La Consulenza Tecnica di Ufficio: “spazio emotivo” di riattivazione
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La Consulenza Tecnica di Ufficio: “spazio emotivo” di riattivazione
La Consulenza Tecnica di Ufficio: “spazio emotivo” di riattivazione delle competenze genitoriali. Dott.ssa Elisabetta Proietti Lilla Psicologa-Psicoterapeuta familiare Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale di Terni In Italia, ogni 4 minuti una coppia si separa o divorzia. Una volta su 3 è coinvolto un figlio minorenne. Questi sono i primi dati dell’ultima ricerca pubblicata dall’ISTAT, in cui si indica che nel 2011 le separazioni sono state 53.806 in aumento soprattutto al Centro-Nord e Abruzzo. Lo psicologo-psicoterapeuta Consulente Tecnico di Ufficio nei Tribunali Civili italiani a seguito di tali eventi separativi è sempre più sovente chiamato ad affrontare, almeno nella prima fase della Consulenza, una situazione relazionale in cui si evidenziano caratteristiche quali la disconferma relazionale reciproca per cui ricorrono a frasi come: “avevo delle aspettative su di te che tu non hai compreso affatto” o la squalifica delle competenze di accudimento appellandosi con epiteti come: “che razza di padre sei… perché non fai come tanti genitori che si disinteressano dei figli così io ed il bambino stiamo tranquilli”, il tutto espresso con una componente di elevata aggressività verbale. Spesso tali scambi comunicativi avvengono proprio in presenza dei figli, nonostante le coppie, in consulenza, affermino che il bambino non ha mai assistito a litigi e che si è stati attenti a preservarlo da ciò. Si scopre invece, nei colloqui che seguono con i figli, che loro hanno visto e sentito molto e che il loro livello di elaborazione, soprattutto se in Prima Infanzia (0-3 anni) o in Seconda Infanzia (5-10 anni), si arresta ad un significato letterale dei termini. Ciò rischia solo di disorientare il minore gettandolo in un baratro di insicurezze ed ambiguità circa la capacità di essere amati dai loro stessi genitori. Uno scenario simile può far ritenere al Consulente stesso in prima istanza e poi al Giudice che la coppia genitoriale presenti delle competenze genitoriali ormai sommerse dal rancore coniugale. Ecco quindi che al fine di garantire al minore un ambiente familiare a lui nuovamente adeguato, si deve lavorare in consulenza utilizzando non solo lo strumento del colloquio ma anche quello dei test. DOTT.SSA ELISABETTA PROIETTI LILLA PSICOTERAPEUTA FAMILIARE Via A. Toscanini, 21 – 05100 Terni Cell. 3470778759 email [email protected] 1 Grazie ai test ed agli altri strumenti cui un Consulente può fare riferimento si permetterà di mostrare come spesso esistano ancora delle resilienze soggettive e di coppia tali da permettere un miglioramento della relazione genitori-figli. Bisogna in prima istanza chiarire che l’uso del test nella Consulenza trova una sua esatta collocazione solo se i dati dei reattivi vengono inseriti in un contesto ben più ampio e generale costituito dall’interazione con i colloquio clinici, con l’osservazione socio-ambientale, con i dati anamnestici dei soggetti e con il rispetto di buone prassi metodologiche atte al riguardo del setting di somministrazione. Il fine dell’indagine psicodiagnostica non è quello di effettuare una valutazione psichiatrica ma una valutazione di tipo clinico relazionale, legata quindi alla relazione che intercorre tra i coniugi, tra loro ed i figli, tra i vari singoli componenti della famiglia e altre persone che partecipano direttamente o indirettamente alla situazione in esame. Ogni strumento contribuisce ad apportare una singola informazione per l’individuazione delle competenze genitoriali e la riattivazione delle risorse latenti degli adulti In questo contesto di contributo ad una rivista giuridica verranno esposti solo i test che permettono di osservare le competenze genitoriali degli adulti. Ricordando però che accanto a tali reattivi, la batteria testistica, per ritenersi completa, deve contemplare anche i test di personalità (Minnesota Multiphasic Inventory, Test di Rorschac, ecc). • Lo strumento che reifica ogni iniziale osservazione delle competenze genitoriali è senza dubbio il “Test del Disegno della famiglia” di Corman. Attraverso esso il minore disegna le aspettative, i bisogni, le difese, le esigenze e le tendenze “affettive” che desidererebbe fossero presenti nella propria famiglia e contemporaneamente a ciò, lascia emergere il livello di coesione emotiva che sperimenta nel proprio nucleo. L’elemento relativo alle competenze genitoriali che da esso possiamo trarre per il lavoro di Consulenza è dato dall’osservazione della capacità del genitore di omologarsi al bisogno affettivo del figlio espresso nel test. • Accanto a questo test viene sovente inserito nella batteria il “Family Relations Test” che viene somministrato singolarmente ad ognuno dei genitori allo scopo di conoscere i modelli operativi interni di tipo familiare (schemi di azione appresi nella famiglia di origine che hanno guidato le loro scelte all’interno della famiglia nucleare formatasi in seguito). Grazie a questo test è possibile individuare un ulteriore elemento relativo alle competenze genitoriali rappresentato dalla possibilità di osservare congruenze tra i due modelli operativi dei DOTT.SSA ELISABETTA PROIETTI LILLA PSICOTERAPEUTA FAMILIARE Via A. Toscanini, 21 – 05100 Terni Cell. 3470778759 email [email protected] 2 genitori laddove fino ad ora siano state evidenziate solo discrepanze negli stili di attaccamento. Gli adulti infatti, coinvolti emotivamente in una escalation conflittuale, sono volti alla ricerca dei limiti temperamentali dell’altro e non alla scoperta di congruenze relazionali o di talenti genitoriali dell’ex coniuge. Il test invece offre la possibilità di riflettere sulle cause del comportamento dell’altro, cause spesso da ricercare nel “bagaglio esperienziale” che ognuno convoglia dalla propria famiglia di origine alla nuova famiglia nucleare. I modelli operativi seppur diversi, possono ancora divenire a tratti isomorfi e collaborativi. • Per completare la batteria testistica normalmente si inserisce un terzo reattivo il “Parenting Stress index” che ha come scopo primario l’identificazione di sistemi relazionali genitorefiglio che, sovraccaricati da stress eccedente, possono divenire rischiosi per lo sviluppo sia di comportamenti genitoriali disfunzionali sia di problemi comportamentali da parte del figlio stesso. Grazie al suo impiego l’elemento relativo alle competenze genitoriali che si osserva è definito dalla comprensione che le cause delle presunte difficoltà nella relazione genitore-figlio, chiamate genericamente con il termine “stress”, sono da ascriversi ai seguenti temi: 1. alterato senso di competenza genitoriale (percepirsi eccessivamente competente e scevro dai normali motivi di stress associati alla genitorialità); 2. stress associati a restrizioni poste su altri ruoli sociali svolti dal genitore (questo dato può essere validato attraverso l’interazione con elementi tratti da colloqui clinici; un classico esempio è quello del genitore non soddisfatto del proprio ruolo lavorativo che proietta elevati livelli di questa insoddisfazione nella relazione con il figlio); 3. conflitto esacerbato con l’altro genitore (dato inter test da osservare all’interno dei colloqui); situazione questa che ostruisce l’espressione delle proprie capacità di accudimento. In questi casi l’adulto convoglia tutte le proprie risorse nel conflitto con l’ex coniuge restringendo la quantità di risorse emotive da investire con il figlio. La comprensione che le difficoltà di rapporto genitore-figlio non nascono solo da una effettiva incompetenza dell’adulto ma da una o più delle tre cause sopra citate viene poi interrelata con gli elementi che emergono dal colloquio congiunto strutturato. In questa fase si chiede ai genitori di riflettere su di una serie di elementi positivi posseduti dall’altro (si può utilizzare una lista precostituita) e si procede incentivando, durante il colloquio stesso, la comunicazione reciproca delle competenze percepite nell’altro. DOTT.SSA ELISABETTA PROIETTI LILLA PSICOTERAPEUTA FAMILIARE Via A. Toscanini, 21 – 05100 Terni Cell. 3470778759 email [email protected] 3 L’obiettivo è offrire una percezione non solo negativa dell’altro ma anche positiva delle competenze genitoriali al fine di incentivare una relazione di fiducia e di rispetto. Si conclude quindi che l’utilizzo dei test in ambito consulenziale, offre, non solo allo psicologo ma anche agli avvocati delle parti ed al Giudice, l’opportunità di aggiungere elementi di conoscenza approfondita delle dinamiche della coppia genitoriale, elementi che avrebbero stentato ad essere osservati se si fosse utilizzato il mero colloquio. Grazie ai test la Consulenza si arricchisce di significati reconditi che appartengono perlopiù a consapevolezze ormai sopite dal dolore e dal risentimento, ma che possono venire riattivate grazie ad una forma di intervento che non si limita a scattare un’immaginaria fotografia della famiglia, ma che permette ad essa di iniziare da subito, dal tempo della consulenza stessa, di innescare un nuovo e salvifico processo di cambiamento. DOTT.SSA ELISABETTA PROIETTI LILLA PSICOTERAPEUTA FAMILIARE Via A. Toscanini, 21 – 05100 Terni Cell. 3470778759 email [email protected] 4