Paese dei Cavalli Gennaio 2010
Transcript
Paese dei Cavalli Gennaio 2010
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA www.sanrossore.it ANNO 4 - NUMERO 1 GENNAIO - MARZO 2010 120 hurrah per il premio pisa E LA CLASSICA SI DISPUTERA' PER L'ULTIMA VOLTA SULL'ATTUALE TRACCIATO ravamo già andati in stampa con il numero di dicembre, quando un’abbondante nevicata ha coperto San Rossore provocando lo spostamento della giornata di corse dal 19 al 29 dicembre. Certo, qualche disagio la neve lo ha provocato, ma il fascino dell’ippodromo e delle piste imbiancate è veramente unico. La neve dicembrina ha poi lasciato spazio alle interminabili precipitazioni, disastrose la mattina di Natale per gli abitanti della zona a nord di Pisa (Migliarino, Massaciuccoli e zone limitrofe) e la pioggia ha poi continuato a cadere quasi ininterrottamente in gennaio e buona parte di febbraio. Ma adesso, speriamo, arriva marzo che ci dovrebbe portare un po’ di sole. Certamente marzo resta il nostro mese più importante, ippicamente parlando, e la sequenza degli avvenimenti è incalzante. Il 7 marzo in pista scenderanno i cavalli di tre anni che puntano con decisione al clou stagionale: il premio Pisa. Nel Thomas Rook (riservato ai maschi) e nel premio Andreina (per le femmi- C ne) capiremo quali saranno i pretendenti principali alla nostra classica. E se questo non bastasse, per i palati fini abbiamo anche il premio Federico Regoli, listed per i quattro anni e oltre sui 1.500 metri. La probabile partecipazione del portacolori locale Eustachione (a tre anni il miglior miler italiano in assoluto) rende già imperdibile questa competizione alla quale dovrebbe partecipare il lanciato Tuliangreen. mi in ostacoli. Quest’anno la Corsa in Siepi dei 4 anni è stata retrocessa a Il 14 marzo da un pun- listed race mentre la Gran to di vista tecnico è una Corsa in Siepi di Pisa è giornata senza spunti di stata promossa a gruppo rilievo ma che sarà ani- 3. La prova d’Assaggio mata dalla quarta edizio- è trasformata in una conne di “Sardegna in Festa a dizionata mentre resta San Rossore”, della quale invariata la proposizione diamo maggiori informa- del cross country, legato zioni a pagina 2. al nome di Pardubice. Arriviamo al 21 marzo: il giorno dei gran pre- Il 28 marzo, è il giorno del premio Pisa che que- sempre di domenica ome ormai avviene da qualche tempo, purtroppo, si giunge a fine anno senza avere il calendario delle corse e il montepremi da distribuire. Quanto avvenuto a cavallo tra il 2009 e il 2010 è stato ancor più complesso. L’UNIRE ha di fatti elaborato un calendario che si basava sulla necessità di avere un campo di galoppo principale per ogni giornata di corse. In tale ottica la novità più importante che ci riguardava stava nell’aver assegnato a Pisa in febbraio i sabati al posto delle domeniche e nell’aver cancellato l’ultima domenica di marzo, quella da sempre legata al premio Pisa. Quella della cancellazione della giornata del premio Pisa era addirittura una decisione paradossale. Per fortuna questa era una proposta di calendario e tutti gli ippodromi hanno potuto fare le loro osservazioni e, in questo, un plauso va al presidente dell’Alfea Stefano Meli che con tenacia ha dimostrato, dati alla mano, quale danno sarebbe stato provocato da queste variazioni. Dopo qualche settimana, per fortuna, l’allarme è rientrato e le giornate domenicali sono tutte tornate al loro posto. Altre novità del calendario ippico pisano, riguardano il mese di aprile (si correrà quasi Insomma, fatti che avrebbero creato danni note- sempre di lunedì) e di maggio (le giornate diventano voli al nostro ippodromo ma anche all’ippica nazio- quattro, sempre di giovedì), mentre non ci sarà alcunale: immaginate quante persone sarebbero venute na giornata in ottobre e la nostra riunione autunnale la domenica, in febbraio, perché da sempre è così partirà quindi i primi di novembre. e non si pensa a consultare la stampa o internet, e avrebbero trovato il cancello chiuso! Sdegnati, se Una volta avute le necessarie conferme, si è parne sarebbero andati a cercare un altro passatempo titi subito con l’organizzazione delle corse e delle e non sarebbero, forse, più tornati all’ippodromo. altre iniziative. per l’ultima volta perché, e qui è la selezione cioè l’anima di questo sport a chiederlo, dal prossimo anno il premio Pisa dovrà disputarsi sul nuovo tracciato. Da decidere se mantenere l’attuale distanza o se farlo disputare sul classico miglio, che ne farebbe un probante test in vista del premio Parioli. La spalla al Pisa è il premio Regione Toscana, che conferma la sua adesione al Défi du Galop. La speranza è che alla listed partecipino (in quello che è lo spirito dell’iniziativa internazionale) cavalli esteri. L’internazionalità alla giornata sarà comunque garantita dalla tappa italiana della FEGENTRI World Cup of Nations, che torna per il terzo anno consecutivo a San Rossore. st’anno compie 120 anni. Ci sarà forse un po’ Come sempre, i motidi commozione nel veder vi per passare un pomeaprire le gabbie di que- riggio all'ippodromo ci sta corsa su questa pista, saranno tutti. EQ IN 8 PAGINE Da questo numero ‘Il Paese dei Cavalli’ intraprende un nuovo percorso: quattro numeri all'anno e ciascuno di essi avrà otto pagine. Sfogliando il giornale non troverete cambiamenti nelle prime pagine, nella terza delle quali trovate l’ennesimo cameo di Renzo Castelli su un grande fantino del passato e sulla sua drammatica storia. Nelle pagine 4 e 5 il resoconto di quanto avvenuto in pista negli ultimi due mesi e delle iniziative e manifestazioni organizzate dall’Alfea all’ippodromo, mentre nelle due successive pagine, mettiamo a confronto il nuovo e il … meno nuovo, ma pur sempre attuale! Infatti, Luca Zavatteri, alla sua prima collaborazione con noi, ci inizia al più famoso social network, Facebook, e di come l’ippica vi trovi ampio spazio. A seguire Francesco Parducci riprende le sue belle interviste presentandoci i protagonisti dell’ippica ’Uno alla volta’ e Saro Pecoraro ne ha di cose da raccontare visti i suoi quasi 50 anni di attività ippica. A pagina 8 le consuete rubriche che completano questo numero. Buona lettura. CALENDARIO MARZO - APRILE - MAGGIO MARZO: 4 - 7 - 11 - 14 - 18 - 21 - 25 - 28 APRILE: 6 - 12 - 19 - 26 - 30 MAGGIO: 6 - 13 - 20 - 27 ANNO 4 - NUMERO 14 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010 La notizia del mese marzo a pisa, un tocco d'europa UN LUNGO VIAGGIO: DALLA SPAGNA ALLA SARDEGNA PASSANDO DALLA REPUBBLICA CECA STORIA, FOLKLORE E ... SAPORI 14 marzo: il medio campidano e i suoi gioielli D al 2005 le province della Sardegna sono raddoppiate a seguito delle indicazioni di legge. Una di queste è quella del Medio Campidano, posta a sud-ovest, confinante con la provincia di Oristano a Nord e con quelle di Iglesias – Carbonia e Cagliari a sud e a est. Questa nuova provincia ha, due capoluoghi, in quanto la Presidenza ha sede a Sanluri, mentre il Consiglio Provinciale è insediato nel comune più popoloso, quello di Villacidro dove si trova anche il nuovo, e fino a ora quasi inutilizzato, ippodromo. Altri comuni di rilievo sono Guspini, Serramanna, San Gavino Monreale e Gonnosfanadiga. La Provincia del Medio Campidano nel mese di marzo farà promozione del suo territorio e dei suoi prodotti in Toscana, in particolar modo si parlerà del famoso carciofo spinoso sardo, celebrato anche con una sagra, ai primi di dicembre a Samassi. Il 13 e 14 marzo il Medio Campidano arriverà a Pisa. La nostra associazione ha organizzato assieme all’Ente l’allestimento di una mostra mercato all’interno del chiostro della Chiesa di San Francesco, dove è la nostra sede sociale e per le sere sia di sabato e sia di domenica è prevista una cena a base di carciofi (menù fisso di 25 € a persona, l'avanzo di gestione andrà in beneficienza, prenotazioni allo 050 543522). Inoltre, questa manifestazione si sposterà domenica all’ippodromo e sarà il piatto forte (è proprio il caso di dirlo!) della 4^ edizione di “Sardegna in festa a San Rossore”. Oltre agli espositori (da non perdere la degustazione di carciofi fritti) sarà presente anche il Gruppo Folk di Tuili. Gianni Deias Presidente Associazione “Grazia Deledda” 21 marzo: GEMELLI CECHI L o scorso anno, per la prima volta, i rappresentanti dell’ippodromo céco di Pardubice furono presenti a San Rossore per celebrare il gemellaggio con il nostro ippodromo. L’occasione fu, ovviamente, quella di abbinare questo evento con la giornata dedicata ai Gran Premi in ostacoli e il cross – country fu dedicato proprio a Pardubice. In occasione della giornata italiana, l’8 maggio, anche il nostro ippodromo (oltre a Merano e Capannelle) fu presente a Pardubice per ricambiare la visita. Il 21 marzo questo sodalizio troverà ulteriore conferma, quando gli amici che vengono da lontano (si sobbarcano un viaggio in auto di oltre 1.200 km) torneranno nostri graditi ospiti, per far conoscere la loro ippica attraverso, anche, i prodotti della gastronomia locale. Magda Hromadkova, infaticabile nella sua veste di pubbliche relazioni, da anni ormai ha dato modo agli spettatori degli ippodromi italiani e ai visitatori della Fieracavalli di Verona, di conoscere sempre di più una realtà che vale veramente la pena di essere conosciuta. Famosissima è la Velkà Pardubickà, la loro corsa più importante. 28 marzo: l'andalusia a san rossore L ’AAEE , questo è il nome abbreviato dell’Asociaciòn Alta Escuela Espanola in Italia, nasce nel 2007 dalla passione del suo Presidente, Roberto Bruno, per l’Arte Equestre Classica e per il Pura Razza Spagnola, all’ombra, si potrebbe dire, della omonima Associazione spagnola presieduta dal grande rejoneador e maestro Don Alvaro Domecq Romero. L’AAEE riconosciuta come Aggregazione Nazionale dalla Fise con delibera del giugno 2008, ha come scopo sociale principale quello di diffondere in Italia la disciplina dell’Alta Scuola Spagnola, organizzando seminari e stage, pubblicando foto ed articoli sulla propria pagina web. pubblicizzando testi e pubblicazioni sul tema, partecipando a fiere ed organizzando concorsi ed esibizioni di Alta Scuola, come quello svoltosi a Verona in occasione di “Fieracavalli” lo scorso novembre. L’ultimo importante risultato ottenuto dall’AAEE nello scorso anno è stato quello di arrivare a stabilire un sincero e simpatico rapporto di collaborazione ed amicizia con la Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre di Jerez de la Frontera, in Andalusia, l’Accademia fondata nel 1973 da Alvaro Domecq, che dopo aver frequentato per qualche tempo l’Olimpo dell’Alta Scuola, la Scuola di Equitazione Spagnola di Vienna, ritornato in patria ha voluto porre le basi dell’ Escuela che sarebbe diventata “Real” per volere di Re Juan Carlos di Borbone nel 1987. E proprio uno dei Jinete-Profesor della Real Escuela, Angel Cid appunto, ha cominciato a tenere in Italia nel corso del 2009, una serie di stage organizzati dall’AAEE, con un numero sempre più folto di appassionati. Il giorno del premio Pisa i nostri cavalli e cavalieri daranno spettacolo a San Rossore attraverso una serie di dimostrazioni di dressage e addestramento. Chi fosse interessato a saperne di più, può visitare il nostro sito internet www.aaee.it dove sono disponibili gli estremi per contattarci e conoscere tutte le nostre iniziative. Massimo Parodi - Consigliere AAEE ANNO 4 - NUMERO 1 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010 IPPICA E CULTURA IN SELLA CON LA SCIMMIA Q L'INARRESTABILE ASCESA DEL FENOMENALE TOD SLOAN E LA SUA DRAMMATICA FINE uesta è la storia di un grandissimo fantino o il romanzo di una vita come soltanto Ken Follett saprebbe raccontare? Decidete voi. Una sera brumosa di fine novembre del 1933, un uomo macilento e malmesso si presenta all’ospedale municipale (quello dei poveri) di Los Angeles. E’ in condizioni davvero pessime. Il medico di guardia diagnostica una probabile, grave, cirrosi epatica e lo ricovera. L’uomo, che ha 59 anni, si chiama James Forman Tod Sloan. Al medico quel nome non dice niente. Un paio di settimane dopo un giornalista del ‘Los Angeles Cronichle’, casualmente, apprende del ricovero dell’ex famoso jockey Tod Sloan nell’ospedale dei poveri e lo pubblica sul suo giornale. L’America intera insorge. Viene subito fatta una colletta e l’ammalato è trasportato al ‘Sullivan Lodge Hospital’. Vi morirà dieci giorni dopo, il 21 dicembre: da ricco degente, come da ricco aveva vissuto per larga parte della sua avventurosa, romanzesca esistenza. Tod Sloan era stato, a cavallo del Novecento, l’inventore della ‘monkey seat’, la monta della scimmia. Le ginocchia spostate sul garrese del cavalli, in uno stile che aveva rivoluzionato l’assetto tradizionale dei fantini fin dal Settecento e che prolungherà fino ai giorni nostri i suoi effetti. Lo stile di Sloan aveva spazzato via in pochi anni ogni immagine del fantino classico, si chiamasse pure Fred Archer, il più grande di tutti i tempi, fino ad allora. E poiché sono sempre i risultati che contano, non fu difficile al giovane fantino affermarsi e accumulare in breve una fortuna di milioni di dollari. Ricco ed anche spregiudicato, la sua carriera fu punteggiata da successi ma anche segnata da episodi spesso molto discussi come quando, trasferitosi in Europa, annunciò prima del Prix de Diane del 1912, che la puledra Rose de Mai, che avrebbe dovuto montare, aveva un problema a un nodello. La quota di Rose de Mai schizzò in poche ore da 4 a 12 contro 1. La cavalla vinse con facilità, qualcuno si arricchì e Sloan fu sospeso e inquisito ma fece causa al Jockey Club francese infine vincendo e incas- re a fare il fantino. Era sando 40 mila dollari di il 1897 e il ragazzo, che indennizzo. era nato a Kokomo, nello stato dell’Indiana, aveva La sua storia. Era 13 anni. Ma il mestiere stato il trainer Johnny del fantino proprio non Campbell che, vedendo gli piaceva. Aveva avuil giovane Tod così pic- to un paio di incidenti e colo ma robusto e pro- verso i cavalli provava porzionato, un giorno gli sempre meno simpatia. aveva proposto di prova- Finché un giorno accad- un grandissimo signore. In breve divenne amico dei potenti e il principe di Galles lo volle a Corte e pretese che montasse i suoi cavalli. Nel 1905 il suo patrimonio fu valutato in due milioni di dollari. Tod Sloan ritratto come un Lord inglese de quello che sarà decisivo per la sua carriera: per cercare di fermare un puledro imbizzarrito, Tod si aggrappò alla sua criniera portandosi con le ginocchia sul garrese del cavallo. Si accorse così che, sistemato al quel modo, la sincronia cavallo-fantino era mi- COME ERAVAMO ... Certo che ne hanno vinte di corse in carriera questi due giovanottini che avrete facilmente riconosciuto! La foto è del 1980, cioè una bella trentina d’anni fa e anche se sembra ieri il passaggio degli anni sulle facce dei due ex giovanotti si vedono tutti. L’occasione della foto è la vittoria nel premio ‘Luigi Regoli’ di Adolfina della scuderia Dixie, allenata da Alduino Botti e montata da Sandro Parravani. E’ il 20 gennaio, sesta giornata della riunione invernale 1980, ovviamente a San Rossore, a consegnare il premio, il cavalier Federico Regoli (fra Regoli e Giuseppe fa capolino il compianto Raimondo Billeri che amava festeggiare ad ogni premiazione). RC gliore. Ne parlò a Campbell e fu autorizzato a fare alcuni esperimenti, infine a montare in corsa ’a scimmia’. Nell’ilarità generale prima, poi nello stupore, infine nell’ammirazione, Tod Sloan riuscì a vincere 145 corse in poco più di un anno. Appena tre anni dopo era il personaggio più famoso degli Stati Uniti. Nel 1897 fu chiamato in Inghilterra. Partì con un seguito di sette persone di servizio come Il declino fu rapido come lo era stata la sua ascesa. Campagne di stampa forse vere forse calunniose, spese dissennate, alcool, e chissà cosa d’altro minarono la salute e il patrimonio del grande fantino. La grande depressione del ’29 spazzò via quel che gli era rimasto. Ormai sul lastrico, finì addirittura clown in un circo, pagliaccio nel vero senso del termine, cioè subissato di fischi quando imitava la scimmia montando alla sua maniera su un cavallo, nell’ilarità generale. Eppure ormai aveva aperto una strada e inventato una tecnica che non sarebbe mai più stata abbandonata. L’America ebbe un sussulto soltanto quando seppe che il grande Tod Sloan stava morendo a Los Angeles, nell’ospedale, dei poveri, in quella sera d’autunno del 1933. Ventidue anni dopo giunse infine un riconoscimento tardivo al suo genio sportivo quando nel 1955 fu accolto nella Hall of Fame del National Museum, la galleria che ospita i personaggi più illustri del galoppo americano. Renzo Castelli l'inconfondibile stile raccolto detto 'a scimmia' inventato da Sloan ANNO 4 - NUMERO 14 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010 reykon, DAYLANG e gli altri L I VINCITORI PIU' IMPORTANTI NEI PRIMI DUE MESI DELL'ANNO A PISA a prima giornata veramente interessante in programma dal primo dell’anno, è stata quella del 14 febbraio, con la disputa del premio Enrico Camici (listed race), del premio Galileo Galilei (handicap principale) e di due condizionate riservate ai cavalli di tre anni sulla via che porta al premio Pisa. La listed per i velocisti quest’anno ha raccolto un campo di partenti più numeroso del previsto e che comprendeva anche i vincitori delle prime edizioni della corsa, ovvero Alleluja Angel (2008) e Xenes (2009) tutti e due, a dire il vero, lontani dallo standard dei giorni migliori. A svettare sul traguardo è stato invece Reykon, un cavallo che negli anni passati aveva sconfitto fior fiore di velocisti quando era allenato da Armando Renzoni. Il figlio di Invincible Spirit è stato acquistato alla fine dell’estate scorsa dalla signora Moira Concetti e risulta allenato da Devis Grilli, ai cui ordini ha disputato cinque corse ottenendo 3 vittorie e un secondo posto. Dopo il non piazzato nel rien- il grigio Daylang e Djordje Perovic in volo solitario sul Galilei quale sta dimostrando di essere, potrebbe far divertire Luciano Salice, il suo proprietario, e Stefano Botti & Co. nella veste di allenatore. Per lui, probabile la partecipazione al premio Regione Toscana del 28 marzo. Reykon e Pasquale Borrelli svettano sul traguardo del premio Enrico Camici tro fiorentino, Reykon ha vinto a reclamare, per poi vincere un handicap principale a Roma sfiorando il bis a Napoli. La corsa pisana si è risolta per Reykon poco dopo l’ingresso in retta d’arrivo quando il suo fantino, Pasquale Borrelli, ha premuto sull’acceleratore e ha salutato la compagnia, dalla quale è emerso il lunatico Red Kimi e la favorita Secret Ridge. Se Reykon tornerà ai livelli giovanili (e sembra essere sulla strada giusta!) sarà un bene per la listed pisana in termini di rating. Nella stessa giornata fratelli famosi T ra i tanti vincitori che si sono messi in evidenza in queste ultime settimane, una citazione speciale la merita una portacolori della Razza dell’Olmo. Non ha vinto né si è piazzata in una prova di selezione ma se ci fosse riuscita (o se ci riuscirà!), il suo valore commerciale salirà ancor più alle stelle. Questo capita quando un proprietario, con un pizzico di fortuna, si trova in scuderia una cavalla come India Spirit. India chi? Si India Spirit, una saura che in carriera ha corso 15 volte vincendo 3 corse, inclusa quella di Pisa del 7 febbraio. Già perché la madre della cavalla è Gino’s Spirit che ha generato anche Gitano Hernado. E qui parte il coro degli “Ooohhhh” perché tra gli addetti ai lavori questo nome evoca un cavallo particolare. Gitano Hernando, infatti, è allenato a Newmarket da Marco Botti per cui ha corso in ottobre a Santa Anita, in California, vincendo un gruppo 1 internazionale, il Goodwood Handicap. I proprietari, che prima della corsa avevano una mezza idea di far rimanere il cavallo in allenamento negli States, dopo l’inatteso successo hanno cambiato idea lasciando il cavallo al bravissimo Marco che lo ha riportato in Inghilterra. Il giovane Botti, dopo qualche settimana di riflessione ha poi indicato nella Dubai Worl Cup (10 milioni di dollari – 27 marzo a Meydan) il prossimo obiettivo di Gitano Hernando. E se adesso India Spirit vale già un capitale, alla fine di marzo, a seconda di come andranno le cose, potrebbe essere un vero e proprio tesoro. Con il fiuto dell'agente Federico Barberini e un pizzico di fortuna, Salvatore e Matteo Limata si sono fatti un bel regalo! India Spirit e Luca Maniezzi al rientro dopo la vittoria un handicap principale con i fiocchi, premio Galileo Galilei sul doppio chilometro. Uno dei tre portacolori della scuderia Siba, Hollywood Blue, ha imposto ritmo sostenuto alla competizione nel tentativo di far valere la stamina dei suoi alleati. In realtà ad approfittarne è stato il grigio Daylang, il pupillo di Elisabetta Gallani Malanima e Oriando Luchi che ha seguito il leader da vicino per soppiantarlo poco dopo l’ingresso in dirittura d’arrivo. L’allievo dei gemelli Verricelli ha fatto passerella davanti alle tribune con Djordje Perovic rialzato in sella. Gibraltar Applied e Mamma Gervasi hanno completato il podio. Sempre la maison Botti ci ha servito altri due bei vincitori il 21 febbraio. Il “Siba” Marcret ha vinto e convinto in condizionata sul doppio chilometro. Il suo compagno di colori Tuliangreen è rientrato con una squillante affermazione in condizionata sui 1.500 metri che lo segnala come pretendente importante al premio Federico Regoli. Altri promettenti vincitori del mese sono stati Fenomen, che il 7 febbraio ha dato una nuoE il bello deve ancora va dimensione di se e da tardivo figlio di Pivotal venire in marzo. Fenomen e Nicola Pinna riportano i colori della scuderia Rencati al successo ribot cup atto terzo S ta ormai diventando un appuntamento fisso nel calendario ippico di San Rossore ma anche in quello nazionale. La Ribot Cup è l’iniziativa che vivacizza la penultima domenica di febbraio e quest’anno ha permesso di vedere in sella, per la prima volta in Italia (e questa sta diventando una prerogativa del trofeo) giovani fantini d’Europa. E dopo aver presentato negli anni passati Greg Fairley e Maxime Guyon, per la prima volta in assoluto la Ribot Cup ha visto tra i suoi protagonisti gli allievi fantini campioni di Francia, d’Irlanda, della Gran Bretagna e d’Italia. Oltre a Flavien Prat, Gary Carroll, David Probert e Umberto Rispoli (non solo campione tra gli allievi ma campione d’Italia in assoluto), a Pisa è tornato anche Andrea Atzeni che già l’anno passato aveva disputato le sue prime due e uniche corse italiane, per lui che ha la patente inglese di allievo fantino. Del lotto di giovani promesse, hanno fatto parte anche Nicola Pinna, Pierantonio Convertino, Sebastiano Guerrieri, Alberto Sanna, Domenico Migheli, Giuseppe Virdis e Cristian Demuro. Le tre corse a loro riservate hanno regalato spettacolo ed emozioni e la Ribot Cup è stata conquistata da Andrea Atzeni che ha vinto due volte, portando al traguardo Soglio e Tombeur de Femmes. Molto bravo. Per il nostro ippodromo resta la soddisfazione di aver organizzato un bel trofeo con giovani e giovanissimi allievi provenienti dall’estero e che un domani saliranno, glielo auguriamo di cuore, alla ribalta internazionale. E gli appassionati potranno dire: io li avevo visti a San Rossore! Andrea Atzeni e gli altri partecipanti alla Ribot Cup premiati dal Presidente dell'Alfea Stefano Meli ANNO 4 - NUMERO 1 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010 voglio rinascere cavallo R L'ASSOCIAZIONE RELIVED HORSES SI E' PRESENTATA A SAN ROSSORE elived Horses è tornata in Toscana e dopo la tappa estiva a Livorno, l’associazione che vuole bene ai cavalli è sbarcata a San Rossore nel giorno dell’Epifania. La pioggia ha lasciato una gradita parentesi e anche a un timido sole ha fatto risplendere il verde della pista sulla quale i cavalli addestrati da Jaqueline Freda e dai suoi collaboratori hanno dato alcune dimostrazioni delle loro nuove abilità. Si badi bene: Relived Horse non va negli ippodromi per fare il circo, non è questo lo scopo. RH si presenta all’opinione pubblica perché questa sia sempre più sensibile al problema della ricollocazione dei cavalli atleti giunti a fine carriera e per sensibilizzare anche allenatori e proprietari. Sono 43 adesso i cavalli accolti a Santa Barbara, la sede di RH, e il numero è cresciuto mercoledì sera perché sui due van che sono arrivati a San Rossore, sono saliti altri cavalli da ricollocare. Le esibizioni dei cavalli e dei loro cavalieri sono state commentate da Sandro Marranini ma, soprattutto, dal presidente di RH, Silvia Casati. Il pubblico si è dimostrato attento e ha seguito con interesse il racconto di Silvia, apprendendo che i cavalli di RH si possono prendere in comodato gratuito per tutta la vita, pagando semplicemente la quota associativa. I cavalli però, e questo è importante, restano di proprietà della RH. Una garanzia per i quadrupedi che sono così affidati a tempo indeterminato ai nuovo proprietari che devono mantenerli in ottime condizioni. RE è da sempre vicino a RH e lo ha dimostrato regalando all’associazione sette selle che erano abbandonate nella tenuta dell’Alberese, non essen- Tra l’altro, l’UNI- STALLONI IN BELLAVISTA D obbligatoria la presenza di “pony” per accompagnare in partenza i cavalli difficili o per recuperare quelli fuggiti in libertà beh, Relived Horses può fornire quanti cavalli di questo genere saranno necessari. King of Roses, Forest Bear, Stick as Nothing, Sudur, Griccio, Dematil (vincitore del Criterium di Pisa), Celsius e dei trottatori Gasper Sco e Markus Joy hanno dato spettacolo in pista e fuori: molto belli i momenti in cui i cavalli sono stati a disposizione di carezze e coccole tra i bambini al parco giochi. Qualcuno molto timoroso nel trovarsi accanto a quegli animali che di solito vedono oltre lo steccato, ma poi la mano si è tesa verso il muso caldo do ritenute più idoneee di uno di loro. per i performance test La befana quest’anno dei puledri, e quindi sono state donate a RH trami- è arrivata assieme ai cate Sveva Davanzo. E se valli di Relived Horse, in il regolamento renderà carrozza, ed è stata presa d’assalto dai bambini spuntati come funghi nel parco per ricevere la calza in dono. Il gazebo all’ingresso principale, allesti- to da Laura Grizzetti, ha distribuito informazioni, raccolto adesioni e venduto gadget. E come atto conclusivo, il presidente Silvia Casati è salita in sella al canuto ventiduenne Miss the Point che ha un amico particolare. Si tratta di Pippo, il falchetto “domestico” di Jaqueline Freda che è tornata a San Rossore dopo qualche anno, senza la giubba colorata da fantino ma con una serenità d’animo nuova, grazie a questa sua missione per i suoi, i nostri, amici cavalli. come il gabibbo D opo un anno di assenza. Il Fondo Italiano Allevamento ha organizzato di nuovo a San Rossore la parata dei suoi stalloni. Domenica 14 febbraio sono giunti all’ippodromo 17 riproduttori di rango che hanno sfilato davanti a un pubblico di allevatori, operatori ippici e appassionati. Questa vetrina è un occasione unica per gli allevatori per poter vedere riuniti assieme gli stalloni da scegliere e a cui destinare le proprie fattrici. Ad alcuni riproduttori già apprezzati e da tempo in attività in Italia, nel 2010 se ne aggiungono alcuni di particolare importanza. Non si può non partire dall’indigeno Ramonti, che dopo aver vinto di tutto in Italia per il suo allevatore – proprietario, è stato acquistato da Godolphin rivelandosi il campione del mondo dei miler nel 2006. La S.A.B., oltre ha lui ha presentato Celtic Swing, ormai una sicurezza a livello mondiale. La famiglia Brischetto ha acquisito Red Rocks, vincitore di Breeders’ Cup Turf e molto atteso al debutto come stallone. Debutterà in questa nuova carriera, e lo farà a Sutri nella Tenuta la Calandrina, Shamdinan, allevato dall’Aga Khan e vincitore dell’Arlington Million oltre che secondo nella Breeders’ Cup Turf e terzo nel Derby francese. In Toscana, alle porte di Siena, funzionerà il giapponese Vita Rosa, figlio dell’immenso Sunday Silence. avid Lubrano, vignettista per “Il Vernacoliere” e autore televisivo per “Striscia la Notizia”, si trovato suo malgrado a dover affrontare una malattia molto rara. Ha voluto raccontare questa sua esperienza scrivendo un libro dal titolo che richiama in maniera ironica il male che lo affligge: “No Globul”. Lubrano ha presentato il suo libro domenica 21 febbraio nella Club House dell’ippodromo nell’ambito dell’iniziativa “Cultura nella natura”, organizzata dal San Rossore Turf Club e dall’Alfea. L’autore ha spiegato di come abbia preso spunto dalla sua malattia per narrare le sue vicende ospedaliere che, nella loro drammaticità, hanno talvolta sfiorato il paradossale, fondando poi un’associazione che favorisca la ricerca e dia un aiuto a chi soffre dello stesso, raro, male. All’incontro ha partecipato anche il dottor Alfredo Zuppiroli, Presidente della Commissione Bioetica della Regione Toscana, il cui intervento è stato molto apprezzato, in particolar modo perché ha sottolineato come oggigiorno i test d’ingresso alle Facoltà di Medicina siano basati quasi esclusivamente su criteri scientifici e non anche su basi umanstiche, perché dietro una malattia, c’è sempre un malato. E questo non è un dettaglio secondario, anzi. Ramonti, uno degli stalloni più attesi per il 2010, in parata a San Rossore David Lubrano alla presentazione del suo libro “No Globul” ANNO 4 - NUMERO 14 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010 L'ippica di profilo A ANCHE IL MONDO DEI CAVALLI SUL PIU' FAMOSO SOCIAL NETWORK l giorno d’oggi Facebook, il social network più famoso ed utilizzato al mondo é ormai entrato in pianta stabile nel nostro vivere quotidiano diventando parte integrante del tessuto sociale nei diversi ambienti e ai diversi livelli. pratica, quotidianamente. Per non parlare poi L’ippica certo non del numero in continua si sottrae a tutto questo espansione di fan club traendone beneficio ri- dedicati a jockey che spetto ad altri canali di vengono aperti con finecomunicazione che non stre sempre più ampie e glielo permettono; ab- condivisibili. Insomma biamo navigato all’in- un palcoscenico dove terno per darvi l’idea di trovare la vera essenza come é vissuto lo sport della passione sportiva dei re su Facebook, for- e un modo per scambiaza venite con noi! Per gli re idee, informazioni e amanti e gli appassionati scoprire che lo zoccolo é una vera e propria fonte duro degli appassionati é di confronto quotidiano ben superiore a quanto si non solo tra loro, ma an- possa pensare. Qualcuno che con i protagonisti in potrebbe obiettare che prima persona in quanto si tratta di un’isola felimoltissimi tra fantini, ce, per così dire virtuagiornalisti ed operatori le, dove si é tutti amici, sono iscritti con il pro- ma che potrebbe celare prio profilo pronti a dia- una finzione alimentata logare, discutere, analiz- in una sorta di nicchia, zare con la massima tra- fragile come una bolla di sparenza questa o quella sapone all’atto pratico. situazione, alcuni addirittura assiduamente e, in A tal proposito ricor- linguaggio ippico ai diversi strati sociali, troppo spesso minati mediaticamente da aspetti negativi riguardanti il settore. diamo le parole di un famoso luminare il quale diceva che, una discussione alimentata da terzi potenzialmente utile a tutti, verrà comunque aggiornata con nozioni utili da chiunque, in quanto ritenuta dagli stessi soggetti fonte di apprendimento veritiero. Insomma se una cosa é utile sarò io per primo a farla diventare utile sia per me sia per gli altri. E’ pur vero che sta a tutti gli appassionati, in una società dove il rapporto virtuale sembra talvolta prevalere su quello umano: coltivare quest’ultimo trasferendo, sul campo e nelle relazioni interpersonali, ciò che é stato iniziato sul social network. In questo modo si può allargare il E l’ippica? deve pur far qualcosa anche lei per sfruttare questa opportunità che le viene fornita. La parola chiave é PROMOZIONE. Sappiamo bene quanto sia fondamentale per far conoscere il proprio prodotto la pubblicità ed il passaparola. Facebook é un modo semplice e diretto per arrivare ad ogni livello di potenziale utente in modo discreto, ma efficacie; le società di corsa o gli ippodromi stessi hanno la concreta opportunità di promuovere, ad esempio, i propri eventi e manifestazioni mediante una locandina sempre aggiornabile, consultabile ed interagibile da chiunque e con chiunque. Questo può essere un piccolo suggerimento, ma non c’é limite alla fantasia e all’inventiva. Forza ippica, sei bella anche di ... profilo. AL GALOPPO SU FB Se ancora non avete avuto occasione di visitare Facebook al galoppo, nessun problema, lo abbiamo fatto noi, sperando che dopo questa lettura alcuni di voi siano incuriositi da quello che si può trovare sul famoso social network. Si, perchè su Facebook sono in aumento quotidianamente gruppi, fan club e profili dei protagonisti dell’ippica. Citarli tutti diventerebbe prolisso e un po’ noioso alla lettura, quindi ci limiteremo ad una carrellata in ordine sparso per darvene una visione generale. Prima citazione per il “nostro” gruppo: ‘San Rossore e il Paese dei Cavalli’, continuamente aggiornato e che segnala tutti gli eventi che si svolgono all’ippodromo. Sono oltre 900 gli iscritti a questo gruppo e da un giro sul network, seppur sommario, sorprende che ippodromi come Ascot, Newmarket o Santa Anita non abbiano un profilo dedicato. Non mancano i fantini che sono oltre un centinaio tra i più noti (da Umberto Rispoli a Dario Vargiu, passando per Salvatore Sulas, Stefano Landi, Pierantonio Convertino ecc...), gli allenatori, i giornalisti ed ampio spazio dedicato ai fan club curati ed aggiornati tempestivamente dagli stessi protagonisti. Tra i più famosi Johnny Murtagh, il “bad boy” Kieren Fallon, da Lanfranco Dettori a Christophe Soumillon, Ryan Moore e così via. Una menzione particolare inoltre, la dedichiamo ad un gruppo nato recentemente che vi invitiamo a visitare: ricorda le gesta di Santiago Soto, una delle figure di svolta e più amate nell’ultimo decennio del secolo scorso. A questo punto, sperando di aver stuzzicato la vostra passione, non vi resta che cercare il vostro fantino o personaggio preferito sul social network e, nel caso non lo trovaste, potete creare, curare e promuovere voi stessi il suo gruppo o divertirvi a ‘taggare’ le foto dove sono ritratti i vostri campioni preferiti. Perché l’ippica galoppa anche su Facebook. LZ Luca Zavatteri MATTINATE PISANE: UN ARRIVEDERCI COME LE INCERTEZZE NELLA PROGRAMMAZIONE IPPICA HANNO CONDIZIANATO ANCHE ALTRI EVENTI E ’ da tempo che la società Alfea e il Turf Club, nelle persone dei presidenti Meli e Bellatalla e dei loro collaboratori, riflettono sul progetto di qualificare l’ippodromo come centro di eventi culturali e sociali da affiancare all’attività ippica: il sogno è quello di un centro culturale e sportivo capace di estendere la propria fruizione a nuove categorie di utenti, di offrire risposte nuove alla domanda di cultura e di aggregazione che esiste in tutte le fasce di età e in tutte le categorie sociali. Cultura e intelligente intrattenimento in un ambiente affascinante come solo San Rossore sa essere. Il progetto era ormai pronto, ed il titolo anche: “ Mattinate pisane” perché gli incontri con artisti e personaggi della cultura si sarebbero svolti la domenica mattina nella sede del Turf Club, trasformato per l’occasione in un salotto culturale. Purtroppo le incertezze sul calendario ippico che sono improvvisamente emerse, col rischio per Pisa di perdere un buon numero di domeniche di corse, hanno suggerito di sospendere il programma, in attesa di maggiori certezze, e per evitare situazioni di imbarazzo con gli ospiti che già avevano assicurato la loro disponibilità. Non si tratta di un addio, ma di un arrivederci: il progetto di “Mattinate pisane” conserva tutta la sua attualità, e verrà proposto in una nuova edizione appena possibile e, in attesa che questo accada, vogliamo ricordarvi quelli che sono gli appuntamenti principali al Teatro Verdi nelle prossime settimane. Marzo è tradizionalmente un mese teatrale: il Marzo 2010 del Teatro di Pisa non fa eccezione, con un intenso calendario che spazia dalla danza alla lirica al teatro alla commedia musicale. Il primo appuntamento è con la danza: sabato 6 marzo 2010 ore 21, in prima nazionale la compagnia Spellbound presenta una nuovissima coreografia sulle suggestive musiche di Vivaldi. Ideatore e regista il siciliano Mauro Astolfi, fondatore della Spellbound, una compagine in evoluzione continua in quel mix di energia, forza e virtuosismo che sono alla base del suo successo. Per la prosa mercoledì 10 e giovedì 11 marzo, ore 21 Massimo Popolizio in Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand. La pièce rielabora le gesta di Savinien Cyrano de Bergerac, realmente vissuto nella Francia del XVII secolo, poeta e libero pensatore. Ronstand, unisce sapientemente forza intellettuale e stravaganze di comportamento del Cyrano originale creando così un personaggio esagerato, ironico, travolgente, idealista e poco accorto uomo di mondo, nemico di qualsiasi ipocrisia e bassezza umana. Al tempo stesso, un esse- stein, il capolavoro del compositore americano, un brillante apologo fedele allo spirito di Voltaire e reso leggero da continue invenzioni musicali in una versione giovane Non manca un appun- realizzata all’interno del tamento con la lirica, fis- Progetto LTL Opera Stusato per sabato 20 mar- dio, un intreccio felice di zo ore 20.30 (in abbona- letteratura, musica e teamento nella Stagione dei tro. Concerti della Normale) e domenica 21 marzo Ancora la danza a fine 2010 ore 16 con il Can- mese, giovedì 25 marzo dide di Leonard Bern- ore 21, quando la compagnia Botega presenterà Paracasoscia che rivisita il patrimonio lirico nazionale con un linguaggio giovane, tanto energico e vigoroso, quanto sottile e delicato. Coreografia e regia Enzo Celli. re coraggioso che soffre a causa del suo naso deforme. È un incantatore di donne ma innamorato infelice, anzi, innamorato senza speranza alcuna. Ricordiamo poi anche La Melevisione per i più piccoli (domenica 28 marzo alle 16.00) e Loretta Goggi per chi ama il teatro musicale (mercoledì 31 marzo ore 21.00). Gli ultimi due appuntamenti sono in collaborazione con Nonsolospettacolo. Manrico Ferrucci Direttore Artistico Teatro Verdi ANNO 4 - NUMERO 1 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010 Altro che Tristezza: lui vince e sorride! S crivere in una pagina la storia ippica e umana di Rosario “Saro” Pecoraro è un po’ come pretendere di fare il trasloco di una villa servendosi di un furgoncino: alla fine qualcosa, sia pure a malincuore, dovrai lasciarlo per forza. D’altra parte, diceva Voltaire, “ti scrivo una lunga lettera perché non ho tempo di scrivertene una breve”, nel senso che dilungarsi è certamente più facile che sintetizzare, che è in casi come questo che lo scrivano deve dare il meglio di sé, se ne ha. Proviamoci. La storia di Saro comincia nel 1933 a Lercara Friddi, ai più nota per aver dato i natali al padre di Frank Sinatra ma anche al famigerato Lucky Luciano e il paese vive allora quasi esclusivamente di estrazione di zolfo, lavoro infame e provincia, in Sicilia, mi davano 100 lire a corsa. Ci potevi comprare 4 panini…” Ma Saro era giovane, coraggioso e sapeva stare in sella. “Mi dissero che a Siena si poteva guadagnare bene, al Palio, venni in Toscana e non me ne sono più andato”. Tristezza, battezzato subito dalla Piazza, e tutti pensano che sia per quella faccia che a volte sembra scolpita nel tufo, incapace di sorridere. Niente di tutto ciò, anche perché Saro è tutto fuorché una persona triste, magari l’allegria la tiene un po’ per sé oppure gliela devi tirar fuori con calma, un po’ alla volta, frase dopo frase. “Il fatto è che alle prove del Comune montai una cavallina che si chiamava Incantatella. Era il 1955 e al Festival di Sanremo di quell’anno Claudio Villa aveva Tristezza vince a braccia levate il Palio del ‘67 con Topolone per la Giraffa paga anche peggio. Fortuna che il padre di Saro e dei suoi quattro fratelli (Filippo, Vito, Antonio e Matteo) commercia in cavalli e questo allontana almeno dalla zolfatara, anche se non dà certo ricchezza. “Quando cominciai a montare nelle corse di Stefano Landi in ‘rosso-nero’ presentato due canzoni, una intitolata appunto Incantatella, l’altra era la famosissima Buongiorno Tristezza. Così fecero l’accostamento Incantatella-Tristezza, ma il mio umore non c’entrava per niente”. Proprio così, ai senesi certi accostamenti nel dare i soprannomi palieschi piacciono da morire, pensate che il fratello di Saro, Antonio, nell’unica sua comparsa in Piazza venne chiamato Sorriso, chissà perché… Ma torniamo al Pecoraro toscano, anzi senese. “Cominciai subito a montare anche in provincia, oltre che a Siena. Davano 2.000 lire a corsa, una somma enorme rispetto alle 100 della Sicilia. Così, nel 1959, cominciai a comprarmi qualche Rosario Pecoraro, Saro per tutti cavallo e mi affacciai al mondo degli ippodromi, prima a Grosseto e poi a Livorno. Nel 1961 ebbi la patente di allenatore proprietario, pochi anni dopo quella di allenatore pubblico”. E qui può nascere un dubbio su chi sia l’allenatore con più anzianità di servizio tuttora operante in Italia, con un altro mito del galoppo, il “sor” Luigi Camici a contendere al nostro questo titolo. “Secondo me – dice Saro – Luigi la patente da allenatore l’ha avuta dopo di me, a me pare di ricordare che nel ’61 fosse ancora caporale della “Mantova”. Intanto, in Piazza del Campo erano arrivate le prime vittorie, tre anni di fila e sempre il 2 luglio: 1959 (succedendo ad un’altra faccia molto nota da queste parti, uno che in Piazza veniva chiamato Rondone...) per l’Aquila (Salomè), 1960 (Selva, Tanaquilla) e 1961 (Istrice, Uberta). Qualche anno con poca fortuna poi di nuovo il nerbo alzato il 24 settembre 1967, per il palio straordinario (sì, quelli che ai senesi piacciono un po’ di meno) dedicato al congresso della Società per le Scienze, con la Giraffa in sella a Topolone al termine di una carriera molto particolare che portò Tristezza a vincere con le braccia alzate ...altro che aeroplano di Demuro! L’ultimo trionfo è, manco a dirlo ancora nel giorno della Madonna di Provenzano, nel 1973 con i colori della Lupa e il mitico Panezio, il cavallo che vinse, mai eguagliato, per 8 volte. Stava già nascendo la stella di Andrea Degortes, paliesca- parecchie meno di oggi, Blue Team (il famoso “cavallo banca”, n.d.r.) lo ebbi solo a 6 anni ma riuscii a fargli vincere l’Arno, Sulky vinse il Criterium a Livorno, Lorenzaccio il Toscana. L’unico che forse mi avrebbe potuto dare qualcosa a livello di gruppo fu Odorico, del dr. Bernardini, che vinse bene a Capannelle una condizionata sui 2.400 di preparazione al Derby, ma un ictus ce lo portò via”. Due giorni prima del nostro incontro Perfect Partner ha vinto Tris a San Rossore con 63 in sella. Complimenti. “L’handicap mi aveva assegnato 60,5, poi l’adeguamento, una cosa che non mi convince per niente, mi aveva fatto ritrovare con 3 chili in più. Cosa dovevo fare, ritirarlo?”. Se non me ne vado alla svelta questo mi fa morire, penso tra me. dire ottima, interpretazione di Erik Fumi, ennesimo fantino venuto ad abbeverarsi alla sorgente di esperienza di Saro Pecoraro. “Il fantino di scuderia ora è lui, un bravo ragazzo, educato, figlio di gente per bene. Certo che da me ne sono passati tanti, prima i corsi di formazione non c’erano, eravamo noi a dover insegnare tutto a chi voleva fare il mestiere. Non voglio fare torto a nessuno, ma scelgo Stefano Landi, la sua carriera anche fuori dalla Toscana parla da sola”. Ancora un artiere a fare capolino nella selleria dove ci siamo rifugiati per ripararci dal freddo, questa volta bisogna smettere davvero. Mi resta un’ultima domanda. Saro, sono settantasette anni e tutto posso credere meno che ci siano problemi di soldi. Fa un freddo cane e lo farà anche domani e chissà per quanti altri giorni ancora. Ma chi glielo fa fare di lavorare ancora? Mi guarda per un attimo negli occhi, mi accorgo mente parlando per Saro era cominciato il viale del tramonto, suggellato da una caduta al canape nelle prove del 15 agosto 1976 (a 43 anni, mica pochi) che lo tolse di mezzo prima della carriera e gli fece prendere la decisione di smettere e di fare soltanto, si fa per dire, Saro, già che abbiamo l’allenatore. detto una cosa che non le piace, l’adeguamento, Per non farsi manca- diciamone un’altra. Alla re niente Saro aveva nel sua età se lo può permetfrattempo fatto anche il tere. gentlemen e qualche volta montato pure in fantini negli ippodromi. “Il peso me lo consentiva, non arrivavo a 60 chili, una volta a Treviso vinsi tre corse in un pomeriggio, due in g.r. e una in fantini, ma una me la levarono perché, dissero, avevo danneggiato. Ma non era Perfect Partner vince la Tris del 10 febbraio con Erik Fumi in sella per niente vero”. Ti pareva… “Quella Tris, che ora che sono ancora azzurri e Da allora tante di quel- renderà la vita molto dif- che ha uno sguardo molle vittorie che nemmeno ficile a Perfect nella pros- to più giovane della sua lui sa quante sono a oggi sima primavera, era un età, sotto, per esempio, (“Penso più di duemi- 3.400 Euro. Ci sono cor- non ci sono che poche la, non ho mai tenuto il se a Milano o Roma che rughe e nessun gonfiore conto”), una quindicina 3.000 li prende il quarto tipico di quell’età. Poi, la di cavalli all’anno in scu- arrivato in una corsa di 5 risposta è semplice e dideria ora ridotti a 10, tre partenti. Ecco, credo che retta, in fondo quella che figli che ne hanno seguito gli ippodromi metropoli- mi aspettavo. le orme in sella e in scu- tani siano troppo privile“E’ la passione. Se deria ma dei quali il solo giati rispetto al resto del- stamani non fossi qui, in Stefano continua a oc- la baracca, in rapporto al quale altro posto potrei cuparsi di cavalli mentre volume di gioco”. essere? Non ho fatto altro il primogenito Andrea e Sempre tornando a in vita mia”. Cecilia hanno passato la Perfect. Buona, per non Francesco Parducci mano. La chiacchierata va avanti, in una freddissima mattina di lavori sull’erba al Caprilli, ogni tanto interrotta da qualche artiere che viene a prendere istruzioni sul da farsi. “Non ho mai avuto campioni, ho sempre fatto con quel che passava il convento. Certo cavalli che hanno dato soddisfazioni ce ne sono stati: Beldemonio vinceva 8 corse all’anno in tempi lo zucchino indossato da Tristezza nel Palio del 1961 vinto per l’Istrice in cui di corse ce n’erano ANNO 4 - NUMERO 14 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010 procuratori non per caso N L'UNIRE STABILIRA' REGOLE PIU' CHIARE PER DEFINIRE QUESTA FIGURA PROFESSIONALE el mondo dello sport la figura del procuratore è sempre più presente e importante per gli atleti più famosi e non solo. In epoca di calcio mercato, sono loro che spesso tengono sul filo i vari club calcistici, cercando di ottenere il miglior contratto per i loro assistiti e così anche per altri sport dove i procuratori o i manager o gli agenti, chiamateli come volete, svolgono un ruolo rilevante. Anche nell’ippica questa figura esiste da qualche anno e gestisce l’attività dei fantini. In pratica il manager di un fantino dovrebbe scegliere per i suoi clienti nelle diverse corse che disputano negli ippodromi italiani, i cavalli con i quali ottenere i migliori risultati. Un lavoro che richiede conoscenza del regolamento, del settore nei suoi più intimi dettagli, delle corse vere e proprie, dei risultati e delle caratteristiche dei cavalli. È necessario tessere relazioni personali con gli allenatori e i proprietari per saper promuovere al meglio i fantini rappresentati. Insomma, si tratta di un lavoro che richiede di conoscere l’ippica in tutte le sue sfaccettature e che necessita anche di saper svolgere le public relations in maniera adeguata. Fino a dieci anni fa circa, in pratica, il lavoro di manager dei fantini non esisteva. Con il passare degli anni sempre più persone si sono date da fare in questo settore anche se, dispiace dirlo, in diversi casi con molta approssimazione. Ma partiamo da quelle che devono essere le regole all’interno delle quali la figura professionale del manager dei fantini deve essere inquadrata. Fino a oggi il regolamento UNIRE richiedeva una procura notarile attraverso la quale uno o più fantini incaricavano il loro procuratore di rappresentarli nei confronti di terzi (allenatori e proprietari) per gli ingaggi nelle corse. La procura notarile, però, è un atto ufficiale molto costoso e solo in pochi, anzi pochissimi, manager hanno provveduto a depositare presso l’Ente. Aggiungiamo, inoltre, che trattandosi di una procedura costosa e laboriosa, anche chi l’aveva depositata, nel corso de- gli anni non ha poi provveduto ad aggiornarla, segnalando le variazioni dei fantini da loro rappresentati nell’ambito di questa procura. Il regolamento è quindi assai lacunoso, anche perché non indica alcuna responsabilità oggettiva dei procuratori nello svolgimento della loro attività. In soldoni: se un procuratore commetteva un errore (fantino impe- gnato per due allenatori nella stessa corsa o su due ippodromi diversi nello stesso giorno e così via), non ne rispondeva di fronte alla giustizia sportiva. Tale labilità di confini ha lasciato in una sorta di limbo questa figura professionale molto utile a tutti, fantini, allenatori, società di corse, ma che spesso risultava ambigua. hanno portato alla ribalta della cronaca questo problema, con la necessità da parte dell’UNIRE di dare una nuova e più completa definizione alla figura del manager-procuratore. Proprio in questi giorni il sito dell’UNIRE ha pubblicato il “Regolamento unico delle corse” in forma quasi definitiva e ancora modificabile a seguito delle ultime osservazioni poste da parte del mondo ippico. Nell’articolo 31 sono riportate le nuove norme che permetteranno di inquadrare anche fiscalmente la figura del procuratore. Si parla, inoltre, anche del numero massimo dei fantini gestibili limitandolo a cinque, ma snellendo la procedura per formalizzare questo rapporto e, eventualmente, modificarlo. Il procuratore secondo questa nuova versione regolamentare deve essere iscritto in un Albo professionale istituito presso l’Ente e sarà responsabile di fronte agli organi di giustizia sportiva del suo operato, come è giusto che sia. Le modalità d’iscrizione saranno pubblicate sull’allegato tecnico. Alcuni recenti fatti Nella versione pub- blicata dall’UNIRE non si parla di altri due fatti a nostro avviso importanti. Il primo: può un fantino avvalersi di più procuratori con competenza territoriale differente, vista la limitazione nel numero dei fantini gestibili? Il secondo: l’allievo fantino per regolamento viene gestito dall’allenatore/proprietario con il quale è legato contrattualmente. A questo punto dovrebbe essere quest’ultimo a delegare il procuratore? Resta poi, a nostro avviso, un fatto personale tra fantino e manager quello di stabilire su quali monte calcolare le percentuali (monte per scuderia si o no, a esempio) e in questo un ruolo importante devono svolgerlo le associazioni di categoria dei fantini. Come spesso accade nell’ippica mancano delle regole certe e, spesso, quando ci sono, non viene esercitato il controllo necessario per farle rispettare. Con il nuovo regolamento speriamo che il capitolo “manager” trovi una sua definizione ben precisa che sarebbe utile per tutti. EQ cavalli settebellezze Se dovessimo scegliere due cavalli per raccontare la stagione di corse autunno-invernale a San Rossore, non avremmo dubbi su quali puntare l’indice. I nomi dei vincitori classici di fine marzo, i nostri prescelti sono senza indugio Mamma Gervasi e Passator Cortese. La prima è una femmina in età ormai da mamma, ha sette anni ma ancora la verve di una puledra. Allieva di Romolo Valeri, veste i colori di Giovanni Trunfio e in questa riunione ha disputato 7 corse, collezionando 4 vittorie, un secondo, un terzo posto e un quinto. È passata dalle corse di minima, al piazzamento in handicap principale, per poi dominare una delle corse incluse nella Ribot Cup. tutti pazzi per Passator Cortese: il suo team assieme all’irlandese Gary Carroll la carezza di Giovanni Trunfio a Mamma Gervasi Un altro esempio di longevità agonistica è dato da Passator Cortese, classe 2003, che dal 17 ottobre ha calcato la pista di casa ben 10 volte. Cavallo non semplice da montare, dopo aver fallito i primi due tentativi, ha infilato una doppietta seguita da due piazzamenti, un’altra affermazione e un paio di ennepi. Anche lui ha partecipato alla corsa della Ribot Cup sui 2.200, giungendo terzo alle spalle della femmina volante, per la gioia di tutto il suo entourage: Salvatore Sotgia e Antonella Bezzu, i proprietari, Giovannino Fois, l’allenatore, e l’allevatore Maurizio Ferrucci. Segnaliamo un nuovo ristorante nel cuore della città, fra la Sapienza e piazza dei Cavalieri: ‘La Sosta dei Cavalieri’, in via San Frediano. E’ un locale accogliente, rustico e al tempo stesso raffinato, nel quale l’ospitalità che lo caratterizza mette subito a proprio agio il cliente, turista o pisano che sia. La cucina è senz’altro gustosa, la cantina molto articolata. Il prezzo è adeguato, anche grazie ad offerte a prezzo fisso che non creano equivoci. Le specialità sono numerose (fra gli antipasti segnaliamo i sugarelli alla povera) in una cucina tipica pisana nella quale da non perdere sono il piccione e gli assaggi di trippa. Tra gli originali dessert consigliamo il cheesecake alle more. A tre passi mantiene i suoi alti livelli l’ormai storica ‘Osteria dei Cavalieri’ dalla cui costola è nato il nuovo locale. La Sosta dei Cavalieri Via San Frediano, 3 56126 Pisa Tel 050-9912410 Fax 050-9913872 www.sostadeicavalieri.it [email protected] chiuso la domenica