Paese dei Cavalli Ottobre 2009

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Paese dei Cavalli Ottobre 2009
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA
ANNO 3 - NUMERO 10 - 11
www.sanrossore.it
OTTOBRE - NOVEMBRE 2009
anche l'ippica e' un'impresa
I
IL MOVIMENTO DEL QUALE L'ALFEA E' TRA I PROMOTORI SI E' "PRESENTATO" NELL'AMBITO DI FIERACAVALLI
l numero cinque
ricorre più volte nella
breve storia di “Ippica
Impresa”, il Movimento
nato un anno fa che ha
raccolto imprenditori del
settore ippico. Cinque
sono le teste di cavallo
presenti nel logo, in
rappresentanza
delle
macro componenti della
filiera ippica: proprietari,
allevatori,
allenatori,
società di corse e
concessionari
della
raccolta
scommesse.
Cinque sono le principali
linee guida che il
Movimento ha definito
quali obiettivi, principi
e contenuti da perseguire
per il rilancio dell’ippica
italiana. In primo luogo
porre al centro del
sistema l’appassionato di
ippica che, attualmente
ha ben poco da divertirsi
nella maggior parte degli
ippodromi. Perché ciò
possa avvenire, si deve
rendere
spettacolare,
emozionante,
corretto
e
trasparente
lo
spettacolo ippico con la
necessità di aumentare
il numero di spettatori
e
scommettitori. Ma
anche gli imprenditori
del settore devono avere
nuovamente una dignità
sociale persa per strada
e, solo così, potremo
sperare di aumentare il
numero dei proprietari
amatoriali.
In questi dodici mesi
il Movimento ha studiato
a fondo il settore ippico
nella sua completezza,
dando molta importanza
anche alla comunicazione e al marketing e ha
messo a disposizione del
Ministro Luca Zaia per la
redazione del suo piano
strategico, risorse professionali esterne nel campo
della politica economica
settoriale coordinate. “In
linea con le Linee Strategiche del Ministro Zaia,
per far uscire l’ippica
italiana dalla situazione critica in cui si trova
sono necessari interventi
capaci di incidere sulla struttura del settore
– spiega il coordinatore
del movimento, il professor Armando Branchini tali interventi, per essere
efficaci, devono costitui-
re un complesso unitario
e coordinato, non una
lista da cui poter togliere quelli che dovessero
‘piacere meno’. Rendere
emozionante lo spettacolo ippico, applicare rigorosamente e tempestivamente le sanzioni per le
irregolarità nelle corse,
diffondere tra gli operatori la cultura della legalità,
un portafoglio di scommesse più remunerative,
sia sul piano economico
che emozionale, far acquisire nuovamente un
riconoscimento sociale
positivo per i proprietari
e gli altri operatori ippici
e per promuovere i valori dell’ippica, soprattutto
agli occhi dei giovani.
In un quadro di risorse
disponibili limitate, pur
con i proventi della legge
184/2008, l’ippica italiana si trova nella necessità
di ridurre i costi complessivi del settore, investire in marketing e
comunicazione, investire
nella spettacolarità delle
corse, ridurre di alcuni punti percentuali la
quota di prelievo sulle
scommesse che finanzia
il settore (prelievo UNIRE) per concorrere con i
concessionari e l’Erario
ad aumentare il pay-out
di almeno 8 punti percentuali”. Queste le linee
che Branchini ha seguito
per redigere il documento.
Tre sono i co-fondatori di Ippica Impresa che
la pensano così. Iniziamo
da Enzo Mei, presidente
di Hippogroup Capannelle. “L’ippica ha bisogno
di una svolta copernicana per il suo rilancio. Da
una parte deve mettere al
primo posto il suo cliente
spettatore/scommettitore
e dall’altra c’è la necessità di passare dall’attuale
sistema di ‘rimborso a
piè di lista’ a quello fondato su una vera politica
d’investimento”.
Dal settore galoppo
al trotto con Maurizio
Biasuzzi, allevatore, per
il quale “…l’ippica ha
bisogno di poter contare
sull’applicazione
della cultura d’impresa
all’intero sistema oltre
che a quella dei singoli
operatori. E’ necessaria
una capacità di gestione
manageriale ed è necessario definire un piano
pluriennale di marketing
e comunicazione”.
Il terzo co-fondatore è
un altro allevatore di spicco e la Razza Dormello
– Olgiata è sinonimo da
sempre di qualità e selezione. “Il sistema ippico
può riacquistare rispettabilità sociale ponendo il
principio del merito, della qualità, dell’eccellenza
come cardini del proprio
operare dice il Marchese
Incisa - dobbiamo cambiare pagina rispetto a
questi ultimi venti anni
che hanno rappresentato
il periodo più oscuro dell’ippica italiana”.
I fondatori sono stati
Un piccolo gruppo di ‘uomini di buona volontà’ si
riconobbe nel progetto di
dare vita a un movimento
i cui valori fondanti erano la sana competizione
nel rispetto delle regole e
un forte orientamento al
mercato. A questo piccolo gruppo iniziale si sono
oggi uniti i principali imprenditori di tutta la filiera ippica, che hanno costituito e continueranno a
costituire uno stimolo al
processo di cambiamento
che l’ippica è chiamata a
compiere e ad apportare
un contributo concreto
che possa portare tutto il
comparto a uscire dalla
crisi in cui si trova. La
guida dei tre fondatori,
Biasuzzi, Mei e Incisa,
coordinati dal professor
Branchini, ha portato il
movimento a raggiungere importanti risultati
affiancati da un grande presentati alla recente asnumero di imprenditori semblea aperta tenutasi a
ippici di notevole pre- Verona durante la quale
stigio come si può nota- si sono altresì discusse le
re scorrendo i nomi che prossime iniziative”.
compongono l’Advisory
Board: Giuseppe Botti
Ippica Impresa ha
(che lo presiede), Rena- voluto festeggiare il suo
to Ascoli, Roberto Bri- primo compleanno preschetto, Tomaso Grassi, sentandosi a Verona,
Giovanni Emilio Maggi, nell’ambito di FieracaLuigi Riccardi, Diego valli con uno stand e con
Romeo, Giuseppe Rosati un'assemblea aperta a
Colarieti, Vittorio Rossi, tutti coloro che volevano
Luciano Salice, Roberto parteciparvi. I lavori sono
Toniatti e Maurizio Ughi. stati aperti dal Ministro
Del Consiglio, oltre ai Luca Zaia. Com'è nel suo
co-fondatori, fanno par- stile, partecipando ai vari
te Paolo Crespi e Ales- talk show, il ministro ha
sandro Ferraris, mentre ribadito un concetto che
il Collegio dei Sindaci tutti i presenti non posvede impegnati Gaetano sono non aver capito. Il
Turrini, Salvatore Limata concetto è il seguente.
e Fabio Marco Rondoni. Preso atto, purtroppo,
Per completare l’infor- della ricorrente e quinmazione, lo Staff Opera- di storica litigiosità fra
tivo è composto da Elio le varie componenti del
Pautasso, Francesco Ruf- settore ippico, una volta
fo e Stefano Meli.
che saranno messe nero
su bianco le linee di atE proprio il presiden- tuazione del piano prote dell’Alfea sottolinea grammatico
generale,
l’importanza di questo gli ippici dovranno essi
Movimento. “L’idea di stessi rendersi protagocreare un movimento tra- nisti di una condivisione
sversale alle associazio- globale del piano. Qual è
ni di categoria e quindi, il rischio se questo attegproprio per la sua natura, giamento positivo non si
non in contrasto con esse, verificasse? Il Ministro
nacque a Pisa un paio di lo ha detto papale papale:
anni fa, quando ancora che con il 2010 l'ippica
non era scoppiata la crisi italiana potrebbe essere
dell’ippica ma già se ne a fine corsa. Definitivavedevano forti segnali. mente.
EQ RC
ANNO 3 - NUMERO 10 - 11 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - OTTOBRE - NOVEMBRE 2009
La notizia del mese
UNA PROPOSTA PER TUTTI I GUSTI
OGNI GIORNO ALL'IPPODROMO E NEI DINTORNI E' POSSIBILE TROVARE UN'OFFERTA GASTRONOMICA MIRATA
DALLO SPUNTINO ALLE ... NOZZE
R
ita e Christian non
sono appassionati
di ippica. Non sono
proprietari,
allenatori
o loro congiunti. Sono
persone a cui piacciono
i cavalli (lui è stato
militare in cavalleria!)
e che hanno originalità
e spirito. E se è proprio
vero che il matrimonio, in
fondo, è una scommessa,
come sostenuto da Rita,
la scelta di festeggiare le
loro nozze con un pranzo
organizzato al ristorante
in una giornata di corse
appare quanto mai
azzeccata.
L’Alfea non si è lasciata sfuggire l’occasione e, con la collaborazione di Stefano Gorini,
il gestore del ristorante,
ha invitato gli sposi ha
premiare il vincitore di
una delle corse del pomeriggio. I novelli sposi
hanno accolto con entusiasmo l’invito e, prima
di iniziare il pranzo, hanno assistito alla seconda
podromo e punto di riferimento ormai noto anche
in città. Sia che si tratti di
pranzi o cene seduti o a
buffet, presentati con
grande senso coreografico, non si può restare delusi dalla qualità dei cibi
e dalla loro preparazione.
Il tutto accompagnato da
un ottimo servizio di sala
(Vincenzo e Alessandro
sanno mettere tutti a proprio agio) e da una nutrita lista di vini.
corsa per accogliere il
vincitore al rientro, White Oleander, e premiato
il cavaliere Filippo Perri
(prima corsa sulla pista
pisana per lui e subito un bel successo) nel
tondino, con il pubblico
incuriosito da questa novità. A seguire non pote-
va mancare l’intervista
di Renzo Castelli, e il
brindisi offerto dal Presidente dell’Alfea, Stefano Meli. Così l’album di
nozze di Rita e Christian
sarà arricchito anche da
queste foto e da un DVD
con la copia della trasmissione Turflash nella
CON SAPORE DI MARE
L
ungo il viale delle Cascine
che porta dritto a San
Rossore, si trova il ristorante
“Alle Scuderie” che alla fine di
settembre ha riaperto con la nuova
gestione della famiglia Pieralli,
già molto conosciuta nell’ambito
della ristorazione
come titolari del
ristorante
del
Bagno ‘La Perla’
di Tirrenia, il mare
di Pisa. Nicola si
occupa in prima
persona del locale
preso in gestione
a San Rossore.
Il bar – ristorante è aperto tutti i giorni
con
l’eccezio-
ne del martedì, giorno di riposo.
Il menù è molto vario e comprende anche piatti di pesce molto ben
cucinati. Nicola si tiene al passo con
i tempi e il ristorante ha anche una
sua presenza su Facebook sotto il
nome “Le scuderie DisRossore” attraverso il quale lancia annunci sulle
varie cene a tema organizzate. Infatti, differenziare è lo slogan di Nicola
Pieralli che settimanalmente propone
serate a tema o, più semplicemente,
chiama a raccolta i tifosi di calcio con
menù a prezzo fisso nelle sere in cui
si disputano le partite di Champions.
Oppure al sabato la serata è accompagnata dalla musica. Nicola Pieralli,
inoltre, organizza su ordinazione anche
cene veramente speciali con
menù a base di
pesce o altro.
Qui si possono anche effettuare le scommesse sull’Ippica Nazionale,
sul Totocalcio
e sul Totogoal.
quale l’intervista è stata suoi numerosi clienti.
ovviamente inserita.
Aperto tutto l’anno, questo luogo è ideale per le
Questo è lo spunto cerimonie visto il conteper sottolineare come sto nel quale è collocato.
ormai la gestione Gorini Convegni, matrimoni,
del ristorante dell’ippo- comunioni, compleanni,
dromo (tel: 050 533180 cene aziendali: il nostro
- 338 4014988) è aperta ristorante è sempre più
a qualsiasi richiesta dei parte integrante dell’ip-
Rita e Christian
hanno aperto la strada
a questo tipo di cerimonia e, sulla falsa riga di
quanto accade nel Regno
Unito, una delle corse
potrebbe proprio essere
intitolata all’evento festeggiato, matrimonio o
compleanno che sia. Da
noi, infatti, i nomi delle
corse sono dedicati agli
sponsor (sempre pochi) e
ai morti (molto numerosi). Ma le corse, invece,
sono eventi vivissimi.
salsicce & champagne
I
l bar posto nella
zona
riservata
ai proprietari è
stato
ristrutturato
completamente
per
renderlo più accogliente.
In tale ottica, inoltre, si
è deciso di differenziare
ulteriormente
i
servizi
all’interno
dell’ippodromo.
Il bar, ribattezzato “Paddock”, offre alla clientela soltanto bevande,
prevalentemente di buon livello: dallo champagne alle birre pregiate,
servite esclusivamente in bicchiere, alle miscele pregiate di caffè. La
novità è stata da subito apprezzata dai clienti, anche se alcuni (pochi)
si sono lamentati del fatto che qui non sono in vendita alimenti.
Per chi vuole fare uno spuntino resta disponibile la Caffetteria (ingresso
principale) mentre al parco giochi lo Snack Bar è stato rimodernato, dotato
di una cucina propria e della grande griglia che nella passata stagione aveva
riscosso molto successo per i gustosi panini con la salsiccia. Questa trattoria
rustica è aperto tutti giorni, dalle
7.00 del mattino fino al tramonto
e qui si possono effettuare anche
le scommesse ippiche e sportive.
Non c'è che dire, all'ippodromo la possibilità di
scelta non manca a testimonianza che, per noi, il cliente principale resta il pubblico.
ANNO 3 - NUMERO 10 -11 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - OTTOBRE - NOVEMBRE 2009
IPPICA E CULTURA
rino arnotti: ricordi eD emozioni
I
FIGLI "MINORI" MA NON MENO IMPORTANTI DELLA GRANDE IPPICA DEL PASSATO
l mondo dei cavalli è
un mosaico fatto di
storie e di personaggi
del passato e del presente
e ognuno di essi è un
tassello di questo puzzle,
grande e o piccolo,
ma
sempre
molto
significativo. Cosicché,
coprire anche le caselle
più piccole, quelle che il
grande pubblico non può
conoscere o ricordare, è
un’operazione di ricerca
storica ma rappresenta
anche una dimensione
umana di questo sport
antico. E se nello scorso
numero de ‘Il Paese
dei Cavalli’ abbiamo
ricordato un grande nome
di trainer – Federico
Regoli e il suo Gladiolo
- oggi diamo con piacere
spazio a un nome
che non tutti possono
ricordare: Rino Arnotti.
A essere sinceri, non è
stata una nostra scoperta
– di personaggi così ce
ne sono ancora decine
(per fortuna) sparsi in
ogni angolo d’Italia – ma
è stato lo stesso Arnotti,
dopo aver letto il nostro
giornale a farsi vivo per
dirci: "C’ero anch’io,
anch’io sono stato un
protagonista".
Rino Arnotti vive
oggi, alla felice età di
88 anni, a Torrimpietra,
sul litorale laziale, ormai
Rino Arnotti in sella
lontano dagli echi delle
piste. La sua storia è comune a quella di molti
altri, in quegli anni che,
senza retorica alcuna,
per l’ippica possiamo
tranquillamente chiamare ‘gloriosi’. La famiglia
Arnotti è pisana, di via
del Capannone, il cuore di
Barbaricina anche se nessuno di loro vive più da
queste parti (il figlio, ottimo starter del galoppo,
vive in provincia di Pisa).
Il piccolo Rino, come accadde a molti in quegli
anni, era di una famiglia
tutta immersa nel mondo
dei cavalli: Carlo, Ago-
stino, Rino, appunto. In
scuderia già a tredici anni
e a quattordici in sella, lavora con Federico Tesio,
Tommy Rook, Antonio
Regoli. I miti di quegli
anni. Fra i miti Arnotti ricorda un giovane: Pietro
Gubellini. Sarà il fantino
di Nearco. "Povero Pietro
– ricorda Arnotti – morì
tragicamente nell’immediato dopoguerra a San
Siro, sprofondando con il
suo cavallo in un tombino lasciato scoperto".
Racconta Rino Arnotti: “Debuttai come fantino nel gennaio del 1936.
il capitano rubacuori
La Belle Époque italiana ha avuto un protagonista indiscusso: il
capitano Federico Caprilli. Un
uomo che ha segnato in modo
indelebile la storia dell’equitazione rivoluzionando radicalmente il modo di stare in sella
e ha imposto un metodo che nel
giro di pochi anni sarebbe stato
adottato dalle Cavallerie di tutto il mondo.
Ma il fondatore dell’equitazione
naturale non è stato solo un ufficiale capace di sfidare la consuetudine e le gerarchie, è stato
anche un irresistibile tombeur
de femmes, in gara con D’Annunzio in quanto a conquiste
altolocate, avventure estemporanee, amori impossibili.
La vita di Caprilli per la prima volta viene raccontata attraverso una
precisa ricostruzione storica e testimonianze fotografiche inedite.
Il ritratto di un uomo fuori dal comune che è stato il simbolo di
un’epoca magica, rivoluzionaria e reazionaria, affascinante e foriera di drammi, scintillante come un ballo a corte e inconsapevole
della sua decadenza.
Lavoravo allora con Antonio Regoli, la giubba
era quella di Radice Fossati”. Dopo quel debutto
Arnotti si avvia a una
buona carriera di fantino
fatta di 117 vittorie, 113
secondi posti, 144 terzi
posti. In totale, 847 corse
in un’epoca nella quale il
parco-cavalli era ridotto
all’osso e molte gare erano un match, qualcuna
perfino un walk over (un
solo cavallo in corsa!). In
più, gli avversari sono tosti davvero: Caprioli, Camici, Romero, Pacifici,
Renzoni, Marchetti, tutta
gente con l’occhio pronto, le braccia forti, la frusta lesta. “Erano bravissimi - ricorda Arnotti – riuscire a batterli era sempre
un’impresa”. Nonostante
ciò, le belle vittorie non
mancano. Olona nelle
Royal Mares, Belluno e
Pongo nel ‘Trenno’, Nilo
nel Gran Premio dei Tre
Anni, Iarba nell’Apertura, a Roma, alla ripresa
delle corse dopo la fine
della guerra. “Questa fu
davvero una grande soddisfazione perché, passato il fronte, quel giorno
riapriva l’ippodromo delle Capannelle. E le corse
tornarono a essere la nostra vita”.
Un altro paio d’anni
da fantino, poi il salto
nella categoria degli allenatori. Dove le soddisfazioni non mancarono.
“Ho allenato i cavalli
del principe Boncompagni, di Radice Fossati, di
Vera Spezia, di Dino Gatta, di Lele Ammirato”.
Rino Arnotti aveva anche un’eccellente mano
per i cavalli impegnati
sugli ostacoli e i risultati
lo testimoniano. Quando
iniziava la riunione invernale a Roma, un cavallo presentato da Rino
Arnotti era una garanzia.
Nomi come Apollo, Scipione l’Africano, Megere
furono i campioncini dell’ostacolismo di quegli
anni.
ner pisano è rimasto lucidissimo nei suoi ricordi e nella sua passione.
“Leggo tutto quello che
riguarda l’ippica – dice
Rino Arnotti – mi tengo
aggiornato”. Prova ne
sia, aggiungiamo noi, che
è riuscito anche a venire
in possesso, nel suo eremo di Torrimpietra, del
nostro mensile ‘Il Paese
dei Cavalli’ (una parentesi: il giornale, non ci credereste, è molto ricercato
dagli appassionati del
galoppo di tutta Italia che
ne sollecitano l’invio alla
loro abitazione a Cuneo
come a Palermo). “L’unico rammarico che ho
– aggiunge – è che non
esca più ‘Lo Sportsman’
com’era una volta. Era
A 88 anni, da molto bellissimo, tutto dedicato
tempo ritiratosi dalle pi- al galoppo. Era il nostro
ste, questo vecchio trai- giornale”.
 RC
Rino Arnotti accompagna al rientro un suo allievo
COME ERAVAMO ...
Questa volta, più che ‘come
eravamo’ la nostra rubrica andrebbe titolata ‘come
erano’, giacché degli uomini che vissero la tragica avventura della ‘campagna di
Russia’ pochi oggi sono testimoni. In quella drammatica ‘campagna’, che impegnò in fasi diverse circa 230
mila soldati italiani e che si
protrasse dal luglio 1941
al gennaio 1943 morirono
74.800 uomini. Con loro,
l’89 per cento delle migliaia
di cavalli. Fra questi, anche
purosangue che avevano
calcato le piste da corsa,
spesso con grande onore,
come Bellini, il padre di
Tenerani, quindi il nonno
di Ribot. Una storia tragica
che spesso Gigi Gianoli, che di quella campagna fu tra i protagonisti, raccontava agli amici dopo aver anche ricavato da quell’avventura un bel libro. Nella foto dal ‘fronte del Don’ il fedele cavallo
presenta spruzzi di neve sul volto. Il giornale è del 7 gennaio 1943.
uno dei nostri ragazzi in stage da Marco Botti a Newmarket
 RC
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allievi in verde
L
IL TEAM IRLANDESE DOMINA LA CORSA EARS
a prima giornata di
corse della riunione
autunnale è stata
veramente internazionale.
La corsa organizzata
dall’European
Association of Racing
Schools ha trovato un
importante
sponsor
nella Florida e nelle
sue
associazioni
(Florida
Department
of Agricolture, Florida
Thoroughbred
and
Breeders
Association,
Ocala Breeders Sales)
presenti
a
scopo
promozionale a San
Rossore
negli stessi
giorni.
La corsa, con monte
estratte a sorte tra i 10
allievi fantini provenienti
da 5 nazioni, ha premiato i
ragazzi irlandesi e Valfredo Valiani che ha messo a
disposizione i due cavalli primi classificati nella
corsa. La vittoria è andata a Leccarda con Leigh
Roche davanti a Baragan
con Conor Hoban. Il marcatore è stato completato
da Papperlapapp con la
tedesca Caroline Fuchs
e Queen’s Fighter con
l’inglese Kieren Fox.
Non piazzati gli italiani
Michael Rossini e Mattia
Manca. Ovviamente la
vittoria del trofeo a squa-
dre è andato all’Irlanda.
La giornata era iniziata con la riunione
dell’EARS alla quale
hanno partecipato anche
l’assessore provinciale
alla formazione professionale, Anna Romei, e il
vice presidente dell’UNIRE, il Generale Filiberto
Cecchi. E se da una parte il rappresentante dell’UNIRE si è dichiarato
sorpreso dall’aver trovato
una realtà formativa così
avanzata e inserita in un
contesto internazionale,
dall’altra l’assessore ha
ricordato come tale attività sia attualmente in
svolgimento per l’esclusivo contributo finanziario del FSE attraverso la
Provincia di Pisa. Questo
incontro è stato positivo per l’aver stabilito un
contatto diretto tra i due
Enti e il piano strategico
di rilancio presentato dall’UNIRE al Ministro Zaia
ha come importante capitolo quello della formazione professionale. “La
formazione sarà coordinata dall'UNIRE – ha
spiegato Cecchi – ma non
potremo non tener conto
delle realtà formative che
hanno fatto molto, e bene,
fino a oggi”.
maxi e' meglio
G
UN ALTRO MIGLIORAMENTO PER IL NOSTRO IPPODROMO
uardare le corse in
televisione, anche
all’ippodromo,
era diventata ormai
una consuetudine per il
pubblico di San Rossore,
anche perché le riprese
effettuate dagli operatori
coordinati dalla regia
di Stefano Nannipieri e
Stefano Vitali dell’Alfea
Cinematografica, aiutano
a seguire al meglio la
competizione in ogni sua
fase.
La realizzazione della nuova pista ha messo,
però, di fronte ad una
nuova esigenza: la necessità di poter mostrare a
tutti anche le fasi di gara
parzialmente nascoste
dagli alberi che separano
i due tracciati. La soluzione ovvia era quella
del maxi schermo, per
consentire anche al pubblico che ama seguire le
corse dalla tribuna di non
perdere neanche un tempo di galoppo. L’Alfea
(quella che gestisce l’ippodromo!) ha però deciso di anticipare i tempi
e di acquistare il maxi
schermo con un anno di
Sabato 14 novembre, alla presenza del Sindaco, dei Presidenti della Provincia di Pisa e dell’Ente
Parco e di consiglieri della Regione Toscana, nonché del Segretario Generale dell’UNIRE Riccardo
Acciai, il Presidente della
società Alfea
Stefano Meli
ha presentato
il “Rapporto di
Sostenibilità”.
Questo bilancio
sociale, redatto
dal professor
Marco Allegrini, ha messo in luce tutti i numeri della società pisana nell’ottica di una gestione integrata e trasparente, con l’occhio sempre rivolto ai suoi
fruitori, che in termine tecnico vengono chiamati
stakeholders. Nel volume anche tutte le notizie relative alla nuova pista e un’ampia rassegna stampa.
Che dire di questo
“attrezzo”. E’ semplicemente fantastico, è come
avere una tv ad alta definizione con uno schermo di 50 metri quadrati.
Questo maxi schermo
permette agli spettatori
di essere ancora più partecipi rispetto a quanto
avviene in corsa. I replay,
visti subito dopo mentre i
cavalli stanno rientrando
dalla corsa, sono entusiasmanti e anche i fantini
hanno già preso l’abitudine di gettare un occhio
anticipo e di attivarlo fin allo schermo subito dopo
dalla prima giornata di aver passato il traguardo.
corse di questa riunione.
Detto e fatto. Lo schermo
Con questo maxi
è giunto una manciata di schermo, adesso, si può
giorni prima del 17 otto- star comodamente seduti
bre e maestranze e tecni- in tribuna, seguire la corci sono stati bravi ed effi- sa e spostare lo sguardo
cienti a porlo in opera e a sui cavalli all’ingresso in
testarlo.
retta d’arrivo.
IL SAN ROSSORE
TURF CLUB
I locali
del San
R o s s o re
Turf Club
sono stati
completamente
ammodernati. Sono cambiati gli arredi e gli spazi
a disposizione dei soci e dei loro ospiti sono ancora
più ampi. Il servizio buffet è garantito nelle giornate
festive e in altre particolari occasioni.
IL CORSO 2009
Il corso per addetto artiere/allievo fantino 2009,
finanziato dal Fondo Sociale Europeo tramite la Provincia
di Pisa, si è concluso il 23 ottobre. Agli esami finali di
qualifica sono stati ammessi tutti e 14 i ragazzi che
hanno completato il percorso formativo. Le valutazioni
sono state di due tipi. L’attestato di qualifica per addetto
artiere è stato conseguito da tutti e 14, mentre quello
necessario per poter effettuare la richiesta di concessione
per la licenza di allievo fantino è stata ottenuta da 8
ragazzi. Per gli altri questa non è una bocciatura ma
solo la constatazione del raggiungimento di un livello
non ancora sufficiente per svolgere in sicurezza il
mestiere di fantino. I non promossi potranno, tra sei mesi,
ripresentarsi alla commissione per poter effettuare la sola
prova pratica a cavallo e ottenere, così, l’ambito titolo.
Questi i nomi dei neo patentati: Maikol Arras, Giuseppe
Cannarella, Pasquale Fiori, Michele Macis, Giacomo
Mellino, Costantino Piredda, Pasquale Salis e Salvatore
Tarascio.
MARIO E FILIPPO
SONO KO MA OK
Il mestiere del fantino è pericoloso per la sua
stessa natura e le cadute, purtroppo, fanno
parte del gioco. Le ultime vittime sono state
i “nostri” Filippo Marras e Mario Sanna. Il
primo è caduto andando in partenza in una
corsa per mezzosangue a Grosseto mentre a
Mario è accaduto lo stesso alle Capannelle,
durante lo svolgimento di una tris in pista
dritta. Per Filippo, dopo il rischio corso più
per la lentezza dei soccorsi che non per l’esito
della caduta, solo qualche contusione e poco
altro. Più serie le conseguenze per Sanna,
che nella caduta ha battuto forte il volto a
terra procurandosi fratture multiple a zigomi
e mandibole. Tenuto in coma farmacologico
per alcuni giorni, adesso Mario è fuori
pericolo anche se il periodo di recupero sarà
necessariamente lungo.