il veronese in pillole
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il veronese in pillole
Breve Notiziario Liceo Veronese A.S. 2015/2016 Lavoro realizzato dalle classi II F e II I nell'ambito del progetto di alternanza scuola lavoro IL VERONESE IN PILLOLE Speciale “Da Catullo a Manzoni: un viaggio fra storia e arte.” SIRMIONE: UN TESORO LUNGO IL GARDA Dalla rocca alle grotte di Catullo: percorso del cuore La rocca scaligera:un semplice castello, o forse no? La rocca è la porta d'accesso alla città. A prima vista può essere scambiata per un normale castello ma dietro tale costruzione si nasconde uno scopo di tutt’altra natura. Infatti, la sua funzione era quella difensiva e di controllo portuale, poiché tale fortezza si trovava in una posizione di confine. Balzano subito agli occhi infatti le mura possenti che circondano la rocca e le loro merlature “a coda di rondine” che testimoniano un passato ghibellino. La costruzione della rocca ebbe inizio intorno alla metà del XIII secolo d.C. su ordine del podestà di Verona Mastino I della Scala, appartenente alla dinastia Scaligera. Solo i più attenti riescono a notare però che la rocca ricevette l’influenza di più epoche. Testimonianza di ciò è la darsena, costruita probabilmente dalla Repubblica di Venezia e che un tempo rappresentava un luogo di rifugio della flotta. Unico punto d’accesso al centro storico di Sirmione, la rocca scaligera sovrasta la cittadina, la quale conta circa ottomila abitanti. Dopo la visita al Castello Scaligero, si po' raggiungere un’altra grande attrattiva turistica: le Grotte di Catullo. A prima vista il luogo può sembrare un ammasso di resti antichi piuttosto malmessi. In realtà il luogo accoglieva un'enorme villa, appartenente forse a dei discendenti di Catullo e ricostruita, probabilmente, dove si trovava la dimora dell'autore. Meritano di essere menzionate almeno due caratteristiche, di natura paesaggistica, relative alla posizione geografica di Sirmione: il panorama di cui si gode verso il Lago di Garda e i monti. Mattia Pincin e Andrea Stocco A MILANO, OSPITI DI MANZONI Splendida visita alla casa dell'autore Arrivati a Milano, non si può non fermarsi a visitare i luoghi manzoniani, la prima cosa che abbiamo fatto appena giunti nella città natale del famoso scrittore e poeta Alessandro Manzoni è stata visitare la sua residenza. Siamo partiti dalla sua casa, dove viveva con la moglie Enrichetta Blondel e con i suoi dieci figli. Oggi è come un museo, dove si possono ammirare quadri, ritratti, rappresentazioni dei Promessi Sposi, la sua camera, lo studio e la biblioteca, contenente ancora i suoi libri. A distanza di pochi metri si poteva leggere invece una lapide che ricordava il luogo di nascita dello scrittore italiano Carlo Emilio Gadda. Il nostro tour è continuato con la visita di Piazza Fontana, nella quale, il 12 dicembre del 1969, è esplosa una bomba, a causa di un attentato terroristico. Poco lontano si trova piazza Cesare Beccaria, dove si innalza la statua di Beccaria, famoso filosofo e letterato italiano, autore del libro dei delitti e delle pene e nonno materno di Alessandro Manzoni. Oltre a vedere la casa di Manzoni abbiamo anche visto la chiesa di San Fedele, nella quale il poeta era solito recarsi per assistere alle funzioni religiose. Valentina Camozzato NEL DUOMO DI MILANO, MA NON SOLO Una città ricca di Chiese: Da Sant'Alessandro a Sant'Ambrogio a San Maurizio La costruzione religiosa principale di Milano è il Duomo, dedicato a Santa Maria Nascente. Questa imponente chiesa sorge al centro dell'omonima piazza dove manifesta tutto lo splendore del caratteristico marmo di candolia. Questa luminosità non è però presente all'interno, essendo una chiesa per la maggior parte in stile gotico. Il fattore luce e i colori vengono giocati invece con le immense vetrate istoriate. Altre chiese importanti sono quella di Sant'Alessandro, in cui nell'annessa scuola ha studiato Parini;quella di Sant'Ambrogio, che doveva essere l'antico Duomo della città ; quella di San Maurizio, il cui interno è completamente rivestito da dipinti e quella di San Lorenzo Maggiore,che ospita al suo interno la cappella di Sant'Aquilino, dove troviamo dei mosaici risalenti al V secolo d.C. Un altro edificio degno di nota è il Castello Sforzesco. Fatto costruire da Francesco Sforza nel XIV secolo ,è uno dei castelli più grandi d'Europa. Quando sei sotto le sue mura, ti rendi conto che hai gli occhi troppo piccoli per carpire cotanta bellezza. Non sono i dipinti, i colori o le sculture che lo caratterizzano ,ma le sue dimensioni esagerate che ti fanno percepire proprio il potere di questo castello. Mozzafiato è la parola giusta per descriverlo. Anche l'interno del Teatro alla Scala ti toglie il respiro. Non è particolarmente grande, ma i suoi colori rosso e oro, il suo profumo di storia e di emozioni ti fanno venire la voglia di indossare uno di quegli eleganti vestiti di un tempo e sederti lì a guardare uno spettacolo anche se magari non ti è mai piaciuto il teatro. Dopo essere andati in questi luoghi cosiddetti “must”, c'è bisogno di un momento per girovagare. Allora si può passare a vedere la biblioteca Ambrosiana, porta orientale (dalla quale passò Renzo nei Promessi Sposi), il municipio e la statua di Garibaldi,nei pressi del castello Sforzesco. Non deve mancare poi lo svago dove si possono gustare cibi tipici (come i famosi panzerotti da Luini) o fast food o fare un po' di shopping, in particolare lungo corso Buenos Aires. Gaia Gazzola Breve Notiziario Liceo Veronese A.S. 2015/2016 CERTOSA DI PAVIA, AMBIENTE DA FAVOLA In mezzo alla campagna lombarda un vero gioiello Da cos’è caratterizzata questa chiesa? L’idea nasce da Gian Galeazzo Visconti, che , in onore alla Madonna delle Grazie la fa costruire nel 1396. Questa chiesa, molto simile al Duomo di Milano, è in stile gotico. Il leone è inoltre il simbolo della Certosa. All’interno possiamo trovare anche incisioni latine sui pavimenti sia interne che esterne, che riportano la scritta ‘Car Gra’ ovvero ‘Certosa delle grazie’. I monaci che vivevano all’interno di questa Chiesa avevano 5 regole fondamentali: prega, lavora, studia, medita e osserva il silenzio; c’è poi una frase di San Benedetto che riporta la citazione “Ora et Labora” cioè “Prega e Lavora”. Alcune curiosità sulla Certosa sono che il punto tra la porta e l’altare è il punto più alto del paradiso; inoltre , la Chiesa, internamente, presenta anche il tipico marmo bianco di Carrara. Giorgia Bliem PAVIA, DAI LONGOBARDI AD ALESSANDRO VOLTA In città spiccano il Castello Visconteo e la chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro. Il Castello Visconteo è stato costruito dove un tempo vi era un monastero, in seguito abbattuto da Galeazzo. Un parco, chiamato Parco dell’Avvernuala, collegava il Castello alla Certosa di Pavia. La costruzione viene terminata nel 1361, ma sfortunatamente non è riuscita a giungere ai giorni nostri completamente integra. Infatti, oggi, il castello ha solo due delle quattro torri che erano state costruite e la parte migliore del castello è stata distrutta, in quanto i nemici volevano che Pavia fosse privata della sua parte migliore. La seconda bellezza da visitare assolutamente quando ci si reca a Pavia è la Chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro. Questa chiesa è la più importante per quanto riguarda la cristianità pavese, è stata voluta dai Longobardi, che arrivarono in Italia nel 568 da una località chiamata Pannonia, l’attuale Ungheria. All’interno sono conservate le spoglie di Sant’ Agostino, proveniente da Ippona che fu vescovo e autore di opere di carattere storico, teologico e filosofico. Questa chiesa assume una significativa importanza sia dal punto di vista storico sia dal punto di vista culturale. Perché è così importante? E come si fa a dire che una chiesa è importante? Una chiesa per essere definita importante deve avere tre caratteristiche: deve contenere delle spoglie di qualche santo, deve avere dei resti o reperti fondamentali dal punto di vista storico e deve contenere informazioni essenziali, che ci possano aiutare a rintracciare la storia della struttura. S. Pietro in Ciel d’Oro tutte queste caratteristiche le ha ed è importante anche per un altro fatto: Papa Benedetto XVI in persona si recò a Pavia per poter pregare in questa chiesa. Quindi, quando ci si reca a Pavia è d’obbligo visitare questa struttura. Come ogni grande città, anche Pavia ha un Duomo. Il Duomo di Pavia è dedicato a Santa Maria Assunta, è un’imponente costruzione accanto alla quale sorgeva la Torre Civica. Questa torre oggi non è più presente in quanto la mattina del 17 marzo 1989 improvvisamente crollò per cause sconosciute, provocando quattro vittime e 15 feriti e dall’allora non è più stata ricostruita. Davanti al Duomo è presente una statua, il Regisole. Quest’opera è una statua equestre bronzea. Le origini di questa statua non sono chiare, ma da quando fu collocata davanti alla cattedrale divenne uno dei simboli più noti della città di Pavia. Alla continua ricerca delle bellezze pavesi, camminando su e giù per la città, le classi sono giunte alla visita di due facoltà universitarie molto note: la facoltà di Economia nella quale sono presenti le tombe longobarde; inizialmente la struttura era adibita ad un monastero e infine la facoltà di Lettere, alla quale sono legati due personaggi molto importanti. Chi? Il primo è Alessandro Volta, un fisico che nelll’anno 1794 vince la Medaglia Copley e Niccolò Ugo Foscolo che fu un poeta, uno scrittore e un traduttore italiano e fu uno dei principali letterati del neoclassicismo e del preromanticismo. Un altro simbolo di questa città storica è il Ponte Coperto, un ponte che sorge sul fiume Ticino, che collega il centro storico cittadino e il resto della città con il pittoresco quartiere di Pavia. Il ponte è molto caratteristico in quanto è completamente coperto. COMO: UN INTRECCIO DI STORIA E NATURA Dal Duomo al tempio voltiano: la suggestione di una città sul lago Gaja Canetti Nemmeno la nebbia è riuscita ad offuscare lo splendido paesaggio che offre la vista di Como. Un incrocio tra bellezze naturali e storiche che nessuna cartolina potrebbe riprodurre fedelmente: la sua unicità rende il lago di Como prezioso tanto quanto il suo colore argenteo. Oltre al lago, gli studenti hanno potuto godere della vista di diversi luoghi, che racchiudono impronte lasciate dalla cultura bizantina nel corso della storia. A partire dal Duomo, che presenta un’architettura gotico-rinascimentale, sino ad arrivare alla chiesa di S. Fedele, di epoca paleocristiana. La visita non si è fermata ai luoghi religiosi, bensì si è estesa anche a monumenti di tipo storico. Tra essi, l’imponente Porta Torre, un tempo l’ingresso più importante per accedere alla città; il Broletto, sede originaria del municipio in epoca medievale; il monumento ai caduti. Non sono mancati i riferimenti al latino che, per la gioia dei ragazzi, impregnavano i muri delle case con le parole di Seneca. Esse si potevano scorgere camminando per le vie della città, anch’esse caratteristiche e suggestive. La visita si è conclusa con il tempio Voltiano, museo scientifico dedicato ad Alessandro Volta, che insieme allo sfondo del lago si colloca perfettamente tra le attrattive di Como. Si deve la costruzione dell’edificio, il quale si avvicina principalmente allo stile palladiano, all’architetto Federico Frigerio. Una sorta di viaggio nel tempo che ha permesso frammenti di storia; un itinerario che è avanzato in parallelo con il fascino del panorama ed il contesto accogliente che Como offre. Omaima Khayari e Lucrezia Rizzo Lavoro eseguito nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro dalla classe II F. Fotografie: Anna Pandolfo. Impaginazione: Asia Dugar. Coordinamento: Laura Bon e Arturo Ricciardi.