Psicologia della Personalità e organizzazione del comportamento

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Psicologia della Personalità e organizzazione del comportamento
Psicologia della Personalità e organizzazione del comportamento
Corso di laurea Magistrale L-51 - Ex Psicologia 1:
Psicologia Clinica e Tutela della Salute 2 - Unico
Percorso: Unico
Obiettivi Formativi
Questo corso intende inizialmente fornire i principali approcci per lo studio
psicologico del temperamento e della personalità e le relative dimensioni di base.
Nella prima parte del corso, verrà data particolare rilevanza ai seguenti modelli
strutturali: (a) Big-Three di Eysenck (E, N, P); (b) Sensation Seeking (M.
Zuckerman) e il modello “alternative five”; (c) la teoria della personalità
"Reinforcement Sensitivity Theory" (J.A. Gray); (d) i sistemi temperamentali di
Strelau e i Big-Five di Costa e McCrae. Durante l’attività di laboratorio, allo
studente saranno fornite le nuove conoscenze relativamente all'effetto placebo e
alla influenza dei tratti di personalità sulla vulnerabilità individuale a sviluppare
disturbi da stress (stress-diatesi). Nella seconda parte del laboratorio, particolare
rilevanza verrà data ai modelli teorico-esplicativi dei fenomeni ipnotici e
all’insegnamento teorico/pratico delle tecniche di induzione del rilassamento e
suggestione ipnotica. Particolare rilevanza verrà data ai fenomeni suggestivi:
suggestione e suggestionabilità.
Conoscenze acquisite
Lo studente sarà in grado di (a) valutare il comportamento sulla base dei tratti di
personalità dell’individuo facendo uso di metodi di autovalutazione e di test
cognitivo/emotivi, comportamentali e psicofisiologici; (b) ) formarsi un’idea su
un possibile piano di intervento clinico-comportamentale finalizzato a modificare
un comportamento dannoso per la salute dell’individuo; (c) strumenti necessari
per l’induzione dell’ipnosi e alcune tecniche suggestive per l’induzione del
rilassamento in ipnosi per migliorare la resilienza individuale agli eventi
stressanti.
Competenze acquisite
In un caso specifico, sulla base dell’analisi del comportamento e dei tratti di
personalità individuali, allo studente verrà richiesto di: (a) saper analizzare e
individuare un comportamento disfunzionale, (b) indicare un possibile piano di
intervento clinico-comportamentale finalizzato a modificare il comportamento
disfunzionale.
Pre-requisiti e propedeuticità
Elementi di base specifici di psicologia generale e di psicofisiologia quali:
motivazione, emozione, intelligenza, memoria, coscienza, apprendimento,
personalità, elettrofisiologia, anatomia funzionale del sistema nervoso.
Contenuto del Corso (sintesi)
Temperamento
Modelli Temperamentali: Thomas e Chess; Rothbart e Derryberry; Buss e
Plomin e altri
Metodi
-Studi genetici: genetica quantitativa e molecolare
-'Optimal level of arousal’, EEG, potenziali evento-correlati (ERP);
tecniche di neuroimmagine (PET e fMRI); attività elettrotermica,
attività cardiovascolare e frequenza cardiaca
-Psicofarmacologia: il cervello trino di MacLean
-I sistemi monoaminergici
Personalità
-Modello di H.J. Eysenck
-Il Modello Comportamentale di J.A. Gray
-Il temperamento come regolatore del comportamento (J. Strelau)
-I Big-Five di Costa e McCrae
-La sensation Seeking e gli Alternative Five (M. Zuckerman)
Psicopfisiologia delle emozioni
-La risposta di startle
-Ansia
-Schizofrenia
-Depressione
Ipnosi e Suggestione
Suggestione e Suggestionabilità
L’ipnosi: teorie
Ipnosi e ipnotizzabilità
-Tecniche di induzione dell’ipnosi:
-Scale di Ipnotizzabilità
-Applicazioni Cliniche dell’ipnosi
-Modulazione del dolore in ipnosi
Testi Obbligatori :
Marvin Zuckerman. Psychobiology of personality. Cambridge University Press,
2005.
(capitoli 1, 2, 3, 4, 5).
Daniela Palomba e Luciano Stegagno. Psicofisiologia clinica. Carocci, 2004
(capitoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7).
Arreed Barabasz and John G. Watkins. Hypnotherapeutic Techniques 2E.
Taylor & Francis Books, Inc. 2005 (capitoli 2, 4, 5, 7, 8, 9).
Lettura di approfondimento (Facoltativa) :
Philip J. Corr. The reinforcement Sensitivity Theory of Personality. Cambridge
University Press, 2008 (cap. 1, 2, 5)
Turhan Canli. Biology of Personality and Individual Differences. The Guilford
Press 2006 (capitoli 5, 6, 11).
Gerald Matthews, Jan J. Deary, Martha C. Whiteman. Personality Traits (Third
Edition). Cambridge University Press, 2009.
Prof. Vilfredo De Pascalis –Dip. Psicologia
Stanza 7, secondo Piano, Via dei Marsi, 7
Ricevimento studenti: Ogni mercoledì ore 15:00- 16:00 (e oltre se necessario)
Argomenti di tesi:
-Tratti di Personalità e vulnerabilità individuale alla psicopatologia
-Stress, Emozioni e Personalità: Differenze Individuali nella
reattività fisiologica
-Modulazione del dolore in ipnosi: correlati elettrocorticali
-Tratti di Personalità e salute – comportamenti a rischio
Ipnotizzabilità e suggestionabilità: correlati fisiologici
Suggestione, instabilità percettiva
L’ipnosi e sue applicazioni cliniche
PERSONALITA’, TEMPERAMENTO E
DIFFERENZE INDIVIDUALI
Vilfredo De Pascalis
Testi utilizzati:
- Marvin Zuckerman, Psychobiology of Personality, Cambridge,
2005
- Thomas Chamorro-Premuzic, Personality and Individual
Differences, Blackwell, 2008
-Gerald Matthews, Ian J. Deary, Martha C. Whiteman,
Personality traits, Cambridge Univ. Press, 2009
Diatesi
Definizione di ‘Diatesi’: disposizione costituzionale o predisposizione a
una condizione anomala o morbida ‘che non si colloca più entro i confini
della normale variabilità, ma comincia già a rappresentare una condizione
di malattia’ (Campbell, 1989, p.202).
Questa parola è derivata dall’idea che nell’antica Grecia si aveva del
termine ‘disposizione’, legata alla teoria dei fluidi umorali. Ad es., un
eccesso di bile nera era considerato come diatesi per la depressione o
melancolia. Oggi, il senso moderno di diatesi si riferisce ai tratti biologici
prodotti dalla disposizione genetica. Nel senso più ampio, per diatesi si
intende la condizione antecedente necessaria per lo sviluppo di un
disturbo, sia esso biologico o psicologico. In molti modelli la diatesi da
sola non è sufficiente a produrre il disordine, ma richiede altri fattori di
potenziamento per diventare patogenetica. La diatesi, in questo caso,
include la vulnerabilità allo stress.
Zubin & Spring (1977) hanno descritto il costrutto di vulnerabilità come il
risultato di fattori che legano la genetica, le funzioni del cervello,
l’ambiente, l’apprendimento e le interazioni sociali.
Questo ritiene che ogni persona ha il suo livello di vulnerabilità, o soglia, per lo
sviluppo della schizofrenia. Ma il modello di vulnerabilità è applicabile a tutti i tipi
di psicopatologia. La ‘vulnerabilità’ è un tratto, mentre l’episodio psicopatologico è
uno stato, a meno che non duri per mesi o anni. Nella persona vulnerabile un
episodio psicopatologico può essere provocato da stressori relativamente di piccola
intensità (anche di breve durata), mentre nelle persone non vulnerabili una simile
reazione è indotta soltanto da eventi catastrofici di lunga durata.
Ovviamente, vi sono dei casi come la corea di Huntington dove la diatesi
genetica da sola produrrà la condizione patologica del cervello e il
conseguente disturbo comportamentale senza alcune influenza di stressori
ambientali. Nei disturbi da eventi stressanti la diatesi è multifattoriale.
Gli studi sui gemelli monozigoti e sui figli adottivi vengono utilizzati dalla
genetica del comportamento come tentativo di determinare l’influenza dei
geni e delle condizioni biosociali e ambientali dopo la nascita, sulle
variazioni nel comportamento.
Un altro aspetto della diatesi riguarda il problema di che cosa è ereditato che
produce la predisposizione a un dato disturbo. Sebbene si possa parlare di
ereditarietà di un tratto o di disposizione comportamentale, noi non
ereditiamo i tratti o disposizioni come tali. Le strutture neurologiche e alcuni
aspetti della loro fisiologia sono più direttamente relate alle proteine che sono
prodotte dai geni. La psicofarmacologia è una scienza che intende ricercare i
tratti biologici che causano i disturbi e come trattarli. Credere che qualcosa
che è fortemente determinata geneticamente sia irrimediabile è un errore che
produce comportamenti negativi verso la genetica tra le persone malate mal
informate e non solo. L’ansia, la depressione, e anche il comportamento
psicotico sono tutti geneticamente influenzati, ma sono spesso modificabili
sia dalle psicoterapie sia dagli psicofarmaci.
Un marker di vulnerabilità è una caratteristica comportamentale e/o biologica che
non cambia nello stato clinico e risulta ‘anormale’ sia quando il paziente è in
remissione dei sintomi, sia quando è in una fase acuta del disturbo. Poiché questi
marker sono presenti anche nei parenti che godono ottima salute, si deve
concludere che essi non sono sufficienti a produrre il disturbo. Un marker
episodico, invece, cambia in funzione dello stato patologico del paziente, è
anormale quando il disturbo è in fase è acuta, ritorna alla normalità quando il
disturbo è scomparso. Per es. un affidabile marker di vulnerabilità per la
schizofrenia è un deficit di ‘eye-tracking’, vale a dire, l’incapacità dello
schizofrenico di seguire con lo sguardo un oggetto in movimento (sebbene questa
incapacità vari dal 20% al 80% degli schizofrenici). Questo marker, però, non ci
spiega i deficit cognitivi, emozionali, e comportamentali nella schizofrenia, ma la
comprensione della neurologia e farmacologia alla base dell’inseguimento oculare
potrebbe indicarci il nucleo funzionale del deficit cerebrale nella diatesi
schizofrenica.
Se si assume che gli schemi cognitivi o le attitudini, come ad es. la tendenza a
sentirsi colpevoli di eventi negativi, siano una diatesi, allora bisogna anche
chiedersi quale sia l’origine di tale tratto. Potrebbe esservi alla base una
disposizione biologica per la depressione, o una tendenza appresa all’interno della
famiglia. Se l’unica spiegazione fosse quella dell’apprendimento sociale, allora
sia i gemelli identici che quelli fraterni dovrebbero avere una simile e alta
concordanza statistica (un alto concordance ratio, misura della percentuale di casi
in cui se un gemello presenta il disturbo, lo ha anche l’altro) per questa attitudine.
Se l’origine di tale tratto cognitivo fosse la diatesi biologica, i gemelli identici
dovrebbero avere una concordanza più alta dei gemelli fraterni.
E’ il tratto che precede la depressione o esso stesso aumenta all’aumentare della
depressione o diminuisce quando la depressione diminuisce? La depressione clinica
si verifica quando è pre-esistente una personalità depressiva? Queste sono le
domande alle quali bisogna dare una risposta se gli schemi cognitivi sono
considerati come diatesi per il disturbo, piuttosto che come sintomi di quel
disturbo. Gli studiosi delle basi biologiche della personalità restringono il termine
diatesi ai fattori genetici e biologici nel sistema nervoso che influenzano la
suscettibilità a sviluppare un disturbo o direttamente o tramite la mediazione dei
fattori di personalità e dei fattori cognitivi.
La definizione di alcuni disturbi implica una reazione anomala rispetto alla
situazione stressante. Un disturbo distimico è definito come “un malumore
depressivo cronico che si verifica per quasi tutto il giorno e per più giorni
consecutivi per almeno 2 anni” (DSM-IV). Un disturbo d’ansia generalizzata
(GAD) è descritto come “ansia eccessiva e preoccupazione (aspettativa apprensiva)
per molti eventi o attività, che si verifica per molti giorni e per un periodo di almeno
sei mesi” (DSM-IV). Sebbene per la diagnosi di questo disturbo occorrano almeno
sei mesi, i pazienti con GAD, di solito, riportano ansia generalizzata per più della
metà della loro vita. Al contrario, un attacco di panico può essere diagnosticato
anche subito dopo due attacchi di panico, sebbene questo disturbo possa persistere
per diversi anni. Mentre l’ansia generalizzata si evidenzia in una varietà di situazioni,
le reazioni fobiche solo in presenza dell’oggetto fobico, o in una situazione che
anticipa l’oggetto fobico. Nonostante che in alcuni disturbi sia mostrato un
consistente comportamento anomalo, non sempre le persone con neurosi e psicosi
manifestano comportamenti alla maniera neurotica, o psicotica, tutte le volte e in
tutte le situazioni.
Personalità
La personalità può essere definita come l’organizzazione di tratti che caratterizzano
gli individui. Il tratto è un ipotetico costrutto basato sull’osservazione di consistenti e
durature caratteristiche nel comportamento per una limitata gamma di situazioni.
Non tutte le teorie sullo stress-diatesi incorporano i tratti di personalità per
distinguere un disturbo da un altro. Nelle teorie che vedono il disturbo clinico come
una estensione quantitativa di tratti di personalità relativamente stabili, i disturbi
della personalità sono rappresentati da una gamma intermedia di sindromi dei tratti.
Se un disturbo della personalità è comorbido con un disturbo clinico, esso precede il
più grave disturbo clinico, e persiste anche quando il disturbo clinico è scomparso. A
differenza del disturbo clinico che viene definito in termini di specifici sintomi di
varia durata, i disturbi della personalità sono definiti da cluster di tratti di personalità
di lunga durata. In nessun modo risulta chiaro che tutti i disturbi clinici emergono da
pre-esistenti disturbi della personalità. Se un disturbo clinico emerge o meno da una
disposizione di personalità, è un problema che deve essere affrontato singolarmente
per ogni disturbo .
Stress
Il termine stress è stato derivato dalla fisica dove questo termine si riferisce a alla
deformazione provocata da una forza applicata su un corpo. Una definizione
psichiatrica di stress è “l’imposizione di pressione su una persona o gli effetti dello
sforzo su di essa”, entrambi i fattori psicologici e fisici possono essere stressanti.
(Selye, 1956: general adaptation syndrome; Spielberger, 1966 stress-anxiety;
Waltson, 1985 – ‘prolonged adverse affect producing anxiety’). Lo stress prolungato
può danneggiare il funzionamento normale o innescare la malattia mentale? E’
importante non confondere lo stress, definito come reazione normativa a una data
situazione, con la reazione individuale a tale situazione. L’impatto dello stress a
produrre depressione è più grande per gli individui con rischio genetico elevato e più
piccolo per quelli con rischio genetico più basso (Kendler et al., 1995).
Vi sono alcuni casi, descritti dal DMS-IV, in cui lo stress è assunto essere la causa
principale se non la sola causa, ad es. dei disturbi “disturbo depressivo reattivo”,
“psicosi reattiva breve”, “disturbo da stress acuto”. Nel caso in cui vi sia una
reazione persistente a uno stress provocato da eventi di vita o la riattivazione della
reazione dopo mesi o anni dall’evento, tale reazione è denominata disturbo posttraumatico da stress (PTSD). Può lo stress da solo produrre un disturbo senza diatesi
per quel disturbo? Sebbene molti tipi di stress estremo come la guerra, la violenza
sessuale, e le esperienze catastrofiche producano molti disturbi persistenti, solo una
piccola parte di persone esposte a tali esperienze sviluppano un PTSD o altri
disturbi gravi.
Il fatto che lo stress da solo non sia sufficiente a spiegare la psicopatologia fa
discutere sull’introdurre, o meno, i tratti di personalità nelle equazioni di regressione
multipla. Una struttura di personalità si sviluppa dalle interazioni tra genetica ed
esperienza durante gli anni della formazione, probabilmente fino alla fase di
giovane adulto, periodo in cui la personalità si stabilizza e diventa affidabile
(Zuckerman, 1991). Il costrutto di personalità che comprende sia i tratti generali che
gli specifici tratti cognitivi, probabilmente funziona come moderatore della risposta
allo stress e può spiegare perché due persone esposte allo stesso stress possano
manifestare differenti reazioni. E’ un errore, comunque, descrivere la personalità
come diatesi, poiché la stessa personalità è una funzione dei suoi genotipi ed
esperienze di vita.
Modelli di stress-diatesi
I modelli di stress-diatesi possono avere differenti forme. Queste
dipendono dalle assunzioni fatte relativamente al ruolo dato a diatesi e
stress, vale a dire, se essi sono necessari, sufficienti, o
contribuiscono, ma non sono necessarie cause del disturbo esaminato.
Ad es. il modello di Meehl (1962) è un modello interattivo con una
diatesi dicotomica (v., Fig. successiva). La diatesi è costituita da un
singolo gene dominante, lo “schizogene” che produce il difetto
neurale schizotassico. La condizione schizotassica produce una
personalità schizotipica su “tutti gli apprendimenti sociali esistenti.
Solo alcuni schizotipi sviluppano un pieno disturbo schizofrenico.
Molti restano schizotipi compensati. Lo stress prodotto da una
cosiddetta madre schizofrenogenica, la quale è ambivalente e punisce
il suo bambino schizotipico in modo inconsistente, è il tipo di stress
che trasforma lo schizotipo in schizofrenia.
Il singolo gene e la condizione schizotassica conseguente costituiscono, secondo
questo modello, la diatesi che è una necessaria causa della schizofrenia, vale a dire
che se lo schizogene è assente un individuo non può diventare schizofrenico solo
per essere cresciuto in un ambiente stressante. La condizione schizotassica è una
causa sufficiente per lo sviluppo di una personalità schizotipica.
Introduzione allo studio delle Differenze Individuali
Lo studio delle differenze individuali è parte di una consolidata
tradizione in psicologia che risale a più di un secolo fa.
Esso comprende un notevole numero di costrutti “latenti” come
l’intelligenza, la personalità e il temperamento che rappresentano
le maggiori sorgenti di variabilità nel comportamento. Lo studio
delle differenze individuali rappresenta, quindi, una peculiare area
della psicologia. Al contrario, molte teorie psicologiche facilmente
assumono che ogni individuo è uguale all’altro e tentano, quindi,
di individuare gli aspetti universali del comportamento umano. Le
teorie delle differenze individuali, invece, si interessano delle
differenze tra gli individui, o degli aspetti che li rendono unici.
Esse intendono spiegare le differenze osservabili tra gli individui
in termini delle sottostanti determinanti psicologiche, vale a dire le
differenze nel modo in cui gli individui sentono o pensano
determinano le differenze nel modo in cui essi agiscono.
I tratti come disposizione ad agire secondo interessi, valori, e preferenze
Descrizione degli individui
Le teorie della personalità concettualizzano le differenze comportamentali in
termini di caratteristiche psicologiche o tratti i quali sono in parte ereditati e,
specialmente negli adulti, rimangono relativamente stabili.
Scopo principale è di identificare i
principali pattern del
comportamento per i quali gli
individui possono essere confrontati.
Non importa quanto le teorie delle
differenze individuali siano astratte,
l’obiettivo è di fornire sia una
descrizione teorica che applicativa. Il
trattamento psicopatologico non
sarebbe stato virtualmente sviluppato
senza l’uso delle teorie della
personalità e dei metodi di
valutazione, poichè questi giocano un
ruolo vitale nella diagnosi e nelle
strategie terapeutiche.
Anormalità
Molti costrutti sulle differenze individuali sono stati sviluppati sulla
base di osservazioni del comportamento abituale e si riferiscono al
comportamento normale. Nei contesti clinici (ad es. ospedali e
istituzioni psichiatriche), gli psicologi hanno elaborato teorie sui
disturbi del comportamento e hanno stabilito i criteri per giudicare la
“salute psicologica” la quale rappresenta il termine politicamente
corretto di “normalità”.
Le differenze individuali sono
espresse entrambe in termini di
comportamenti normali e
anormali, la psicopatologia e la
personalità sono così strettamente
relate che la prima può essere
vista come una sottoclasse
dell’altra (v. Fig.)
Intelligenza, competizione e adattamento
Essere nella normalità non sempre è desiderato. Vi sono numerose
situazioni in cui noi desideriamo differenziarci dalla norma. Per
esempio, lo studente medio universitario ha molti debiti di studio
e preferirebbe appartenere alla minoranza degli “anormali” senza
debito. Le differenze individuali nell’intelligenza si riferiscono
all’abilità individuale a risolvere problemi che contribuiscono
all’adattamento positivo del mondo reale. I problemi variano da
prove comuni alla vita di ogni giorno, a prove di matematica
complessa. Questa abilità viene valutata mediante una serie di
prove standardizzate nelle quali gli individui competono per
ottenere i punteggi più alti possibili, allo stesso modo di come
accade nella vita reale. A differenza della personalità, che viene
misurata mediante misure di self-report, l’intelligenza viene
misurata mediante test che valutano la prestazione individuale.
Ciò ha reso i test IQ un valido e affidabile strumento per
classificare e selezionare gli individui nel contesto educativo e
lavorativo.
La soluzione di problemi (v. schema sottoindicato) che richiedono (1)
operazioni mentali e (2) sono relati a indicatori di competenza nella vita
reale possono essere considerati una misura dell’intelligenza.
Intelligenza: differenze individuali nella competizione e adattamento
• Intelligenza, anche conosciuta come abilità intellettiva, IQ, abilità cognitiva, o
“g” (per intelligenza generale).
• Misura un’abilità individuale ad adattarsi e a risolvere problemi.
• I problemi possono estendersi dai test di matematica complessa al semplice
tempo di reazione (RT) e anche da prove pratiche.
• L’intelligenza può essere ridotta in capacità elementari o abilità.
• Viene misurata mediante test standardizzati a scelta-multipla.
• La performance individuale è confrontata con la norma (distr. normale).
• L’IQ è uno strumento potente e ampiamente utilizzato per classificare e
selezionare gli individui.
• Nei settori educativi e occupazionali, la misura dell’IQ è stata trovata essere
veramente efficace.
Predire il successo
Da quanto riportato precedentemente si può dedurre che l’obiettivo
principale della ricerca sull’intelligenza è altamente pragmatico, cioè, di
predire il successo e l’insuccesso futuro. Naturalmente vi sono state molte
critiche alla psicologia differenziale e specificamente è stato evidenziato
che classificare gli individui in termini delle loro capacità o abilità in
specifici compiti può essere usato per discriminare socialmente ed
economicamente gli individui. Deve essere chiaro che tale
“discriminazione” è basata su una empirica e razionale valutazione degli
attributi individuali, che di per sé è opposta alla discriminazione sociale.
Come è noto, la discriminazione sociale è basata su credenze, pregiudizi e
attitudini negative verso un individuo sulla sua appartenenza a un gruppo e
non considera sia le sue qualità individuali che le sue capacità.
Oggi, quando si deve selezionare nuovo personale, o studenti dei corsi
universitari, si valuta cosa la persona può fare, quello che conosce e che
potenzialmente può conoscere, quello che ha fatto in passato (CV), a quale
cultura appartiene. I critici del test IQ, comunque accettano che la sola
intervista (specialmente se non strutturata) è in nessun modo una valutazione
migliore di quella fornita dall’IQ.
Differenti predittori del successo futuro
Qual’è il migliore tra questi predittori?
Nati Diversi?
Mentre è generalmente accettato che i tratti fisici come il colore dei capelli o gli
zigomi, sono ereditati geneticamente, le similarità psicologiche possono anche
dipendere dalle influenze ambientali, come l’educazione ricevuta, l’ambiente
familiare e le relazioni con gli amici.
Abbiamo di fronte due problemi:
(1) Identificare le similarità
psicologiche tra membri della
stessa famiglia (ad es. personalità
e intelligenza) e (2) valutare se
tali similarità siano il risultato dei
geni o della mera esposizione allo
stesso ambiente.
Negli ultimi 20 anni gli psicologi (v. ad es. Gardner, 1983; Goleman, 1995;
Sternberg, 1997) hanno focalizzato l’attenzione non tanto alle capacità di
risolvere i problemi, ma soprattutto alle abilità pratiche. Se queste ultime
(che si riferiscono al modo in cui le persone gestiscono le emozioni,
controllano gli impulsi, e fanno decisioni pratiche) siano più importanti è una
questione non ancora risolta e sarà data una risposta in futuro.
Stati emozionali e motivazionali
Sebbene la psicologia differenziale sia basata sullo studio dei
pattern comportamentali ripetuti, vale a dire, il modo in cui
l’individuo si comporta di solito e lo rende differente dagli altri, è
pazzesco credere che le persone si comportino sempre allo stesso
modo. Noi non siamo robot o computer programmati che si
comportano secondo schemi rigidi e tendenze predeterminate, e le
nostre risposte a determinate situazioni possono variare nel corso del
tempo. Inoltre, anche in assenza di eventi salienti, il nostro umore e
la nostra motivazione possono fluttuare e ci possono portare a reagire
in modo differente. I tratti, quali ad es. la ‘gradevolezza’ e lo
‘psicoticismo’, ci possono dare informazioni circa il livello di
aggressività della persona, ma ci possono dire poco riguardo il livello
di reattività aggressiva di quella persona in una specifica situazione.
Allo stesso modo il livello di intelligenza di una persona è un povero
predittore della performance, in una data prova, se il livello
motivazionale o il livello di sforzo è basso.
La figura mostra la relazione tra i tratti stabili e gli stati motivazionali ed
emozionali come predittori del comportamento.
La motivazione e l’umore sono non solo influenzati dalle variabili di
tratto, ma dipendono anche da fattori situazionali. Il comportamento
è, quindi, una conseguenza, non solo della disposizione interna, come
le caratteristiche di personalità, ma anche di fattori situazionali. In
breve, i tratti di personalità sono misure che rappresentano le
tendenze comportamentali e si riferiscono ad una “tipica”
performance, mentre le misure di abilità mentale si riferiscono alla
“massima” performance e indicano, quindi, il massimo che un
individuo può fare (Cronbach, 1949). Le teorie motivazionali di
‘drive’ e ‘affetto’, sottolineano che, sebbene la personalità e
l’intelligenza siano utili nel predire le differenze comportamentali e
prestazionali tra gli individui, è spesso necessario interpretare il
comportamento al livello di stato (situazione) piuttosto che a quello
di tratto. Per concludere, non tutte le espressioni del comportamento
possono essere interpretate come manifestazione di un tratto. Alcuni
comportamenti sono rappresentativi di tratti, mentre altri non lo sono.
La personalità, in generale, non è una assoluta disposizione ad agire
in uno specifico modo.
Definizione di Personalità
Watson (1930): “La somma delle attività rilevabili con una
osservazione sul campo condotta per un periodo di tempo
sufficientemente lungo”
Wundt trasforma il sistema categoriale di Galeno (Melanconico,
Flemmatico, Collerico, Sanguigno) in un sistema dimensionale.
Definisce sui 2 assi cartesiani la ‘reattività affettiva’ degli
individui:
INTENSITA’ (debole, forte); VELOCITA’ di CAMBIAMENTO
(lento, rapido)
Eysenck: (Stabile, Instabile) e (Estroverso, Introverso)
Debole
Eysenck Personality
Inventory (EPI)
Lento
Fig.1
Rapido
Forte
Scale utilizzate da Eysenck (1964): Maudsley Personality
Inventory
Cattell Personality Inventory
Eysenck Personality Inventory
Gli isterici presentano livelli di E simili ai normali, sebbene
raggiungano alti livelli N.
situazioni
tratti
Stati
cognitivi
Stati
fisiologici
Comportamento
Melanconico
Collerico
(Eysenck & Eysenck, 1963)
Flemmatico
Sanguigno
I pazienti affetti da stati
ansiosi, fobie, disordini
compulsivo-ossessivi (distimici)
cadono nel quadrante
melanconico e sono fortemente
introversi. Gli psicopatici e i
criminali in genere cadono nel
quadrante collerico e risultano
fortemente estroversi. Gli
isterici appartengono ad
entrambi i gruppi e, per quanto
riguarda l’estroversione, non si
differenziano in modo
significativo dai normali,
sebbene raggiungano alti
punteggi nella variabile
nevroticismo.
Risultati dell’analisi fattoriale su
schemi di comportamento
osservati in numerosi gruppi di
bambini affidati ad un centro di
orientamento (Eysenck, 1960).
Si osserva che tutte le notazioni si
correlano nel definire un fattore di
Nevroticismo. Esiste anche un
altro fattore, l’Estroversione, che
discrimina il comportamento dei
bambini. I bambini estroversiinstabili bestemmiano, si
azzuffano, disubbidiscono,
distruggono, marinano la scuola,
rubano, sono bugiardi e violenti,
villani ed egocentrici. I bambini
introversi risultano sensibili,
distratti, depressi, tendono ad
isolarsi, sono inefficienti,
coltivano sentimenti di inferiorità,
sognano ad occhi aperti e sono
apprensivi.
L’analisi fattoriale
(Eysenck, 1960) conferma
i risultati ottenuti con
l’analisi discriminante a
favore dell’ipotesi
bidimensionale.
Lacey (1952): “Specificità della risposta”: Ogni soggetto ha un
suo schema di risposta autonomica per un dato stressore.
Arousal: sostituisce il termine “eccitazione”
Inibizione temporale → abituazione (inibizione interna o recettiva
secondo Hull)
Il calo della vigilanza in compiti attentivi ripetitivi è spiegabile
in termini di Inibizione temporale.
Inibizione spaziale → scontro tra due eccitazioni
Estroversi → forti processi inibitori, deboli processi eccitatori
Introversi → forti processi eccitatori, deboli processi inibitori
PB= PC * E
dove:
PC ≡ Aspetti costituzionali della
Personalità
PB ≡ Aspetti comportamentali
della Personalità
E ≡ Influenza ambientale
SYSTEMS OF TEMPERAMENT
Thomas and Chess
The first longitudinal study of temperament in infancy was conducted by Thomas
and Chess (1977; Chess & Thomas, 1984). Like Strelau, Thomas and Chess
distinguished temperament from personality, abilities, and motivation in terms of
style or expression of response ("how") as opposed to its content ("what") or goals
("why"). The study, which was initiated in 1956, began with infants between 2 and
3 months of age who were reassessed at various intervals into adulthood. Parental
ratings were used at the earlier stages and other methods were used at later ages.
Nine categories of behavior initially were established from parental interview:
1 . Approach-Withdrawal: Reactions to novel stimuli such as new foods,
toys, and strangers (.84).
2. ActivityLevel: Activity in various situations, such as bathing, eating,play
ing, crawling, and walking (.71).
3. Rhythmicity (regularity): Regularity in functions such as feeding, elimi
nation, and sleep (.62).
4. Distractibility: The ease of changing the direction of attention from one
activity to another (. 6 1).
5. Adaptability: Long-term responses to new or altered situations; modifi
ability of behavior (.58).
6. Attention Span and Persistence: The length of time a particular activity is
pursued and the continuation in an activity in spite of attempts at interference (.43).
7. Quality of Mood: The amount of pleasant, joyful, and friendly behavior
contrasted with the amount of unpleasant, crying, and unfriendly behavior 07).
8. Threshold of Responsiveness: The intensity of stimulation in any sensory
modality that is necessary to evoke a response (. 15).
9. Intensity of Reaction: The energy level of responses regardless of their quality or
direction (.00).
Rational and factor analyses led Thomas, Chess, and Birch (1968) to
define three types:
1."Easy Temperament" is defined by high scores on regularity, approach, adaptability,
mild or moderate intensity of reaction, and predominance of positive mood.
2."Difficult Temperament" is the polar opposite of "Easy Temperament," with
irregularity, withdrawal, nonadaptability, intense reactions, and negative mood. This
type is on the opposite end of a continuum with "easy temperament."
3."Slow-to-Warm-Up Temperament" consists of mild negative reactions and slow
adaptation to new stimuli or persons but only mild intensity of emotional reactions and
no irregularity.
Rothbart and Derryberry
Thomas and Chess did not speculate on the biological or genetic origins of their
basic traits of temperament. Rothbart and Derryberry constructed a developmental
theory of temperament using more sophisticated statistical, observational, and
laboratory methods and current psychobiological models. They defined
temperament as constitutional differences in reactivity and self-regulation,
influenced over time by heredity, maturation, and experience (Rothbart &
Derryberry, 1981). Reactivity, which refers to arousability of physiological and
behavioral systems by stimulus intensity, novelty, and other signal qualities, may
be positive or negative in terms of affective response. Self-regulation refers to the
processes that modulate reactivity such as approach- avoidance/withdrawal, attack,
inhibition, orienting toward or away, self-soothing versus self- stimulation, and
seeking excitement versus seeking comfort from others (see Fig.).
Buss and Plomin
Buss and Plomin (1975, 1984) define temperament as earlier occuring traits
(observable by 2 years of age) that are strongly genetic in origin. Certainly,
temperament traits should show some degree of heritability, but how much?
Heritabilities can vary with age. A trait that appears to be highly heritable during
infancy may have attenuated heritability with age.
Buss and Plomin developed rating scales for parents to describe their children and a self-report
for adults.
Parent Rating Scales :
1. Emotionality; 2. Activity; 3. Sociability; 4. Impulsivity
Factor analyses of items showed good factorial validity; most of the items loaded on the scales to
which they had been rationally assigned.
Self-Report Questionnaire (for older children and adults) yielded the same factors of
1. Emotionality: general, fear, anger
2. Activity: tempo (fast), vigor (energy, forcefulness)
3. Sociability. makes friends easily vs. shy, likes to play with others vs. alone
4. Impulsivity: inhibitory control (lack of), decision time (quick), sensation
seeking, persistence (lack of)
Strelau
Strelau was the most powerful influence in reviving the interest in temperament in the West. The
conferences he organized in Poland beginning in the 1970s brought together temperament
researchers from the United States and Western and Eastern European countries. Strelau was
influenced by Neo-Pavlovian theorists such as Teplov and Nebylitsyn. Before Strelau's approach,
the concepts of nervous system traits such as excitation, inhibition, and mobility of nervous
processes had been operationally defined by laboratory methods such as conditioning,
psychophysical, and psychophysiological methods. Dogs and humans were diagnosed into
personality types based on these methods. Strelau was the first to try to translate these into
behavioral terms using ratings and questionnaires.
The Strelau Temperament Inventory (STI, Strelau, 1983)
1. Strength of excitation, or the ability to work under intense, distracting, or
disturbing conditions. This also was called "strength of the nervous system" and
persons with such strongnervous systernwere called "low reactives."
2. Strength of inhibition, or the ability to exercise behavioral restraint and to
remain calm under provocation. In Western slang, such persons might be called
"cool."
3. Mobility of nervous processes, or the ability to shift from states of excitation to
inhibition or back to excitation. It could be expressed in quickness of starting work
and ease of relaxing and falling asleep.
An additional variable, Activity, was added to the theoretical structure.
Strelau's theory is one of stimulus regulation by behavior. Activity was defined as
driven by the need for stimulation and the regulation of arousal level. It sounds
very much like Zuckerman's (1979, 1994) construct of sensation seeking and the
earlier model of an "optimal level of arousal."
Formal Characteristics ofBehavior Temperament Inventory (FCB-TI)
Strelau & Zawadzki (1993)
1 .Briskness, or the tendency to react quickly, to keep a high tempo in activities, and to shift easily in behavior according to situational demands.
2.Perseveration, or the tendency to continue behavior when the situations
eliciting the behavior are no longer present.
3. Sensory Sensitivity, or the ability to sense or react to low-intensity sensory
stimulation.
4. Emotional Reactivity, or intense emotional reactivity to provocative
stimuli; emotional sensitivity and low emotional endurance.
5.Endurance, or the capacity to react adequately in situations of intense
and long-lasting stimulation.
Goldsmith and Campos (1986)
The theory suggests that temperaments are initially related to emotional
responses and represent emotional or affective traits. Their Toddler Behavior
Assessment Questionnaire includes five scales, all of which include an emotional
dimension. (Activity is regarded as always related to emotional arousal, a dubious
assumption): 1. Activity Level; 2. Pleasure; 3. Social Fearfulness; 4. Anger
Proneness; 5. Interest Persistence (Interest is regarded as an emotion in Izard's (1993)
system of classification of emotions.)
Kagan
Kagan's earlier work involved a long-term longitudinal study of 44 boys
and 45 girls from "birth to maturity" (Kagan & Moss, 1962). The cohort was
studied at ages 0-3, 3-6, 6-10, 10-14, and as adults, 19-29 years of age. The
variables were dynamic interpersonal ones reflecting the psychoanalytic
zeitgeist during the 1950s, that is, aggression, dependency, sexuality, anxiety, and repression. One notable result was that practically no child variables from birth to age 3, and few from ages 3 to 6, were predictive of the
adult ratings. Whether this was because of the inappropriateness of some
of the variables used for children or to a real lack of connection between
temperament at early ages and adult personality is hard to say. At the time,
Kagan regarded these traits as an outcome of parent-child environment, but
later, like others of us from that generation of personality psychologists, he
became convinced that temperament had primarily biological roots.
Legge di Yerkes-Dodson
Berlyne (1960, 1971) ha esteso l’idea delle proprietà motivanti degli
stimoli al di là della semplice dimensione dell’intensità di stimolazione.
Temperamento: Tratti di personalità relativamente stabili, presenti in
altre specie animali e principalmente determinati sin dalla nascita da
meccanismi biologico-genetici, ma soggetti a cambiamento a causa della
maturazione e della interazione tra genotipo ed esperienze di vita.
Le caratteristiche principali del temperamento, secondo Pavlov, sono:
Forza dell’eccitazione, definita come la capacità dei neuroni cerebrali di
continuare a funzionare anche in condizioni di prolungata o ricorrente
stimolazione senza scatenare meccanismi di inibizione protettiva.
Forza dell’inibizione: capacità dei neuroni di inibire una risposta in corso
di emissione.
Bilanciamento: equilibrio tra i processi di eccitazione e inibizione
Mobilità: velocità di spostamento dai processi di eccitazione e di
inibizione
Tipo sanguigno stabile-estroverso (Eysenck)
alto “sensation seeker” (Zuckerman)
alti livelli di Bilanciamento e alta Mobilità
Melanconico ansioso – introverso
E/I = FD/FS
E → Estroverso
I → Introverso
FD → Farmaco Depressivo FS → Farmaco Stimolante
La prima teoria di Eysenck era basata sulle proprietà eccitatorie e
inibitorie del sistema nervoso e il loro equilibrio (Hull e Pavlov).
Estroversi: più grande forza di inibizione in reazione a stimolazioni
ripetute
Introversi: eccesso di eccitazione
La teoria è stata poi riformulata alla luce della teoria dell’optimal
level of stimulation (OLS). Eysenck ha utilizzato la curva ad U
invertita di Wundt e Hull e ha diviso gli introversi dagli estroversi
rispetto a queste curve (v. Fig. ).
Successivamente Eysenck (1976) aggiunse un’altra dimensione al
suo modello: lo psicoticismo (P). Prima E era composta dalla
impulsività e socievolezza (sociability).
Dopo la formulazione di P, l’impulsività apparteneva al fattore P
piuttosto che E.
Il concetto di cervello trino (MacLean, 1970, 1976, 1982) : (1) cervello del rettile,
(2) cervello del paleomammifero; (3) cervello del neomammifero
Cervello del Rettile
Cervello del
Paleomammifero
Cervello del
Neomammifero
Teoria di Eysenck (1967)
Correlati Neuroanatomici di E ed N (Wright et al., 2006. Cerebral Cortex;16:1809—1819)
P
No Significant
Significant correlations
of cortical thickness and
extraversion in the
lateral prefrontal cortex.
(A) Colorized statistical
map superimposed upon
a partially inflated
group average cortical
surface. The lateral
aspect of the right
hemisphere is shown.
Significant inverse
correlations of cortical
thickness with
extraversion were found
in the inferior frontal
cortex (IFC). A similar
trend effect was present
in the middle frontal
cortex (MFC). Dark
gray regions are sulci,
and light gray regions
are gyri. Colorized scale
bars show the P value
for positive (red-yellow)
and negative (blue)
correlations.
Wright et al., 2006. Cerebral Cortex;16:1809-1819
No Significant
Significant correlations
of cortical thickness
and extraversion in the
fusiform cortex. (A)
Colorized statistical
map superimposed
upon a partially
inflated group average
cortical surface. The
inferior aspect of the
right hemisphere is
shown. Significant
inverse correlations of
cortical thickness with
extraversion were
found in the fusiform
cortex (Fus).
Dark gray regions are
sulci, and light gray
regions are gyri.
Colorized scale bars
show the P value for
positive (red-yellow)
and negative (blue)
correlations.
Wright et al., 2006. Cerebral Cortex;16:1809-1819
Significant correlations of
cortical thickness and
neuroticism in the
orbitofrontal cortex. (A)
Colorized statistical map
superimposed upon a
partially inflated group
average
cortical surface. The
inferior aspect of the left
hemisphere is shown.
Significant inverse
correlations of cortical
thickness with neuroticism
were found in the anterior
orbital frontal cortex
(OFC), with extension into
the most anterior and
inferior portion of the
frontal lobe. Dark gray
regions are sulci, and light
gray regions are gyri.
Colorized scale bars show
the P value for positive
(red-yellow) and negative
(blue) correlations.
Absence of
correlations between
neuroticism and
extraversion and
amygdala volume.
High-resolution
coronal (A) and
saggital (B) T1weighted image
demonstrating right
and left amygdala
tracings in a 25-yearold female. Scatter
plots and regression
lines demonstrating
the absence of a
significant correlation
between extraversion
and right (C) or left
(D) amygdala
volumes, or
neuroticism and right
(E) or left (F)
amygdala volumes.
EISENBERGER, et al., 2005. Cognitive, Affective, & Behavioral Neuroscience 5, 169-181
In response to an oddball task, neuroticism was associated with increased dorsal anterior
cingulate cortex (dACC) reactivity, typically associated with discrepancy detection
Odd-ball letter-task: Nonoddballs (X) were presented on 80% of the trials, and
oddballs (non-X: C, L, T, or V) were presented on 20% of the trials.
EISENBERGER, et al., 2005. Cognitive, Affective, & Behavioral Neuroscience 5, 169-181
EISENBERGER, et al., 2005. Cognitive, Affective, & Behavioral Neuroscience 5, 169-181
Dorsal anterior cingulate cortex (dACC) and medial prefrontal cortex (MPFC) activations associated
with selfconsciousness and time courses for the activity in each of these clusters weighted by
neuroticism, extraversion, and selfconsciousness scores.
[ These authors examined interoceptive accuracy, the awareness of changes in physiological arousal
levels, as a behavioral outcome measure that is relevant to neuroticism.
Interoceptive accuracy task. The participants were told that they would complete a brief
exercise task and would then be asked to report on how aroused they felt while actual
measures of heart rate (HR) and blood pressure (BP) were taken. They were instructed to
think of 0% as the amount of arousal that they felt immediately before exercising and 100%
as the amount of arousal that they felt immediately after exercising. Before the exercise
period, a baseline assessment of HR and BP was taken using an automatic BP monitor.
Following the baseline reading, the participants stepped up and down on a 9-in. step for 1
min. Immediately following the exercise period, measures of HR and BP and measures of
perceived arousal were assessed simultaneously every 2 min for 8 min post-exercise. An
index of actual physiological arousal was computed by combining HR and systolic BP (SBP)
measures at each of the five time points to create an index called the rate pressure product
[RPP= (HR * SBP)/100; Pham, Taylor, & Seeman, 2001]. This measure was used because it
tends to be a gender-neutral measure of physiological arousal, due to the fact that women
show increased HR whereas men show increased BP, in response to physiological challenge
(Allen, Stoney, Owens, & Matthews, 1993). Interoceptive accuracy was assessed by
computing the slopes of actual arousal and of perceived arousal scores over the five time
points (immediately following exercise and then at 2, 4, 6, and 8 min post-exercise) and then
taking the absolute value of the difference in these slopes. Using slopes rather than arousal
judgments of single time points circumvents the need to calibrate subjective and objective
arousal measures to a common scale. For ease of interpretation, all the difference scores were
multiplied by -1, so that lower scores represent lower interoceptive accuracy and higher
scores represent higher interoceptive accuracy.]
EISENBERGER, et al., 2005. Cognitive, Affective, & Behavioral Neuroscience 5, 169-181
(A)- Scatterplot showing self-reported
neuroticism scores, plotted against
interoceptive accuracy (controlling for
arousal levels as measured by dACC
reactivity) across participants.
(B)- Scatterplot showing dorsal anterior
cingulate cortex activations to oddball
trials relative to nonoddball trials,
plotted against interoceptive accuracy
(controlling for arousal levels) across
participants.
Stelmack et al. (1977)
Venturini R., De Pascalis V., Imperiali M.G., San Martini P. (1981)
EEG alpha reactivity and extraversion-introversion. Personality and Individual Differences, 2, 215-220.
De Pascalis V., Montirosso R. (1988). Extraversion, neuroticism and individual differences in event-related potentials.
Personality and Individual Differences, 9, 353-360.
J.H. Daruna et al. (1985), Biological Psychology
Alcuni risultati ottenuti a sostegno della teoria di Eysenck:
In condizioni di riposo:
Attivazione EEG: Introversi > Estroversi
Ampiezza alpha: AAR (Alpha Attenuation Response)
Ampiezza beta: maggiore abituazione agli stimoli degli E rispetto
agli I.
Gli estroversi sono più rapidi a rispondere a stimoli semplici.
J. Brebner: gli estroversi sono facilitati all’output
gli introversi sono facilitati all’input
Negli esperimenti che utilizzano molti trial (N>100):
ERP: più ampia P2 negli introversi rispetto agli estroversi
più ampia P3 negli introversi rispetto agli estroversi
E’ stato interpretato da Di Traglia & Polich (1991) sulla
considerazione che gli introversi si abituano meno degli estroversi
G. Stenberg (1994): P300 maggiore negli E quando la prova è
complessa e richiede molta capacità di processamento.
Brocke, Tasche & Beauducel (1997) confermano che la relazione
negativa tra E e ampiezza P300 si inverte, cioè diventa positiva, se
si rende la prova più difficile o se si aumenta la capacità di
processamento come accade quando si aggiunge del rumore
bianco in una prova di riconoscimento di stimoli acustici.
La variabile Neuroticismo è legata all’ansia. Le principali variabili
fisiologiche legate a questa dimensione sono:
SCL, SCR, EMG a riposo, HR.
Stahl & Rammsayer (2004). Brain and Cognition 56 (2004) 293–303
The participants were instructed to respond with one hand to the letter v
and with the other hand to the letter w. Introverts showed a reliably shorter
latency in stimulus-locked LRP than extraverts. This latter finding supports
the notion of faster stimulus analysis in introverts compared to extraverts.
Furthermore, there was no indication of extraversion-related individual
differences in speed of response organization and response execution as
indicated by response-locked LRP and EMG latencies, respectively.
Stimulus locked ERP
No signif. differences
Stahl & Rammsayer (2004). Brain and Cognition 56 (2004) 293–303
Latenza LRT-S
Introversi < Estroversi
Questi risultati non
confermano l’ipotesi
di Brebner (1983,
1985)
Latenza LRT-R
Estroversi = Introversi
Eysenck (1963)
stimulant
depressant
Claridge & Harrington (1963) sono stati i primi a provare, con un esperimento,
che gli Estroversi richiedono una minore quantità di sodium amytal (depressivo)
per raggiungere la soglia di sedazione rispetto agli Introversi e Ambiversi
Eysenck EN
Gray Anx, Imp
Costa & Mc Crae (1992) NEO PI-R (Extrav., Neurot,
Agreeableness, Conscentiousness, Openness)
I tratti emozionali hanno
mostrato differenze
individuali ereditabili
negli uomini, cani, nei ratti
e in altri mammiferi.
I tratti:
E Arousal Positiva
N Arousal Negativa
Sfortunatamente da Pavlov
a oggi le basi neurali delle
emozioni non sono ancora
del tutto chiare, ma oggi
esistono nuovi metodi che
potenzialmente ci
potrebbero permettere di
sapere dove e quando tali
processi avvengono
ACC=Accumbens
Sebbene lo sviluppo delle tecniche di neuroimaging e in particolare nuove varianti
della positron emisson tomography (PET) possano fornire informazioni sul livello
di rilascio della dopamina nel cervello, la risoluzione di questi metodi sono limitati
a 2-3 minuti. Comunque la PET ha evidenziato il rilascio di dopamina nel
processamento dell’incentivo nel nucleo accumbens (NA) e la corteccia prefrontale
mesiale (MPFC), ma non ha permesso di conoscere le fasi temporali di questo
rilascio. Tuttavia il recente sviluppo della event-related fMRI ha consentito di avere
una risoluzione temporale dell’ordine di 1-2 secondi. Alcuni studi recenti hanno
provato ad evidenziare il corso temporale dell’attività mesolimbica durante tutte le
fasi e per tutti i tipi di processamento dell’incentivo.
Knutson et al (2001, 2003) utilizzando la prova “monetary incentive delay” (MID)
durante scanning evento-correlato con fMRI hanno evidenziato che l’attivazione del
NA era fortemente associata all’anticipazione di vincita di denaro. Quando le
persone anticipavano la vincita di grandi somme di danaro (+5$) e vi riuscivano,
aumentava l’attivazione nella MPFC, ma quando sbagliavano l’attivazione si
riduceva. Questi risultati indicano che che il NA è responsabile del processamento
dell’anticipazione del premio, mentre la MPFC del processamento del denaro
guadagnato.
Attività del Cervello ed arousal positiva
Estroversione e attività cerebrale
Nello studio di Knutson et al. (2000), utilizzando la fMRI hanno trovato che
l’estroversione era correlata positivamente con l’attivazione dei nuclei caudato
dorsale e talamico dorsale (r=.50, p<.05) per i trial con incentivo versus il nonincentivo, mentre il tratto nevroticismo era correlato con l’attivazione talamica
(r=-.43, p<.05) per i trial con incentivo versus non-incentivo.
(NA=Nucleo Accumbens, VOI=Volume di interesse)
TEORIA DI GRAY
Questa teoria è basata sulla teoria dell’apprendimento.
Rappresenta una valida applicazione dei risultati ottenuti in
animali (ratti) da esperimento, verso la descrizione del
comportamento umano.
Gray ha distinto 3 sistemi comportamentali che determinano la
personalità dell’individuo:
1) The Behavioural-Activation System (Approach System:
BAS)
2) The Behavioural-Inhibition System (BIS)
3) The Fight-Flight Freezing System
I 3 sistemi possono essere considerati come parte sub-ordinata delle
tre dimensioni di Eysenck N, E, P.
BAS (Approach): comportamento di approach basato sulla
sensibilità a segnali di ricompensa o cessazione della punizione
(sollievo). Questo tratto è legato alla Impulsività, alti livelli di N, E
e P. Le basi biologiche di tale disposizione sono il sistema
dopaminergico che media l’autostimolazione del cervello nel ratto
e, quindi, ritenuto mediare il rinforzo di ricompense naturali e
apprese. Questo sistema è la via necessaria per evocare gli effetti di
euforia degli oppioidi, delle anfetamine e della cocaina.
BIS: definito come inibizione dei programmi di comportamento in
corso in risposta a segnali associati con una punizione o non
rinforzo. Secondo Gray, il mecanismo di operazione del BIS è di
scandire (scan) l’ambiente (checking mode) per rilevare stimoli
minacciosi o nuovi. Se tali stimoli sono presenti, il BIS blocca
l’attività in corso che è governata da altri sistemi (control mode),
sposta l’attenzione verso gli stimoli minacciosi e aumenta l’arousal
generale del sistema nervoso autonomo.
[vie noradrenergica e serotoninergica ascendenti che innervano il sistema settoippocampale, il circuito di Papez e la corteccia orbito-frontale].
Vi sono discordanze nel definire se stimoli nuovi interessino il BIS o il BAS.
Per Gray interessano l’attività del BIS che passa dal ‘checking mode’ al
‘control mode’; per altri ricercatori, invece, gli stimoli nuovi, essendo
incondizionati, possono interessare sia il BIS che il BAS. Negli stimoli nuovi
non vi è nulla di intrinsecamente ansiogeno fino a che la loro intensità non sia
così alta e siano diretti verso la persona che li osserva piuttosto che si
allontanino da essa. L’ansia e la dimensione N sono associate al BIS. Recenti
ricerche hanno associato al BIS la funzione di “conflict monitoring” (v. ad es.
Amodio, 2008)
FIGHT-FLIGHT FREEZING (FFFS): Effetti comportamentali di eventi
avversivi: aggressione per difesa (fight) e rapido evitamento dalla fontedi punizione
(flight). L’attività di questo sistema è mediato dall’amigdala e strutture ipotalamiche.
E’ una dimensione associata a una dimensione di Anger-hostility. Non
ha avuto molti riscontri correlazionali con altre variabili quali E, N, P,
SSS.
Gray-Wilson Personality
Questionnaire:
Dimensioni
BAS Approccio–Evitamento
attivo
BIS Evitamento passivo
(blocco) – Estinsione
FFFFS Fight-Flight Freezing
DNAB=dorsal noradrenergic bundle
Gray ha formulato un modello che suggerisce come i meccanismi
centrali del cervello relati alle “aspettative” di ricompensa e punizione
sono modificati dal risultato del comportamento stesso. Per
“aspettative” egli intende un meccanismo neurofisiologico e non una
costruzione mentalistica. Il sistema di ‘arousal’ in questo modello
potenzia il comportamento, ma non è un costrutto centrale così come lo
è nelle teorie di Pavlov, Hull e Eysenck. Questo modello suggerisce che
le dimensioni di personalità di base dipendono dalla capacità degli
stimoli a provocare emozioni positive e negative associate alla storia del
condizionamento di quell’organismo. I meccanismi di rinforzo positivo
e punizione vengono cambiati sulla base dell’esperienza con l’ambiente
circostante. Nella figura sottostante è rappresentata la relazione tra le
dimensioni di Eysenck (E, N) e la suscettibilità alla ricompensa (I) e
alla punizione (Anx) (Impulsività e Ansietà) proposte da Gray.
Ansia: Riflette l’aumento della sensibilità alla punizione o ai segnali di non ricompensa
e novità
Impulsività: riflette aumentata sensibilità ai segnali di ricompensa o non-punizione.
Le dimensioni di personalità di Eysenck E ed N sono viste come variabili di
primario significato biologico.
Le dimensioni di personalità di Eysenck E ed N sono viste come variabili
secondarie derivate da variabili di primario significato biologico.
Predizioni della teoria di Gray:
1) Superiorità di soggetti introversi nel
condizionamento avversivo (punizione);
2) Superiorità degli estroversi nel
condizionamento appetitivo (ricompensa);
3) Ansia un aumento nei livelli di ansia
porta ad un aumento della sensibilità ai
segnali di punizione;
4) Soggetti introversi con alti livelli di
Nevroticismo: alta suscettibilità alla
punizione
“Reinforcement Sensitivity Theory” (RST):
E ∝ (BAS – BIS); N ∝ (BAS + BIS);
BAS ∝ (E + N); BIS ∝ (N – E)
BAS ∝ (K*E+N); BIS ∝ (K*N-E)
per α=30° k=2
BAS ∝ (K*E+N);
BIS ∝ (K*N-E)
per α=30° k=2
In termini di emozioni positive (PA) o negative (NA) l’equazione
soprariportata diventa:
Eysenck: PA = E; NA = N
Gray-Newman: PA = E + N + (E*N); NA = N – E + (E*N)
Gray (RST): PA = 2E + N; NA = 2N – E
S O R
Secondo Gray le differenze individuali dipendono dal legame S →
O. Tuttavia, noi possiamo misurare solo la risposta R. Un obiettivo
da raggiungere nella ricerca futura è quello di riuscire a separare la
sensibilità individuale allo stimolo dalla grandezza della risposta.
I più suscettibili
alla ricompensa
Alta Impulsività:
alto N, alta E,
alta P
Fuga (Flight)
Attacco (flight)
Attacco/fuga (fight/flight) a stimolazioni
dolorifiche o minacciose
I meno
suscettibili alla
ricompensa
(stabile)
Fight + N comportamento aggressivo
Per quanto concerne il comportamento difensivo il modello ha introdotto la dimensione
categoriale di “direzione difensiva” (defensive direction - approccio alla minaccia,
evitamento della minaccia) e la dimensione continua di “distanza difensiva” (defensive
direction) derivata direttamente dall’etologia (v. Fig.1A; Blanchard and Blanchard 1988;
Blanchard and Blanchard 1990; Blanchard and Blanchard 1990; Blanchard, Griebel et al. 1997; McNaughton and Corr
2004).
La paura (FFFS) opera quando ci si allontana da una situazione pericolosa
(evitamento attivo), l’ansia (BIS) quando ci si entra (evitamento passivo).
Evitamento Difensivo: La
distanza difensiva opera come
costrutto cognitivo interno di
intensità della minaccia percepita.
Nel caso di un evitamento
difensivo: a una distanza difensiva
più piccola si manifesta un attacco
esplosivo; distanze difensive
intermedie si manifestano con un
“freeze” o un “flight” e a distanze
difensive elevate producono una
normale risposta non difensiva. La
distanza, quindi, è una componente
essenziale per l’attivazione del
sistema fight/flight/freeze (FFFS).
Fig. 1A: Evitamento Difensivo
Approccio Difensivo: Alla
minima distanza difensiva
(alta precezione della
minaccia) si verifica una
apparente calma difensiva (nei
ratti si distingue dal ‘freezing’
solo per piccole differenze
posturali caratteristiche e per
la sensibilità agli ansiolitici).
A una distanza difensiva
intermedia (media percezione
della minaccia) si verifica un
aumento della valutazione del
rischio, mentre a una grande
distanza difensiva, il
comportamento difensivo
scompare e ricompare il
comportamento precedente
alla minaccia (Fig. 1B).
E’ importante notare che i farmaci ansiolitici non sono
specifici per l’approccio difensivo come opposto
dell’evitamento difensivo, ma anche influenzano la
distanza difensiva per-se piuttosto che i comportamenti
di approccio difensivo
Fig. 1B: Approccio Difensivo
Le frecce grigie rappresentano una modificazione
fissa della distanza difensiva prodotta dai farmaci
ansiolitici, essi aumentano o riducono la
valutazione del rischio in funzione della distanza
difensiva
Categorie dell’emozione e risposta difensiva derivata dalla direzione difensiva
(evitamento o approccio al pericolo) e evitabilità della minaccia
Ora il sistema difensivo è diviso in due distinte reti parallele: una è per l’evitamento
difensivo l’altra per l’approccio difensivo; sono stati aggiunti l’ipotalamo mediale e
la sostanza grigia periacqueduttale come componenti di basso livello per il controllo
dell’approccio difensivo; è stata utilizzaza una organizzazione gerarchica in modo
da assegnare le funzioni di ‘tentativo’ al cingolato e al prefrontale (McNaughton
and Corr 2004; v., Fig. 2).
A sinistra viene definito l’evitamento difensivo che media la paura, mentre sulla
destra si possono notare gli aspetti dell’approccio difensivo che mediano l’ansia.
Alla gerarchia neuronale corrisponde una gerarchia funzionale. Al basso della figura
corrisponde una distanza difensiva piccola mente all’alto una distanza più grande. È
da tenere sempre presente, in special modo per le strutture più complesse come la
corteccia prefrontale e la corteccia del cingolato, che si possono creare importanti
connessioni con altre strutture responsabili delle emozioni (amigdala).
Con l’attivazione del grigio periacqueduttale abbiamo una risposta non direzionata
di fuga/panico, quindi, sopra questo, una volta arrivati all’ipotalamo mediale,
abbiamo una risposta di fuga/panico direzionata. L’amigdala controlla l’evitamento
(fobico) attivo, con un’esplicita separazione tra la parte che controlla l’arousal
autonomico e quella che controlla il comportamento di evitamento attivo. Sopra
l’amigdala, viene posizionato il cingolato anteriore cui viene assegnato un
evitamento attivo di maggiore complessità, in quanto richiede un maggior grado di
anticipazione e di un legame meno stringente a livello temporale degli stimoli
minacciosi.
La corteccia cingolata anteriore ha quindi a che fare direttamente con gli output del
FFFS ed è interessata da input che possono essere complessi come il senso di colpa.
Se continuiamo a salire lungo il grafico in alto a sinistra troviamo la corteccia
prefrontale ventrale.
Ovviamente questa struttura è troppo in alto gerarchicamente per riuscire a definire in
maniera univoca un’unica funzione, anche se esistono delle evidenze di interazione
sia sul sistema BAS, che di altri più specifici al BIS e al FFFS.
Sulla destra del grafico, viceversa, troviamo la descrizione dell’approccio difensivo.
Come abbiamo già notato per l’evitamento difensivo, se esistono delle strutture
corticali superiori implicate nella risoluzione di conflitti e possono portare a
situazioni di comportamento alterato (es.: ossessivo-compulsivo), devono esistere
delle altre strutture nella neocorteccia responsabili per tutte quelle situazioni in cui
non è possibile evitare il pericolo (es.: paura del buio).
Questa situazione sembra più mediata dalla parte dorsale della corteccia prefrontale.
Se scendiamo lungo il grafico, troviamo la parte posteriore del cingolato, implicata
maggiormente in situazioni di ansia generalizzata (agorafobia). Oltre al cingolato
posteriore troviamo la formazione ippocampale, con la sua funzione chiave era già
stata attribuita da Gray nella prima versione della teoria.
Vi è comunque da notare che nella nuova versione della teoria, è stato riservato il
compito di attivazione (arousal) e di gestione dell’ansia all’amigdala.
Fig. 2
Fig. 3. Relazione tra FFFS/BAS/BIS - tratto da (McNaughton and Corr 2004)
Secondo la teoria di Gray, poichè il BIS e BAS sono ortogonali dovrebbe
accadere che:
1) Responses to reward should be the same at all levels of BIS/Anx.
2) Responses to punishment should be the same at all levels of BAS/Imp.
This is what Corr calls the “separable sub-system” hypothesis
(Corr,2001). Recently Corr (2001) proposed a revision of the
relationship between the BIS and the BAS sub-systems.
Corr puts forward a new “joint subsystem” hypothesis, in which the BIS and
the BAS are not independent, but influence each other in an interdependant fashion.
In uno studio recente abbiamo cercato di verificare queste ipotesi:
Participants were assigned to either a “low” or “high” group in Sensitivity to
Punishment (SP- or SP+) and in Sensitivity to Reward (SR- or SR+), according to
their scores on the SPSRQ (Torrubia et al,2001).
4
Negative
Positive
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
SP-,SR-
SP-,SR+
SP+,SR-
SP+,SR+
MMN peak amplitudes Cz
SP-SR+ Neutral
SP-SR- Neutral
SP+SR- Neutral
SP+SR+ Neutral
SP- SR+Positive
SP- SR-Positive
SP+ SR-Positive
SP+ SR+Positive
-4
-4
Cz
Cz
-2
-2
0
0
2
-1
5
0
4
0
1
5
0
3
1
-
0 0
5
0
2
0
1
5
SP-SR+ Negative
SP-SR- Negative
SP+SR- Negative
SP+SR+ Negative
-4
-150
0 0
-4
Cz
-2
-2
0
0
2
2
4
4
150
3
SP- SR+Reading
SP- SR-Reading-Cz
SP+ SR-Reading
SP+ SR+Reading
Cz
0
0
300
ms
-150
0
150
300
ms
MMN during negative, positive,
neutral and reading conditions
4
Negative
Positive
4
Neutral
3,5
3,5
3
3
2,5
2,5
2
2
1,5
1,5
1
1
0,5
0,5
0
0
Reading
SP-,SR-
SP-,SR+
SP-,SR-
SP-,SR+
SP+,SR-
SP+,SR+
SP+,SR-
SP+,SR+
SP= Sensitivity to Punishment / SR= Sensitivity to Reward
EEG Alpha Asymmetry and Personality (De Pascalis et al. 2012. In preparation)
EEG recording: 3-min resting eyes-open, 3-min resting eyes-closed; EEG power spectra and the
standardized Low Resolution Electromagnetic Tomography (sLORETA) served to localize anterior
and posterior cortical sources in the EEG-alpha band (8 – 13 Hz) and to obtain a measure anterior and
posterior EEG asymmetry. Asymmetry Index = log (RH_Alpha Power – RH_Alpha Power) at 10
frontal regions of interest (ROIs; BA4, BA6, BA8, BA9, BA10, BA11, BA24, BA25, BA32, BA33) and 6
parietal ROIs (BA5, BA7, BA39, BA40, BA23, BA31).
Table 1
Pearson correlation coefficients and descriptive statistics for personality and affect measures (N = 51)
BAS-Dr
BAS-FunSeek
BAS-RewRes
BIS
BAS-tot
Self-Est
Life-Sat Optimism
Positive
HedonicOrientation Balance
BAS-Dr
BAS-Fun-Seek
0.042
BAS-Rew-Res
0.376
0.126
BIS
-0.190
0.038
-0.015
BAS-tot
0.619†
0.639†
0.740†
-0.062
Self-Est
0.444•
-0.164
0.219
-0.259
0.201
Life-Sat
0.174
-0.079
-0.068
-0.293
-0.008
0.392*
Optimism
0.257
-0.085
0.022
-0.367
0.073
0.354
0.571†
Positive Orientation
0.346
-0.130
0.052
-0.389*
0.097
0.678†
0.852†
0.836†
Hedonic-Balance
0.284
0.031
0.286
-0.174
0.251
0.266
0.352
0.237
0.359
MEAN
11.5
11.6
20.6
10.0
43.8
31.2
22.8
34.8
88.8
0.7
SD
RANGE
2.3
7-16
3.1
5-20
2.8
15-25
2.3
6-15
5.4
32-56
4.6
16-40
6.3
9-34
6.2
19-48
13.7
53-115
0.1
0.38-1
Note. Carver and White scales, BIS: Behavioral Inhibition System; BAS-tot: Behavioral Activation (-Dr: Drive; -Fun-Seek:
Fun Seeking; -Rew-Res: Reward Responsivity); Positive Orientation (Life-Sat: Life Satisfaction, Self-Est: Self-Esteem, Optimism);
Hedonic-Balance: positive affect/negative affect scores, PANAS.
* p < .05; • p < .01; † p < .001, with Bonferroni correction
Table 2. Zero-order correlations among key variables (N = 51)
Frontal
Frontal
Asymmetry Asymmetry
BA10
BA11
Parietal
Asymmetry
BA7
Parietal
Asymmetry
BA31
BIS
-0.265
-0.251
0.024
0.261
BAS
0.215
0.428•
-0.034
-0.059
Bas_Dr
0.391*
0.451•
-0.276
-0.250
Bas-Fun-Seek
-0.049
0.091
0.134
0.080
Bas_Rew-Res
0.184
0.389*
0.004
0.002
Self-Est
0.232
0.319
-0.447•
-0.292
Life-Sat
0.063
0.360*
0.022
0.278
-0.519†
0.270
0.079
0.243
0.069
-0.327
-0.192
-0.389*
-0.479•
-0.555†
-0.330
-0.351
Optimism
Positive Orientation
Hedonic-balance
Note. Carver and White scales, BIS: Behavioral Inhibition System; BAS-tot:
Behavioral Activation (-Dr: Drive; -Fun-Seek: Fun Seeking; -Rew-Res: Reward
Responsivity); Positive Orientation (Life-Sat: Life Satisfaction, Self-Est: Self-Esteem,
Optimism); Hedonic-Balance: positive affect/negative affect scores, PANAS.
Brodmann areas: BA10, middle frontal gyrus; BA11, inferior frontal gyrus; BA7,
precuneus; BA31, dorsal posterior cingulate.
* p<.05; • p<.01; † p<.001, with Bonferroni correction
Coronal, sagittal and axial slices of the brain showing the anatomic locations of the two ROIs
positively correlated with BAS-Drive & Optimism ( upper picture BA10, middle frontal gyrus,
p<.05), with BAS, BAS-Drive (bottom picture BA11, inferior frontal gyrus, p<.01), and BASReward-Responsivity (BA11, inferior frontal gyrus, p<0.05).
A positive correlation indicates a relatively greater left-hemisphere activation.
BA11 inferior frontal gyrus;
2.5
y = 0.044x - 1.879
R2 = 0.183
Alpha Asymmetry (BA11) .
Alpha Asymmetry (BA11) .
2.5
1.5
0.5
-0.5
-1.5
-2.5
30
40
BA10
middle frontal gyrus
50
y = 0.076x - 1.527
R2 = 0.151
1.5
0.5
-0.5
-1.5
-2.5
10
60
BAS
Alpha Asymmetry (BA11) .
Alpha Asymmetry (BA10) .
y = 0.106x - 1.191
R2 = 0.203
2.5
1.5
0.5
-0.5
-1.5
-2.5
5
10
15
Drive
20
2.5
15
20
25
Reward Responsivity
30
y = 0.111x - 1.334
R2 = 0.153
1.5
0.5
-0.5
-1.5
-2.5
5
10
Drive
15
20
Coronal, sagittal and axial slices of the brain showing the anatomic locations of the two ROIs
negatively correlated with Positive Orientation and Self-Esteem (picture in the upper BA7,
precuneus; p<0.05 and p<0.01, respectively), and with Life-Satisfaction, Optimism, and Positive
Orientation (picture in the bottom: BA31, dorsal posterior cingulate; p<0.001, p<0.01, and
p<0.001, respectively).
y = -0.020x + 0.722
R2 = 0.202
0.3
-0.3
-0.8
10
30
Self-Esteem
Alpha Asymmetry (BA31) .
0.5
-0.5
-1.5
-2.5
BA31
dorsal posterior cingulate.
25
35
Optimism
Alpha Asymmetry (BA31) .
Alpha Asymmetry (BA10)
1.5
15
0.0
-0.5
5
y = 0.0384x - 1.3976
R2 = 0.1295
BA10 middle frontal
gyrus
0.5
50
2.5
45
55
y = -0.018x + 0.525
R2 = 0.269
1.0
Alpha Asymmetry (BA31) .
BA7 precuneus
Alpha Asymmetry (BA7) .
0.8
15
25
35
Life Satisfaction
1.0
y = -0.016x + 0.699
R2 = 0.229
0.8
0.5
0.3
0.0
-0.3
-0.5
15
25
y = -0.009x + 0.894
R2 = 0.308
1
0.5
0
-0.5
50
45
100
Positive Orientation
35
Optimism
45
55