Sanità Camuna - ASL Vallecamonica

Transcript

Sanità Camuna - ASL Vallecamonica
Periodico trimestrale a carattere tecnico-informativo, ANNO IX - N. 1
ASL di Vallecamonica - Sebino - Iscr. Trib. di BS n. 10/2004 in data 8 marzo 2004
Sanità Camuna
L’Asl Informa
01/2012
Edolo - Località Cima Piana
Edolo - Località Mola Alta
sommario
2
sommario
3 UN FIORE ALL’OCCHIELLO
4 OSPEDALE DI ESINE - RIMESSO A NUOVO IL REPARTO
a cura di Eugenio Fontana
DI RIABILITAZIONE 5 LA CHIRURGIA DI ESINE HA UN NUOVO PRIMARIO
6 UN SALUTO AFFETTUOSO
6 UNA STORIA D’AFRICA dove NON ESISTE MALASANITÀ
a cura di Matilde Comensoli
perché LA “SANITÀ” NON ESISTE
9 SCLEROSI MULTIPLA: L’AIUTO VIENE DA INTERNET
CON IL PROGETTO “GUIDED SELF HELP”
di Giacinta Pini e Giorgio Pellegrini
DEDICATO AI DIPENDENTI
11 SODDISFAZIONE DELL’UTENZA (CUSTOMER) ANNO 2011 ANALISI DEI DATI E RIFLESSIONI
a cura di Siro Casatti
13 POSITIVO ESORDIO DEL PROGETTO DI FORMAZIONE
A DISTANZA PROMOSSO DALL’ASL
di Elena Fanetti
L’ANGOLO DELL’INFORMAZIONE
14 SANITÀ: SCATTANO I NUOVI TICKET
SU 29 CURE MEDICHE; SI PAGHERANNO 66 EURO
PER I PICCOLI INTERVENTI
Tratto dal Corriere della Sera 25.1.2012
CONSENSO ALLA DONAZIONE
CON LA CARTA DEI SERVIZI
Tratto dal Giornale di Brescia
15 HUCARE: IL VALORE DELLA COMUNICAZIONE IN CAMPO
ONCOLOGICO
Liberamente tratto dal sito Ok La Salute Prima di Tutto
LE NOVITÀ PIÙ SALIENTI INTRODOTTE
DAL DL “SEMPLIFICAZIONE” INFORMA FAMIGLIA
17 FINE LAVORI PER LA RSA “CELERI”
a cura della Redazione
Fondazione Ente Celeri
“LEGGERE CURA” ANIMAZIONE LETTERARIA
PER MAMME E PAPÀ
di Irene Benaglio
21 RSA: COMPLETATI I PIANI DI ADEGUAMENTO
STRUTTURALE di P. Troletti, O. Barcellini e F. Formentelli
23 UN PROTOCOLLO CONDIVISO PER POTENZIARE
L’INTERVENTO SOCIALE SUL TERRITORIO
Comunicato stampa di Giacomo Lanzini
24 NUOVI DATI RELATIVI ALLE AZIENDE E AGLI INFORTUNI
SUL LAVORO: IL PROGETTO ASL PER LA PREVENZIONE
NEL SETTORE METALMECCANICO
di Franco Martello
28 NPIA: SUPPORTO NELLE GRAVI DISABILITÀ DELLA
COMUNICAZIONE IN ETÀ EVOLUTIVA
di Nadia Romellini e Valentina Tagliaferri
29 DAMMI IL TUO CUORE NE AVRÒ CURA: A ESINE UN
IMPORTANTE EVENTO IN AMBITO CARDIOLOGICO
a cura della Redazione
30 LA LOTTA ALLA VARROA di Lucio Turetti
Oltre un centinaio di pagine, fitte di numeri, di grafici e
soprattutto di idee, progetti, prospettive. è il Documento di
programmazione e di coordinamento dei servizi sanitari e
socio-sanitari per il 2012. In termini molto semplici ciò significa
guardare al 2012 della Sanità camuna con traguardi ben precisi. Il Documento è stato presentato alla stampa nell’incontro
del 31 gennaio u.s. Il giorno dopo avrebbe iniziato il suo
servizio come primario della chirurgia all’ospedale di Esine il
dottor Lucio Taglietti, ponendo così finalmente termine ad un
tormentone durato troppo a lungo. Ebbene anche questo è un
segno concreto, visibile della volontà di fare sempre di più e
meglio. Ed un altro segno sarà il bando di concorso, a giorni,
per il servizio di urologia. L’anno nuovo inizia bene.
Nei propositi del DG Renato Pedrini il 2012 dovrà essere anche
l’anno della conclusione dei lavori delle “grandi opere”: il tanto
atteso svincolo della superstrada, la realizzazione del bunker
per la radioterapia, della palazzina per la libera professione
e dei centri per la terapia psichiatrica, la ristrutturazione del
reparto di dialisi, l’avvio del servizio di soccorso di automedica nella sede distrettuale di Cedegolo, l’aggiornamento
tecnologico della risonanza magnetica, tanto per citare le
opere principali. Ma se ci si limitasse a questo sguardo sulle
cose più evidenti non si coglierebbe appieno lo spirito, anzi la
filosofia del Documento di programmazione ed essa percorre
sostanzialmente due linee non parallele ma convergenti: la
linea del rapporto sempre più dinamico ed incisivo tra strutture
ospedaliere e territorio ovvero medici di base, distretti, case
di riposo e pazienti. Insomma - ed ecco l’altra linea - bisogna
«fare sistema», «fare rete». Non è che l’ammalato in ospedale
sia una cosa e fuori dall’ospedale un’altra cosa: è sempre la
stessa persona, con i suoi problemi, le sue domande, le sue
speranze. è imprescindibile la continuità di cura tra la degenza
e la dimissione del paziente, anche attraverso un’assistenza
domiciliare integrata.
La “teoria e la prassi” di Pedrini si incentrano su questi principi, nella convinzione che il «fare sistema» non implica solo
un risparmio di tempo e di risorse, ma produce un servizio
adeguato, pienamente rispondente ai bisogni dell’utenza e
che si tratti di un’utenza del tutto particolare non c’è alcun
bisogno di spiegarlo.
di Eugenio Fontana
Direttore Responsabile: Eugenio Fontana
Direttore Editoriale: Matilde Comensoli
Comitato di Redazione
Coordinatore: Gemma Torri
Daniele Venia
Loredana Sanzogni
Siro Casatti
Editore
ASL di Vallecamonica - Sebino
via Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS)
www.aslvallecamonicasebino.it
e-mail: [email protected]
NOTIZIE IN BREVE
33 Curiosando qua e là
«FARE SISTEMA»
a cura dello Staff della Comunicazione
Stampa
Litografia Bressanelli - Manerbio (Bs)
Sanità Camuna
UN FIORE ALL’OCCHIELLO
C’è un’istituzione nel nostro sistema «Azienda Sanitaria» che ha tutti i titoli per essere considerata un fiore all’occhiello. Si tratta
del Corso di laurea in Infermieristica, avviato alcuni anni or sono (nel 1977) e che ha già formato e avviato tanti giovani ad una
professione così delicata e così nevralgica da poter essere considerata senza retorica alcuna una vera e propria missione sia nel
dialogo collaborativo con l’operatore sanitario, il medico, e sia nel rapporto umano con il paziente, il malato. è l’infermiere che
rappresenta questa interfaccia, questo anello interattivo sui due versanti della sanità.
Orbene, il 14 dicembre 2011, nella sala riunioni dell’Ospedale di Esine si è svolta la cerimonia della consegna dei diplomi di laurea a 26 giovani: una cerimonia non certo all’insegna della pompa magna, semmai della discrezione giocata su toni dimessi,
colloquiali e quasi familiari. Al tavolo della presidenza sedevano il direttore della scuola Gian Andrea Polonioli che ha introdotto l’incontro sottolineando l’impegno che la scuola richiede, come a dire che non si è affatto in presenza di un corso di laurea
di serie B. C’erano poi la brava e solerte Marisa Priuli, il consigliere dell’IPASVI (la Federazione Nazionale del Collegio Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d’Infanzia) Bruna Marina Bertoli, il direttore sanitario dell’ASL Fabio Besozzi Valentini, il direttore dei servizi sociali Vanni Ligasacchi (ora ritornato a Milano come consigliere regionale) e naturalmente il direttore generale Renato Pedrini.
Il nostro DG, nel suo breve intervento, ha saputo trovare le parole, il tono e le convinzioni dell’uomo di scuola, di chi, oltre ad
essere stato sindaco e presidente di Comunità Montana, è stato anche insegnante e preside. Nella sala composti e visibilmente
emozionati c’erano i 26 giovani che con il diploma raggiungevano un loro primo traguardo di vita. E proprio su questa lunghezza d’onda Pedrini ha impostato il suo intervento sottolinenando la specificità della Scuola infermieri: essa non sforna laureati destinati purtroppo alla ricerca disperata di un lavoro. La scuola infermieri non crea disoccupati. è una scuola nella quale la formazione procede di pari passo e si intreccia con l’esperienza sul campo e viceversa. Ebbene questa prospettiva - del posto di lavoro
- non è assolutamente pacifica nel senso di un traguardo raggiunto punto e basta. Essa, immettendo direttamente in quel particolare mondo che ha come materia prima l’ammalato, il suo bisogno di assistenza diuturna ed anche la richiesta implicita di attenzione, di gentilezza, insomma di umanità, per queste ragioni la professione dell’infermiere è molto impegnativa. Essa richiede non solo conoscenze e manualità specifiche ma richiede quel valore aggiunto che si chiama disponibilità, apertura di mente
e di cuore, attenzione costante non al malato come numero ma al malato come persona. è un compito non facile anzi arduo ma
portatore di quella soddisfazione morale interiore che va ben oltre gli obblighi d’orario e che dal volto dell’ammalato si riverbera sulla persona dell’infermiere capace di interpretare ogni esigenza nel momento stesso in cui si manifesta e di raccogliere quel
frutto prezioso che si chiama riconoscenza.
A cura di Eugenio Fontana
3
4
Sanità Camuna
ELENCO dei LAUREATI AA 2011
Cognome e Nome
Data di nascita
Residenza
Bassanesi Giorgio
Belingheri Pavithra
Carrara Lia
Chiminelli Michela
Della Noce Annalisa
Domenighini Fabrizio
Filippini Laura
Franzoni Gabriella
Gheza Roberta
Hochow Erika
Laini Alessandra
Mastaglia Federica
Minelli Giovanni
Minini Marta
Moraschetti Federica
Morina Alessia Enrica
Ottelli Luca
Pedersoli Ilenia
Pedretti Roberta
Pezzucchi Laura
Polla Stefania
Rebaioli Ilenia
Russo Salvatore
Sbirziola Alice
Serioli Simona
Zanotti Nicoletta
19/8/1986
21/10/1986
23/7/1989
9/6/1987
29/10/1985
29/9/1987
28/6/1989
25/11/1989
28/8/1989
17/9/1989
7/2/1989
24/9/1989
20/9/1988
30/12/1988
8/8/1989
27/9/1987
10/6/1988
12/9/1988
16/8/1989
13/1/1988
6/3/1988
16/5/1989
21/12/1988
24/6/1987
1/2/1989
14/11/1988
Angolo Terme
Vilminore
Sovere
Darfo BT
Berzo Inferiore
Malegno
Ceto
Ossimo
Borno
Angolo Terme
Costa Volpino
Corteno Golgi
Bienno
Darfo BT
Grevo Di Cedegolo
Costa Volpino
Artogne
Darfo BT
Berzo Inferiore
Edolo
Esine
Berzo Inferiore
Corsano (Le)
Vione
Pisogne
Marone
************
OSPEDALE DI ESINE
RIMESSO A NUOVO IL REPARTO DI RIABILITAZIONE
Lunedì 19 dicembre 2011 vi è stata l’inaugurazione del reparto di Riabilitazione, rimesso a nuovo da un intervento che ha mirato
alla funzionalità e all’accoglienza e per accoglienza si intende non solo la disposizione funzionale delle stanze e degli ambienti
di visita e di cura, ma anche il buon gusto nell’uso dei colori, insomma un tocco di eleganza che non guasta affatto.
Folta partecipazione
Nella sala delle riunioni la prima cosa che balzava all’occhio era la folta presenza degli addetti ai lavori (medici, infermieri, amministratori) e di molti rappresentanti di quel variegato mondo che si chiama volontariato e che costituisce un punto di riferimento
negli specifici settori di competenza. E questa partecipazione va sottolineata, evidenziata, valorizzata perché essa è indice sicuro dello stretto rapporto che intercorre tra territorio e struttura ospedaliera. è un segno che l’ospedale non è sentito come isola
distante, lontana, ostile, ma luogo al quale si indirizza la speranza di chi cerca salute, di chi vuole sconfiggere la propria malattia e, proprio perché in tale situazione di disagio, non deve essere lasciato solo. Insomma l’ospedale è sì dei medici e di quanti
vi operano ma lo è in funzione dei bisogni del territorio o, meglio, dei suoi abitanti: l’ospedale è il nostro ospedale e nell’aggettivo vi è implicito un riconoscimento e soprattutto una riconoscenza.
Interventi e non discorsi di circostanza
Ha introdotto i lavori inaugurali il DG Renato Pedrini che a giusto titolo ha manifestato soddisfazione per il traguardo raggiunto, perché - ha aggiunto - avere un ospedale che fornisca servizi di qualità e di eccellenza è il modo concreto, visibile e tangibile per scartare e destituire da ogni fondamento l’affermazione secondo cui la nostra sanità, per il decentramento della valle, sarebbe una sanità scadente e secondaria. «I diritti di chi abita nel più sperduto paese della Valle - ha concluso Pedrini - sono gli
Sanità Camuna
stessi di chi abita nella città o nella metropoli».
Ha preso quindi la parola l’assessore regionale Monica Rizzi che,
portando il saluto del presidente Roberto Formigoni, ha voluto soffermarsi sul ruolo di Regione Lombardia e sulla sua attenzione al
grande problema sanitario, rivendicato la virtuosità della Regione
stessa nelle politiche, tanto da porsi nei posti più alti della classifica
sulla “buona sanità”. Con legittimo orgoglio l’esponente regionale ha rivendicato la sua camunità come a dire che questa, oltre che
riferimento personale, è anche una ragione dell’impegno politico.
è toccato quindi a Margherita Peroni, presidente della Terza
Commissione Sanità, illustrare le linee generali delle scelte regionali.
Peroni conosce molto bene i meccanismi della sanità lombarda. Il
suo mandato politico che risponde appieno alla sua formazione,
sempre è stato rivolto alle problematiche sociali della famiglia e a quelle sanitarie. Inoltre, come bresciana, ha una vasta conoscenza del territorio e anche della Vallecamonica. Da qui il riconfermato suo sostegno alla nostra Azienda e agli ambiziosi traguardi che si è posta.
Ospite d’eccezione e ospite d’onore è stato il Cardinal Giovanni Battista Re. Come eminente uomo di chiesa il Cardinale
non poteva che svolgere, con quella chiarezza di concetti che gli è propria, una riflessione sul bene grande della salute e sulla
sofferenza della malattia, perché la persona umana è sì anima ma anche corpo, anzi, «nella solida tradizione cristiana, il corpo è chiamato ad un grande destino di grazia e di salvezza». Il cardinale di proposito non ha voluto fare esplicito riferimento ai
testi scritturisti e magisteriali (sarebbe stata una lezione) ma ha voluto concludere la sua riflessione citando il poeta Metastasio
per dire della sintonia tra arte e fede.
Quando ormai i discorsi erano terminati, ha chiesto di intervenire Renzo Bossi, anch’esso consigliere regionale. Il figlio del più
famoso Bossi ha avuto davvero l’intelligenza di non allargare il campo delle considerazioni, ma ha portato la testimonianza familiare e toccante di suo padre, evidenziando così come bene conosca e quindi apprezzi il servizio prezioso della riabilitazione.
Per la qualità della vita
A chiusura, il taglio immancabile del nastro. Ma prima, e proprio all’ingresso del “suo” reparto, la Dr.ssa Maria Grazia Cattaneo, responsabile dell’UO di Riabilitazione Specialistica, in un breve ma intenso saluto, ha ringraziato gli intervenuti, il Direttore
dell’ASL, i colleghi Medici, i Benefattori, le Associazioni di Volontariato «con le quali collaboriamo» e quanti hanno reso possibile la realizzazione della nuova Unità Operativa con 28 posti letto, due palestre e un servizio di logoterapia, strutture «che vanno
a soddisfare le esigenze (sempre più pressanti) di una popolazione distribuita su un territorio lontano dai grandi centri urbani».
Le parole di conclusione della Dr.ssa Cattaneo riassumono bene il significato e l’importanza della struttura completamente rinnovata. «Investire nella Riabilitazione, oltre ad aver aumentato la qualità dei servizi del nostro ospedale, ha portato anche a vedere il malato e la sua malattia non solo in fase acuta ma anche nella fase degli esiti (esiti talvolta di gravi cerebrolesioni, esiti
di politraumi ecc) dove può esserci anche una situazione funzionale compromessa che porta ad una limitazione dell’autosufficienza psico-fisica. Con la terapia riabilitativa andiamo a recuperare le abilità perse, compatibilmente con la menomazione, migliorando così la qualità della vita».
Eugenio Fontana
E tutto questo non è davvero poco.
************
LA CHIRURGIA DI ESINE HA UN NUOVO PRIMARIO
Il Dr Lucio Taglietti è il nuovo Direttore della Chirurgia generale dell’Ospedale di Esine, dal 1° febbraio 2012.
Il Dr Taglietti è nato a Brescia il 13.12.1964 e attualmente risiede a Castelmella.
Si è brillantemente laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia nel 1989,
dove si è poi specializzato in Chirurgia generale.
Dopo varie esperienze di formazione all’estero, ha iniziato la propria carriera dirigenziale presso
l’Ospedale di Iseo, per poi passare alla Clinica S.Rocco di Franciacorta-OME ed in fine all’AO “Mellino Mellini” di Chiari.
a cura della Redazione
5
6
Sanità Camuna
UN SALUTO AFFETTUOSO
è la prima volta che approfitto di Sanità Camuna per comunicare un messaggio personale.
Trovo però molto naturale “usare” queste pagine, dalle quali ho comunicato con tante persone per anni, per salutare i lettori, siano
essi liberi cittadini o dipendenti, ora che mi accingo a lasciare questo piccolo mondo.
Il termine “pensione” non mi piace e non mi si addice perché sa di resa, di inattività, di ritiro nel proprio guscio, mentre invece, personalmente, la decisione di lasciare il lavoro al quale mi sono dedicata per quasi quarant’anni, rappresenta la possibilità di uscire dal
guscio, di infrangerlo, per potermi dedicare, anziché alle piccole problematiche quotidiane della nostra realtà sanitaria a problemi
molto più grandi, conscia che l’impegno di un singolo è una piccola goccia nel mare della lotta contro le ingiustizie, ma senza le piccole gocce il mare non esisterebbe. Chi mi conosce sa con quanta abnegazione, passione e…cocciutaggine abbia lavorato.
Prendo ad esempio questo notiziario. Senza falsa modestia: l’ho voluto con tutte le mie forze e l’ho fatto crescere come una madre
segue l’evoluzione della propria creatura. All’inizio si trattava di un prodotto zoppicante, non ben delineato nell’offerta informativa
e presentava una buona dose di errori. Con il tempo si è evoluto, perfezionandosi via via, fino a divenire quello che è oggi: un prodotto di comunicazione di qualità e con un ampio range di lettori. Sono fiera di lasciare questo gioiellino in mani fidate (in primis e
da sempre, in quelle del direttore responsabile, Prof. Fontana, e del nuovo direttore editoriale) e sono sicura che camminerà ancora a
lungo, costituendo per l’Azienda lo strumento principe di comunicazione.
Ma qui non si tratta solo del giornale, si tratta di lasciare il luogo dove ho trascorso la maggior parte della mia vita, sia professionale che umana e non è uno scherzo. è logico che di strappo si parla, uno strappo dell’anima. In tutti questi anni sono stata accompagnata nei vari tratti di percorso professionale da molte persone, con le quali ho lavorato più o meno bene, ma da ognuno ho imparato qualcosa. E tutto quello che ho imparato via via ho cercato in tutti i modi di trasmetterlo a chi mi ha affiancato, sempre, in
qualsiasi campo, così, oggi, sono orgogliosa di constatare quanto di mio ci sia nei miei collaboratori ed in chi si è affiancato a me in
questa lunga strada.
L’augurio che faccio a tutti coloro che lavorano qui è proprio questo: di riuscire a superare le fasi inevitabili di scoramento e frustrazione; di riuscire a passare sopra alle meschinità nelle quali ci invischiamo nella routine quotidiana, nei confronti di colleghi, superiori e, soprattutto, di sottoposti; di trovare sempre, in sintesi, un motivo, un progetto, anche piccolo, nel quale credere per poter spendere le proprie energie in modo gratificante.
Solo se ogni sera ci si può guardare allo specchio riconoscendo che, nonostante i problemi e magari (per noi) i soprusi incontrati, si
è agito con correttezza e onestà intellettuale, ci si può coricare nella consapevolezza di una dignità lavorativa e personale che nessuno ci può contestare. E, nella stessa misura, ci si sente parte di un meccanismo virtuoso che, realisticamente, non salverà il mondo,
ma si adopera per renderlo migliore. E così, sera dopo sera, la stessa riflessione si ripresenterà quando la carriera volgerà al termine
e allora si sarà fieri del lavoro di una vita e quello scambio vicendevole di esperienze, ci fornirà una preziosa dote di esperienza utilissima, non per fermarci, ma per ricominciare.
Stringendo tutti in un virtuale ma sentito abbraccio, Vi auguro ogni bene, ma soprattutto di vivere e lavorare in pace con voi stessi e con gli altri. Suona molto ecumenico…ma è sincero! PortandoVi sempre con me,
Matilde
************
UNA STORIA D’AFRICA
dove NON ESISTE MALASANITÀ perché LA SANITÀ NON ESISTE
A questo punto desidero citare un fatto accaduto in questi giorni. Qualcuno potrà trovarlo fuori luogo, ma sono convinta che ciò che
si fa a fin di bene è sempre ben fatto.
Otto anni fa, durante uno dei miei viaggi, in Madagascar conobbi una ragazzina che aveva gli stessi anni della mia figlia minore. Lavorava nel villaggio dove passavo la vacanza e mi si affezionò in modo incredibile. Era un fermento di progetti: studiare le lingue straniere, lavorare, fare grandi, piccole cose. Cercai di tenermi in contatto con lei, supportandola anche economicamente. Purtroppo, non
solo i soldi che le spedivo venivano immancabilmente trafugati, ma le mie lettere venivano rispedite al mittente. Cercai per un po’ di
tempo di trovare una soluzione, ma alla fine questo stress divenne insopportabile e troncai ogni comunicazione. Ogni volta che ripensavo a lei, comunque, avvertivo una fitta di rimorso (“farai come tutti gli altri, voi bianchi non mantenete mai le promesse. Come
arrivate a casa vostra, noi non esistiamo più”…). Lo scorso anno, la mia collaboratrice, Gemma, mi comunicò che si sarebbe recata in ferie proprio nello stesso villaggio. Fu un immediato rivivere il mio conflitto interiore. Senza alcuna speranza (erano passati sette anni) le diedi una foto ed una lettera con qualche euro, per la fanciulla (Alice) mai dimenticata, pregandola di fare delle ricerche.
Sanità Camuna
Gemma si diede da fare, ma pareva che Alice fosse sparita nel nulla. Passarono 15 giorni e arrivò il momento della partenza. Mentre
preparava le valigie fu chiamata dalla reception: una persona la aspettava fuori dal villaggio. La gente di colore ha ovviamente il divieto assoluto di mettere piede nei villaggi dei Vasà (Bianchi).
Gemma, con estremo stupore si trovò dinanzi un volto familiare (aveva osservato la
Alìce, Judianò e Jiuditià
foto molte volte) ma la figuretta che vedeva pesava almeno 20 chili in meno… Parlarono. Lessero la mia lettera e Alice pianse. Raccontò di essere sposata e mamma di tre
bambini e di aver perso il lavoro alla prima gravidanza, un anno dopo il nostro incontro. Si fece dare il mio numero di cellulare e se ne andò. Gemma riferisce di uno sguardo doloroso in un atteggiamento fiero e dignitoso. Mentre, al rientro al lavoro, la mia
collega mi stava riferendo l’accaduto, considerando con stupore come tutto fosse avvenuto all’ultimo minuto…suonò il cellulare. Era Lei, Alice. Non so descrivere la felicità di entrambe nel risentirci. Quel giorno mi sembrò di toccare il cielo con un dito: ero
riuscita a cancellare qualcosa di brutto dalla mia vita.
Solo ora sono in grado di capire come quel giorno rappresentasse qualcosa di molto,
molto più grande.
Da quel momento cominciò a tempestarmi di telefonate (ovviamente si faceva richiamare) e dovetti spiegarle che non potevo interrompere continuamente il lavoro. Si calmò, ma una sera, balbettando imbarazzatissima, mi spiegò che il giorno dopo avrebbe
dovuto essere operata di appendicite. “Ho l’appuntamento ma non ho i soldi”. Avvertii
che, senza volerlo, mi si stava indurendo il cuore, così come la voce. Un mare di sospetti mi attanagliava: ma è possibile che dopo pochissimi giorni dal “ricongiungimento” questa mi chieda già soldi? Perché una prende
l’appuntamento per un’operazione se non la può pagare? E se qualcuno la obbligasse a raccontare balle per sfruttare una sprovveduta Vasà? Tra l’altro il suo atteggiamento, che al telefono suonava persino un po’ altezzoso, e la reticenza con la quale rispondeva
alle mie domande, non mi aiutavano a dissipare i miei dubbi. D’altro canto, una parte di me si ostinava a rifiutare l’idea di un’Alice
subdola e imbrogliona e tutto ciò non faceva che mandarmi in totale confusione. Le chiesi quanto costava questa benedetta operazione: 100,00 euro. Di getto pensai che se si imbroglia, si imbroglia per qualcosa di più e le chiesi solo se poteva aspettare perché
stavo per partire. Mi rispose che poteva aspettare, anche perché “Senza soldi non mi ricoverano”. Feci una vacanza di alcuni giorni
e, al ritorno, sinceramente, di Alice non mi ricordavo più o forse mi rifiutavo di ricordare…
La voce che sentii al telefono pareva quella di un trapassato, non sembrava più lei, nemmeno mio marito la riconobbe. Mi disse solo
che stava male da morire, anzi che sarebbe morta e che i suoi bambini sarebbero rimasti orfani. Mi precipitai al primo sportello per
spedirle quei cento maledetti euro che spendevo di solito per acquistare qualche idiozia, maledicendomi per la mia ottusità e grettezza. La salvarono per i capelli. Era una bruttissima peritonite, se ce ne può essere una bella…
Quando, parecchi giorni dopo riprese il suo solito tono di voce mi ringraziò e disse che doveva a me il fatto di essere ancora viva, poi,
in un sussulto di orgoglio si corresse: “NO!, lo devo a Dio, che mi mandato te”. Meno male! Certo che Dio avrebbe potuto “mandarle” qualcuno più affidabile!
Le nostre telefonate continuarono. Alice si presentava sempre serena e grata ma io avvertivo che qualcosa non andava. Sempre della serie “le coincidenze” mi si presentò l’opportunità di un viaggio in Madagascar e vi arrivai alla fine di settembre. Alice non stava
più nella pelle dalla gioia. Si era organizzata per farci visitare l’isola e per intrattenerci nel migliore dei modi. Facemmo viaggi allucinanti su automobili prive di serbatoio, sostituito da due bottiglie di benzina posizionate in mezzo alle gambe, che dovevano essere
sostituite dopo pochi chlilometri, (le bottiglie, ovvio, le gambe invece le avremmo dovute sostituire alla fine di ogni viaggio…) a dei
costi spaventosi. Insomma fummo in grado veramente di immergerci nella vita malgascia. Ma solo quando visitammo la casa di Alice e vedemmo i suoi bambini, capimmo veramente. Il marito lavorava per un boss della zona commerciando in oggetti di oreficeria.
Le cose andavano bene e Alice poteva permettersi di fare ed allevare bambini senza dover lavorare. Un giorno però le cose cambiarono. Il marito subì un furto e quando comunicò il fatto al “padrone” questi prese la palla al balzo, lo denunciò con l’accusa di aver
venduto la merce e di aver intascato il ricavato. Il ragazzo fu arrestato. Pochi giorni prima avevano preso l’appuntamento in ospedale,
perché Alice fosse operata. Il boss fece sequestrare loro ogni cosa, persino i giocattoli dei bambini. Dopo una decina di giorni il marito fu rilasciato, non senza aver firmato l’impegno a rifondere quanto restava, oltre al ricavato del sequestro, e cioè 800,00 €, entro
sei mesi. Si deve pensare che lo stipendio di un impiegato, in Madagascar, si aggira intorno ai 40 € al mese.
E così ci ritrovammo lì, tutti seduti sull’unico mobile che costituiva l’arredamento della casa, il letto matrimoniale, dove dormivano, sedevano, insomma vivevano, moglie, marito e bambini. Alice raccontava tutto tra le lacrime e mi mostrava le foto della sua bella casa
con mobili di pregio, ricami e tappeti. Ora rimanevano due scatoloni dove erano riposti abiti e biancheria. Quando le chiesi come fa-
7
8
Sanità Camuna
cesse a cucinare senza nemmeno un fornello, mi rispose che non era un problema perché da molto non mangiavano. Il marito andava a piedi tutti i giorni (60 km) dalla mamma di Alice che abitava “in campagna” per portare a casa per cena alcuni ortaggi per i
piccoli. Non ho voluto chiederle perché non si fossero trasferiti dalla madre, almeno per un po’, per i piccoli, ma ci sono cose che noi
Vasà non siamo in grado di capire. Vedevo la piccola che, carponi sui guanciali, spiava tra le canne della parete dietro al letto e Alice mi disse sorridendo che guardava i cartoni animati al televisore dei vicini. Con una fitta pensai alla marea di dvd, canali televisivi e play station varie nella quale annegano i nostri bambini. Ma soprattutto pensai che la priorità in quel momento erano quei tre
piccoli con le braccine sottili e gli occhi vacui. Nel cercare di rincuorarla le dissi che almeno aveva un tetto sopra la testa e …venne
la botta finale: non pagavano l’affitto da quattro mesi e di li a poco il padrone di casa li avrebbe buttati fuori. Per rincarare la dose
scoprimmo che pagavano un affitto da capogiro per quei due buchi vuoti, in mezzo ad una discarica, senza acqua. Cominciammo
a rimpinzare piccoli e mamma di pappa reale, integratori vitaminici e fermenti lattici. Devo dire che solo dopo tre giorni di cura tutti dimostravano un aspetto sorprendentemente sano. Non è il caso di descrivere come andarono le cose. Quello che importa è che la
famigliola festeggiò il Natale in una casa libera da debiti d’affitto (e ridotto), libera da quella tremenda spada di Damocle del debito capestro, con mamma Alice che aveva trovato un lavoro e che non smetteva di ringraziare la sua mamma e il suo papà Vasà per
aver loro dimostrato che si può ricominciare.
MA. Purtroppo c’è sempre un MA nella vita reale, soprattutto in Africa.
Pochi giorni fa Alice mi chiama dicendomi che è preoccupata perché il più piccolo (Judianò, due
anni a marzo) ha la febbre altissima e la dissenteria e lei ha finito fermenti lattici e tachipirina. Le
dico che deve assolutamente andare in farmacia e acquistarli, e vedere di trovare il Bactrim; se
avesse avuto problemi le avrei mandato i soldi. I farmaci in Madagascar non si trovano e, se si trovano, sono fuori portata della gente normale. Il piccolo deve stare veramente male, perché chiamano il “dottore” che fornisce loro paracetamolo e altro. Anche il medico costa troppo, tanto è vero
che la maggior parte della gente si rivolge allo sciamano. Dopo 5 giorni Alice mi chiama dall’ospedale; il medico ha voluto il ricovero. Meno male, mi dico, e la rassicuro che l’ospedale sarà pagato. Non ho considerato che là gli ospedali non hanno né ferri chirurgici né farmaci. Il giorno dopo,
mentre sto mangiando con i miei colleghi, mi arriva un messaggio e distrattamente butto l’occhio:
si tratta di Alice. Non ho bisogno di aprirlo, le sole tre parole si leggono chiaramente sul display:
Judianò est morte.
Judianò
Per giorni, oppressa dal senso di impotenza e frustrazione, me la sono presa con il mondo, sì il
mondo occidentale, quel mondo che, pensavo, permette che un piccolino muoia perché non puoi
fargli avere un disinfetante intestinale o qualche altra porcheria, invece ora so che queste situazioni non sono solo permesse ma imposte e mi rendo conto che è tanto facile e liberatorio dare la responsabilità di tutto al mondo, alla globalizzazione e ad altre fregnacce del genere, ma il mondo siamo noi, ognuno di noi.
è così che in questo momento penso che sia sacrosanto argomentare di ticket, di DRG, di spread ecc, e altrettanto sacrosanto sia imputare enormi responsabilità alle multinazionali farmaceutiche e del petrolio, ed ai grandi banchieri, ma forse dovremmo provare ad
alzare il tiro e chiederci se noi, pur nel nostro piccolo, ci siamo mai sentiti coinvolti in queste brutture. è ovvio che se dobbiamo arrabattarci per arrivare in qualche modo a fine mese, non c’è molto spazio per le disgrazie altrui ma, forse, a volte basterebbe valutare
se i nostri problemi si possano anche solo paragonare a quelli del cosiddetto terzo mondo. Certo sono pochi coloro che possono impegnarsi su questo fronte in prima persona, in concreto. Si può però sostenere queste persone concorrendo economicamente a realizzare un’infinità di cose. Ciascuno di noi si può privare anche di poco, di pochissimo, anche di un’inezia, ma quell’inezia per qualcuno rappresenta la differenza fra vivere e morire, e quando
a morire è un bambino, l’abbiamo ucciso tutti.
Perdonatemi lo sproloquio, ma approfitto dell’occasione per dare spazio alle iniziative di Manina Consiglio, un’aristocratica napoletana cha
ha lasciato tutto e dedicato la vita ai bambini malgasci.
In questo periodo Manina è in Italia per raccogliere aiuti; se fosse stata là, il piccolo sarebbe ancora vivo. Su questo giornale sono state
ospitate iniziative benefiche di vario genere, questa volta Vi presento
“I bambini di Manina”, li troverete a fine giornale.
Lei ha dato tutto quello che aveva: soldi, anima e cuore e noi possiamo aiutarla. Grazie.
Manina
Matilde Comensoli - Direttore della Comunicazione
Sanità Camuna
SCLEROSI MULTIPLA: L’AIUTO VIENE DA INTERNET
CON IL PROGETTO “GUIDED SELF HELP”,
ATTUAZIONE DI GRUPPI DI AUTO-AIUTO GUIDATO PER UTENTI CON SM
Il 17 settembre 2011 a Boario Terme si è tenuto il Convegno “Ricerca terapie - obiettivi - benefici” promosso dall’AISM (Associazione Italiana
Sclerosi Multipla), con il patrocinio dell’ASL di Vallecamonica-Sebino.
A seguito delle problematiche e degli approfondimenti emersi in quella
sede, il Direttore Sanitario dell’ASL, Dr Fabio Besozzi Valentini, ha presentato una proposta: avviare uno studio specifico finalizzato all’attivazione di
un servizio di auto-aiuto, guidato dalle strutture dell’ASL a vantaggio degli
utenti con Sclerosi Multipla (SM).
L’Asl Vallecamonica-Sebino si è quindi impegnata nello sviluppo di un progetto sperimentale e fortemente innovativo finalizzato al supporto
psico-sociale dei pazienti affetti da SM.
Il progetto prevede l’utilizzo di strumenti multimediali (computer, web-cam,
microfono) e di alcune funzioni interattive fornite da un programma on-line
riconosciuto universalmente come social network gratuito e facilmente accessibile da parte di tutti i possessori di una rete internet.
Sfruttando le funzioni principali messe a disposizione dal programma citato ci si è attivati nella strutturazione di un gruppo di auto-aiuto guidato on
line dedicato interamente ad operatori e pazienti affetti da SM, attraverso
il quale si potranno acquisire maggiori competenze per il controllo della malattia, dandosi sostegno informativo, socializzando
apprendendo strategie di gestione dello stress e imparando nuovi modi per fronteggiare la malattia, oltre alla possibilità di ampliare le proprie conoscenze e le proprie relazioni non necessariamente legate alla malattia in questione.
Tutti questi aspetti e queste possibilità sono garantite dai servizi utilizzabili all’interno del social network che si va ad utilizzare
tra cui la possibilità di pubblicare i propri pensieri all’interno di una bacheca comune, la possibilità di farsi conoscere attraverso
fotografie o informazioni personali, la possibilità di comunicare con gli altri membri del gruppo attraverso l’utilizzo della chat o
del videoritrovo (funzione di punta e fortemente impiegata negli incontri del gruppo); tutte possibilità interattive da poter svolgere comodamente da casa con il proprio pc senza limiti di tempo, orario e senza nessun costo.
Per limitare i rischi legati alla navigazione in rete e per garantire
la completa privacy alle persone interessate a farne parte il suddetto gruppo è privato e chiuso ai soli membri e per farne parte è richiesta un autorizzazione che gli operatori ASL rilasciano ai
pazienti precedentemente contattati. L’iscrizione a tale servizio è
gratuita e completamente seguita personalmente da parte dei nostri operatori, dopo essersi assicurati dell’adeguatezza degli strumenti multimediali posseduti dagli utenti.
Ogni partecipante viene affiancato a domicilio per i primi ed eventuali successivi approcci al progetto.
Una delle finalità principali di tale iniziativa è quella di sopperire alle difficoltà di accesso per la mancanza di autonomia dei pa-
9
10
Sanità Camuna
zienti e la conseguente necessità di coinvolgimento di terzi per
l’accompagnamento preso le strutture sanitarie.
Il progetto è tutt’ora operativo dal gennaio 2012 in seguito
a precedenti test e sperimentazioni individuali tra operatori e
tra operatori e pazienti con il supporto dei sistemi informativi
aziendali. A questo proposito si ringraziano il Dr Francesco Romellini e Gianmario Sacristani per il prezioso supporto fornito.
Gli utenti che partecipano sembrano essere molto soddisfatti del servizio messo a disposizione, poiché consente di riallacciare contatti prima deficitari a causa della malattia e delle sue
conseguenze e dimostrano facilità di apprendimento e di utilizzo del programma interattivo.
Il prossimo obiettivo sarà quello di ampliare l’accesso al gruppo dedicato coinvolgendo altri utenti, familiari, l’AISM, i Medici di
Medicina Generale, tenendo conto dell’impatto positivo riferito da chi già usufruisce di tale proposta.
Dr.ssa Giacinta Pini - Referente del Progetto e Dr Giorgio Pellegrini
Sanità Camuna
11
Dedicato ai dipendenti
SODDISFAZIONE DELL’UTENZA (CUSTOMER) ANNO 2010
ANALISI DEI DATI E RIFLESSIONI
è disponibile sull’Intranet aziendale il resoconto della rilevazione Customer, effettuata tramite somministrazione di questionari, predisposti da Regione Lombardia, relativamente all’area
Ricoveri ed all’area Ambulatoriale della nostra Azienda. La Customer rappresenta infatti il primo strumento a disposizione
di un’Azienda, per “misurarsi” e migliorare. Risulta opportuno
quindi considerare attentamente i risultati e allo stesso tempo
darne informazione ai cittadini - che hanno dato il loro contributo - in modo da illustrarne meglio le potenzialità di utilizzo
e l’importanza della collaborazione, favorendo così la partecipazione.
Area Ricoveri
Innanzitutto è necessario rilevare alcuni dati relativi alle caratteristiche generali del campione di utenza esaminato: i ricoverati presso le nostre strutture nel corso del 2011 sono equamente distribuiti fra maschi e femmine, con un livello di scolarità piuttosto basso.
Si evidenzia il trend degli anni precedenti relativo all’invecchiamento della popolazione ricoverata: infatti la fascia di età maggiormente rappresentata è quella degli over 75.
Cala leggermente la percentuale di stranieri ricoverati (7% rispetto al 9% del 2010).
è interessante notare che 4 ricoveri su 10, secondo i pazienti intervistati, sono avvenuti d’urgenza. Il dato è inverosimile e probabilmente è inteso in modo non corretto, così come la percentuale molto bassa di ricoveri in Day Hospital e in Day Surgery (solo il 5%; D01). Questa interpretazione errata della D01 si rivela una costante negli anni.
Dall’analisi delle risposte complessivamente si osserva che, nella rilevazione 2011, la somma delle risposte “Abbastanza soddisfatto” e “Molto soddisfatto” è leggermente inferiore rispetto alla rilevazione 2010; se da un lato quasi tutte le domande presentano percentuali di risposta positiva considerate soddisfacenti (> 90%), quest’anno abbiamo tre domande che scendono sotto questa soglia indicativa (contro una sola nel 2010).
Si conferma la storica criticità evidenziata dalla D02 (Tempi di attesa per ottenere il ricovero), che rimane stabile
all’89%, alle soglie della positività, ma non in miglioramento. Peggiorano sensibilmente le risposte alla D10 (Organizzazione
dell’Ospedale nel suo insieme), che passa dal 92% di soddisfatti all’89% e la D11 (Indicazioni fornite dagli operatori sul dopo-dimissioni), che passa dal 92% all’88%.
Alcune carenze emergono anche dalle segnalazioni “a risposta libera” fornite dall’utenza: in particolare vengono segnalate per i
tempi di attesa e l’organizzazione del Pronto Soccorso di Esine, la qualità del vitto (sia a Esine che a Edolo) e la pulizia o non conformità di alcuni ambienti (in particolare a Edolo vi sono segnalazioni circa la
rottura o lo scarso isolamento dei serramenti). Alcuni segnalano la carenza di personale infermieristico.
L’elaborazione delle domande del questionario divise per singolo reparto conferma le criticità segnalate dalle D02, D10 e D11:
i reparti che presentano un elevato numero di risposte sotto la soglia di positività del 90% risultano essere la Chirurgia di Esine e la Pneumologia (in netto peggioramento rispetto agli anni precedenti); non del tutto soddisfacenti le percentuali di risposta
positive per quanto riguarda la Cardiologia e l’Ortopedia e Traumatologia di Esine (anche se quest’ultima evidenzia un notevole miglioramento rispetto alla rilevazione 2010).
12
Sanità Camuna
Area Ambulatori
Le caratteristiche generali del campione di utenti che accedono ai servizi ambulatoriali presentano alcune differenze rispetto a
quelle degli utenti ricoverati: vi è infatti una maggioranza di utenti femmine rispetto ai maschi (54% - 37%) e la fascia più rappresentata è quella dai 51 ai 65 anni.
Il modo preferito dall’utenza per prenotare il servizio ambulatoriale risulta per la prima volta quello dello sportello (42%), seguito dal telefonico (40% del campione), un’inversione rispetto agli anni precedenti.
Pur presentando una percentuale di soddisfatti inferiore all’Area ricoveri, soprattutto per quanto riguarda alcune risposte cronicamente sotto il 90%, si evidenzia per l’Area Ambulatori un forte miglioramento della percentuale di utenti soddisfatti rispetto alle rilevazioni precedenti, una tendenza che si sta consolidando negli anni; tali percentuali risultano significativamente incrementate per molti aspetti considerati, superando anche il 90%. Si sottolineano i valori del 90%
relativo alla D08 (“chiarezza e completezza delle informazioni e spiegazioni ricevute”), del 92% alla D09 (“attenzione ricevuta
dal personale infermieristico e/o tecnico”) del 91% relativo alla D10 (“rispetto riservatezza personale”), e la significativa D11,
che richiede una valutazione complessiva del servizio ambulatoriale (91% di soddisfatti).
Gli aspetti da considerare sono quelli relativi alla D02 (“Servizio Prenotazione”, 81% di soddisfatti), alla D04 (“Servizio di Accettazione Amministrativa e pagamento Ticket”, 77% di soddisfatti), alla D05 (“Accessibilità, Confort e pulizia degli ambienti”,
con l’87% di soddisfatti) e alla D06 (“Rispetto degli orari, con l’83% di soddisfatti). Comunque queste domande presentano un
aumento delle risposte soddisfacenti.
Si riconferma invece come forte criticità dei servizi ambulatoriali la questione esplicitata dalla D03 (“tempo di attesa dalla prenotazione alla data della prestazione”), che presenta la stessa percentuale di risposte positive del 2010 (68%), non evidenziando alcun auspicato miglioramento.
Queste problematiche si evincono anche dalle segnalazioni “a risposta aperta”: infatti oltre ai lunghi tempi di attesa dalla prenotazione alla visita si lamentano anche difficoltà nella prenotazione telefonica (“non rispondono al telefono”), il mancato rispetto degli orari di visita (“la visita ha subito un ritardo di 1h e 15”), la poca pulizia di alcuni ambienti e la carenza di alcune
attrezzature, soprattutto per quanto riguarda la Riabilitazione del Poliambulatorio di Darfo. Numerose segnalazioni riguardano una presunta mancanza di personale per la Riabilitazione di Esine, soprattutto per quanto riguarda la necessità di organizzare un servizio di segreteria.
Anche l’analisi dettagliata delle valutazioni dei singoli servizi ambulatoriali degli ospedali di Esine ed Edolo, nonché ambulatoriali territoriali, conferma che le criticità sopra evidenziate riguardano tutti i tipi di servizio, in ogni sede del territorio.
Rispecchiando il trend generale, i singoli servizi vedono migliorate rispetto al 2010 le percentuali di risposta soddisfacenti. Infatti si nota che un considerevole numero di essi riesce a raggiungere - per uno o più aspetti presi in considerazione - la soglia di positività del 90%, con percentuali medie complessive comunque fra l’80% ed il 90%; come si è detto ciò che
contribuisce ad abbassare le medie in ogni servizio sono proprio le percentuali riguardanti gli aspetti evidenziati in precedenza,
soprattutto quelli relativi alle D02, D03, D04 e D06.
Fra i servizi che ottengono le percentuali di soddisfazione più elevate troviamo l’Urologia di Esine, la Neurologia di Esine,
l’Endoscopia di Esine ed Edolo, l’Endocrinologia di Esine, la Chirurgia di Esine e Edolo, la Cardiologia di Esine, la Nefrologia di Edolo; le percentuali di soddisfazione più basse sono ottenute dall’Ortopedia di Esine, dalla Riabilitazione di Esine, dalla Riabilitazione e dall’Endocrinologia di Edolo, e dai Poliambulatori di Darfo e Pisogne.
Conclusioni
Anche quest’anno lo strumento della Customer Satisfaction ha evidenziato la
volontà da parte degli utenti di collaborare per la buona riuscita dell’indagine.
Ciò è dimostrato dal fatto che i questionari sono per la maggior parte compilati con scrupolo e attenzione, permettendo di ricavarne informazioni attendibili.
Rispetto agli scorsi anni appaiono aumentate anche le segnalazioni a risposta
“aperta”, che evidenziano con maggior precisione alcune criticità. Complessivamente si può affermare che la qualità dei servizi resi è percepita in modo positivo, anche se i margini di miglioramento sono ancora tanti, alcuni dei quali riguardanti purtroppo problematiche consolidate.
Siro Casatti
Sanità Camuna
13
POSITIVO ESORDIO DEL PROGETTO DI FORMAZIONE
A DISTANZA PROMOSSO DALL’ASL
Ha preso il via lo scorso novembre, un progetto formativo dedicato alla prevenzione e gestione delle cadute in ospedale, erogato
in modalità elearning e accessibile on-line all’indirizzo www.formazionesanitaria.it/aslvallecamonicasebino
Tutti i contenuti proposti all’interno del corso, sono stati realizzati da una equipe interdisciplinare composta da personale dipendente dell’azienda sanitaria, coadiuvato da tecnici
informatici della società Invisiblefarm. Questa soluzione ofVideoconferenza
fre l’importante vantaggio di poter calare l’attività formativa
Streaming Video
Collaborazione
adattandola alle specificità aziendali, nonché agli standard e
Docente
INTERNET
ai protocolli adottati. In questo senso il progetto rappresenRegistrazione
ta un’esperienza unica nel panorama della formazione a diVideo on demand
stanza, dove spesso vige la standardizzazione e la trasversaStreaming Audio
Gruppo
di allievi
lità dei contenuti, prodotti in modo da adattarsi a realtà tra
loro molto diverse.
Il progetto ha inteso realizzare una fruizione multimediale dei
Collaboratore
moduli didattici, che fosse in grado di replicare al meglio una
Allievo
lezione condotta in aula. L’efficacia del metodo adottato è evidente nella possibilità offerta al discente di ascoltare l’audio del docente che illustra la lezione, sincronizzato con le diapositive della presentazione.
I contenuti sono stati arricchiti da un contributo video, realizzato con la partecipazione di studenti del Corso di laurea infermieristica, che hanno simulato le principali casistiche nell’ambito del rischio di caduta dei degenti. La successione di comportamenti a rischio seguiti dall’applicazione delle corrette procedure, mirano ad illustrare con l’immediatezza delle immagini il significato dei protocolli e la loro corretta modalità di applicazione.
I vantaggi emersi nel corso dei due mesi di erogazione del corso, spesso riportati nei questionari di gradimento compilati dai discenti, sono riassumibili nei seguenti punti:
- Possibilità di seguire le lezioni da qualsiasi postazione collegata ad internet, indifferentemente da lavoro o da casa.
- Nessun vincolo di orario e di date (es. nei giorni festivi).
- Le lezioni e tutto il materiale didattico possono essere consultati più volte senza alcun limite.
Gruppo
di lavoro
Tra le ricadute positive di una gestione FAD dell’attività formativa è inoltre da annoverare la completa dematerializzazione di moduli e questionari, gestiti in via esclusiva tramite la compilazione guidata di interfacce web. Alcune perplessità potrebbero nascere dall’apparente assenza di comunicazione tra discenti e docenti. In realtà tale comunicazione è possibile attraverso una modalità informatica che si realizza tramite un sistema di messaggistica integrato nella piattaforma elearning.
Il percorso formativo del corso attivato, articolato nella fruizione delle lezioni multimediali, nel superamento del test di apprendimento e compilazione del questionario di gradimento, è stato completato nel 2011 da 169 discenti che hanno maturato i crediti
ECM previsti dal corso. A questo proposito è interessante notare come ben il 55% dei discenti abbia seguito il corso durante orari tipicamente extra lavorativi (la sera e nel corso del fine settimana). Questo avvalora le considerazioni che promuovono la formula della formazione a distanza ed in particolare la sua adattabilità alle esigenze professionali e di gestione del proprio tempo.
In fine, a seguito di una favorevole valutazione complessiva del progetto pilota e in considerazione delle numerose richieste
avanzate dai discenti in merito ad una continuazione della positiva esperienza, l’ufficio formazione dell’ASL sta lavorando alla
progettazione di due nuovi corsi FAD che saranno erogati nel corso del 2012.
Un particolare ringraziamento agli operatori del Sitra e ai Coordinatori infermieristici, all’Ufficio Qualità, alla Direzione Sanitaria di presidio e al Corso di Laurea per la disponibilità e l’entusiasmo dimostrato nella progettazione e realizzazione dell’innovativo progetto formativo.
Dr.ssa Elena Fanetti - Responsabile dell’Ufficio Aggiornamento e Formazione
14
Sanità Camuna
L’angolo dell’Informazione
SANITÀ: SCATTANO I NUOVI TICKET SU 29 CURE MEDICHE;
SI PAGHERANNO 66 EURO PER I PICCOLI INTERVENTI
(Tratto dal Corriere della Sera 25-1-2012)
Dal 1° Gennaio gli utenti che avevano prenotato interventi di microchirurgia si trovano, per la prima volta, costretti a dover mettere
mano al portafoglio. Secondo quanto stabilito da Regione Lombardia, infatti, scattano 66 euro di Ticket per 29 interventi, che quindi
non saranno più gratuiti. L’assessorato alla Sanità ha definito, voce per voce, tutti i tipi di prestazione sanitaria su cui bisogna pagare;
i costi sostenuti dal Servizio Sanitario per ciascuna di esse sono superiori ai 1.000 euro. Di qui, i 66 euro da sborsare, che sono il risultato di una triplice manovra: il Ticket massimo di 36 euro mandato in pensione a luglio dal ministro Tremonti, la decisione della Lombardia di rimodulare i rincari voluti da Roma in base al costo delle prestazioni (con aumenti fino ad un massimo di 30 euro) ed infine la scelta del Pirellone di prevedere una compartecipazione del cittadino per le prestazioni in Day Hospital finora gratuite. La lista
dei rincari è lunga (vedi elenco sotto); fra gli interventi più comuni ci sono la liberazione del tunnel carpale, l’intervento di
cataratta, lo stripping delle vene varicose e la biopsia dell’utero. Si aggiungono, poi, le sedute di riabilitazione complessa.
Non pagherà il Ticket da 66 euro chi è esente per malattia cronica e per gli over 65 con un reddito inferiore ai
38.500 euro l’anno. Secondo le stime del Pirellone, dunque, il provvedimento rischia di colpire solo un cittadino su tre. Non sono
attese per il momento altre disposizioni in merito.
Gli interventi non più gratuiti: Liberazione tunnel carpale; Correzione retrazione palpebra; Ricostruzione palpebra; Intervento di
cataratta; Legatura e stripping vene varicose; Altra asportazione di vene arto inferiore; Gastrotomia percutanea endoscopica; Circoncisione; Biopsia dell’utero e anestesiologia ed anestesia, esami pre-intervento, medicazione, rimozione punti, visita di controllo; Riparazione di dito a martello/artiglio; Artroscopia del polso; Artroscopia diagnostica del ginocchio; Asportazione artroscopica di cartilagine semilunare ginocchio; Sinoviectomia della mano e delle dita; Artroplastica dell’articolazione metacarpofalangea; Artroplastica
dell’articolazione carpocarpale; Esplorazione fascia tendinea della mano; Fasciotomia della mano; Asportazione lesione fascia tendinea della mano; Asportazione altre lesioni tessuti molli della mano; Borsectomia della mano; Altra tendinectomia della mano; Altra asportazione tessuti molli della mano; Sutura tendini della mano; Reinserzione tendini della mano; Lisi di aderenze della mano;
Esplorazione fascia tendinea della mano.
************
CONSENSO ALLA DONAZIONE CON LA CARTA DEI SERVIZI
(Tratto dal Giornale di Brescia)
Da gennaio di quest’anno in Lombardia si può utilizzare la Carta SISS, già pienamente operativa nel sistema sanitario lombardo, per
esprimere l’eventuale consenso dei cittadini alla donazione degli organi, sfruttandone così le potenzialità operative. La mozione, che
è stata approvata in Consiglio regionale proposta dalla presidente della commissione sanità, Margherita Peroni, e sottoscritta da tutti i componenti, intende semplificare e accelerare le modalità di consenso, incrementando così le donazioni degli organi e la possibilità di eseguire trapianti. “Attualmente - spiega Peroni - in Lombardia
I tempi medi di attesa
Pazienti in lista d’attesa
si registra un trend positivo (e superiore alla media europea) nelle dovanno da:
1 anno per il fegato a
nazioni di organi, con 21 donazioni per milione di abitanti. Ma su 9000
4 anni per rene
cittadini in lista d’attesa per un trapianto, solo poco più di un terzo ogni
anno riceve l’organo salvavita e 300 muoiono per carenza di donazioni.
Fegato: 1550
è evidente, dunque, che è nostro dovere fare tutto il possibile per sensibilizzare i cittadini su questo tema e favorire le donazioni, anche perché
Cuore: 654
la Lombardia può contare su 21 centri di eccellenza, pubblici e privaPolmone: 231
ti.” Nel corso delle audizioni svolte dalla Commissione sanità con associazioni costituite per la promozione e diffusione della cultura della doRene: 8287
nazione è stato più volte sollecitato l’utilizzo della carta dei Servizi per
Comea 7000 circa
esprimere il consenso o meno alla donazione degli organi.
Sanità Camuna
15
HUCARE: IL VALORE DELLA COMUNICAZIONE IN CAMPO ONCOLOGICO
Liberamente tratto dal sito “Ok La Salute Prima di Tutto” consulenza scientifica (Fondaz. Umberto Veronesi) 7.10.2011
Si è concluso il Progetto “HUCARE” (HUmanization of CAncer caRE), finanziato dal Ministero della Salute e da Regione Lombardia e durato 4 anni.
Unica in Italia e fra le prime al mondo nel suo genere, l’iniziativa ha coinvolto dal 2008
a oggi oltre 700 professionisti e 29 strutture. Soltanto in 25 hanno ottenuto il riconoscimento dopo aver raggiunto almeno 3 dei 5 scopi previsti:
• corsi di formazione alla comunicazione per tutto il personale (medici e infermieri);
• applicazione sistematica di un percorso informativo e di supporto per tutti i nuovi pazienti;
• utilizzo di una lista di domande chiave che i malati possono rivolgere all’oncologo perché dispongano delle informazioni necessarie sulla neoplasia e sulle migliori terapie disponibili;
• un infermiere di riferimento dedicato a ogni nuovo paziente che inizia un trattamento;
• rilevazione dello stato di ansia e depressione per tutti i malati grazie a un questionario ed eventuale consulenza psicologica (se
indicata).
«L’obiettivo finale di Hucare», spiega Rodolfo Passalacqua, responsabile scientifico del progetto e primario di oncologia a Cremona, «è ridurre il disagio psicologico dei pazienti oncologici e aumentare l’adesione alle cure tramite interventi di dimostrata efficacia per identificare precocemente le persone più vulnerabili e migliorare il loro stato di salute psicosociale. E gli ospedali che
hanno concluso con successo l’intero percorso sono stati premiati con un certificato contenente un numero di farfalle (il logo del
progetto) pari al numero degli obiettivi raggiunti, ad attestarne la qualità».
I partecipanti hanno seguito un corso di alta formazione per migliorare le competenze comunicative. «Così», conclude Passalacqua, «siamo riusciti a ridurre significativamente il malessere psichico grave grazie a un percorso che permette di individuarlo tempestivamente. È cambiato completamente il modo in cui i pazienti vengono accolti in reparto: in ogni struttura è presente uno psicologo e a ogni malato è assegnato un infermiere di riferimento a cui può chiedere assistenza e informazioni».
Riguardo ai 25 ospedali premiati dal progetto Hucare, la Lombardia è la regione più virtuosa, con ben 22 centri certificati. Rientrano fra i reparti a misura d’uomo, reparti di grandi ospedali, come il Policlinico di Milano, ma anche piccoli presidi eccellenti, come l’oncologia medica dell’ospedale di Saronno.
Anche il bresciano e il bergamasco si sono brillantemente distinti; figurano infatti fra i premiati con la “farfalla” ben tre ospedali dell’AO Bolognini di Seriate, due degli “Spedali Civili” di Brescia, i “Riuniti” di Bergamo e le AAOO di Desenzano e Chiari.
************
LE NOVITÀ PIÙ SALIENTI INTRODOTTE
DAL DL “SEMPLIFICAZIONE” 27.1.2012
Gli interventi di semplificazione introdotti dalla manovra sono stati approvati con l’intento di “snellire per abolire vincoli allo sviluppo e anche per eliminare spese superflue”. Tutto l’impianto si regge su di un cardine fondamentale: il ricorso alle nuove tecnologie, o, meglio, alla modalità telematica. La maggior parte dei tagli fa affidamento infatti sull’abolizione della carta e meno carta non significa solo procedure amministrative più spedite ma anche costi ridotti. Basti pensare (due soli esempi, fra tutti) che con
la sola abolizione del Documento programmatico sulla sicurezza, previsto dal Codice della privacy, le aziende risparmieranno 313
milioni di euro l’anno e con lo snellimento dei cambi di residenza e degli altri certificati, si risparmieranno 10 milioni.
Gli interventi più importanti sono stati ampliamente divulgati e approfonditi dai mass media.
Su queste pagine si è ritenuto di riportare uno “specchietto” riassuntivo delle iniziative che toccano in qualche modo i rapporti con il sistema socio-sanitario.
16
Sanità Camuna
Percorsi agevolati per il Cittadino
RINNOVO PATENTI
Più facile il rinnovo delle patenti
per gli ultraottantenni: ci si potrà
rivolgere a un medico e non solo
alla commissione medica.
CONCORSI
Le domande per partecipare a concorsi delle amm.ni pubbliche centrali dovranno essere mandate
esclusivamente per via telematica. I bandi che non rispetteranno
questa condizione saranno dichiarati nulli.
DISABILI
I verbali delle commissioni mediche sostituiscono le attestazioni medico legali richieste. Es: Rilascio contrassegno invalidità per il parcheggio - Usufruire
dello sconto IVA sull’acquisto di auto
per disabili - Esenzione del bollo auto Imposta di trascrizione al PRA per passaggio di proprietà…
… e per le Aziende
SAGRE E FIERE
Per poter vendere alimenti e bevande in fiere e sagre è sufficiente la segnalazione certificata di inizio attività. Non sono più necessari
i requisiti fino ad ora richiesti.
AGRICOLTORI
Semplificate le procedure che permettono agli imprenditori agricoli
di esercitare l’attività di vendita diretta in forma itinerante: Basta inviare la comunicazione al Comune
sede dell’azienda agricola.
APPALTI
Sarà istituita la banca dei contratti
pubblici in cui confluiscono i certificati delle ditte che partecipano agli
appalti pubblici. Così i partecipanti
non dovranno presentare ogni volta gli stessi documenti.
PRIVACY
Scomparso l’obbligo annuale
di redigere il Documento programmatico sulla sicurezza.
A cura della Redazione
17
A dicembre il Dr Renato Pedrini, Direttore Generale della nostra ASL ha rilasciato l’autorizzazione definitiva al funzionamento
per la Casa di riposo Fondazione Ente “Celeri” Onlus di Breno. Un traguardo importante, un obiettivo raggiunto che permette
a tutte le RSA della Valle di essere in regola con le direttive imposte da Regione Lombardia.
I lavori per l’adeguamento strutturale del “Celeri” hanno visto impegnati per più di 2 anni professionisti, tecnici ed imprese
supervisionati dai consigli, assistenza tecnica e visite di controllo da parte dei tecnici dell’ASL: un lavoro in sinergia per un
edificio di oltre 4.000 mq coperti e di 1.800 mq di pertinenza esterne.
Un realizzazione complessa, che ha visto la creazione di due nuclei per
ospitare 55 ospiti - 6 posti a sollievo e di 2 mini-alloggio. La struttura
è antisismica, dispone di riscaldamento a pannelli radianti a soffitto e
rinfrescamento in estate e ricambio forzato dell’aria che colloca l’edificio in classe C. Le facciate del corpo più antico dell’edificio sono state
restaurate. L’inaugurazione, nel giorno della Festa Patronale dell’Ente,
11 febbraio (BV Maria di Lourdes) è stata una festa condivisa con le
autorità civili e politiche valligiane e con la Senatrice Emanuela Baio,
membro della Commissione Sanità del Senato della Repubblica che
ci ha onorato della sua presenza, contribuendo a rendere ancor più
significativa questa giornata.
Il presidente Walter Sala ha ringraziato tutti gli attori di questo risultato e non ha mancato di sottolineare “il ruolo delle RSA
che nel sistema Camuno, con la loro offerta di 1000 posti letto e di altrettanti posti di lavoro, quasi esclusivamente femminili,
con impegni finanziari complessivamente intorno ai 40 milioni di euro, pari al loro fatturato, sono parte integrante del sistema
sociale ed economico valligiano, a cui hanno dato fiato con gli investimenti e ossigeno attraverso l’incremento costante di
posti di lavoro”. Ha inoltre dichiarato apprezzamento “per lo sforzo delle istituzioni di voler costruire una rete finalizzata ad
incrementare la qualità dell’offerta attraverso la collaborazione di figure apicali (direttori generali, sanitari, amministrativi),
mettendo appunto in rete specialità come la geriatria e la fisioterapia, la gestione unitaria del personale ed, in particolare, la
mobilità dello stesso, nel settore delicato degli approvvigionamenti, sulle tariffe comuni. Con la richiesta al Coordinamento delle
Case di Riposo ed ai Sindaci di riferimento di assumere un ruolo trainante nelle politiche comprensoriali del Terzo settore: tre
proposte concrete agli interlocutori dell’intesa territoriale; una riflessione altrettanto concreta sulle esposizioni bancarie legate
agli investimenti. In tema di formazione del personale: valutare come si possano azzerare gli oneri riflessi sulle ore di formazione
e valutare quale risposta possa offrire il sistema delle RSA al ricovero ospedaliero”.
Ha inoltre informato della promessa fatta dal Presidente della Commissione Regionale Sanità Margherita Peroni, di approfondire questi temi in un incontro specifico con le RSA camune presso la RSA di Breno.
Sono poi intervenuti i tecnici estensori del progetto, il progettista e DL Arch. Mario Ippoliti, l’Ing. Massimo Oldrati circa la
soluzione strutturale, l’Ing. Sergio Damiola sulle particolarità impiantistiche ed infine Dario Guerini e Laura Guitti in merito al
restauro della facciata. In chiusura gli interventi del Sindaco di Breno, Sandro Farisoglio, della Dr.ssa Aure Parolini, Direttore del
Dipartimento ASSI dell’ASL e della Senatrice Emanuela Baio, che hanno espresso soddisfazione per il lavoro svolto. La cerimonia
si è chiusa con la Benedizione, il tradizionale taglio del nastro e la visita guidata.
Fondazione Ente Celeri
“LEGGERE CURA” ANIMAZIONE LETTERARIA PER MAMME E PAPÀ
I libri curano, nutrono, confortano. Le pagine scritte ci accompagnano nelle situazioni di solitudine
e di gioia, aprono orizzonti nuovi, offrono percorsi alternativi.
Numerose sono le evidenze scientifiche a favore della narrazione e della lettura ad alta voce come strumento per favorire il
benessere del bambino e della sua famiglia. Leggere ad alta voce ai e con i bambini nei primi cinque anni di vita favorisce lo
sviluppo del linguaggio, arricchisce la memoria, stimola la fantasia, promuove le capacità cognitive, rende più intensi e stretti
i rapporti affettivi fra chi legge e chi ascolta; infine accresce le capacità genitoriali e quelle professionali di quanti si occupano
dell’educazione, della salute e del benessere dei bambini. Alla luce di queste considerazioni, da alcuni anni si è tentato di promuovere iniziative che accrescano nei genitori la consapevolezza dell’importanza della lettura come pratica utile nel rapporto e
nell’educazione dei propri figli. “Leggere Cura” animazione letteraria per mamme e papà avvicina i genitori a questa
attività in tutto il percorso nascita (gravidanza, puerperio e primo anno di vita del bambino) considerando questa fase del ciclo
di vita di una famiglia un momento “felice e fertile”, dove poter collocare le basi per un’educazione attenta ai bisogni fondamentali del bambino. Sussurrare ninne nanne prima di dormire, ritmare filastrocche, narrare e inventare storie ha un significato
che oltrepassa il semplice atto di raccontare: significa donare ai figli, insieme alla propria voce, disponibilità ed attenzione.
Informa Famiglia
Informa Famiglia
Informa Famiglia
18
“Leggere cura” si inserisce armoniosamente all’interno degli spazi e delle attività programmate del Percorso Nascita (corsi di
accompagnamento le nascite e incontri per neogenitori) promovendo sessioni di lettura ad alta voce di brani inerenti il tema
della maternità e paternità, della crescita e dell’educazione dei figli, spiegando i benefici di tale pratica sullo sviluppo psico-fisico
dei bambini e dei genitori. Non un corso di dizione e di tecnica di lettura quindi, bensì un assaggio di buona lettura e di piacevole
ascolto di parole che toccano dal vivo l’esperienza intima del genitore.
Da quale periodo è bene iniziare a leggere ai propri figli?
Vita prenatale: numerosi studi scientifici identificano già il periodo prenatale quale
momento ideale per “far sentire” la voce della mamma e del papà, che si diffonde
attraverso l’ambiente intrauterino. Già al sesto mese di gravidanza infatti l’apparato
acustico del feto è già completamente sviluppato e consente al bambino di percepire suoni e voci provenienti dall’esterno e reagire a tali sollecitazioni a seconda
dell’emozione trasmessa. Quale occasione migliore per scegliere brevi narrazioni o
storie da leggere, potenziando in questo modo la comunicazione tra madre e bambino e la sua capacità di riconoscere la voce delle figure più significative.
Dalla nascita ai cinque mesi circa il bambino viene di solito efficacemente stimolato con ninnananne, filastrocche o altre manifestazioni vocali, comprese le molte
parole vezzeggiative che ogni mamma spende mentre lo accudisce. Dai sei mesi all’anno di età possono essere utilizzate, e
“raccontate”, pubblicazioni con immagini, di dimensioni tali da poter essere manipolate dal bambino e portate alla bocca. Da
un anno a un anno e mezzo, il bambino va intrattenuto parlandogli intenzionalmente, recitandogli ninnananne, filastrocche,
rime almeno per 10-15 minuti ogni giorno o quanto meno tre volte alla settimana. Le pubblicazioni consigliate in questa età
sono quelle con immagini di bambini impegnati nelle loro attività quotidiane (dormire, mangiare, giocare …) e dotate di brevi
testi in rima e con semplici storie facilmente prevedibili. Il contatto fisico con l’adulto è fondamentale. Nel periodo compreso fra
i 18 e i 23 mesi di età il bambino di solito dimostra piacere ad essere intrattenuto raccontando o leggendo ad alta voce piccole
brevi storie, progressivamente articolate, con un inizio e una fine, ripetute più e più volte per il piacere del piccolo che apprezza e
pretende sentirsele raccontare. Dai 2 ai 3 anni, è importante assecondare le capacità e le preferenze che egli matura in questo
periodo. Ai bambini piacciono le storie che danno l’opportunità di identificarsi con i personaggi che raccontano prove da superare, che fanno ridere. Dai 3 ai 4 anni, il piccolo dimostra di preferire le pubblicazioni che raccontano storie riguardanti bambini
che gli assomigliano e che vivono come lui, ma anche quelle dedicate a luoghi e modi di vivere diversi da quelli che gli sono
familiari, pubblicazioni con testi semplici che possono essere memorizzati, pubblicazioni che riguardano i numeri, l’alfabeto, le
parole. Dai 4 ai 5 anni, matura rapidamente la capacità di capire e di prestare attenzione, di cogliere il senso delle storie che
gli vengono raccontate per cui si possono proporre libri che aprono sul mondo pur mantenendo saldo il legame con le sue esperienze quotidiane; è spiccato il piacere di sentire storie e fiabe in cui vi è una sorta di viaggio iniziatici del protagonista con prove
da superare, sconfitta del cattivo, vittoria del buono ecc.; è notevole il senso del comico e quindi apprezzati sono i racconti buffi
e divertenti. Le fiabe tradizionali aiutano anche a proiettare all’esterno le paure e le emozioni che il bambino ha dentro di sé.
Il bambino crescendo acquista indipendenza nella scelta dei libri e una maggiore abilità di lettura, ma è sempre contento se i
genitori gli leggono ad alta voce.
Vediamo di seguito quali i benefici della narrazione e della lettura ad alta voce.
• Linguaggio
Uno dei principali comportamenti capace di incidere in modo rilevante nello sviluppo del linguaggio è rappresentato dalla pratica
sistematica della narrazione e della lettura ad alta voce nell’ambito della famiglia (e naturalmente negli asili nido e nelle scuole
dell’infanzia), specialmente nei primi tre anni di vita. Migliora il vocabolario e affina la capacità di ascolto.
• Emotività
La narrazione e la lettura ad alta voce contribuiscono in modo efficace allo sviluppo della capacità da parte del bambino di
comprendere e controllare le proprie emozioni, tollerarle e addolcirle. Infatti ninnannanne, filastrocche, rime, racconti, illustrazioni,
condivise in un caldo rapporto ravvicinato, testimoniano al bambino che ascolta che si è vicini a lui, che si partecipa alle sue
emozioni, consentendogli di riconoscerle e di portarle al di fuori di sé.
• Apprendimento
Il cervello del bambino è molto sensibile alle esperienze di apprendimento: tanto più viene stimolato tanto più i neuroni creano
connessioni attivando aree sempre più ampie dell’encefalo e potenziando abilità cognitive e intellettive, in particolare funzioni
come l’attenzione e la memoria.
• Attaccamento
La lettura rinforza il legame affettivo tra chi legge e chi ascolta e potenzia il legame di attaccamento determinando senso di sicurezza e amore, soprattutto se la lettura viene accompagnata dal contatto fisico (leggere tenendo il bambino in braccio) e diventa
momento piacevole e speciale di dedizione esclusiva al bambino.
Irene Benaglio - Psicologa Consultorio Familiare di Darfo
Informa Famiglia
19
Informa Famiglia
20
Sanità Camuna
21
RSA: COMPLETATI I PIANI DI ADEGUAMENTO
STRUTTURALE
Il 31 dicembre 2011 rappresentava una data importante per l’intera rete delle Residenze Sanitario Assistenziali del territorio
dell’ASL di Vallecamonica-Sebino e più in generale di Regione Lombardia.
Con il termine di Residenza Sanitario Assistenziale, ormai comunemente indicato con l’acronimo di RSA, si ricomprendono tutte le Unità d’Offerta socio-sanitarie residenziali, che si occupano per lo più di persone anziane e, più in generale, di soggetti non
autosufficienti o in condizioni di fragilità determinate da varie forme di patologia, che - in tempi peraltro nemmeno tanto remoti - si denominavano “case di riposo” o “ricoveri per anziani”.
La definizione tecnica più precisa di tali unità d’offerta è contenuta nel DPR 14.1.1997, che riporta letteralmente “le RSA sono
presidi che offrono a soggetti non autosufficienti, anziani e non, con esiti di patologie, fisiche, psichiche, sensoriali o miste, non
curabili a domicilio, un livello medio di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa, accompagnata da un livello alto di assistenza tutelare ed alberghiera, modulate in base al modello assistenziale adottato dalle Regioni e Province autonome”.
La stessa normativa ribadisce successivamente che “le RSA sono destinate a soggetti non autosufficienti, non curabili a domicilio, portatori di patologie geriatriche, neurologiche e neuropsichiatriche stabilizzate”.
Appare pertanto evidente quanto siano rilevanti l’ambito di intervento e l’utenza destinataria di tali servizi, per i conseguenti risvolti assistenziali, sanitari, sociali ed economici. La rete di tali servizi nella nostra
ASL è sempre stata importante e articolata. Attualmente è costituita da ben 14 strutture, dislocate lungo tutto il territorio della Vallecamonica, da Pontedilegno a Pisogne.
Ognuna di queste realtà ha una propria storia, una propria connotazione specifica, un
proprio sviluppo in corso (che meriterebbero di essere più conosciuti e apprezzati a livello locale) e presenta nel contempo esigenze, bisogni peculiari e difficoltà da tenere in opportuna considerazione. L’evoluzione della rete complessiva di tali importanti servizi e della loro utenza è stata costantemente monitorata da Regione Lombardia,
che ne ha supportato il percorso con continui provvedimenti normativi e programmatori, finalizzati ad incentivarne la qualità e l’adeguatezza ai bisogni degli utenti e delle loro famiglie.
Uno degli strumenti al riguardo è stato rappresentato dagli obblighi normativi regionali rivolti a tutte queste Unità d’offerta e mirati ad adeguarle ad una serie di standard
strutturali e tecnologici, che garantissero agli ospiti una collocazione abitativa, connotata da condizioni di sicurezza, igienicità, confort e personalizzazione dei locali, degli
arredi, della strumentazione e degli impianti. Da parte degli Operatori del Servizio Vigilanza e Accreditamento della Direzione
Sociale dell’ASL, incaricato di monitorare e supportare tali adeguamenti, si deve prendere atto che gli standard richiesti erano
impegnativi, sia sul piano progettuale, che su quello degli investimenti economici previsti. D’altro canto era necessario provvedere ad implementare la qualità di quelle che erano ormai diventate le nuove “abitazioni” degli anziani, ospiti delle RSA. Le difficoltà non sono mancate, in vari momenti e sotto vari aspetti; a un certo punto si è temuto realisticamente di non poter garantire
la conclusione dei lavori entro i tempi prescritti (la scadenza fissata dalla Regione era appunto il 31.12.2011). In corso d’opera
erano state elaborate, condivise e autorizzate alcune varianti progettuali, che apportavano delle soluzioni migliorative, ma, contestualmente, rischiavano di ritardare i tempi di conclusione dei lavori.
Pare corretto prendere atto delle risorse organizzative, non solo economiche, messe in campo dagli Enti gestori che hanno, alla
fine, consentito di realizzare l’obiettivo di completare i piani di adeguamento intrapresi, entro i termini stabiliti.
Con particolare orgoglio si è appreso dai competenti Uffici Regionali, che solo l’ASL di Vallecamonica-Sebino ha raggiunto, ad oggi, tale
obiettivo.
Ma il risultato più importante è costituito da quanto si evince dal seguente prospetto, vale a dire l’aver realizzato una rete di RSA, strutturalmente adeguata e
in grado di fronteggiare le richieste di inserimento provenienti dalla popolazione anziana del territorio.
Sanità Camuna
22
Prospetto Residenze Sanitario Assistenziali (RSA)
N
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Denominazione
Lucia Lorenzetti
Beato Innocenzo
Villa Mons. Damiano Zani
Cav. Paolo Rivadossi
Ente per Anziani Celeri
Fondazione Fratelli Bona
Angelo Maj
Fondaz. Domenico Giamboni
Ninj Beccagutti
Villa W.A. Mozart
Don Giovanni Ferraglio
Giovannina Rizzieri
Santa Maria della Neve
Mons. Giacomo Carettoni
Indirizzo
Via Franzoni, 11 - Artogne
Via XXIV Maggio - Berzo Inf.
Via Pradelli, 7 - Bienno
Via Milano, 20/B - Borno
Via Taglierini, 25 - Breno
Via G.Marconi, 3 - Capo di Ponte
Via G.Galilei, 16 - Darfo BT
Piazza Nicolini, 1 - Edolo
Via Chiosi, 3/B - Esine
Viale dei Castagni, 2 - Lozio
Via G. Ferraglio, 8 - Malonno
Via Nazionale, 45 - Piancogno
Via Romanino, 18 - Pisogne
Via Roma, 100 - Ponte di Legno
TOTALI
Posti autorizzati
30
62
42 + 9 di sollievo
70 + 4 di sollievo
55 + 6 di sollievo
40 + 7 di sollievo
76 + 4 di sollievo
72
70 + 7 di sollievo
43
100
67 + 9 di sollievo
90 + 10 di sollievo
81 + 1 di sollievo
955
(di cui 57 di sollievo)
Posti accreditati
30
62
42
54
55
40
76 (di cui 15 alzheimer)
72
70
43
90 (di cui 20 alzheimer)
67 (di cui 20 alzheimer)
90 (di cui 20 alzheimer)
61
852
(di cui 75 alzheimer)
Il completamento dei piani di adeguamento rappresenta indubbiamente un traguardo importante per la rete delle RSA locali e
per il territorio camuno in generale.
La progettualità delle RSA locali non è comunque da ritenersi conclusa: sono infatti già in atto ulteriori interventi di riqualificazione degli spazi abitativi o di servizio e di ampliamento della ricettività. è inoltre in fase di completamento la rete complessiva
delle Unità d’offerta socio-sanitarie territoriali, con la realizzazione a breve di una Residenza Sanitaria per Disabili (RSD) e di una
struttura per pazienti terminali (Hospice). Tale progettualità non deve tuttavia limitarsi agli adeguamenti dei locali di vita degli
ospiti, ma estendersi a tutte le componenti organizzative e gestionali dell’assistenza. In particolare è importante che i nuovi investimenti siano finalizzati ad un’implementazione della personalizzazione e della qualità delle prestazioni socio sanitarie e socio-assistenziali erogate al singolo ospite e ai suoi familiari.
Dal canto loro, i Servizi dell’ASL confermano la consueta disponibilità e interesse a fornire tutti i supporti richiesti per gli interventi finalizzati ad un costante miglioramento della qualità dei servizi territoriali.
Pierangelo Troletti Responsabile del Servizio Vigilanza e Accreditamento
Orietta Barcellini e Fiorenzo Formentelli
Popolazione residente in Italia nel 2010 (per età)
12,000,000
10,000,000
8,000,000
6,000,000
4,000,000
2,000,000
Elaborazioni
su dati Eurostat
0
0-9
10-19
20-29
30-39
40-49
50-59
60-69
70-79
80+
Sanità Camuna
23
UN PROTOCOLLO CONDIVISO PER POTENZIARE
L’INTERVENTO SOCIALE SUL TERRITORIO
Si tratta di un protocollo che partendo dalla positiva interlocuzione attivata dal sindacato dei pensionati a livello unitario con le
RSA ha fatto condividere l’esigenza, tra i soggetti firmatari dell’intesa, di sviluppare, nell’attuale situazione politica, sociale ed
economica, degli interventi sociali a supporto di alcune priorità di fragilità che il Tavolo Tecnico, istituito dal protocollo stesso,
dovrà al più presto progettualmente individuare, partendo dalle azioni e dalle buone prassi che già si sono sviluppate nel Piano di Zona nel Distretto.
Il protocollo di Animazione Sociale di Vallecamonica vuole sviluppare ulteriormente dei servizi di domiciliarità in favore del Cittadino e della Persona fragile, in particolare le persone Anziane e i Disabili, al fine di migliorare la loro condizione di permanenza nel proprio nucleo familiare e nel contempo evitarne, o ritardarne, il ricovero all’interno delle strutture residenziali e/o ospedaliere.
Questi obbiettivi definiti nel protocollo, si inseriscono in un contesto di crisi del Paese in cui si stanno registrando pesanti tagli
dei trasferimenti dello Stato alle Regioni e conseguentemente alle Amministrazioni Locali. (nella nostra realtà di Vallecamonica
per la sola partita del sociale nel 2012 Stato e Regione faranno mancare ben 600.000 € di trasferimenti).
Nonostante questa difficile situazione a livello generale del Paese, la Comunità Montana e i Comuni hanno ritenuto di aumentare per il 2012 il proprio stanziamento di spesa per le politiche sociali rispetto alla spesa sostenuta nell’anno precedente, con l’impegno di ulteriormente rafforzarla anche per i prossimi anni, ritenendo questo intervento non solo un costo bensì un investimento.
In questo senso va collocato lo sforzo dei Comuni della Vallecamonica che partendo dalla modesta cifra stanziata a bilancio di
€ 3,00 per abitante nel 2004, sono passati ai € 16,00 per abitante nel 2011 e per arrivare ad elevare l’intervento a € 18,00
per abitante nel 2012 e solo per la parte di quota di solidarietà,
aldilà poi della partecipazione aggiuntiva al costo dei servizi attivati. Al dato importante della rinnovata credibilità della politica
locale, che è riuscita a dare concretizzazione alla scelta di razionalizzare con un’unica Azienda Territoriale dei Servizi alla Persona, si
aggiunge questa ulteriore sensibilità politica, che è alla base della condivisione sociale che si è meglio concretizzata nel protocollo con il BIM, che ha ritenuto di stanziare sul fondo di Animazione
Sociale un intervento triennale di € 200.000 a cui vanno ad aggiungersi € 400.000 triennali messi a disposizione dalla Direzione dell’ASL di Vallecamonica-Sebino.
Il protocollo di Animazione Sociale punta a valorizzare anche il
ruolo delle 14 RSA del Distretto, affinché possano aprirsi ancora
di più ai bisogni del Territorio, con intese e collaborazioni col Terzo Settore e con la Rete di Volontariato.
Quelle strutture residenziali che sapranno sviluppare queste azioni di sinergie e di consorzio tra loro, saranno incentivate e premiate con parte delle risorse che sono state messe in capo al fondo per l’Animazione Sociale.
Le parti firmatarie del Protocollo hanno comunemente condiviso, nella riunione del 13 gennaio 2012 presso l’Assessorato alla
Famiglia, la necessità di chiedere anche a Regione Lombardia il sostegno al progetto; l’Assessorato ha condiviso l’idea e ha indicato un proprio autorevole rappresentante che parteciperà al Tavolo tecnico diretto dall’Azienda Territoriale dei Servizi.
Le parti firmatarie auspicano che Regione Lombardia, oltre a partecipare al progetto, metta concretamente a disposizione del
fondo di Animazione Sociale un sostegno economico almeno pari a quello messo sinora a disposizione dai firmatari del protocollo.
Comunicato stampa del 1 febbraio 2012
Giacomo Lanzini - Presidente Azienda Territoriale Servizi alla Persona
24
Sanità Camuna
NUOVI DATI RELATIVI ALLE AZIENDE
E AGLI INFORTUNI SUL LAVORO
IL PROGETTO ASL PER LA PREVENZIONE NEL SETTORE METALMECCANICO
I dati più recenti di contesto del tessuto produttivo della Vallecamonica ed il relativo fenomeno infortunistico suggeriscono nuovi programmi di intervento del Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro.
IL CONTESTO PRODUTTIVO
Nel 2009 l’economia della valle è caratterizzata dalla presenza di circa 6.000 aziende che occupano 28.697 addetti. L’INAIL tuttavia conteggia le aziende con un criterio che dipende dal rischio professionale; pertanto i dati di cui disponiamo non esprimono il
numero delle aziende ma il numero delle Posizioni Assicurative Territoriali (PAT): nella stessa azienda si possono avere diverse
PAT che corrispondono ai diversi rischi assicurati (ad esempio, operai ed impiegati).
Le PAT sono aumentate fra il 2000 e il 2010 da 7.307 a 7.945 (+8,7%); i lavoratori da 25.253 del 2000 ai 28.697
del 2009 (+13,6%); fra questi ultimi il numero dei dipendenti è cresciuto da 20.976 a 24.061 (+14,7%) e quello degli
artigiani da 4.276 a 4.583 (+7,3%). Negli ultimi anni tuttavia l’entità degli occupati “dichiarati” si discosta dal numero dei lavoratori “realmente occupati” per il ricorso a cassa integrazione e mobilità dovuti alla crisi economica. La lettura degli indici infortunistici degli ultimi anni deve pertanto essere fatta alla luce di ciò.
Addetti
Tra le novità più significative di questi ultimi anni ci
sono lo sviluppo del comparto della Metalmeccanica
e dell’Industria dei Metalli (incremento del 50% degli addetti fra l’anno 2000 e il 2008 ridotto poi al 30% nel 2009 per
effetto della crisi economica) (grafico a fianco) e l’incidenza
degli eventi infortunistici fra questi lavoratori.
I LAVORATORI AUTONOMI
Negli ultimi anni si è registrata una diffusione del lavoro
autonomo che non si era conosciuta in passato: il 16% dei
lavoratori occupati in Vallecamonica è artigiano (4.583 unità); la rilevanza nei vari settori è sensibilmente diversificata con punte del 29% nelle Costruzioni e del 19% nella Metalmeccanica.
GLI INFORTUNI SUL LAVORO
Nella tabella seguente sono rappresentati tutti gli eventi infortunistici denunciati in Vallecamonica suddivisi per gestione INAIL. Questi eventi interessano i maschi nell’80% dei casi.
INFORTUNI DENUNCIATI
Tipologia di lavoratori
Dipendenti
Titolari, Familiari e Soci
Dipendenti dello Stato
Studenti
Agricoltori / trattamento agricolo
Agricoltori / trattamento industriale
Addetti ai servizi domestici e familiari
TOTALE
2000
1319
183
22
164
137
0
1
1826
2001
1333
194
33
156
104
0
0
1820
2002
1177
177
18
197
96
1
2
1668
2003
1078
192
30
147
86
0
0
1533
2004
1133
194
35
155
80
0
2
1599
Anni
2005
1087
176
30
129
79
0
1
1502
2006
1075
185
26
151
95
1
1
1534
2007
1238
149
28
179
66
0
1
1661
2008
1203
149
31
191
77
0
1
1652
2009
889
165
38
176
62
0
2
1332
2010
956
169
41
179
74
0
3
1422
I dati disponibili oggi sono riferiti al 2010 per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro e al 2009 per le aziende e gli addetti. Nell’analisi che segue vengono presi in considerazione (tranne dove specificato) i casi definiti positivamente: si tratta di infortuni per i
quali sono state riconosciute le seguenti tipologie di definizione: temporanea, permanente, mortale e regolare senza indennizzo; rispetto ai casi denunciati non sono considerati pertanto gli eventi in franchigia (che comportano un’assenza dal lavoro non superiore a 3 giorni), e gli eventi chiusi con giudizio negativo (non riconosciuto). Dei casi definiti positivamente vengono considerati quegli
eventi avvenuti in occasione di lavoro: vengono cioè esclusi quelli che hanno interessato i lavoratori durante il tragitto casa - lavoro (infortuni in itinere), gli sportivi professionisti, gli studenti e gli addetti dei servizi domestici. Sono però compresi gli incidenti stra-
Sanità Camuna
25
dali avvenuti in occasione di lavoro (ad esempio gli eventi accaduti agli autotrasportatori).
La riduzione del fenomeno infortunistico che si registra nel nostro territorio è significativa: dai 1.241 infortuni avvenuti nell’anno 2000 gli eventi si sono ridotti a 792 nel 2010 con un decremento del 36% (23,4% nel 2008 anno precedente la crisi economica); questo a fronte di un aumento dell’occupazione del 22,7% (periodo 2000/2008). Il maggior numero di eventi si registra
nei Cantieri (193 casi), Metalmeccanica (123), Servizi (107), Industria dei metalli (77) e Agricoltura (66).
- Nel 2010, 956 infortunati erano lavoratori dipendenti, 169 artigiani, soci o collaboratori familiari e 74 agricoltori (riferimento: infortuni denunciati).
- Nell’Edilizia gli infortuni sono diminuiti da 266 dell’anno 2000 a 193 nel 2010; i casi gravi da 80 a 65.
- Nella Metalmeccanica il numero degli eventi è diminuito dai 219 casi del 2000 ai 123 del 2010 (nel 2008 erano però ancora 209,
segno forse di un settore colpito più degli altri dalla crisi iniziata nel 2009) a fronte tuttavia di un incremento del 22% degli occupati (3003 nel 2000; 3678 nel 2009).
- Nell’Agricoltura la flessione del fenomeno infortunistico è particolarmente evidente: dai 132 casi del 2000 ai 66 del 2010. A differenza di quanto avviene a livello nazionale, la distribuzione temporale degli eventi in questo settore risente in misura minima della stagionalità (probabilmente per una elevata incidenza della zootecnia rispetto alle coltivazioni).
Infortuni nei principali comparti anno 2010
Servizi
Sanità
Trasporti
Commercio
Costruzioni
Metalmeccanica
Industria Metalli
Industria Legno
Agricoltura
Nel grafico che segue sono mostrati gli indicatori di frequenza (infortuni in occasione di lavoro/addetti*1000) per i principali comparti; a causa della crisi economica il tasso del 2009 può risultare sottostimato in quanto nel numero degli addetti compaiono anche lavoratori in cassa integrazione e mobilità. Si evidenzia un aumento degli eventi nel comparto del legno negli anni
2008-2009. Gli altri comparti con incidenza superiore alla media territoriale sono: Metalmeccanica, Industria Metalli, Costruzioni e
Trasporti.
Indicatore di frequenza
Industria Legno
Costruzioni
Sanità
Industria Metalli
Commercio
Servizi
Metalmeccanica
Trasporti
Totale
Sanità Camuna
26
GLI INFORTUNI GRAVI
Il trend positivo che si registra sul numero complessivo dei casi
(in occasione di lavoro definiti positivamente) si conferma, anche se in misura inferiore, per gli infortuni gravi cioè quegli
eventi che comportano una astensione dal lavoro superiore
a 40gg o un esito permanente. Dal 2004 i dati che abbiamo
a disposizione ci permettono di distinguere gli infortuni gravi
stradali (numericamente rilevanti) dai casi più strettamente riconducibili all’ambiente di lavoro. La riduzione degli eventi in
occasione di lavoro è stata del 24,9% contro il 21,8% degli
eventi gravi non stradali.
Gli infortuni gravi non stradali diminuiscono da 261 a
204 tra il 2004 e il 2010 e in quest’ultimo anno si sono verificati soprattutto nelle Costruzioni (64), nella Metalmeccanica
(26) e nella Industria dei Metalli (25). Nell’agricoltura gli eventi gravi nello stesso periodo si riducono da 33 a 21.
A fianco si nota come la riduzione degli eventi riguardi maggiormente i casi lievi.
Nel grafico che segue è mostrato il numero di infortuni gravi per i principali comparti.
Agricoltura
Infortuni gravi non stradali anno 2010
21
Industria legno
7
Industria metalli
25
Metalmeccanica
27
Costruzioni
65
Costruzioni
Commercio
10
Metalmeccanica
Trasporti
14
Industria Metalli
Sanità
11
Servizi
18
Servizi
Sanità
Trasporti
Commercio
Industria Legno
Agricoltura
Si rileva un generale innalzamento dell’età degli infortunati (probabilmente si tratta di un riflesso della difficoltà di ingresso al
mondo del lavoro dei giovani): nel grafico che segue sono esposti a confronto i dati a 10 anni di distanza (le curve si mantengono
anche nella comparazione fra i trienni 2000-02 e 2008-10).
Età degli infortunati
I lavoratori stranieri sono sempre più presenti nel tessuto produttivo territoriale e conseguentemente maggiormente coinvolti negli eventi infortunistici: si registra una inversione di tendenza nel 2010, probabilmente per effetto della crisi che colpisce questi lavoratori più di altri: i Rumeni sono i più colpiti, seguiti da Marocchini e Albanesi.
- Gli infortuni in itinere comportano circa 100 casi all’anno: 107 eventi nel 2001 e 86 nel 2010; in questa tipologia di eventi l’età
come prevedibile incide in misura diversa che per gli altri infortuni: il 35% degli incidenti interessa lavoratori di età compresa fra i 18
Sanità Camuna
27
e i 29 anni, il 32% quelli fra i 30 e i 40 anni; il 21% fra i 41 e i 50 (dato medio 2004/2010).
- Gli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro nel 2011 sono stati 2 (entrambi in edilizia). Sul lungo periodo l’incidenza di questo fenomeno nella nostra Valle rispecchia l’incidenza nazionale.
Nei 24 eventi accaduti dal 2001 al 2011 si evidenzia che 10 sono avvenuti durante le movimentazioni dei materiali, 7 per caduta dall’alto; 16 si sono verificati nei cantieri e 4 nella metalmeccanica.
Infortuni mortali 2001-2011
(Vallecamonica - 24 EVENTI - DINAMICHE)
Infortuni mortali 2001-2011
(Vallecamonica - 24 EVENTI - COMPARTI)
IL RAFFRONTO CON LE ALTRE ASL DI REGIONE LOMBARDIA
Il confronto del Tasso Standardizzato degli infortuni indennizzati riferito al triennio 2005/2007 colloca le aziende di quest’ASL sostanzialmente in linea con quelle di altri territori lombardi (Brescia, Bergamo, Lecco e Como); Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio
e Varese evidenziano un tasso più elevato, mentre i territori di Milano e Pavia hanno un tasso inferiore.
Nel grafico che segue emerge anche la specificità del nostro territorio, contraddistinto da una rilevante esportazione di manodopera dipendente di imprese locali che si traduce in un tasso infortunistico più elevato delle altre ASL tenendo conto degli eventi che
accadono in qualsiasi parte del territorio nazionale a dipendenti di aziende che hanno sede in Valle.
Questo fenomeno (attestato su 400 casi dal 2000 al 2008) tende a diminuire negli ultimi anni (259 casi nel 2009 e 251 nel 2010:
probabilmente esito ancora della crisi). Va precisato che molti dei lavoratori coinvolti non sono della Valle. Il 67% di questi infortuni
si verificano nelle Costruzioni, il 12% nella Metalmeccanica, il 6% nei Servizi e dei Trasporti.
PROGETTO PER LA PREVENZIONE NELLA METALMECCANICA
Oltre all’edilizia, che rimane il comparto a maggior rischio anche nel nostro territorio, la Metalmeccanica e l’Industria
Metalli (che presentano diversi rischi simili) si pongono come
i settori che richiedono maggiori azioni preventive:
occupando il 18% della manodopera determinano il
31% degli eventi infortunistici.
Infortuni in occasione di lavoro 2007-2009 (% nei comparti più rilevanti)
Anche il numero dei casi gravi
evidenzia il rischio in questo settore.
Infortuni gravi non stradali periodo 2004-2010
Servizi
Sanità
Trasporti
Commercio
Costruzioni
Industria Metalli + Metalmeccanica
Industria Legno
Industria Tessile
Agricoltura
28
Sanità Camuna
Gli indici di rischio in questi comparti si discostano dai
livelli regionali come si può vedere nel grafico a fianco.
Il dato regionale è disponibile soltanto per codice Ateco
e pertanto il confronto viene effettuato utilizzando questa classificazione.
Attività economica DJ DK - Tasso infortuni 2007-2009
(Confronto Vallecamonica Lombardia)
(segue nel prossimo numero…)
Franco Martello
Coordinatore Area Tecnica Servizio PSAL
************
NPIA: SUPPORTO NELLE GRAVI DISABILITÀ
NELLA COMUNICAZIONE IN ETÀ EVOLUTIVA
Il Servizio di Npia dal 2005 conosce e si occupa di Comunicazione Aumentativa Alternativa.
Da ottobre di quest’anno, con alcuni dei suoi operatori, partecipa al Progetto Regionale “Supporto nelle gravi disabilità della comunicazione in età evolutiva”.
Finanziato dall’Assessorato alla Salute per gli anni 2010/2013, tale progetto è nato nell’ASL Milano con la coordinazione della UO NPIA della Fondazione Policlinico, che ha come partners l’Azienda Ospedaliera di Treviglio e l’Istituto Mario Negri.
Obiettivo principale del progetto è garantire ai piccoli utenti l’accesso tempestivo agli strumenti comunicativi necessari, attraverso la creazione di
nuovi gruppi di operatori da dedicare alla Comunicazione Aumentativi (CAA),
all’interno di 11 Servizi di NPIA della Lombardia.
La “nostra” partecipazione al progetto ha previsto la formazione di un gruppo di lavoro composto da alcuni operatori del Servizio di NPIA e da genitori, insegnanti ed educatori di un piccolo utente afferente al Servizio.
Questo gruppo si è impegnato ad affrontare un percorso formativo di natura teorica e pratica, articolato in diverse giornate. Scopo
dell’azione: migliorare le competenze dei singoli membri, per poi condividerle, in un secondo momento, con i genitori e gli operatori che, a vario titolo, si occupano di CAA.
In Lombardia, circa 8.000 bambini e ragazzi tra 0 e 18 anni presentano disturbi della comunicazione che interferiscono in modo significativo con lo sviluppo delle relazioni, del pensiero, degli apprendimenti e delle interazioni sociali e che impattano molto negativamente sulle famiglie.
Solo una piccola parte di questi utenti riesce ad accedere in maniera adeguata agli interventi di supporto indispensabili alla comunicazione ed, in genere, ciò avviene assai tardivamente per la carenza di formazione all’interno dei servizi di NPIA.
Le indicazioni all’intervento includono non solo le patologie motorie ma anche autismo, ritardo mentale, sindromi genetiche, disfasia grave, malattie progressive e altro.
La CAA rappresenta un’area della pratica clinica che cerca di compensare la disabilità temporanea o permanente di individui con bisogni comunicativi complessi.
La CAA utilizza tutte le competenze comunicative dell’individuo, includendo vocalizzazioni o linguaggio verbale residuo, gesti, segni,
comunicazione con ausili e tecnologia avanzata.
Sanità Camuna
29
Risulta inoltre necessaria una continua interazione di competenze professionali
diverse tra loro, che lavorino in un quadro globale complesso ed articolato, poiché l’intervento non si rivolge soltanto al bambino ma anche a tutte le persone
che interagiscono con lui.
Questa collaborazione richiede una progressiva assunzione di competenze da
parte del contesto di vita del bambino, in modo da soddisfare i suoi bisogni comunicativi in continuo cambiamento.
All’interno del progetto regionale il nostro gruppo di lavoro sta imparando l’importanza della lettura ad alta voce di libri per tutti i bambini ed in particolare per
i bambini con disabilità. Da anni la Dr.ssa Antonella Costantino, che da quando
abbiamo iniziato il nostro percorso con la CAA nel 2005 ci è stata da modello, sostiene l’utilità della lettura ad alta voce di libri personalizzati e modificati ai bimbi piccoli e ai bimbi con disabilità. I libri personalizzati e modificati sono libri pensati e realizzati per ogni singolo bambino e sono su misura nel modo di leggere,
nell’argomento, nel linguaggio, negli aspetti emotivi, nella grafica e nelle immagini, nell’accessibilità fisica e comunicativa. Quando questi libri hanno cominciato ad essere presenti nelle scuole e nelle biblioteche
ci si è resi conto della loro forza nella costruzione di strumenti inclusivi e di supporto allo sviluppo per tutti i bambini, anche di quelli che non presentano difficoltà o disabilità.
Da questa consapevolezza nasce il termine “in-book”, che indica libri illustrati con testo in simboli realizzati a partire da opere di letteratura per l’infanzia o dai vissuti di ogni singolo bambino.
Sulla base di questa idea abbiamo pensato di proporre per l’anno 2012 delle giornate/laboratorio di CAA che abbiano come tema
principale la creazione di libri modificati e personalizzati.
Gli incontri saranno aperti a genitori, insegnanti, educatori e operatori che a vario titolo utilizzano o sono interessati alla CAA.
Nadia Romellini, Logopedista e Valentina Tagliaferri, Educatrice
************
DAMMI IL TUO CUORE NE AVRÒ CURA
A ESINE UN IMPORTANTE EVENTO IN AMBITO CARDIOLOGICO
Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, dal 13 al 19 febbraio, si è svolta la Campagna nazionale per prevenire e contrastare le malattie cardiovascolari e per sostenere la ricerca clinica in cardiologia “Dammi il tuo cuore ne avrò cura”, promossa dalla Fondazione per il tuo cuore - HCF ONLUS diretta dal Prof Attilio Maseri.
L’ASL di Vallecamonica-Sebino ha aderito all’importante iniziativa nelle
giornate di Sabato 18 e Domenica 19 febbraio, presso l’UO di Cardiologia
dell’ospedale di Esine. L’evento, organizzato in collaborazione con l’ANMCO,
ha visto una buona e interessata partecipazione e si è così svolto: Nella giornata di sabato si è tenuta una visita guidata presso il reparto di Cardiologia,
per permettere ai visitatori di acquisire una migliore conoscenza delle attività
diagnostico-terapeutiche e dei molteplici campi di applicazione ed interesse
nell’ambito della cura e prevenzione della cardiopatia. Di seguito: Proteggi il
tuo cuore “Viaggio attraverso le norme igieniche e lo stile di vita più idoneo
a preservare sano il nostro cuore”.
La domenica seguente, dopo un nuovo incontro con i partecipanti si è trattato il tema “L’attacco cardiaco: molteplici aspetti di un evento non più fatale”.
Referente per l’evento: il Dr Antonio Farinelli, coadiuvato dal Dr Michele Quaglia, Dirigenti medici di cardiologia.
A cura della Redazione
30
Sanità Camuna
A CURA DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE VETERINARIO
NEL 2011 L’ASL di VALLECAMONICA-SEBINO HA AFFRONTATO
IN COLLABORAZIONE CON GLI APICOLTORI
LA LOTTA ALLA VARROA
La varroasi è una malattia delle api sostenuta da un acaro (Varroa Jacobsoni Oudemans) che parassitizza sia la covata, che
l’ape adulta. In particolare all’interno delle celle di covata manifesta la sua forza distruttiva: succhia l’emolinfa delle larve, provocando
la nascita di api deformi, l’indebolimento generale della famiglia, la diffusione di virus e batteri, e porta alla distruzione totale della famiglia nel medio periodo. L’ASL di Vallecamonica-Sebino è impegnata da anni nella lotta al parassita in collaborazione con le associazioni degli apicoltori seguendo i dettami della nota:”Vigilanza nel settore apistico” emanata da Regione Lombardia. Nel 2011, dopo
un confronto costruttivo all’interno della commissione apistica, il presidente della stessa, Dr Gian Carlo Battaglia, Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinario, ha comunicato le indicazioni riguardo le modalità di trattamento con i prodotti utilizzabili dettando la tempistica. Per il “trattamento estivo” la commissione ha ritenuto opportuno utilizzare il prodotto Api-bioxal dopo il “blocco
di covata”, cadenziando i tempi di intervento: entro il 15 luglio da Pisogne a Cividate Camuno, entro il 20 luglio da Breno a Malonno, entro il primo di agosto da Edolo a Ponte di Legno. Per il “trattamento autunnale” le indicazioni sono state per l’Api-bioxal e/o
l’Apivar dall’1 novembre nella zona da Edolo a Pontedilegno, dopo il 15 novembre nella zona da Breno sino a Malonno, dopo il 30
novembre nella zona da Pisogne sino a Cividate Camuno. Siccome i prodotti in oggetto dovevano essere ricettati, gli apicoltori si sono
rivolti alla propria associazione di riferimento per gestire le operazioni ed hanno appuntato i trattamenti nel “registro dei farmaci” che
l’ASL ha distribuito loro. Considerando che, per ottenere il massimo dell’efficacia nel trattamento estivo, è determinante un percorso
di formazione che porti gli apicoltori ad attuare senza difficoltà il “blocco di covata”, l’ASL ha dato avvio a tale progetto formativo
in collaborazione con le associazioni e con il tecnico apistico Dr Giuseppe Barbetti.
Il giorno sabato 9.7.2011, in mattinata a Losine e, nel pomeriggio, a Rino di Sonico, presso gli apiari scuola, è stato organizzato un
evento dimostrativo molto partecipato dove il sottoscritto ed il Tecnico apistico hanno fornito le indicazioni operative per ottenere il
“blocco di covata” e per l’utilizzo dei prodotti anti-varroa. Durante l’incontro si sono approfondite alcune tecniche di lotta alla varroasi ed è emerso come le strategie per il contenimento dell’acaro siano in evoluzione e sempre più spesso facciano riferimento ad un intreccio tra tecniche apistiche e corretto utilizzo dei prodotti. Un metodo che ultimamente sta riscontrando il favore di molti apicoltori è
il blocco della covata. Questo sistema deve la sua efficacia al fatto che la varroa fuori dalla cella opercolata (stadio foretico) è più facilmente raggiungibile dagli acaricidi, di conseguenza si ottiene una elevata percentuale di abbattimento. Un prodotto efficace in questo situazione è il già citato Api-Bioxal, a base di acido ossalico, che abbina buoni risultati con la praticità d’uso. Alcune tecniche descritte in tale evento per il blocco di covata sono:
• Utilizzo di gabbiette per regine
Questo metodo consiste nell’individuare la regina e confinarla in una gabbietta che verrà poi posta all’interno dell’alveare; la regina
continuerà così ad essere nutrita ma non potrà effettuare la deposizione sui telaini. Alcuni svantaggi derivanti dall’utilizzo di tale metodo potrebbero essere l’aumento di probabilità di allevamento di celle reali e la possibilità che la regina una volta rilasciata non venga accettata e di conseguenza sostituita. Alcune gabbiette oltre ad avere una parete costituita da griglia escludiregina in modo da
consentire il libero passaggio delle api, presentano sul fondo l’impronta delle cellette da operaia così che la regina possa continuare,
seppur in modo ridotto, la deposizione.
Sanità Camuna
31
• Ingabbiamento di un telaino con la regina
Questo metodo di recente utilizzo prevede di posizionare il telaino sul quale è presente la regina all’interno di una gabbia costituita da rete escludiregina e poi risistemare il tutto all’interno dell’alveare. Utilizzando il telaino sul quale si trova la regina non si incorre nella necessità di spostarla.
La deposizione continuerà su un intero telaino fino al 18° giorno, quando la regina verrà liberata all’interno dell’alveare. Al 21° giorno
sarà possibile eseguire il trattamento. Un fattore condizionante è il costo del materiale e lo smaltimento del telaino sul quale è continuata la deposizione raccogliendo buona parte delle varroe.
• Confinamento della regina sopra il nido tramite l’utilizzo dell’escludiregina
Questo metodo prevede il posizionamento di un escludiregina tra due melari vuoti e l’arnia sottostante; all’interno dei melari verrà posto il telaino da nido con la regina in corrispondenza della covata. Così facendo la regina continuerà a deporre ma non potrà scendere nel nido. Al 18° giorno riposizioneremo la regina nel nido e, al 21°, si effettuerà il trattamento acaricida. Anche in questo caso sarà
possibile eliminare la varroa presente nell’unico telaino con covata.
È possibile anche posizionare sopra il nido un solo melario con un paio di telaini sempre posizionati in corrispondenza della covata
dove trasportare la regina. Il blocco di covata prevede sempre l’individuazione della regina, passaggio che in alcuni casi può risultare impegnativo.
Sanità Camuna
32
Tempistica
Liberando la regina al 18° giorno si eseguirà il trattamento con acido ossalico il 21° giorno, quando tutte le operaie saranno sfarfallate; la varroa sarà facilmente raggiungibile dal prodotto utilizzato
non essendo più all’interno della cella.
È opportuno nella fase di liberazione della regina, disopercolare
la covata maschile presente, che ha un periodo di sviluppo di 24
giorni.
Il formulato commerciale prevede la preparazione di una soluzione
di acqua e zucchero 1 a 1, ciò significa miscelare la stessa quantità
di acqua e zucchero; dalla soluzione ottenuta preleveremo 500 ml
da miscelare alla confezione di Api-Bioxal di 35g.
Ciò permette il trattamento di 10 alveari da 10 telaini completi.
Il prodotto deve essere gocciolato sulle api tra i telaini nella dose
di 5ml per intercapedine e la caduta avverrà nei giorni successivi.
È indispensabile monitorare la caduta della varroa dopo il trattamento e verificare alla ripresa della covata la presenza dell’acaro disopercolando le cellette.
INIZIO DELL’INTERVENTO
TIPO DI INTERVENTO
0° giorno
Confinamento regina
18° giorno
Liberazione regina ed eliminazione covata maschile residua
21° giorno
Trattamento con acido ossalico (Api-Bioxal)
CONCLUSIONI
Dal 1984 la Varroasi è presente in Italia e tuttora è diffusa in tutti gli apiari dislocati sul territorio con picchi di infestazione che variano di anno in anno in funzione di fattori meteorologici, dell’efficacia dei trattamenti via via adottati e della contemporaneità di esecuzione degli stessi per zone altimetriche.
L’acquisizione di nuove tecniche apistiche quali “il blocco di covata” ed una maggiore consapevolezza riguardante l’utilizzo dei prodotti raccomandati da Regione Lombardia consente di contenere il problema.
Da ciò, come dimostra l’esperienza descritta nell’articolo, deriva la necessità di intensificare gli sforzi e promuovere la collaborazione fra il Servizio Veterinario ASL e gli apicoltori tramite le loro associazioni, nel rispetto dei ruoli, in modo di raggiungere il massimo
dell’efficacia nei trattamenti.
TRATTAMENTO
trattamento estivo
trattamento autunnale
PRODOTTI
api-bioxal
TEMPISTICA
TEMPISTICA PER ZONE ALTIMETRICHE
Dopo fioritura del castagno
appena tolto il melario
con “blocco di covata”
api-bioxal
in assenza di covata
apivar
entro 15 luglio
da Pisogne a Cividate Cam.
entro 20 luglio
da Breno a Malonno
entro 1 agosto
da Edolo a Ponte di Legno
dopo 1 novembre
da Edolo a Ponte di Legno
dopo 15 novembre
da Breno a Malonno
dopo 30 novembre
da Pisogne a Cividate Cam.
ALVEARI in VALLECAMONICA
ANNO
ALVEARI
DENUNCE DI POSSESSO
2010
3.360
274
2011
3.535
259
Dr Lucio Turetti - Responsabile del Servizio Sanità Animale
Sanità Camuna
33
Notizie in breve
curiosando qua e là…
MENO CESAREI GRAZIE AL SACCHETTO:
AVVOLGE IL FETO E RENDE PIÙ FACILE IL PARTO
Semplice e senza controindicazioni, da usare quando il parto si fa complicato. Si chiama
Odon Device ed è stato presentato a Roma, all’ultimo congresso Mondiale di Neonatologia e approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Si tratta di un sacchetto con doppia intercapedine collegato a un applicatore che consente all’ostetrico di avvolgere con delicatezza il feto, aiutandolo a scivolare lungo
le pareti vaginali. Già in uso presso un Ospedale di Buenos Aires (Argentina), l’Odon
Device si usa durante il parto se il feto è di grandi dimensioni, quando le contrazioni
uterine nel periodo espulsivo si fanno meno efficaci o quando la mamma ha esaurito le forze per spingere. In tutti questi casi, finora, si è
ricorso a forcipe e ventosa o al taglio cesareo: con questo strumento innovativo, dicono i neonatologi riuniti a congresso, sarà possibile
ridurre del 5% circa i parti chirurgici.
IN TRE NEL LETTONE?
C’è il partito del “dormire con noi: MAI!” e quello del “più lo coccolo
meglio è”. Da che parte stare?
Occhi cerchiati, spossatezza, nervosismo: abbiamo dormito male, oppure per nulla, e
il motivo non è da ricercare in un malessere. Abbiamo semplicemente riposato poco
perché la notte appena passata l’abbiamo trascorsa con il nostro bambino che ci ha
raggiunto dalla sua cameretta e si è infilato nel lettone insieme a noi. Probabilmente
l’avremo accolto raccontandogli che questa sarebbe stata l’ultima volta, sapendo già,
in cuor nostro, che cederemo ancora alla sua richiesta di accucciarsi tra mamma e papà.
Ma è giusto far dormire un bambino nel lettone? Risponde la Dr.ssa Francesca
Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma e curatrice del blog Psicologo in Famiglia:
“è naturale che il bambino voglia dormire nel lettone di mamma e papà, luogo caldo e sicuro, quasi “magico”, dove, attraverso il contatto
fisico con i genitori, sperimenta sicurezza e protezione. Il lettone è un posto speciale e deve essere conquistato dal bambino in
occasioni speciali. Ciò vuol dire: non si dorme tutti i giorni con mamma e papà, perché non dare questa abitudine permette al bambino
di sviluppare la sua autonomia. E preserva l’intimità di coppia.
Come ogni regola anche quella del lettone ha le sue eccezioni. A volte si può essere flessibili di fronte alle richieste del bambino. Nulla
vieta che, in casi particolari, per esempio di fronte a cambiamenti (trasloco, vacanze, soggiorno da parenti o amici) o a situazioni nuove che
provocano nervosismo e ansia, si tenga con sé per farlo addormentare, riportandolo poi nel suo lettino. Questa modalità diventa un rito
rassicurante che lo calma. Per poi ritornare tranquillo nel suo lettino”. Come prevenire il “vizio”? La nanna nel lettone è un’abitudine
che si può evitare creando una cameretta o uno spazio accogliente che sia solo del bambino. Se l’appartamento è piccolo e non c’è una
cameretta per lui, create una separazione fra l’ambiente del piccolo e quello dove
dormite voi (si può mettere un paravento fra il letto e la culla). Il bambino dovrà
addormentarsi nel suo letto con un genitore a fianco.
È importante stabilire orari precisi per andare a dormire, raccontargli una
favola, concedergli la compagnia del suo peluche. Se nella notte il bambino si sveglia
ed entra nella vostra camera, riaccompagnatelo nella sua senza cedere alla pigrizia
o alla compassione. Il piccolo ha preso l’abitudine (sbagliata) di dormire nel lettone?
Cercate di disabituarlo: rendete piacevole il momento della nanna con una favola
e le coccole. Se teme il buio lasciate accesa una lucina e lasciate la porta aperta.
Occorre pazienza e tenacia per promuovere e consolidare la nuova abitudine: non
bisogna cedere, anche se il piccolo si dispera occorre farsi vedere risoluti e decisi.
(Le notizie, tratte da varie pubblicazioni, sono state scelte a cura dello Staff della Comunicazione).
I BAMBINI DI MANINA
DEL MADAGASCAR ONLUS
ASSOCIAZIONE
MANINA
ONLUS “I bambini di Manina del Madagascar” opera in
Italia, non esistono strutture di supporto a Nosy Be dove
vive e opera Manina, la quale si avvale della collaborazione dei Fokontani e della popolazione.
Nel 2009 nasce l’Associazione AFOTSAMA (Associazione
del Popolo Tsaiky Tsara Madagascar), formata da 7 collaboratori di Manina. Questo ha il doppio scopo di responsabilizzare il popolo malgascio e di dare loro la possibilità
di lavorare per l’esecuzione delle opere, e di conseguenza
essere retribuiti per il proprio lavoro.
L’associazione si occupa principalmente di raccogliere fondi e di quanto necessario per sostenere le iniziative, riguardanti ISTRUZIONE, SALUTE E ASSISTENZA SOCIALE.
COME AIUTARE MANINA
A SOSTENERE LE
ATTIVITA’, LE SCUOLE
Manina Consiglio vive a Nosy Be (un’isola del Madagascar), dove è arrivata nel 1997 per trascorrervi
una vacanza e, affascinata dal posto, ha deciso di
trasferirsi stabilmente.
Vivendo l’isola venne a contatto con l’estrema povertà e le problematiche locali, e coinvolta soprattutto
dalla condizione in cui gravavano molti bambini, cominciò a provvedere in prima persona alle necessità
più elementari riguardanti la sanità, l’istruzione e
l’assistenza sociale.
L’aiuto tangibile, economico e morale, da lei offerto
venne in seguito sostenuto da amici e da persone
che recatesi a Nosy Be constatavano i grandi bisogni
della popolazione, e contemporaneamente l’operato
di Manina, la cui attività capillare è risultata altamente efficace.
Il desiderio e la determinazione di aiutare il popolo
malgascio ad affrancarsi dall’ignoranza, dall’indigenza e dalle malattie l’ha indotta a fondare nel 2004
l’associazione no profit: “I Bambini di Manina del
Madagascar”, nata per tenere in vita e ampliare il lavoro da lei avviato. Nel 2009, l’associazione diventa
ONLUS. L’associazione opera in Italia in sintonia con
le necessità rilevate da Manina a Nosy Be.
Per il suo impegno, Manina Consiglio ha ricevuto dal
Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il
titolo di Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti.
Nel sito, nella sezione “Lettere di Manina”,
sono presenti tutte le notizie delle attività
svolte con foto.
DONA IL 5 PER MILLE
indicando il Codice Fiscale 97419350588
EFFETTUA UNA LIBERA DONAZIONE
a mezzo Bonifico Bancario. Le coordinate bancarie
dell’Associazione sono:
“I bambini di MANINA del Madagascar”, presso San Paolo
Banco di Napoli - Agenzia 11
via dei Mille n° 20, 80121 Napoli
ABI: 01010 – CAB: 03411 CIN: K
IBAN: IT03 K0101003 4111 0000 0003 230
BIC: IBS PITNA
CAUSALE DEL BONIFICO: “SOSTIENI UNA SCUOLA” –
LIBERA DONAZIONE
http://www.bambinidimanina.net
e-mail: [email protected]
CONTATTI
Comitato Milano: [email protected]
Comitato Napoli: [email protected]
ISTRUZIONE
ASSISTENZA SOCIALE
“TSAIKY TSARA”
Si pronuncia “cechi ciara” e in malgascio vuol dire “bambini buoni”. è il nome di tutte le scuole fondate da Manina. Le “TSAIKY TSARA” non sono delle scuole private
dell’associazione, ma della comunità, del villaggio. Ogni
scuola nasce su richiesta del “Fokontani” (capo villaggio),
che presenta una lista di bambini da “scolarizzare” con le
rispettive documentazioni. Tutti i bambini hanno la possibilità di accedervi perché non si paga né l’iscrizione né la
retta scolastica e tutto il materiale didattico viene fornito
gratuitamente. Per la sua nascita e per la sua gestione,
ciascuna scuola coinvolge sia le famiglie che le autorità
del villaggio di appartenenza. Sono tutte regolarmente
autorizzate e riconosciute dal CISCO (CIrcoscrizione SCOlastica) e seguono il programma di istruzione nazionale
malgascio-francese.
“Qui non esistono progetti, ma risposte ai loro bisogni”
La povertà è molto diffusa e numerose famiglie vivono al
limite della sopravvivenza. La prima preoccupazione di
Manina è quella di fornire quotidianamente almeno un pasto ai più indigenti. Sono quasi 350 le famiglie più povere
che attualmente ricevono 10 kg di riso al mese ciascuna. Il
sostegno di Manina è rivolto anche ai carcerati, sono 3 le
prigioni che vengono aiutate: 1 a Nosy Be e 2 nel Madagascar. Per gli anziani e paraplegici Manina ha allestito 2
case con personale di assistenza che provvede alle loro
necessità quotidiane. In questi anni sono stati aperti molti
pozzi, sia a Nosy Be che in Madagascar. Inoltre per i giovani Manina ha costruito un regolare campo di basket.
Casa per
paraplegici
Una scuola
“Tsaiky Tsara”
SANITA’
Ogni classe ha il suo insegnante malgascio, regolarmente
diplomato, che periodicamente frequenta uno stage di
aggiornamento professionale, pagato dalla scuola stessa,
ogni villaggio ha un direttore didattico in contatto con
Manina e con il CISCO. Oggi ci sono in funzione più di
200 scuole che accolgono circa 12.000 bambini e danno
lavoro a più di 250 persone tra insegnanti (regolarmente
autorizzati) e altro personale scolastico.
Nella capitale Hell Ville, un asilo nido accoglie bambini da
6 mesi a 2 anni. Dal settembre 2007 è attiva la Scuola
Secondaria Superiore Comunitaria frequentata da 380 allievi con annessa biblioteca e una mensa scolastica. Nei
villaggi continuano i corsi di alfabetizzazione per adulti.
Anche nel carcere della città (Hell Ville) è stato organizzato
nel 2009, per i detenuti, un corso di alfabetizzazione. Dal
settembre 2009 è attiva la Scuola di Agraria, una MFR
(Maison Familial Rural) con vitto e alloggio per 40 allievi.
Istituto
di agricoltura
“…vedevo che molti bambini morivano. Era malaria, ma
non la curavano perché ci volevano i soldi.”
La prospettiva di vita alla nascita è di 55 anni per gli uomini e di 58 per le donne. Manina ha provveduto all’allestimento di 8 ambulatori (3 a Nosy Be e 5 in Madagascar) e
l’associazione ne garantisce il mantenimento attraverso il
pagamento di un medico e un’infermiera per ogni dispensario e la fornitura dei medicinali. Annualmente sono previste visite oculistiche e odontoiatriche. Infine, per favorire
l’igiene sono stati costruiti due corpi di toilettes pubbliche.
Ambulatorio
medico
SOSTIENI UNA SCUOLA TSAIKY TSARA!!!
I costi di mantenimento di una scuola comprensivi di stipendi,
trasporti e stage professionali degli insegnanti, materiale didattico
e cancelleria ammontano a circa 600 € annui. Considerando una
media di 60 bambini per scuola, l’istruzione di ogni bambino può essere
quantificata nell’ordine di 10 € all’anno, meno di 1 € al mese!!!
Questa cifra, per noi irrisoria permette ad un bambino di studiare per un anno intero.
Il tuo contributo sarà molto rilevante per mantenere attive le scuole fondate da Manina e,
aiutando i bambini malgasci ad affrancarsi dall’ignoranza, li aiuterai a costruirsi un futuro.