E` facile dare la colpa agli zingari
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E` facile dare la colpa agli zingari
È facile dare la colpa agli zingari Antonio Tabucchi, Le Monde Magazine, Francia La Francia li espelle, l'Italia cerca di schedarli. I rom sono diventati il capro espiatorio preferito degli europei. Antonio Tabucchi su Le Monde iniziativa di Nicolas Sarkozy di espellere glizingari romeni dalla Francia può essere letta come la continuazione dello stesso disegno politico che gli aveva ispirato il dibattito sull"'identità nazionale". Cosa significasse quest'idea è stato subito chiaro: uno sbiancamento, un modo per non considerare la storia nel suo insieme, la defecazione di tutte le impurità che la storia di ogni nazione necessariamente comporta, per costruire una storia artificiale come ha cercato di fare l'Italia negli ultimi anni e come aveva fatto Milosevic in Serbia. Questo progetto è fallito perché l'idea che i francesi hanno di sé è migliore e più nobile di quello che Sarkozy pensava. Il rimpatrio dei rom attuato in maniera così clamorosa e propagandistica mi sembra socialmente più nocivo del progetto dell'identità nazionale. Non solo per la Francia ma anche per il resto dell'Europa, perché introduce zizzania a livello sociale. Inocula nei cittadini culturalmente più fragili l'idea che la causa del disagio sociale, dei problemi economico-sociali più evidenti -la disoccupazione, le violenze nelle banlieues, l'impunità dei grandi gruppi finanziari ed economici, le spese militari, il disastro dell'ambiente, l'enorme insicurezza dei cittadini - sia tutta colpa degli zingari. La ricerca di un capro espiatorio è una vecchia storia dell'Europa. Non è necessaria una profonda cultura per sapere che il capro espiatorio e il razzismo si alleano da sempre nei momenti più difficili.Sicomincia dai più poveri, poi si arriva agli ebrei, agli arabi, agli omosessuali, agli handicappati, ai deboli, agli intellettuali, ai dissidenti politici. 24 Internazionale863 I lO settembre 2010 L'Italia di Berlusconihacominciatoprima di Sarkozy.Nel 2008 il ministro dell'interno Roberto Maroni ha dato il via a un censimento per rilevare le impronte digitali dei bambini zingari nei campi, che è passato praticamente inosservato nei paesi europei. Allo stesso tempo una campagna governativa basata sul concetto di sicurezza indirizzava verso i rom il disagio e il risentimento della popolazione italiana. Banale indifferenza L'Italia ha reagito con !'indifferenza, così come reagì con indifferenza alle leggi razziali firmate da Vittorio Emanuele III di Savoia nel 1938. Leggi che permisero alla polizia di effettuare una schedatura di tutti i cognomi degli ebrei italiani e che reseroun gioco da ragazzi la deportazione degli ebrei da parte dell' occupante nazista. Non vogliamo più schedature in Europa. Che questi tetri ministri schedino le loro famiglie. La grande forza del razzismo è la sua banalità. Il razzista, lo xenofobo, non è un mostro che popola il nostro immaginario. Come Hannah Arendt ha detto del nazismo, evocando la banalità del male, di solito il razzista è un rispettabile padre di famiglia che, con buone intenzioni, desidera rieducare o isolare quelle frange irregolari della società che sono "brutte, sporche e cattive", per usare il titolo di un film celebre. Il maggiore storico contemporaneo del razzismo, George Mosse, ha osservato che Spesso il razzista è un rispettabile padre di famiglia che, con buone intenzioni, desidera rieducare o isolare le frange irregolari della società il razzismo tende a diventare il punto di vista della maggioranza. Eche la maggioranza tende a eliminare naturalmente la minoranza, perché (e qui sta il salto logico constatabile oggi in Francia e in Italia) il razzismo fa credere che criminali si nasce, non si diventa. Siè criminali se si appartiene a una certa etnia, indipendentemente dal delitto che sipuò commettere. Rientrare in quella categoria è già un delitto. E infatti una spaventosa legge del governo Berlusconi considera ontologicamente criminali coloro che vivono in Italia senza documenti. Non si finisce in galera perché si è commesso un crimine, come vorrebbe il codice penale in un paese democratico, ma per un "meta-crimine", cioè perché non si è uguali agli altri. Che il Consiglio d'Europa abbia accettato questa legge, che offende gli elementari diritti dell'uomo e va contro la volontà delle Nazioni Unite, è il sintomo di un vuoto giuridico. Purtroppo è ancora grande il passo che l'Europa deve fare se vuole costruire una solida idea di cittadinanza comune. Il problema è che esiste un circuito perverso tra istituzioni statali e politica: i politici sono lo stato, ma all'idea di stato antepongono il consenso elettorale, la ricerca del voto, gli affari. La crisi della democrazia, che è anche una crisi dello stato, consiste anche in questo. L'intervista che il ministro dell'interno francese Brice Hortefeux ha rilasciato a Le Monde il 23 agosto è allarmante: in essa sono evidenti il populismo più spicciolo, il decisionismo che privilegia l'azione sul pensiero e sulla riflessione, e il disprezzo per la cultura e per gli intellettuali, cioè per chi pensa. Perché coloro che pensano (i filosofi, i sociologi, gli antropologi, i giuristi, gli intellettuali insomma) si pongono dei dubbi. È sul dubbio che si fonda la scienza, è sul dubbio che sifonda la ricerca della verità. Questa ricerca spesso è difficile, a volte impossibile, ma in questo caso non si tratta dell'esistenza di dio o dell'origine della specie. Fa impressione sentire un ministro che, quando gli viene chiesto se le critiche ricevute dal suo governo non siano imbarazzanti, risponde: "Vi invito a non confondere il piccolo circolo politico-mediatico parigino con la realtà della società francese. La sicurezza è uno dei diritti principali. Quelli che dicono il contrario non sono i meno privilegiati. Siete accecati dal sentimento dominante dei cosiddetti benpensanti che, mentre si compiacciono dei loro pensieri, rinunciano ad agire. Sulle questioni della sicurezza e dell'immigrazione il messaggio che hanno dato i francesi questa primavera è stato chiarissimo. Non siamo sordi né ciechi. Sologli intellettuali di Saint-Germain-des-Prés non lo capiscono." Forse Hortefeux pensa che la chiesa, il papa, l'Unione europea e l'Onu abbiano un ufficio a Saint-Germain-des-Prés? E cosa significa l'altra sua dichiarazione che "in realtà, l'azione intrapresa dal presidente riunisce i francesi?". Il verbo rassembler evoca raduni di triste memoria, ma in questo caso credo sia un infelice lapsus: il ministro confessa innocentemente i motivi elettorali che stanno dietro questo progetto. Il problema è che il popolo può essere rassemblé sotto idee poco nobili, il peggio spesso attira le folle più del meglio. Perché per il meglio sono necessarie cultura, educazione, tolleranza, civiltà. È possibile che un ministro europeo non abbia ancora capito il significato della parola "cittadinanza'P Gli zingari (romeni, bulgari, italiani o francesi) sono cittadini come tutti noi. E poiché l'Europa esiste, e nella sua essenza primaria il concetto di cittadinanza è fondamentale, Hortefeux (ma anche il ministro Maroni, la Lega nord e tutti quelli che condividono la stessa mentalità) dovranno capire questo concetto elementare. A meno che non vogliano correre il rischio di dividere profondamente i cittadini europei invece di riunirli. La vergogna dell'Europa Possibile che l'Europa abbia già dimenticato la sua vergogna? Dobbiamo ricordare che ad Auschwitz sono stati bruciati tra i 500mila e i 700mila zingari (la stima è incerta per un popolo privo di carte d'identità)? Possibile che si debbano ricordare i tempi più bui che la Francia ha riservato alle gens du voyage? Gli zingari costituisco- no evidentemente un problema. La Francia, l'Italia, l'Europa hanno i mezzi e le capacità per affrontare in maniera seria e decente un problema reale. Che lo affrontino e che lo risolvano. Inoltre, giustificare un' azione giuridicamente scorretta appellandosi a paesi che l'hanno già fatta è inaccettabile: "La politica francese sui rom è già messa in pratica da altri paesi europei. Perché quello che è accettabile altrove è condannabile in Francia?". L'Eliseo ha mandato un messaggio all'Iran perché una donna non venga lapidata. Immagino lo stupore del governo francese se Ahmadinejad avesse risposto che la politica iraniana sull'adulterio è già praticata in altri paesi arabi, e quindi perché mai quello che è accettabile altrove dovrebbe essere condannabile in Iran. Hortefeux conclude: "Il nostro è uno dei paesi più sicuri del mondo". Grazie alla caccia ai rom, è sottinteso. E tutti coloro che difendono la dignità delle persone e i diritti dell'uomo sono dei "sedicenti benpensanti", o "la sinistra miliardaria". Bene, andiamo a vedere chi ha davvero i miliardi. Ma, a proposito, avete mai sentito un rom rivendicare un attentato su un aereo di liInternazionale 863 I lO settembre 2010 25 nea? L'11dicembre 2007 la Francia è stata il primo paese occidentale a ricevere il colonnello Muammar Gheddafi. La Libia è stata considerata uno stato canaglia fino a tre o quattro anni fa, quando Condoleezza Rice, per motivi misteriosi, ha restituito a Tripoli una "verginità" che l'amministrazione Obama non accetta. I miliardi nella tenda Agliocchi di Sarkozynon tutti i nomadi sono uguali: alcuni possono perfino piantare le tende nei giardini dell'Hotel de Marigny. Ma nella tenda beduina del colonnello Gheddafi non c'erano i poveri oggetti delle tende dei rom. C'erano imiliardi. L'ospitalità dell'Eliseo ha fruttato alla Francia dieci miliardi di euro. Oltre alla fornitura di reattori nucleari destinati (ufficialmente) ad alimentare impianti di desalinizzazione, la Francia di Sarkozy, grazie a "negoziati esclusiviper l'acquisto di equipaggiamento militare", gliha venduto quattordici caccia Rafale e 35 elicotteri da combattimento. Forse il governo francese l'ha fatto per nobili motivi, visto che in quell'occasione Sarkozy dichiarò: "Ho chiesto al leader libico di fare progressi sulla via dei diritti umani". Bravo. I "progressi" del leader libico non si sono fatti attendere. Nel 2008 Berlusconi ha firmato con Gheddafi il tratt:rr6di amicffia italo-libico. Un trattato economico-commerciale che mette in gioco dei miliardi e l'accesso alle banche italiane. Il terrorista libico che nel 1988piazzò labqmba sull'aereo della PanAm e che era in prigione a vita, è stato liberato dalle autorità britanniche per "motivi umanitari" ed è tornato in Libiaricevendo un'accoglienza da eroe nazionale. I successi diplomatici del colonnello Gheddafi sono evidenti. Ilministro Hortefeux dovrà ammettere che non tutti i difensori dei diritti umani sono dei "sedicenti benpensanti". Confesso di essere un malpensante. Come lo sono molti in questa Europa dove "la Francia è uno dei paesi più sicuri del mondo". È vero che i servizi libici circolano ormai indisturbati in certi paesi europei? Forse lo fanno per proteggerei dai rom .• Antonio Tabucchi e uno scrittore italiano. Il suo ultimo libro e la raccolta di racconti Il tempo invecchia in fretta (Feltrinelli 2009). Nel 1999 ha pubblicato Gli zingari e il Rinascimento. Vivere da rom a Firenze (Feltrinelli). 26 Internazionale 863 I lO settembre 2010