Lapponia, alla ricerca della luce perfetta

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Lapponia, alla ricerca della luce perfetta
aziende e protagonisti torino magazine
torino magazine aziende e protagonisti Lapponia,
alla ricerca
della luce perfetta
di GUIDO BAROSIO
foto GUIDO BAROSIO
e ARCHIVIO VISIT FINLAND
Nella terra dei Sami, ai confini settentrionali della Finlandia, il viaggio
è un piacere ‘bipolare’: due mesi di sole dove la natura incorona
un paesaggio di verde e di acque, un lungo inverno per inseguire
l’aurora boreale. Il dono della ‘volpe magica’, che accende il cielo
di fiamme quando la sua coda schizza sulla neve
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Pielpajärvi
Luosto: l’osservatorio
Il lago di Pielpajärvi
O
gni viaggio verso l’estremo nord
prevede due dimensioni distinte, differenti e totalmente contrapposte. Quella estiva: ovvero ‘sole di mezzanotte’ – in
Lapponia vuol dire sostanzialmente ‘buio mai’, con un crepuscolo che si connette direttamente all’alba – clima mite (una sorta di lunga primavera), verde invasivo e cullante (foreste, pianure e rilievi
color smeraldo), il blu profondo di laghi, fiumi e lagune;
una lunga ‘veglia dei sensi’ goduta pienamente dai nativi e dagli ospiti, che trascorrono le giornate interminabili
dedicandosi al trekking o ad ogni possibile attività all’aria
aperta, alla fotografia o semplicemente alla serena contemplazione della natura. Nel lungo inverno nordico, invece, lo scenario muta radicalmente: poche ore di luce,
un’alba che non diventa mai giorno, con pennellate di
colori pastello da quadro impressionista, notti dove le stelle trapuntano l’inchiostro del cielo accogliendo aurore
boreali imponenti e mutevoli – e qui cambiano le suggestioni pittoriche, da Monet e Renoir si passa agli artisti
lisergici di una pop art fatata e bizzarra – il verde che
scompare sotto un manto di neve brillante che illumina
‘dal basso’, in una prospettiva arditamente ‘capovolta’;
e poi ‘luci umane’ a decorare ogni abitato, che diventa
presepe, casa delle bambole, approdo per viandanti
infreddoliti che osservano finestre camuffate da fari,
senza tende e senza persiane, con le candele a segnalare l’orizzonte dei davanzali.
Un mondo dormiente? Per nulla. Se non vi bastano i fuochi del caminetto, i canti natalizi e il racconto delle saghe,
si esce all’aperto per inseguire il firmamento in slitta – trainati da una muta di cani o spinti dal motore – indicando il passaggio con rotte nella tavola innevata che il giorno seguente saranno invisibili, ricoperte e cancellate,
resettate da milioni di fiocchi pronti a ricomporre l’incanto immobile del paesaggio. Ma in questo universo bipolare un denominatore comune esiste, ed è il clic della
vostra reflex. Il Nord – per chi vi approda da latitudini differenti – seduce ogni fotografo ponendogli sfide continue. Su tutte una: quella della ‘differenza’, sia essa l’infinita giornata tersa di un’estate ‘stregante’ oppure il gioco estremo di una notte ‘colorata’ come nessun’altra.
Tra i tanti possibili ‘nord’, in questo reportage ne raccontiamo uno minimalista ed intimo, forse proprio per questo più ‘vero’, meno frequentato, dove il contatto con
uomini e altri esseri viventi (renne, cani da slitta, volpi…)
apre una dimensione di autenticità saporita e fragrante:
la Lapponia finlandese settentrionale, la terra oltre
Rovaniemi, la terra dei Sami, un luogo dove la pulizia e
la semplicità delle emozioni sono l’immediato ricordo
generato dall’esperienza. La prima sensazione (la più
durevole) che se ne trae è che – indipendentemente dall’evidente bellezza naturalistica che circonda il visitatore, prima ragione del viaggio – questo estremo angolo
di Europa esiste seguendo i propri ritmi: ‘moderno’ ma
consapevole della propria identità, felicemente indifferente al rauco ringhiare della globalizzazione, fermo nell’accogliere il ciclo di una natura (che se la ignori ti spodesta) e ancorato a rapporti umani solidi, dove ogni individuo trova il suo ruolo nella comunità. I Sami vivono nell’evidente (curiosa) consapevolezza che l’umanità ‘senza di loro’ perderebbe un tassello significativo; ma che
‘loro’ potrebbero tranquillamente esistere da soli, perché
tanto sanno benissimo come fare. Le due regioni visitate – Inari Saariselkä e Pyhä-Luosto, la prima in particolare – sono fortemente legate all’etnia Sami: antica
popolazione autoctona presente in Finlandia, Svezia,
Norvegia e Russia, ‘frazionata’ da confini politici ma forte di un comune patrimonio storico, linguistico (nonostante tre ceppi differenti: sami settentrionale, sami di Inari e
sami skolt), culturale e religioso. I primi riferimenti storici accertati risalgono alla ‘Historia de gentibus septentrionalibus’ (pubblicata a Roma da Olaus Magnus nel
1555); ma già precedentemente esistono relazioni di viaggio fantasiose quanto inattendibili, che narrano di una
Lapponia selvaggia e misteriosa, abitata da amazzoni,
uomini dalla pelle verde, cannibali e donne in grado di rima-
Luosto: il National Park
Cani da slitta
nere incinte da sole bevendo l’acqua delle sorgenti. Di
origine antichissima, i Sami possono essere considerati il ‘popolo indigeno’ più longevo d’Europa, con culti e
miti fortemente ancorati al contesto naturale. Nel loro pantheon tutto ha un’anima e ogni manifestazione terrena,
vivente o minerale, possiede pertanto una sua storia. Pietre e alberi, volpi e renne, le aurore boreali su nel cielo e
il coltello in mano all’allevatore: oggetti, uomini e animali
portano con sé conoscenza e saggezza. E anche gli spiriti sono costantemente presenti ovunque ci si trovi. Anticamente, gli sciamani prevedevano il destino delle persone tramite visioni e le cure, sia fisiche che spirituali, venivano praticate tramite lo sciamanesimo, prendendo
contatto con il mondo degli spiriti. La lingua Sami (di ceppo ugro-finnico, della famiglia uralica) non aveva una manifestazione scritta; solo in epoca più recente molte poesie e canti (gli jok) sono stati tradotti e pubblicati in un
adattamento ‘leggibile’. Ogni mito e ogni narrazione fa
costante riferimento a un’entità onnipresente – Madre
Natura – che esisteva prima dell’arrivo degli esseri umani e che resterà anche dopo la loro estinzione.
Originariamente, l’abitazione tradizionale era costituita da
una tenda portatile realizzata con pelle di renna – vero e
proprio animale totem – più raramente da una capanna
fissa. Il mezzo di trasporto tradizionale era la slitta. In una
società fortemente strutturata sul rapporto ‘uomo-natura’, la figura centrale è rappresentata dallo sciamano: l’intermediario tra gli esseri viventi e il mondo ultraterreno.
Era lui che prevedeva l’avvenire e che effettuava i riti propiziatori utilizzando il tamburo magico. Buona parte di queste celebrazioni avevano per protagonisti gli animali: quando ne veniva ucciso uno, un pezzo di carne di ogni parte del corpo andava seppellita, nella convinzione che la
divinità, ingraziata dal sacrificio, gli consentisse di rivivere in un altro mondo. Altre due vie di comunicazione tra
la realtà dei viventi e l’aldilà erano le aurore boreali – forma visibile delle anime trapassate, degli eroi e degli antenati – e il sogno: una porta spalancata sul futuro, il passato e l’invisibile. Significativo ed emblematico il rapporto con la renna, per secoli unica risorsa disponibile per
la sopravvivenza. Da essa i Sami ricavavano le pelli per
gli abiti e per le dimore, la carne, le bevande, e con le ossa
In alto: i laghi del parco Pyhä-Luosto
Sotto da sinistra:
renna del parco Pyhä-Luosto
e il lago nei pressi di Kiilopää
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Inari: la Wilderness Church
e le corna realizzavano strumenti ed utensili. Procopio di
Cesarea, nel suo ‘Storia delle guerre’, racconta che i bambini non venivano allattati al seno materno, perché alla
nascita erano avvolti nelle pelli e appesi ad un albero con
un pezzo di midollo da succhiare, mentre il padre e la
madre si allontanavano per andare a caccia.
Ancora oggi la renna – presenza costante, e apparentemente libera, nel panorama lappone – resta una figura
fondamentale dell’economia. Nell’area sono presenti
circa 200mila animali – ben più della popolazione umana – e tutti hanno un proprietario, per quanto vivano indipendenti durante gran parte dell’anno. Ogni attività connessa all’allevamento coinvolge il complesso della comunità, che si incarica anche di preservare l’equilibrio naturale dell’ambiente. A giugno nascono i cuccioli e si formano le mandrie, processo agevolato dalla ‘stagione delle zanzare’, che porta le renne a scegliere i luoghi meno
infestati. In questo periodo gli allevatori stabiliscono le ‘attribuzioni’ e raggruppano ciascuno le proprie renne, che
in autunno vengono ‘destinate’ alla produzione o all’accoppiamento; il tutto tenendo conto che la percentuale
finalizzata al ciclo vitale prevede l’80% di maschi e il 20%
di femmine. Durante l’inverno gli animali sono radunati
negli allevamenti e nutriti dai proprietari: questa è l’unica variante ‘contemporanea’ di un mestiere antichissimo, perché il disboscamento industriale ha ridotto sensibilmente quel muschio – ‘naava’ in lappone – che permetteva alle renne di nutrirsi autonomamente anche
durante i mesi più freddi. Il lavoro dei pastori di renne prevede in ogni caso un rapporto con l’habitat unico al mondo, con almeno un centinaio di notti trascorse nella foresta durante il corso dell’anno. Hansi – del Reindeer Park
di Kopara, nei pressi di Luosto – ci ha chiarito alcuni
aspetti fondamentali di questa antichissima attività: «Per
noi si tratta di preservare un mondo di saperi e di conoscenze, mantenendo intatto un patrimonio che ci tramandiamo da secoli. Nella foresta, quando lavoriamo con le
renne, portiamo i nostri figli insegnando loro a sopravvivere a contatto con la natura. Lo facevano i nostri antenati e noi dobbiamo trasmettere le stesse tecniche, il
medesimo spirito. Ma c’è un altro fattore fondamentale: essere allevatori vuol dire rispettare l’equilibrio ambientale. Da noi non si produce niente più del necessario e
l’amore per gli animali è fondamentale. Il ciclo assicura
il nostro sostentamento e noi siamo garanti del numero di renne che il territorio può mantenere. Niente di più
e niente di meno. Anche se il mondo è cambiato, la natura non va forzata: tutelandola proteggiamo noi stessi e
la nostra identità».
Identificando la Lapponia sulla mappa, le aree maggiormente interessate dalla cultura Sami si collocano a
nord di Rovaniemi. Patria accertata e festosa di Babbo
Natale – imperdibile una visita alla sua dimora, dove incontrare il ‘grande vecchio’ per una chiacchierata informale – e luogo cult per gli amanti di Alvar Aalto, è anche
sede di Arktikum: il più spettacolare museo e centro
scientifico – da brivido la grande cupola verticale in cristallo – dedicato alle terre polari. Ma Rovaniemi è ancora ‘civiltà globale’, come la intendiamo noi: a metà strada tra Disneyland e una città di impianto statunitense,
con grandi alberghi, centri commerciali, ampie vie presidiate da pub e ristoranti.
Babbo Natale
Quando si esce e si punta a settentrione, però, tutto cambia. I villaggi, per quanto indicati, sembrano quasi non
esistere: qualche negozio, una pompa di benzina, ma le
casette vanno individuate in mezzo agli alberi, lungo l’infinito susseguirsi di laghi e laghetti. A metà strada tra
Rovaniemi e Inari – capitale della cultura Sami nella
Lapponia finlandese – si trova il villaggio di Luosto: sito strategico per esplorare il parco nazionale di Pyhä-Luosto, coi
suoi tunturi (tondeggianti alture che dominano il paesaggio), le grandi foreste, la suggestiva miniera di ametista
‘a cielo aperto’, il più sorprendente festival di musica classica estivo del nord Europa. Quest’ultimo, il Luosto
Classic (www.luostoclassic.fi), si tiene ogni anno durante i primi quindici giorni di agosto ed è completamente
open air. Approfittando delle lunghe ore di luce, artisti e
pubblico si incontrano nelle più incredibili cornici naturalistiche dell’area (boschi, laghi, canyon, l’anfiteatro di
paglia del Reindeer Park…) per assistere a concerti tradizionali (orchestre classiche e solisti di fama internazionale), ma anche a jazz session, esibizioni di handbell (dove
gli strumenti sono sostituiti dal cristallino suono delle campane) e performance di musica contemporanea.
La luce, l’atmosfera incantata e il contesto ambientale
toccano corde profonde e sintonizzano le note col paesaggio; vino rosso, birra e i gustosi mirtilli locali completano una magia irripetibile ad altre latitudini. Tra gli artisti più apprezzati dell’edizione 2013, la Sinfonietta Riga,
l’Arsis Handbell Ensemble e la violinista Vineta Sareika.
Un soggiorno a Luosto permette inoltre una visita
Rovaniemi: la casa di Babbo Natale
il viaggio torino magazine
Inari: Parlamento Sami
Inari: la sala concerto
Il Museo Artico
di Rovaniemi
Lago nei pressi di Luosto
all’Amethyste Mine – effettuabile esclusivamente in estate con un percorso di trekking o in mountain bike – dove
i visitatori possono scovare la ‘propria pietra’ in un grande giacimento scoperto e unico al mondo. Solo qui, infatti, la geologia ha messo in scena una miniera affiorata per
emersione, dove non è raro imbattersi nella ‘pietra dello sciamano’, declinata in tre tonalità: viola, bianco e nero.
Un talismano che i Sami assicurano possa offrire salute,
serenità d’animo e ispirazione nei sentimenti. Il Reindeer
Park di Kopara – dove lavora il già citato Hansi – consente di comprendere la cultura legata alla renna, incontrando animali e allevatori, scoprendo le tecniche e i comportamenti ancestrali di un rapporto indissolubile, mistico e spirituale prima ancora che economico.
A pochi chilometri in auto, il Visitor Centre Naava è la ‘porta’ per il National Park. Prima di accompagnarvi in un percorso mozzafiato tra abeti, corsi d’acqua e sentieri nel
bosco, le guide vi renderanno partecipi delle tipologie
ambientali di questa terra: un luogo dove l’uomo si
muove come un ospite ‘accolto e integrato’, da sempre
attento al confronto con una natura bellissima e difficile,
dolce nella limpida estate nordica quanto glaciale e insi-
Vineta Sareika
diosa durante gli inverni di neve e presenze ultraterrene, quelle che popolano saghe e leggende da ascoltare intorno al fuoco.
Lasciata Luosto l’equazione diventa ancora più semplice: ad ogni chilometro calano gli insediamenti umani e
aumentano le renne. Solenni, tranquille, attraversano la
strada e ti guardano senza fretta: questa è casa loro.
L’ultimo centro abitato prima dei confini russo e norvegese è Inari: sede del Parlamento Sami finlandese
(Sajos) e del più attrezzato spazio culturale dedicato alle
tradizioni autoctone, il Siida (www.siida.fi). Anche in
questo caso – e ancor più che nelle altre località sin qui
segnalate – il ciclo delle stagioni impone attività assolutamente differenti. In estate non va persa la lunga camminata lungo le rive del lago Pielpajärvi, che consente di
raggiungere la seicentesca Wilderness Church: interamente in legno, con interni sobri e suggestivi, venne utilizzata dalle popolazioni locali fino al 1888. D’inverno la
star indiscussa è l’aurora boreale, che una leggenda Sami
vuole generata da scintille provocate dalla coda di una
‘volpe magica’ a contatto con la neve. Nei secoli, la presenza di questo fenomeno è sempre stata associata ad
eventi temuti (guerre, se le ‘fiamme in cielo’ erano rosse) o prodigiosi (i bambini concepiti in una notte di aurora boreale sarebbero segnati da un destino propizio e glorioso), e invariabilmente le ‘luci artiche’ hanno marcato
il confine tra il mondo degli umani e il soprannaturale.
A noi non resta che ammirarle emozionati e stupefatti,
seguendo però un’avvertenza secolare: mai alzare la voce,
o peggio applaudire, durante la loro manifestazione. I
‘rumori umani’ potrebbero disturbarle, allontanarle, impedirebbero di ‘ascoltarle’: fruscii e sibili che si colgono –
e non sempre – solo in pieno silenzio… magia nella magia.
Soprattutto, però, potrebbero molestare gli spiriti che le
governano causando ira e apparizioni terrificanti.
La passerella dell’Hotel Korpikartano
APPUNTI DI VIAGGIO
Paltto Family: arts and crafts, cottage, adventures on river
Lemmenjoki
Tel. +358.(0)400.287544
www.lemmenjoki.org
Kaija Paltto è un’artista che, partendo dai disegni e dai materiali della
tradizione, crea arazzi, borse e abiti di raffinata e semplice bellezza, la cui
notorietà ha superato i confini nazionali con esposizioni di successo in
Europa, Stati Uniti e Giappone. Heikki Paltto, suo marito, si dedica
all’allevamento delle renne e accompagna gli ospiti in boat trip sul fiume
e nella laguna che si apre proprio di fronte ai loro cottage, dove è anche
possibile soggiornare. Sono entrambi di etnia Sami, i migliori ‘mediatori’
possibili per entrare in contatto con una civiltà millenaria che vive ancora
oggi in stretta simbiosi con la natura.
Kaija Paltto
Hotel Korpikartano
Meneskartanontie, 71 – Inari
Tel. +358.(0)40.7774339
www.menesjarvi.fi
La brochure dell’hotel cita testualmente ‘Luxury of silence’, ed è sicuramente la giusta sintesi di un’esperienza che
permette di alloggiare negli ambienti, semplici ma confortevoli, dell’antica scuola di Korpikartano. Proprio di fronte
all’albergo, situato nel cuore del Lemmenjoki National Park, si aprono gli spazi limpidi e silenziosi del lago
Menesjarvi. In estate, passeggiate, trekking e boat trip. Durante la notte finnica, gite in motoslitta e lo spettacolo
delle aurore boreali, suggestivamente proposto anche nel cottage dal tetto in vetro, da cui si ammira il cielo protetti
dal freddo e riscaldati da un grande caminetto a centro sala.
Kiilopää, centro di soggiorno
Kiilopääntie, 620 – Saariselkä
Tel. +358.(0)16.6700700
www.suomenlatu.fi/kiilopaa/
Nel centro della regione Sami, tra cime arrotondate e grandi spazi dove lo sguardo si perde, Kiilopää è organizzato
come un vero e proprio piccolo villaggio: cottage in legno, un edificio centrale con ristorante e appartamenti, sauna
riscaldata a legna come impone la tradizione, con tanto di laghetto esterno dove tuffarsi per un ‘brivido tonificante’.
Da segnalare l’ottima cucina locale ed uno staff organizzatissimo, che si prende cura degli ospiti offrendo un ricco
carnet di escursioni sia estive che invernali.
Lapland Hotel Luostotunturi
Luostontie, 1 – Luosto
tel. +358.(0)16.620400
www.laplandhotels.com
Grande albergo confortevole di standard internazionale. Eccellente ristorante, pub in tavernetta, sauna, piscina
interna con giochi d’acqua, servizio wi-fi gratuito, ampie camere aperte verso la foresta che circonda l’abitato. Il
Lapland Hotel Luostotunturi – anche sede operativa del festival musicale estivo – è la base strategica ideale per
esplorare la regione di Pyhä-Luosto.
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I lupi in un dipinto Sami
Il lago di Pielpajärvi
La volpe artica
Nella terra di Lapponia – dove il gelo, il vento, il sole e le
‘fiamme del cielo’ rispondono alle volontà di Madre Natura – all’uomo appartiene un solo dono, che lo eleva rispetto al regno animale: quello della parola. Ma la parola proprio per questo è sacra: vietato abusarne o alzare la voce.
Perciò, nel dubbio, ascoltare ‘prima’ e ascoltare ‘sempre’.
Che in fondo è un piacere semplice da godere pienamente, quando si è alla ricerca della ‘luce perfetta’. I