Mario Cecalupo

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Mario Cecalupo
Fotografo per passione
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Mario Cecalupo
INTRODUZIONE
Ho sentito il desiderio di scrivere questo libro per la mia passione fotografica, arricchendola con
tante immagini. E’ un po’ il percorso della mia vita e della mia famiglia, attraverso vari momenti
“fotografici”, probabilmente molto vicino a tante altre persone appassionate come me.
Mario Cecalupo
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FOTOGRAFO PER PASSIONE
La mia passione
Mi sono avvicinato alla fotografia all’età di ven-
prevalenza
tidue anni con una Canon AT1, analogica e
preferenze potevano spaziare ad un grandan-
completamente manuale, la prima reflex dove
golo, stupendo, che mi apriva il magico mondo
mi ha consentito di imparare a fotografare. In
dell’immagine allargata; oppure dal teleobietti-
seguito, quattro anni dopo nel 1979, mi orien-
vo, per fotografie da poter avvicinare, ma dove
tai sempre per una Canon, modello AE 1. Con
ti consentiva anche di mettere a fuoco un pri-
la Canon AE 1 è stato scritto un capitolo nuovo
mo piano per creare uno sfondo ancora più
nelle macchine SRL (single-lens reflex). Il con-
sfuocato. Il mio corredo fotografico continuò ad
trollo SRL era delimitato al meccanismo che
arricchirsi, dai tubi di prolunga per le fotografie
decideva
Era
ravvicinate e alle lenti addizio-
mondo,
nali. Il tubo di prolunga era
provvista di un processore per
collocato tra il corpo macchina
mezzo del quale poteva avve-
e l’obiettivo e questo accesso-
nire l’esposizione automatica
rio mi permetteva di creare
con il segnale della regolazione
ugualmente immagini ravvici-
del tempo. In pratica fu la
nate.
prima macchina ad offrire un
per la fotografia ancora più
sistema fotografico elettronico
macro erano le lenti addiziona-
l’unica
l’esposizione.
fiori. Con queste ottiche, le mie
macchina
al
Un altro “espediente”
completamente automatico. La mia passione
li che erano posizionate davanti all’obiettivo. In
aumentò sempre di più fino a, quando riuscii
definitiva, si trattavano di accessori che pote-
ad ottenere la classica triade di obiettivi 28-50-
vano
135 mm., così cominciai a dedicarmi a paesag-
dell’immagine ravvicinata, con un budget alla
gi, ritratti familiari e
mia portata.
immagini ravvicinate, in
soddisfare
la
mia
conoscenza
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Il mio corredo fotografico nel 1977
1.
Obiettivo 28 mm grandangolo
7.
Dispositivo per autoscatto
2.
Flash
8.
Filtri
3.
Teleobiettivo 200 mm
9.
Anello conversione
4.
Duplicatore di focale
5.
Tubi di prolunga
6.
Lenti addizionali
10. Fotocamera Reflex analogica Canon AE 1 con
obiettivo 50 mm.
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Aggiunsi alla mia attrezzatura, un treppiede,
l’immagine sulla carta unita alle vaschette per i
un flash e tanti piccoli accessori che arricchiva-
bagni dello sviluppo, arresto e fissaggio. Un
no la mia voglia di fotografare. In quel periodo,
termometro costituiva uno strumento molto
presi in considerazione anche la possibilità del-
importante per mantenere, a livello costante,
lo sviluppo della pellicola (negativo) e della
la temperatura dei liquidi; le forbici per tagliare
stampa (positivo) “attrezzandomi” inizialmente
la pellicola dal rullino, dopo averla tirata fuori
con dei libri, per rendermi conto subito delle
tutta e infine, un orologio conta minuti e se-
varie difficoltà, infine poco alla volta, riuscii a
condi, necessario per la giusta “tempistica”.
equipaggiarmi con un corredo proporzionato al
mio bisogno, nell’intento di realizzare in casa
propria le mie prime fotografie. L’emozione di
ultimare il rullino da trentasei pose era tanta,
soprattutto non vedendo l’ora di verificare i
miei risultati senza ausilio di un laboratorio fotografico. Acquistai un tank, un contenitore nero, dove non traspariva la luce con una chiusura ermetica dove si poteva inserire la pellicola
insieme con un prodotto chimico, un acido acetico diluito in acqua, per consentire al processo
dello sviluppo.
Poco dopo avveniva l’asciugatura con il phon, e
i miei primi risultati incominciavano ad intravedersi e l’emozione sopraggiungeva! Poi il rilevatore, strumento necessario per lo sviluppo
della stampa (positivo) dove si impressionava
Immagine bianco/nero “fai da te”
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Conservo
ancora
dopo
30
anni le mie prime fotografie
in bianco e nero e provo ancora un batticuore nel rivederle
ancora
intatte
nella
giusta tonalità del bianco e
nero.
Una
l’immagine
tra
di
queste,
mia
è
moglie
Manuela.
La mia gran passione per il
mare mi consentì di esplorarlo anche sott’acqua e, in aggiunta
ad
un’attrezzatura
subacquea, l’accessorio integrativo fu una custodia subacquea in Ikelite proveniente dagli USA, dove potevo
“scafandrare” la mia Canon
AE1 e ottenere le mie prime
immagini “nei profondi abissi
marini”.
Custodia subacquea in Ikelite made in USA
studiata per Canon AE1
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Ebbene sì, ero proprio appassionato, anche se
Nello stesso tempo il lavoro mi ha dato
per un lungo periodo, ho fotografato saltuaria-
l’opportunità di adeguarmi ai tempi e così i
mente fino a mettere da parte la mia attrezza-
primi approcci con il personal computer mi
tura per mancanza di tempo.
hanno dato la possibilità di avere una buona
Il lavoro è stato il maggior responsabile e questa “incombenza”, necessaria e indispensabile,
mi costringeva a stare lontano di casa dovendo
il più delle volte, pernottare in qualche albergo
conoscenza sia a livello professionale e amatoriale, con un approfondimento di programmi
per la fotografia, da Photoshop sino alla composizione di piccoli filmati fotografici.
in Italia. L’attesa felice dell’avvicinarsi al fine
In questi ultimi anni, la novità importante è
settimana ma, l’intensità di un mucchio di fac-
stata l’arrivo della fotografia digitale e affasci-
cende domestiche da sbrigare, mi dava solo il
nato da questa nuova evoluzione, la voglia di
tempo di dedicarmi, in qualche ritaglio della
foto mi è tornata circa quattro anni fa e con il
giornata, a leggere delle riviste fotografiche,
sopraggiungere delle digitali reflex, ho acqui-
questo per permettermi di esser sempre ag-
stato nuovamente una Canon.
giornato sulle novità.
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Tecniche fotografiche
Scansioni delle immagini
Ultimamente mia figlia Valentina mi ha mostra-
poterle vedere ogni volta, senza doverle anda-
to una foto, quando
re a cercare in
era
fondo
bambina,
in-
ad
una
sieme a sua sorella
scatola, o peg-
Federica,
scattata
gio ancora, sen-
circa vent’anni fa.
za il rischio di
Mi ero dimenticato
perderle.
L'ac-
di
quisizione
delle
quanto
adorabili
fossero
così
da
vecchie
foto
è
piccole, belle e nel-
un ottimo me-
lo
todo
stesso
tempo
per
pro-
preziose a tal punto
teggere i ricordi
che mi sono emo-
e ridurre la con-
zionato. Questa fo-
fusione. Quando
to era rimasta in
si convertono le
fondo ad un racco-
vecchie stampe
glitore
in foto digitali e
nell’armadio,
dove
si archiviano sul
nessuno poteva ve-
computer, si fi-
ramente apprezzar-
nisce
con
il
la. In quel momento ho deciso di convertire
guardarle molto più spesso; inoltre, si hanno
tutte le mie vecchie foto in foto digitali, così da
più occasioni di condividerle con parenti ed
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amici. Per convertire le foto, la prima cosa di
re qualsiasi cosa con il file ottenuto: stamparlo,
cui si ha bisogno è uno scanner. Ce ne sono di
inviarlo con un messaggio di posta elettronica,
tutte le forme e dimensioni, ma funzionano tut-
trasformarlo in uno sfondo per il desktop del
ti circa nello stesso modo: come una fotocopia-
tuo computer e addirittura fare delle modifi-
trice.
A differenza delle fotocopiatrici, che
che……. eccomi qui, con un bel malloppo di fo-
stampano immediatamente un duplicato del
tografie da selezionare e catalogarle come file,
documento, gli scanner "eseguono una foto" al
pronte sulla mia scrivania, per essere acquisite
documento e inviano l’informazione al compu-
con uno scanner.
ter, dove può essere salvata come file. Per le
foto acquisite tramite scansione, generalmente
si utilizza lo stesso formato JPEG usato dalle
fotocamere digitali. A quel punto è possibile fa-
Federica. Immagine piegata e pasticciata negli anni, divenuta un file Jpg, è stata successivamente ritoccata con Photoshop CS4 per l’eliminazione delle imperfezioni e degli scarabocchi
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La diapositiva
Oltre alla stampa fotografica, la diapositiva e
deva sempre qualche imprevisto, senza conta-
soprattutto la proiezione per molti è stata un
re l’inceppamento, che bisognava accendere la
culto, un cerimoniale, una consuetudine per
luce per sbrogliare la “matassa” e si ricomin-
tutte le famiglie, in cui c’era un appassionato
ciava. Poi qualche diapositiva inserita nel cari-
fotografo. Ricordo il trespolo o il tavolino dove
catore alla rovescia, o anziché destra era sini-
si appoggiava e si regolava con la giusta pro-
stra, ma era tutto ugualmente bello e tra una
spettiva il proiettore, con sotto una pila di rac-
risata e l’altra, questo cerimoniale si svolgeva
coglitori
c’era
tutti gli anni e avveniva sempre dopo le vacan-
l’apertura e la chiusura del telone che ogni
ze estive, oppure dopo Natale o a qualche ce-
qualvolta, emetteva un rumore metallico.
rimonia o evento familiare.
A lato del proiettore una bella pila di caricatori
Quanti ricordi con la nostalgia nel rivedere le
per una visione completa e in più, quando
tue figlie Federica e Valentina piccine, le gite e
l’avvenimento riguardava un evento importan-
le vacanze al mare con tua moglie Manuela.
te, un piccolo impianto stereo ci dava la sensa-
Ora è possibile e la soluzione attuale è quella
zione di una proiezione “cinematografica”.
della scansione delle diapositive, che ti permet-
per
la
giusta
altezza,
poi
Poco prima avvenivano piccole prove tecniche
come la messa a fuoco con la giusta distanza
tra il telo e il proiettore, poi quando era tutto
pronto e la famiglia al completo, si spegneva la
luce e cominciava la proiezione. Gli inconve-
te di rivederle e convertirle in digitale sul tuo
computer e organizzare nuovamente una riunione di famiglia per vederci ancora insieme,
come un tempo, questa volta davanti alla televisione.
nienti iniziali erano sempre gli stessi, le diapo-
In commercio esistono scanner studiati per le
sitive non a fuoco e si provvedeva manualmen-
pellicole negative da 35 mm sia in bianco e ne-
te; al cambio tra un caricatore e l’altro succe-
ro e a colori e le diapositive, ideale per tutti gli
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appassionati di fotografia con un sistema veramente facile ed intuitivo. Io, per esempio, ho
acquistato un Epson PV300, penso che sia il
giusto scanner con un buon rapporto tra qualità e prezzo e oltre alla scannerizzazione delle
stampe, è provvisto di un lettore incorporato di
trasparenti, con la possibilità di catturare tutti i
dettagli di una diapositiva e di una pellicola a
colori e bianco/nero con una risoluzione ottica
fino a 4800 dpi in più è provvisto anche di un
software per ripristinare foto sbiadite, rimuovere polvere e graffi su pellicole, tutto questo con
una spesa intorno a 100 euro.
Pellicole negative a colori e bianco/nero
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Scanner, modello Epson V300 per pellicole a colori e b/nero e diaposivite.
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“ Ogni fotografia, è da considerarsi, co-
lino fotografico da 36 pose sia a colori e
me un’espressione personale.
E' indi-
in bianco e nero, ma sfatiamo il concetto
spensabile possedere sensibilità verso il
che molte persone sono convinte che
soggetto, altrimenti tutte le fotografie
una
saranno solo una fredda copia della real-
dell’attrezzatura.
tà “.
Quante pubblicazioni sono state scritte e
Partendo da questo concetto di base, le
quante saranno proposte in futuro per la
nostre espressioni emotive, indipenden-
fotografia digitale con le loro apparec-
temente dalla fotografia analogica o digi-
chiature e attrezzature ma, vorrei partire
tale,
da un principio precisando che, entrambi
saranno
trasmesse
attraverso
fotografia
è
buona,
è
merito
l’apparecchio fotografico.
i sistemi, li accomuna un fattore e preci-
Certamente, con la venuta della fotogra-
samente la “ fonte di luce” e la nostra
fia digitale, abbiamo fatto passi da gi-
creatività.
gante e tra breve con l’analogico, avremo persino, difficoltà nel reperire un rul-
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