Aprile 2006 - Salute per tutti
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Aprile 2006 La risonanza magnetica della colonna vertebrale nella talassemia Ferdinando Calzolari1, Maria Rita Gamberini2, Vincenzo De Sanctis2 U. O. di Neuroradiologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, Arcispedale S. Anna U.O. di Pediatria ed Adolescentologia, Centro di Riferimento Regionale per la Diagnosi e Terapia delle Talassemie, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, Arcispedale S. Anna 1 2 Riassunto La RM rappresenta la metodica di elezione per lo studio del rachide nei soggetti talassemici. In questi pazienti può essere diagnosticata un’ampia varietà di alterazioni che giustificano dolori vertebrali o sintomi da compressione delle strutture nervose. Nei talassemici ipertrasfusi e sottoposti a terapia chelante si rilevano platispondilia, accumulo di ferro nel midollo osseo, degenerazione discale e ernie intraspongiose. Masse di tessuto emopoietico eterotopico possono essere diagnosticate in sede paravertebrale ed epidurale nei soggetti non correttamente trasfusi. Il tessuto emopoietico attivo ha un segnale RM simile al muscolo ed assume mezzo di contrasto; masse di tessuto emopoietico inattivo sono caratterizzate da prevalente componente adiposa e accumulo di ferro. risonanza magnetica, talassemia, accumulo di ferro, degenerazione discale, emopoiesi extramidollare Parol e chi av e: Comitato Editoriale MRI findings of the spine in thalassemia Summary A wide range of spinal abnormalities may be observed in thalassemic patients: MRI is a valuable tool for diagnosing vertebral pain causes or nerve roots and spinal cord compression. In hypertransfused and chelated patients abnormalities such as platyspondyly, vertebral iron deposition, disk degenerations and Schmorl’ s nodes are frequent. Paraspinal or epidural masses of extramedullary hematopoiesis are observed in inadequately transfused beta-thalassemic homozygotes patients and, more commonly, in untransfused patients with thalassemia intermedia. Active hematopoietic tissue has signal intensity similar to muscle and enhances after contrast media; older inactive masses reveal iron deposition or fatty replacement. MRI of the spine is useful in differential diagnosis of back pain and in the monitoring of deferoxamine-induced skeletal changes. Key wor ds: MRI, thalassemia, iron overload, disc degeneration, extramedullary hematopoiesis. Direttore Scientifico Vincenzo De Sanctis (Ferrara) Comitato di Redazione Vincenzo Caruso (Catania), Maria Concetta Galati (Catanzaro), Maria Rita Gamberini (Ferrara), Aurelio Maggio (Palermo) Comitato Editoriale Maria Domenica Cappellini (Milano), Marcello Capra (Palermo), Paolo Cianciulli (Roma), Gemino Fiorelli (Milano), Alfio La Ferla (Catania), Turi Lombardo (Catania), Carmelo Magnano (Catania), Roberto Malizia (Palermo), Giuseppe Masera (Monza), Lorella Pitrolo (Palermo), Michele Rizzo (Caltanisetta), Calogeo Vullo (Ferrara) Segretaria di Redazione Gianna Vaccari (Ferrara) E m ot h al Rivista Italiana di Medicina dell’Adolescenza - Volume 4, n. 1, 2006 Introduzione Dolori ossei e articolari sono sintomi frequenti nei pazienti talassemici. Nel 25% dei casi sono localizzati a livello lombare (1). Il “dolore”, localizzato alla colonna o irradiato, e la comparsa di deficit neurologici causati da alterazioni o compressioni del midollo spinale e delle radici nervose rappresentano pertanto frequenti motivi di richiesta per uno studio morfologico del rachide nei giovani talassemici. Un’attenta analisi della sintomatologia e uno scrupoloso esame neurologico sono elementi fondamentali non solo per decidere se dovrà essere effettuato uno studio panoramico o limitato ad un segmento della colonna, ma anche per scegliere la metodica diagnostica più idonea per rispondere al quesito proposto, nel rispetto del rapporto costo (o rischio) / beneficio. La più esauriente analisi morfologica della colonna vertebrale o di un suo segmento dovrebbe consentire la rappresentazione sia del “contenente”, sia del “contenuto”. Le possibilità diagnostiche della radiologia convenzionale e della tomografia computerizzata (TC) nello studio del rachide sono ben note. La radiologia convenzionale consente studi panoramici della morfologia dell’allineamento vertebrale anche “sotto carico”, particolarmente utili nello studio delle scoliosi. D’altra parte, con le radiografie standard è possibile analizzare esclusivamente le vertebre, fornendo soltanto segni indiretti indicativi di patologia dei dischi intersomatici, delle meningi, del midollo spinale e delle radici nervose. La TC consente di studiare sia il contenente, sia il contenuto; tuttavia per motivi proteximetrici può essere utilizzata solo per l’analisi di segmenti vertebrali non troppo estesi. La rappresentazione assiale delle immagini non costituisce più un limite in quanto con le apparecchiature di ultima generazione è possibile ottenere anche ottime ricostruzioni multiplanari. Radiologia convenzionale e TC sono metodiche invasive, a causa dell’impiego di radiazioni ionizzanti; esse vanno pertanto utilizzate con estrema oculatezza, soprattutto nei giovani pazienti quali i talassemici che necessitano ripetuti controlli nel tempo. La risonanza magnetica (RM) rappresenta, attualmente, la metodica di elezione per lo studio del rachide, anche se esistono ancora difficoltà lega- te ai costi e all’accessibilità degli apparecchi che ne ostacolano l’impiego per studi routinari. L’assenza di invasività, le possibilità di rappresentazione panoramica e multiplanare, l’ottima visualizzazione del contenente e del contenuto costituiscono i vantaggi generali della RM. Alterazioni della colonna del talassemico La RM può diagnosticare un’ampia varietà di alterazioni vertebrali tipiche dei pazienti affetti da β-talassemia major. Dal punto di vista anatomo-patologico possono essere riscontrati diversi quadri in relazione al tipo e alla durata della terapia. Alterazioni morfologiche delle vertebre Nei soggetti non trasfusi o scarsamente trasfusi si rilevano più frequentemente: osteoporosi, accentuazione dell’aspetto trabecolare delle vertebre in senso verticale e deformazione biconcava dei corpi vertebrali. Possono, inoltre, riscontrarsi fratture patologiche e veri e propri “crolli” vertebrali (Figura 1), talvolta responsabili di compressione delle strutture nervose (2). Tali alterazioni, oggi meno frequenti rispetto al passato, sono state descritte con la radiologia convenzionale e la TC. In particolare, la TC si è dimostrata utile non solo per caratterizzare la struttura ossea dei corpi vertebrali dal punto di vista morfologico, ma anche per quantificarne la componente minerale dell’osso (3). La terapia ipertrasfusionale e il trattamento chelante hanno modificato il decorso naturale della β-talassemia major. I pazienti correttamente trasfusi e trattati con desferrioxamina (DF) manifestano nel tempo alterazioni vertebrali diverse da quelle tipiche dei soggetti non trasfusi o ipotrasfusi (2). Per quanto riguarda le alterazioni morfologiche delle vertebre, tipica di questa classe di pazienti è la cosiddetta platispondilia, alterazione caratterizzata da appiattimento dei corpi vertebrali (2, 4). A livello dorsale sono più frequenti assottigliamenti anteriori dei corpi vertebrali, con deformazioni a “cuneo” che comportano atteggiamenti cifotici. Al passaggio toraco-lombare sono invece 46 F i gu r a 1 . RM, immagine sagittale dipendente dal T2. “Crolli” dei corpi vertebrali di D12 e L3 (frecce). F ig u r a 2. RM, immagine sagittale dipendente dal T1. Platispondilia al passaggio dorso-lombare. Em o th al Ferdinando Calzolari, Maria Rita Gamberini, Vincenzo De Sanctis La risonanza magnetica della colonna vertebrale nella talassemia più frequenti aspetti “biconvessi” dei corpi vertebrali (2) (Figura 2). Alcuni Autori hanno ipotizzato che tali alterazioni morfologiche vertebrali possono essere causate dalla diretta interferenza della DF con il metabolismo dei minerali (zinco, rame, magnesio) interessati nell’ossificazione encondrale, attraverso un meccanismo di chelazione o per tossicità diretta (2). Altri studi sostengono che la platispondilia sia dovuta alla deplezione del tessuto emopoietico determinata dall’alto regime trasfusionale. La ridotta pressione intramidollare non consentirebbe di sostenere adeguatamente il carico ponderale e gli stress bio-meccanici e di conseguenza porterebbe ad un progressivo appiattimento vertebrale (4). L’insorgenza o meno della platispondilia potrebbe inoltre dipendere dall’età in cui il paziente inizia la terapia chelante. È stata, infatti, descritta l’assenza di alterazioni vertebrali di questo tipo in soggetti trattati con DF dopo i 3 anni di vita, anche se in questa casistica l’effetto dell’età non può essere separato da quello della dose totale assunta (5). Accumulo di ferro nel midollo osseo Le alterazioni morfologiche vertebrali finora descritte dipendono dalle modificazioni strutturali del midollo osseo causate dalla malattia. La RM rappresenta la metodica di elezione per la rappresentazione e la caratterizzazione tessutale del midollo osseo. L’aspetto RM del midollo osseo assume caratteristiche peculiari nei pazienti talassemici. Il midollo osseo può essere distinto in midollo rosso, emopoieticamente attivo, e midollo giallo, emopoieticamente inattivo. La composizione dei due tipi di midollo è assai diversa. Il midollo rosso contiene il 40% di acqua, il 40% di grasso e il 20% di proteine; il midollo giallo il 15% di acqua, l’80% di grasso e il 5% di proteine (6, 7). La distribuzione del midollo rosso e del midollo giallo è dipendente dall’età. Nel neonato l’intero scheletro è pressoché interamente occupato da midollo rosso. Dai primi anni di vita si verifica una rapida conversione verso il midollo giallo dalla periferia verso lo scheletro assiale (6, 8). Utilizzando opportune sequenze e tecniche di acquisizione delle immagini, con la RM è abbastanza agevole differenziare il midollo giallo dal midollo rosso. Il midollo giallo appare pressoché isointenso rispetto al tessuto adiposo sottocutaneo; il midollo rosso appare ipointenso rispetto al grasso e lievemente iperintenso rispetto al muscolo (8). Con l’avanzare dell’età si rilevano un progressivo aumento di segnale (Figura 3) ed una progressiva riduzione della fisiologica assunzione contrastografica del midollo osseo vertebrale a causa del relativo aumento del tessuto adiposo (9). Figura 3. RM, immagini sagittali dipendenti dal T1. Rachide lombo-sacrale di soggetti non talassemici di sesso femminile, rispettivamente di 2 (a), 26 (b), 64 (c) e 73 (d) anni di età. Con l’aumento dell’età si rileva progressivo aumento di segnale dei corpi vertebrali, per la conversione da midollo rosso a midollo giallo. In c) si noti l’iniziale comparsa di midollo giallo attorno alla vena vertebrale centrale (freccia). 47 E m ot h al Rivista Italiana di Medicina dell’Adolescenza - Volume 4, n. 1, 2006 Nel talassemico, l’aspetto alla RM del midollo osseo dipende non solo dall’età e dalla sede anatomica, ma anche dal tipo e dalla durata della terapia, trasfusionale e chelante (8). La deposizione di ferro nel midollo osseo determina la caratteristica riduzione del segnale RM, per accorciamento del tempo di rilassamento T2 ed effetti di suscettibilità magnetica (Figura 4). La deposizione di ferro nel midollo si verifica comunque nei siti ove è presente midollo rosso attivo, indipendentemente dalla presenza di terapia chelante (8). Infatti, è stato riportato come talassemici non trattati, di età inferiore ai 3 anni, presentino un segnale compatibile con midollo rosso sia nello scheletro assiale che periferico. Soggetti ipertrasfusi ma non chelati, di età compresa tra 6 e 8 anni, presentano deposizione di ferro nel midollo sia centrale che periferico. Infine pazienti ipertrasfusi e chelati, di età superiore ai 12 anni, presentano una più modesta deposizione di ferro nel midollo centrale, nonostante la chelazione, e da un aspetto “misto” del midollo periferico, con prevalenza di midollo giallo (8). L’accumulo di ferro, particolarmente severo nella β-talassemia major, genera radicali liberi responsabili di alterazioni tessutali (10). I radicali liberi rappresentano una causa di artropatie e possono favorire la degenerazione discale (11). Patologia degenerativa discale Nei pazienti trasfusi e trattati con DF si riscontrano frequentemente alterazioni di tipo degenerativo e calcificazioni asintomatiche dei dischi intervertebrali (2). Ancora si discute sull’eziopatogenesi della degenerazione discale, che sembra derivare dal danneggiamento dell’anulus fibrosus. La DF potrebbe rappresentarne una causa, poiché questi quadri sono meno severi nei soggetti non sottoposti a terapia chelante. È stato ipotizzato anche un effetto dannoso dell’accumulo di ferro, ma poiché nei casi controllo non trattati con DF era meno grave l’accumulo di ferro, non è possibile stabilire con esattezza se la discopatia sia causata dall’uno o dall’altro fattore (12). La degenerazione discale è più pronunciata in sede lombare ed è diffusa a più livelli rispetto alla patologia degenerativa discale riscontrabile in pazienti non talassemici (12). Figura 4. RM lombo-sacrale, immagini sagittali dipendenti dal T2. a) Soggetto normale; b) paziente talassemico. Nel paziente talassemico le vertebre hanno segnale molto meno intenso a causa dell’ accumulo di ferro. Riduzione di segnale anche dei dischi intersomatici, espressione di fenomeni degenerativi. Alla RM il disco degenerato appare ridotto di spessore e di segnale alterato, prevalentemente ipointenso nelle immagini dipendenti dal T2 per una progressiva disidratazione (Figura 4). Nei talassemici possono essere apprezzabili anche ernie intraspongiose di Schmorl (Figura 5). Nei pazienti sintomatici per dolore il midollo osseo circostante l’ernia intraspongiosa appare ipointenso nelle immagini dipendenti dal T1 e iperintenso nelle immagini dipendenti dal T2 (Figura 6). Questi aspetti RM denotano la presenza di edema vertebrale, non più visibile nei pazienti asintomatici (13). Scoliosi Alcuni studi riportano una più alta incidenza di scoliosi nei pazienti talassemici rispetto alla popolazione generale. La scoliosi dei talassemici sembra avere caratteristiche differenti rispetto alle scoliosi idiopatiche. Nei talassemici non si rileva differente prevalenza tra i sessi ed è particolarmente frequente la curvatura lombare sinistro-convessa. Tutti i talassemici scoliotici hanno un significativo ritardo della maturazione scheletrica. La gravità della scoliosi non correla con le caratteristiche della terapia trasfusionale, mentre i pazienti scoliotici sono da più lungo tempo sottoposti a terapia chelante rispetto ai non scoliotici (14, 15). 48 Figura 5. RM, immagine coronale dipendente dal T1 al passaggio dorso-lombare. Ernie intraspongiose (frecce) e platispondilia. Em o th al Ferdinando Calzolari, Maria Rita Gamberini, Vincenzo De Sanctis La risonanza magnetica della colonna vertebrale nella talassemia F i g ur a 6 . RM dorsale, immagini sagittali dipendenti dal T2 (a), dal T1 (b) e dal T1 dopo mezzo di contrasto (c). Paziente talassemico affetto da forti dorsalgie, Ernie intraspongiose (frecce). Il segnale elevato nelle immagini dipendenti dal T2 (a), a cui corrisponde assunzione contrastografica (c), depone verosimilmente per edema vertebrale e fenomeni di angiogenesi. Emopoiesi extramidollare Figura 7. RM, immagine assiale dipendente dal T1 di una vertebra dorsale. All’interno del canale spinale si rileva una piccola masserella riferibile a tessuto emopoietico extramidollare epidurale (freccia), di segnale simile al midollo spinale (m). Il midollo spinale non è compresso. Nei pazienti con β-talassemia major irregolarmente trasfusi e nei pazienti con talassemia intermedia non trasfusi si rilevano frequentemente focolai di emopoiesi extramidollare in vari organi e apparati (16, 17). Un tessuto emopoietico eterotopico può essere riscontrato anche in sede paravertebrale o all’interno del canale spinale (Figura 7). Queste masse possono essere responsabili di sintomatologia dolorosa e di sintomi neurologici conseguenti a compressioni delle strutture nervose (16-21). Il tessuto emopoietico eterotopico appare generalmente ben delimitato, senza caratteristiche di tipo “infiltrante” (22). La presenza di emopoiesi paravertebrale può essere sospettata anche con radiografie del torace o della colonna vertebrale; d’altra parte le radiografie non possono rilevare localizzazioni all’ interno del canale spinale (21). Figura 8. RM, immagini coronali dipendenti dal T1, senza (a) e con mezzo di contrasto (b). Masse di tessuto emopoietico extramidollare paravertebrale in sede dorsale. L’ assunzione di mezzo di contrasto (espressa da segnale più intenso in b) depone per tessuto emopoietico “attivo”. 49 Focolai di emopoiesi eterotopica possono essere diagnosticati anche con TC. La RM ancor più della TC definisce correttamente sede, dimensioni e rapporti con le strutture nervose del tessuto emopoietico eterotopico paravertebrale e intracanalare (16, 17, 21). Le masse paravertebrali sono localizzate in prossimità delle articolazioni con le coste; sono tipiche anche le localizzazioni pre-sacrali (23). I focolai di emopoiesi eterotopica epidurale appaiono in genere come masse rotondeggianti o lobulate, omogenee, ben demarcate, situate prevalentemente nella parte posteriore del canale vertebrale, più frequentemente in sede dorsale. La proliferazione del tessuto emopoietico eterotopico all’interno del canale spinale potrebbe derivare da cellule totipotenti, dallo sviluppo di residui embrionari o dalla diretta diffusione dal midollo osseo vertebrale. Quest’ultima teoria, tuttavia, non spiegherebbe la localizzazione a distanza in altri organi (24). L’aspetto istologico delle masse di emopoiesi extramidollare dipende dalla durata della loro comparsa e dalla domanda eritropoietica del paziente. Precocemente si rilevano principalmente cellule mature e immature della serie eritroide e mieloide all’interno di strutture venose sinusoidali dilatate, più tardivamente le masse divengono eritropoieticamente inattive e sono caratterizzate da prevalenza di tessuto fibro-adiposo e depositi di ferro (17). La RM consente di caratterizzare il tessuto emopoietico eterotopico. Il tessuto “attivo” appare pressoché isointenso al midollo spinale nelle immagini dipendenti dal T1 ed assume mezzo di contrasto (Figura 8). Lesioni di basso segnale E m ot h al Rivista Italiana di Medicina dell’Adolescenza - Volume 4, n. 1, 2006 nelle immagini dipendenti dal T1 e dal T2, senza assunzione contrastografica, suggeriscono deposito di ferro. Un alto segnale, sia nelle immagini dipendenti dal T1 che in quelle dipendenti dal T2, depone per una degenerazione adiposa (17) (Figura 9). F ig u r a 9. RM, immagine assiale dipendente dal T2 a livello dorsale. Masse paravertebrali di elevato segnale, compatibili con tessuto emopoietico extramidollare a prevalente componente fibro-adiposa. Conclusioni La possibilità di rappresentare la morfologia delle vertebre, il segnale del midollo osseo, le alterazioni dei dischi intersomatici e l’eventuale presenza di tessuto emopoietico eterotopico rendono la RM fondamentale e peculiare nello studio del rachide del talassemico. Attualmente particolari apparecchiature consentono l’analisi della colonna vertebrale anche in ortostatismo (25). Questi esami potrebbero essere particolarmente utili per esaminare le curvature della colonna sotto carico nei talassemici scoliotici. I sintomi e il quadro clinico dei pazienti possono trovare un corrispettivo negli aspetti anatomopatologici dimostrabili con la RM. Inoltre, la RM può essere utile qualora si pongano problemi di diagnosi differenziale, ad esempio tra quadri neurologici dovuti a fenomeni compressivi su strutture nervose o, in alternativa, alla neurotossicità causata dalla DF (26). La diagnosi differenziale deve comunque comprendere anche altre patologie non specifiche della talassemia, che possono verificarsi in questi pazienti (Figura 10). Infine, il fatto che pazienti trasfusi e sottoposti a trattamento chelante dimostrino più frequentemente alterazioni vertebrali piuttosto che anomalie metafisarie suggerisce che l’analisi RM della colonna vertebrale è particolarmente indicata nel monitoraggio delle alterazioni ossee indotte dalla DF (2). Bibliografia 1. Onur Osivri A, Gümrük F, Altay Ç. Beta thalassemia: a report of 20 children. Clin Rheumatol 1999; 18: 42. 2. Hartkamp MJ, Babyn PS, Olivieri F. 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Il tessuto angiomatoso protrude posteriormente all’ interno del canale spinale, ove comprime le strutture nervose al passaggio cono midollare – cauda. Si notino piccole ernie intraspongiose al passaggio dorso-lombare e segnale relativamente ipointenso delle altre vertebre, dovuto ad iniziale accumulo di ferro. Em o th al Ferdinando Calzolari, Maria Rita Gamberini, Vincenzo De Sanctis La risonanza magnetica della colonna vertebrale nella talassemia 5. Brill PW, Winchester P, Giardina PJ, Cunningham-Rundles S. Deferoxamine-induced bone dysplasia in patients with thalassemia major. Am J Radiol 1991; 156: 561. 6. Taccone A, Oddone M, Occhi M, Dell' Acqua AD, Ciccone MA. MRI “road-map” of normal age-related bone marrow. I. Cranial bone and spine. Pediatr Radiol 1995; 25: 588. 7. Vande Berg BC, Malghem J, Lecouvet Fe, Maldague B. Magnetic resonance imaging of the normal bone marrow. Skeletal Radiol 1998; 27: 471. 8. Levin TL, Sheth SS, Ruzal-Shapiro C, Abramson S, Piomelli S, Berdon WE. 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