Abstracts Sessione Plenaria

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Abstracts Sessione Plenaria
7° Congresso Nazionale della Pneumologia
Organizzato da SIMeR
Firenze, 04/10/2006 - 07/10/2006
ABSTRACT
SESSIONE PLENARIA
1
Topic: BIOLOGIA CELLULARE
Title:
RIMODELLAMENTO BRONCHIALE: UN EVENTO PRECOCE NELLA STORIA NATURALE DELL'ASMA
Authors:
S. BARALDO (1), G. TURATO (1), E. BAZZAN (1), M.E.. ZANIN (1), K. LOKAR OLIANI (1), F. CALABRESE (2),
R. ZUIN (1), C. PANIZZOLO (3), A. BARBATO (3), M. SAETTA (1)
Affiliations:
(1) DIPARTIMENTO DI SCIENZE CARDIOLOGICHE, TORACICHE E VASCOLARI - UNIVERSITA' DI PADOVA
PADOVA ITALY, (2) ISTITUTO DI ANATOMIA PATOLOGICA - UNIVERSITA' DI PADOVA PADOVA ITALY, (3)
DIPARTIMENTO DI PEDIATRIA - UNIVERSITA' DI PADOVA PADOVA ITALY
Body:
L'asma è una malattia caratterizzata da un processo infiammatorio cronico delle vie aeree associato ad
alterazioni strutturali che comprendono desquamazione epiteliale, ispessimento della membrana basale
sottoepiteliale, neoangiogenesi e ipertrofia del muscolo liscio. Queste alterazioni, ben documentate nell'adulto,
sono state fino ad ora poco studiate nei bambini con asma. Lo scopo di questo studio è valutare se il
rimodellamento strutturale e l'infiammazione caratteristici delle vie aeree dell'asmatico adulto siano presenti già
nei bambini asmatici. Per questo scopo sono state esaminate biopsie bronchiali ottenute da 44 bambini
sottoposti a broncoscopia per indicazioni cliniche appropriate (broncopolmoniti ricorrenti, stridore,
tracheomalacia): 17 bambini con asma lieve (range di età 2-15 anni), 12 bambini atopici non asmatici (1-11 anni)
e 15 bambini di controllo non atopici non asmatici (1-14 anni). La diagnosi di asma è stata effettuata
clinicamente verificando il miglioramento dei sintomi (respiro sibilante o tosse) in seguito all'uso di un
broncodilatatore. L'atopia è stata diagnosticata verificando l'aumento delle IgE sieriche totali (PRIST) e
specifiche per i diversi allergeni (RAST).
Con tecniche istochimiche ed immunoistochimiche, sono stati quantificati il grado di desquamazione epiteliale,
l'ispessimento della membrana basale sottoepiteliale, e il numero di vasi e di eosinofili nella zona sottoepiteliale.
Nei bambini asmatici la desquamazione epiteliale era aumentata sia rispetto ai bambini di controllo [mediana
(range):54(12-100) vs 14(0-100) %; p=0.005] che rispetto ai bambini atopici non asmatici [54(12-100) vs 20(0100) %; p=0.002]. Analogamente, lo spessore della membrana basale era aumentato sia rispetto ai bambini di
controllo [4.5(2.5-6.2) vs 2.7(1.8-4.9)µm;p=0.0002] che rispetto ai bambini atopici non asmatici [4.5(2.5-6.2) vs
3.2(2.3-4.7)µm;p=0.005]. Il numero di vasi e il numero di eosinofili era invece aumentato nei bambini asmatici
solo rispetto ai bambini di controllo [207(25-377) vs 81(0-260) vasi/mm² ;p=0.03], [38(8-216) vs 8(0845)cellule/mm² ;p=0.0002], e non rispetto ai bambini atopici non asmatici. In conclusione le diverse componenti
del rimodellamento delle vie aeree caratteristiche dell'asma in età adulta sono già presenti nei bambini con
asma, suggerendo che queste alterazioni siano eventi precoci nella storia naturale della malattia e possano
svolgere un ruolo importante nella sua patogenesi.
2
Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI
Title:
MODULAZIONE DELLA ATTIVAZIONE IN VITRO DI LINFOCITI T STIMOLATI CON BERILLIO
UTILIZZANDO PEPTIDI CLIP-DERIVATI SPECIFICI PER LA TASCA 4 DEL HLA-DPGLU69
Authors:
F. Berretta (1), S. Serafino (1), A. Comandini (1), S. Contini (1), R Dweik (2), R. Butler (3), C. Saltini (1), M.
Amicosante (1)
Affiliations:
(1) Dipartimento di Medicina Interna, Università di Roma Tor Vergata Roma ITALY, (2) Cleveland Clinic
Foundation Cleveland (OH) USA, (3) Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Biologia Cellulare
Monterotondo (RM) ITALY
Body:
La berilliosi è provocata dal accumulo nel sito di malattia di linfociti Th1 che riconoscono il berillio come antigene
quando presentato dalle molecole HLA-DP con un acido glutammico nella posizione beta69 (DPGlu69).
Questo studio è stato disegnato per chiarire il ruolo preciso dei peptidi nel legame del berillio alla tasca 4 del
HLA-DP e per identificare quelli con maggiore affinità che potrebbero prevenire la presentazione del berillio e la
conseguente attivazione linfocitaria.
La interazione berillio/HLA-DP è stata analizzata attraverso la capacità del berillio di competere con CLIP e con i
peptidi CLIP modificati nel amminoacido che interagisce con la tasca 4 per il legame con molecole solubili HLADPGlu69.
Il peptide CLIP-AA, peptide CLIP-derivato a bassa affinità, non è capace di spiazzare il berillio (IC50% <0.001
mM di BeSO4; CLIPAA non-biotinilato IC50% 0.83 mM), mentre i peptidi CLIP-derivati ad alta affinità: CLIP-YY
(IC50% 829 mM di BeSO4; CLIP-YY non-biotinilato IC50% 0.78 mM), CLIP-QY (IC50% 1,236 mM of BeSO4;
CLIP-QY non-biotinilato IC50% 1.01 mM), CLIP-RF (IC50% >1,500 mM di BeSO4; CLIP-RF non-biotinilato
IC50% 0.97 mM) venivano solo marginalmente influenzati dalla presenza del berillio nei saggi di competizione
(con affinità superiori a quelle di CLIP da 11,843 a >21,429 volte).
Lo effetto di questi peptidi sulla presentazione del berillio è stato determinato tramite rilascio del IFN-gamma
dopo stimolazione con berillio in PBMC di soggetti berillio-ipersensibili. CLIP-YY inibiva la presentazione del
berillio e la attivazione delle cellule T, mentre CLIP-QY e CLIP-RF stimolavano il rilascio di IFN-gamma in
risposta al berillio. Anticorpi monoclonali anti HLA-DP bloccavano il rilascio di IFN-gamma stimolato dal berillio in
presenza di CLIP-QY (88%) e di CLIP-RF (76%). Effetti simili venivano osservati per CLIP-YY in grado di
bloccare il rilascio di IFN-gamma indotto dal berillio in presenza di CLIP-QY (79%) e di CLIP-RF (76%).
Questi risultati hanno potenziale implicazione per la diagnosi e il trattamento della berilliosi attraverso il disegno
di (i) peptidi stimolanti la presentazione in grado di incrementare i segnali di attivazione delle cellule T e di (ii)
peptidi bloccanti che potrebbero essere usati come base per una terapia competitiva per bloccare o anergizzare
la reazione T-cellulare in vivo.
3
Topic: ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA
Title:
RISULTATI A MEDIO TERMINE DELLA TERMOABLAZIONE A RADIOFREQUENZE DI NEOPLASIE
POLMONARI
Authors:
L. Fino (1), MC. Ambrogi (1), P. Dini (1), F. Melfi (1), M. Lucchi (1), F. Davini (1), A. Mussi (1)
Affiliations:
(1) Dipartimento Cardo-Toracico Pisa ITALY
Body:
Introduzione.
Recentemente la termoablazione a radiofrequenze (RFA) ha mostrato promettenti risultati nel trattamento delle
neoplasie polmonari. Riportiamo i 5 anni di esperienza di un singolo centro di riferimento europeo, con
particolare attenzione ai risultati a medio termine.
Metodi.
Tra ottobre 2001 e giugno 2005, abbiamo eseguito 88 procedure di RFA, nove delle quali sono state seguite
dalla resezione chirurgica. Le restanti 79 procedure, che sono oggetto di questa discussione, sono state
eseguite per trattare 64 lesioni in 54 pazienti: 39 maschi e 15 femmine, con una età media di 71,7 anni (range
51-89). Tutti i noduli avevano l evidenza clinico-radiologica o patologica di lesione neoplastica: in 40 casi si é
trattato di NSCLC, in 24 casi di metastasi. Il diametro medio delle lesioni é stato di 2,4 cm (range 1-5 cm). Dieci
lesioni sono state ritrattate da una a quattro volte. Tutte le procedure sono state eseguite in anestesia locale con
il paziente in sedazione vigile. É stato utilizzato un generatore di radiofrequenze capace di erogare fino a 200W
di potenza, collegato ad un ago munito di nove uncini dispiegabili. La temperatura di esercizio é stata di 90°C,
mantenuta per 15-27 minuti, secondo le dimensioni della lesione.
Risultati.
In tutti i casi, ad eccezione di due, la procedura é stata eseguita con successo. La morbidità é consistita in 10
casi di pneumotorace parziale (12,7%), un ematoma della parete ed un versamento pleurico. Ad un follow-up
medio di 23,7 mesi (range 6-50), abbiamo ottenuto il 61,9% di risposte complete; la percentuale aumenta se si
considerano le lesioni metastatiche (70,8%) e quelle con diametro minore di 3 cm (69,7%). La sopravvivenza
mediana complessiva é stata di 28,9 mesi e l intervallo libero da recidiva locale di malattia è stato di 24,1 mesi.
Conclusioni.
L efficacia della RFA di neoplasie polmonari sembra attestarsi ai livelli promettenti anche a medio termine ed i
migliori risulati sono ottenibili per lesioni metastatiche, ma soprattutto per lesioni di diametro inferiore ai 3 cm.
Nonostante questi dati incoraggianti, RFA resta una terapia locale alternativa solo nel caso in cui la chirurgia
debba essere esclusa, specialmente per il NSCLC
4
Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA
Title:
RILASCIO DI PROGENITORI EMOPOIETICI ED ENDOTELIALI DI DERIVAZIONE MIDOLLARE E
RETICOLOCITI DOPO ESERCIZIO DI DIFFERENTE INTENSITA' E DURATA
Authors:
A. HUERTAS (1), U. TESTA (2), A. BONANNO (3), M. GIOIA (4), G. MARIANI (2), R. ANTONUCCI (1), L.
PASQUINI (2), E. PETRUCCI (2), R. RICCIONI (2), D. ZANGLA (4), G. MORICI (4), P. PALANGE (1), MR.
BONSIGNORE (4)
Affiliations:
(1) UNIVERSITA' LA SAPIENZA ROMA ITALY, (2) ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA' ROMA ITALY, (3) IBIMCNR PALERMO ITALY, (4) UNIVERSITA' DI PALERMO PALERMO ITALY
Body:
La risposta del midollo osseo all'esercizio di intensità elevata è caratterizzata dal rilascio di progenitori midollari
emopoietici e/o endoteliali, contribuendo così all'angiogenesi e alla riparazione tissutale, in particolare a livello
del muscolo scheletrico. Abbiamo ipotizzato che diverse modalità di esercizio potessero indurre risposte
midollari differenti, per cui abbiamo paragonato la risposta all'esercizio di durata prolungata e di tipo aerobico (9
maratoneti) con quella all'esercizio di breve durata di tipo anaerobico (20 canottieri). Tutti i soggetti sono stati
studiati sia a riposo che immediatamente dopo, rispettivamente, la fine della maratona (durata media: 3 ore) o
della gara sovramassimale dei 1000 metri di canottaggio (durata media: 3 minuti). Sono stati eseguiti prelievi di
sangue venoso per esame emocromocitometrico e conta reticolocitaria (ADVIA), separazione delle cellule
mononucleate del sangue periferico (PBMC) mediante gradiente FICOLL con successivo studio delle cellule
CD34+. I progenitori emopoietici ed endoteliali sono stati inoltre analizzati mediante citofluorimetria e coltura
cellulare. Dopo la maratona, si è osservato un notevole aumento dei globuli bianchi, in particolare dei
polimorfonucleati, mentre globuli rossi e reticolociti sono rimasti invariati; infine, i CD34+ , le BFU-E (erythrocyte
burst-forming units), le CFU-GM (granulocyte-monocyte colony-forming units) e le CFU-GEMM (granulocyteerythrocyte-macrophage-megakaryocyte colony-forming units), sono risultati significativamente ridotti in
confronto alle condizioni basali, mentre, i progenitori endoteliali, raddoppiavano dopo la maratona. Al contrario,
dopo il test dei 1000 metri, i leucociti ed i polimorfonucleati sono apparsi solo lievemente aumentati mentre gli
eritrociti, i reticolociti di tipo immaturo e l'insieme delle colonie studiate sono risultati significativamente
aumentati. Questi dati mostrano come l'esercizio intenso di breve durata possa essere associato ad una
significativa disponibilità di progenitori nel sangue periferico in assenza di sostanziali variazioni a livello delle
cellule mature. Al termine di una maratona invece, si osserva un comportamento opposto, indicando sia un ruolo
dell'ipossia sul rilascio di progenitori, sia un effetto tempo-dipendente (possibile consumo di progenitori durante
un esercizio di elevata intensità e di durata prolungata). Infine, il probabile ruolo dell'ipossia sulla risposta
midollare viene anche suggerito dalla diversa modalità di rilascio dei reticolociti.
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