Apocrifi Istruzioni per l`uso

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Apocrifi Istruzioni per l`uso
Apocrifi Istruzioni per l'uso
di F. Manns
Che cosa è un apocrifo? La parola deriva dal termine greco Apocrypha, che vuol dire «nascosto,
occulto». Una definizione estensiva può essere la seguente: un apocrifo è un testo storico non
canonico. Alcuni apocrifi sono testi aggadici (l’aggadah è una forma di narrazione usata nel
Talmud e in alcune parti della liturgia ebraica - ndr) che commentano la scrittura. Altre volte
attingono alla letteratura popolare. Ma c'è apocrifo e apocrifo. Bisogna distinguere diversi tipi di
apocrifi secondo la loro provenienza. Ne esistono di gnostici (che si rifanno alla dottrina filosofica
secondo la quale la salvezza dell'anima dipende da una forma di conoscenza superiore e illuminata
dell'uomo, del mondo e dell'universo - ndr), la cui teologia appare subito evidente. Ed esistono
apocrifi giudeo-cristiani di ben altro tenore. Insomma, i Vangeli apocrifi testimoniano l'evoluzione
del cristianesimo primitivo, che era pluralista come il giudaismo dal quale deriva.
Pur non dicendo nulla di più rilevante, a livello storico, rispetto a quanto già affermato dai Vangeli
canonici, questi testi permettono di osservare la nascita di alcune tradizioni che hanno influito sulla
religiosità popolare e sull'arte cristiana. Volendo colmare i silenzi della Scrittura, gli autori degli
apocrifi (che rimangono anonimi), sfruttano l'occasione per mettere in evidenza le loro idee, non
sempre conformi all'ortodossia. Per inciso: nessuno dei Vangeli canonici menziona per la nascita di
Gesù la presenza dell'asino e del bue, e nemmeno di una grotta. Particolari noti solo tramite i
Vangeli apocrifi.
Nella grande messe di testi redatti agli albori del cristianesimo (l'elenco completo dei 27 libri
ritenuti parte del Nuovo Testamento viene fissato per la prima volta con Atanasio di Alessandria nel
367 d.C - ndr), come si è arrivati a scegliere solo quattro Vangeli nel canone delle Scritture? Già
prima della fine del II secolo d.C., sant'Ireneo, vescovo di Lione, afferma in un celebre passo che
«poiché il mondo ha quattro regioni e quattro sono i venti principali [ ... ] il Verbo creatore di ogni
cosa [ ... ] ci ha dato un Vangelo quadruplice, ma unificato da un unico Spirito» (Adversus haereses,
III, 11, 8). La Chiesa aveva già definito i quattro testi che venivano usati nella liturgia. Vent'anni
prima di Ireneo, anche Giustino parla dei quattro Vangeli o delle «memorie degli Apostoli» che
venivano menzionati o letti durante le celebrazioni eucaristiche. In realtà si è giunti a questa scelta
attraverso un processo in cui lo Spirito Santo si è aperto un varco in modo naturale. Quando veniva
diffuso un testo che affermava qualcosa di strano, gli stessi fedeli, uniti con il loro pastore, lo
criticavano.
Sebbene scartati perché non contenenti verità divinamente rivelate, alcuni Vangeli apocrifi sono
giunti fino a noi (anche se in vari casi in forma non completa): il Vangelo copto di Tommaso; il
Vangelo di Pietro, che contiene la descrizione della risurrezione di Gesù; il Vangelo di Maria, che
attribuisce un ruolo importante a Maria Maddalena che viene anteposta agli apostoli; il Vangelo di
Nicodemo, quello di Gamaliele, il Vangelo della verità, la Sofia di Gesù Cristo, il Vangelo secondo
Filippo, Il Vangelo di Barnaba e tanti altri. Nei primi secoli del cristianesimo esisteva almeno una
ventina di Vangeli che parlavano di Gesù, diffusi specialmente tra i monaci della Siria e della
Cappadocia.
L'uso e la diffusione dei Vangeli apocrifi sono stati vari. E bisogna distinguere questo tipo di
letteratura in almeno due grandi categorie. Ci sono i Vangeli gnostici, particolarmente quelli
provenienti da Nag Hamadi, in Alto Egitto, che si svilupparono appunto all'interno del movimento
religioso dello gnosticismo, diffusosi intorno al II secolo d. C. e che si contrappose violentemente
alla Chiesa cattolica. Tra questi testi bisogna menzionare il libro segreto di Giovanni, il Dialogo del
salvatore, il libro segreto di Giacomo, il Vangelo di Apelle, il Vangelo di Bardesane, il Vangelo di
Basilide, il Vangelo di Giuda, il Vangelo di Eva. Secondo il Vangelo di Giuda, opera della setta
gnostica dei cainiti, il gesto dell' apostolo non fu un tradimento ma l'esecuzione di un ordine di
Gesù, che aveva bisogno del tradimento per favorire il corso degli eventi.
Questi testi sono la testimonianza di una tentazione che la Chiesa delle origini conobbe: quella di
riservare la salvezza ad un piccolo gruppo di iniziati che avevano accesso alla conoscenza (gnosi).
Tuttavia un Vangelo gnostico ha suscitato particolare interesse negli studiosi: il Vangelo di
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Tommaso, costituito da 114 logia («detti») attribuiti a Gesù. Gli studiosi concordano nell'affermare
che il Vangelo di Tommaso è un Vangelo gnostico che presenta le dottrine e gli orientamenti di una
comunità nata come eresia all'interno del cristianesimo. I testi gnostici non riconoscono la morte di
Gesù in croce, perché la sola salvezza verrebbe dalla «gnosi», cioè dalla conoscenza, mentre la
materia è sempre causa di peccato o legata al demonio. il Vangelo di Tommaso si limita a riportare i
presunti detti di Gesù senza inserirli nella narrazione di quanto egli compie. La struttura della
accolta sembra richiamare quella dell'ipotetica fonte utilizzata per la composizione dei Vangeli
sinottici, la cosiddetta «Fonte Q».
I Vangeli apocrifi dell'infanzia hanno goduto di una certa fortuna anche a livello artistico: ad
esempio, la localizzazione della nascita di Gesù in una grotta deriva dal Protovangelo di Giacomo
mentre la presenza dell'asino e del bue accanto alla mangiatoia, deriva dal Vangelo dello PseudoMatteo. Alcuni di questi testi apocrifi possono provenire da ambienti giudeo-cristiani. Tra questi,
oltre al già citato Protovangelo di Giacomo, ricordiamo la Dormizione di Maria, la Storia di
Giuseppe falegname, il Combattimento di Adamo e la Caverna dei tesori. Ricorrendo al genere
letterario del midrash aggadah, questi apocrifi intendono rispondere ad alcune domande teologiche
che si ponevano i primi cristiani di origine ebraica, e che non trovavano riscontri nella Scrittura:
Gesù bambino era Dio o ha dovuto aspettare il suo battesimo per ricevere lo Spirito? Le sue
conoscenze erano già divine o semplicemente umane?
I Vangeli giudeo-cristiani, in uso tra i cristiani dei primi secoli e legati alla tradizione religiosa
giudaica, sono purtroppo andati perduti. Ci è giunta traccia di essi solo attraverso testimonianze
indirette e occasionali fornite da alcuni Padri della Chiesa. Alcuni elementi del Vangelo degli
Ebioniti, del Vangelo dei Nazorei e del Vangelo degli Ebrei sono citati dai Padri della Chiesa, ma
sono incompleti.
Anche i cristiani di origine non ebraica conoscevano gli apocrifi. Alcune narrazioni sono divenute
un attributo ricorrente in molte raffigurazioni artistiche della vita di Gesù e delle persone a lui
vicine, descritte nei Vangeli. Queste raffigurazioni furono accettate nei santuari, senza provocare
discussioni dottrinali. Molti testi apocrifi sono stati composti verso la metà del II secolo, o in secoli
successivi, quando i testimoni diretti della vita e della predicazione di Gesù erano scomparsi. Al
contrario la composizione dei Vangeli canonici risale al I secolo, quando la testimonianza degli
apostoli avrebbe potuto essere ancora viva.
I Vangeli apocrifi dell'infanzia illustrano i dettagli relativi alla fanciullezza di Gesù, altrimenti
ignoti in quanto taciuti dai Vangeli canonici. Presentano un carattere miracolistico che sfocia spesso
nel magico, in contrasto con la sobrietà dei quattro Vangeli canonici. Sono caratterizzati inoltre da
imprecisioni di natura storica o geografica, che invalidano il valore storico degli eventi narrati.
Nessuna di tali opere compare in qualche manoscritto biblico o in antichi elenchi dei testi canonici
ritenuti ispirati.
Il Protovangelo di Giacomo attribuito a Giacomo, secondo molti studiosi proviene da Alessandria
d'Egitto e narra la nascita miracolosa di Maria, la sua infanzia nel Tempio, il suo matrimonio con
Giuseppe, e poi la nascita di Gesù. il Vangelo dell'infanzia di Tommaso apostolo, che è della metà
del II secolo, narra i miracoli compiuti da Gesù fino all' età di 12 anni. Notissimo l'episodio in cui
Gesù forgia uccelli di fango e dà poi loro l'ordine di volare. Ancora bambino, il Messia era già in
grado di fare miracoli. Il Vangelo dello Pseudo-Matteo, scritto in latino nell'VIII secolo, ricorda la
nascita di Maria, la sua infanzia nel Tempio. A scuola Gesù bambino si dimostra più intelligente del
suo maestro. Di nuovo l' autore difende la divinità del bambino Gesù dandone tante prove. Il
Vangelo arabo dell'Infanzia, anch'esso dell'VIII secolo, narra la nascita di Gesù, la fuga in Egitto e i
miracoli compiuti da Gesù tra i cinque e i dodici anni. il Vangelo armeno dell'infanzia, la cui
redazione è tardiva, riprende queste tradizioni. Il Libro sulla natività di Maria tradotto da Girolamo,
oltre alla nascita miracolosa di Maria, narra la nascita di Gesù.
Ci si sente chiedere spesso se i Vangeli apocrifi contengono qualche verità. Il Protovangelo di
Giacomo, attribuito a Giacomo figlio di Giuseppe, si pone per esempio l'obiettivo di rispondere alla
domanda sull' identità dei fratelli di Gesù. Ha avuto un influsso nella tradizione e nell'iconografia,
tanto che il nome dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna, giungono da questa fonte. Di fronte alla
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sobrietà dei Vangeli che raccontano realtà soprannaturali in maniera «naturale», gli apocrifi hanno il
limite di assecondare il desiderio del popolo cristiano, offrendo coloriture particolari con lo scopo di
evidenziare aspetti e vicende dell'infanzia di Gesù e Maria. Di fatto questi testi offrono un'immagine
di Gesù non conforme alla realtà, come accade per esempio nel miracolistico Vangelo dell'infanzia
di Tommaso.
La loro importanza sta in questo: sono una testimonianza dello sviluppo del cristianesimo, maturato
anche grazie alla confluenza (e allo scontro) di diverse correnti teologiche e religiose. L'autore della
Lettera agli Ebrei 13,9 offre non a caso questo consiglio ai cristiani: «Non lasciatevi sviare da
dottrine varie ed estranee».
Nello studio degli apocrifi va usato con rigore il metodo storico-critico utilizzato per gli altri testi. E
vista l'abbondanza di simboli, è fondamentale trovame la chiave interpretativa. Un approccio utile
anche per l'archeologia, che non può fare a meno dell' analisi delle fonti letterarie coeve.
(da Terrsanta 6 - Novembre Dicembre 2011)
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