La dislessia - Einstein

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La dislessia - Einstein
LA DISLESSIA
Il Disturbo Specifico di apprendimento è un disturbo del funzionamento degli automatismi che permettono la
decodifica dei simboli e dell’associazione grafema-fonema che stanno alla base della lettura, della scrittura e
del calcolo matematico, in una persona che ha un Quoziente Intellettivo nella norma, a volte anche superiore.
In Italia, questa discrepanza tra il QI nella norma e un’incapacità nella letto-scrittura assolutamente
inadeguata per la propria età anagrafica, riguarda il 5% della popolazione scolastica, ed il dato fondamentale
della diagnosi (ICD-10Asse F81).
Non è quindi un’opinione ed è misurabile lungo un gradiente di severità.
Non esiste un profilo unico di dislessia a cui far riferimento, nel senso che gli alunni possono presentare un
disturbo isolato nella lettura (dislessia) oppure associato con altri disturbi: tratto grafico illeggibile
(disgrafia), scrittura ortografica scorretta (disortografia), difficoltà ad operare con il mondo dei numeri
(discalculia). Inoltre, gli allievi dislessici possono presentare comportamenti di irrequietezza, difficoltà di
attenzione, svogliatezza oppure atteggiamenti di isolamento e chiusura che vanno interpretati come
conseguenza del disturbo e non la causa: “Non impara perché non si impegna” .
Nei casi in cui, questi allievi, esprimano la volontà di non far sapere ai compagni la loro situazione,
indecifrabile per prima cosa anche a loro stessi, è importante sia valutarli in base alla normativa, sia
informare i genitori che in questo modo le loro potenzialità di apprendere, seppur in modo diverso, diventano
critiche.
La nostra Scuola da almeno tre anni mette a disposizione degli alunni con dsa un programma di sintesi
vocale capace di “leggere” la maggior parte dei libri di testo in formato digitale.
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Cosa bisogna sapere
Strategie didattiche
Gli strumenti compensativi
Gli strumenti dispensativi
La valutazione: le prove “equipollenti” e non “facilitanti”
Cosa bisogna sapere?
L’allievo con dislessia non apprende leggendo ma apprende attraverso le immagini.
Favorire l’uso di mappe cognitive.
Supporto con l’iconografia: i nostri testi scolastici sono molto ricchi da questo punto di vista e le
fotografie, i disegni, i grafici, gli schemi, offrono un utilissimo aiuto alla comprensione del testo non solo
perché consentono di integrare le informazioni per una documentazione visiva del supporto ma anche
perché gli elementi grafici facilitano l’ organizzazione delle nuove conoscenze e aiutano quindi a
ricordarle.
Si stanca facilmente ed ha bisogno di molta più concentrazione.
Può leggere un brano correttamente e non coglierne il significato.
Può scrivere una parola due volte o non scriverla.
Spesso soffre di incertezze che lo tormentano continuamente.
Non riesce a prendere appunti perché per lui scrivere e leggere contemporaneamente, non sono
automatismi: evitare la dettatura di testi su cui dovrà studiare (consegnare mappe strutturate con concetti
chiave
Quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo ha spesso difficoltà a riprendere il punto.
Lavora lentamente a causa delle sue difficoltà e perciò è sempre pressato dal tempo.
Un bambino che legge o ha letto sempre poco ha un lessico ridotto, si esprime con molta fatica e diventa
sempre più dislessici (M. Stanowich).
Strategie didattiche: non vanno trattati in un modo che non li fa imparare
Nei casi in cui alla classe è assegnato un insegnante di Sostegno, utilizzarlo come una risorsa e
programmare le compresenze nell’ interesse di tutti.
Scrivere alla lavagna in grande e stampato maiuscolo poche parole-chiave
Dividere le richieste per argomento con un titolo ed evidenziare la parola-chiave: le mappe concettuali
sono strumenti che consentono di
visualizzare la natura dei concetti e le relazioni tra essi, di rappresentare graficamente le conoscenze,
sono considerate dalla letteratura scientifica un’importante strategia didattica in grado di favorire l’
apprendimento per tutti gli studenti.
Strutturazione dei testi: usare carattere maiuscolo “Arial” 14 perché è più pulito, alleggerisce la fatica
della decodifica, almeno per una forma di rispetto.
Possibilità d’uso di testi ridotti non per quantità ma per numero di pagine.
Utilizzare esclusivamente o prevalentemente verifiche orali programmate e guidate con domande
circoscritte e univoche (non domande con doppie negazioni)
Evitare lo studio mnemonico di parole e dati soprattutto se in successione cronologica, fanno fatica ad
apprendere le sequenze: nei contenuti prediligere la logica e il ragionamento
Assegnazione di esercizi con scelta multipla o di vero/falso tutte le volte in cui è possibile
Organizzazione di interrogazioni programmate: hanno bisogno di più tempo
L’ obiettivo non è quello di eliminare gli effetti del deficit ma di cercare di arrivare alla miglior
prestazione possibile.
Gli strumenti compensativi (ai sensi della CM: 05-10-2004)
Sono costituiti da quegli strumenti che permettono di ridurre la difficoltà funzionale derivante dal disturbo:
computer con sintesi vocale
normale programma di videoscrittura, dotato di correzione ortografica,
che consente di rileggere il testo prodotto
Gli strumenti dispensativi (ai sensi della CM: 05-10-2004)
Sono tutti i mezzi che l’ insegnante ha a disposizione per ridurre gli effetti dello svantaggio
Non far leggere l’ allievo in classe a voce alta, a meno che egli non lo richieda espressamente
dispensa dallo studio della lingua straniera in forma scritta;
programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa;
valutazione delle prove (scritte e orali) con modalità che tengano conto del
contenuto e non della forma.
La valutazione: le prove “equipollenti” e non “facilitanti”
Le difficoltà originate da una difficoltà non possono essere oggetto di valutazione.
L’ alunno non ha bisogno di “sconti” , ma di una valutazione formativa che sappia davvero verificare le
competenze acquisite e far emergere gli apprendimenti che, nonostante le difficoltà vengono raggiunti: Si
consiglia di:
preferire le prove orali “al posto” di quelle scritte
nelle prove di verifica valutare una competenza alla volta
nelle prove scritte accertarsi, con un breve colloquio iniziale che tutte le consegne siano state
effettivamente comprese
può essere utile anche un colloquio in sede di correzione per capire se le risposte date sono davvero
consapevoli
valutare in modo costruttivo, separando l’errore dal contenuto
Anche visivamente, segnare in modo diverso gli errori effettivamente legati all’oggetto della verifica da
quelli di tipo strumentale (che possono essere ignorati o comunque sempre considerati in rapporto all’
impegno e ai possibili miglioramenti in corso
Gli strumenti compensativi e dispensativi verranno impiegati senza restrizioni anche nelle verifiche e
negli esami (Nota MIUR prot. n. 1787 del 1 marzo 2005)