OrtHo TrIBUne - Dental Tribune International

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OrtHo TrIBUne - Dental Tribune International
OrtHo TrIBUne
The World’s Orthodontic Newspaper • Italian Edition
Ottobre 2012 - anno VI n. 2
Allegato n. 1
di Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2012 - anno VIII n. 10
news & commenti
www.dental-tribune.com
case report
L’igiene interdentaLe
non è mai stata così
sempLice ed efficace
Aidor-Asio-Aiot-Ceo:
4 sigle per un congresso sull’Ebo
Un esempio del binomio utile,
anzi necessario, tra Ortodonzia e protesi
350 dell’Accademia Asio e 130 del Ceo si sono radunati dal 31 maggio al
3 giugno al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula in
Sardegna per il Congresso di Primavera dell’Accademia italiana di
Ortodonzia sul tema dell’Evidence-Based Orthodontics (Ebo).
pagina 2
Esistono casi in cui il trattamento protesico è tanto necessario quanto
difficile da realizzare senza un preliminare trattamento ortodontico.
E per un buon risultato estetico non sarebbe possibile intervenire con
la sola Ortodonzia o la sola protesi.
pagina 7
passato & presente
TUTTO PER LA SAL
DELLA TUA BOCCA
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meeting & congressi
Mezzo secolo di scienza e congressi
con il Centro odontostomatologico
In occasione dei cent’anni dalla sua fondazione,
Damaso Caprioglio e Paolo Zampetti ripercorrono le
varie tappe di crescita della Clinica odontoiatrica di
Pavia, la prima clinica in Italia a carattere universitario.
Organizzato dal CCOS di Torino, che festeggia
i 50 anni di attività, a Monte-Carlo il 16 e 17 novembre il XXIV
Congresso Internazionale Odontostomatologico su: “Cinquant’anni A N T I M A C C H I A
I P E R S E N S I B I L I TÀ
di tradizione e di innovazione in Odontostomatologia”.
O R TO D O N Z I A
pagina 16
pagina 14
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Come eravamo… A Pavia la clinica
odontoiatrica compie cent’anni
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Ortodonzia e Parodontologia: benefici e avversità
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28/09/2012 12:25:22
G.<Farronato,<G.<Gualandi,<L .<Isaia,<C.<Maspero,<L .<Esposito
Introduzione
Il trattamento ortodontico di pazienti con problemi parodontali
rappresenta una grande sfida per
l’Odontoiatra; prima di iniziare è
dunque molto importante identificare eventuali problemi parodontali che potrebbero aggravarsi e quelli
che invece potrebbero trarre beneficio o migliorare durante la terapia
stessa.1
L’età non è considerata un fattore
limitante il movimento dentale anche se fino al XIX secolo l’ortodonzia
era rivolta principalmente a bambi-
ni e adolescenti; successivamente il
trattamento ortodontico divenne
disponibile anche per gli adulti.2,3
I pazienti ortodontici possono essere classificati in tre categorie:4
1. pazienti con una buona salute
orale;
2. pazienti con malattia parodontale;
3. pazienti con gravi discrepanze
scheletriche.
Un approccio multidisciplinare
che coinvolga un ortodontista e un
parodontologo è volto a trattare
pazienti appartenenti alla seconda
categoria: entrambi gli specialisti
dovrebbero essere coinvolti sia
nella pianificazione che nel corso
del trattamento.
> pagina 4
Vecchi e nuovi miti nelle
fi losofie ortodontiche
al XXIV Congresso Internazionale della Sido
Firenze ospita la 24ma edizione del Congresso Internazionale Sido, che ha luogo
dal 10 al 13 ottobre. Il Presidente della Sido,
Maurizio Manuelli presenta un programma
ricco di relazioni scientifiche, destinate alle
categorie di odontoiatri, ma anche igienisti
(sabato 13) e assistenti (sabato 13), 10 corsi precongressuali, sessioni comunicazioni e poster.
> pagina 14
Impatto sociale dei disordini
Temporo-Mandibolari
A.<Michelotti,<G.<Iodice
Con il termine “Disordini Temporo-Mandibolari” si è soliti definire
una serie di condizioni cliniche caratterizzate da segni e sintomi che
coinvolgono i muscoli masticatori,
l’articolazione temporo-mandibolare (ATM), e le strutture associate.
I DTM rappresentano la condizione
clinica di dolore muscoloscheletrico
più frequente dopo il mal di schiena, sono la principale causa del do-
lore di origine non dentaria nella regione orofacciale compresa la testa,
il viso e le strutture collegate e sono
spesso associati a trattamenti odontoiatrici. Sebbene spesso misconosciuti e sottovalutati dai più, la prevalenza dei sintomi di DTM nella
popolazione varia dal 16% al 39%,
facendo riscontrare principalmente dolore dei muscoli masticatori,
rumori dell’articolazione temporo-
mandibolare (ATM) e limitazione
della dinamica mandibolare. I segni
di queste patologie possono riscontrarsi, pur con una scarsa prevalenza, già in soggetti in età infantile
(3-6 anni), aumentando poi fino ad
avere negli adolescenti la medesima frequenza rilevata nei soggetti
adulti.
> pagina 3
Per<maggiori<informazioni :
Tel.<(011)<544788<-<Fax<(011)<545001<-<www.ccos-torino.it
2
News & Commenti
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
“Il dovere di ricordare”
T
ra i doveri sia
singoli che della
società vi è quello di trasmettere il ricordo delle esperienze
a chi ci circonda, a chi
verrà dopo di noi.
Questo è pure importante e fondamentale anche per la nostra vita accademica e professionale.
Purtroppo questo semplice metodo
di comunicazione è oggi sempre più
in disuso, cancellato da una enorme
quantità di dati, notizie, sollecitazioni che ci arrivano da un esterno
sempre più invasivo e che rischiano di
escludere quello che una volta era un
indispensabile e prezioso collegamento fra una generazione e l’altra.
Il ricordare momenti salienti o importanti è sempre stato considerato una
forma di “Consegna” o di passaggio di
conoscenze, esperienze e di informazioni utili ad assicurare continuità e
crescita alle nuove generazioni.
Questa tradizionale e spontanea
trasmissione, potrebbe interrompersi
o smarrirsi anche in rapporto a una
aumentata velocità delle trasformazioni in atto, di tipo tecnologico,
mediatico e culturale, che accorciano
incredibilmente i cosiddetti “Tempi generazionali”, modificano la memoria
collettiva, contaminano le modalità di
formazione di questa stessa memoria e oblio. Occorre invece avere il
coraggio, anzi il Dovere di ricordare,
per conservare e trasmettere il “Ricordo” nella convinzione che nessun
futuro può essere costruito senza una
coscienza e una conoscenza della
propria storia collettiva.
Nel trasmettere il ricordo di una disciplina accademica vi è pure il Dovere
del ricordo dei Maestri e dei Pionieri
che tanto si adoprarono per ideare,
aprire e iniziare una nuova via che
era irta di difficoltà, di sacrifici e che
necessitava quindi coraggio, abnegazione, intuito e determinazione.
L’anno prossimo (2013) sarà per
l’Ortodonzia un anno memorabile per
trasmettere il Ricordo di due eventi
eccezionali!
Ricorrerà infatti il 45° anniversario dalla fondazione della S.I.D.O. (1968 ), e il
40mo dall’inizio della prima Scuola di
Specializzazione in Ortodonzia (1973 )!
Furono due momenti fondamentali
e importanti e fra loro allora legati
indissolubilmente, poiché alla base
della loro istituzione vi erano le stesse
persone: da un lato il G.I.S.O. (Gruppo di studio italiano di Ortodonzia
) formato da una decina iniziale di
giovani e appassionati pionieri che lo
istituirono nel 1967, e da due grandi
Maestri che seppero recepire l’imput
per realizzare queste iniziative.
Per la S.I.D.O. fu il caro ed eccezionale
Prof. Cesare Luzi, allora primario di
Ortodonzia all’Istituto
G.Eastman di Roma che con alcuni
suoi validi collaboratori la fondarono
nel 1968, e per l’Accademia fu il prof.
Paolo Falconi a istituire presso l’Università degli Studi di Cagliari la prima
scuola di specializzazione in Ortodonzia. “Nemo gratus nisi sapiens” ci
ricorda Seneca! “Solo il saggio sa avere
riconoscenza!”.
Mi auguro quindi che l’anno prossimo,
nei vari momenti di aggregazione
(convegno delle Scuole, congresso
della S.I.D.O.,e delle varie associazioni di specialisti) sia dato spazio per
ricordare questi due momenti storici
per l’Ortodonzia. Servirà soprattutto a
trasmettere un importante messaggio
ai giovani,perché attraverso il ricordo
dei Pionieri e dei Maestri trovino
poi stimoli a proseguire, a iniziare
nuove strade e ricerche, a capire che
seguendo il loro esempio troveranno
certamente ancora fiducia e coraggio
per il loro futuro, e a tempo debito
sapranno trasmettere a loro volta le
loro esperienze.
Damaso Caprioglio
Primo Congresso di Aidor-Asio-Aiot-Ceo
Si è svolto, dal 31 maggio al 3 giugno al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula in Sardegna, il Congresso di Primavera dell’Accademia
italiana di Ortodontia, organizzato con il Collège
Européen d’Orthodontie. Trecentocinquanta soci
dell’Accademia Asio e centotrenta colleghi del Ceo
radunatisi in Sardegna per informarsi sullo stato
dell’Evidence-Based Orthodontics (Ebo), tema di
particolare interesse per i giovani specialisti alla
ricerca della “veritas” in Ortodonzia e per i colleghi
più esperti, per confrontare la loro performance
pluriennale con gli hard facts dell’attuale ricerca
accademica. Tale il richiamo delle conferenze di
19 rinomati speaker da undici Paesi, da mantenere
piena la sala malgrado il sole splendente e la spiaggia allettante a soli 50 metri. Dopo la cerimonia
di apertura da parte del preside Lele Vassura e dei
quattro presidenti delle Società – Ute Moser (Aidor),
Stéphane Barthélemi (Ceo), Luca Lombardo (Asio) e
Gianluca Forni (Aiot) –, ha dato inizio al congresso Anne Marie Kuijpers-Jagtman, dirigente della
Scuola di Ortodonzia a Nijmegen (Olanda) con una
lectio magistralis sulla giustificazione dell’Ebo.
Nelle tre giornate sono stati discussi sette diversi
temi: Kevin o’Brien di Manchester ha esposto che
i trattamenti intercettivi non sono più efficaci dei
trattamenti durante il picco di crescita puberale,
ma possono contribuire a una maggiore autostima e allo sviluppo psicologico del paziente; Peter
Ngan del West Virginia (Usa) ha dimostrato che la
maschera di Delaire non può sempre essere considerata un’arma sicura per evitare un futuro intervento chirurgico di III Classe; Yves Bolender di
Strasburgo ha presentato la sua ricerca sulle proprietà superelastiche dei fili NiTi, mentre Padhraig
Fleming del Royal Barts and the London School of
Medicine and Dentistry, ha presentato un ampio
spettro di studi controllati. Vittorio Cacciafesta di
Milano ha descritto un panorama dei materiali
adesivi presentando il suo concetto di bondaggio
indiretto con un ventaglio di casi clinici trattati con tecnica linguale. Sul tema delle estrazioni
Stéphane Barthélemi di Reims ha esposto il cambiamento del canone estetico durante gli ultimi secoli verso l’uniformazione del viso ideale, mentre
Renato Cocconi ha sottolineato l’importanza del
corretto posizionamento degli incisivi superiori
nell’unità nasolabiale e l’ideale collocazione degli
incisivi inferiori nell’unità labiomentale evitando
compensi dentoalveolari ortodontici per l’effetto
deleterio sul profilo e l’impossibilità di una futura
correzione chirurgica. Anche Joseph Giordanetto
è convinto che le estrazioni, se frutto di una meticolosa diagnosi, abbiano un posto fisso nel trattamento ortodontico e portino a risultati funzionali,
estetici e durevoli nel tempo. L’argomento delle
forze “ottimali” è stato discusso da Frank Weiland,
secondo cui forze leggere ma continue sembrano
provocare riassorbimenti di entità maggiore di
quelli indotti da forze discontinue. Alain Decker
ha dimostrato una serie di severi casi clinici con
notevoli riassorbimenti post-ortodontici. Luc Dermaut di Gent (Belgio) ha evidenziato che gli effetti
di natura ortopedica di varie meccaniche propulsive per la correzione delle II Classi sono di minore entità e di limitata durevolezza (1mm), mentre
Laure Frapier-Pintard ha enfatizzato l’importanza
della normalizzazione della funzione muscolare
periorale con l’aiuto di una mentoplastica verticale
ridottiva nei pazienti iperdivergenti. Per Rank, allievo danese di Björk, è importante conoscere i vari
tipi di crescita verticale per identificare i pazienti
con un pattern scheletrico anomalo che richiedono un particolare approccio terapeutico o un trattamento ortodontico-chirurgico combinato. Infine, Juan Carlos Varela di Santiago de Compostela
ha presentato tre casi adulti affetti da
notevoli malocclusioni scheletriche
di III Classe, trattati mediante applicazione di una maschera di Delaire con
e senza disgiunzione del palato con
una sorprendente documentazione a
lungo termine.
Assai apprezzata la ricerca che Raffaele
Spena ha trasmesso con eleganza
e vivacità alla platea, coinvolgendo
Ute Schneider-Moser, Yves Bolender, Frank Weiland, Patricia Lamil paziente nella conservazione del
bray, Stéphane Barthélemi, Alain Decker, Gabiele Vassura.
risultato durante la post-retention.
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allegato n. 1
di Dental tribune italian edition
anno viii Numero 10, ottobre 2012
registrazione tribunale di torino
n. 5892 del 12/07/2005
Direttore resPoNsabiLe
Massimo Boccaletti
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Sede legale e amministrativa
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Presidente del Congresso con Claudio Lanteri, Presidente eletto Sido, e Damaso Caprioglio.
James Vaden ha insistito sull’importanza di una
solida analisi ortodontica e sulla corretta applicazione della terapia estrattiva per il raggiungimento
di un adeguato risultato occlusale ed estetico, mentre Christos Katsaros di Berna ha dimostrato i lati
oscuri della contenzione fissa quale l’imprevedibilità di spaventose recidive nella zona anteriore inferiore malgrado il bondaggio di un retainer. Asio
ha contribuito al programma scientifico con una
conferenza di Philippe Tarot e Fabio Tosolin, che
hanno dato molti utili consigli per migliorare gli
aspetti di marketing dello studio e incrementare il
flow dei pazienti ortodontici. Il programma scientifico è stato arricchito il venerdì da due serate conviviali con prelibatezze sarde in atmosfera rilassata
e vista mare, mentre il sabato sera si è concluso con
un’elegante cena di gala.
Per onorare la fondazione della prima cattedra di
professore ordinario (1972) e della prima Scuola di
specializzazione in Ortodonzia di Cagliari (1973)
su iniziativa di Paolo Falconi quarant’anni fa, il figlio Alessandro e Maso Caprioglio hanno messo a
disposizione il Premio Falconi per le tre migliori
presentazioni di giovani. Durante una cerimonia
commovente, il premio è stato consegnato a Enrico
Albertini della Scuola di Ferrara (1° premio), a Pasquale Donadio della Scuola di Cagliari (2° premio),
mentre il 3° premio è stato vinto a pari merito da
Angela Perin della Scuola di Ferrara e da Guglielmo
Meschia dell’Università di Cagliari; presenti numerosi ex allievi della Scuola di Cagliari. Molto apprezzato il gesto dell’Accademia italiana di Ortodonzia
di aver voluto tributare questo gesto di riconoscenza e gratitudine a Paolo Falconi che vinse nel 1972
la prima cattedra italiana di Ortodonzia come professore ordinario.
Damaso<Caprioglio
ammiNistratore
Patrizia Gatto
[[email protected]]
Direttore sCieNtifiCo
Claudio Lanteri
Co-Direttore sCieNtifiCo
Luca Levrini
suPervisore sCieNtifiCo
Damaso Caprioglio
reDazioNe
Chiara Siccardi
traDuzioNi sCieNtifiChe
Cristina M. Rodighiero
reaLizzazioNe
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DeL gruPPo DeNtaL tribuNe iNterNatioNaL
Che PubbLiCa iN 25 LiNgue iN oLtre 90 Paesi
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Medicina & Società
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
3
Impatto sociale dei Disordini
Temporo-Mandibolari
A. Michelotti, G. Iodice, Università degli Studi di Napoli Federico II
<< pagina 1
una continua masticazione può determinare un aggravamento del dolore e della disfunzione muscolare.
Le placche occlusali e tutte le terapie
dei DTM dovrebbero pertanto essere
eseguite esclusivamente da personale medico altamente specializzato e
qualificato nel settore.
Essendo, poi, i disordini temporomandibolari causati dall’interazione
di diversi fattori di natura neurofisiologica, neurobiologica, neuroendocrina, psicoemotiva, biomeccanica e occlusale, ben si evince come,
nei casi più complessi, possa risultare vincente un approccio diagnostico/terapeutico interdisciplinare,
che preveda la stretta collaborazione
di più figure professionali quali lo
specialista in gnatologia, il neurologo, lo psicologo, l’Odontoiatra, il reumatologo, il fisiatra, l’ortopedico, il
chirurgo, ecc. In quest’ultimo aspetto, può risultare prezioso il ricorso
a “strutture di eccellenza”, presenti
nel nostro territorio e riconosciute
in ambito internazionale, avendo la
possibilità di fornire un approccio
multidisciplinare nella diagnosi e
nella terapia dei pazienti più complessi. Piuttosto che costose e ingombranti apparecchiature, professionalità, competenze e alta formazione
specialistica in ambito gnatologico,
sono le chiavi che possono portare al
successo in questi casi, grazie alla capacità di riconoscere le diverse problematiche e affrontarle da diverse
angolazioni.
Per i costi dei DTM non essendo presenti in letteratura lavori europei e
italiani recenti, ci riferiamo a quanto riportato negli USA dove, sebbene
le figure professionali che trattano
pazienti DTM siano numerose (chiropratico, massaggiatore, chirurgo
orale, fisioterapista, psicologo, oculista, medico generico) l’Odontoiatra
rappresenta sicuramente lo specialista di riferimento per i pazienti con
DTM. Questi colpiscono circa dal 10
al 15% della popolazione degli Stati
Uniti, con un costo annuo stimato a
4 bilioni di dollari. Soltanto una minoranza dei pazienti che richiedono
un trattamento alla fine passa alla
fase cronica. Tuttavia, la cronicizzazione dei DTM può portare a costi
Tueor Servizi srl
nico all’altro in una scia di tentativi
e fallimenti che esacerba lo stress del
paziente. La mancata risoluzione del
dolore può instaurare un “effetto domino”, con un prolungamento della
durata del dolore stesso, dell’utilizzo del sistema sanitario nazionale,
stress e, non per ultimo, aumento
dei costi sostenuti dal paziente stesso. Studi recentemente condotti
negli USA hanno stimato un costo
annuo per la cura dei DTM compreso tra 12.000 e 20.000 dollari per
paziente, con notevole aumento di
visite richieste e farmaci utilizzati
rispetto al resto della popolazione. È
importante, pertanto, sottolineare e
ricordare che il trattamento precoce
del paziente disfunzionale consente
un abbattimento dei costi di circa i
due terzi.
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Tel.: 011 0463350 • Fax: 011 0463304 • www.tueorservizi.it
..:: Collana di ortodonzia diretta dal prof. Damaso Caprioglio ::..
NOVITÀ
La richiesta di trattamento per patologie temporo-mandibolari è notevolmente aumentata negli ultimi
anni, anche a seguito di una forte divulgazione da parte dei mass-media
dell’importanza sociale delle varie
problematiche disfunzionali e del
dolore oro facciale, con le implicazioni relative al bruxismo, alle apnee
notturne, alle cefalee, ai dolori cervicali e alla postura. La gran parte degli
studi effettuati sulla popolazione di
pazienti che richiedono trattamento per DTM riporta una prevalenza
maggiore nelle donne, particolarmente nell’età riproduttiva, con un
rapporto femmine/maschi che varia
da 2:1 a 7:1.
L’eziologia e la fisiopatologia dei
DTM è poco conosciuta. È generalmente accettato che sia multifattoriale, coinvolgendo un gran numero
di fattori predisponenti e scatenanti, diretti e indiretti che giocano un
ruolo differente nei diversi sintomi
disfunzionali. Storicamente le teorie sull’eziopatogenesi dei DTM
sono passate da un modello meccanicistico in cui i denti e l’occlusione
avevano un ruolo predominante, a
un modello medico in cui il fattore
biopsicosociale e le alterazioni a carico del sistema nervoso centrale hanno assunto un ruolo di primo piano.
Attualmente, i principali fattori che
possono essere chiamati in causa
sono micro e macrotraumi, stress/
fattori psicologici, meccanismi centrali, fattori genetici, parafunzioni e
condizione occlusale. A oggi, nessuna terapia si è rivelata superiore alle
altre, da un punto di vista scientifico.
Ne consegue, che il moderno approccio terapeutico ai DTM si orienti il
più possibile verso terapie conservative, reversibili e di costo economico
contenuto, quali terapia comportamentale, fisioterapia, placca occlusale e terapie farmacologiche. Alcune
di queste terapie, in particolar modo
i “bite” o placche occlusali, stanno
conoscendo negli ultimi anni una
sempre maggiore diffusione nella
popolazione. Ciò nonostante, non
bisogna dimenticare che i bite costituiscono un presidio medico a tutti
gli effetti, il cui errato impiego può
determinare anche effetti collaterali di notevole importanza e danno
per il paziente. Placche occlusali con
contatti dentari soltanto anteriori,
ad esempio, se utilizzate per periodi di tempo prolungati possono determinare alterazioni irreversibili
dell’occlusione del paziente, con conseguenti gravi problematiche estetiche e funzionali. Analogamente, bite
realizzati in resina morbida possono
determinare in alcuni soggetti un
effetto conosciuto come “chewinggum” che, stimolando il paziente a
significativi derivanti da trattamenti
multipli, da un varietà di operatori sanitari e da assenza dal lavoro.
Per questo motivo è necessario un
intervento precoce, economico ed
efficiente nel diminuire le inutili e
prolungate sofferenze dei pazienti
con DTM e, al contempo, nel ridurre l’enorme costo sociale di questa
patologia. Studi condotti su pazienti
affetti da TMD hanno evidenziato
come questi disturbi influiscano
sulla vita sociale, professionale ed
emotiva dei pazienti stessi. Quando
poi si instaura il processo di cronicizzazione dei DTM, il riferimento a
clinici non specialisti e non in grado
di riconoscere gli aspetti psicosociali
di questi disturbi può gettare il paziente in una sorta di “porta girevole”, facendolo peregrinare da un cli-
LA TERAPIA FUNZIONALE DELLE CLASSI II
CON LA BITE JUMPING APPLIANCE
Il testo presenta la terapia funzionale delle classi seconde con la Bite Jumping
Appliance (B.J.A) tecnica messa a punto dal Prof. Franz Gunter Sander. Questa
tecnica permette di ottenere risultati notevoli e stabili.
40,00 euro
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(ANZICHÉ 45,00
EURO)
LA TOMOGRAFIA VOLUMETRICA
IN ORTODONZIA
L’uso della Tomografia Volumetrica oggi, si ritiene abbia superato la radiologia tradizionale. Attraverso il rendering tridimensionale, è possibile ricostruire la proiezione
prospettica del cranio con risultati simili a quelli percepiti
dall’occhio umano nel guardare una fotografia.
85,00 euro
A. GRACCO, L. LOMBARDO, M.P. GUARNERI
(ANZICHÉ 95,00
EURO)
LE MINI VITI ORTODONTICHE
E LORO APPLICAZIONI CLINICHE
l’esperienza della scuola di Aarhus
Il libro parla della necessità di ancoraggio scheletrico in ortodonzia che è sorta in
risposta all’aumento del numero di pazienti adulti
che richiedono un trattamento ortodontico.
63,00 euro
B.MELSEN - C.VERNA - C.LUZI
(ANZICHÉ 70,00
EURO)
DISTALLAZIONE DEI MOLARI SUPERIORI
IL FAST-BACK
L’evoluzione della distallazione molare: dalle forze extraorali
ai dispositivi no compliance.
49,00 euro
C. LANTERI - M. BERETTA - V. LANTERI
(ANZICHÉ 55,00
EURO)
4
Ricerca & Clinica
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
Ortodonzia e Parodontologia:
un felice connubio
web article
www.dental-tribune.com
G. Farronato*, G. Gualandi**, L . Isaia**, C. Maspero***, L . Esposito****
*Direttore Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia – Preside del Corso di Laurea in Igiene dentale - Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche, Irccs Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico. Università degli Studi di Milano
**Medico frequentatore Università degli Studi di Milano
***Dirigente medico di Primo livello del reparto di Ortodonzia, IRCCS Fondazione Policlinico Ca’ Granda Milano
****Direttore di struttura semplice del reparto di Ortodonzia, IRCCS Fondazione Policlinico Ca’ Granda Milano
<< pagina 1
sto alla malattia parodontale.9
La malattia parodontale
Meccanismi di danno tissutale
L’obiettivo del dental team è quello di identificare i pazienti che
possono avere disordini parodontali o quelli che hanno un alto
rischio di poterli sviluppare e di
sottolineare l’importanza di tale
rischio quando si vuole effettuare
un trattamento ortodontico.
Nel 1999 durante la conferenza
dell’American Academy of Periodontology venne stabilita una nuova classificazione della malattia
parodontale dove la diagnosi iniziale dipendeva non tanto dall’età,
quanto da criteri clinici, radiologici
e anamnestici del paziente.
Bragger e Lang descrivono la malattia parodontale come una patologia di origine infiammatoria
innescata da batteri che colpiscono il tessuto di sostegno del dente,
superficiale e profondo. Nel primo
caso, si ha il quadro della gengivite; quando invece l’infiammazione si estende oltre la regione
gengivale interessando le zone
sottostanti che compongono il tessuto di sostegno del dente (il tessuto connettivo di supporto e l’osso
alveolare), si avrà il quadro della
parodontite; le due caratteristiche
che differenziano le parodontiti
dalle gengiviti sono la perdita di
tessuto connettivo e di osso.5
Studi epidemiologici dimostrano
che sebbene in tutto il mondo la
prevalenza
dell’infiammazione
gengivale sia alta, la malattia parodontale avanzata colpisce soltanto
una porzione ridotta della popolazione (dal 2 all’8 % della popolazione con meno di 45 anni; il 30%
della popolazione tra i 65 e i 75
anni).6 Molti ricercatori sono concordi sul fatto che il fattore eziologico più importante della malattia
parodontale sia la placca batterica;
sono stati evidenziati batteri specifici, in particolare è stata riscontrata un’associazione tra lo sviluppo della malattia parodontale e la
presenza dell’Actinobacillus actinomycetemcomitans.7,8
Oltre alla placca batterica che è la
principale causa della malattia parodontale, vi sono altri fattori di
rischio che predispongono l’attacco batterico, o che comunque alterano il sistema immunitario rendendolo più debole nei confronti
dei batteri, tra questi il fumo e lo
stress; vi è inoltre una predisposizione ereditaria per la quale l’individuo è geneticamente predispo-
Tra i principali fattori di rischio
che durante il trattamento ortodontico possono determinare problemi a livello del tessuto
parodontale interprossimale di
supporto possiamo citare: le bande ortodontiche, la scarsa igiene
orale e il movimento intrusivo
dei denti; in particolare quest’ultimo può essere tale da convertire
un’infezione gengivale in malattia parodontale. Per tale motivo
prima di iniziare il trattamento
sarebbe consigliabile un esame di
screening volto a valutare la presenza di interleuchine (mediatori
del processo infiammatorio) o una
eventuale predisposizione genetica segnalata dalla presenza della
IL-1beta.
L’eziologia dei problemi parodontali non può essere semplicemente
legata a reazioni immunologhe;
Mattingly e altri autori 10-12 ritengono che l’utilizzo di apparecchiature fisse per un lungo periodo di
tempo può contribuire all’alterazione qualitativa dei biofilm batterici subgengivali che progressivamente possono portare allo
sviluppo della parodontite.
Per una descrizione globale dello stato parodontale nel paziente
ortodontico è necessario fare un
accurato sondaggio attraverso l’analisi di sei siti per ciascun dente.
Con una sonda parodontale inserita a livello del solco gengivale si
applica una forza tra i 10 e i 20 gr;
l’assenza di sanguinamento nonostante la profondità della tasca è
un parametro che indica un buon
stato di salute parodontale nel
tempo, invece la presenza di sanguinamento è certamente indice
di un’infezione gengivale nonché
uno dei principali fattori associati
alla perdita ossea. Per questo motivo tali pazienti devono essere
considerati a rischio e quindi sottoposti a una più intensiva terapia parodontale effettuata periodicamente secondo un preciso e
universale protocollo basato sullo
scaling e root planing.13,14
Cambiamenti mucogengivali
durante il trattamento
ortodontico
Le forze ortodontiche esercitate
durante il trattamento inducono
un riorientamento e un rimodellamento del tessuto parodontale;
è stato ampiamente appurato che
forze appropriate non determinano danno parodontale, se inadeguate possono invece avere un
effetto distruttivo. Il movimento
dentale in pazienti con parodonto
ridotto, ma sano, genera le stesse
condizioni biologiche che in un
paziente con parodonto normale,
tuttavia in questi pazienti bisogna
prestare particolare attenzione per
evitare perdita di osso e ulteriore
degradazione del parodonto.15
È stato appurato che un attacco
parodontale con larghezza insufficiente è un fattore predisponente la
recessione gengivale. Lang e Loef 14
con i loro studi affermano che 2
mm di gengiva cheratinizzata sono
sufficienti per mantenere la salute
gengivale; sostengono inoltre che
una deiscenza dell’osso alveolare
sia un altro fattore predisponente
lo sviluppo di recessione.
Steiner ha suggerito che la tensione
creata dalle forze ortodontiche nel
tessuto marginale potrebbe essere
un fattore rilevante nel causare recessione gengivale16,17; ciò significa
che lo spessore del tessuto gengivale in corrispondenza del sito di applicazione della forza è un possibile
indicatore di recessione.
Risposta parodontale a diversi
tipi di forze ortodontiche
Figg. 1a-c - Trattamento ortodontico in paziente parodontale.
Greembaum 18 ha studiato gli effetti provocati sul parodonto dall’espansione del mascellare giungendo alla conclusione che pazienti
sottoposti a una rapida espansione
mascellare hanno mostrato significativamente meno osso in corrispondenza della giunzione amelo-cementizia rispetto a pazienti
trattati con lenta espansione.
Siew Han Chay 19 ha dimostrato che
tramite estrusione ortodontica il
margine gengivale può essere spostato incisalmente di ben 9 mm.
Erkan 20 ha osservato che quando
gli incisivi mandibolari sono intrusi ortodonticamente il margine
gengivale e la giunzione mucogengivale si muovono nella stessa direzione dei denti rispettivamente
del 79 e del 62%.
L’estrusione degli incisivi mandibolari produce anch’essa un movimento del margine gengivale
e della giunzione mucogengivale
nella medesima direzione, rispettivamente dell’80 e del 52,5%.19
Questo si traduce anche in una riduzione della profondità del solco
senza una significativa riduzione
della larghezza dell’attacco gengivale; inoltre non è stata osservata
alcuna perdita di attacco. 20
Prevenzione delle rotture
parodontali durante il
trattamento ortodontico
Bande ortodontiche, brackets e fili
non soltanto testano l’abilità del
paziente nel mantenere una buona igiene orale, ma compromettono anche la proprietà di self-cleansing delle arcate dentarie. 21 Gli
attacchi ortodontici favoriscono
l’accumulo di placca batterica con
conseguente reazione infiammatoria dei tessuti parodontali.22 Un
ruolo fondamentale è costituito
dalla figura dell’igienista dentale
che ha il compito di istruire e motivare il paziente all’igiene orale
nonché controllarne periodicamente il mantenimento attraverso la profilassi professionale. 23 Nel
paziente parodontopatico bisogna
prestare particolare attenzione al
posizionamento delle bande ortodontiche, le quali, soprattutto se
posizionate nella regione subgengivale, possono divenire fattori
ritentivi di placca e modificare la
microflora sottogengivale a favore
di specie batteriche responsabili
di gengiviti e problemi a carico del
parodonto. 24,25
Costa26 attraverso uno studio ha
comparato l’efficacia dello spazzolino manuale, elettrico ed ultrasonico in pazienti sottoposti a terapia ortodontica fissa giungendo
alla conclusione che gli accumuli
di placca in corrispondenza della
superficie buccale dei denti si sono
ridotti maggiormente nei pazienti
che hanno utilizzato lo spazzolino a ultrasuoni. In questi stessi
pazienti e in quelli che hanno utilizzato lo spazzolino elettrico si è
inoltre riscontrata una riduzione
della conta di S. Mutans.
>> pagina 5
Ricerca & Clinica
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
<< pagina 4
Ortodonzia in aggiunta alla
terapia parodontale
In numerose situazioni al fine di
migliorare la salute orale l’ortodonzia può servire in aggiunta al trattamento parodontale.
Bollen Glans e Sallum27-29 descrivono un significativo miglioramento
a livello gengivale e parodontale in
seguito alla risoluzione di malocclusioni dentali quali l’affollamento e il morso profondo.
studio effettuato su paziente con
dilacerazione in dentizione mista.
Cambi della posizione verticale
In pazienti con difetti ossei verticali
le procedure ortodontiche possono
aiutare a migliorare tale condizione.
Shoichiro38, associando il trattamento parodontale con il movimento ortodontico di estrusione
dentale, ha riportato in pazienti con
uno o due difetti infraossei verticali
isolati miglioramenti dei difetti ossei alveolari, dell’estetica gengivale
e del rapporto corona-radice. Ha
inoltre dimostrato che l’intrusione
ortodontica permette di migliorare
la condizione parodontale; tuttavia
al fine di prevenire lo spostamento
apicale della placca l’eliminazione
delle tasche deve avvenire prima
dell’intrusione.39,40
Perdita della papilla
Situazione che si presenta tipicamente a livello degli incisivi centrali, spesso causata da uno dei
seguenti fattori: radici divergenti,
forma anomala dei denti, distruzione del parodonto.
Nel primo caso si posiziona un bracket al fine di riportare le radici in
posizione ottimale; nel secondo
caso si effettua una riduzione dello
smalto e si chiude lo spazio; nel terzo caso si fa invece un recounturing
del punto di contatto e si chiude poi
lo spazio attraverso il posizionamento di brackets. 41
Recessioni
5
stente infezione o determinate da
una recessione alla base. Nei pazienti da trattare ortodonticamente bisogna stare attenti al biotipo
parodontale che secondo la classificazione di Derouck si divide in tre
tipologie: spesso, sottile, misto. 42-44
Invaginazione gengivale
Si verifica nel 35% dei casi estrattivi
durante il movimento di chiusura
dello spazio.
>> pagina 6
Possono essere legate a una preesi-
Migrazione patologica
dei denti
La migrazione patologica dei denti è uno dei più evidenti segni di
parodontite che colpisce l’estetica
dento-facciale; questo fenomeno è
più frequente a livello del settore
frontale a causa della mancanza di
stabilità occlusale e di contatti sagittali con i denti antagonisti.30
In tali casi il raggiungimento di un
risultato esteticamente accettabile
può richiedere vari movimenti ortodontici quali l’intrusione, la rotazione e l’intrusione dei denti; ciò
può anche controllare la rottura del
parodonto e determinare il ripristino di una adeguata funzione orale.31
Tulloch32 è del parere che in un paziente affetto da parodontite sia
preferibile una terapia ortodontica
fissa, in quanto questa consente un
più semplice splintaggio dei denti
e permette di ottenere un ancoraggio stabile; sottolinea inoltre
l’importanza di ridurre l’intensità
della forza al fine di ridurre lo stress
a carico delle fibre del legamento
parodontale. Lijian33 ha individuato le varie precauzioni da prendere
quando si vuole ottenere il movimento di denti in parodonto con altezza ridotta; esse includono un ancoraggio stabile e il mantenimento
di una salute parodontale a lungo
termine.
Deepa34 ha riportato l’uso di soft aligners nel riposizionamento di denti
parodontali; le forze leggere e intermittenti generate da tali apparecchi
consentono la rigenerazione tissutale durante il movimento dei denti.
La compliance del paziente e la
motivazione a una adeguata igiene
orale domiciliare aiuterà a determinare il momento migliore per
iniziare un trattamento ortodontico aggiuntivo; quest’ultimo potrà
essere effettuato sei mesi dopo la
fine del trattamento parodontale
attivo, se vi sarà sufficiente prova
della completa risoluzione della infiammazione.32 Sanders35 ha raccomandato un protocollo completo di
tre fasi da seguire rispettivamente
prima, durante e dopo la terapia ortodontica aggiuntiva.
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APPARECCHI ORTODONTICI
Migrazione traumatica
dei denti
Maspero e collaboratori36 in uno
studio condotto su un paziente con
dilacerazione dell’incisivo superiore dovuto a un trauma infantile
sostengono sia importante fare una
buona valutazione parodontale sia
nel pre sia nel post chirugico.
Anche Farronato37 sottolinea la necessità di un’adeguata istruzione e
motivazione all’igiene orale in uno
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6
Ricerca & Clinica
<< pagina 5
Parodontologia in aggiunta
al trattamento ortodontico
In molte occasioni, un risultato stabile ed esteticamente accettabile
non può essere ottenuto semplicemente con l’ortodonzia, ma richiede
procedure parodontali aggiuntive.
In presenza di un frenulo labiale
ipertrofico, considerato come fattore responsabile di un diastema
interincisivo, è raccomandata la
frenulectomia; tuttavia vi sono
discussioni inerenti i tempi di intervento parodontale. Secondo Vanarsdall 45 la rimozione chirurgica
di un frenulo labiale mascellare
deve essere effettuata al termine del trattamento ortodontico a
meno che non impedisca la chiusura dello spazio o sia esso doloroso e
traumatizzato.
L’eruzione forzata di un dente vestibolarmente o palatalmente è oggi
una comune procedura ortodontica; in tale situazione l’esposizione
accurata del dente al fine di preservare il tessuto cheratinizzato, importante per impedire la perdita di
attacco, richiede la competenza di
un parodontologo.
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
Il mantenimento di un dente ruotato ortodonticamente è un problema che da sempre ha afflitto
l’ortodontista; la fibrotomia circonferenziale sopracrestale è una procedura frequentemente utilizzata
per migliorare la stabilità post trattamento. 46 Edwards47 nel suo studio
prospettico a lungo termine ha
compreso che la fibrotomia ha successo al fine di prevenire recidive
maggiormente nell’arcata mascellare; inoltre, secondo tale autore, la
procedura non influenza negativamente il parodonto.
Durante il corso del trattamento
ortodontico possono essere necessari interventi chirurgici mucogengivali al fine di mantenere una
sufficiente larghezza dell’attacco
gengivale. 48 Procedure di allungamento di corona clinica possono facilitare il posizionamento di
attacchi ortodontici su denti con
ridotta corona clinica; possono
inoltre essere usate per migliorare
il sorriso. 49 Tra le altre procedure che permettono di facilitare il
raggiungimento degli obiettivi del
trattamento ortodontico citiamo
poi gli aumenti di cresta alveolare e
l’utilizzo di impianti dentali.50 Nel-
la popolazione adulta vi è una sempre crescente preoccupazione per
l’estetica dento-facciale, tanto che
la principale motivazione per cui
il paziente desidera un trattamento ortodontico è proprio l’estetica.
La migrazione patologica di denti
frontali è una comune causa di preoccupazione estetica tra gli adulti;
la disarmonia nella posizione dei
denti può essere causata da diversi
fattori eziologici che includono: la
perdita di attacco parodontale, la
pressione determinata da tessuti
infiammati, fattori occlusali, abitudini orali quali la morsicatio e il
bruxismo, la perdita di denti senza
loro sostituzione e i fattori iatrogeni. Secondo la letteratura, tra i vari
fattori la distruzione delle strutture dentali di supporto è quello
più importante. Le problematiche
parodontali e le loro conseguenze
spesso portano a problemi estetici e funzionali in quanto possono,
in stadio avanzato, determinare
severa perdita di attacco, ridotto
supporto osseo alveolare, mobilità
dentale e recessione gengivale. Il
trattamento ortodontico deve essere iniziato soltanto dopo che la malattia parodontale è sotto controllo.
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Fig. 2 - Recessione gengivale a livello
del 31.
Lt. Col. Panwar M. e collaboratori51
nel 1910 hanno presentato un case
report sulla migrazione patologica dei denti anteriori attraverso il
trattamento combinato parodontale-ortodontico. Il trattamento
ortodontico è iniziato con tecnica
pre-adjusted edgewise usando forze
molto leggere che hanno determinato un’ottima risposta biologica.
Prima che ci fosse un trauma dei
denti anteriori inferiori un bite plane anteriore ha permesso l’eruzione
posteriore dei denti provocando l’apertura del morso. La salute parodontale è migliorata nel momento
in cui il trauma è stato risolto.
Approccio interdisciplinare per
migliorare l’estetica del sorriso
Il gummy smile può essere il risultato di un eccesso verticale della
maxilla o di una ritardata migrazione apicale della gengiva; nel primo caso la chirurgia ortognatica
dovrebbe essere il piano di trattamento elettivo, mentre nel secondo
la gengivectomia può essere considerata un’opzione di trattamento. 49
Nei pazienti sottoposti a trattamento ortodontico la mancanza
della papilla interdentale può rappresentare un problema estetico;
una parodontologia può risolvere
il problema utilizzando una procedura di creazione della papilla
come descritto da Zetu. Similmente, Crown combina l’allungamento
di corona clinica con l’estrusione
ortodontica e il livellamento del
bordo incisale che può contribuire
a correggere la discrepanza a livello
del margine gengivale.
Materiali ortodontici
biocompatibili
Gli apparecchi ortodontici forniscono un buon ambiente per la
proliferazione di microbi orali che
causano malattie quali carie e parodontiti; è dunque compito del clinico trovare altri materiali biocompatibili che riducano le possibilità
di colonizzazione microbica.
Chun e collaboratori52, per prevenire lo sviluppo della placca e del
deposito di batteri patogeni quali
S. mutans e P. Gengivalis durante
il trattamento ortodontico, hanno
suggerito modificazioni della superficie dei fili ortodontici con TiO
fotocatalitico.
Negli ultimi tempi, per la cementazione delle bande, sono stati utilizzati cementi vetroionomerici,
materiali che determinano un continuo rilascio di fluoro; quest’ultimo ha un effetto antibatterico limitato però a un numero ristretto
di batteri. Recenti studi hanno dimostrato che l’aggiunta di clorexidina a resine composite e cementi
Fig. 2 - Recessione gengivale a livello
del 31.
Fig. 3 - Gummy smile.
vetroionomerici utilizzati per la
cementazione migliora l’effetto antibatterico.
Ortodonzia osteogenetica e
implicazioni parodontali
Nel tentativo di ridurre la durata
del trattamento si sono diffuse
procedure accelerate come l’ortodontia osteogenetica.
Kim e collaboratori53 hanno riportato un rapido movimento dentale quando dispositivi temporanei
di ancoraggio sono stati utilizzati
in combinazione con l’ortodonzia
osteogenetica; questa procedura
tuttavia comporta decorticazione
e ulteriore deposito di materiale da
innesto. Per questa ragione, quando è applicata, tale tecnica è necessario un continuo monitoraggio
parodontale.
Protocollo per il trattamento
interdisciplinare
Prima di iniziare un trattamento
ortodontico ogni membro del team
dentale deve essere certo che il paziente pratichi una buona igiene
orale e che non abbia una malattia
parodontale attiva.54
Se il paziente soffre di malattia
parodontale il trattamento ortodontico deve essere posticipato e il
paziente deve essere sottoposto a
un’adeguata terapia volta a risolvere la problematica che comprende
il debridement parodontale e, se
necessario, la chirurgia parodontale seguita da un periodo di osservazione55 che può variare dai 2 ai 4
mesi. Se al termine di tale periodo
il paziente ha mantenuto una buona igiene orale e non ci sono siti con
un significativo sanguinamento,
allora l’ortodontista può iniziare la
terapia; se invece ci sono ancora siti
che sanguinano in maniera importante, bisogna seguire un ulteriore
periodo di osservazione.
Conclusioni
L’educazione del paziente, la motivazione, una maggiore igiene orale,
e regolari cure di mantenimento
parodontale sono essenziali sia
durante sia dopo il trattamento
ortodontico. Certe procedure parodontali aggiuntive possono aiutare
l’ortodontista ad ottenere risultati
più stabili ed esteticamente accettabili. La stretta collaborazione tra
parodontologo e ortodontista permette di ottenere risultati eccellenti con stabilità a lungo termine.
La bibliografia è disponibile presso l’Editore.
Case Report
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
Il trattamento interdisciplinare
ortodontico-protesico
7
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Cesare Luzi, Specialista in Or tognatodonzia Aarhus University, libero professionista in Roma
L’intervento inter-disciplinare combinato ortodontico-protesico può
talvolta essere la miglior soluzione
per risolvere una problematica estetica. Tuttavia, in alcuni casi, non si
tratta solamente di un’alternativa
ma di una sinergia strettamente
necessaria per ottenere il miglior risultato possibile. Esistono casi in cui
il trattamento protesico è tanto necessario quanto difficile da realizzare senza un preliminare trattamento ortodontico, e per ottenere un
buon risultato estetico non sarebbe
possibile intervenire con la sola ortodonzia o la sola protesi.
Un esempio di sinergia tra ortodonzia e protesi è riportato di seguito.
La paziente, di 35 anni, desiderava
un miglioramento estetico del sorriso. Aveva già avuto un trattamento ortodontico fisso in adolescenza,
con recidiva a seguire, e presentava
affollamenti su entrambe le arcate,
più severo in arcata inferiore.
>> pagina 8
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Una guida completa alle indicazioni dall’estrazione dentaria, alla valutazione del
singolo caso clinico, alla scelta della tecnica più idonea e alla gestione delle eventuali complicanze. Le diverse tecniche di estrazione sono illustrate con filmati di
casi clinici.
Indice
• Presentazione dell’opera
• Introduzione
• Indicazioni e controindicazioni
all’estrazione dentaria
• Strumentario
• Valutazione della difficoltà di estrazione
• Tecniche di estrazione dentaria
• Tecniche di sutura ed emostasi
- Casi clinici
• Tecniche di estrazione dentaria
con gli ultrasuoni
- Caso clinico
• Protocolli di estrazione nei pazienti
in terapia con bifosfonati
- Caso clinico
• Complicanze intraoperatorie
e postoperatorie
• Guarigione dell’alveolo postestrattivo
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Figg. 1-10 – Foto extra-orali e inta-orali, ortopanoramica e teleradiografia ad inizio
trattamento.
8
Case Report
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
Figg. 11-13 – Foto intra-orali durante la fase di rifinitura.
<< pagina 7
Era presente una microdonzia degli incisivi laterali superiori ed un
parodonto con biotipo sottile, il
tutto in un contesto di prima clas-
se scheletrica e dentale (Figg. 1-10).
Dopo il primo colloquio con il protesista, le è stato consigliato un
ri-trattamento ortodontico al fine
di eliminare gli affollamenti e predisporre i giusti spazi in arcata su-
periore per la successiva riabilitazione degli elementi microdontici.
Valutato il grado di affollamento,
la lieve incompetenza labiale, il
biotipo parodontale e la recidiva in
seguito al precedente trattamento,
si è pianificato un trattamento con
estrazioni.
A seguire l’estrazione dei quattro
primi premolari e il montaggio
dell’apparecchiatura
multi-brackets (slot .022”), è iniziata la fase di
allineamento e livellamento in arcata superiore con una sequenza di
3 archi super-elastici termo-attivi
(.014”, .016x.022”, .019x.025”). In arcata inferiore, vista la sottigliezza
dei tessuti parodontali, si è deciso
di eseguire la retrazione dei canini negli spazi estrattivi prima del
bondaggio degli attacchi sugli incisivi. Pertanto, mediante l’utilizzo
di anse tipiche della tecnica segmentata in beta-titanio .017x.025”
sono stati retratti i canini inferiori
e solo dopo aver ottenuto lo spazio
in arcata per l’allineamento degli
incisivi inferiori si è passati ad una
sequenza di allineamento e livellamento analoga a quella dell’arcata
superiore. Gli spazi in arcata superiore sono stati chiusi con meccaniche di scorrimento su archi in
acciaio di dimensione .018x.025” e,
conclusa la fase di lavoro, è iniziata
la fase di rifinitura, monitorata costantemente insieme al protesista
per ottimizzare gli spazi superiori
in chiave pre-protesica (Figg. 11-13).
Il caso è stato completato dopo 18
mesi di terapia attiva e sono state
consegnate contenzioni immediate in attesa della finalizzazione
protesica.
Per la progettazione della riabilitazione protesica sono stati scelti
per l’arcata superiore restauri indiretti, veneers additive in ceramica
integrale, su entrambi gli incisivi
laterali e sul centrale destro che
presentava una frattura già ad inizio trattamento.
Il risultato finale (Figg. 14-24) conferma l’importanza della stretta
collaborazione tra ortodontista e
protesista, dalla pianificazione iniziale del trattamento fino alle ultime fasi di rifinitura ortodontica e
riabilitazione finale.
L’ortodontista ha un ruolo chiave
in quanto può e deve permettere al
protesista di ottenere il massimo
del risultato estetico.
Riabiltazione protesica eseguita dal dott.
Arturo Imbelloni e dall’odt. Roberto Iafrate
Figg. 14-24 – Foto extra-orali e inta-orali, ortopanoramica e teleradiografia a fine
trattamento ortodontico e dopo i restauri protesici.
Pratica & Clinica
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
9
Espansione rapida del palato: terapia del deficit
trasversale scheletrico del mascellare superiore
P. Pereira*, E. Pasciuti**, G. Farronato***
*Studentessa Clopd - Reparto di Ortognatodonzia - Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche, Irccs Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico.
Università degli Studi di Milano.
**Professore a contratto Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia - Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche, Irccs Cà Granda, Ospedale
Maggiore Policlinico. Università degli Studi di Milano.
***Direttore Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia – Presidente del Corso di Laurea in Igiene dentale - Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche, Irccs Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico. Università degli Studi di Milano.
L’espansione rapida del mascellare
superiore ha guadagnato un ruolo di primo piano nell’Ortodonzia
moderna quale metodo sicuro, predicibile ed efficace per correggere i
deficit mascellari sul piano trasversale in un’ampia gamma di condizioni cliniche. Rappresenta una
tappa fondamentale nell’approccio
terapeutico, preventivo e intercettivo alle problematiche occlusali e
scheletriche nel paziente in fase dinamica di crescita.
Nell’eziologia del deficit trasverso
del mascellare superiore, il fattore
ereditario ha un ruolo di primaria
importanza. A questo vanno aggiunti fattori estrinseci, quali abitudini viziate, respirazione orale,
deglutizione atipica, deviazioni del
setto. L’insieme di questi fattori determina l’instaurarsi di una disgnazia che si manifesta clinicamente
con una riduzione del diametro
trasversale del mascellare superiore
associata ad un cross-bite mono o
bilaterale (Figg. 1a-d).
In queste condizioni cliniche l’approccio terapeutico di elezione,
che ha come obiettivo primario il
ripristino dei corretti diametri trasversali del mascellare superiore, è
l’espansione rapida palatale.
Diversi tipi di espansore sono stati
proposti in letteratura: i modelli più
recenti incorporano viti di espansione di ridotte dimensioni, con un design confortevole e di facile igiene.
La riduzione delle dimensioni delle
viti di ultima generazione, oltre a
migliorare il confort per il paziente,
permette un posizionamento più
alto del dispositivo all’interno della
volta palatale (Figg. 2a, b).
Oltre a dare minori disagi, un posizionamento più alto della vita garantisce che la forza generata dall’espansione sia più vicina al centro di
resistenza dei molari superiori: ciò
determina un maggior controllo
degli effetti dentali indesiderati di
vestibolo-inclinazione delle corone
dei molari sulle quali il dispositivo
è ancorato.
Figg. 1a-d - Visione intraorale laterale destra, frontale, laterale sinistra e palatale di paziente con ipoplasia trasversa del mascellare superiore.
Principi biologici
Figg. 2a, b - Espansore rapido del palato: immagine occlusale.
Cenni di Anatomia
L’osso mascellare (Figg. 3a, b) è un
osso dello splancnocranio pari
e simmetrico. É costituito da un
corpo centrale, scavato dal seno
mascellare, e da quattro processi:
frontale, zigomatico, palatino e alveolare. Il processo palatino termina posteriormente con un margine
rugoso e irregolare al quale si unisce
la lamina orizzontale dell’osso pala-
a livello delle suture maxillo-premaxillare e maxillo-palatina e apposizionale, in corrispondenza delle
regioni incisivo-canina e del tuber
maxillare.
L’accrescimento verticale è suturale
a livello delle suture maxillo-frontale e maxillo-malare, ed è influenzato dai processi di crescita e di rimaneggiamento osseo correlati con
l’eruzione dentaria e con l’ampliamento della regione naso palatina.
La sutura palatale mediana corrisponde all’affrontarsi dei due processi palatini dei mascellari. Cresce
di 1mm per anno fino ai 5 anni di
età; dopo tale periodo la crescita
corrisponde a 0,25 mm per anno
fino alla fine della pubertà. Successivamente la crescita residua è di 1,5
mm. Dopo i 10 anni iniziano già a
vedersi le prime digitazioni ossee.
La sutura palatale mediana permane allo stadio di sinfibrosi mediamente fino all’età di 12-14 anni nei
soggetti femminili e 14-16 anni nei
soggetti maschili, per poi incominciare lentamente a ossificarsi, completando tale processo attorno al 25°
anno di età. Su quest’ultimo dato
si basa la possibilità di espandere il
palato anche in giovani adulti.
Figg. 3a, 3b - Osso mascellare di destra: faccia laterale e mediale.
tino, in corrispondenza della sutura
palatina trasversa, completando lo
scheletro del palato duro (Fig. 4a),
tetto della cavità orale.
La crescita del mascellare superiore
si realizza nei tre piani dello spazio
in modo differenziato mediante
traslazione sagittale, allungamento
verticale ed espansione sul piano
trasversale. L’accrescimento del ma-
scellare in larghezza è suturale a livello mediano e apposizionale sulla
superficie esterna e a livello del seno
mascellare.
L’accrescimento sagittale è suturale
Il principio biologico dell’espansione rapida del palato va obiettivato
nella permanenza, a livello della
sutura palatale, dello stadio di sinfibrosi fino all’età adulta e nell’azione
di trazione esercitata sulle fibre suturali in seguito all’applicazione di
forze ortopediche.
In Ortognatodonzia, l’impiego di
forze intense porta a una condizione, detta “ialinizzazione del parodonto”, in grado di bloccare per un
certo periodo di tempo qualsiasi
movimento dentale e consentire
così di ottenere una separazione a livello suturale. Questo fenomeno di
ialinizzazione si verifica in seguito
alla compressione dei vasi a livello
del parodonto.
In conseguenza di tale forza, a livello osseo si presentano tre reazioni.
Si tratta di reazioni bioelastiche,
bioplastiche e biodistruttive che
prevalgono alternativamente a
seconda dell’intensità della forza
applicata. Nel caso dell’espansione
rapida del palato, essendoci in gioco
forze pesanti, si verifica dapprima
un piccolo movimento dentario,
che viene poi arrestato dalla formazione di uno strato di ialinizzazione.
>> pagina 10
10 Pratica & Clinica
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
<< pagina 9
Se la sutura palatina mediana e quelle circummascellari si trovano in
uno stato di sinfibrosi, la forza applicata va a esercitarsi in queste zone,
allargando le suture e riempiendo
di tessuto connettivale fibroso disorganizzato lo spazio generatosi.
Tale tessuto andrà in seguito incontro ad ossificazione per induzione
dell’osteogenesi. L’osteogenesi che si
genera nel contesto dell'espansione
mascellare a seguito della trazione
effettuata dalle forze ortopediche è
considerata un processo biologico
che si estrinseca con un potenziale
di crescita, anche se avviene al di
fuori della crescita stessa.
Espansione rapida palatale
L’espansione palatale rapida (Rapid
Palatal Expansion, RPE) si estrinseca con un movimento di rotazione
a semicerchio del mascellare superiore con apertura verso l’avanti,
associato a un avanzamento del
punto A e a un abbassamento della mascellare sul piano verticale.
Ciò determina indirettamente una
post-rotazione mandibolare che si
manifesta clinicamente con una riduzione dell’overbite: questi ultimi
sono però effetti transitori, correlati
alla fase attiva dell’espansione.
I processi palatini si separano creando un’apertura piramidale con base
a livello dell’incisivo e apice a livello
della base nasale (Fig. 5a).
Dal punto di vista dentale la disgiunzione del palato determina
una vestibolo-inclinazione degli
elementi diatorici (premolari e molari) e la comparsa di un diastema
interincisivo, che si richiude in un
arco di tempo relativamente breve
(circa 60 giorni) (Figg. 6a-c; Figg. 7ac), a seguito della mesializzazione
verso la linea mediana degli incisivi, sottoposti a trazione delle fibre
transettali. Gli effetti scheletrici
e dentali dell’espansione palatale
sono variabili e dipendono dall’età,
dal sesso e della maturazione scheletrica del paziente, e dall’entità
dell’apertura della vite.
Fig. 4a - Palato duro.
volta rimosso l’espansore, si può andare incontro ad una piccola recidiva dento-scheletrica.
Durante la fase attiva dell’espansione può rendersi necessaria l’assunzione di antidolorifici al bisogno:
studi preliminari evidenziano che
il 30-40% dei pazienti assumano
farmaci analgesici per i primi giorni
di attivazione. Una volta effettuata
l’espansione è fondamentale tenere
in situ l’apparecchiatura per almeno 6 mesi, in modo da mantenere
l’espansione scheletrica ottenuta
mentre si verifica la neoapposizione
fibro-ossea a livello suturale che garantisce una stabilità del risultato.
Dopo una prima espansione è possibile, laddove necessario, effettuarne
una seconda.
Indicazioni cliniche
Sono diversi i quadri disgnatici che,
essendo caratterizzati da un deficit
trasversale del mascellare superio-
re, possono trarre beneficio da un
trattamento intercettivo d’espansione ortopedica. In particolare, è
indicata una terapia intercettiva di
espansione in caso di:
- cross-bite monolaterale o bilaterale;
- discrepanza dento-basale dell’arcata superiore;
- malocclusioni di II classe in cui
l’espansione trasversale dell’arcata superiore permette un riposizionamento anteriore mandibolare;
- malocclusioni di III classe, sostenute da iposviluppo del mascellare superiore, in cui l’espansione rapida del palato è associata
alla protrazione ortopedica del
mascellare mediante maschera
facciale.
Inoltre, beneficiano di un trattamento intercettivo di espansione
del palato tutti quei pazienti che
manifestano respirazione orale.
Fig. 5a - Radiografia occlusale al termine dell’espansione rapida del palato.
Infatti l’espansione rapida palatale
non agisce solo a livello ortopedico, incrementando i diametri trasversali dell’arcata superiore, ma
ha delle ripercussioni anche sulla
funzione respiratoria, attraverso la
diminuzione delle resistenze delle
vie aeree nasali e il ripristino di un
pattern fisiologico di respirazione
nasale. Il risultante miglioramento
della funzione respiratoria influisce
favorevolmente la successiva crescita del complesso cranio-facciale.
Come già descritto precedentemente, l’effetto dell’espansione consiste
in un movimento in basso e in avanti del complesso naso-mascellare da
cui deriva un aumento del canale
nasale in tutte le sue direzioni. Si
calcola che l’apertura piriforme aumenti di circa 2-3 mm e anche che
il setto si modifichi, aumentando di
lunghezza nel suo terzo inferiore e
migliorando le eventuali deviazioni.
Conclusioni
L’ipoplasia trasversale del mascellare superiore rappresenta una delle
disgnazie più frequenti che possono
interferire con il normale e armonico sviluppo del complesso maxillofacciale. Una diagnosi precoce e un
trattamento intercettivo adeguato
permette di non deviare la parabola
evolutiva del soggetto dalla norma
biologica.
>> pagina 11
Metodica di espansione
L’espansione rapida si ottiene con
l’applicazione del disgiuntore palatale (Figg. 8a-e), che nella sua forma classica, è costituito da una vite
centrale a doppia guida, fornita di
4 braccia, a cui vengono saldate le
bande che sono da cementare sui
denti pilastro da sostegno dell’apparecchio. I denti utilizzati nell’articolato di permuta sono, di norma,
i primi molari permanenti o i secondi molari decidui. L’espansore è
attivato seguendo diversi protocolli
d’impiego a seconda che si scelga di
eseguire un’espansione rapida, semirapida o lenta. Per quanto riguarda l’espansione rapida si istruiscono
il paziente e i genitori ad effettuare
due attivazioni al giorno, per un
periodo che va dai 7 ai 14 giorni in
base alle necessità cliniche. Il limite
dell’espansione è dato dal rapporto
tra le cuspidi palatali dei primi molari superiori e le cuspidi vestibolari
dei primi molari inferiori.
Si consiglia di effettuare sempre
un’ipercorrezione in quanto, una
Figg. 6a-c - Visione intraorale: apertura e chiusura del diastema interincisivo in
seguito a espansione rapida del palato.
Figg. 7a-c - Visione intraorale: apertura e chiusura del diastema interincisivo in
seguito a espansione rapida del palato.
Pratica & Clinica 11
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
< pagina 10
Se il paziente si presenta in giovane età, la correzione dei diametri
trasversali del mascellare superiore può essere effettuata tramite
disgiunzione palatale ortopedica,
ottenendo dei risultati ottimali da
un punto di vista estetico, funzionale e in termini di stabilità.
In questo modo è possibile consentire successivamente la normale crescita delle base ossee nei tre
piani dello spazio.
Ovviamente l’approccio terapeutico per la risoluzione del deficit
trasversale del mascellare superiore deve tenere conto dei vari momenti eziologici, dell’entità della
discrepanza tra mascellare superiore e mandibola e dei diametri
trasversi delle strutture dentoscheletriche.
L’introduzione sul mercato di dispositivi per espansione rapida
con morfologia strategica, che incorporano viti di ridotte dimensioni, confortevoli per il paziente e
di facile igiene, aumenta ulteriormente le potenzialità di questo
trattamento intercettivo.
La bibliografia è disponibile presso l’Editore.
CAMPAGNA ABBONAMENTI
Figg. 8a-e - Visione intraorale frontale e palatale prima (a, b) e dopo (c, d) espansione rapida del palato. Radiografia occlusale (e) al termine dell’espansione.
report del 105°
Congresso eos
2012
Dental Tribune arrichisce
la scelta per l’informazione
a Santiago
de Compostela
Dal 18 al 23 giugno si è svolto nella cornice di Santiago de Compostela il 105°
Congresso della Società Europea di Ortodonzia (Eos) con partecipanti così
numerosi (oltre 2.500) da “spiazzare” gli organizzatori. Nella Facoltà di Storia
dell’Università di Santiago, il 18, si è svolto l’incontro per gli studenti postgraduate con il IX Meeting dell’Epsos dedicato all’ancoraggio scheletrico.
Oltre 150 i giovani e due scuole di specializzazione italiane (Napoli Federico II e Napoli Sun) partecipanti. Sempre il 18, primo giorno degli esami
Ebo e i Consigli dell’Eos e dell’Efosa. Martedì 19, svolgimento dei corsi precongressuali (Martin-Cocconi), post-graduate course e vari meeting delle
associazioni . Tutti dedicati i 3 giorni successivi alle sessioni scientifiche: il
mercoledì, lavori di ricerca del Wjb Houston Award, vinto da Vincenzo D’Antò (Università Federico II); i temi della chirurgia ortognatica (Evans, Guerrero, Hunt, Garcia) e dell’accelerazione del movimento ortodontico (Spena).
La “president reception” della sera si è svolta nella famosa piazza Obraidoro della Cattedrale, dove è situato l’Hostal Reyes Catolicos, già ostello per i
pellegrini a fine cammino verso la tomba di San Giacomo. Il giovedì è stato
dedicato all’ancoraggio scheletrico (Kyung, Bumann, Bister) e alla diagnosi
3D (Hernandez, Kusnoto). Nella maestosa Cattedrale, meta di pellegrinaggi
da oltre un millennio, la messa per i congressisti con l’enorme botafumeiro (incensario) di 53 Kg, strumento igienico prima che religioso, per coprire
l’acre odore dei pellegrini giunti a Santiago a piedi dopo mesi. Il venerdì
ha visto diversi temi congressuali intrecciarsi e tra questi i DTM (Michelotti). La chiusura ha coinciso con l’Assemblea dei soci e la proclamazione dei
vincitori degli Awards, con la cena di gala, il corso post-congresso del sabato
(Carriere-Nanda) e l’immancabile Silver Mill Competition. Appuntamento a
Reykjavík dal 26 al 29 giugno 2013.
Cesare<Luzi
www.dental-tribune.com
dental pack
Anno IV n. 1
Allegato n. 1 di Dental Tribune
Italian Edition
Anno VII, n. 4 - Aprile 2011
Il ruolo dell’IgIenIsta
In ortodonzIa
Gli igienisti dentali rivestono un ruolo molto importante
nell’identificazione dei pazienti
che hanno bisogno di un trattamento ortodontico, motivandoli
ed educandoli.
> pagina 21
Cari Colleghi, Cari Amici,
la Società Italiana di Scienze dell’Igiene
orale, nata 5 anni fa, è arrivata al suo 3° Congresso. Quest’anno l’evento
è da definirsi “internazionale” grazie alla presenza di relatori
provenienti dall’Europa
e dal Mondo.
Relatori impegnati nella Ricerca e Sviluppo
che utili ai professionisti nella pratica clinica di metodologie e tecniquotidiana: per migliorare ed ottimizzare le prestazioni offerte
al paziente.
Il Convegno, infatti, si propone di approfondire
gli aspetti operativi
scientifici e culturali poiché gli obiettivi
della Sisio sono quelli di
accelerare lo sviluppo delle ricerche sull’Igiene
orale, creare un’infrastruttura di ricerca al servizio della
solida base scientifica alla pratica clinicaprofessione e costruire una
Tutto questo trova riscontro anche in dell’Igiene dentale.
in Europa e nel Mondo. Il nostro sloganrealtà associative emergenti
è: “Imparare a fare ‘Scienze dell’igiene orale’ ed esserne protagonisti
indiscussi”. Vi aspetto
numerosi, nella splendida tenuta di San
Rossore nel cuore di Pisa:
un’occasione per scambiare idee e opinioni
all’ombra della Torre più
famosa del mondo.
Annamaria Genovesi, Presidente Sisio
la proMozIone
della salute gloBale
Uno dei compiti dell’igienista
dentale è rilevare la presenza e
agire sul cambiamento di quei
fattori modificabili che possono influenzare lo sviluppo delle
patologie parodontali.
> pagina 24
Anno IV n. 1
Allegato n. 1 di Dental Tribune
Aprile 2011
l’eVoluzIone storICa
dello spazzolIno da dentI
Lo spazzolino è uno strumento
essenziale per la cura dei denti
e uno tra i più antichi utilizzati
dall’uomo. Ripercorriamo insieme una breve cronostoria della
sua nascita ed evoluzione.
> pagina 28
L’evento internazionale Sisio
per una Scienza dell’Igiene orale
Italian Edition
Anno VII, n. 4 - Aprile 2011
Il ruolo dell’IgIenIsta
In ortodonzIa
Gli igienisti dentali rivestono un ruolo molto importante
nell’identificazione dei pazienti
che hanno bisogno di un trattamento ortodontico, motivandoli
ed educandoli.
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la proMozIone
della salute gloBale
Uno dei compiti dell’igienista
dentale è rilevare la presenza e
agire sul cambiamento di quei
fattori modificabili che possono influenzare lo sviluppo delle
patologie parodontali.
> pagina 24
Cari Colleghi, Cari Amici,
la Società Italiana di Scienze dell’Igiene
orale, nata 5 anni fa, è arrivata al suo 3° Congresso. Quest’anno l’evento
è da definirsi “internazionale” grazie alla presenza di relatori
provenienti dall’Europa
e dal Mondo.
Relatori impegnati nella Ricerca e Sviluppo
che utili ai professionisti nella pratica clinica di metodologie e tecniquotidiana: per migliorare ed ottimizzare le prestazioni offerte
al paziente.
Il Convegno, infatti, si propone di approfondire
gli aspetti operativi
scientifici e culturali poiché gli obiettivi
della Sisio sono quelli di
accelerare lo sviluppo delle ricerche sull’Igiene
orale, creare un’infrastruttura di ricerca al servizio della
solida base scientifica alla pratica clinicaprofessione e costruire una
Tutto questo trova riscontro anche in dell’Igiene dentale.
in Europa e nel Mondo. Il nostro sloganrealtà associative emergenti
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Annamaria Genovesi, Presidente Sisio
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Controllo del biofi lm batterico
I paradigmi da sconfessare
Controllo del biofi lm batterico
I paradigmi da sconfessare
Gianna Maria Nardi
Gianna Maria Nardi
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pagina 22
L’informazione globale in una veste
interattiva e aggiornata.
50,00 euro
Una svolta decisiva nella
scienza della cura orale è stata di sviluppo di placca sopragenl’evidenza scientifica ad opera givale con la formazione della
di Loe e coll. negli Anni ’60, pellicola e colonizzazione batche riconobbe la placca come terica con crescita di colonie
causa primaria di carie, gengi- batteriche, fino ad arrivare a
della placca.
vite e parodontite, confermata maturazione
Lo spazzolamento “efficace”
poi negli Anni ’70 da Theilade permette
di tenere sotto cone coll., che produssero l’ipotesi trollo
la salute del cavo orale
specifica della placca.
Ad oggi, questo è l’unico stu- ed evitare carie, gengivite e
in parodontite.
dio che ha visto tutti i ricerca- progressione
I dati prodotti dalla Sidp
tori concordi.
Negli Anni ’80 e ’90, la let- Progetto Terapia 2003 danno
teratura scientifica definisce la prevalenza del 60% degli
la comunità strutturata di adulti sofferenti di vari stacellule batteriche racchiuse di di malattia parodontale,
in una matrice polimerica per un 10-14% forme gravi o
autoprodotta e aderente ad avanzate con drastico aumenuna superficie inerte o viven- to nella fascia d’età compresa
te, denominandola “biofilm tra i 35 e 44 anni. Solo il 2%
batterico” (Costerton e coll. della popolazione soffre di
1999). Le dinamiche del bio- parodontiti aggressive.
film passano attraverso stadi
HT
il PACK comprende
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Lo spazzolamento “efficace”
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Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
Utilizzo della Semeiotica Occluso Posturale
nel recupero funzionale della DV in paziente
portatrice di protesi totale superiore
T. Toti, Consulente Odontoiatra, IRCCS Ospedale San Raf faele, Milano
La scuola di Semeiotica Occluso Posturale si occupa preminentemente
dell’applicazione di tecniche diagnostiche in pazienti disfunzionali, al
fine di individuare l’eziologia dello
squilibrio eventualmente esistente
nell’apparato stomatognatico del paziente. Va qui ricordato che andrebbe
considerato disfunzionale non solo
chi richiede visita per dolori o rumori avvertiti durante i movimenti di
apertura e chiusura delle fauci, ma
anche chi, seppur asintomatico, ha
perduto il personale rapporto spaziale mandibolo/mascellare sia per
edentulia più o meno estesa, sia per
disgnazia di pertinenza ortodontica.
Il recupero della corretta e personale
posizione mandibolare in rapporto
al cranio è fondamentale per restituire il perduto benessere al paziente
algico disfunzionale ma anche per
cercare di garantire una stabilità riabilitativa nel tempo. Il caso presentato riguarda una paziente di 68 anni
che lamentava dolenzia alta cervicale
unita a forte dolore in area masseterina bilateralmente. La paziente era
portatrice di protesi totale superiore
e di riabilitazione implantoprotesica
nel terzo e quarto quadrante. All’esame obiettivo non si rilevavano
rumori in apertura e chiusura, così
come la dinamica mandibolare appariva prima di palesi incoordinazioni.
La verifica semeiologica in relazione
al quesito clinico sulla competenza
odontoiatrica del trattamento dei disturbi della signora, utilizzando il Test
di Meersseman modificato, deponeva
per sindrome posturale di pertinenza
odontoiatrica.
Per la valutazione funzionale dello
stato occlusale è stato utilizzato il sistema BTS TMJoint (BTS SPA Milano),
una soluzione strumentale che utilizza sonde elettromiografiche wireless per la rilevazione, non invasiva,
dell’attività elettrica muscolare dei
muscoli masseteri e temporali anteriori, durante prove di massimo serramento volontario o clenching.
Un particolare algoritmo di elaborazione, calcola e fornisce indici numerici, chiamati coefficienti di sovrapposizione percentuale POC, che
permettono di quantificare la condizione occlusale, grazie alla correlazione con la funzione muscolare misurata. La particolarità tecnica che rende
la metodica altamente accurata, è la
normalizzazione dell’attività elettrica muscolare misurata, attraverso
un’analisi differenziale dei dati ottenuti durante due prove di serramento, una interponendo rulli salivari di
cotone tra le arcate dentarie e l’altra
in massima intercuspidazione.
A questa condizione corrisponde il
massimo lavoro dei muscoli temporale anteriore e massetere. La standardizzazione annulla la variabilità causata, ad esempio, dal posizionamento
degli elettrodi, se pensiamo alle prove effettuate su paziente in tempi
diversi. I principali indici calcolati
sono POC TA e POC MM, BAR e TORS
ovvero i coefficienti di sovrapposizione percentuale, rispettivamente,
dei fasci anteriori dei temporali e dei
masseteri tra loro, delle coppie dei
masseteri verso i temporali anteriori, e delle coppie “temporale destromassetere sinistro” e “temporale
sinistro-massetere destro”. Tutti gli
indici elettromiografici sono espressi
in percentuale come confronto delle
due prove elettromiografiche di serramento con e senza rulli di cotone.
Il POC è un indice del livello di simmetria di azione muscolare, dato dalla
percentuale di sovrapposizione delle
curve dei valori di RMS o root mean
square dei segnali elettromiografici
di superficie dei muscoli omologhi.
L’indice POC TA corrisponde all’influenza di contatti dentali corrispondenti ai denti incisivi, canini e primi
premolari. L’indice POC MM corrisponde invece all’influenza di contatti dentali corrispondenti ai denti
premolari e molari. Biologicamente
la ricerca ha dimostrato come si considerino normali valori che si attestano attorno a 85%±2%. Valori di POC
fuori dalla norma indicano qualità di
contatto prevalente o insufficiente di
un lato rispetto al controlaterale.
L’indice BAR stima la posizione del
baricentro occlusale esprimendo una
prevalenza di attività differenziale
della coppia di muscoli masseteri rispetto a quella dei temporali: quando
i contatti dentali tendono a concentrarsi sui molari, la coppia dei masseteri produce un livello di contrazione
maggiore rispetto alla coppia dei
temporali. Nella situazione in cui il
baricentro occlusale è anteriore, sono
i temporali, viceversa, ad esprimere
una forza di contrazione maggiore.
Il TORS, infine, è un indice di misura
dell’atteggiamento di torsione mandibolare quando questa va in occlusione con il mascellare superiore, in
massimo serramento volontario. Si
ottiene dal confronto del livello di
contrazione della coppia temporale di destra e massetere di sinistra
(per convenzione momento torcente
verso destra) con quello della coppia
temporale di sinistra e massetere di
destra (per convenzione momento
torcente verso sinistra). Quando questo indice è >90%, non si verificano
momenti torcenti sulla mandibola.
La paziente è stata sottoposta anche
a tutti i test di semeiotica occluso
posturale atti a trovare e registrare
il personale rapporto spaziale mandibolo mascellare che viene normalmente stabilizzato in deglutizione
(occlusione terapeutica).
Le verifiche strumentali, semeiologiche hanno confortato sul raggiunto
riequilibrio muscolare del distretto
cranio-collo e la signora a riferito un rapido raggiunto benessere dopo la consegna della nuova protesi.
Di seguito la sequenza degli interventi
sulla paziente.
Fig. 1- Foto iniziale dell’occlusione della
paziente.
Fig. 2 - Consolle del sistema BTS
TMJoint.
Fig. 3 - Test di clenching con cotoni in
prima registrazione.
Fig. 4 - Registrazione del clenching in
occlusione abituale della paziente per registrare il POC (analisi del contatto dentale).
Figg. 5, 6 - Analisi dell’attività dei mm. Sternocleidomastoidei.
Fig. 7 - Tracciato di sintesi della posizione o tendenza alla
posizione mandibolare iniziale e con indici occlusali.
Fig. 8 - Grafico del POC iniziale e con indici di posizione
terapeutica.
Fig. 9 - Sintesi della norma muscolare iniziale e con indici
di posizione terapeutica.
Fig. 10 - Mascherina utilizzata per la ricerca della posizione
terapeutica, si notino le scanalature per la ritenzione del materiale da registrazione e lo spessore inserito a destra per riequilibrare la posizione secondo le indicazioni dei test eseguiti.
Fig. 13 - Registrazione della posizione mandibolare terapeutica.
Figg. 11, 12 - Esecuzione del test di localizzazione,
disfunzione ai muscoli temporali medi.
Fig. 15 - Grafico
del POC finale.
Fig. 14 - Tracciato di sintesi
della posizione o tendenza
alla posizione mandibolare
finale
Fig. 16 - Sintesi della norma muscolare
finale.
Fig. 17 - Protesi finale in occlusione
terapeutica.
meeting & Congressi 13
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
A Bologna il XIII Congresso Nazionale sisos
“per riscoprire il lato umanistico della professione”
In questi anni il tumultuoso sviluppo tecnologico, volto in teoria
a fornire un intervento sanitario
sempre più efficace, di contro si
è inserito in un rapporto medicopaziente che diviene di giorno in
giorno sempre più labile, a volte
addirittura conflittuale.
Ciò deriva dal fatto che accanto
all’evoluzione scientifica della
materia viene parallelamente a
evidenziarsi una eccessiva burocratizzazione della professione
nel nome della sicurezza di cura
e dell’ottimizzazione delle risorse; tutti quanti dobbiamo sempre
più fare i conti con un sempre
maggior numero di soggetti terzi,
non necessariamente inseriti nel
puro contesto clinico, ma che irrompono quotidianamente e prepotentemente nella nostra attività
inondandoci di regole, molte volte
troppo bizantine, che di fatto obbligano noi professionisti Odontoiatri, nel dover rivolgere la nostra
Opera nei confronti del “paziente”,
anch’egli ormai definito “cliente”,
in modo asettico, quasi impersonale, o se vogliamo “commerciale”.
Il vero rapporto dualistico medico-paziente di fatto non esiste più
nel senso ippocratico del suo significato.
Sicuramente l’evoluzione scientifica sviluppata in campo dentale
possiede il pregio di permettere
l’effettuazione di terapie sempre
più valide e precise; pur tuttavia
ogni nuova tecnica o materiale a
nostra disposizione cancella tutta
la memoria storica delle scoperte
precedenti che ne hanno permesso di fatto la loro concreta realizzazione e utilizzo clinico.
È in questa situazione di “annullamento del passato” in ambito
odontoiatrico che si inserisce la Sisos, la cui “mission” è proprio quella di riportare nel contesto attuale
tutto ciò che di buono è servito nel
tempo a far progredire la materia,
permettendo così, come diretta
conseguenza di focalizzare una
maggiore attenzione al paziente in
cura tale da far riacquistare un solido rapporto fiduciario, anche nel
pieno rispetto delle regole attuali.
E in questo discorso si vuole portare a conoscenza dei colleghi che su
questa tematica sarà improntato il
prossimo XIII Congresso Nazionale Sisos, che si terrà il prossimo sabato 3 novembre a Bologna, presso
la sede della Società Medico Chirurgica locale.
L’evento è rivolto a tutti quei colleghi odontoiatri che operando quotidianamente in campo dentale
ritengono importante il lato umanistico della nostra professione, ritenendo utile indagare e trarre insegnamento da tutti quegli eventi
che hanno permesso all’odontoiatria di raggiungere le conquiste
odierne.
Sicuri dell’esistenza di un notevole numero di Dentisti convinti sostenitori di questa “filosofia storico-odontoiatrica” i membri del comitato organizzativo del congresso Sisos si augurano in una altrettanto numerosa
affluenza alla manifestazione.
Paolo<Zampetti, Il Presidente SISOS
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14 Passato & Presente
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
Università di Pavia: i cento anni
della Clinica odontoiatrica
Il 7 giugno, a Pavia, presso la splendida sede del Palazzo Centrale
dell’Università, si è tenuta la celebrazione dei cent’anni della Clinica
odontoiatrica, la prima in Italia a
carattere universitario. Ne ripercorriamo brevemente la storia.
Già a partire dall’anno accademico 1890-91 venne istituito il primo
corso ufficiale di Clinica odontoiatrica riservato agli studenti del V
anno di Medicina, affidato a Carlo
Platschick (1853-1912), primo libero
docente della disciplina in Italia; la
Facoltà pavese aveva compreso la
necessità di un corretto insegnamento dell’Odontoiatria ai medici.
Successivamente il Platschick aprì
a sue spese, presso il Policlinico S.
Matteo, un ambulatorio per cure
odontostomatologiche, riscuotendo
un certo successo. Il corso libero di
Clinica odontoiatrica fu tenuto, dal
1891 al 1904, alternativamente dallo
stesso Platchick e da Ludovico Coulliaux (1863-1929), e venne sospeso
fino all’anno accademico 1911-12.
Frattanto si era giunti ad una svolta:
nel 1908 il Rettore, Camillo Golgi,
Nobel per la Medicina, prevedeva la
costituzione di un Istituto di Odontoiatria presso il nuovo ospedale in
via di costruzione S. Matteo. Nel 1912
si poté iniziare l’attività clinica, didattica e scientifica nel nuovo Istituto di Odontoiatria, appena fondato,
allogato nel Palazzo del Maino. L’incarico della direzione della Clinica e
dell’insegnamento vennero affidati
a Ludovico Coulliaux. Fra alterne
vicende, l’Istituto ebbe maggior sviluppo nella sua attività clinica; durante il primo conflitto mondiale fu
adibito a centro per la chirurgia mascellare e la consulenza e terapia per
i mutilati e i traumatizzati del viso.
Nell’immediato primo dopoguerra fu sede di importanti indagini
scientifiche sui vari campi della Stomatologia; di particolare rilievo, gli
studi sperimentali sulla sepsi focale
stomatogena (1921) e sulle stomatiti
da bismuto (1922).
Nel 1925, a causa della malferma
salute, Coulliaux decise di ritirarsi; la Facoltà chiamò a succedergli
Silvio Palazzi (1892-1979). Con il
suo avvento l’Istituto assunse una
connotazione improntata, oltre che
all’attività clinica e didattica, alla
metodologia di indagine, alla ricerca anatomo-istologica e alla sperimentazione. Già dal 1925 venne
studiato l’argomento delle lesioni
traumatiche cranio-facciali dei pugilatori, con un particolare apparecchio protettivo intermascellare
di larga diffusione; nel medesimo
anno si iniziò la rielaborazione del
concetto di “piorrea alveolare” che
portò, nel 1927, alla creazione, da
parte dello stesso Palazzi, del termine “paradenziopatie”. Istituì infatti
una nuova nomenclatura, nuova
sistematica clinica, nuove indagini
istopatologiche, nuovi concetti terapeutici. Si ebbero altresì importanti
risultati nell’Odontoiatria conservativa con una tecnica elaborata per la
terapia radicolare (colloid-terapia);
nella Chirurgia orale con l’istituzione di nuove metodiche di avulsione
dentale e di terapia chirurgica per la
riduzione di fratture del complesso
maxillo-facciale; nella divulgazione
scientifica grazie alla fondazione
della rivista Rassegna Trimestrale
di Odontoiatria. Inoltre, grazie agli
studi e alle ricerche dell’aiuto di
Cinzio Branchini (1903-1993), vennero iniziate indagini sperimentali
sull’ipo e avitaminosi C sul paradenzio e sull’odontone. A Palazzi e a
Branchini spettò anche il merito di
aver proposto, primi in Italia, l’anestesia con protossido d’azoto utilizzando apparecchi per la narcosi con
gas ad erogazione misurata (inizio
anni Trenta).
Dal 1932, col trasferimento dell’Ospedale S. Matteo presso i nuovi
locali del Policlinico, l’Istituto di
Odontoiatria poté avere una sistemazione più consona alla sua
dignità e alle sue esigenze; si ebbe
un perfezionamento delle funzioni
della Clinica, con l’ampliamento di
strutture ed impianti e con notevole
aumento dell’attività. Nel 1934 venne fondata la Scuola di specializzazione in Odontoiatria e Protesi dentaria presso l’Università di Pavia, la
seconda in Italia. La nuova, più ampia sede consente l’organizzazione
di un’attività teorico-pratica della
Scuola e della Clinica, basata sull’istituzione di vari corsi con liberi docenti dell’Istituto (Amodeo, Babini,
Bracchetti, Branchini, Bugliari, Caudana, Hruska, Zerosi) su vari argomenti dell’Odontostomatologia, fra
cui Conservativa, Protesi, Chirurgia,
Anestesia e Istologia. In particolare,
venne dato rilievo alla didattica mediante la preparazione di pellicole
cinematografiche in bianco e nero e
a colori, allorché tale mezzo di insegnamento era ancora poco utilizza-
to. Gli specializzansi, inoltre, potevano esercitarsi in laboratori dotati
di manichini simulanti il paziente;
in ciò l’Istituto di Pavia fu anche
all’avanguardia, essendo fra i primi
in Italia a proporre un’equilibrata
fusione fra teoria e propedeutica.
Nel 1937 venne utilizzata, da parte
di Palazzi, una terapia ortodontica
con metodo biomeccanico; l’anno
successivo Palazzi e Branchini praticarono, primi in Italia, l’intervento
di resezione bilaterale simmetrica
della mandibola secondo Kostecka
per la correzione chirurgica del progenismo.
Con lo scoppio del secondo conflitto, le attività cliniche e didattiche
dell’Istituto subirono un forzato
rallentamento, anche per l’arruolamento volontario del Direttore
Palazzi per l’Africa orientale; la direzione provvisoria della Clinica venne affidata all’aiuto di Branchini,
che compì ricerche istopatologiche
sul trapianto di tessuti dentinali
embrionali; da segnalare, nel 1941,
le indagini istologiche sull’innervazione della polpa e del parodonto
compiute da Zerosi.
Nel periodo immediatamente successivo alla guerra si gettarono le
basi per un ulteriore ampliamento della sede: già dal 1942 l’Istituto
era stato dotato di aula propria, e
nel 1951 il padiglione che ospitava
la sede della Clinica odontoiatrica,
otorinolaringoiatrica e dell’Istituto
di Radiologia venne raddoppiato,
cosicché tutti e tre gli Istituti ebbero
notevole espansione.
In tal modo si poterono costituire
un reparto operativo chirurgico stomatologico, un nuovo laboratorio
con nuovi microscopi ed apparecchiature per le ricerche istologiche,
un ricco Museo di storia dell’Odontoiatria con oggetti appartenenti
ai più grandi odontoiatri italiani e
stranieri e un’aula per le lezioni agli
specializzandi: un assetto rimasto
tale, pur con gli inevitabili ammodernamenti, fino al 1996.
Negli anni Cinquanta i filoni di ricerca furono variamente orientati:
quelli sullo studio della profilassi
del fluoro sulla carie dentale (con
il primo convegno in Italia, detto
“Simposio del Fluoro”, organizzato
dalla Scuola Pavese). Altro importante tema furono gli impianti alloplastici e sottoperiostei: vennero
infatti gettate le basi della moderna
Implantologia con lo studio e le ricerche sperimentali su tali metodiche chirurgiche. Vennero altresì organizzati corsi di perfezionamento
in Implantologia presso la Clinica
odontoiatrica Pavese, sede anche
di un’Associazione internazionale
europea sugli impianti (Borghesio,
Branchini, De Rysky). Nel 1957 venne studiata e praticata l’ipnosi in
Odontoiatria (Pavesi). Da ricordare l’efficace propaganda e l’attiva
campagna, operate da Palazzi, per
il miglioramento dell’insegnamento professionale e della legislazione
odontoiatrica.
Nel 1962, dopo un magistero di 38
anni in cui si ebbe la nascita della
moderna Odontostomatologia, Silvio Palazzi lasciò la direzione della
Clinica: venne chiamato a succedergli Cinzio Branchini, il quale provvide alla riorganizzazione delle attività della Clinica con la creazione
di reparti specializzati (Chirurgia,
Protesi, Conservativa, Implantologia, Ortodonzia e Odontoiatria infantile). Nella seconda metà degli
anni Sessanta venne avviata anche
una proficua collaborazione con il
Centro studi per l’Istochimica del
CNR, che avrebbe portato a indagini
sperimentali istofluorimetriche sui
tessuti duri del dente (Branchini,
Brusotti, Caprioglio, Cattaneo, De
Rysky, Ossido, Resta, Preda, Sapelli, Sfondrini). Tali sperimentazioni
ebbero priorità assoluta in Italia.
Furono inoltre studiati i trapianti e
i reimpianti dentali. Nel 1968 venne
organizzato, dalla Scuola di Pavia,
l’XI Congresso nazionale della Società italiana di Odontostomatologia e Chirurgia maxillo-facciale.
Nel 1973 la Direzione della Clinica odontoiatrica venne assunta da
Salvatore De Rysky (1921-2000), che
proseguì l’opera iniziata dai predecessori per la definitiva affermazione della specialità. Si batté assiduamente per l’istituzione del Corso
di Laurea in Odontoiatria e Protesi
dentaria, in linea con gli altri Paesi della Cee, istituito infatti con un
d.p.r. il 28 febbraio 1980.
La Scuola di Pavia fu la prima in
Italia a coprire tutte le cattedre con
professori di ruolo. In questo periodo vennero compiute indagini
sperimentali sui materiali dentari (Menghini e coll.), sulla terapia
conservativa (Bianchi e coll.), in
Ortognatodonzia (Sfondrini e coll.),
in Implantologia e Chirurgia orale
(Brusotti e coll.), in Protesi e Gnatologia (Collesano e coll.), in Parodontologia (Cattaneo e coll.).
Nel 1991 la direzione dell’Istituto
venne affidata a Cesare Brusotti,
che la mantenne fino al 1997; la
direzione della Clinica fu invece
assunta da Gigi Ettore Preda (fino
al 1997). Nel 1998 si ebbe il trasloco
dalla precedente sede a quella più
ampia e confortevole della vecchia
Clinica pediatrica, in modo da soddisfare molteplici esigenze cliniche
e didattiche. Dal 1997 ad oggi sono
succeduti alla direzione dell’Istituto
– sotto la denominazione di Dipartimento di Discipline odontstomatologiche “Silvio Palazzi” – Stefano
Bianchi, Vitaliano Cattaneo, Giuseppe Sfondrini e Silvana Rizzo, che
tutt’ora lo dirige.
Paolo Zampetti, Damaso Caprioglio
Vecchi e nuovi miti nelle
filosofie ortodontiche
al XXIV Congresso Internazionale della Sido
<< pagina 1
Nel corso di questo importante appuntamento avranno uno spazio dedicato il I
Congresso Nazionale Sioti (mercoledì 10), il
XXII Convegno Sibos (giovedì 11) e il XLIV
Congresso Nazionale OR-TEC® (venerdì 12 e
sabato 13). Altro appuntamento di rilievo è
la giornata elettorale, prevista per il venerdì, quando si svolgeranno le elezioni per
il rinnovo delle cariche sociali: Presidente
2016, Segretario eletto, Revisore dei Conti
e Proboviro.
Per rendere ancora più piacevole questo
congresso, la Sido ha pensato a un programma sociale variegato e completo, di
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fare da cornice ai lavori scientifici in una
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Notizie dalle aziende 15
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
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Nuove tecnologie per la valutazione funzionale
del contatto occlusale nel trattamento ortodontico
È dimostrato come movimento, postura e occlusione siano correlati. Un’occlusione dentale funzionalmente scorretta può tradursi in alterazioni della
postura e del cammino causando, anche nel soggetto sano, tensioni e dolori
muscolari.
Scopo del trattamento ortodontico è
portare i denti in una relazione ideale
che, oltre all’estetica, garantisca una
corretta funzione. Interferendo con
la stabilità occlusale, l’ortodonzia influenza l’attività dei muscoli elevatori:
diviene estremamente importante misurarne gli effetti e monitorare eventuali cambiamenti durante la terapia.
Inoltre, al termine del trattamento,
una buona condizione di equilibrio
muscolare previene recidive, rendendo stabile il risultato.
Oggi, grazie a tecnologie innovative
uniche, è possibile eseguire una valutazione funzionale del soggetto in
modo oggettivo, quantitativo e ripetibile nel tempo, grazie all’elettromiografo BTS TMJOINT. Il sistema utilizza
sonde wireless per la rilevazione non
invasiva dell'attività elettrica muscolare dei masseteri e temporali. Uno
speciale algoritmo elabora coefficienti di sovrapposizione percentuale
(POC), per quantificare la condizione
occlusale. La particolarità tecnica che
rende la metodica molto accurata è la
normalizzazione dell’attività elettrica
muscolare, misurata in due prove di
serramento: una interponendo rulli
salivari di cotone tra le arcate dentarie,
l’altra in massima intercuspidazione,
cui corrisponde il massimo lavoro dei
muscoli temporale anteriore e massetere. La standardizzazione annulla la
variabilità causata, ad esempio, dal riposizionamento degli elettrodi.
I principali indici calcolati sono POC TA
e POC MM, BAR e TORS. Gli indici POC
TA e POC MM sono indici del livello
di simmetria di azione muscolare, rispettivamente dei muscoli temporali
e masseteri. L’indice POC TA corrisponde all’influenza di contatti dentali corrispondenti ai denti incisivi, canini e
primi premolari. L’indice POC MM corrisponde all’influenza di contatti dentali corrispondenti ai denti premolari
e molari. La ricerca ha dimostrato che
si possono considerare normali valori
superiori a 85% ± 2%. Valori POC fuori
norma indicano qualità di contatto
prevalente o insufficiente di un lato
rispetto al controlaterale.
L’indice BAR stima la posizione del
baricentro occlusale esprimendo una
prevalenza di attività differenziale
della coppia dei muscoli masseteri rispetto a quelli dei temporali: quando i
contatti dentali tendono a concentrarsi
sui molari, la coppia dei masseteri produce un livello di contrazione maggiore rispetto alla coppia dei temporali.
Quando il baricentro occlusale è anteriore, sono i temporali ad esprimere
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una forza di contrazione maggiore. Il
TORS è un indice di misura dell’atteggiamento di torsione mandibolare in
occlusione con il mascellare superiore,
in massimo serramento volontario.
Si ottiene dal confronto del livello di
contrazione della coppia temporale di
destra e massetere di sinistra con quello della coppia temporale di sinistra e
massetere di destra. Quando questo indice è >90% non si verificano momenti
torcenti sulla mandibola.
Il sistema permette inoltre di effettuare una valutazione della coordinazione neuromuscolare durante l’atto
masticatorio, tramite il protocollo di
masticazione.
Un corretto rapporto occlusale, risul-
tato di una terapia ortodontica, deve
considerare gli equilibri neuromuscolari del distretto cranio-mandibolare
e BTS TMJOINT rappresenta un valido
strumento di controllo e supporto alla
decisione clinica.
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16 meeting & Congressi
Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2012
Montecarlo: mezzo secolo di scienza e congressi
Organizza il Centro odontostomatologico di Torino
Presso lo Sporting d’Hiver in Place du
Casino di Montecarlo ha luogo, il 16 e
17 novembre il XXIV Congresso internazionale odontostomatologico organizzato dal Centro culturale odontostomatologico di Torino, che festeggia
i 50 anni di attività. Tema principale
del Congresso: “Cinquant’anni di tradizione e di innovazione in Odontostomatologia”, con traduzione in simultanea nelle tre lingue ufficiali (italiano,
inglese e francese) sotto il patrocinio
del Principe Alberto II, della Regione
Piemonte e della Provincia di Torino.
A dare il benvenuto ai congressisti,
l’Ambasciatore d’Italia, Antonio Mora-
bito, e il presidente Andi, Gianfranco
Prada. Plinio Pinna Pintor, presidente
della Fondazione Arturo Pinna Pintor,
e Aldo Ruspa, presidente del Centro e
direttore dell’Unità di Odontostomatologia della Clinica, presentano l’attività del Centro e della Fondazione,
che vantano un’antica collaborazione.
Quest’anno, oltre agli eminenti relatori, è previsto l’arrivo di trenta delegati
della Russia; uno spunto per interessanti confronti tra varie tecniche.
La sessione di Medicina orale è presieduta da György Szabò di Budapest; Talib Najjar – docente di Chirurgia orale
e maxillo-facciale e di Patologia orale
all’Università del New Jersey – presenta “Problemi e complicanze della terapia odontostomatologica in pazienti in
cura con bifosfonati”. Nella sessione di
Estetica, diretta da Umberto Garagiola
(Milano) e da Anita Trisoglio (Torino),
l’intervento di Paolo Picchioni (Bologna) e Giorgio Tessore (Torino) che
parlano rispettivamente di Estetica nei
trattamenti interdisciplinari e di faccette in ceramica.
Il pranzo di venerdì, riservato ai congressisti, ha luogo al Salon Bellevue del
Café de Paris, da cui si gode una splendida vista. Nel primo pomeriggio, Ezio
Campagna (Catania) e Valentino Ghi-
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DEL CONGRESSO:
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ANTONINO
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DIRETTORE SCIENTIFICO:
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FRANCO SANTORO
PRESIDENTI COMITATO ORGANIZZATORE:
GIAMPIETRO FARRONATO - ENRICO FELICE GHERLONE
PRESIDENTI COMITATO PROMOTORE:
LAURA STROHMENGER - ROBERTO WEINSTEIN
PRESIDENTI COMITATO RICERCA:
ANTONIO CARRASSI - RICCARDO CIANCAGLINI
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Società Italiana di Parodontologia
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Associazione Nazionale
Dentisti Italiani
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glione (Milano) presiedono la sessione
delle immagini tridimensionali in
Ortognatodonzia, con l’intervento di
Giancarlo Cordasco, Ordinario di Ortognatodonzia a Messina, e Giampietro Farronato, direttore della Scuola di
specializzazione di Ortognatodonzia a
Milano. I “principi della pianificazione
impianto-protesica computer assistita” costituiscono il tema di Antonino
Cacioppo, direttore di ricerca all’Università di Palermo.
Alla sera, nella prestigiosa Sala Belle
Epoque dell’Hotel Hermitage, il cocktail per i congressisti offerto dal Governo del Principato. Sabato 17 inizia
con l’Endodonzia. Presidenti di seduta:
Luca Aiazzi (Prato) e Giancarlo Barbon
(Milano). Arnaldo Castellucci (Firenze)
parla di “Ultrasuoni e ingrandimento:
un’accoppiata vincente”, mentre Katia
Greco (Lecce) presenta il “Glide path
meccanico: scelta o necessità?”. Dopo
la pausa caffè, la sessione di patologia
orale con Antonella Polimeni presentata da Franco Santoro (Milano). Presidente del Collegio Docenti di Odonto-
iatria e direttore del Dipartimento di
Scienze odontostomatologiche e maxillofacciali alla Sapienza, Polimeni tiene una conferenza magistrale su “Salute orale e qualità della vita dei pazienti
oncoematologici in età evolutiva”, cui
fa seguito l’intervento di Markus Laky
del Dipartimento di Parodontologia
dell’Università di Vienna sulle nuove
tendenze delle applicazioni laser in
Odontostomatologia. Ultima sessione:
Implantologia e Parodontologia presieduta da Ezio Campagna di Catania e da
Alberto Libero di Vercelli. Paolo Torrisi,
libero professionista di Catania riferisce “Sull’utilizzo del CGF (concentrate
growth factor) in Chirurgia rigenerativa”, e Luciano Zucchinelli, professore
a.c. alla Bicocca, presenta una relazione
su “La risposta infiammatoria in Parodontologia e nelle perimplantiti”.
A fine congresso è prevista l’iscrizione
omaggio per i congressisti al corso on
line (22 crediti Ecm) a cura dello sponsor Dental Tribune.
Dental<Tribune
Le Terapie
mini-invasive
a expo di autunno
Il 6° Expo di Autunno si terrà venerdì 30 novembre e sabato 1 dicembre
2012 e tratterà il tema “Le Terapie mini-invasive in Odontoiatria, risparmio
biologico ed economico”. Quest’anno la maggior parte delle manifestazioni che coinvolgono le scuole universitarie (relazioni, poster, manifestazioni di società) sono programmate il venerdì in modo da dare particolare
rilevanza al Congresso principale e alle premiazioni per i migliori poster,
che si terranno invece al sabato.
Perché il Comitato organizzatore ha scelto questo tema? Soprattutto per
enfatizzare il problema del risparmio biologico: tutti sappiamo che uno
dei concetti fondamentali della medicina è “primum non ledere”, e in questa ottica oggi il clinico deve programmare strategie terapeutiche che coniughino il raggiungimento del migliore risultato con il minore danno o
demolizione a carico dei tessuti del soggetto, trattato con un conseguente
minore disconfort nel tempo postoperatorio. Molto importante è pure il
fatto che le terapie mini-invasive, nella maggior parte delle situazioni, possono permettere una semplificazione delle procedure, e quindi un risparmio anche dal punto di vista economico.
L’attualità delle più recenti acquisizioni sul tema verrà illustrata dalle relazioni di Giuseppe Salvato e Tomaso Vercellotti in campo chirurgico, di
Mariano Sanz in campo implantare, di Enrico F. Gherlone e Marco Ferrari
in campo protesico e di Giovanni Zucchelli in campo parodontale. Obiettivamente è difficile pensare a oratori più qualificati e di maggior prestigio
per trattare l’eccellenza nella mini-invasività nelle varie branche dell’Odontoiatria! Convinti di aver organizzato un evento attualissimo per il
tema proposto ed entusiasmante per l’eccellenza degli oratori, ci aspettiamo una grande affluenza non solo dei membri delle scuole universitarie,
ma di tutti i colleghi che professano con entusiasmo l’Odontoiatria.
Giampietro<Farronato,<Enrico<F.<Gherlone,<Franco<Santoro
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In pochi semplici passi è possibile creare la scheda dentale del paziente,
generare un piano di trattamento, produrre un preventivo,
inviare SMS e visualizzare la radiografia del paziente.
Semplicità d’utilizzo, versatilità e completezza fanno di ConfiDent
il programma d’eccellenza del settore.
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