La grotta Chauvet - Rizzoli Education

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La grotta Chauvet - Rizzoli Education
DAVANTI
ALL'OPERA
La grotta Chauvet
GRANDANGOLO
EXTRAKIT SMART
I dati
DESCRIZIONE
ANALISI
36.000 anni fa
(Paleolitico superiore)
estesa per 8500 mq e
Dimensioni
lunga 800 m
Collocazione Pont-d’Arc (Ardèche,
Francia sud-orientale)
Un vasto repertorio del mondo
animale
La grotta è formata da quattro sale principali collegate tra loro da alcune anguste
gallerie, che in alcuni casi formano delle
diramazioni [→ fig. 8]. Fin dalla prima sala
sono presenti figure di animali tracciate
con carbone di legno e terra rossa misti
ad argilla oppure ottenute raschiando direttamente con le dita i depositi di consistenza morbida sulla superficie delle
pareti; ma è nelle sale più interne che si
affollano le figure di orsi, cavalli, renne,
cervi, stambecchi, rinoceronti, mammut
e leoni, disegnati spesso in branchi o in
lotta tra loro [→ fig. 9], oltre a un gufo e
una pantera. Numerosi sono i segni
astratti: forme polilobate (a ω) o simili a
farfalle e punti rossi [→ fig. 10]. Alla figura umana rimandano impronte di mani
e la raffigurazione di un pube femminile
[→ fig. 11]; all’uomo alluderebbero inoltre
alcune immagini di leoni così espressive
da apparire umanizzate. Segni di unghiate sulle pareti attestano che gli orsi delle
caverne vi trovavano rifugio, ma i molti
crani di animali ammucchiati in una
delle sale più interne fanno pensare a
ossa collezionate dagli uomini.
Animali di incredibile vitalità
Il realismo con cui sono resi gli animali
è impressionante: basti osservare alcune teste di cavalli, colte in più posture, e
la resa volumetrica ottenuta con lo sfumato [→ fig. 12]; molti animali appaiono
in corsa o sembrano uscire da fenditure
della roccia comunicando uno spiccato
senso di vitalità. La collocazione delle diverse specie animali di sala in sala, con
un progressivo affollamento nelle zone
più interne, appare non casuale.
Datazione
R
imasta sigillata per 20.000 anni, la
grotta fu scoperta nel 1994 dallo speleologo e fotografo Jean-Marie Chauvet, accompagnato da Éliette Brunel-Deschamps
e Christian Hillaire. Il rinvenimento è
frutto della sistematica esplorazione della
zona ad opera di Chauvet, il quale riteneva a ragione, dopo aver individuato altre
venti piccole grotte con pitture, graffiti e
reperti, che l’area potesse offrire un ritrovamento di maggiore importanza.
La grotta, infatti, è uno dei più noti e importanti siti preistorici europei: contiene
la più antica testimonianza di arte parietale finora conosciuta nel mondo ed è una
delle più ricche per numero di raffigurazioni e per varietà di specie rappresentate.
Protetta fin da subito dai possibili danni
derivanti dai visitatori, ne è stata realizzata tuttavia una fedele replica in tre dimensioni, poco distante dal sito archeologico di Pont-d’Arc, che è visitabile dal 2015.
X.
A.
B.
C.
D. Gufo
E. Ciclo dei cavalli
F. Ciclo dei leoni
G. Pube femminile
Pozzo di ingresso attuale
Ciclo degli orsi
Pantera
Impronte di mani
Un santuario paleolitico
La precocità di queste raffigurazioni,
più antiche di oltre 10 millenni rispetto
a quelle finora note nell’area, evidenzia
come nel Paleolitico i modi raffigurativi abbiano notevole stabilità nel tempo.
Quanto al loro significato, si è pensato a
una grotta-santuario dedicata sia a un
culto dell’orso delle caverne, visto per eccellenza come creatura soprannaturale
abitante le oscure cavità della Terra, sia a
possibili riti propiziatori della fecondità.
↓
8
Pianta della grotta Chauvet.
Sala
del Teschio
Galleria
della Candela
Camera
delle tane degli Orsi
Camera dell’ingresso
RIFLESSIONI
Galleria
delle
Orme incrociate
Galleria
della Bretella
E
B
D
Camera Morel
F
X
Galleria
del Megalocero
C
Camera
Hillaire
N
A
Camera Brunel-Deschamps
8
Galleria
del Cactus
Camera
Rouzaud
0
10
20 m
Sala
del Fondo
G