208... Mi faccio chiamare Simon Michell.
Il giorno dopo, ottenuta la risposta che gli interessava dal suo
contatto, M. prese il volo per Cleveland delle 19:07.
La caccia era aperta.
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L.S.Dee (la storia di…)
Capitolo VII - Dien Bien Phu 1954
Quell’anno le piogge monsoniche erano arrivate in anticipo, riducendo ben presto il terreno di battaglia in un pantano di fango…
il resto lo fecero le bordate d’artiglieria dei Viet Minh, le truppe
del movimento per l’indipendenza del Viet Nam, in quello che la
storia ricorderà come l’inferno di Dien Bien Phu.
Tutto iniziò il 13 marzo del 1954 quando oltre 50.000 guerriglieri Viet Minh, che erano riusciti a raggiungere praticamente in
segreto quell’avamposto militare sperduto al confine con il Laos,
muovendosi silenziosamente di notte nella giungla e sfruttando
cunicoli e gallerie da loro stessi costruiti con pazienza, iniziarono
un attacco brutale ed incessante contro i 16.000 soldati della
guarnigione francese. Dopo 56 giorni di resistenza eroica e disperata da parte dei Legionari francesi, il 7 maggio i guerriglieri
di Ho Chi Minh issarono la bandiera rossa del Viet Minh sul
bunker, e, a luglio di quello stesso anno, dopo 9 anni di guerra,
aveva ufficialmente fine il dominio coloniale francese in Indocina.
Nella sola battaglia di Dien Bien Phu morirono 6000 soldati
francesi, per lo più Legionari, mentre il resto dei 16.000 difensori
di Dien Bien Phu finì nei campi di prigionia Viet Minh o disperso nella giungla. Tuttavia il Viet Minh, nonostante la vittoria,
subì perdite addirittura maggiori, con 12.000 morti stimate. Molti di loro furono uccisi da un giovane caporale di nome Simon
Michell che a quell’epoca aveva appena 18 anni, di cui gli ultimi
due anni e mezzo trascorsi nella Legione Straniera Francese.
Simon Michell non era il suo vero nome, era solo l’identità fittizia che gli era stata affibbiata quando a 17 anni si era arruolato
nella Legione. Di lui si sapeva solo che veniva da Marsiglia e che,
nonostante la giovane età, era un soldato formidabile. Le sue
34
L.S.Dee (la storia di…)
doti innate di guerriero gli permisero di superare il durissimo
addestramento dei Legionari, entrando a far parte del 2° Battaglione Paracadutisti della Legione (2° BEP). Subito mandato in
Viet Nam, in cui la Francia era in guerra con l’esercito di liberazione comunista già dal 1945, si distinse in diverse azioni di controguerriglia conquistando il grado di caporale sul campo. Durante la battaglia di Dien Bien Phu si paracadutò con il 2° BEP
per raggiungere i camerati del 1° BEP asserragliati sotto il fuoco
nemico che stava decimando i francesi, ma i paracadutisti furono
respinti e molti di loro morirono scendendo. I parà sopravvissuti,
tra cui il caporale Michell, organizzarono un’eroica difesa e, dopo
venti ore di durissimi combattimenti corpo a corpo contro un
nemico quattro volte superiore di numero, riuscirono a mantenere temporaneamente la posizione che avevano raggiunto. Ma
ormai la battaglia era persa, i francesi non potevano ricevere rinforzi ne rifornimenti ne evacuare i numerosi feriti perché i loro
aerei venivano colpiti dalla contraerea nemica. Alla fine del massacro di Dien Bien Phu, Simon Michell risultò tra i dispersi. Due
settimane dopo, nella giungla del Laos venne ritrovato un cadavere carbonizzato che aveva addosso la sua piastrina di riconoscimento e altri effetti personali di Michell. La conclusione fu
che era stato trovato e ucciso dai Viet Minh e che il suo cadavere era stato bruciato. Questa fu la versione ufficiale che venne
raccontata ai suoi genitori quando la salma venne riportata in
Francia. Nessuno tranne lui però seppe mai come erano andate
veramente le cose.
Simon Michell non morì nella giungla ucciso dai Viet Minh. Simon Michell era vivo e vegeto e in quella sera di marzo del
1980 aveva 44 anni e stava viaggiando su un aereo diretto a
Cleveland.
35
L.S.Dee (la storia di…)
Capitolo VIII - Toccata e fuga
Cleveland, 20 Marzo 1980
Mentre l’aereo sul quale stava viaggiando sorvolava ancora la
sponda meridionale del Lago Erie, preparandosi a raggiungere il
Cleveland Hopkins International Airport, M. si svegliò d’improvviso dal sonno in cui era caduto. Come gli accadeva a volte
quando si addormentava per la stanchezza di una lunga giornata,
aveva rivissuto l’incubo della guerra che aveva stravolto per sempre la sua salute mentale, facendolo diventare un predatore, un
cacciatore di uomini. L’uomo di nome M., che un tempo era conosciuto con il nome di Simon Michell, sapeva benissimo che
non era certo per l’agio economico che gli dava che aveva scelto
quella professione ma perché era l’unico modo in cui si sentiva
vivo. Nel sogno riviveva ancora il ricordo straziante dei corpi
mutilati dei compagni in quel girone infernale che era l’infermeria da campo della guarnigione di Dien Bien Phu quando i Viet li
avevano quasi sterminati tutti. Uomini che avevano subito più di
un’amputazione, uomini che avevano perso braccia, gambe, occhi… Uomini, compagni. Compagni che nonostante le mutilazioni
e le ferite tornavano a combattere appena potevano perché i
proiettili dell’artiglieria Viet Minh continuavano a cadere senza
tregua per giorni e giorni. M. fu uno dei pochi fortunati a riportare solo ferite leggere nel corpo ma la sua mente venne ferita
per sempre. Era troppo giovane per poter sopportare la vista di
quell’inferno senza rimanerne sconvolto. Durante un’azione notturna il suo plotone venne annientato e M. , l’unico sopravvissuto, si trovò isolato a ridosso delle linee nemiche. Fuori di se per
la pazzia, invaso da una furia omicida, avanzò verso il nemico in36
L.S.Dee (la storia di…)
vece di ripiegare. Gli sembrava che i Viet Minh fossero dappertutto intorno a lui, gli sembrava che fossero diavoli vomitati dall’inferno e lui si diede molto da fare per rispedirne indietro il più
possibile. Solo quando cadevano davanti a lui, i corpi straziati dai
colpi del suo fucile d’assalto, si rendeva conto che erano uomini
come lui. A quei corpi rivolgeva sempre la stessa domanda… Perché? Perché? Fu in quella notte che perse la sua umanità, cercò
la morte in decine di scontri a fuoco, ma sopravisse miracolosamente. Continuando ad avanzare si portò in una zona lontana
dalla battaglia. Aveva superato il confine con il Laos senza accorgersene e ad un certo punto si ritrovò in una radura dove la
giungla non nascondeva più la luna. La luna sembrava enorme
sopra di lui, sembrava viva, e gli parlò, o almeno fu quello che
sembrò a lui. Gli disse che non sarebbe mai più potuto tornare
indietro, gli disse che era condannato a rivivere quella notte per
sempre, che avrebbe dato la caccia agli uomini per ucciderli, per
sempre. Fu questo che gli disse quella luna nella giungla, fu questo che gli disse il diavolo. E lui lo ascoltò. All’inizio si ribellò a
quell’allucinazione, pianse, gridò, ma quando trovò il cadavere di
un soldato che si era perso come lui seppe cosa fare. Sostituì la
sua piastrina con quella del cadavere, scambiò i vestiti, gli effetti
personali e le armi e diede fuoco al corpo. Fu il suo tentativo di
sfuggire alla maledizione che sentiva su di sé, fu un tentativo di
ingannare il diavolo, ma la sete di sangue e l’istinto predatore
non lo lasciarono mai. Riuscì a sopravvivere nella giungla evitando le pattuglie Viet Minh e a farsi recuperare da una squadra di
ricerca e soccorso francese a cui si presentò con l’identità rubata
al commilitone trovato morto. Ritornato in Francia disertò dalla
Legione e si dette alla clandestinità affiliandosi alla criminalità
marsigliese. Arrestato dalla Polizia durante una retata riuscì ad
evadere dal carcere e, attraversato il canale della Manica, si rifu37
L.S.Dee (la storia di…)
giò in Inghilterra dove visse per 6 anni. A 23 anni si imbarcò
con un amico su una nave diretta a Baltimora e ben presto iniziò
la sua carriera di sicario a pagamento. Quando riprese il suo bagaglio e salì su un taxi M. aveva ripreso completamente il controllo di se. Si fece lasciare in un bar di Payne Avenue dove il
suo contatto gli consegnò una Makarov 9 mm silenziata e poi si
fece accompagnare nel motel dove si nascondevano Saul Gabetti
e Lilian McGinley. Trovarli era stato facile perché i due non avevano avuto il tempo di procurarsi documenti falsi e avevano dovuto usare i loro veri nomi per affittare un armadietto al deposito bagagli della stazione ferroviaria. Inoltre Saul per avere un minimo di sicurezza aveva chiesto la protezione di un suo conoscente implicato nel giro che gli aveva procurato un appartamento. Il contatto di M. era riuscito subito ad individuare dove
si potevano nascondere i due fuggitivi e ora il killer senza nome
era pronto ad entrare in azione.
Era già notte avanzata quando M. forzò silenziosamente la serratura della porta dell’appartamento dei due innamorati. Il suo piano consisteva nel coglierli nel sonno e nell’eliminarli senza che
loro si accorgessero di niente. Non aveva mai pensato di lasciarli
nelle mani di quel pazzo di Vinnie Carofiglio che li avrebbe torturati a lungo prima di finirli. Aveva deciso che sarebbero morti
perché doveva onorare il suo contratto, ma nel modo più dolce e
rapido possibile. Una cortesia da killer. Quello che M. non si
aspettava però era che Saul aveva preso delle precauzioni mettendo dei fantocci nel letto matrimoniale. Quando M. si rese
conto che qualcosa non andava perché nella stanza da letto non
si sentiva il minimo respiro, all’improvviso si accese una luce e
girandosi vide sulla porta Saul Gabetti che impugnava un fucile
a pompa.
38
L.S.Dee (la storia di…)
M. riuscì a buttarsi di lato appena prima che l’altro esplodesse i
suoi colpi e contemporaneamente sparò a Saul cercando di
creare il massimo volume di fuoco per far indietreggiare l’avversario. Nessun colpo andò a segno da entrambe le parti, ma Saul
tenne M. inchiodato nella stanza da letto finché non fu uscito
dall’appartamento. M. lo seguì per le scale ma lo perse quando
uscì in strada perché a questo punto, Lily, che aveva preceduto
Saul fuori dal palazzo, lo aspettava in una macchina e quando il
suo uomo salì partì a razzo sgommando nella notte. Evidentemente i due avevano già pianificato quel piano di fuga in caso
che qualcuno li avesse trovati.
- Molto furbi - disse M. – ma non finisce qui. La fine della caccia
è solo rimandata e questo imprevisto la rende molto più interessante per me.
La sparatoria aveva svegliato numerose persone che avevano avvertito la polizia, così, sentendo già le sirene in lontananza, al killer di nome M. non restò che allontanarsi nella notte e dirigersi
al pub poco lontano dove lo aspettava il suo amico Mike per riprenderlo.
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L.S.Dee (la storia di…)
Capitolo IX - Ritorno a New York
New York, 24 Dicembre 1980
L’uomo di nome M. si avvicinò al corpo di Saul Gabetti e gli
posò due dita sul collo per accertarsi che il cuore avesse cessato
di battere.
La caccia era stata lunga e M. , per la prima volta nella sua carriera di killer aveva temuto di fallire. Saul Gabetti non era uno
sprovveduto, era riuscito a tenergli testa per quasi un anno, da
quando M. si era fatto sfuggire i due innamorati a Cleveland.
Ritrovarli era stato più lungo e difficile del previsto dopo quel
primo contatto perché Saul e Lily avevano raddoppiato le loro
precauzioni. Tuttavia M. era un mastino degno di questo nome e
la difficoltà dell’impresa non aveva fatto altro che potenziare i
suoi sensi di predatore e la sua sete di sangue. Era gelido e spietato quando doveva portare a termine un contratto perché sapeva che il mondo era un nido di serpenti e per sopravvivere lui
doveva essere sempre il più velenoso di tutti i serpenti del regno.
Aveva fatto domande a tutti quelli che potevano sapere qualcosa,
girato tutti i motel, seguito tutte le tracce.
Aveva atteso con pazienza che i due fuggitivi commettessero un
errore, che abbassassero la guardia, e alla fine, dopo dieci mesi,
la sua pazienza era stata premiata. In realtà si era trattato di un
colpo di fortuna. Aveva saputo che Vinnie Carofiglio era stato
arrestato insieme ad altri boss grazie alla testimonianza di un ex
affiliato e che sarebbe rimasto in galera per almeno cinque anni.
Aveva quindi immaginato che Saul e Lily, appresa la notizia,
avrebbero smesso di fuggire visto che il loro persecutore era stato arrestato e la sua organizzazione scardinata. Quello che non
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L.S.Dee (la storia di…)
potevano immaginare era che M. potesse continuare a cercarli
solo per puntiglio visto che non era più pagato per farlo. Sicuri
che la loro storia era stata dimenticata, avevano quindi deciso di
tornare a Little Italy dove entrambi avevano le loro radici, e di
far nascere qui il loro bambino. Avevano quindi preso in affitto
una stanza in un motel su Inner Street, vicino alla chiesa di Saint
James, e per un mese, dopo la nascita del bambino, erano stati
una famiglia, erano stati felici. Finché M., che non dimenticava
mai nulla, non li aveva trovati. Questa volta non aveva trovato
dei fantocci nel letto ma dei corpi caldi e vivi che dormivano e
che probabilmente stavano facendo sogni di una vita piena e felice. Per un attimo l’uomo di nome M. esitò turbato e lievemente
imbarazzato davanti a quella scena di intima serenità e si chiese
se era il caso di portare a termine la sua caccia. Quei due gli
avevano creato un mucchio di fastidi, gli avevano fatto perdere
tempo portandolo in giro per mezza America per quasi un anno,
ma soprattutto, gli avevano fatto dubitare della sua bravura.
Dopo tutto però li aveva ritrovati e questo era l’importante, con
Vinnie Carofiglio fuori gioco, nessuno si aspettava più che li uccidesse, poteva dimenticarsi di loro e lasciare che si svegliassero
il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Ma il destino ancora una
volta avrebbe avuto la sua parte, così, mentre M. stava per riporre nella fondina la sua Browning High Power e lasciare l’appartamento, Saul si svegliò all’improvviso, si alzò dal letto e vide
l’ombra di M. che stava passando davanti alla finestra. In un attimo M. irruppe nella stanza e gli sparò quasi a bruciapelo. A quel
punto si era svegliata anche Lily e M. non esitò nemmeno un attimo a spararle in faccia, quasi a voler cancellare dalla sua vista
quel volto stravolto dal terrore e dalla paura.
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L.S.Dee (la storia di…)
Ora anche M. provava paura, si sentiva come la notte di tanti
anni prima quando era fuggito nella giungla. D’istinto si girò
verso la finestra e anche la luna gli sembrò la stessa di allora.
- Non si può più tornare indietro, no, non posso – pensò, e lì,
nel buio di quella stanza, gli sembrò di vedere i cadaveri di tutti
quelli che aveva ucciso che avanzavano verso di lui.
- Siete venuti a prendermi per portarmi via con voi… No, non vi
darò questa soddisfazione!
Si puntò la canna della pistola alla tempia, prese un respiro profondo, e fu allora che sentì qualcosa di simile al pianto di un
neonato. Per qualche istante gli sembrò che stesse ancora vivendo quell’allucinazione ma ora non vedeva più i fantasmi, non c’erano più, c’era solo quel pianto. Abbassò la pistola e decise di
cercare l’origine di quel rumore. Una culla, un bambino nella
culla, il bambino piangeva e quel pianto era come autoritario,
come se lo stesse minacciando. Per qualche minuto M. puntò la
pistola verso il bimbo indeciso sul da farsi. Cercò di analizzare la
situazione in modo razionale: quel bambino non aveva colpe,
non aveva tradito nessuno, non faceva nemmeno parte del contratto con Vinnie. Inoltre quel piccolo non poteva parlare con la
polizia e non si sarebbe mai ricordato di lui e quindi non avrebbe mai potuto creargli problemi. Per maggior sicurezza comunque M. decise che era meglio togliere il bambino dalla scena del
delitto così avrebbe disorientato gli investigatori, spingendoli a
occuparsi della ricerca del neonato invece di cercare lui. Fu così
che il bimbo fu strappato ai suoi genitori e affidato al suo destino, alla vita e al Dio della Vendetta.
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L.S.Dee (la storia di…)
Parte seconda
Ernst, Emily e il piccolo...
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L.S.Dee (la storia di…)
1. Piccola magia di Natale
Ventiquattro dicembre millenovecentottanta.
Aveva appena iniziato dolcemente a fioccare petali di neve bianchissima in quell'anonimo pomeriggio della vigilia di Natale e il
signor Money, incurante che da li a poche ore sarebbe nato Gesù
Bambino, stava pulendo minuziosamente i suoi fedeli attrezzi da
lavoro, un pennello di setola animale e un rullo, che aveva usato
dalla mattina ad ora senza pause, perché il tempo è denaro, money, e lui aveva ben poco tempo e denaro da sprecare, e, dopo
aver dato un ultimo sguardo alla parete divenuta ormai bianchissima come albumi montati a neve, si preparava a far di conto e
a riscuotere i pattuiti 12 dollari all'ora che la signora Montgomery, con un sorriso stizzito, si preparava a dargli per il lavoro, ottimo, svolto dal lui.
-Grazie mille, carissima, alla prossima volta. Sarò ben lieto di
servirla - e dicendo ciò uscì dalla casa al quarto piano con gli
strumenti che gli tenevano entrambe le mani occupate e mandò
mentalmente a fare in culo quella vecchia megera che l'aveva
chiamato proprio alla vigilia per imbiancargli qualche parete ingrigita della casa! Non che fosse un problema per lui lavorare nei
giorni festivi, un giorno vale l’altro per mettere nel suo fondo
pensione qualche dollaro, ma quell'anno oltre al freddo boia si
ritrovava ad avere da poco compiuto cinquant'anni e forse a
quell'età ci si può iniziare a concedere almeno qualche giorno di
riposo!
La sua ossessione fin da ragazzo era sempre stata il denaro, il
vile denaro che doveva accumulare per raggiungere quella felicità
che mai aveva conosciuto, o almeno avrebbe dovuto garantirgli
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L.S.Dee (la storia di…)
una vecchiaia serena. Non spendeva mai un centesimo in più del
necessario, aveva comprato verso i trent'anni una casa tutta sua
perché odiava i familiari, soprattutto le sue sorelle, e voleva starsene per conto suo. Ma aveva comprato, pur potendo già disporre di una buona cifra dopo una decina di anni di lavoro (aveva
iniziato da bambino a lavorare e dai vent’anni lavorava anche da
solo come imbianchino e muratore) una misera catapecchia al
quinto piano di un palazzo fatiscente, che provvide a rendere
quantomeno accogliente nei successivi anni della sua vita. Andare a vivere da solo per lui era stata una liberazione. Aveva due
sorelle, una più grande di due o tre anni e una più piccola di
quattro. E non andava d'accordo con nessuna delle due. Da bambini la grande lo picchiava e gli faceva i dispetti, mentre lui picchiava e faceva star male la più piccolina. L'odio crebbe impetuoso anche nell'adolescenza, accentuato dal fatto che le ragazze furono mandate dai genitori in collegio a studiare mentre a lui era
toccato aiutare il padre a fare l'imbianchino per pagare la costosa retta mensile del collegio delle sorelle. Il signor Money passò
tutta l'adolescenza a progettare la fuga da quella malaugurata famiglia e si proponeva di cogliere la prima occasione di fuga. Ragion per cui a 18 anni, dopo almeno otto passati a lavorare per
la famiglia, prese una corriera e si lasciò alle spalle quella Boston
di merda e raggiunse il mito della Grande Mela! La nuova città
era un po’ la sua terra promessa, e dopo aver vivacchiato un po'
di qua e di là si mise a fare il manovale per una grande ditta
edile che costruiva palazzine e case popolari a basso costo. Ditta
edile che gli smerciò qualche anno a venire una delle sue più orrende costruzioni...
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L.S.Dee (la storia di…)
Da anni ormai il signor Money non tornava più a casa. Aveva
certo dato il suo nuovo indirizzo e numero di telefono ai familiari, ma mai che si azzardasse a telefonare o a scrivere o a tornare
a Boston a fargli visita. Nessun biglietto d'auguri, nessun regalo
ai nipoti, niente. D'altronde il niente è gratis e lui con questa
parola andava d’accordo. Che la sua fosse avarizia non v’è dubbio, certo, ma lui sapeva di aver già dato troppo a chi forse
neanche gli voleva bene.
Col tempo il suo carattere si inacidì sempre di più e la sua ossessione era mettere soldi da parte per la sua vecchiaia. Aveva
previsto di vivere almeno cento anni e anche più e quindi dagli
ottanta in su se la doveva cavare da solo perché non avrebbe più
potuto lavorare e non era certo di prendere una pensione visto
che aveva sempre lavorato in nero. Non si era mai comprato un
tacchino per il giorno del ringraziamento e non faceva e non si
faceva regali per natale, non c’erano feste per lui, non c’era nessuno da ringraziare. La vita ha sempre un prezzo e lui aveva
scelto l’articolo scontato.
Quel pomeriggio dell’ottanta, la vigilia di Natale si apprestava a
rientrare a casa a piedi, sotto una pioggia di petali di neve che
era iniziata a scendere. Il freddo cominciava a lacerargli le ossa e
iniziava a rimpiangere di non aver preso il suo pulmino Volkswagen da hippie. Quando era uscito di mattina il tempo era sereno, freddo ma con il cielo pulito, e visto che la signora Montgomery abitava solo a due isolati di distanza aveva deciso di farsela a piedi con il rullo, il pennello e il barattolo di vernice. Così
avrebbe risparmiato i soldi della benzina, e di quei tempi era un
enorme risparmio.
Aveva già percorso parecchia strada e oramai mancava poco
meno di un isolato a casa sua. La neve cominciava ad attaccare e
il buio della sera, che arrivava già dal pomeriggio in inverno, non
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L.S.Dee (la storia di…)
ne favoriva di certo lo scioglimento. Le strade erano addobbate a
festa, luminarie e babbi natale nei negozi avrebbero dovuto rendere il passaggio di quelle strade gioioso e rasserenante, ma avevano il potere invece di renderlo più stizzito e incazzato con il
mondo.
- Che cazzo ci sarà da festeggiare in questi tempi di merda? disse, sbuffando e accelerando il passo.
Mancava oramai poco a Boulevard Street e già si pregustava il
caldo di due miseri pezzi di legna che avrebbe buttato nella stufa, che lo avrebbero riscaldato un po’ prima di cenare un resto
di maccheroni al formaggio e andare a buttarsi dentro il caldo
delle coperte e maledire la giornata e augurarsi di prendere subito sonno, cosa di cui dubitava fortemente.
Ma quella sera, speciale per quasi tutto il resto del mondo, non
volle passare indifferente. Fu così che accadde una piccola magia
di Natale.
Camminava davanti a dei palazzoni un po’ decadenti, ed era
quasi arrivato al suo, quando sentì dei lamenti e un piangere
continuo provenire da un cassonetto lì vicino.
– Sarà qualche gatto o qualche cane - si disse.
Ma ad ogni passo il lamento era sempre più forte. Allora si diresse verso il cassonetto e aprendolo, con profondo stupore, vide
che il pianto proveniva da una scatola marrone per imballaggi.
– Ma che cos'è… Con profonda sorpresa e stupore già stava realizzando quell’idea
che gli avrebbe cambiato da quel momento la vita.
Aprì la scatola che non era certo sigillata e che puzzava immersa
tra gli altri rifiuti e l’idea che aveva avuto si tramutò in realtà.
Dentro quella putrida scatola c’era un bimbo nudo e infreddolito
che, con molta probabilità, era nato da poche settimane
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L.S.Dee (la storia di…)
2. Blues della natività incredula
Per un istante il signor Money fu preso da sgomento, terrore purissimo.
- Che cazzo, madonna santissima! – imprecò a bassa voce.
Aveva appena trovato un bimbo che con ogni probabilità era
stato abbandonato da chissà quale gran puttana.
- Non l’ha voluto quella cagna della madre e devo interessarmene io? – e così pensando stava per richiudere la scatola e andarsene.
Ma uno scrupolo di coscienza lo fermò non appena il bimbo
prese a piangere nuovamente e con insistenza.
- Oh, al diavolo! – e aprì nuovamente la scatola e prese quel fagottino tra le mani possenti e ruvide.
Si tolse con una mano il giubbotto e lo usò come copertina, e il
piccolo smise un attimo di piangere.
- Vedo che preferisci il caldo, razza di diavoletto! E come darti
torto visto che sono io ora a gelare. –
Con profonda tristezza abbandono lì il suo fedele rullo, che ora
non poteva più portare con sé, e si mise il pennello tra lo stomaco e la cintura come se portasse una pistola e fosse un gangster.
Stava puntando dritto a casa sua ma poi iniziò a pensare che
forse era meglio portarlo in qualche ospedale. Ci tornò comunque e prese le chiavi del furgoncino e una cesta con un lenzuolo, e nella cesta adagiò il piccolo – che era un maschietto e questo era abbastanza evidente – a mo’ di seggiolino.
Puntò dritto all’ospedale più vicino, il Saint James, quello dove
andava abitualmente quando sfortunatamente ne capitava l' occasione, e in una decina di minuti, dopo aver insultato e manda48
L.S.Dee (la storia di…)
to al diavolo parecchi pedoni e coabitatori della carreggiata, arrivò al parcheggio dell’ospedale.
Prese il fagottino tra le braccia e si diresse alla reception del
Saint James, senza sapere cosa fare e cosa dire.
All’infermiera che era lì di turno, una bonaria signorona nera un
po’ scazzata per il turno proprio alla vigilia di Natale, si presentò
e disse con voce che gli si fece rauca dall’emozione o dall’imbarazzo:
- Ehm, buonasera. Ho trovato questo bambino in un cassonetto
vicino a Inner Street e credo che, beh ecco, qui forse potete
prendervene cura… La donnona nera strabuzzò gli occhi incredula e poi guardò il
bambino e prese il telefono e chiamò in ginecologia e chiese del
dottor Matthews. Gli disse che c’era un uomo di mezz’età con
un bambino di poche settimane e diceva di averlo trovato in un
cassonetto.
Il dottor Matthews, che stava ormai per finire il turno, incuriosito dalle parole di Carol (così si chiamava l’infermiera nera con
cui aveva appena parlato) decise di trattenersi ancora un po’ all’ospedale.
Chiamò la moglie e le disse che faceva un po’ tardi per il cenone
natalizio ma di non preoccuparsi perché sarebbe tornato in tempo per i primi.
Carol chiamò un poliziotto che era di turno all’ospedale e gli disse di parlare con il signor Money, poi prese il bambino e aspettò
di fronte all’ascensore l’arrivo delle sue colleghe incaricate di
portare il bambino in ginecologia.
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L.S.Dee (la storia di…)
Il poliziotto si avvicinò al signor Money che era seduto nella sala
d’aspetto e si girava i pollici straziato dall’attesa e dal non saper
cosa dire e fare.
Era un omone di un metro e novanta e passa e incuteva sicuramente rispetto, e sicuramente anche un po’ di paura nel signor
Money.
- Buonasera signor… - Money! - rispose lui, con tono deciso ma impaurito.
- Bene, signor Money! Allora dove ha trovato il bambino? – gli
chiese con cortesia tranquillizzante.
- Era in un cassonetto, vicino Inner Street, al sessantanove credo… Ho sentito piangere e poi l’ho trovato lì dentro e l’ho portato qui. –
- Bene, ha notato lì vicino qualcosa di strano? –
“A parte il bambino?” pensò – No, nulla di strano, signore… Scrisse qualcosa su un foglio precompilato e chiese poi indirizzo
e numero di telefono al signor Money, poi gli fece atto di firmare quel misterioso documento che non si prese neanche la briga
di leggere dalla fifa.
- Tutto a posto signor Money, può andare. Si tenga disponibile
nel caso avessimo da farle qualche altra domanda nei prossimi
giorni. Ha fatto una buona azione a portalo subito qui, lei è un
eroe! - e dicendo così sparì da lì con un sorriso tra le labbra
quasi l’avesse voluto sfottere, cosa che non turbò però il signor
Money!
Prima di andarsene si avvicinò alla mastodontica infermiera nera
che era alla reception e chiese del bambino.
- Adesso è in buone mani! –
E la cosa lo sollevò parecchio…
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L.S.Dee (la storia di…)
- Torni a trovarlo, quel bambino probabilmente non ha nessuno
– disse dolcemente l’infermiera, e quelle parole lo raggelarono,
nonostante la temperatura mite da termosifone dell’ospedale.
- Va, va bene… - promise incerto il signor Money.
Poi si avviò al suo furgoncino e piano, con calma serafica e un
po’ in trance, arrivò al suo appartamento al quinto piano in Boulevard Street.
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L.S.Dee (la storia di…)
3. Insomnia
Arrivò a casa sua a notte ormai inoltrata, con la neve che oramai
era ghiaccio e aveva reso complicato il rientro a casa col vecchio
furgoncino da hippie.
Dopo essersi tolto i vestiti piuttosto sporchi dal lavoro che gli
aveva preso mezza giornata riempì la vasca da bagno d’acqua
non troppo bollente, e con un sollievo che iniziava ad essere salvifico si immerse.
Quando ebbe finito di asciugarsi si infilò un vecchio pigiama con
le toppe, si diresse in cucina e staccò un pezzetto di pane raffermo dalla cesta del pane e poi aprì il piccolo frigo azzurro e prese
una crosta di formaggio molle e un salsicciotto che iniziò ad addentare avidamente, distrutto dalla fame.
Finita la lussuosissima cena si diresse verso la sua camera da letto e si buttò con gioia sotto le coperte. Era stanco, dopo una
giornata così, e non vedeva l’ora di addormentarsi. Era quasi riuscito a prendere sonno quando gli comparve insistente tra i suoi
pensieri la faccetta piccola e rosea di quel bambino, di quel Gesù
Bambino che non aveva aspettato Natale per nascere.
Non era molto credente, anzi malediceva gli sfarzi eccessivi della
Chiesa, che fosse cattolica , protestante od ortodossa, riteneva
semplicemente superfluo nella sua vita Dio.
Ripensava a Carol, l’infermiera nera della reception, ed alle sue
parole quando se ne stava andando.
“Torni a trovarlo, quel bambino probabilmente non ha nessuno.”
“Già, non aveva nessuno, perché mai dovrebbe avere me?”
Si girava e rigirava nel letto senza riuscire a trovare una posizione che gli conciliasse il sonno, nonostante la stanchezza non riu52
L.S.Dee (la storia di…)
sciva a chiudere occhio definitivamente, a sprofondare in un sonno che lo avrebbe ristorato più di quel pezzo di salsiccia e quella crosta di formaggio, nessuna fase REM in vista per il momento, solo frustrazione da insonnia.
E tic tac, tic tac e tic tac, e tic e tac… adesso seguiva la lancetta
dei secondi della sua sveglia da comodino e gli sembrava di impazzire.
Iniziava a percepire ogni piccolo rumore della casa come fosse
un cane a cui danno fastidio gli ultrasuoni. Gocce d’acqua che
cadevano imperterrite dal lavandino rotto del bagno che non
aveva mai provveduto a riparare, cigolii di porte e finestre e
come se non bastasse lo sciacquone dei water dei vicini che si
susseguivano alterni come le lucette delle luminarie di natale.
Pensava e ripensava a quella piccola creatura, se stava bene (certo che stava bene adesso!) se aveva mangiato (che domande…) e
che ne sarebbe stato di lui. Poi un’idea, che nei minuti successivi
cercò di reprimere con tutte le sue forze.
Finalmente crollò in un sonno estatico, salvifico. Ma non troppo.
Non tardò ad arrivare la fase REM, e non tardarono i suoi sogni
a popolarsi di strane visioni, caricature, incubi.
Vedeva il sorriso becero della signora Montgomery mentre gli
dava tante banconote rovinate e spiegazzate, le lanciava in aria e
lui doveva raccoglierle ma c’era vento, troppo vento. Vedeva del
sangue, tanto sangue, una puttana giovanissima, bella da far
paura con un bambino in braccio e la signora Dee, la sua signora Dee, la sua vecchia puttana, che lo allattava al suo seno grande e blu.
Poi un cane, un gatto, quattro oche in fila indiana, una montagna di dollari, le sue sorelle, suo padre e il pastore della chiesa di
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L.S.Dee (la storia di…)
Inner Street che scacciava il demonio dal corpo di una vecchietta
in prima fila.
Punto.
Risveglio… ritorno alla vita… dissolvenza in nero. Colori.
Il signor Money si svegliò abbastanza turbato, consapevole di
aver fatto dei brutti sogni, ma che, nonostante si sforzasse, non
riusciva minimamente a ricordare.
Andò in bagno a urinare, grattandosi il culo a intermittenza e
portandosi le mani alle narici ad odorare il misfatto, poi si insaponò le mani e si lavò per bene la faccia e i pochi capelli bianchi
che gli restavano.
Andò in cucina sbadigliando ancora per il brusco risveglio e aprì
il frigorifero.
- Cazzo, il latte è andato a male, fanculo. –
Poi senza avere il tempo di essere affranto preparò meticolosamente la caffettiera e l’adagiò sul fornello piccolo e accese il gas
con un fiammifero.
Poi tirò fuori il burro e prese un pezzo di pane dal cesto, e diede
vita a una frugale colazione.
Il programma del mattino era già stato prefissato almeno da una
settimana, ma adesso non sapeva se cambiarlo o no.
La signora Dee, che abitava al secondo piano del suo stesso palazzo, gli aveva chiesto se avesse avuto voglia di passare a casa
sua la mattina di Natale ad aggiustargli il vecchio tostapane e a
cambiargli qualche lampadina, e poi, sempre se avesse voluto,
avrebbero potuto pranzare insieme… La signora Dee era una vecchia puttana che dopo parecchie scopate era diventata forse,
anzi sicuramente, la sua unica grande amica. La signora Dee sa-
54
L.S.Dee (la storia di…)
peva bene che il signor Money era un po’ lunatico e perciò misurava sempre le parole.
Già! La risposta di Ernst Money era stata subito – Si certo, verrò
–
Ma adesso era tentato di andare all’ospedale. Forse fu una piccola magia del Natale, ma qualcosa si era smosso nel cuore del signor Money. Dalla dura pietra adesso pian piano sembrava come
ammorbidirsi e tornare ad essere un muscolo di carne che pulsa
sangue e sentimenti.
Scese al secondo piano e suonò al campanello di Emily Dee.
Dopo un attimo arrivò la grassa signora con un sorriso compiaciuto sulle labbra. Lo stava aspettando.
- Ciao caro.
- Ciao Emily. Scusami ma devo fare un salto all’ospedale, ma stai
tranquilla, torno prima di mezzogiorno e vedo di sistemarti quel
tostapane. –
- Ma è successo qualcosa, Ernst? - disse Emily con aria preoccupata.
- No, niente, non ti preoccupare, ti dico tutto quando rientro tra
un paio d’ore. –
E così dicendo si incamminò verso un destino più grande di lui.
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L.S.Dee (la storia di…)
4. Teneri lampi di luce
Ernst corse in fretta all’ospedale dove aveva lasciato il piccolo e
chiese alla grassa signora nera della reception dove si trovava il
piccolo…
- L’hanno portato al decimo assieme a tutti i neonati… - disse la
donnona nera masticando una gomma che le dava un prezioso
alito di fragola e frutti di bosco…
- Grazie – rispose Ernst.
Prese di corsa l’ascensore e una volta arrivato chiese del bimbo
arrivato la sera prima…
- Ah l’orfanello – rispose con un accenno di riso e dolcezza - è
laggiù culla numero 28. Lei è un suo parente?
E da quel momento il signor Money nel vedere il bimbo così piccolo e indifeso, che probabilmente sarebbe finito in un orfanotrofio o venduto a una ricca e poco affettuosa coppia di sposini,
aveva realizzato che non era solo un parente, lui era il padre di
quel bimbo…
- Sono un parente, si… quando posso portarlo via? - Anche subito se vuole, firma qualche documento e può portarlo a casa... –
Il signor Money firmò due carte e portò via da quell’inferno di
bambini appena nati il piccolo e rientrò come promesso per l’ora
di pranzo dalla signora Dee… Dal giorno nessuno chiese più del
bambino in ospedale e la polizia archiviò il caso del neonato abbandonato, anche perché quei giorni c’era stato un duplice omicidio sempre a Inner Street in un motel…
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L.S.Dee (la storia di…)
Entrò nel palazzo con il bimbo avvolto in una coperta di lana
che lo teneva ben caldo e salì qualche rampe di scale prima di
arrivare alla porta di Emily…
La signora Dee aprì la porta al suono del campanello e appena
vide il piccolo con un misto di gioia e pietà chiese al signor Money: - E questo chi è ?
Il signor Money non esitò un attimo.
- È Jimmy, mio figlio! –
E fu così che teneri lampi di luce avvolsero quel natale e quella
natività incredula e sconvolse per sempre la triste vita del signor
Money e della sua amica e amante a ore …
57
L.S.Dee (la storia di…)
5. ...See Emily play...
Emily Dee era una bambina spensierata che rincorreva i Loveboat che passavano attraverso i fiumi della sua amata Louisiana...
Emily Dee era una ragazza irrequieta che scappò via da casa
dopo la morte della madre e dopo che suo padre aveva provato
a violentarla...
Scappò dapprima in Tennessee dove per qualche tempo fece la
bracciante agricola nei vasti campi di granturco, e lì stava relativamente bene ed aveva avuto una storia con Joshua, un ragazzo
dal cuore d'oro, ma dalle maniere di plastica... Dopo un forte litigio con lui scappò via... Stavolta voleva cambiare vita del tutto,
voleva diventare ricca, e avere gli uomini ai suoi piedi...
Scappò a New York all'incirca nel 1968... A New York c'era un
gran caos, un'infinità di facce e luoghi che non aveva mai visto...
Iniziò a fare la cameriera in un piccolo fast food, inizio a farsi
degli amici e cadde nel problema chiamato LSD...
Dopo pochi mesi non riusciva a fare più la cameriera e allora affittò una casa in un loft degradato ma ancora su dritto in piedi e
iniziò a fare la prostituta d'accordo con un cinese che aveva una
piccola fumeria d'oppio a Little Italy...gli affari gli andarono bene
anche se la metà dei guadagni doveva darla al suo pappa cinese,
allora decise di fare degli extra a sua insaputa , e il cinese, con
quel suo risolino isterico glielo permetteva, anche perché ci era
passato pure lui tra le sue lenzuola ed era un po' invaghito di
lei...
Emily era bella, di una bellezza rara, suo padre era di razza irlandese e i suoi capelli rossicci sul fucsia erano naturali, invoglia-
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L.S.Dee (la storia di…)
vano le fantasie erotiche di clienti ,passanti e chiunque, anche
preti e santi...
Con il signor Money fu un rapporto strano...
Dopo il secondo appuntamento a luci rosse a casa di lei, lui le
chiese di sposarlo...
Emily rise di gusto, ma di gusto proprio... E si affezionò a quel
cliente che appena poteva faceva poche rampe di scale, perché
abitavano nello stesso palazzo, e riversava dentro Emily tutto l'amore che poteva, scacciando per un attimo, per un' ora, tutto
l'odio che aveva per il mondo...
Negli anni Emily e Ernst Money cambiarono... Lei esercitava la
professione sempre di meno ed era sempre più libera per lui, poi
nacque una sorta di strana e rispettosa amicizia tra loro...
Ernst con gli anni si era indurito, mentre Emily iniziò quasi ad
amarlo...
L'arrivo del piccolo Jimmy nelle loro vite fu un dono, perché
quasi diventarono una famiglia... Ernst Money non diede il suo
cognome al bimbo, adorava il cognome di Emily, ma gli fece da
padre in modo esemplare e stravedeva per lui...
Emily fu come una mamma durante l'infanzia, poi diventò più
una zia perché il signor Money voleva così...
Emily viziava molto Jimmy e lo stuzzicava maliziosa ma innocente, Ernst invece puntava su un'educazione più dura e arcigna,
voleva che suo figlio crescesse dritto, e a volte per punizione non
lo faceva andare dalla Signora Dee che negli anni era molto in59
L.S.Dee (la storia di…)
grassata ma non aveva perso neanche un briciolo della sua bellezza...
Jimmy adorava Emily e le chiedeva in continuazione perché le
paste alla crema fossero così buone, quale era il segreto...
Ed Emily gli rispondeva sempre che le paste alla crema sono
come la vita, fuori dura e croccante come una roccia ma dentro
morbida e ripiena di una sorpresa magica che ti mette in pace
con il mondo e spariscono i problemi... e a Jimmy piacevano queste parole e si gustava la sua pasta alla crema...
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L.S.Dee (la storia di…)
(tra parentesi)
Jimmy Dee: un bimbo, un ragazzo, un destino già scritto...
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L.S.Dee (la storia di…)
6. Incubo di una fresca notte d’inizio autunno
Credi di essere il solo a discorrere con me di paste alla crema o
ti rendi conto che di ciò parlo anche con il mio pasticciere?
La grassa signora Dee mi conosce sin da bambino e non si è mai
curata della DISAFFEZIONE…
Se la guardi bene puoi trovare in lei i segni di tre vite… rughe
acriliche su una miriade di capelli Fucsia… bocca cucita da un
tripudio di baffetti verdi… rinchiusa in uno specchio la sua immagine si riflette nell’ossido d’argento… puoi incontrarla la mattina mentre scende le dieci rampe di scale del suo buio condominio in affitto… verso sera ritorna con le buste della spesa lacere e
con i prodotti da banco frigo ormai da buttare… dove stia tutto
il giorno è da pochi saperlo… ti basti sapere che la puoi trovare
sempre quando hai voglia di fare l’amore… lei fa il mestiere ma
non chiede una lira… sarai tu a darle qualcosa senza che lei ti
chieda nulla… la grassa signora Dee sa come far felice un uomo…
Non pensare male quando ti spiego come è fatto il mondo… ci
sono i bei sogni e ci sono pure gli incubi…
La signora Dee a volte è sogno… a volte è incubo… ma non importa se alla sera è stanca e ti invita a tornare domani…
Rientravo da casa sua… io da lei ci vado solo per parlare… le
chiedo sempre delle paste alla crema e lei si arrabbia… poi mi
sfrega le sue enormi tette sul naso… e io ricomincio a parlare di
paste alla crema… lei è la mia pasta alla crema…
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L.S.Dee (la storia di…)
Mi spieghi l’amore? Glielo chiedo ogni volta… e ogni volta mi
dice “è una pasta alla crema”… e io sorrido e ricomincio a parlare
di paste alla crema…
Stanotte ho avuto un incubo… venivo attratto da un vortice di
pensieri viola…
Lei mi sfrega contro il naso le sue enormi tette blu e mi dice “ci
sono qua io… non temere”…
Mio padre non vuole più che io vada da lei la sera… dice che sto
venendo su male per colpa sua… ma io non ci credo e continuo
ad andare dalla mia grassa amica… lei è un po’ una seconda
mamma…quante volte mi ha allattato con le sue enormi tette
blu…
Non potrei vivere senza la signora Dee… ma lei oggi mi ha lasciato ed è andata a sposarsi con Gesù… perché sei morta signora
Dee…???
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L.S.Dee (la storia di…)
7. Delirio di Bambola di Giada
Cammino scalzo per le vie di questa New York impolverata…
oggi seguo a stento i miei passi che si trascinano tra bancarelle
di venditori di parrucche e negozi di mercanti di liquore… ho
due soldi in tasca rubati ad un passante e voglio spenderli per
non tornare più indietro…
Insegna fucsia su sfondo giallo… segni incomprensibili e traduzione lampante che dice “delirio di bambola di giada”… capisco
subito che è una fumeria d’oppio di un qualche magnaccio cinese… anche questo va provato… forse mi aiuterà a ritrovarla…
Entro in silenzio e chiedo all’ometto barbalungaesconcia
e codadicavallosudicia se mi aiuta a ritrovare la mia grassa signora Dee… lui mi sorride e dice di si, poi mi prende i soldi e mi infila a letto con una grassa gialla donna dai seni maturi che mi fa
provare l’oppio e bere credo gocce d’assenzio…
Vertigine…spasmi ed eccentriche figure…
…sei tu signora Dee?...
La grassa donna gialla non parla ma si fa capire…
e lei è tanto grande…
Un po’ assomiglia alla signora Dee…
Ma non parla questa bambola di giada… fa solo la troia… accidenti inizio a non capire più nulla… deve essere l’oppio…
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L.S.Dee (la storia di…)
Gatto blu aspetta alla stazione mentre uomini verdi mi tirano
giù dal letto
E si che è ora di svegliarsi… triste gioco di riflessi… tra un po’
morirai…
Dove sei signora Dee?...
Uova marce vendute al mercato della frutta
Uomini pazienti che fanno la fila dal dottore…
Mi spieghi le paste alla crema signora Dee?
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L.S.Dee (la storia di…)
8. Was
Ero un bambino pieno di sogni… ero un gatto nero che si arrampica sull’edera d’autunno e cade giù… ero l’inizio di un concerto…
i miei fans che inneggiano il mio nome e mi fanno pesare l’ultima sigaretta prima di buttarmi sul palco a urlare… ero un amante della vita… volevo salvare le tartarughe giganti dai turisti delle
Galapagos… avevo una tartaruga gigante delle Galapagos e le volevo bene… era di peluche… ma le volevo bene perché era come
se fosse viva e adorava farsi il bagno caldo con me quando fuori
pioveva ed era grigio…
Avevo delle speranze da coltivare ma adesso il cielo è piombo e
acidi lo corrodono…
Dove sei signora Dee?… ti amavo come fossi una seconda
madre… ricordo quelle tue fossette sulle gote rosse di cipria… eri
una donna speciale… mai volgare…
Adesso vorrei solo scappare via…
Ma la gente per strada qui non si ferma a guardare le vetrine
perché non c’è nulla di buono da vedere…
Tutto è niente qui…
Il pasticciere della seconda strada a destra non sa niente delle
paste alla crema… lui le produce come una macchina e le vuole
solo vendere… non ne assaggia nemmeno una…
Il pasticciere della seconda strada a destra è un uomo basso e
scaltro con il volto scavato e le ossa in evidenza… ha troppi anni
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L.S.Dee (la storia di…)
e non sa più fare bene le paste alla crema… lui odia i dolci ma
suo padre l’ha costretto a lavorare nella bottega sin da piccolo…
Ora che è vecchio vuole solo andare nel ristorante di lusso di
Johnny Bruscola e mangiare la bistecca più grande che esista…
Una chianina toscana piena di sale fino alla nausea…
Ero un bambino fin troppo curioso… ora sono annoiato e devo
arrendermi e crescere…
Fanculo signora Dee… non dovevi abbandonarmi così… volevo restare per sempre bambino e succhiare i tuoi capezzoli blu di metilene…
Fanculosignora
Deeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee……
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L.S.Dee (la storia di…)
9. L’edera nella mia parete brucia
Scorrono i minuti nel pendolo del soggiorno di casa… sono rientrato da un minuto e ho già voglia di scappare… mio padre sta
scopando con una vecchia troia di regime e io devo starmene in
silenzio ad ascoltare i suoi coiti semi interrotti…
Da quando è morta la signora Dee non so più che farmene della
vita… è come aver perso di nuovo mia madre… dove sei
mamma?... Perché tutte le persone che amo mi hanno lasciato?
Perché la vita è così breve e fa pure schifo?
I gatti giocano con sacchi d’immondizia buttata qua e là… randagi si leccano il pelo e fanno le fusa ai topi prima di divorarli…
bambini gli tengono un agguato… tra un po’ li prenderanno e li
squarteranno per saziare il loro gioco macabro…
Un barbone beve il suo malto invecchiato per scacciare il freddo
che ha nell’anima… è abbastanza vecchio e ha pochi denti in bocca… è vestito di rosso ed ha un vecchio pastrano verde pisello…
le persone quando passano vicino a lui si divincolano e lo evitano… alcune gli danno un soldo e gli fanno un sorriso e lui dice
grazie e poi beve alla sua salute… puttane si contendono un pezzo di strada per battere mentre i loro magnacci si divertono a
sniffare polveri bianche…
Dio che schifo di posto… mi viene voglia di uscire in strada e gridare a tutti “fottetevi!!!”
L’edera nel mio giardino brucia… resteranno solo le ceneri di
un’araba fenice…
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L.S.Dee (la storia di…)
10. Rispondo alla domanda “ciclopica idea”
Non so chi sono, da quale ventre vengo, chi erano i miei veri genitori…
La signora Dee mi ha fatto da mamma, è vero , ed Ernst Money
da papà, ma io ho sempre in testa la mia ciclopica idea… idea di
poter conoscere e abbracciare i miei veri genitori, sapere perché
sono morti…
A tutti ho chiesto qualcosa a riguardo nel nostro quartiere ma
tutti mi dicono che vengo da lontano e che non sanno nulla… patetici… qui la gente è patetica… si caga sotto quando passa il ragazzo delle pizze… ma dove cavolo sono, perché non me ne vado
via da questo cazzo di posto…
Entro distratto nella fumeria d’oppio del cinese codadicavalloputridaedentigiallipiùdellasuapelle ma stavolta non voglio ritrovare
la signora Dee, voglio ritrovare la mia mamma e il mio papà…
Chiedo di Bambola di Giada, e il cinese maleodorante d’oppio mi
conduce con un sorrisetto scemo da lei, la grassa Donnona Gialla
dalle tette enormi…
Anche stavolta non voglio farci l’amore, voglio chiederle se sa
qualcosa di me del mio passato, ma non so ancora cosa chiederle…
Lei inizia a svestirsi e io le faccio cenno di no… le chiedo a bruciapelo se sa chi sono, come mi chiamo io e chi erano i miei genitori…
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L.S.Dee (la storia di…)
attendo e fremo…
Bambola di giada si riveste e va dal suo pappa… sconvolta…
Il ragazzino ritrovato a Inner Street è cresciuto ed è troppo curioso…
Il magnaccia cinese mi prende in disparte nel suo dorato e incensato ufficio…
Mi offre una mezza verità in cambio di un favore: devo semplicemente ammazzare il ristoratore Johnny Bruscola…
Gli chiedo che cosa ha fatto e perché devo farlo io, e lui mi risponde che se voglio sapere “dove nascono le radici di miei mali”
prima devo farmi una bella mangiata…
Di sangue…
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L.S.Dee (la storia di…)
11. Otto secondi alla deriva
Non ho niente da perdere. La mia vita per un’altra.
Devo aspettare Bruscola nel suo ristorante e piantargli una pallottola in testa… la pistola me l’ha data l’oppiaceo pappa giallo…
È quasi domenica, il giorno in cui va con la famiglia nel suo ristorante a cenare e a vedere come vanno i suoi loschi affari…
Stasera scorrerà del sangue e forse io riabbraccerò i miei, o almeno, saprò chi erano…
Per uccidere Johnny devo avere un piano…
Mi avvicinerò a lui e gli pianterò una pallottola in testa poi fuggirò per qualche km con la mia moto truccata da Ben H2Nos, il
mio amico e meccanico preferito, e poi correrò nei viottoli che
portano alla fumeria d’oppio e lì aspetterò di ricevere il
pattuito… Una vita per il nome di due morti…
Entro nel ristorante e mi siedo ad un tavolo, sono le ventiequarantacinque… Alle nove arriverà il morto che cammina… Avverto
una strana sensazione di malessere ma ordino lo stesso una delle
bistecche che hanno reso famoso il ristorante…
Johnny Bruscola entra assieme a moglie e pargoli, un ragazzetto
robusto e una bella femminuccia… e sorridente e ignaro si siede
nel suo solito tavolo prenotato…
Io finisco in fretta la mia enorme bistecca con patatine e mi
alzo… cammino lento… l’obbiettivo è a venti centimetri e tra
poco ci sarà la collisione… otto secondi mi separano dal mio primo omicidio… otto secondi alla deriva…
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L.S.Dee (la storia di…)
Mi alzo, cammino lentamente e …
BANGBANGBANG!!!!!!!!
Tre pallottole dritte al cuore.
Sangue che schizza dalla camicia rossa.
Sgomento generale .
Io sono freddo e paralizzato.
L’ometto della fumeria d’oppio seduto in disparte guarda la scena divertito…
Persone vanno incontro al morto e cercano di prendermi… Ho
pochi colpi ancora, li uso bene, scappo dal locale, prendo la
moto e corro via, vado lontano, arrivo fino a Manhattan e poi
scendo dalla moto e mi siedo a riflettere… Adesso sono un ricercato…
Adesso sono un vagabondo…
Dove sei mamma? Chi sei papà? Mi spieghi le paste alla crema
signora Dee?
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L.S.Dee (la storia di…)
12. Brucia oro…brucia incenso…brucia mirra!
Mi butto nelle acque gelide di Manhattan per chiarirmi un po’ le
idee… ciò che ho fatto sarà già su tutti i tg e io adesso sono il ricercato n°1 del momento… Bruscola era potente… un pesce piccolo ma potente… commerciava droghe e bistecche ed era rispettato… ma cosa c’entra con la mia storia…
Mi rimetto in sella alla moto e corro al “Delirio di bambola di
giada”. L’ometto sudicio è lì ad attendermi col suo accento “asiaticamente” newyorkese… “Madame contenta, Madame vuole parlare con te…”
Entro in una stanza da mille e una notte e una donna robusta
ma raffinata mi accoglie versandomi una tazza di thè bollente…
- Voglio solo sapere chi sono i miei genitori…
Lei mi dice che troverò risposta solo in Bambola di giada…
Dovrò regalarle l’amore puro se vorrò che lei parli… lei è l’unica
che conosceva i miei… o meglio conosceva bene solo mia madre…
ma a quanto pare scioglie la lingua se le regali un orgasmo come
si deve e io sono poco più che un bambino… ho poco meno di 17
anni... ricordo quando l'incontrai la prima volta, quando morì la
signora Dee... avevo tredici anni e pochi sogni, tutti infranti... allora non ci feci sesso anche perché ero stordito dall'oppio ed ero
piccolo, ma ora....
Accetto...
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L.S.Dee (la storia di…)
Bambola di giada mi attende nel suo letto dal baldacchino rosso
scarlatto con sfumature ambrate…
Lei è già nuda che mi aspetta… io penso alla signora Dee e alle
sue enormi tette blu e mi butto dentro il letto… i nostri corpi si
attraggono e avvolti su sé stessi sprigionano l’eros in tutte le sue
sfumature rosse…
Il mio orgasmo arriva presto… mi sento sfiancato… ci rinuncio…
ma Bambola di giada ride… ride tanto e mi prende e mi abbraccia e mi bacia… mi chiede come mi chiamo, lo sa già chi sono, e
io rispondo… poi si fa seria e mi dice che conosceva la mia vera
madre… lavorava per un altro locale gestito da una famiglia di
mafiosi… voleva scappare da li perché si era innamorata… seppe
tempo dopo che avevano fatto fuori sia lei che l’amante perché
era rimasta incinta e partorì in un motel di Inner Street dopo
essere fuggita con il suo amore…
Ma il killer ebbe pietà nel vedere il neonato e lo lasciò in un cassonetto dove iniziò la mia natività incredula… e io da povero cristo vi dico “brucia oro brucia incenso e brucia mirra”… non voglio nient’altro che armi e coraggio per vendicare la vita che
avrei potuto avere… non regali da Re Magi... voglio polvere da
sparo e piombo per distruggere...
Tornerò a Inner Street e recupererò le mie cose... Saluterò per
sempre il signor Money e lo ringrazierò di tutto... pregherò nella
chiesa di Saint James, da lì credo venga il mio nome, non come
tutti pensano da James Dean...
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L.S.Dee (la storia di…)
Inner Street, questa lunga via di Little Italy che contiene bordelli
e ristoranti di classe con parecchi palazzoni fatiscenti, mi ha tolto i genitori, me ne ha regalato due nuovi e mi ha reso un criminale...
Adesso il mio nemico ha un nome... Bambola di giada è stata
chiara... Vinnie Carofiglio... lo annienterò laddove si sente più
protetto... casa sua... farò fuori chiunque si intrometta e prima di
sparargli un colpo in testa gli farò sputare, oltre che i denti, anche il nome dell'assassinobountykillerdel1980 che mi ha tolto
qualcosa che non ho potuto provare...
Non so se con i miei veri genitori sarei stato meglio che con il
signor Money e la signora Dee, ma sono sicuro che mi avrebbero
voluto un gran bene, ed io ora non avrei una pistola nascosta nel
giubbino...
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L.S.Dee (la storia di…)
13. Ritorno a Inner Street
Dopo le rivelazioni di Bambola di Giada girovagai in diversi posti
a New York... per un periodo mi feci qualche amicizia nel Bronx.
Feci qualche lavoretto sporco per i miei nuovi Fratelli e in cambio chiedevo solo armi e munizioni...
Mi procurai un bel mitra che mi garantiva raffiche di piombo a
sufficienza, poi una Beretta del '79 che era ottima e precisa e
aveva molti colpi, un fucile di precisione pratico e leggero, e poi
la mia gioia, conquistata dopo un massacro ad una banda rivale
compiuto nel 1998, una 44 Magnum personalizzata con su
scritto il mio nome d'arte “figlio del tuono” , “the thunder son” …
già, perché oramai mi si riconosceva solo per il boato delle mie
pallottole...
Il mio ritorno a Inner Street fu in una sera calma e placida...
Parcheggiai la mia nuova auto, una Ford dell'89 ancora buona e
scattante, ed entrai per la prima volta in vita mia nella chiesetta
di Saint John... Era dedicata a San Giovanni Battista e io di certo
non stavo andando a battezzarmi... stavo andando a riflettere...
Il parroco mi si avvicinò dopo che mi vide buttato sulle panche a
occhi chiusi per più di mezz'ora...
- Come va ragazzo? Stai smaltendo la sbornia?
- Non sono ubriaco padre, sono solo stanco...
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L.S.Dee (la storia di…)
- Sento che dentro di te ci sono brutti pensieri, parlane se vuoi,
d'altronde a cosa serve un prete se non ad alleviare le sofferenze
altrui?
- Padre, lei non può neanche immaginare chi sono , da dove provengo e cosa ho fatto... la mia pace arriverà presto ma lei non
capirà mai perché arriverà ...si prepari solo a celebrare molti funerali tra pochi giorni...
- Figliolo, non è con la violenza che troverai la pace, solo affidando il tuo rancore e la tua sofferenza a Dio potrai ritrovare la felicità... se devi uccidere qualcuno non farlo, fermati, sei ancora in
tempo...
- Padre, esiste il paradiso per un criminale? Esiste il paradiso per
un bambino che chiedeva solo di vivere con i suoi genitori e si è
ritrovato a tredici anni in un bordello e a diciassette a compiere
stragi e omicidi per un solo scopo? Esiste un paradiso per un ragazzo smarrito?
- Le vie del Signore sono infinite e misericordiose... affidati a lui
e vedrai che troverai la pace che cerchi... ma fermati adesso, non
commettere più crimini o violenze...
- Padre, non posso...
- Come ti chiami ragazzo?
- Jimmy, Jimmy Dee...
-Jimmy…conosco tuo padre, il signor Money…
È venuto a pregare per te tanto in quest’ultimo periodo…ti sta
perdendo di vista Jimmy…
Vai da lui…e prega…fermati ora Jimmy…
Questa chiesa è stata dedicata anni or sono a Saint John Baptist…
Affidati al Battista, convertiti al bene Jimmy e prega per la tua
redenzione...
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L.S.Dee (la storia di…)
- La mia redenzione adesso si chiama Vendetta...
A battezzarmi ci penserò domani semmai...
Esco dalla chiesetta e vago per quelle strade che hanno segnato
la mia infanzia e la mia adolescenza... ho deciso... fra due settimane è la vigilia di Natale... in molti lo passeranno sottoterra...
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L.S.Dee (la storia di…)
XIV. Cimiteri in fiamme – l'ultimo saluto alla signora Dee
Caotiche lapidi sparse nel vuoto
rammentano l'ineluttabile legge
della vita..
immerso nei suoi pensieri,
come una lucertola,
il becchino di Babele,
fuma al sole un sigaro spento..
Il mio animo vola via dal corpo
quando incredulo penetro
nell'oscurità latente
di un cimitero d'ossa e fuoco;
Voci mi parlano dal nulla
attratto da pietosa melodia
osservo i fiori della perduta
innocenza,
crisantemi in fiamme,
bruciano infausti
nei cuori di appassiti volti ,
che un tempo profumavano
di vita eterna...
Ma il lutto ha accecato
l' orgoglio,
come un Requiem selvaggio
che strapazza i sensi ,
i sogni...
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L.S.Dee (la storia di…)
Anime bruciano liete
nel rogo
di questo straziante cordoglio,
fuochi fatui danzano
nell'aria,
lievitano stomachevoli
nelle tenebre
dell'eterna morte
e eterna vita...
Dal nulla scorgo un' ultima
soave lapide...
Brilla nell'oscurità
accecando eterea
la paura...
...Mi fermo a osservarla
...e piango.....
...Avevo scordato il tuo nome, dolce donna che tanto avesti cura
di me ...
Quanto amore mi hai portato...
Quanto amore ti ho portato...
Ma ancora non riesco
a mandar giù l' amaro senso
della morte...
non vi riesco...
Perché mi hai abbandonato
al fiore della mia
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L.S.Dee (la storia di…)
giovinezza?
Perché non sei stata con
me quando ho
rischiato di morire?...
Ma adesso ricordo..
ti celavi dentro me…
nel mio cuore...
Sei stata più forte della morte...
Non morire mai!!
Prenditi cura del mio sogno..
lo affido a te
che fosti madre al posto della mia
vera madre...
Proteggimi finche' il sogno
cullerà il vento, lassù…
Insieme...nel tuo Paradiso...
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L.S.Dee (la storia di…)
15. Ventiquattro dicembre 1999: atto finale...
Prelude a l’ après-midi
Eccomi qua, stremato e stanco davanti alla mia ultima vittima,
pistola con la canna fumante e cielo plumbeo che preannuncia
tempesta.
Eccomi qua, davanti al mio prossimo massacro…
Non sarà un mezzogiorno di fuoco, sarà un pomeriggio bagnato
da pioggia e sangue…
Chi ha distrutto la mia famiglia ha distrutto una probabile mia
vita felice…
Grazie signor Money per avermi allevato come fossi tuo…
Grazie signora Dee per avermi allattato coi tuoi enormi seni
blu…
E grazie Bambola di giada per avermi indicato la via della mia
vendetta…
Adesso è tardi… entro sera dovranno seppellire molti cadaveri…
e forse tra essi ci sarà anche il mio…
Un tizio dalla barbagiallaesudicia un giorno mi disse che c’è un
tempo in cui i fiori nascono e le api operose producono, ma quel
tempo spensierato dura un attimo perché tutto è destinato a
corrompersi col passare degli anni e delle stagioni…
Ma le api producono incessantemente e si riproducono… e certi
alveari si distaccano e vanno a produrre altrove…
Mi disse “vedi Jimmy la mafia è come un alveare… solo che è un
alveare marcio e rischi che le api ti pungano e ci resti secco”
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L.S.Dee (la storia di…)
Già ma non me ne fotte niente della mafia, adesso…
So solo che ho una pistola in mano e ogni proiettile sarà destinato a tutti coloro che hanno conosciuto, odiato e ucciso i miei
genitori…
Solo con queste pallottole rimarginerò le ferite provocate dal
tempo…
Solo queste pallottole mi daranno quella pace promessa nel regno dei cieli…
Bang Bang Bang
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L.S.Dee (la storia di…)
Terza Parte
L'Inganno - Caccia all'uomo - Redemption
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L.S.Dee (la storia di…)
1 - Il ritorno in libertà di Vinnie “il segaossa”
Vinnie Carofiglio fu rimesso in libertà poche settimane prima di
Natale, e Jimmy aveva indirettamente finanziato questa sua scarcerazione... Vinnie era stato di nuovo messo in carcere dalla Dea
in un operazione antidroga in cui lo beccarono in flagrante e negli ultimi due anni era stato detenuto in un carcere di massima
sicurezza a New York… ma fortuna volle che Carofiglio avesse
molti protettori che avrebbero pagato la cauzione per vederlo libero…
Uno di questi, anzi una di queste era Madame…
Padrona del “Delirio di Bambola di Giada”, e padrona di mezza
città…
Stavolta però non era un favore che faceva a Carofiglio… rimetterlo in libertà faceva rima con condannarlo a morte…
Fu l'ometto cinese della fumeria d'oppio – bordello di Inner
Street e servo fedele di Madame, a pagare il conto di centocinquantamila dollari per la scarcerazione del mafioso...
L'ometto, che si chiamava Tao Lin, era un emigrato clandestino
che viveva sotto la protezione di Madame.
Madame era una donna che aveva fatto fortuna a Little Italy prima come prostituta di lusso nei locali più chic di Carofiglio, poi,
dopo essersi arricchita di soldi e di conoscenze, aveva aperto una
fumeria d'oppio, che funzionava anche come bordello a poco
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L.S.Dee (la storia di…)
prezzo, e lo fece gestire da Tao Lin, mentre lei si occupava allo
stesso tempo e dietro le quinte di grandi traffici di stupefacenti,
armi e persino prodotti alimentari per dirla tutta che arrivavano
puntualmente ogni settimana dalla Cina... Gestiva intere catene
di negozi di tutti i generi, e aveva anche fabbriche di seta, di
armi, e laboratori per tagliare e mettere sul mercato eroina e cocaina, oltre che lsd, e pasticche e pasticci vari per i più disgraziati... la fumeria d'oppio però era la sua base, e lei non si faceva
mai vedere...lei era però capace di tutto, di far uccidere qualcuno, di risparmiarlo, di aiutare i poveri o di abolire o far nascere
una nuova legge... aveva in mano metà dei politici di New York
e pare che una volta ebbe un colloquio con il sindaco di New
York proprio lì, nel suo ufficio del bordello in Inner Street.
Madame era ormai una donna quasi sulla settantina e aveva un
solo obbiettivo: uccidere Vinnie Carofiglio... e Jimmy, quel povero
orfanello era diventato, con gli anni e per puro caso, la sua arma
più letale.
Carofiglio era potente già dai tempi in cui Madame era una sua
prostituta e nel corso degli anni la sua potenza lo fece diventare
uno dei padrini più illustri e rispettati di New York, ma era un
sempliciotto... volgare... e non aveva molto fiuto per gli affari, si
prendeva ciò che voleva con la forza, lo chiamavano Vinnie “il
segaossa” perché si prendeva spesso il gusto di tagliare teste,
mani e piedi e di ridurre a pezzetti i suoi nemici.
Carofiglio uccise di persona l'amante di Madame, l'unico amore
della sua vita, proprio mentre usciva da casa di Madame dopo
aver fatto all'amore...
Carofiglio era noto per invaghirsi delle sue puttane e Madame le
aveva rubato il cuore.
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L.S.Dee (la storia di…)
Fu così che con il cuore indurito iniziarono le fortune di Madame, che scappò in Cina per ritornare con un esercito di fedeli
clandestini, e iniziò il lento declino di Carofiglio, che ancora non
lo sapeva , ma molto probabilmente non avrebbe conosciuto né
quel natale del 1999, ne l'avvento dei mitici, così si diceva, anni
2000...
Carofiglio venne a sapere da uno dei suoi sgherri, il fedelissimo e
ormai anziano Tommy Grasso, che Johnny Bruscola era stato
ammazzato da un ragazzino che nel Bronx continuava a chiedere
armi e munizioni perché voleva vendicarsi di un boss… e quel
boss era lui… Vinnie Carofiglio…
Saputa la notizia il vecchio e ormai malandato Vinnie organizzò
una caccia all’uomo a questo misterioso ragazzo, anche se non
capiva… non sapeva… ignorava… M. aveva fatto tutto per bene,
nel 1980… aveva ucciso Lily e Saul…
Ma ora che ci pensava… il bambino… non poteva essere lui... decise di convocare una riunione con tutti i padrini di Little Italy
per togliere definitivamente di mezzo questo ragazzetto con
troppe palle e troppi proiettili che gli vagavano addosso… si rivolse, dopo anni che non la incontrava, anche a Madame…
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L.S.Dee (la storia di…)
2 - 24/dicembre/1999/0re 12:00/l'ultimo pasto frugale
Benché Madame potesse permettersi qualsiasi lusso, offrì a Jimmy come pasto un misero piatto di riso ai gamberetti.
Jimmy neanche lo vide, mangiò per essere in forze, ma già pensava a quel pomeriggio di sangue dove poteva morire oppure ottenere la testa dell'assassino dei suoi genitori.
Chiese a Madame come avrebbe fatto ad entrare nella casa di
Carofiglio, situata sempre a Little Italy ma nei boulevard della
25a strada.
Madame non si scompose.
- Ho organizzato una riunione con alcuni padrini per discutere
di affari, e tu verrai con me...
- Si, ma se Carofiglio mi vede mi ammazzerà all'istante!
Jimmy sapeva che Carofiglio gli stava dando la caccia, e oramai
tutta Little Italy era diventata pericolosa per lui… Tranne ovviamente il “Delirio di Bambola di Giada”.
- Hai mai sentito parlare di trucchi e di maschere? Carofiglio arriverà quasi a pensare che sei nipote di Tao Lin...
...e lo disse con un misto di risatina isterica e di compostezza da
donna di classe...
L'appuntamento era alle cinque del pomeriggio per un thè all'inglese e affari in sospeso da discutere...
Le ore successive al pranzo furono il capolavoro e il divertimento
di Tao Lin che iniziò a mascherare e camuffare i lineamenti di
Jimmy fino a renderlo il suo nipote prediletto...
- Ecco, direi che ora bisogna trovarti un nome!
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L.S.Dee (la storia di…)
- Un nome?
- Si certo... vediamo, ti chiamerai Chao Lee e verrai con me alla
riunione di Madame... non dovrai parlare... ma solo sparare non
appena io e Madame saremo nel giardino con la macchina pronta ad attenderci... il resto è tua gloria, ragazzo... o tua morte...
Il suo risolino mi era antipatico già dai tredici anni, quando entrai per la prima volta al Delirio di Bambola di Giada. Adesso mi
stava decisamente sul cazzo.
Mi guardai allo specchio e non ero più io... ero un cinese clandestino come mille altri...
Tao Lin aveva fatto un buon lavoro...
Iniziai a lucidarmi le armi...
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L.S.Dee (la storia di…)
3 - La partenza: due isolati per un piano perfetto
Nel breve tratto di strada che percorremmo in macchina da Inner Street alla 25a Madame mi spiegò il piano...
Lei avrebbe preso il thè assieme a Carofiglio e altri boss della
zona, avrebbero parlato d'affari... Io e Tao saremmo stati le sue
guardie del corpo... mi intimò di lasciare mitra ed altre armi e di
tenere solo una pistola ben in vista per incutere un po' di terrore, d'altronde eravamo sempre le sue guardie del corpo...
Scelsi la mia Magnum.
Una volta finita la riunione, verso le 17 e trenta saremmo andati
via, solo che io a quel punto, dopo essere stato rifornito di armi
da Tao avrei potuto liberamente scatenare l'inferno nella villa...
- Anzi, se ti riesce uccidimeli tutti, quei boss di merda!
- Madame, i suoi sproloqui sono pane per i miei denti....
Arrivammo nella villa di Vinnie Carofiglio puntuali... mancavano
dieci minuti alle cinque… nessuno mi scambiò per un americano,
il trucco era davvero ben fatto...
Madame salì al secondo piano nell'ufficio di Vinnie, dove si sarebbe tenuta la riunione, io e Tao Lin restammo al pian terreno
assieme agli sgherri degli altri boss...
Passò lenta quella mezzora e una punta di panico mi avvolse...
Ma la scuola del Bronx ti insegna a reprimere la paura e a tramutarla in fuoco e fiamme...
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L.S.Dee (la storia di…)
4 - L'inganno...?
Finì la riunione e tutti i boss e Madame sembravano contenti...
Ci fu un rinfresco per tutti con panini di Lardo di Colonnata e
aperitivi marchiati italiani, i migliori al mondo, e per i più viziosi
qualche striscia di cocaina della più pregiata qualità...
Finito questo rinfresco tutti iniziarono a levare le tende anche
perché oramai non ci si sopportava più, i boss avevano discusso
tanto sul destino di Little Italy e sui suoi traffici ma erano tutti
arrivati alla conclusione che o si lavorava insieme e con rispetto
e onore, oppure si sarebbe tornati alle vecchie faide... Madame
fece da mediatrice, dicendo che gli affari andavano bene a tutti e
con la collaborazione di ognuno presto Little Italy sarebbe stato
un posto da favola, nuovi palazzi, nuove case di lusso, nuovi bordelli e clienti sempre più facoltosi...
Madame era temuta e molto rispettata...
Quando Tao varcò la porta del cancello e Madame si apprestava
a seguirlo, Jimmy pensò che era arrivata la sua ora...
l'ora che tanto aspettava....
ma...
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L.S.Dee (la storia di…)
5 - 36 proiettili tra la vita e la morte
Jimmy era tentennante se uscire o no, quando Carofiglio gridò a
Madame:
- …. e quel regalino, Madame, dov'è?
- È proprio li vicino a te! - rispose Madame con il suo indistinguibile risolino…
- Cazzo, sono nella merda!!!
Carofiglio incredulo ordinò ai suoi tre uomini che sorvegliavano
il cortile di prendere l'apparente ragazzo asiatico...
Bang bang bang stese subito i tre gorilla e si riparò in un angolo...
Dentro la casa c'erano ancora una trentina di persone… 4 boss
più Carofiglio, per ogni boss 2 guardie del corpo e siamo a 10... il
resto erano tutti uomini di Carofiglio, 20 servi fedeli al proprio
tiranno... lui aveva ancora 33 munizioni ma doveva fermarsi a ricaricare in continuazione... non poteva perdere tempo... non aveva proiettili da sprecare...
bangbangbang stese tre scimmiette
fine primo caricatore... fine di altre tre vite...
reload...
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L.S.Dee (la storia di…)
bang muore un pasticciere
bang muore un chierichetto
bang muore un imbianchino
bang muore un operaio
bang muore un ciabattino
bang muore un ciarlatano
ricarico ancora riparato da un muretto a secco, mentre i boss seguono Carofiglio dentro la villa
bang il colpo va a vuoto e fremo...
bang mi rifaccio subito
bang prego Nostra Signora
bang muore un Gesù trafitto da una lancia di piombo caldo
bang Dio perdonami
bang mi spieghi le paste alla crema signora Dee?
Mi stacco la maschera che inizia a darmi fastidio...
Ora sono io, Jimmy...
Correndo ricarico la mia 44 magnum e mi infiltro in casa al
pianterreno e faccio secchi due parassiti... il terzo vuole tendermi
un agguato ma non ci sto: il mio proiettile gli spappola il cervello...
Salgo per le scale mentre tre vermi se la fanno a rotoli privi di
vita.
Il primo piano è ricco di stanze... quale sarà quella giusta?
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L.S.Dee (la storia di…)
Prima porta... il vuoto...
Seconda porta... un tizio vuole farmi la pelle ma mi butto a terra
e lo faccio secco...
Da dietro un armadio spunta uno scheletro... bang, da un arazzo
un cavaliere... bang...
Terza porta vuota... esco ed in tre mi inseguono... mi volto e
bang bang bang !!!!
Mi restano solo 5 proiettili... 4 mafiosi più un verme, a dirla tutta 5 vermi....
Ce la farò a trovarli? Stanno scappando, tutti i loro schiavi sono
già morti e sepolti...
Li scovo dalla finestra, stanno salendo su al terzo piano...
resisti Jimmy è quasi finita...
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L.S.Dee (la storia di…)
6 – Verità scomposte
Mancava una rampa di scale a raggiungere i 5 merdosi boss e
farli fuori tutti…
Anzi Jimmy già pensava che dopo essersi preso lo scalpo di Carofiglio sarebbe andato alla fumeria d’oppio e avrebbe tagliato
gola e codalerciaeunta a Tao Lin e poi avrebbe strappato le vesti
a Madame e gli avrebbe ficcato nel culo la sua 44 magnum per
farla esplodere e regalarle l’ultimo orgasmo da puttana che fu…
Madame e Tao l’avevano lasciato nella merda, era chiaro che era
tutto concordato…
Ma ora doveva fare ciò per cui era stato lasciato vivere… uccidere!!!
Bangbangbangbang…
Jimmy udì 4 spari… chi altri c’era nella villa?
La cosa lo turbò profondamente tanto che si fermò e si mise al
riparo…
Quiete…
Dopo un po’ un altro rumore strano…
Jimmy avanzò… aveva ancora pochi colpi e non sapeva chi era il
nemico…
L’ultimo gradino e poi una porta… l’ufficio di Carofiglio…
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L.S.Dee (la storia di…)
Aprì la porta e la scena era raccapricciante…
I quattro boss venuti alla riunione stecchiti in laghi di sangue, e
la testa di Vinnie Carofiglio poggiata sulla sua lussuosa scrivania
d’ebano e il corpo con la testa mozzata giaceva al suolo…
Ma in questa orrenda visione, e Jimmy di orrende visioni nel
Bronx ne aveva viste tante, la cosa che lo fece stare immobile
impietrito e soprattutto impaurito fu l’uomo che sedeva con aria
gaudente, superba e minacciosa, alla scrivania…
- Ciao piccolo Jimmy, io sono il signor M.
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L.S.Dee (la storia di…)
7 - Il killer e il giustiziere
- Ciao piccolo Jimmy…
I due uomini si studiarono in silenzio per un tempo che nessuno
dei due avrebbe saputo misurare come se all’improvviso fossero
finiti in una dimensione irreale dove sarebbero state le loro menti a scontrarsi, e non le loro pistole. M. sedeva sulla poltrona di
Carofiglio e il suo sguardo sembrò quasi sorridente a Jimmy che,
completamente disorientato, era rimasto sulla soglia in piedi di
fronte a lui, cercando di capire se quell’uomo che non conosceva
era o no una minaccia. Finora tutto era stato abbastanza semplice, fin troppo, forse. Entrare nella villa, uccidere le guardie del
corpo, arrivare fino alla stanza di Vinnie, tutto era andato come
doveva andare perché lui era l’angelo della vendetta e nessuno
avrebbe potuto fermarlo. Ma ora, in quella stanza c’erano dei cadaveri che non aveva lasciato lui, c’era la testa di Carofiglio staccata dal suo corpo e sistemata sulla sua scrivania per Jimmy…e
poi c’era quello sconosciuto dall’aria diabolica che aveva preparato quel macabro spettacolo di morte.
- Ho lasciato che ti divertissi con le guardie per vedere di che
pasta eri fatto e devo ammettere che ti sei comportato bene per
essere un principiante. Anch’io come vedi ho fatto la mia parte.
- Tu chi sei? E come fai a sapere il mio nome?
- Chi sono non ha importanza… ma sono qui perché avevo un
conto da regolare con te, un conto che avevo lasciato in sospeso
tanti anni fa.
- Io non ho la più pallida idea di chi tu sia, ma se come dici hai
un conto in sospeso con me, perché li hai uccisi? Insomma che
cazzo stai facendo qui?
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L.S.Dee (la storia di…)
- Calma, ragazzo, calma… lascia che ti racconti una vecchia storia…
- Ehi vecchio, sto perdendo la pazienza con te!
- Se mi punti quella pistola adesso ci spareremo a vicenda e,
chiunque di noi sopravvivrà, quella vecchia storia rimarrà sepolta… No, non è così che andrà ragazzo… Io sapevo che un giorno
ci saremmo incontrati, l’ho capito quella notte quando ti ho visto
per la prima volta, eri un cucciolo ma avevi già quella rabbia che
ti urlava dentro, la rabbia di chi è stato messo all’angolo dalla
vita troppo presto…
- Ma di che cazzo stai parlando?
- Sto parlando della notte in cui sono entrato nella stanza dei
tuoi genitori, Saul e Lily, e li ho uccisi. Ora inizi a capire Jimmy?
- Cazzo mi stai dicendo che tu sei quello che ha ucciso i miei
veri genitori?! Vuoi che ti ammazzi allora?!
- Se vuoi spararmi fallo e basta, Jimmy. Finora so che ne hai ammazzati un bel po’ senza farti troppi problemi, non pensarci, ok?
È quando inizi a pensarci troppo che rimani fregato. Per me è
sempre stato facile sparare, è la cosa che so fare meglio, ma ora
ho iniziato a pensare…e non mi piace più come prima…
- Me ne sbatto se non ti piace più, ma dimmi solo una cosa?
Perché li hai uccisi? Cosa ti avevano fatto i miei genitori?
- Beh, mi hanno dato un bel da fare quei due, avevo pensato che
solo per quello meritavano che li spedissi a ingrassare la terra.
Ma quando ho visto che c’eri anche tu, ho capito che avevo ammazzato due innocenti e che l’avrei pagata un giorno… avrei dovuto uccidere anche te e chiudere lì la questione ma non l’ho
fatto e ora siamo qui per vedere come deve finire questa storia…
Come deve finire Jimmy, eh?
- Chiudi quella bocca, chiudi quella cazzo di bocca! Io ti uccido,
si io ti devo uccidere…
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L.S.Dee (la storia di…)
- Che aspetti allora, premi quel grilletto e spara… Coraggio Jimmy, chiudiamo questa storia.
…e mentre tutte queste parole si disperdevano nell’aria, la rabbia
in Jimmy lievitava…
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L.S.Dee (la storia di…)
8 - Redemption
L’uomo di nome M. stette lì a guardare Jimmy e gli puntò la pistola contro… ma la sua era una finta espressione di sfida… aveva
visto troppi morti nella sua vita e quel bambino era la sua redenzione… no, non l’avrebbe ucciso, l’avrebbe sfidato ma mai ucciso…
Jimmy era la sua via per il paradiso…
Il ragazzo accecato dall’orgoglio non sapeva più cosa fare… Anche lui era stato un sicario, non certo un killer a pagamento , ma
pur sempre un mietitore di anime, per lo più lerce…
Sparò quattro colpi senza beccare neanche di striscio il signor
M. che nel frattempo rideva e rideva ad ogni suo sparo…
- Che hai Jimmy? Non ti ricordi più come si
usa una pistola?
- E tu perché non spari?
A questa frase il signor M. sparò e sfiorò Jimmy alla tempia…
- Uccidimi brutto bastardo, tanto non ci sono più colpi nella mia
Magnum!!!
Ma M. non era di questo avviso… E gli lanciò la sua pistola.
Jimmy non la raccolse.
- Maledizione ragazzo, perché non prendi quella maledetta arma
e non la facciamo finita qui? Non volevi la tua vendetta? Ti sto
dando un’ultima opportunità per provare ad uccidermi! Poi tirò
fuori una Magnum Anaconda del tutto simile a quella di Jimmy…
anche quello era un trofeo di caccia… casi della vita, di chi fa
questa vita…
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L.S.Dee (la storia di…)
- Adesso prendi quella cazzo di pistola e il verdetto lo saprà solo
Dio…
Jimmy con la tempia che grondava sangue e gli arrossava il volto
era quasi convinto a lasciarsi andare… il signor M. aveva ucciso i
suoi genitori e aveva risparmiato lui… ma lui ormai non aveva
più niente a che fare con quella vita… voleva morire… o fuggire
via… ma morire era l’occasione più rapida che gli poteva capitare
in quell’istante in cui il signor M. iniziò a sparare…
Lo colpì di striscio ad una gamba, poi ad un’altra… e Jimmy non
reagiva…
Si lasciò cadere a terra in ginocchio…
Buttò la sua magnum e il signor M. affranto pose la sua arma
sulla testa del ragazzo…
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L.S.Dee (la storia di…)
9-X
Il signor M. stava per premere il grilletto quando un uomo sulla
settantina entrò di scatto e con un fucile a canne mozze fece
fuoco a volontà…
Era il signor Money… quell’uomo che aveva salvato Jimmy quando era un neonato adesso lo salvava un’altra volta…
Il signor M. in fin di vita confessò al signor Money che non era
sua intenzione uccidere Jimmy…
- Mi è stato diagnosticato un tumore incurabile e prima di morire ho pensato a tutto per Jimmy…
- Bastardo, lo stavi uccidendo…
- No, lo stavo spronando… troverete in una cassetta di sicurezza
al molo 15 un biglietto per Portland, lì ho qualche amico… curerete Jimmy e starete nascosti per un po’, troverete dei contanti
ed un biglietto aereo per raggiungere l’isola di Terranova… è un
bel posto… vi troverete bene lì…
E così dicendo il signor M. spirò davanti ad un signor Money incredulo e ad un Jimmy in preda a totale confusione e ferito piuttosto gravemente anche se non in pericolo di vita…
Il resto è detto… la redenzione non spetta a noi deciderla, ma le
nostre azioni stravolgono in un secondo l’intero progetto che
Dio può avere su di noi…
Paradiso… forse ora per il signor M. ci sarebbe stato il paradiso
dei dannati.
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L.S.Dee (la storia di…)
Epilogo
Quando, durante le buie notti canadesi, ripenso alla mia storia,
ancora mi chiedo se la mia vita sarebbe potuta essere migliore,
se avrei potuto conoscere ed assaporare la tranquillità di una famiglia normale, oppure se era destino che, sin dalla nascita, avrei
dovuto combattere fino a sputare sangue contro un destino maledetto e beffardo. Eppure, l’amore che il signor Money e la signora Dee hanno saputo regalarmi, e la consapevolezza che i
miei veri genitori hanno rischiato la loro vita per non cedere ad
una sentenza già scritta, mi fanno capire quanto sia importante
lottare per chi si ama. E mentre osservo le stelle che brillano nel
cielo limpido di Grand Falls, ripenso alla mia infanzia, felice e
così strana, ripenso alla signora Dee ed alle sue paste alla crema,
ripenso al signor Money ed alla sua burbera tenerezza. Poi penso
al sangue che ha macchiato la mia adolescenza, alla violenza di
cui mi sono nutrito per arrivare ad una verità agognata e sofferta, penso al signor M. che mi salvò la vita e che poi rubò la mia
vendetta, penso alla testa di Carofiglio esposta come un trofeo,
penso a Bambola di Giada che mi regalò il mio primo orgasmo,
penso a Madame che mi usò per i suoi scopi trasformandomi in
un sicario assetato di sangue.
E mentre finalmente i miei occhi iniziano a cedere al sonno ristoratore, capisco che tutto questo mi ha reso ciò che sono oggi,
e che se il destino, in una sanguinosa vigilia di Natale di tanti
anni fa, aveva deciso che quella sarebbe stata la mia vita, allora
che così sia.
Il tempo della vendetta è finito, ora inizia il tempo della vita.
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L.S.Dee (la storia di…)
Indice
Parte Prima – L’origine del male
Prologo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
I – Vivere o morire
II – Il sogno interrotto
III – Una partenza tranquilla
IV – Mai fidarsi degli amici
V – L’uomo di nome M.
VI – La caccia inizia
VII – Dien Bien Phu 1954
VIII – Toccata e fuga
IX – Ritorno a New York
Parte Seconda – Ernst, Emily e il piccolo…
1. Piccola magia di Natale
2. Blues della natività incredula
3. Insomnia
4. Teneri lampi di luce
5. …See Emily play
(tra parentesi) Jimmy Dee: un bimbo, un ragazzo, un destino già
scritto
6. Incubo di una fresca notte d’inizio autunno
7. Delirio di Bambola di Giada
8. Was
9. L’edera nella mia parete brucia
10. Rispondo alla domanda “ciclopica idea”
11. Otto secondi alla deriva
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L.S.Dee (la storia di…)
12. Brucia oro… brucia incenso… brucia mirra!
13. Ritorno a Inner Street
XIV. Cimiteri in fiamme – l’ultimo saluto alla signora Dee
15. Ventiquattro dicembre 1999: atto finale…
Parte Terza – L’inganno – Caccia all’uomo – Redemption
1 - Il ritorno in libertà di Vinnie “il segaossa”
2 - 24/dicembre/1999/0re 12:00/l'ultimo pasto frugale
3 - La partenza: due isolati per un piano perfetto
4 - L'inganno...?
5 - 36 proiettili tra la vita e la morte
6 - Verità scomposte
7 - Il killer e il giustiziere
8 - Redemption
9-X
Epilogo
I fatti narrati, i personaggi e i luoghi sono frutto della fantasia
degli autori… ogni riferimento a cose e persone esistenti è puramente casuale…
@ The AFJN Projects Crew -2012-
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L.S.Dee (la storia di…)
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