Strumenti che facilitano la partecipazione individuale nella

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Strumenti che facilitano la partecipazione individuale nella
Strumenti che facilitano la partecipazione individuale nella formulazione del Progetto Quadro
Ius Marco
Assegnista di ricerca post-dottorato
Gruppo Scientifico Progetto P.I.P.P.I.
Università di Padova
www.educazione.unipd.it/labrief
[email protected]
LABRIEF
Laboratorio di Ricerca e Intervento in
Educazione Familiare
P.I.P.P.I.
Finalità: individuare, sperimentare, monitorare, valutare e codificare un approccio intensivo, continuo, flessibile, ma allo stesso tempo strutturato, di presa in carico del nucleo familiare, capace di ridurre significativamente i rischi di allontanamento del bambino o del ragazzo dalla famiglia di origine e/o di rendere l'allontanamento, quando necessario, un'azione fortemente limitata nel tempo facilitando i processi di riunificazione familiare.
Milani P., Serbati S., Ius M. (2011), P.I.P.P.I. Programma di Intervento Per la Prevenzione dell'Istituzionalizzazione – Guida Operativa
P.I.P.P.I.
Programma finanziato dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali per gli anni 2011‐1212
Criteri d’inclusione:
10 famiglie negligenti per ogni città, con bambini da 0 a 10 anni a rischio di allontanamento.
Riposizionamenti e ricentrature
• Focus su relazioni, non soggetti: famiglia di origine, scuola, comunità locale Æ focus su B, su e su B+G
• Focus non sulla genitorialità, ma su tutti i fattori di esercizio del genitorialità: si chiede ai genitori di fare delle cose (non di non fare), li si mette in condizione di farle e si verifica insieme se le fanno. • Pratica della progettazione‐valutazione.
• Teorie del mal‐trattamento (fattori di rischio)‐
resilienza (fattori protettivi).
Gli strumenti
• Sono le gambe delle teorie
(senza le teorie perdono la testa… diventano dissennati)
• In P.I.P.P.I.: • rapporto di interdipendenza fra:
• teorie, modelli, pratiche (dispositivi di intervento) e strumenti
• Attenzione (Pericolo !!!) alle distanze e alle disconnessioni fra questi elementi
Gli strumenti: alcune caratteristiche
• Non sono mai neutri
• Non sono esaustivi: ci permettono di vedere una parte di realtà (gettano un cono di luce su una parte della realtà), mai tutta
• e sempre solo a seconda della teoria di riferimento
• Ma… proprio per questo sono una porta d’accesso al punto di vista dell’altro.
• Quindi… siamo pronti ad aprirci al punto di vista dell’altro? QUALI RIPOSIZIONAMENTI?
• A riposizionarci nella relazione con il genitore e il bambino lasciando a loro il potere di valutare/analizzare la situazione di loro stessi e della loro vita in quello specifico momento?
• Sono una variabile dipendente dell’azione professionale
• Cambiano significato a seconda dell’intenzionalità con cui li si usa e del contesto (setting e relazioni) in cui li si usa
• Contribuiscono a disegnare una mappa (rappresentazione) e non un territorio (realtà), quindi non ci consentono mai di affermare: « quella mamma è così », « il suo bambino è colà », ecc.
• I verbi degli strumenti sono « sembrare » e « diventare », mai « essere ».
Alcune condizioni per un buon utilizzo, coerente con le finalità di P.I.P.P.I.
• Essere multi: esigono pluralità (solista vs orchestra), genitori e bambini hanno bisogno di
essere valutati con strumenti capaci di costruire di
loro una visione globale e olistica: multidimensionalità
• Lettura in équipe, il più possibile coinvolgendo il genitore e il bambino
• Finalità formativa, non diagnostica: sono strumenti
per progettare, cioè promuovere un cambiamento
•
•
•
•
•
Gli strumenti ci servono quindi per:
Osservare
Documentare e descrivere
Narrare
Confrontare le diverse narrazioni fra tutti i soggetti coinvolti nell’EM e soprattutto
• per costruire una nuova narrazione con la famiglia in cui lei stessa sia protagonista del cambiamento possibile per lei in questo tempo
In altre parole... STRUMENTI CHE
“Danno la parola”
Sono attenti a “come parlano”. Quale lingua?
In altre parole... STRUMENTI CHE
Permettono di costruire contesti di apprendimento per gli operatori …
PARTECIPAZIONE
… e per le famiglie.
In altre parole... STRUMENTI CHE
POWER OVER
POWER WITH
In altre parole... STRUMENTI CHE
Mirano ad unire le cose divise
Hai detto
ricreazione???
ARRIVOOO!
e permetto la RI‐CREAZIONE condivisa dell’intervento
IL NOME
• RPM‐online
• Strumento di •Rilevazione, Progettazione, Monitoraggio del benessere del bambino e della sua famiglia
• Online…?!?!?!?
IL SENSO
UN MEDIATORE per Costruire l’AZIONE
dentro il Framework…
(il TRIANGOLO come CORNICE!!!)
alla Progettazione
SENSO? ... 1 progetto per ogni Bambino = 1 RPMonline
Tutti gli operatori dell’equipe che lavora con la famiglia hanno accesso online
Raccogliere, riordinare e utilizzare le info raccolte (genitori, bambini, A.S., Educatori, Psicologi, Neuropsichiatri, Insegnanti, Pediatri, …)
in tempi diversi…
costantemente
Organizzare una restituzione delle informazioni già
raccolte al fine di integrare i diversi punti di vista
Progettare
Valutare ripartire!
INSIEME per Il micro‐planning
Definizione del problema o delle risorse da valorizzare Risultati attesi
Azioni Responsabilità
Entro quando? Concretamente che Quali azioni per giungere a Chi si impegna a metterle in cosa/quale risultato ci si tali risultati?
campo?
aspetta di raggiungere?
Genitore
Bambino
Operatore
Obiettivi co-costruiti
Azioni condivise
Responsabilità condivise
scelta degli obiettivi
Gli obiettivi di
S.M.A.R.T.:
un
progetto
“devono”
S … EMPLICI
M … ISURABILI
A … CCATTIVANTI
R … EALISTICI
T … EMPORALIZZATI
essere
Il triangolo come “strumento” con i bambini e con i genitori
ENTRAMBI?!? Genitori
e Bambini?!?!?!
ENTRAMBI?!? Genitori
e Bambini?!?!?!
Lavigueur S., Coutu S., Dubeau D. (2008, 2010), Kit: Sostenere
la genitorialità. Strumenti per rinforzare le competenze educative,
traduzione e adattamento italiano di Milani P., Serbati S., Ius M.,
Trento: Erickson 2011
GENITORI con FIGLI 0‐11 anni che possono 1) vivere una situazione di “normalità”, ma volersi confrontare con altri genitori e operatori per assumere al meglio il compito dell’educazione dei propri figli; 2) vivere una situazione di rischio (che si incontrano ad esempio nei reparti di maternità e/o nei servizi per la prima infanzia, quali nidi, centri per le famiglie, negli interventi di educativa domiciliare, ecc.); 3) vivere una situazione di media o grande vulnerabilità
(per es.: accompagnamento di genitori seguiti dopo una segnalazione in un servizio di tutela dei minori); 4) presentare una caratteristica particolare (per esempio: un deficit intellettivo);
5) avere un figlio alle prese con una sfida specifica (per esempio: autismo, disabilità, ADHD, ecc.).
Approccio che accoglie il punto di vista
del genitore e si fonda sulla visione
positiva che il genitore ha del figlio
e di se stesso, sull’espressione del suo
legame con il bambino, sulle
competenze genitoriali e i suoi
comportamenti educativi, sulle risorse
del bambino e sull’importanza
delle risorse che si ritrovano nel
contesto in cui il genitore vive.
1) LE QUALITÀ DEL BAMBINO
2-5 anni
6-11 anni
2) LE COMPETENZE DEI GENITORI
0-9 mesi
9-24 mesi
2-5 anni
6-11 anni
3) I PIACERI CONDIVISI
0-2 anni
2-5 anni
6-11 anni
4) LE ATTIVITÀ PER RICARICARSI
5) LA RETE SOCIALE
6) LE PREOCCUPAZIONI DEI GENITORI
7) LE DIFFICOLTÀ INCONTRATE ED EVOLUZIONE GENITORIALE
Gli strumenti d’intervento (le carte e le griglie di domanda).
La guida di accompagnamento.
Il video di presentazione.
Es. STRUMENTO 1. Qualità del bambino
La traccia delle domande :
• <<Il mio bambino>>: il genitore sceglie le qualità che secondo lui descrivono meglio il suo bambino.
• <<Io>>: il genitore sceglie le qualità che riconosce come proprie
MA LO STRUMENTO È FLESSIBILE A OGNI TIPOLOGIA DI UTILIZZO
SAMPLE ECOMAP
Parents
Little Brother
xx
My Teacher
xx
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x
x x x x
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x
x x
x
x x
x
x
xx
x x
x x
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x
x
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x
My Cousin
My Auntie
x
x x
x
x x
Myself
My Best Friend
xxxxxx
xxxxxx
Supportive
Stressful
Both/Ambivalent
Ecomap artwork designed by Kitt Bryce (2000). Adapted from Nastasi et al. (2000)
Obiettivi Eco‐mappe
•comprendere la natura delle relazioni che il bambino/a ha con il suo contesto di vita (adulti significativi, pari,ecc)
•comprendere la tipologia del gruppo di riferimento
Costruire un'ecomappa
• Fase 1: introduzione
• Fase 2: disegno
• Fase 3: narrazione
Fase 1
Immagina che questo foglio rappresenti il tuo mondo, questo sei tu (cerchio al centro), parlami delle persone che conosci e disegnale su questo foglio, usando delle figure o dei cerchi o quello che preferisci.
poi unisci queste figure partendo da te con delle linee che mostrano la natura della relazione che hai con ognuna di queste persone. Puoi disegnare relazioni che ti mettono a disagio, relazioni che ti fanno stare bene, relazioni che a volte ti fanno stare bene altre volte no.
Cavallo, A. (2010), Il ben‐essere a scuola come nuova frontiera educativa (Tesi di Dottorato)
Le relazioni
Relazione che ti fa stare bene per le persone che ti fanno sentire a tuo agio, che ti fanno sentire felice, al sicuro o amato. (Supportiva)
Relazione che ti fa stare male se qualcuno o qualcosa legata a una persona crea in te difficoltà, ti fa sentire triste, arrabbiato o ti infastidisce. (Stressante)
Relazione che ti fa stare un po' bene e un po' male se qualcuno crea in te sia difficoltà che aiuto. (Ambivalente)
Fase 2
Chiedere ad ogni bambino/a o genitore:
1.
Qual è la persona o l’evento rappresentato?
2.
Quali sono i sentimenti associati alla persona?
3.
Che cosa rende la relazione positiva, stressante o ambivalente?
Fase 3
Chiedere a ciascun bambino/a o genitore di
selezionare all’interno della mappa una
relazione positiva o una relazione stressante e raccontare una storia riguardante i momenti in cui prova tali emozioni. Ricordarsi di chiedere
cosa succede? come ti sei sentito? che cosa hai
fatto?
As: Con C. hai fatto la stessa relazione (ambivalente)
B/o: Quando vado là a volte mi sgrida, mi dà qualche sculacciata
As: E che cos’è che ti fa stare bene con C. ogni tanto?
B/o: Quando andiamo a pescare, quando usciamo andiamo a fare la spesa e quando compra il gioco.
As: E per il papà invece quali sono i sentimenti che provi per il papà.
B/o: Quelli che provo per il papà è
che mi fa sempre uscire che gli voglio bene, e… non mi viene più
in mente nessun altro.
As: E poi alla fine c’è V. è bella la relazione
b/o: perché quando la sorella non c’è, non c’è nessuno in casa, io vado sempre in camera sua, mi racconta le cose così. Mi racconta le cose dei film.
As: Quali sono i sentimenti che provi per la mamma?
B/o: I sentimenti che provo… quando usciamo giù
a [nome città] che usciamo insieme mi compra il gelato. Fa tante cose belle
As: Verso la nonna materna tu hai fatto una brutta relazione
B/o: Quando andavamo a casa sua, ma ci lanciava degli urli, che diventavamo rintontoniti, ci picchiava “IL PENTOLINO DI ANTONINO”
“....Il pentolino gli complica la vita. Si incastra
dappertutto e gli impedisce di andare avanti...”
“..Antonino ha molte qualità. Ma spesso la gente vede soltanto il pentolino che lui
trascina dappertutto...”
Milani P.,Ius M. (a cura di), 2011, Educazione, pentolini e resilienza. Pensieri e pratiche per co-educare
nella prospettiva della resilienza a scuola, Quaderno Pedagogico, Kite, Piazzola sul Brenta, Padova
Carrier I., 2009, La casserole de Anatole, Bilboquet, tr. It. di Milani P. Ius M., 2011, Il pentolino di Antonino,
Albo illustrato, Kite, Piazzola sul Brenta, 2011
GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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