Anno 2011 - numero 1

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Anno 2011 - numero 1
Periodico trimestrale a carattere tecnico-informativo, ANNO VIII - N. 1
ASL di Vallecamonica - Sebino - Iscr. Trib. di BS n. 10/2004 in data 8 marzo 2004
Sanità Camuna
L’Asl Informa
01/2011
sommario
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sommario
3 LA NOSTRA ASL HA UN NUOVO DIRETTORE GENERALE:
IL DR. RENATO PEDRINI
di Matilde Comensoli
5 INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE RENATO PEDRINI
“ASCOLTO DIALOGO PROPOSTA”
di Eugenio Fontana
7 CARTA REGIONALE DEI SERVIZI (CRS):
UNA CARTA, UN MARE DI OPPORTUNITÀ
di Siro Casatti
DEDICATO AI DIPENDENTI
9 SODDISFAZIONE DELL’UTENZA (CUSTOMER) ANNO 2010
ANALISI DEI DATI E RIFLESSIONI
di Matilde Comensoli
12 STUDENTI BRAVI E MERITEVOLI
a cura della Redazione
L’ANGOLO DELL’INFORMAZIONE
14 TELEMEDICINA
4 ANNI DI PROGETTO TELEMACO:
BILANCIO POSITIVO
Tratto dall’ANSA di Regione Lombardia del 26.11.2010
15 A.A. ALCOLISTI ANONIMI ITALIA
INFORMAZIONI
di Giovanni Pianta
INFORMA FAMIGLIA
17 IL VALORE DELLA VITA
di Aure Parolini
18 UNO SLOGAN PER LA VITA
di Chiara Picinelli
20 LA VITA DALL’INIZIO ALLA . . .FINE
di Ermanno Scotti
21 OSPEDALE DI ESINE: ACCOGLIENZA PEDIATRICA
IN PRONTO SOCCORSO
a cura della Redazione
22 BULIMIA NERVOSA:
AD ESINE UN IMPORTANTE CONVEGNO
ALLE TERME DI BOARIO UN EVENTO SUL TEMA
“IL DOLORE AL FEMMINILE: QUALE SOLLIEVO?”
23 DSA - IL DISTURBO SPECIFICO
DELL’APPRENDIMENTO NELLA REALTÀ
DELLA VALLECAMONICA
di F. Serioli, M. Morandini e L. Giacomella
25 PUNTO DONNA: UNA PORTA APERTA
ALLE DONNE IN DIFFICOLTÀ
di Eugenio Fontana
di Matilde Comensoli
L’ANGOLO DELL’APPROFONDIMENTO
SCIENTIFICO
26 INFORMAZIONI PER IL PAZIENTE OPERATO
DI PROTESI DI GINOCCHIO di M.Grazia Cattaneo
29 CARI GENITORI, L’EMERGENZA
NON È UN GIOCO DA BAMBINI
30 IL SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI
DI ORIGINE ANIMALE
Direttore Responsabile: Eugenio Fontana
Direttore Editoriale: Matilde Comensoli
Comitato di Redazione
Coordinatore: Gemma Torri
Daniele Venia
Loredana Sanzogni
Siro Casatti
a cura della Redazione
Editore
ASL di Vallecamonica - Sebino
via Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS)
di Davide P. Pedersoli
www.aslvallecamonicasebino.it
e-mail: [email protected]
NOTIZIE IN BREVE
33 Curiosando qua e là
RENATO PEDRINI È IL NOSTRO NUOVO DG
Renato Pedrini è il nostro nuovo Direttore Generale. Succede ad
Angelo Foschini che ha guidato l’ASL di Vallecamonica-Sebino
per otto anni. Trova un’Azienda motivata in tutte le sue componenti. Trova una serie di cantieri aperti che, una volta chiusi,
faranno fare un altro salto di qualità alla sanità camuna, in
un percorso virtuoso attento alle risorse umane e alle risorse
economiche. Renato Pedrini giunge in Valle con un curriculum
di provato, accorto, prudente e determinato amministratore
nella sua Valtellina. Conosce perfettamente anche la macchina
legislativa e organizzativa della sanità. Non è nuovo infatti ad
esperienze manageriali nel settore sanitario perché negli anni
in cui fu presidente della Comunità Montana valtellinese era
anche, per questa funzione, presidente di quella che allora si
chiamava USSL. Carte dunque perfettamente in regola. Ma - e
lo si è visto chiaramente nella prima conferenza stampa che ha
tenuto come neo Direttore - le carte evidenziano e si sostanziano
dentro anni ed anni di dedizione alla cosa pubblica e al bene
comune. Anche il fatto che provenga dalla vicina e confinante
Valtellina è un dato positivo: le due Valli hanno davvero molto
in comune. Sono segnate da storie per molti versi simili. Sono
abitate da “montanari” che sempre hanno caratterizzato la loro
civiltà all’insegna del lavoro, del sacrificio, fondandola su valori
etici semplici e forti nella loro essenzialità. Insomma Pedrini, per
tutta la sua storia, conosce a fondo e condivide i problemi della
gente di montagna. Sono premesse queste del suo mandato
tutt’altro che secondarie e niente affatto folcloristiche. Esse
sono già una garanzia sul lavoro che lo aspetta. Nell’accennata
conferenza stampa il DG ha evidenziato - ribadendolo più e
più volte - che intende dare ascolto alle voci del territorio, che
intende rapportarsi costantemente ai problemi delle persone e
delle comunità in un dialogo costante con le istituzioni. Il suo
non sarà un compito facile. Non è questa la sede né il momento
(e non ne abbiamo la competenza) per richiamare l’agenda dei
lavori e stilare l’elenco delle priorità, anche perché sul fronte
della sanità, ogni problema è una priorità. Ciò che è preliminare
ad ogni discorso è il metodo. E Pedrini ha dimostrato, quanto al
metodo, di avere le idee chiare e di ben sapere che cosa fare e
come farlo. La sua esperienza camuna sarà intensa e sicuramente
fruttuosa. Più che un augurio è una certezza.
a cura dello Staff della Comunicazione
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Litografia Bressanelli - Manerbio (Bs)
Sanità Camuna
LA NOSTRA ASL HA UN NUOVO DIRETTORE GENERALE:
IL DR. RENATO PEDRINI
Dal primo dell’anno la nostra ASL ha un nuovo Direttore Generale. Si chiama Renato Pedrini ed è nato a Bormio, dove risiede attualmente, il 21.12.1949.
Ecco di seguito un succinto curriculum:
Laureato in lettere moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha iniziato la carriera lavorativa come docente
di lettere presso gli istituti superiori e medi, proseguendo poi, sempre nella scuola, come Preside ed, infine, Dirigente scolastico
dell’Istituto Alberghiero di Bormio.
Gli incarichi ricoperti:
• Presidente della Comunità Montana Alta Valtellina dal 1983 al 1997.
• Sindaco di Bormio per due mandati e cioè dal 1991 al 1996 e dal 2001 al 2006.
• Membro del Consiglio di Amministrazione della Soc. Impianti Bormio SpA dal 1974 al 1983.
• Membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cariplo locale della Provincia di Sondrio e della Fondazione Foianini di Sondrio.
• Presidente del Comitato di gestione dell’USSL 24 dell’Alta Valtellina dal 1985 al 1991 e membro dell’Assemblea USSL 24 dal
1980 al 1985.
Per una più ampia conoscenza del Dr. Pedrini si rimanda all’intervista seguente.
Il Dr. Pedrini ha nominato la sua squadra, ovvero i membri della Direzione strategica. Ecco una breve presentazione:
Direttore Sanitario:
Dr. Giuseppe Garatti
Classe 1946 - Residente a Pian d’Artogne
Già Direttore del Dipartimento di Medicina
del presidio ospedaliero di quest’Azienda.
Direttore Amministrativo:
Dr.ssa Eva Colombo
Classe 1968 - Residente a Varese
Già Direttore Amministrativo di questa
Azienda dal primo marzo 2008.
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Direttore Sociale:
Dr. Vanni Ligasacchi
Classe 1961 - Residente a Vobarno
Già Direttore Sociale di quest’ASL
dall’1.2.2008 al 23.6.2008.
Ed ecco la squadra al completo:
Matilde Comensoli - Direttore AGR/Comunicazione
Sanità Camuna
INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE RENATO PEDRINI
«ASCOLTO DIALOGO PROPOSTA»
A cura di Eugenio Fontana
Direttore, Lei arriva dalla vicina Valtellina. Conosce i problemi della
montagna. è stato sindaco di Bormio, presidente della Comunità Montana. Questa Sua esperienza in terra camuna può dirsi “nuova” o “inedita” nel suo curriculum di amministratore pubblico?
Sì e no. Quando ero presidente della Comunità Montana valtellinese,
per l’ordinamento che allora vigeva (eravamo all’indomani della grande riforma sanitaria), assunsi anche il ruolo e le funzioni di presidente
dell’allora USSL. In quella veste ho potuto ed ho dovuto interessarmi
anche dei problemi della sanità. Si trattava di una sfida non comune.
C’era, finita l’epoca delle mutue, da riorganizzare il servizio su nuove
basi e il servizio coinvolgeva un’area d’azione a 360 gradi: dalla medicina di base, ai distretti sanitari, alla medicina del lavoro, al campo
molto delicato dei servizi sociali alla persona dove, in modo particolare,
emerge e si concretizza il valore e il bene della solidarietà. E poi l’assistenza ospedaliera. Anche la Valtellina aveva ed ha i suoi problemi nella distribuzione e razionalizzazione dei suoi presidi ospedalieri. Certo
questa esperienza, allora nuova legislativamente, e perciò anche entusiasmante, mi ha insegnato tante cose. Credo di poter dire che è proprio sulla base di siffatta esperienza che mi accingo a guidare l’ASL di
Vallecamonica. Farò tutto il possibile per non deludere le aspettative
di chi mi ha dato fiducia, intendo la Giunta Regionale lombarda, il suo
presidente Formigoni e l’assessore alla sanità Bresciani.
Nulla lascerò di intentato per non deludere soprattutto le aspettative
dei camuni rispetto ai quali non mi sento affatto un estraneo proprio per le ragioni implicite nella sua domanda e perché credo
che davvero siano molti i tratti in comune della nostra storia, intendo della storia della Valtellina e della Vallecamonica. D’altra
parte le occasioni e i gli snodi della collaborazione tra le due valli sono molti: nel campo economico, nel campo finanziario, nel
campo bancario e soprattutto nel campo culturale. Questo è il background sul quale si innesta il mio incarico di Direttore Generale di quest’ASL.
Siamo agli inizi del Suo mandato. Si dice che i primi giorni sono decisivi per capire quale è la direzione della rotta, il senso di marcia. Che idea si è già fatta della nostra Asl?
Un’idea molto positiva. Chi mi ha preceduto ha impostato un buon lavoro nel campo del regolare svolgimento ed erogazione
dei servizi sanitari territoriali ed ospedalieri, e questo ad ogni livello. Poi sono stati messi in cantiere interventi significativi molto impegnativi anche sotto il profilo delle risorse economiche. Certo spetta a me portare a termine questi lavori che, una volta
conclusi, costituiranno occasioni efficaci nelle risposte alla domanda sanitaria della nostra gente, tenendo sempre ben presente che anche la Vallecamonica, come la Valtellina, come ogni valle, soffre, vorrei dire morfologicamente, di marginalità. Siamo
distanti dai grandi centri e dai grandi ospedali urbani. Ma questa non è una ragione valida per penalizzare i residenti; al contrario, è una ragione in più, è una ragione forte per incrementare i servizi e dare anche a chi si trova in condizioni di periferia la
possibilità di avere una sanità di eccellenza. La Regione è molto sensibile e molto attenta a queste problematiche e sono certo
che in sede regionale esse continueranno a trovare, come nel passato, attenzione fattiva e traduzione concreta in provvedimenti che vanno nella direzione auspicata.
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Il lavoro di direzione di un’Azienda, specie se sanitaria, e cioè impegnata sul fronte delicato di salvaguardia di quel bene prezioso della persona che è la salute, nelle fasi ormai canoniche della prevenzione, della diagnosi e della cura, è un lavoro di squadra.
Sono molti i soggetti che a qualunque titolo sono chiamati a questa responsabilità. Intendo riferirmi al personale medico, infermieristico, tecnico e amministrativo. La nostra Azienda supera infatti i 1.200 dipendenti. Anche da questo punto di vista il compito non sarà semplice né scontato.
Ed è proprio così. In queste settimane ho già avuto modo di incontrare tutti i dirigenti. Ho già fatto visita ai nostri ospedali. Credo che la prima virtù o qualità di un Direttore Generale risieda nella sua capacità di ascolto. Perché è dall’ascolto che si conoscono i problemi e che nascono quindi le soluzioni. Debbo dirmi soddisfatto del livello di responsabilità e di partecipazione che ho
riscontrato ovunque. è evidente che senza questa condizione o precondizione si rischia solo l’astrattezza, si rischia l’isolamento.
La figura del Direttore Generale è importante non perché è un deus ex machina ma perché sa rapportarsi con tutti i suoi collaboratori. A questo metodo che è una regola aurea io intendo ispirarmi e rimanere fedele. Tutti debbono sapere che è possibile incontrare il DG nella sua sede o comunque nelle sedi a ciò deputate. Ascolto - lo ripeto - dialogo e condivisione, non per scansare
le responsabilità, ma per precisarle e metterle compiutamente a fuoco. Su questa strada non mancheranno i risultati e soprattutto non mancherà quella motivazione senza la quale ogni lavoro diventa insopportabile, una fatica di Ercole.
Nel Suo primo impatto con i problemi della sanità camuna, anche perché alcuni di essi, hanno per lungo tempo, nel bene e nel
male occupato le cronache giornalistiche e televisive, saranno già emerse alcune “criticità”, tra le quali particolarmente acuta
è stata quella della chirurgia di Esine.
Conosco il problema. So che è molto delicato. So che sono in gioco ragioni opposte. Quello che posso dire è che non agirò perché sospinto da una sorta di invadente opinione pubblica, ma esclusivamente nella ricerca di quelle soluzioni che siano in linea
con i principi della deontologia e soprattutto con la credibilità del servizio. Né demagogia. Né giustizialismo. Ma ragionevolezza e equilibrio nel rispetto di tutti ma soprattutto nell’interesse dell’ospedale e dei malati. Non ci saranno soluzioni a casaccio.
Questa per ora è l’unica certezza che posso assicurare.
Lei ha insistito molto sul dialogo: dialogo con la gente, dialogo con gli operatori e, vorrei aggiungere, dialogo con le istituzioni del territorio.
Sicuramente. Ci sono degli strumenti specifici in cui tale dialogo si concretizza, e al primo posto c’è la Conferenza dei Sindaci.
Poi ci sono gli enti comprensoriali, Comunità Montana e Consorzio Bim, ci sono le amministrazioni comunali. Con tutti gli enti
il confronto deve essere costante. La nostra ASL - e credo di poter e di dover dire la nostra - è nata dalla volontà concorde di
mantenere un suo profilo di autonomia all’interno dell’ordinamento regionale. è stata un’ASL fortemente voluta da tutti i sindaci della Valle. è questo un fatto prezioso e un bene non solo da non disperdere ma da valorizzare, al di là di ogni emergenza.
Infine, Lei sa bene che sul territorio operano altri soggetti, dai sindacati alle associazioni di volontariato.
Cominiciamo dai Sindacati. Che essi si interessino della sanità del loro territorio è cosa sacrosanta. Operano nella società e tra i
lavoratori. Nel rispetto dei ruoli, delle competenze e quindi delle responsabilità, il DG non si sottrarrà al confronto dialettico, offrendo piena disponibilità per la soluzione dei problemi. Quanto alle associazioni di volontariato, so che in Valle sono molte, so
che nel passato hanno collaborato con l’Azienda nel formulare proposte e soprattutto nel dare risposte con generosità. So anche che molte realtà aziendali hanno manifestato con segni concreti e cioè con donazioni significative la loro attenzione ai problemi della sanità camuna.
Stiamo attraversando un periodo non facile dal punto di vista della congiuntura economica. La crisi si è fatta sentire pesantemente anche in Vallecamonica. Auspicare una ripresa è doveroso anzitutto in nome del lavoro. è una premessa essenziale e imprescindibile perché le Aziende che operano sul territorio continuino a credere nella loro sanità e possano quindi dare il loro contributo per migliorare sempre più e sempre meglio i servizi sanitari, accrescendo in tal modo la qualità dell’offerta nell’interesse
del bene della persona e delle comunità.
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Sanità Camuna
CARTA REGIONALE DEI SERVIZI (CRS):
UNA CARTA, UN MARE DI OPPORTUNITÀ
Regione Lombardia ha attualmente in corso la spedizione a domicilio delle CRS per tutti i cittadini la cui carta
è giunta a scadenza. Anche i cittadini della nostra ASL
sono inte­ressati al ricevimento della nuova tessera.
Si tratta di uno strumento fondamentale che permette a
cittadini, enti e imprese di avere un accesso facile e on
line ai Servizi della Pubblica Amministrazione nazionale,
regio­nale e locale, garantendo la privacy e la si­curezza
dei dati.
Con la CRS infatti si possono svolgere agevolmente, tramite il proprio computer a casa propria, 24 ore su 24, molte ope­razioni burocratiche, fra le quali: pratiche per la richiesta delle doti
regionali scuola, formazione e lavoro, pagamento tasse
au­tomobilistiche e imposte regionali (attraverso il portale tributi), trasmissione delle notifiche pre­liminari di inizio cantiere ad ASL
e Direzioni Provinciali del Lavoro (DPL), le certificazioni al Catasto Unico Regionale Impianti Termici (CURIT).
Con la CRS è più facile ottenere documenti quali certificati anagrafici, iscrizione agli albi comunali, richieste di permessi, dichiarazioni, pagamenti di sanzioni, tributi e rette: i servizi disponibili on line variano da Comune a Comune e crescono ogni giorno di
più. La CRS permette anche l’attivazione di tutti i servizi disponibili del portale INPS e dell’Agenzia delle Entrate on line: versare
contributi e imposte, richiedere accrediti dei rimborsi fiscali, inoltrare domande di invalidità, trasmettere i que­stionari relativi agli
studio di settore e molto altro ancora.
In ambito socio-sanitario la CRS permette di usufruire, tramite il sito www.crs.regione.lombardia.it dei seguenti servizi on line:
• visualizzare e stampare i referti di visite ed esami, senza doverli ritirare presso le strutture ospedaliere;
• prenotare visite specialistiche ed esami direttamente da casa;
• consultare il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), ovvero la propria storia sanitaria completa e costantemente aggiornata, comprendente ogni tipo di documentazione (prescrizioni di prestazioni specialistiche, esami diagnostici e farmaci, referti
di visite ed esami, verbali di Pronto Soccorso, lettere di dimissioni ospedaliere e dati relativi alle cure in corso;
• cambiare il proprio Medico di Medicina generale, senza doversi recare all’ ASL.
Per poter accedere a questi servizi on line è necessario utilizzare il lettore di smart card, il software scaricato direttamente dalla rete e il codice PIN: l’ASL di Valle­camonicaSebino invita pertanto i cittadini a cogliere l’occasione della
riemissione delle nuove CRS per richiedere il nuovo PIN in
sostituzione del precedente, legato alla vecchia tessera, oppure richiedere per la prima volta tale codice.
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Chi non avesse ancora dato il proprio consenso al trattamento dei dati personali è invitato a farlo; se già espresso non va
rinnovato.
Coloro che hanno ricevuto la nuova tessera possono richiedere il PIN direttamente presso gli Sportelli Scelta e Revoca delle sedi
ASL di:
• Breno, Via Nissolina 2;
• Darfo, Via Cercovi;
• Pisogne, Via Antica Valeriana;
• Ospedale di Edolo, Piazza Donatori di Sangue 1.
Il rilascio del PIN è immediato; le vecchie tessere CRS possono essere riconsegnate agli sportelli che provvederanno allo smaltimento: sono comunque valide fino alla data riportata sulla Carta.
È possibile effettuare la richiesta del codice PIN anche delegando un’altra persona, presen­tando la seguente documentazione:
- Carta CRS-SISS del delegante.
- Modulo di delega: Modulo per cittadini maggiorenni.
- Fotocopia dei documenti di riconoscimento, in corso di validità, sia del delegante (intestatario della Carta CRS-SISS) sia del
delegato.
I genitori possono richiedere il codice PIN anche per i loro figli minorenni, presentando la carta CRS SISS del figlio/i
e il Modulo di delega per cittadini minorenni.
I Moduli di delega sono scaricabili da Internet all’indirizzo www.crs.regione.lombardia.it
Il PIN può essere ottenuto anche on line, utilizzando la vecchia Carta (solo se non ancora scaduta) inserita nel lettore di
smart card, collegandosi al sito www.crs.regione.lombardia.it digitando il vecchio PIN si ottiene immediatamente quello nuovo.
Inoltre presso tutte le sedi ASL, gli Ospedali, gli ambulatori dei Medici e Pediatri di famiglia si troveranno gli opuscoli informativi
riguardanti i servizi CRS.
L’ASL di Vallecamonica-Sebino invita altresì tutti i cittadini interessati a consultare il proprio sito www.aslvallecamonicasebino.it il sito dedicato www.crs.regione.lombardia.it o a contattare
il N. Verde 800.030.606.
Siro Casatti
Sanità Camuna
Dedicato ai dipendenti
SODDISFAZIONE DELL’UTENZA (CUSTOMER) ANNO 2010
ANALISI DEI DATI E RIFLESSIONI
è disponibile sull’Intranet aziendale il resoconto della rilevazione Customer, effettuata tramite somministrazione di questionari predisposti da Regione Lombardia, relativamente all’area Rico­veri ed all’area Ambulatoriale della nostra Azienda.
Non è certo questo lo spazio dove operare analisi tecniche né tantomeno confronti, ma appare utile e corretto dare informazione
ai cittadini - che hanno dato il loro contributo - circa i risultati di massima, i criteri di interpretazione e le modalità di utilizzo di
questo strumento da parte dell’ASL.
Area Ricoveri
Innanzitutto è necessario rilevare al­cuni
dati relativi alle caratteristiche generali del
campione di utenza esa­minato: i ricoverati presso le nostre strutture nel corso del
2010 sono equamente distribuiti fra maschi e femmine, con un livello di scolarità
piuttosto basso.
Si evidenzia il trend degli anni pre­cedenti
relativo all’invecchiamento della popolazione ricoverata: infatti la fascia di età
maggiormente rap­presentata è quella degli over 75.
Stabile anche la percentuale di stra­nieri
ricoverati (9%).
è interessante notare che la metà dei ricoveri, secondo i pazienti intervistati, è avvenuto d’urgenza. Il dato è
inverosimile e probabilmente è inteso in modo non corretto, così come la percentuale molto bassa di ricoveri in Day
Hospital e in Day Surgery (solo il 5%; D01).
Dall’analisi delle risposte complessivamente si osserva che, nella rilevazione 2010, la somma delle risposte “Abbastanza soddisfatto” e “Molto soddisfatto” è notevolmente superiore alla rilevazione 2009; particolare motivo di soddisfazione è
dato dal fatto che la percentuale degli utenti soddisfatti è maggiore al 90% (considerata statisticamente come
soglia di percentuale di risposta da ritenersi soddisfacente) per tutte le domande tranne una.
Alcune percentuali di risposta positiva sono addirittura superiori al 95%, come ad esempio la risp­osta alla D09 (“rispetto della
riservatezza personale”, che risultava essere una delle maggiori criti­cità emerse dalla rilevazione 2009: si passa infatti dall’ 89%
di soddisfatti al 96%). Altri aspetti notevolmente migliorati risultano essere la valutazione dell’organizzazione dell’ospedale
nel suo insieme (D10, che passa dall’ 82% al 92% di utenti soddisfatti) e le indicazioni fornite dagli ope­ratori sanitari su come
comportarsi dopo la dimissione (D11, dall’ 82% al 92% di soddisfatti). Lu­singhiere anche le percentuali di soddisfazione della
D13 (“Consiglierebbe ad altri questo Ospe­dale”, che passano dall’84% al 94%).
Unica nota dolente è data dalla D02 (“tempi di attesa per ottenere il ricovero”), che risulta essere l’unica domanda a non rag-
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giungere percentuali di risposta soddisfacenti superiori al 90%, segnan­do tuttavia un forte incremento poiché passa dall’80%
di soddisfatti all’89%, alle soglie della po­sitività.
Alcune carenze emergono anche dalle segnalazioni “a risposta libera” fornite dall’utenza: in parti­colare vengono segnalate per
i tempi di attesa al Pronto Soccorso di Esine, la qualità del vitto e la pulizia di alcuni ambienti.
L’elaborazione delle domande del questionario divise per singolo reparto conferma l’elevato grado di soddisfazione dell’utenza,
soprattutto in relazione alla rilevazione 2009: gli unici due reparti che presentano un elevato numero di risposte sotto la soglia di
positività del 90% risultano essere la Chirurgia Generale di Edolo (in peggioramento rispetto al 2009, attestandosi però all’82%,
per­centuale non certo drammatica) e l’Ortopedia e Traumatologia di Esine.
Anche l’analisi per singolo reparto fa emergere che l’aspetto più critico sono i tempi d’attesa per ot­tenere il ricovero (D02): per
tutti i reparti le risposte soddisfacenti relative a tale domanda presen­tano valori inferiori alle altre e di rado raggiungono il 90%.
Area Ambulatori
Le caratteristiche generali del campione di utenti che accedono ai servizi ambulatoriali risulta simi­le a quello degli utenti ricoverati, con una maggioranza di utenti femmine rispetto ai maschi (50% - 40%) e un’età media più elevata rispetto al 2009
(la fascia più rappresentata è quella dai 66 ai 75 anni rispetto a quella 51-65 anni del 2009).
Il modo preferito dall’utenza per prenotare il servizio ambulatoriale risulta quello telefonico (47% del campione), seguito dallo
sportello (37%), trend confermato rispetto agli anni precedenti.
Pur permanendo il trend ormai storico di una percentuale di insoddisfatti molto superiore all’Area ricoveri e comunque sotto la
soglia considerata di positività (90%) per molte domande, si evidenzia anche per l’Area Ambulatori un forte miglioramento della percentuale di utenti sod­disfatti rispetto alla rilevazione 2009.
Tali percentuali risultano significativamente
incrementate per tutti gli aspetti considerati: si sotto­lineano i valori dell’89% relativo
alla D10 (“rispetto riservatezza personale”), dell’87% relativo alla D07 E D08 (“attenzione ricevuta dal personale medico”;
“chiarezza e completezza delle informazio­
ni e spiegazioni ricevute”), e dell’86%
relativo alla D12 (“consiglierebbe ad altri
questa struttura”), raggiungendo il valore
ritenuto positivo del 90% di soddisfazione
per quanto riguarda la D09 (“at­tenzione
ricevuta dal personale infermieristico e/o
tecnico”) e la significativa D11, che richiede una valutazione complessiva del servizio
ambulatoriale.
Da notare il sensibile aumento delle
risposte soddisfacenti alla D06 “rispetto degli orari di visita”, con un valore che passa dal 68% all’80%: in quest’ ambito infatti si era individuato nella
rilevazione 2009 un forte margine di miglioramento, attraverso interventi riorganizzativi efficaci, che hanno dato i loro frutti,
anche se la percentuale dell’80% non è ancora pienamente soddisfacente.
Si riconferma come forte criticità dei servizi ambulatoriali la questione esplicitata dalla D03 (“tempo di atte­sa dalla prenotazione
alla data della prestazione”), nonostante mostri un incremento delle risposte positive rispetto al 2009 (dal 53% al 68%); si
auspica perciò di incrementare tale trend di crescita negli anni a venire. Altri aspetti da migliorare sono quelli relativi alla D02
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(“Servizio Prenota­zione”, 79% di soddisfatti), alla D04 (“Servizio di Accettazione Ammini­strativa e pagamento Ticket”, 76% di
soddisfatti) e alla D05 (“Accessi­bilità, Confort e pulizia degli ambien­ti”, con l’84% di soddisfatti).
Queste problematiche si evincono anche dalle segnalazioni “a risposta aperta”: infatti oltre ai lun­ghi tempi di attesa dalla
prenotazione alla visita si lamentano anche difficoltà nella prenotazione te­lefonica (“trovo occupato”), la poca pulizia di alcuni
ambienti e la carenza di alcune attrezzature (“Mancano le carrozzine”; “Lettini da cambiare”).
Anche l’analisi dettagliata delle valutazioni dei singoli servizi ambulatoriali degli ospedali di Esine ed Edolo, nonché ambulatoriali territoriali, conferma che le criticità sopra evidenziate riguar­dano tutti i tipi di servizio, in ogni sede del territorio.
Rispecchiando il trend generale, i singoli servizi vedono migliorate rispetto al 2009 le percen­tuali di risposta soddisfacenti. Infatti si nota che un considerevole numero di essi riesce a rag­giungere - per uno o più aspetti presi in considerazione
- la soglia di positività del 90%, con percentuali medie complessive comunque fra l’80% ed il 90%; come si è detto ciò che
contribuisce ad abbassare le medie in ogni servizio sono proprio le percentuali riguardanti gli aspetti evidenziati in precedenza,
ovvero quelli relativi alle D02, D03, e D04.
Fra i servizi che ottengono le percentuali di soddisfazione più elevate troviamo l’Endoscopia, sia di Esine che di Edolo, la
Nefrologia di Esine, la Neurologia di Esine, la Neurochirurgia di Esine, l’Otorinolaringoiatria di Esine, la Cardiologia
di Edolo; le percentuali di soddisfazione più basse sono ottenute dalla Cardiologia di Esine, la Terapia Fisica di Esine,
l’Ortopedia e Traumatologia di Esine.
Conclusioni
Come già rilevato nell’analisi di customer relativa al 2009, anno dopo anno, si sta evidenziando come le risposte ottenute dai
questionari siano sempre più mirate nella critica e meno generica­mente “accomodanti” di quanto non accadesse in passato.
è automatico quindi considerare che anche le risposte positive siano frutto di un’autentica soddisfazione e non rientrino nella
casistica “accomodante” dianzi accennata.
Lo scorso anno questo ci aveva portato alla considerazione che molto probabilmente i risultati meno soddisfacenti ottenuti, rispetto ai primi anni, erano stati dettati - non tanto da un effettivo peggioramento della qualità dei servizi - bensì dalla maggiore
attenzione e spirito critico con il qua­le gli utenti compilavano il questionario. L’utenza stava dunque sviluppando una sorta di
fideliz­zazione, interpretando la corretta finalità di questo strumento, mostrando un atteggiamento mag­giormente collaborativo
e dimostrandosi in grado di comprendere l’utilità e le finalità delle rilevazio­ni di Customer Satisfaction.
Pur dando questa interpretazione, non ci si è seduti sugli allori: il fatto che fosse aumentata la ca­pacità critica degli utenti non
poteva cancellare i risultati poco brillanti ovvero, che non fosse di fat­to così scaduta la qualità dei servizi, bensì fosse aumentata l’aspettativa del cliente poco
impor­tava; era necessario rimboccarsi le maniche per migliorare le prestazioni.
E i Camuni hanno premiato lo sforzo.
L’evidenza dell’importanza dello strumento ri­sulta sempre più tangibile; c’è stato un note­vole miglioramento in generale rispetto allo
scorso anno, e questo grazie alle segnalazioni della nostra gente che
ci hanno spronati ad intraprendere interventi di miglioramento.
Le indagini di Customer Satisfaction si stanno dunque rivelando sempre più un valido strumento per favorire la partecipazione del cittadino all’attività sanitaria, contribuendo così all’effettiva attuazione
della “mission” aziendale: “Il cittadino al centro”.
Il Direttore AGR-URP Matilde Comensoli
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Studenti bravi e meritevoli
Il Cral-Sanità della nostra Asl, in una cerimonia semplice e toccante, ha consegnato le bor­se di studio agli studenti che si
sono particolarmente distinti nel corso dell’anno scolastico 2009/ 2010. La cerimonia si è tenuta il 15 dicembre nell’Auditorium “Giacomo Mazzoli”, presso la Comu­nità Montana. In rappresentanza dell’ASL erano presenti la Dr.ssa Giuliana
Pieracci, il Dr. Gian­carlo Battaglia, e il direttore del nostro periodico, Prof. Eugenio Fontana.
Ha presieduto Walter Cenini che per tanti anni è stato solerte e discreto presidente del Cral. Gli era a fianco Andrea Gasparini, nelle vesti di segretario e di ottimo cassiere.
Cenini, nel suo intervento, non solo ha evidenziato le finalità del premio, ma ha tracciato una sorta di bilancio della sua
Presidenza. E lo ha fatto con parole sobrie e commosse, ripercorrendo e richiamando i vari campi in cui il Cral si è impegnato, dispiegando la sua presenza in molteplici attività. Ha sottolinetato in particolare come il Circolo non sia un corpo
estraneo o indipendente, staccato, avulso dalla vita dell’Azienda, ma sia un modo originale per sottolineare, con iniziative
concrete, il senso di appartenenza ad una sola grande famiglia.
Al termine delle sue parole Cenini ha manifestato la ferma intenzione di lasciare l’incarico, conti­nuando tuttavia a prestare
la sua opera e la sua collaborazione nella vita del Circolo.
Dopo l’applaudito intervento di Cenini, vi è stata la consegna delle borse di studio, alla pre­senza ovviamente dei premiati
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e dei loro genitori e familiari.
Si sa che le risorse di un’associazione basata sulla libera adesione non sono molte. Ma proprio per questo i premi assegnati diventano ancora più eloquenti, evidenziando essi gli splendidi risultati scolastici ottenuti dai concorrenti.
Una borsa di studio di 200 euro, istituita per le classi I e II Media, è stata assegnata a Giovanni Gheza, figlio di Claudia
Pastorelli, che ha riportato la bella media di 9,417. Una seconda borsa di studio di 250 euro, istituita per il diploma di
III Media, è stata assegnata a Gian Maria Barone, figlio di Silvia Bertoni, che ha riportato una votazione di 10/decimi
con lode e la media del 9,084 nel primo quadrimestre. Lo seguiva a ruota Battista Taboni, figlio di Domenica Bonali,
che pure otteneva 10/decimi con lode, ma una media di 8,417 nel primo quadrimestre. Anche a lui è stato assegnato
un premio ben meritato a tutti gli effetti, ma pur sempre, come si suol dire in queste circostanze, di consolazione, per la
differenza di pochi centesimi nella media del primo quadrimestre. Due borse di studio da 300 euro istituite per le classi I/
IV Superiore sono state assegnate rispettivamente ad Alberto Ducoli, figlio di Elisabetta Angeloni, che ha riportato una
votazione con la media dell’8,358, e ad Elisa Strazzeri, figlia di Roberto Strazzeri, con la media del 8,182. Una borsa di
studio di 300 euro per la maturità è andata a Francesco Sanzogni, figlio di Roberto Sanzogni, promosso con l’en plein
della votazione: 100/100.
Reso il dovuto onore al merito scolastico, la cerimonia è stata quindi suggellata dall’im­mancabile fotografia di gruppo.
L’appuntamento è per l’anno prossimo.
la Redazione
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TELEMEDICINA
4 ANNI DI PROGETTO TELEMACO: BILANCIO POSITIVO
L’angolo dell’informazione
è positivo il bilancio dei primi quattro anni di Telemaco, il progetto di “medicina a distanza” avviato da Regione Lombardia perché anche i cittadini residenti in piccoli comuni montani o decentrati possano usufrui­re, senza doversi spostare, di un’adeguata
assistenza sanitaria.
In questa rete di telemedicina sono stati arruolati 863 pazienti in percorsi semestrali di telesorveglianza, e sono stati presi 5.350
contatti relativi a teleconsulti specialistici, eseguiti da 8 ASL, 19 Distretti e 9 Aziende ospedaliere. Il progetto è stato favorito dalla
Legge Regionale 11/2004 per il sostegno “a favore dei piccoli comuni della Lombardia’’, ma è stato visto dai suoi responsabili
anche come la giusta via per far fronte “all’evoluzione di un quadro sanitario in cui, per l’aumento dell’aspettativa media di vita
e la diminuzione della mortalità per malattie acute, le patologie croniche incideranno sempre più sulla spesa sanitaria’’.
Anche per questo il progetto Telemaco ha attivato ad esempio dei percorsi di telesorveglianza sanitaria domiciliare per i cittadini
con scompenso cardiaco cronico o una broncopneumopatia cronica ostruttiva (im­propriamente noto come enfisema), oltre al
consulto a distanza degli esami per immagini, in rete con i medici di famiglia.
Da parte dei pazienti, riportano i responsabili di Telemaco, ‘’la telesorveglianza delle patologie croniche è sta­ta giudicata molto
positivamente per la facilità di utilizzo della strumentazione, il supporto nei momenti di diffi­coltà e la comunicazione col personale sanitario’’. Inoltre, il progetto ha permesso di sperimentare il ruolo dell’Infermiere Tutor, che è il riferimento del paziente
e partecipa attivamente alle decisioni cliniche, oltre a fare da tramite tra il malato e il medico e a gestirne il percorso di cura.
Infine, sul teleconsulto degli esami per immagini tra Pronto Soccorso periferico e centri specialistici di eccel­lenza per sospetti
ictus e trauma cranico “sono stati superati alcuni problemi operativi, e in generale i medici che l’hanno utilizzato si sono detti
soddisfatti per l’efficacia, la riduzione dei trasferimenti inopportuni, il mi­glioramento del flusso informativo e il supporto ricevuto
durante il teleconsulto dai neurologi e neurochi­rurghi’’. Ancora, il teleconsulto specialistico al medico di famiglia “ha mostrato
rilevanti benefici economici; in particolare quello riguardante patologie cardiologiche ha permesso una maggiore appropriatezza
delle indi­cazioni fornite dal Medico di medicina generale e dalla guardia medica e una maggiore tempestività nella cura del
paziente’’.
Tratto dal Notiziario ANSA
Centro
di Regione Lombardia
Servizi
del 26 novembre 2010
Unità
Operative
Ospedaliere
MMG
Paziente
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“A.A. ALCOLISTI ANONIMI” ITALIA
“INFORMAZIONI”
Lo scopo
In Italia molti conoscono il nome della nostra Associazione, e magari sono al corrente della presenza di un Gruppo di Alcolisti Anonimi nella propria città o paese, ma pochi sanno cosa veramente
faccia, e anche “gli addetti ai lavori” spesso equivocano sulla sua reale funzione.
Alcolisti Anonimi è composta esclusivamente da alcolisti che, raggiunta la sobrietà, aiutano a loro
volta chi è ancora nel problema a smettere di bere e a recuperarsi dall’alcolismo.
Lo scopo primario di A.A. è pertanto il recupero dell’alcolista e la tra­smissione del messaggio ad
altri alcolisti. A.A. è un’Associazione di autoaiuto: l’alcolista che ha smesso di bere mantiene e
consolida la sobrietà utilizzando la sua capacità di aiutare un altro alcolista che ancora beve a
uscire dalla dipendenza dall’alcol. L’unico requisito per entrare a far parte di A.A. è desiderare di smettere di bere: ognuno può divenire
mem­bro dell’Associazione nel momento stesso in cui dichiara di volerlo. La partecipazione è totalmente libera e non viene fatta alcuna
distinzione relativa alla razza, al sesso, al ceto sociale, alla fede religiosa o agli ideali politici. A.A. è finanziariamente autonoma, non
accetta sovvenzioni, lasciti né altro tipo di contributi. A.A. è aperta alla collaborazione con chiunque operi nel campo dell’alcolismo, ma
non è affiliata ad alcuna confessione, idea politica, organizzazione o istituzione.
Infine Alcolisti Anonimi non si impegna in alcuna controversia, né sostiene o si oppone ad alcuna causa. In particolare l’Associazione
non assume posizioni proibizioniste né antiproibizioniste nei confronti del consumo di alcol e non partecipa formalmente ad alcun
progetto di prevenzione e di ricerca scientifica.
Un po’ della nostra storia
A.A. nasce negli Stati Uniti nel 1935 dall’incontro di un agente di borsa di Wall Street, Bill, e di un medico chirurgo di Akron in Ohio, il
dottor Bob, entrambi alcolisti, i quali si resero conto che condividendo le loro esperienze e aiutandosi a vicenda riuscivano a mantenersi
lontani dall’alcol. In altri termini, Bill e il dottor Bob si resero conto del fatto che un alcolista che ha smesso di bere ha una grandissima capacità di comunicare con un altro alcolista che ancora beve, e così facendo, indica all’altro la via per uscire dal problema e nel
contempo consolida la propria sobrietà. Partendo da questa constatazione fu costituito un primo gruppo ad Akron, cui seguì l’apertura
di un secondo a New York e di un terzo a Cleveland. Nel frattempo fu messo a punto un metodo di recupero basato su Do­dici Passi
(o tappe), i cui principi ispiratori furono tratti essenzialmente dalla medicina, dalla psicologia e dalla religione. In Italia A.A. è presente
dagli anni 70, quando l’alcolismo era ritenuto un vizio e gli alcolisti venivano internati nei manicomi. I nostri primi Gruppi sono sorti a
Roma e a Firenze dal 1972 in poi. Da allora quella di A.A. in Italia è la storia di una crescita che l’ha condotta oggi ad essere diffusa in
tutte le regioni con poco meno di 500 Gruppi e con una frequenza media di diverse migliaia di alcolisti.
Il Gruppo A.A.
Il Gruppo è l’entità di base di A.A. per il cui tramite si rea­lizza il recupero: ne
fanno parte solo gli alcolisti e sono so­lo gli alcolisti a gestirlo. Nel Gruppo non
si viene giudicati o controllati, non ci sono obblighi di frequenza, non sono
presenti amici, familiari, psicologi, terapeuti o professionisti di sorta, non si
pagano tasse, non ci sono registri degli iscritti né ci si presenta con il cognome
o si è tenuti a fornire dati sulla propria vita pri­vata. Nelle riunioni, in assoluta
libertà, gli alcolisti condivi­dono il proprio vissuto e soprattutto, tramite il commento della nostra letteratura, mettono in pratica il nostro Pro­gramma di recupero conosciuto in tutto il mondo come “Metodo dei 12 Passi” . Il Gruppo
può rivelarsi uno strumento prezioso per l’alcolista, per aiutarlo ad affrontare
e superare una serie di problemi, oltre ad apprendere alcuni meccanismi per smettere di bere e per vivere una vita sana e serena.
Partecipare regolarmente alle nostre riunioni consente infatti di aprirsi agli altri e di rafforzare costantemente la propria fiducia e le
proprie motivazioni, imparando ad applicare principi e valori positivi da sostituire a quelli di un tempo. Tutto ciò senza nulla sottrarre
al lavoro del professionista. Il nostro è solo un contributo, talvolta non di poco conto e per di più a costo zero. Non abbiamo certo la
pretesa di sostituirci al medico, allo psicologo o alla struttura di cura.
In Gruppo non vengono fornite indicazioni di carattere professionale o su cure mediche e farmacologiche; capita anzi che i nostri Gruppi, consapevoli che l’unico scopo di A.A. è quello di aiutare l’alcolista a recupe­rarsi, suggeriscano a propri membri il ricovero presso le
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strutture pubbliche o di rivolgersi a professionisti per i problemi di pertinenza medica o psicologica.
Smettere di bere … il metodo delle 24 ore
La nostra Associazione non ha carattere professionale. Preferiamo lasciare agli esperti del settore
l’inquadramento dell’alcolismo. Comunque ogni alco­lista anonimo ha una propria opinione sull’alcolismo che deriva dall’espe­rienza personale. Molti di noi considerano l’alcolismo come una “malattia
del corpo e dello spirito” e d’altro canto sono propensi a credere che la dipen­denza dall’alcol sia il
“sintomo” di un disagio esistenziale a cui occorre por­re mano per poter tornare a vivere una vita
normale. “Mettere il tappo alla bottiglia”come diciamo in A.A., non è sufficiente, anche se è
determinante per poter iniziare un qualsiasi tipo di percorso di recupero.
In genere chi si rivolge ad Alcolisti Anonimi non si riconosce subito alcolista ma tende piuttosto a considerarsi un forte bevitore. A volte è all’inizio del percorso alcolico ed è solo preoccupato, altre volte ha
toccato il fondo ed è isolato e disperato. Noi A.A. possiamo testimoniare per esperienza che una delle
maggiori difficoltà di un alcolista è quella della negazione del problema, talvolta ostinata anche di fronte all’evidenza più assoluta:
un atteggiamento del genere rende difficile se non impossibile qualsiasi tipo di intervento. Quando comincia a frequentare le riunioni
del Gruppo e ascolta le testimonianze di altri alcolisti, il nuovo arrivato in A.A. diventa sempre più consapevole della propria condizione
e inizia ad acquistare fiducia. Quasi sempre chi frequenta con assiduità i nostri Gruppi riesce a centrare l’obiettivo e diventa astinente,
talvolta dalla prima riunione. Ma i tempi possono essere diversi a seconda delle problematiche individuali.
Trasmetti il messaggio
Viene detto che nei Gruppi A.A. si verificano dei miracoli ed alcuni membri recuperati ne sono autentica­mente convinti. Può anche
darsi che in A.A. qualche miracolo avvenga davvero; ma noi siamo in genere po­co propensi a invocare il miracolo per sottolineare il
successo del nostro metodo. Siamo invece coscienti del­l’importanza della sofferenza come presupposto di ogni esperienza spirituale,
e quindi della “guarigione” dalla dipendenza, e siamo soprattutto consapevoli del grande valore terapeutico dell’amore. E nei nostri
Gruppi sofferenza ed amore sicuramente non mancano. Non vogliamo sostenere che A.A. funzioni sempre e per tutti. Nonostante la
nostra buona volontà, molti che si rivolgono ai nostri Gruppi non rimangono, altri hanno la necessità di essere prima disintossicati in
qualche centro, altri ancora hanno bisogno di ricevere contemporaneamente un’assistenza specializzata. Ciononostante, in moltissimi
casi Alcolisti Anonimi costi­tuisce una soluzione concreta per i diretti interessati, e può pertanto rivelarsi una risorsa utile per coloro che,
per professione o per volontariato, sono chiamati a occuparsi di alcolismo. Una cosa è comunque certa. Gra­zie a questo metodo sino ad
oggi milioni di uomini e di donne di ogni parte del mondo sono riusciti a so­pravvivere all’autodistruzione tornando ad essere persone
serene e attive. Al fianco di A.A. (sempre nella sede di ogni Gruppo, ma in stanze separate) è presente l’associazione “Al-Anon”,
formata da familiari o amici di alcolisti. Dato che le persone maggiormente colpite dalla “malattia al­colismo” sono, oltre ovviamente
all’alcolista stesso, le persone a lui più vicine, l’associazione “Al-Anon” offre a queste persone conforto, aiuto, amicizia e consigli, dati
dall’esperienza di chi ha vissuto in prima linea questa dolorosa situazione, consci della realtà che l’alcolismo è una malattia che colpisce
tutta la famiglia. Membri di “Al-Anon” possono essere contattati al numero telefonico del Gruppo di A.A. che affiancano.
I gruppi di Alcolisti Anonimi in Vallecamonica sono:
Gruppo A.A. “Aurelio”c/o Scuole Elementari - Pontagna (Bs)
Giorni e orari e riunioni : lunedi - 20.30 - Tel. 334 3948670
Gruppo A.A. “Alta Vallecamonica” Loc. Lava di Malonno, c/o ex Scuole Elementari - Malonno (Bs)
Orari e giorni riunioni: martedi e venerdi 20.00/22.00 - Tel. 334 1893999
Gruppo A.A. “Malegno” via Cava (sopra l’ufficio postale ) - Malegno (Bs)
Giorni e orari e riunioni: lunedi e venerdi 20-22 - Tel. 334 3948773
Gruppo A.A. “Il Cammino” corso Italia, 69 - Darfo BT (Bs)
Giorni e orari e riunioni: lunedi e giovedi 20-22 Tel. 3343948782
Gruppo A.A. “Sovere” via Roma, 15 - Sovere (Bg)
Giorni e orari e riunioni: lunedi e venerdi 20-22 Tel. 349 7183888
Servizi generali A.A. Italia Via di Torre Rossa, 35 - Roma Tel. 06 6636629
Sito Web: www.alcolisti-anonimi.it
Augurandoci di aver reso informazioni utili, concludiamo con la preghiera che unisce gli A.A. di tutto il mon­do, siano essi religiosi, atei
o agnostici, e che viene recitata al termine di ogni nostra riunione di Gruppo:
“Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che
posso e la saggezza di conoscerne la differenza.”
Giovanni Pianta
IL VALORE DELLA VITA
In un recente percorso formativo, realizzato con l’obiettivo di promuovere l’integrazione tra servi­zi pubblici e
Terzo Settore nella gestione della fragilità familiare, la
Dr.ssa Manuela Tomisich, docente di Psicologia presso
l’Università Cat­tolica di Milano, ha fornito lo spunto per
varie ri­flessioni sugli aspetti di irreversibilità e dramma­
ticità connessi al tema della nascita, promuo­vendo negli
operatori presenti un’intensa parte­cipazione che, credo,
possa essere davvero sa­lutare per il superamento dei
conflitti che, nor­malmente, si creano nella gestione di casi
che richiedono l’intervento di più servizi o enti.
Personalmente sono stata molto colpita dalla sottolineatura che in più occasioni la Dr.ssa Tomisich ha fatto, riferendosi a situazioni familiari particolar­mente problematiche,
allorché ha parlato di “apertura alla vita” ed “accettazione della sfida della vita”, ri­chiamando al riconoscimento del
valore della scelta della vita fatta dalla coppia genitoriale o dal singolo genitore.
L’abitudine a lavorare in situazioni con minori che sono costretti ad affrontare la vita in condizioni non certo favorevoli
per l’assenza/carenza nella loro famiglia di una sufficiente stabilità emotiva, affettiva ed economica conduce spesso a
considerare tutte queste privazioni come un ingiusto fardello messo sulle spalle dei bambini a causa dell’irresponsabilità dell’adulto, o degli adulti, che avrebbe invece dovuto tutelarli e da ciò si genera una sorta di difficoltà a riconoscere
gli aspetti positivi e le potenzialità del genitore/i, sulle quali è in­vece indispensabile operare per consentire al bambino
di stare con la sua famiglia, assicurandogli i migliori genitori “possibili”.
La scelta di dare la vita, in scenari simili, viene considerata più come espressione di superficialità da parte dell’adulto
e di scarsa consapevolezza riguardo ai bisogni ed alle esigenze di un bambino che come deci­sione che sottende un
sistema di valori di riferimento.
Pesa certamente in queste valutazioni un atteggiamento che fa parte della cultura attuale per cui tutto, ivi compresa la
nascita della famiglia, deve essere puntualmente programmato in funzione non tanto dei tempi emotivi interiori della
persona o della coppia, quanto di alcuni criteri esterni, che rispondono ad un im­maginario sempre meno raggiungibile.
I figli vengono programmati solo quando si è raggiunta una buona stabilità economica e lavorativa e la coppia si è
spesso quasi dissanguata per avere anche un’abitazione in proprietà. Ecco, dunque, le primipare ultraquarantenni e le
coppie che, sistemato tutto, si rendono conto che le possibilità di avere un figlio si sono affievolite e che avere un figlio
non è così scontato come per gli altri oggetti dei propri desideri.
Il dare la vita sembra divenuto un comportamento di per se vuoto, privo di un suo specifico significato, ma destinato
a configurarsi positivamente là dove sono assicurate tutta una serie di condizioni esterne positive o, viceversa, negativamente, quando queste condizioni mancano.
Se il dare la vita non ha un suo valore intrinseco significa che anche la vita non ha valore e questo è un effettivo, grande
problema del nostro tempo: la vita e le persone hanno valore e dignità differente a seconda della posizione economica,
dell’età e persino dello stato di salute e di malattia.
L’intervento della Dr.ssa Tomisich, focalizzandosi sul significato di “apertura alla vita” che è implicito in ogni scelta di
dare la vita, fa emergere la dimensione della speranza e della fiducia, quali fattori strettamente connessi con la vita.
è questa apertura alla vita che rende possibile il futuro non solo dell’individuo, ma dell’intera società; e se così è, vi
è pure un debito collettivo nei confronti di chi effettua la scelta della vita, che deve tradursi nell’im­pegno, secondo le
proprie competenze e possibilità, a sostenerla ed a far sì che siano garantite le migliori possibili condizioni per il suo
sviluppo.
Ma, prima ancora di mettere in campo ciò che può essere necessario per il bambino (e rispetto al piccolo nato può
essere facile trovare risposte emotive e concrete) va aperto il credito nei confronti dei suoi genitori, va riconosciuto e
sostenuto il valore della loro scelta, indipendentemente dalla loro nazionalità o dalle loro caratteristiche.
Aure Parolini - Direttore Dipartimento ASSI
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UNO SLOGAN PER LA VITA
“Uno slogan per la vità” è il nome del concorso, promosso da quest’ASL, in collaborazione con il Centro di
Aiuto alla Vita di Pisogne, l’istituto Pro Familia di Breno,
il Consultorio Familiare “G. Tovini” di Breno, la Parrocchia
SS. Salvatore di Breno e l’Associazione Anch’io - Caritas di
Darfo BT.
Il concorso è nato all’interno del progetto “Una rete per
la tutela della vita”, finanziato dalla Regione attraverso
la LR 23/1999, che ha promosso, sull’intero territorio della
Valle Camonica, azioni di prevenzione, accompagnamento
e so­stegno delle madri sole e delle famiglie che si trovano
a vi­vere un momento di difficoltà, relativamente alla gravidanza e al primo anno di vita del bambino.
All’interno di tale progetto sono state realizzate, nel corso del 2009 e 2010, varie iniziative di sensibilizzazione al
valore e all’accoglienza della vita, rivolte alle famiglie, alle
giovani coppie e agli educatori che si occupano di bambini,
adole­scenti e giovani. Tra queste iniziative, il concorso “Uno
slo­gan per la vita” ha rappresentato un contributo alla diffusione della cultura dell’accoglienza della vita, attraverso la sensibi­lizzazione delle giovani generazioni, a partire dagli alunni della scuola dell’infanzia, della scuola
primaria e secondaria di primo grado, coinvolgendo indirettamente anche le loro famiglie.
La scelta di proporre un concorso per sensibilizzare al tema della vita ha preso spunto dalla trentennale esperienza del Movimento per la Vita Italiano, ed è stata motivata dal desiderio di coinvolgere il maggior numero di
bambini, ragazzi e famiglie attraverso
una modalità che privilegiasse il punto di vista del bambino e i suoi vissuti
interiori, rispetto a un tema tanto delicato e sensibile quale quello della vita
umana.
Per la sua realizzazione si è quindi valutato di coinvolgere tre realtà scolastiche, dislocate nella bassa, media e alta
Valle, come rappresentative di tutto il
territorio.
Il concorso si è rivolto agli alunni della
scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo
DISEGNO VINCITORE DEL CONCORSO
ELEONORA CALVI: Classe 2aA, Scuola Primaria, Edolo
grado dell’Istituto Comprensivo di Edolo, della Scuola Primaria Cattolica “Maria Ausiliatrice” di Cogno, dell’Istituto Comprensivo “Ten. G. Corna Pellegrini” di Pisogne e della Scuola dell’infanzia “Ente morale” di Pisogne.
Gli alunni che hanno partecipato al concorso sono stati in totale 809.
Grazie alla disponibilità dei Dirigenti Scola­stici e al lavoro degli insegnanti, ogni classe ha scelto la modalità di
partecipazione più adatta all’età e alle capacità dei bambini e dei ragazzi, lasciando ad ogni alunno la pos­sibilità
di esprimere le proprie idee con fan­tasia, semplicità e immediatezza sul tema della vita e sul suo significato.
Sono pervenuti numerosi elaborati, realizzati singolarmente o in piccoli gruppi, tra cui di­segni, alcuni dei quali
rilegati sotto forma di libro, poesie, acrostici, riflessioni, cartelloni, cd con originali presentazioni in powerpoint.
Tutti i lavori sono stati visionati e valutati da una commissione, composta da un’assisten­te sociale, una psicologa
e una pedagogista dell’ASL e da due volontarie del CAV di Pisogne, che ha dovuto selezionarli in base a pertinenza del tema, creatività, originalità, cura e attenzione nella realizzazione, per poi pubblicarli sull’opuscolo
“Uno slogan per la vita” realizzato per sensibilizzare e promuo­vere il tema del valore della vita.
Nella prima settimana di Febbraio 2011, ogni Istituto Scolastico coinvolto ha organizzato un momento d’in­
contro con tutti gli alunni che hanno partecipato al concorso per la presentazione e la distribuzione dell’opu­
scolo; ad ogni bambino è stato inoltre consegnato un attestato di partecipazione e un gadget, come segno di
ringraziamento per l’impegno dimostrato, e alla scuola un piccolo contributo economico per l’acquisto di libri
per bambini.
L’opuscolo è stato inoltre presentato e distribuito in alcune Parrocchie della Valcamonica, in occasione della
“Giornata per la Vita”, che è stata celebrata Domenica 6 Febbraio 2011 in collaborazione con il Movimento
per la Vita.
Chiara Picinelli - Assistente Sociale
SECONDO CLASSIFICATO
GIULIA PANIGADA: Classe 1aB, Scuola Secondaria
di Primo Grado, Pisogne
TERZO CLASSIFICATO
ELISA BONOMI: Classe 1a, Scuola Primaria, Cogno
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LA VITA DALL’INIZIO ALLA... FINE
Una nuova vita è generalmente programmata, aspettata, desiderata e accolta con
gioia ed entusia­smo.
A livello famigliare fervono i prepa­rativi
per accogliere il figlio predispo­nendo spazi
ed ambienti in modo da creare condizioni
ottimali di vita.
Anche a livello sanitario sono attive da
tempo procedure di monitoraggio della
gravidanza, di promozione del benessere
della coppia e del nasci­turo, corsi di accompagnamento alla nascita, di promozione dell’allatta­mento al seno, di prevenzione della depressione post parto.
Nel sociale è obbligatoria/possibile l’astensione dal lavoro prima e dopo l’evento nascita con facilitazioni per seguire in modo
adeguato il figlio nei primi mesi ed anni di vita.
In sintesi sono tutti interventi finalizzati a favorire una buona qualità della vita del neonato e della sua famiglia.
Tutto è ciclico, la vita, le stagioni, le maree, l’alba ed il tramonto, pertanto l’inizio di una vita è al contempo il principio
del termine vita, del finire, del morire, senza per questo rinunciare mai alla qualità della vita, fino all’ultimo respiro.
Il benessere famigliare ed individuale è strettamente connesso ed in relazione alla propria casa, all’abitazione. Lo conferma anche un’indagine sulle aspirazione dei malati terminali, il 90% desidera rimanere e morire nella propria casa;
attualmente solo per il 10% delle persone la casa rappresenta
l’ultima dimora.
L’istituzione delle Cure Palliative Domiciliari presso la nostra ASL,
prescritte dal medico di famiglia ed erogate da professionisti accreditati, va anche nella direzione di ridurre il gap tra desiderio
e realtà, l’attenzione al tramonto non deve essere inferiore al
fascino ed all’interesse per l’alba, riguarda ancora una volta la
vita e la sua qualità.
La stabilità emotiva del malato terminale dipende fortemente dal
suo ambiente circostante, molto importanti sono i familiari, ma
anche gli amici, il medico curante e il personale sanitario: tutti
possono dargli sostegno se si approcciano a lui con coinvolgimento e sensibilità.
Anche l’Hospice, attivo presso l’ospedale di Esine, focalizza l’attenzione sui desideri del morente e dei suoi famigliari, riproducendo in parte le condizioni caratteristiche dell’ambiente famigliare.
Dr. Ermanno Scotti - Responsabile Servizio Anziani - Disabili
Sanità Camuna
OSPEDALE DI ESINE
ACCOGLIENZA PEDIATRICA
IN PRONTO SOCCORSO
Su proposta della Direzione Generale, al fine di rendere la possibile attesa più gradevole e meno
traumatica per i piccoli, nel percorso già esistente previsto per il paziente in età pediatrica che
accede al Pronto Soccorso, è stato creato uno spazio dedicato dove la mamma ed il piccolo paziente possono sostare.
Si sta allestendo la “Sala d’attesa post triage pediatrico” a misura di bambino.
Anche nell’Unità Operativa di Pediatria, dove di norma vengono espletate le visite, sono già previste sale di attesa differenziate per pazienti “acuti” e pazienti non affetti da patologia.
Si tratta di piccoli ma importantissimi passi nel percorso tanto auspicato dell’umanizzazione
dell’assistenza ospedaliera.
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BULIMIA NERVOSA:
AD ESINE UN IMPORTANTE CONVEGNO
Il 19 aprile 2011, alle ore 9,00, presso la sala riunioni dell’ospedale di Esine, avrà luogo il convegno “La terapia
cognitivo-comportamentale della Bulimia Nervosa”.
Avremo l’onore di ospitare come docente il Dottor Riccardo Dalle Grave, medico e psicotera­peuta, specialista in
Endocrinologia e in Scienze dell’alimentazione - presidente dell’AIDAP (Asso­ciazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso).
Questo Convegno si inserisce nell’attività del “Centro Cura Bulimia dell’ASL di Vallecamonica Sebino”. Si tratta di
un Ambulatorio per la diagnosi dei disturbi del comportamento alimentare e per la cura della Bulimia Nervosa, con
sede nell’Ospedale di Esine.
In questo ambulatorio i pazienti vengono curati utilizzando la nuova Terapia Cognitivo-Comporta­mentale di questa
patologia, ritenuta più efficace rispetto ad altre terapie.
I Disturbi del Comportamento Alimentare costituiscono oggi una delle emergenze sanitarie più preoccupanti. Gli
studi epidemiologici internazionali mettono in evidenza un aumento della loro incidenza nella fascia femminile tra
i 12 e 25 anni e stimano nei Paesi occidentali, compresa l’Ita­lia, la prevalenza dell’Anoressia Nervosa, intorno allo
0.2-0.8% e quella della Bulimia Nervosa, intorno al 3%. Risulta inoltre che l’incidenza annua su 100.000 individui,
è di 9-12 per la BN e che l’età di esordio cade fra i 10 ed i 30 anni, con una età media di insorgenza a 17 anni.
La patologia appare in continuo aumento, soprattutto per quanto riguarda la Bulimia e il Disturbo da Abbuffata
Compulsiva.
Il Convegno è rivolto al personale dell’ASL che, direttamente o indirettamente, si occupa di persone affette da
bulimia (medici, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, infermieri ed educatori) per un totale di 60 partecipanti.
ALLE TERME DI BOARIO UN EVENTO SUL TEMA
“IL DOLORE AL FEMMINILE: QUALE SOLLIEVO?”
Il 4 giugno 2011, in occasione della X Giornata Nazionale del Sollievo, presso la sala Liberty delle Terme di Boario,
l’ASL di Vallecamonica-Sebino organizzerà un evento sul tema del dolore al femminile e del suo possibile sollievo;
dolore al femminile, inteso come componente intrinseca di vari aspetti della vita di una donna: da quello relativo al
parto, alle eventuali patologie oncologiche femminili, quale ad esempio il tumore alla mammella, ed alle ripercussioni che queste malattie ed i conseguenti interventi hanno sulla quotidianità.
Saranno presenti varie professionalità competenti circa i temi affrontati e si auspica una larga partecipazione ROSA
e non solo…
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DSA
IL DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO
NELLA REALTÀ DELLA VALLECAMONICA
Negli ultimi anni, vi è stato un aumento di richieste di consultazione per bambini con difficoltà d’apprendimento,
d’attenzione e di comportamento presso i Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) nazionali.
Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) rientra
tra i disordini di natura neuropsicologica e comprende la mancata acquisizione ed automatizzazione delle
strumentalità della lettura (dislessia), scrittura (disortografia) e del calcolo (discalculia), con capacità cognitive adeguate e in assenza di patologie neurologiche
e deficit sensoriali.
Questo fenomeno ha raggiunto una diffusione tale da
sensibilizzare le autorità, che dopo la promulgazione di
alcune leggi, sono giunte alla stesura di una Legge Nazionale, la 170 del 2010.
Le finalità ultime di tale Legge sono quelle di garantire
il diritto all’istruzione e favorire il successo scolastico,
utilizzando misure didattiche di supporto quali gli strumenti compensativi e dispensativi. Ciò, al fine di ridurre disagi relazionali ed emozionali (art.2). Tra i vari articoli, si trovano le direttive rispetto alla diagnosi (art.3),
alla formazione nella scuola (art.4), alle misure educative e didattiche di supporto (art.5). Da sottolineare le misure di
tutela per i familiari di primo grado degli studenti con DSA, che prevedono la possibilità di usufruire di orari di lavoro
flessibili, per assistere i figli nelle attività scolastiche (art.6).
La realtà locale rispecchia parzialmente le statistiche italiane, che indicano la presenza di bambini con DSA nel 4%
della popolazione scolastica.
Il Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, dal settembre 2009,
ha al suo attivo il Progetto triennale, finanziato dalla Regione, di “Interventi di presa in carico e di prevenzione
secondaria nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e nel Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed
Iperattività (ADHD)”.
Gli obiettivi principali riguardano una campagna informativa nelle scuole, un percorso di supporto per i genitori e la
nascita di una micro équipe all’interno del Servizio di NPIA, volta all’attivazione delle procedure clinico-diagnostiche
per i disturbi considerati (DSA e ADHD).
A seguito dell’adesione dei vari Istituti Scolastici, si è proceduto con l’individuazione di un referente tra gli insegnanti,
al fine di favorire una formazione tra pari. Gli incontri di “Teacher Training” tra le operatrici del Servizio e le scuole sono
a cadenza mensile e gli argomenti trattati sono relativi alle esigenze raccolte tra i docenti.
Per quanto concerne il lavoro con i genitori (Parent Training), sono stati calendarizzati incontri serali mensili, volti alla
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Sanità Camuna
condivisione delle problematiche incontrate dalle varie famiglie rispetto ai vissuti emotivi e agli aspetti più operativodidattici. Sono state organizzate serate a tema in cui sono intervenute professionalità specifiche (es. Assistente sociale
del Servizio di NPIA) o dove i genitori stessi hanno organizzato il materiale e l’hanno condiviso con quelli “meno
esperti”.
DSA
Disturbo Specifico dell’Approfondimento
All’interno di tali serate, si è potuto inoltre creare un
opuscolo in cui vengono riportati tutti gli aspetti relativi al DSA, da un punto di vista clinico e da un punto
di vista familiare.
Lo scopo di questo libretto, che verrà distribuito nelle
scuole e negli ambulatori medici, è quello di avvicinare la comunità a tale disturbo. Grazie al fondamentale contributo dei genitori, si è vista nascere e crescere
una motivazione sempre maggiore nel far conoscere
alle famiglie, agli insegnanti, ai medici il punto di vista ed i vissuti di genitori che spesso hanno dovuto
fare i conti con la sofferenza dei loro figli. Il disagio
era dovuto al fatto che, prima di diagnosticare il DSA,
il bambino veniva etichettato come “lazzarone” o
come “poco intelligente”, a cui conseguiva un calo
nella propria autostima ed un abbassamento nel senso di autoefficacia.
Da un lato i genitori si sentivano giudicati nel loro
ruolo educativo dall’ambiente scolastico, dall’altro
gli insegnanti vedevano messi in discussione i loro
metodi di insegnamento.
È quindi da sottolineare come sia fondamentale un riconoscimento precoce di tale disturbo, sia da parte della famiglia
che della scuola, al fine di evitare dinamiche disfunzionali tra ragazzi, genitori e docenti.
In concomitanza con il gruppo genitori, dal mese di novembre 2010 sono stati attivati due gruppi: uno per i bambini
della scuola primaria e uno per i ragazzi della scuola secondaria di I e di II grado. L’obiettivo è quello di condividere i
propri vissuti e di confrontarsi anche a livello operativo con la preparazione di mappe concettuali e l’utilizzo di software
specifici.
Noi operatori del Servizio di NPIA, grazie a questo progetto, crediamo sia possibile far nascere una rete tra le famiglie,
le diverse scuole ed i ragazzi. Il nostro contributo è certamente una minima parte rispetto al bagaglio di vissuti ed
esperienze che, di volta in volta, genitori, figli ed insegnanti decidono di condividere.
Considerata la partecipazione sempre viva delle persone coinvolte e la loro disponibilità nel mettersi in gioco, invitiamo
anche chi avesse dei dubbi rispetto alla possibile presenza di un DSA, a rivolgersi al Servizio di NPIA. Questo può essere
un punto di partenza verso percorsi di condivisione al fine di non sentirsi una realtà isolata e di permettere ai propri
ragazzi di vivere il loro eventuale disturbo nel migliore dei modi.
Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini - Psicologhe Npia
Dr.ssa Linda Giacomella - Logopedista Npia
Sanità Camuna
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Sanità Camuna
L’angolo dell’Approfondimento Scientifico
INFORMAZIONI PER IL
PAZIENTE OPERATO
DI PROTESI DI GINOCCHIO
RACCOMANDAZIONI DA SEGUIRE AL RIENTRO A CASA:
1. Utilizzare le stampelle sempre, anche in casa;
2. Alzarsi e sedersi da letto, sedia, poltrona: senza fretta con le stampelle in mano alzarsi in piedi, attendere qualche secondo e
se non compaiono vertigini si può camminare;
3. Non avendo ancora un equilibrio ottimale, sedersi non appena si è stanchi;
4. Calzare scarpe con tacco basso e suola antiscivolo; non indossare ciabatte o pantofole aper­te;
5. Eliminare tutto ciò che può intralciare o rendere insicuro il cammino: tappeti, cera per pavi­menti, cavi elettrici,...;
6. Preferire la doccia al bagno: minor possibilità di scivolare e cadere.
Uso delle stampelle
• durante il cammino: stampelle - gamba operata - gamba sana;
• durante la salita delle scale: gamba sana - gamba operata - stampelle;
• durante la discesa delle scale: stampelle - gamba operata - gamba sana (ricordarsi di affrontare un gradino per volta).
Sanità Camuna
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Fare la doccia
Entrare nella doccia con la gamba sana, poi con le stampelle e infine con la gamba operata. Per uscirne avanzare le stampelle al
di fuori della doccia, di seguito la gamba operata, poi quella sana.
Per non scivolare durante queste operazioni è opportuno munirsi di un tappetino antiscivolo da fissare all’interno della doccia.
Fare il bagno
Posizionare uno sgabello all’interno della vasca, con l’aiuto di un supervisore dall’esterno sedersi sullo sgabello ed infine portare,
una alla volta, le gambe all’interno della vasca.
Vestirsi
Per indossare le calze è preferibile inizialmente ricorrere all’aiuto di un’altra persona.
Sono consigliate calzature con tacco basso e chiuse e vanno infilate con un calzascarpe
lungo.
Dormire
è preferibile la posizione supina (a pancia in su), in alternativa, se si dorme sul fianco, bisogna tenere un cuscino tra le gambe.
Muoversi in casa
Essendo obbligatorio l’utilizzo delle stampelle per tutti gli spostamenti, è consigliato, invece di trasportare oggetti, farli scivolare
su tavoli, mensole, piano da lavoro della cucina... o munirsi di grembiule con molte tasche.
Rimuovere ogni ostacolo al cammino: tappeti da sala e da bagno, utensili ed oggetti sul pavimento, vasi...
Entrare (e uscire) dall’automobile
Fase 1
Fase 2
Fase 3
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Ferita
è possibile fare la doccia solo se la cicatrice è guarita completamente.
Alimentazione
Non aumentare di peso. Dieta varia ed equilibrata.
ESERCIZI DA ESEGUIRE A DOMICILIO
Per riprendersi completamente bisogna esercitarsi ogni giorno con gli esercizi pubblicati sull’opuscolo informativo redatto a cura
dell’UO di Riabilitazione Specialistica (che presto sarà a disposizione in veste grafica edita a stampa) secondo le indicazioni del
fisioterapista.
è importante iniziare a passeggiare sin dal giorno dopo il rientro a casa, inizialmente per 5-10 minuti, poi via via aumentando.
è consigliabile utilizzare una cyclette a sella alta dopo 20 giorni dall’intervento.
è indicata la ginnastica in piscina.
Non praticare sport che richiedano corsa o salti.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi telefonicamente alla Palestra al n. 0364/369.309.
Dr.ssa M.Grazia Cattaneo - Direttore dell’UO di Riabilitazione Specialistica
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CARI GENITORI
L’EMERGENZA NON È UN GIOCO
DA BAMBINI
L’1 febbraio 2011 ha preso il via la Campagna di comunicazione per la corretta chiamata ai numeri dell’emergenza,
destinata ai bambini dai 4 ai 7 anni, ai genitori e agli insegnanti. Elaborata dall’Azienda Regionale Emergenza Urgenza
(AREU), in collaborazione con la Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia, con la Società Italiana Sistemi 118
e con i Pediatri della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) e della SIMEUP (Società Italiana Medici di Emergenza
Pediatrica), la campagna prende le mosse dalla constatazione che i bambini piccoli utilizzano impropriamente i numeri
dell’emergenza. Molti di loro giocano con il cellulare e chiamano più volte (la chiamata ai numeri dell’emergenza si
effettua anche senza scheda SIM). è evidente che questa situazione impegna gli operatori del 118 su linee telefoniche
dedicate all’emergenza sanitaria.
Saranno distribuiti presso le sale d’attesa dei Pediatri pieghevoli e locandine destinati a sensibilizzare in merito al problema che appare veramente preoccupante.
è proprio il caso di ricordare la canzoncina dello Zecchino d’Oro “Per un ditino nel telefono…sono successi tanti guai!”
Ecco accennati i contenuti della Campagna:
Il bambino che gioca con il cellulare può inavvertitamente chiamare i numeri
dell’emergenza e ostacolare le operazioni di soccorso.
Le chiamate ai numeri 118, 112, 113 e 115 possono essere fatte anche senza credito e senza carta SIM.
Ogni giorno le Centrali Operative ricevono un alto numero di telefonate involontarie da parte di bambini.
NON LASCIATE CHE VOSTRO FIGLIO GIOCHI
CON IL TELEFONINO
FATELO GIOCARE CON LA BIM BOX SU
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Sanità Camuna
A CURA DEL DIPARTIMENTO DI
PREVENZIONE VETERINARIO
il servizio igiene degli alimenti
di origine animale
L’ATTIVITÀ DEL SERVIZIO
Nell’ambito dell’attività del servizio di igiene degli alimenti di origine animale, il VU (Veterinario Ufficiale) svol­ge un ruolo particolarmente importante in una serie di filiere alimentari che vanno dalla macellazione degli ungulati domestici e dei solipedi, a
quella della produzione e trasformazione degli alimenti, alla vendita al consumatore finale.
L’attività di macellazione viene svolta su tutto il territorio della nostra ASL e precisamente in n. 2 macelli industriali riconosciuti
CE, n.16 macelli riconosciuti CE con capacità < alle 1000 UGB/anno (unità grossi bo­vini), dislocati in diversi Comuni della Valle,
con un numero limitato di macellazioni settimanali a seconda delle dimensioni della struttura e comunque non superiori a 8 UGB
e n. 9 macelli stagionali suini annessi ad allevamento.
Nelle due strutture industriali, il VU presenzia a tutte le fasi della macellazione per garantire un adeguato livello igienico sanitario
delle produzioni. Nelle altre strutture il VU può presenziare a tutte le fasi della macel­lazione e comunque a quelle più a rischio
di compromissione delle qualità igienico sanitarie delle produzioni. In ogni caso è garantita la visita ante e post mortem di ogni
capo macellato e, qualora l’ispezione sia favo­revole, il licenziamento delle carni al libero consumo.
Altra attività nell’ambito del servizio igiene degli ali­menti è quella
svolta verso tutti gli impianti di produ­zione, trasformazione, commercializzazione, trasporto e distribuzione di alimenti di origine animale. In questi casi il controllo da parte del VU consiste nel verificare
sia le condizioni igieniche delle strutture che del per­sonale attraverso attività di Audit, ispezioni, campio­namenti, verifiche ecc.
In alcuni stabilimenti (depositi-sezionamenti) viene svolta attività di
vigilanza anche per prodotti di prove­nienza estera in collegamento
con gli uffici UVAC (per le importazioni da paesi CE) o PIF (per le
importazioni da paesi extra CE).
Altra attività che la tutela della salute pubblica richiede al VU, è
quella riguardante l’esame della documen­tazione per il riconoscimento degli stabilimenti (autorizzazione con sopralluogo preventivo
ad es. nei macelli). A tale scopo oltre al VU competente per territorio viene coinvolta l’intera struttura dipartimentale veterinaria con
l’assegnazione finale di un numero di riconoscimento di importanza comunitaria. Inoltre il VU ed i Tecnici della Prevenzione
(TP) svolgono, secondo quanto previsto dal piano, la vigilanza nelle
attività registrate (es. supermercati, rivendite carni, formaggi, pesce,
latte, miele e uova).
Una menzione particolare nell’anno appena tra­scorso va data alle
numerose allerte alimentari, principalmente dovute al fenomeno
noto come “mozzarella blu”, che ha visto l’impegno di Tec­nici e
Veterinari per ben 45 interventi, soprattutto concentrati nel periodo
estivo.
Queste attività vengono programmate annual­mente nel Piano di
controllo ufficiale degli ali­menti ed in altri specifici piani in numerose strut­ture che andremo ad elencare.
Sanità Camuna
Attività del settore alimentare sottoposte a controllo
Depositi registrati
Depositi riconosciuti
Esercizi di vicinato con vendita al dettaglio di prodotti vari (di o.a. o non)
Impianti di macellazione riconosciuti industriali
Impianti di macellazione riconosciuti < alle 1000 UGB/anno (piccoli)
Impianti di macellazione suini stagionali
Impianto di produzione di prodotti a base di carne industriale
Impianto di produzione di prodotti a base di carne industriale (medio piccolo)
Impianto di produzione di prodotti a base di carne non industriale
Impianto di produzione di prodotti a base di pesce non industriale
Impianto di riconfezionamento
Impianto di sezionamento di carni industriale
Impianto di sezionamento di carni industriale (medio piccolo)
Impianto di sezionamento di carni non industriale
Impianto di produzione di carni macinate, preparazioni di carni, CSM
Ipermercati
Laboratori di smielatura e confezionamento del miele
Laboratori di smielatura e confezionamento del miele hobbisti
Macellerie, pollerie, pescherie
Macellerie, pollerie, pescherie con laboratorio
Mense ospedaliere, case di cura e riposo
Superette/supermercati
Vendita su aree pubbliche
Trasporto prodotti deperibili
Audit/Ispezioni/Controlli
Audit
Ispezioni
Numero
45
660
Senza prescrizioni
34
503
Con prescrizioni
11
94
31
Numero
13
1
31
2
16
9
1
2
7
2
1
3
2
3
1
3
18
23
38
24
2
42
35
3
Con sanzioni
=
8
Attività di vigilanza svolta nell’anno 2010
Piano di controllo della gestione del MSR
Questo piano, prevede il controllo presso le strutture della corretta gestione ed eliminazione dei materiali specifici a rischio riferiti al morbo della “mucca pazza”.
Controlli
num.
Controlli MSR Macelli
Controlli MSR Sezionamenti
Controlli MSR Rivendite
35
10
83
Senza
Con
Con
prescrizioni prescrizioni sanzioni
25
10
=
7
3
=
75
8
=
Oltre all’azione di vigilanza sulle strutture, si è anche effettuata una considerevole attività di campionamento prevista da vari
Piani Nazionali o Regionali, su carni, ghiandole (fegato, tiroide ed altre) e rene, per la ricerca di sostanze ad azione anabolizzante
e la ricerca di Inibenti (antibiotici sulfamidici, ecc.).
Per la verifica dell’Encefalopatia Spongiforme Bovina meglio nota come BSE o sindrome della mucca pazza e dell’analoga patologia negli ovicaprini nota come Scrapie, si è continuato il campionamento dell’OBEX sui bovini di età superiore ai 48 mesi, sugli
ovicaprini di età superiore ai 18 mesi e su tutti quelli deceduti in stalla o in alpeggio. Ancora, sono inoltre stati campionati tutti
i suini macellati, sia nei macelli che a domicilio per “uso famiglia” per la patologia relativa alla Trichinella.
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Sanità Camuna
Esecuzione piani di campionamento su alimenti
Campionamento PNR (piano nazionale residui al macello)
Extrapiano PNR al macello
Piano alimenti
Campioni per Scrapie al macello
Campioni per Scrapie morti in allevamento
Ovicaprini morti in allevamento
Campioni per BSE al macello
Campioni per BSE in allevamento
Bovini morti in allevamento
Altri animali morti (suini, equini)
Campioni per esami Trichinoscopici suini/cinghiali
Campioni per esami Trichinoscopici equini
Altri campioni animali morti
Altri campioni
Num.
77
5
62
137
150
428
450
105
387
9
4.076
104
49
30
Da tutti questi campioni, non sono emerse particolari problematiche per la salute umana.
I numeri dell’attività ispettiva delle carni
Capi macellati per specie
Num.
Bovini
9.297
Equidi
102
Suini
2.893
Suini a domicilio
1.162
OviCaprini
1.255
Cinghiali
21
Cervidi
21
Caprioli
2
Macellazioni d’urgenza
Num.
Bovini
30
Equini
1
Capi/carcasse escluse dal consumo
n. animali n. carcasse
umano al macello
Bovini
1
9
Suini
0
7
Casi di zoonosi riscontrate al macello
Echinococcosi bovina
Echinococcosi ovina
Echinococcosi suina
Cisticercosi bovina
Num.
4
6
1
18
Tutti i dati evidenziati e le attività menzionate sono programmate, registrate e possono essere visionate tramite l’applicativo
informatico di Regione Lombardia, denominato Sistema Informatico Veterinario.
Concludendo, si può affermare che la situazione igienico sanitaria delle strutture produttive ed in generale delle rivendite di carni
e pro­dotti di origine animale è generalmente buona. I controlli, i campiona­menti e tutta l’attività di vigilanza, continuerà anche
per l’anno 2011, con le giuste modifiche
che tengono conto delle indicazioni regionali e da quanto emerso nell’anno 2010, il
tutto allo scopo di poter garantire la salvaguardia della salute nell’alimentazione dei
camuni.
Dr. Davide P. Pedersoli - Responsabile
del Servizio Igiene degli alimenti di OA
Sanità Camuna
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Notizie in breve
curiosando qua e là…
ANIMALI: CANILE ONLINE PER ADOTTARE CUCCIOLI ALL’ASL LECCO
Adottare un cagnolino ora è semplice come fare un clic su internet. è infatti aperto il Canile online
voluto dall’Asl di Lecco, dove è possibile scegliere un cucciolo a cui dare ospitalità e affetto.
Il canile online, raggiungibile direttamente dal sito dell’Asl è una vera e propria galleria dei cani non
di proprietà catturati sul territorio: questi sono ospitati nel canile sanitario per circa 10 giorni, dove
rimangono per eventuali cure, vaccinazioni e una nuova identificazione. I responsabili spiegano: “in
questo breve periodo è possibile adottare questi cani evitando così che vengano ancora una volta trasferiti in un altro canile, in attesa che
qualcuno li prenda con sé. Ci sono cani di tutte le taglie e colori, bellissimi meticci ma anche cani di razza e incroci. Sul sito c’è una foto e una
scheda per ogni cane, che specifica razza, sesso, taglia, colore, età, data cattura e luogo, segni particolari’’. Per adottare un cagnolino basta una
telefonata al canile (il numero è disponibile nell’area dedicata online), oppure si può inviare una istanza di adozione, compilabile direttamente
dal sito internet. Sarà poi il canile stesso ad occuparsi di tutte le procedure necessarie. Il sito è: www.asl.lecco.it.
Tratto dal Notiziario ANSA di Regione Lombardia del 19 novembre 2010
MEDICINA: MUSICA PER CURARE CERVELLO E MIGLIORARE STUDIO
La musica può favorire l’apprendimento e la memoria? E può, addirittura, aiutare a rispristinare funzioni cerebrali compromesse da una malattia? La risposta è sì: ed è su questi
temi che si fonda l’incontro tra scienziati di tutto il mondo, in un appuntamento organizzato a Edimburgo per il giugno 2011 dalla Fondazione Mariani di Milano.
Che la musica migliori le performance cognitive, spiega la Fondazione, è dimostrato scientificamente: “I genitori che hanno iscritto i propri figli ai nuovi licei musicali, ad esempio,
saranno lieti di sapere che è scientificamente documentato che l’istruzione musicale migliori globalmente alcune capacità mentali e che i musicisti abbiano, nei confronti dei non
musicisti, un vantaggio cognitivo”.
Addirittura, i ragazzi che studiano musica hanno anche “una più marcata riposta di ossigenazione nelle regioni cerebrali coinvolte nell’attenzione e nel controllo cognitivo”. Ed
è proprio per approfondire le straordinarie opportunità offerte dall’istruzione musicale,
soprattutto per i pazienti con problemi neurologici, che la Fondazione Mariani ha deciso
di incentrare la IV edizione del convegno internazionale dedicato a Neuroscienze e Musica
sul tema della memoria e dell’apprendimento.
“Non mancheranno spunti di confronto e riflessione sulle nuove scoperte in questo campo - spiegano gli organizzatori - che dimostrano come
la musica possa agire sul cervello umano attraverso un canale preferenziale, per consentire all’uomo di interfacciarsi al meglio con un ambiente
complesso, dove suoni, rumori e linguaggio costituiscono stimoli continui da decifrare”. Uno studio dell’Università di Cardiff, ad esempio, “ha
documentato l’effetto del rumore nell’ambiente di ufficio sulla capacità di alcuni volontari di eseguire un test di matematica. L’effetto è stato
deleterio, ma quando in ufficio è stata diffusa una musica classica, i dati sperimentali hanno mostrato un aumento deciso della performance,
dovuto probabilmente a uno stimolo positivo sulla concentrazione”. (...) L’organizzazione del meeting è affidata al Comitato Scientifico internazionale, formato tra gli altri da Giuliano Avanzini dell’Istituto Neurologico Besta di Milano.
Tratto dal Notiziario ANSA di Regione Lombardia del 3 dicembre 2010
TUMORI: STUDIO M. NEGRI CONFERMA IL RUOLO PROTETTIVO DEL CAFFè
Uno studio condotto all’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri ha dato la conferma che il caffè può contrastare in qualche modo lo sviluppo dei tumori del cavo orale. La scoperta è della ricercatrice Carlotta Galeone, e le è
valso il premio “Giulio Maccacaro”, assegnatole dall’Associazione italiana di epidemiologia.
Lo studio dimostra che le persone che consumano 4 o più tazze di caffè al giorno hanno un rischio di tumore del
cavo orale e faringe ridotto del 39% rispetto ai non bevitori. La ricerca si è basata sull’analisi combinata di 9 studi
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Sanità Camuna
condotti in Europa ed America, per un totale di 5.139 casi e 9.028 controlli, ed è stata pubblicata sulla rivista dell’Associazione americana per
la ricerca sul cancro “Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention”. “Questo studio, commenta Silvio Garattini, direttore del Mario Negri,
conferma che il caffè ha un ruolo favorevole nel contrasto delle neoplasie del cavo orale. Considerando l’abbondante consumo della bevanda
a livello mondiale e l’elevata incidenza dei tumori orali, questo effetto favorevole riveste una notevole rilevanza a livello di salute pubblica”.
Tratto dal Notiziario ANSA di Regione Lombardia del 26 novembre 2010
LA DIETA ANTI-DOLORI
Non tutti sanno che esiste una stretta relazione fra ciò che si mangia e lo svilupparsi o meno di stati infiammatori che
colpiscono ossa e muscoli. Se l’alimentazione è sbilanciata, ipercalorica e ricca di grassi insaturi, l’organismo è facile bersaglio di mal
di testa e cefalea, ma anche di disturbi articolari e muscolari. Alcuni cibi (cioccolato, dolciumi, formaggi stagionati, salumi, dado da brodo,
alcol), andrebbero evitati in quanto, provocando la dilatazione dei vasi sanguigni del cervello, favoriscono la trasmissione degli impulsi nervosi
responsabili del dolore. Le solanacee (melanzane e peperoni ecc.) vanno consumate con parsimonia poiché anch’esse favoriscono, anche se
in misura minore, gli stati infiammatori.
Ecco alcuni semplici consigli per una dieta anti-dolore, energetica ma non surriscaldante:
- La mela rossa, una fonte di vitamina C e fibre, gustata una volta al giorno libera l’organismo dalle scorie, mettendolo al riparo dall’attacco
dei radicali liberi e risolve gli stati infiammatori.
- I vegetali rossi sono ottimi integratori naturali contro le artriti e le infiammazioni in
genere. D’inverno è ottimo il radicchio rosso.
- La vitamina C del pompelmo o dell’arancia da bere in spremuta ogni giorno è un toccasana per l’artrite reumatoide.
- Contro le infiammazioni da calore è perfetta l’insalata condita con aceto di mele,
con funzione rimineralizzante e decongestionante; se invece si soffre a causa del freddo è utile
mangiare cereali e radici che, depurando l’organismo, prevengono le infiammazioni.
- Frutti antiossidanti quali mele, pere e uva sono ricche di vitamina B, C e di minerali ed
esercitano un’azione antiossidante e protettiva.
- I cereali integrali (grano saraceno, segale e miglio) e la frutta secca (noci, nocciole, semi di girasole),
ricchi di magnesio e vitamina B6, favoriscono la trasmissione degli impulsi nervosi, prevenendo il dolore.
- I limoni, i broccoli, la verza e il cavolfiore impediscono il cosiddetto “stress ossidativo”,
che espone l’organismo a malattie e dolori: essi infatti sono una preziosa fonte di minerali, fosforo,
zolfo, e potassio che combattono stanchezza, crampi e debolezza muscolare. Altra preziosa fonte di minerali è data
da pesci quali il merluzzo, ottima fonte di fosforo, e l’orata.
- La zucca, molto adatta per i menù invernali, previene l’artrite e fortifica i muscoli.
(Le notizie, tratte da varie pubblicazioni, sono state scelte a cura dello Staff della Comunicazione).
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A
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Sezione AVIS di Malegno - Ossimo - Borno e Lozio, per la donazione di
un rilevatore transcutaneo di bilirubina del valore commerciale complessivo di
s 8.280,00 a favore dell’UO di Pediatria dell’Ospedale di Esine.
KW apparecchi scientifici srl di Monteriggioni (Siena) per la donazione di
una frigo-emoteca mod. KLAB BBR700V del valore commerciale complessivo
di s 5.000,00, a favore del SIMT dell’Ospedale di Esine.
Banca di Valle Camonica di Breno per il contributo di s 25.000,00
destinato per l’annualità 2011, quale finanziamento di borse di studio da
attribuirsi a giovani laureati che prestano collaborazione presso i servizi ospedalieri.
Sig. Teodoro Passeri di Monno per la donazione di una pregevole scultura
in legno di cembro con orologio inserito a favore dell’Ospedale di Edolo.
Trafilix” SpA di Esine, per la concessione di un contributo di s 9.000,00
per il finanziamento di una borsa di studio a favore della Direzione Aziendale.
“Gruppo Volontari” di Novelle di Sellero per la donazione di s 1.000,00
disposta a favore delle Cure palliative dell’Ospedale di Esine.
Sig. Aldo Franceschetti di Pisogne, per la donazione della somma di
s 10.000,00 per il finanziamento di una borsa di studio a favore della UUOO
di Riabilitazione Specialistica e di Medicina Interna dell’Ospedale di Esine.
Periodico trimestrale a carattere tecnico-informativo, ANNO VIII - N. 1
ASL di Vallecamonica - Sebino - Iscr. Trib. di BS n. 10/2004 in data 8 marzo 2004
Sanità Camuna
L’Asl Informa
01/2011