Lavoro di gruppo su Worringer
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Lavoro di gruppo su Worringer
“Astrazione ed Empatia” di Wilhem Worringer [in rosso le correzioni o le segnalazioni di scorrettezze ed errori del docente] Introduzione e biografia dell’autore Prima di procedere con una dettagliata ma sintetica esposizione del contenuto dell'opera di Wilhem Worringer "Astrazione ed empatia" abbiamo ritenuto opportuno elaborare una breve biografia della vita dell'autore. Avendo chiaro il contesto temporale, sociale e culturale dove egli è vissuto è, infatti, possibile capire meglio il suo pensiero. D'altro canto, l'opera "Astrazione ed empatia" costituisce solo l'inizio di una ben più ampia, anche se meno acclamata, serie di saggi e lavori che [dei quali] è bene, se non studiarli nel dettaglio, quantomeno conoscerne l'esistenza per non correre il rischio di considerare le pagine di "Astrazione ed empatia" come pagine e pagine di parole scritte da un uomo senza identità e vissuto in un mondo completamente differente dal nostro. Wilhem Worringer nasce ad Aquisgrana nel 1881 e muore a Monaco nel 1965 all'età di 84 anni. L'arco di tempo in cui vive Worringer è caratterizzato, da un punto di vista del pensiero filosofico, dalla rivoluzione psicoanalitica di Sigmund Freud e dalle teorie di Friedrich Nietzsche. Il fatto che Worringer abbia avuto modo di vedere gli sviluppi delle teorie Freudiane ove la mente umana e dunque la psicologia sono intese in maniera scientifica è fondamentale perchè, infatti, nell'opera "Astrazione ed empatia", è presente un particolare interesse verso la psicologia di base dell'essere umano. Essa è pubblicata a Neuwied nel 1907, dopo che Worringer studia alle università di Friburgo, Berlino e Monaco, con il titolo completo di "Astrazione ed empatia Un contributo alla psicologia dello stile" [si suggerisce, almeno una volta, di inserire il titolo originale tedesco] che evidenzia l'interesse di Worringer verso la psicologia. Egli, infatti, considera la tendenza all'astrazione o all'empatia come il modo psichico di rapportarsi al reale dell'uomo in generale e in questa contrapposizione fra astrazione ed empatia possiamo trovare una contrapposizione simile alla scontro tra apollineo e dionisiaco tipicamente nicciana (Nietzsche era morto difatti nel 1900 e aveva pubblicato l'opera "La nascità della tragedia" nel 1872 cioè nove anni prima della nascità di Worringer). Lo studio attento verso la psicologia dell'uomo primitivo la troviamo anche in Jung, psichiatra e psicoanalista discepolo di Freud. Costui è praticamente contemporaneo a Worringer (nacque a Kesswil nel 1875 e morì a Bollingen nel 1961) e i suoi studi sono indirizzati verso tutto ciò che riguarda le manifestazione psichiche primitive e di ciò che di esse rimane. Il fatto che Worringer fosse contemporaneo di Jung e che fu solo di una generazione più giovane rispetto a Freud e a Nietzsche ci fa comprendere come egli sia, citando le teorie dello storico Mark Bloch, "figlio del suo tempo". Le teorie di Worringer, derivanti, come abbiamo visto, da un contesto ben preciso, sono state utilizzate dagli espressionisti come manifesto del loro modo di intendere l'arte. Ma questi hanno avuto modo di leggere l'opera di Worringer perchè ha avuto un grande successo editoriale e questo è dovuto a Paul Ernst, noto saggista tedesco. Costui è, infatti, rimasto piacevolmente colpito dall'opera di Worringer e ne ha scritto una recensione favorevole nella nota rivista tedesca dell'epoca “Kunst und Künstler” [attenzione al passaggio disinvolto fra i tempi presente e passato remoto]. Grazie a questa recensione "Astrazione ed empatia" fu pubblicata in una edizione commerciale imponente che ha avuto, dunque, una grande diffusione e che è stata__ grazie a questo__ letta anche dagli espressionisti del movimento della Die Brucke Brücke. Grazie al successo ottenuto, Worringer diviene docente all'università di Berna. Forse a causa della necessità di entrare in un ambiente accademico Worringer perde l'interesse verso il problema dell'astrazione e__ come dice Jolanda Nigro Covre nell'intoduzione all'opera [inserire titolo ed edizione] in nostro possesso__ "alcune delle successive opere suscitano perplessità e rappresentano una involuzione più che un progresso del pensiero critico". Comunque, nel 1911 Worringer pubblica un altro libro di successo ovvero Formprobleme der Gotik (“La forma nel gotico”). Il successo deriva dal fatto che il libro è una espansione dell'ultimo capitolo di "Astrazione ed empatia". La reputazione di Worringer, dunque, si afferma definitivamente__ ma nelle opere successive non conosce più il successo del pubblico. Nel 1912 pubblica il libro di storia dell'arte Die altdeutsche Buchillustration e nel 1914 parte per il servizio militare a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Dopo la guerra insegna all'università di Bonn dove pubblica Agyptische [Ägyptische] Kunst nel 1927 e Griechentum und Gotik nel 1928. Nel 1928 egli si trasferisce a Konigsberg e dopo la seconda guerra mondiale si trasferisce a Halle. Successivamente, nel 1950, Worringer si trasferisce a Monaco dove rimane fino alla morte avvenuta nel 1965. “Astrazione ed Empatia” La tesi principale che Wilhem Worringer si propone di argomentare è l’insostenibilità dell’assunto secondo cui il processo di empatia avrebbe costituito sempre il presupposto della creazione artistica. Intanto è opportuno definire, basandoci sul lavoro di Worringer , il concetto di empatia. Empatia viene definita come il “godimento estetico che è godimento oggettivato di noi stessi. Godere esteticamente significa godere di noi stessi in un oggetto sensorio diverso da noi, immedesimandoci in esso”(W.Worringer Astrazione e Empatia). L’impulso all’empatia trova la propria gratificazione nella bellezza del mondo organico. Il presupposto dell’atto di empatia è l’ attività apercettiva [!] generale. “Ogni oggetto sensorio, in quanto esista per me, è sempre il risultato di due componenti: il dato sensorio e la mia attività apercettiva [!]. Ogni semplice linea esige da parte mia, perché io possa recepirla per quello che è, un attività apercettiva [!]. ; è necessario delimitare interiormente ciò che ho percepito.”(Theodor Lipps ). Questo tipo di attività apercettiva [!]. può essere accolta dall’uomo in modi diversi: se si è in grado di abbandonarsi all’attività richiesta da essa ne scaturisce un senso di libertà e di piacere, di “libera autoattivazione”, e questo caso viene definito “empatia positiva”(Lipps). Se, invece, sorge un conflitto fra l’aspirazione naturale all’autoattivazione e quella che è richiesta, nell’uomo scaturisce una sensazione sgradevole e in questo caso si ha “empatia negativa”(sempre secondo la teoria di Lipps). Riferendoci all’arte si parla esclusivamente di empatia positiva, trasformazione dell’attività apercettiva [!] in godimento esteriore, da essa derivano le definizioni di bello e brutto. Il processo di empatia, per Worringer sta alla base dell’arte greco romana e di quella moderna occidentale e per tanto non può essere assunto come presupposto basilare della storia dell’arte; di conseguenza è necessaria l’esistenza di un processo psichico completamente diverso da quello empatico: l’astrazione appunto. Le origini di questo diverso impulso devono essere ricercate nella visione del mondo di alcuni popoli e il loro rapporto con il cosmo. “Mentre l’impulso di empatia è condizionato da un felice rapporto di panteistica fiducia tra l’uomo e i fenomeni del mondo esterno, l’impulso all’astrazione è conseguenza di una grande inquietudine interiore provata dall’uomo di fronte ad essi, e corrisponde, nella sfera religiosa, a un’accentuazione fortemente trascendentale di tutti i concetti.”(W.Worringer Astrazione e Empatia). L’impulso all’astrazione pertanto deriva dalla volontà di isolare il singolo oggetto accostandolo a forme astratte, trovando in questo modo un punto di quiete, un rifugio dalla caoticità del mondo. L’alternarsi di questi due processi nella storia dell’arte non è casuale: infatti l’impulso all’astrazione è peculiare ai popoli che si trovano ad un livello culturale più basso e allo stesso tempo è proprio di popoli culturalmente progrediti. Perciò “Deve esistere un nesso causale tra cultura primitiva e la forma artistica più alta e pura nella sua rispondenza alle regole. Quanto meno l’umanità ha raggiunto, grazie alle proprie facoltà intellettuali, un rapporto di familiarità con i fenomeni del mondo esterno, tanto più forte è l’impulso che la fa aspirare a quella suprema bellezza astratta.”(W.Worringer Astrazione e Empatia). Oltre alle definizioni di astrazione ed empatia, Worringer, sostiene necessaria l’esplicazione di un altro concetto fondamentale: il “volere artistico assoluto”, introdotto nell’analisi della storia dell’arte dallo studioso viennese Riegl. “Per “volere artistico assoluto”si deve intendere quella latente esigenza interiore che esiste per sè, del tutto indipendente dall’oggetto e dal modo della creazione, e si manifesta come volontà di forma.” Il “volere artistico assoluto” altro non è che il momento primitivo di ogni creazione artistica. Con l’introduzione di questo concetto la storia dell’arte si trasforma: non è più intesa come storia del saper fare ( Konnen Können), ma si configura come storia del voler fare (Wollen). Infine Worringer utilizza i termini "naturalismo" e "stile" per indicare la metodica di creazione artistica nel caso che come presupposto psichico ci sia la tendenza all'empatia oppure all'astrazione. Per naturalismo egli intende l'avvicinamento alla forma organica non per riprodurre un'immagine verosimile ma per tentare di riportare la felicità derivante dalla bellezza della cosa stessa. Il naturalismo non consiste solamente, quindi, in una corretta adeguazione dell'immagine con l'oggetto rappresentato ma nel godere della forma organica in sè. Il presupposto psichico del naturalismo è l'empatia. Worringer collega il concetto di stile con quello di astrazione. Per stile intende sempre lo stile geometrico: le forme geometriche, infatti, sono strettamente collegate alle forme inorganiche. Questo bisogno di astrazione e quindi di esprimersi mediante lo stile è il tentativo di creare un mondo astratto e temporale in cui rifugiarsi dalle fatiche quotidiane. A seconda della astrazione o dell'empatia, che per com’è gia stato detto, sono i due presupposti psichici totalizzanti dell'uomo, avremo la tendenza al naturalismo o allo stile. Egli, dunque, con questi presupposti teorici, proseguirà nella sua opera tentando di analizzare alcune espressioni psichiche di arte coerentemente con il suo sistema. Procedendo con l’analisi della sezione pratica riflettiamo riguardo l’arte ornamentale che è considerata l’espressione più pura del volere artistico assoluto di un popolo e risponde all’esigenza psichica di astrazione propria del popolo considerato. La tendenza all’astrazione coinvolge quei popoli che non hanno ancora raggiunto un grado di cultura tale da permettere loro di vivere in armonia con il mondo esterno e con la natura, e consiste quindi nel rifugiarsi in una realtà estranea che dia sicurezza. L’arte ornamentale, che può essere di tipo geometrico o naturalistico, ha origine da presupposti psichici che portano all’astrazione. Lo stile geometrico, secondo Worringer, è il primo passo di ogni arte ornamentale. Nonostante la produzione del Paleolitico che presenta pitture parietali raffiguranti elementi naturali, sembri contraddire questa tesi, l’autore ritiene che queste non siano da ritenere delle forme artistiche in quanto sono banali riproduzioni basate semplicemente su un’ingenua osservazione della natura. Tra le produzioni che a suo parere non sono da considerarsi arte ma sono più paragonabili agli scarabocchi di un bambino, troviamo anche quelle dell’Egitto preistorico e dei trogloditi d’Aquitania. La notevole importanza attribuita a questi lavori risiede nelle scoperte culturali e storiche a cui essi conducono, ma non hanno alcuna rilevanza in ambito artistico. L’arte,definita come soddisfazione di determinate esigenze psichiche, comincia con manifestazioni astratte essenziali. La genesi dello stile geometrico è stata spontanea, esso infatti sollecita il nostro senso estetico elementare e rappresenta la forma più pura dell’arte astratta lineare‐ inorganica. L’autore,per meglio spiegare la sua teoria dell’evoluzione dello stile geometrico, si sofferma sui due concetti di uniformità e regolarità. Quest’ ultima è legata all’impulso di astrazione,mentre invece l’uniformità porta a una tendenza all’empatia. “Uniformità è il contributo del soggetto, regolarità è il contributo del mondo esterno, l’effetto delle forze naturali.” (W.Worringer Astrazione e Empatia). Inizialmente, nelle prime manifestazioni astratte di tipo geometrico è presente un impulso empatico latente, che diventa gradualmente conscio e porta all’equilibrio tra astrazione ed empatia facilmente riscontrabile nello stile geometrico maturo. Questo processo di graduale presa di coscienza si manifesta con la presenza sempre più significativa di linee di unione tra i simboli, indice appunto di uniformità. L’esempio più eclatante di decorazione geometrica empatica e astratta è il meandro, tipico dell’arte ornamentale geometrica greca. Per quanto riguarda invece l’arte ornamentale a carattere vegetale, per capire il motivo della sua genesi bisogna fare riferimento al valore simbolico che assumono i soggetti rappresentati. Infatti, soprattutto nell’arte egizia e greca il significato simbolico di ciò che viene raffigurato ha una grande importanza. Questa caratteristica però non è estendibile a tutta l’evoluzione dell’arte ornamentale, è da considerarsi “momentum agens per l’origine di alcuni ornamenti vegetali, per passare quindi a un momentum agens superiore, e di maggiore validità universale” (W.Worringer Astrazione e Empatia). Il principale motivo da cui è scaturito l’avvento dell’ornamentazione vegetale è il trasferimento nell’arte della legge strutturale della pianta. Infatti non veniva riprodotta la pianta nella sua forma esteriore, ma veniva esaltata e messa in luce la regolarità della sua struttura. I presupposti sono quindi di tipo astratto e psicologico, non di tipo fisico. Il contenuto dell’opera di questo tipo di arte è quindi da ricercarsi nella regolarità, nell’equilibrio tra elementi di carico e di portata, nella proporzionalità dei rapporti delle piante. “L’elemento primario non è il modello naturale, bensì la legge che da esso si astrae” (W.Worringer Astrazione e Empatia). La regolarità organica da cui prende avvio l’ornamentazione vegetale astratta implica però un avvicinamento dell’uomo alla natura e quindi un graduale impulso all’empatia. Lo stesso processo avviene per l’ornamentazione di tipo animale, dall’arte greco‐romana a quella araba e medievale. Non vengono mai riprodotte le figure animali, vengono rappresentate solo alcune parti di questi secondo schemi proporzionali astratti, inoltre gli antichi molto spesso mescolavano le parti tratte da animali diversi dando vita a figure favolose o talvolta mitologiche. Il punto di partenza dell’evoluzione artistica è quindi l’astrazione che, anche se presenta un rapporto con il modello naturale, non ha nulla a che vedere con l’imitazione di ciò che è presente in natura. Successivamente, Worringer descrive alcuni esempi di architettura e scultura, sulla base delle definizioni date nella parte teorica di astrazione ed empatia. Egli si sofferma in particolare sull’arte greca, quella egizia per poi concludere con l’arte bizantina e analizza nei diversi casi l’evolversi della scultura, dell’architettura e della pittura. In primo luogo egli si concentra sull’arte greca, riferendosi a due periodi: un primo momento tendente alle caratteristiche dell’astrazione, un secondo invece più attinente all’empatia. L’autore a riguardo porta a confronto due opere architettoniche: il tempio dorico “ che costituisce ancora il prodotto di un volere artistico volto esclusivamente all’astratto”; il tempio ionico nel quale “il passaggio all’organico si fa apertamente manifesto.” (W.Worringer Astrazione e Empatia). Infatti il tempio dorico si presenta pesante, massiccio, imponente e ci dà l’idea di un’entità superiore che “con la sua inaccessibile astrazione sovrumana opprimeva gli umani facendo pesare su di essi la nullità della loro esistenza umana” (W.Worringer Astrazione e Empatia). Il tempio ionico invece “si erge sereno e piacevole”, è in armonia con il mondo esterno ed è proporzionato non solo come struttura ma anche in relazione all’uomo. Successivamente, Worringer parla della scultura greca arcaica: potremmo immaginare che questa si presenti ai nostri occhi come una rappresentazione su superficie piana poiché nella scultura arcaicizzante vi è ancora un volere artistico appartenente all’astrazione. In realtà la scultura è a tutto tondo (anche se fortemente stilizzata): questo perché ‐come spiega Worringer‐ “si presentò l’esigenza di dare un diverso modo di espressione all’idea dell’individualità materiale”, il tutto conseguito grazie “alla compattezza del materiale e la sua corporeità inarticolata”. Viene poi analizzata l’arte egizia a sostegno della sua tesi sulla scultura. Anche in quest’ ultima ‐come per tutti i popoli antichi ad eccezione dei greci‐ prevale il principio di astrazione, che si rivela in particolar modo nella scultura e nell’architettura. Worringer porta ad esempio per l’architettura le piramidi e le mastabe: entrambe esprimono la massima individualità materiale, una perfetta regolarità geometrica e l’assenza di una finalità pratica, infatti, solitamente alle tombe vere e proprie era dedicato poco spazio, spesse volte angusto. Anche la scultura egizia segue i principi dell’astrazione: questa è cubica e stilizzata. Per ottenere questi risultati gli egizi eliminano qualsiasi tipo di particolare, scelgono forme semplici e stilizzano tutti gli elementi del soggetto raffigurato, per dare l’impressione di una superficie piana. Infine l’autore ritiene che l’arte bizantina costituisca una sorta di sintesi tra arte greca e paleocristiana: condivide con la prima bellezza e verosimiglianza mentre mantiene con la seconda una tendenza all’astrazione. Inoltre Worringer mette in evidenza come quest’ arte assista ad una continua evoluzione, dovuta al “procedere conflittuale”e all’oscillare tra arte ellenico‐organica e paleocristiana‐orientale. L’arte bizantina è solo una delle premesse dell’arte prenascimentale. Detto ciò, Worringer si occupa delle altre premesse e in particolare di quell’arte locale che opera indipendentemente dalle influenze bizantine: l’arte nordica celto‐germanica che si manifesta nell’ornamentalismo scandinavo e olandese. Tale ornamentalismo, con il predominio della forma lineare geometrica, è molto simile all’arte greca arcaica. Certamente non era uguale il rapporto fra natura e uomo: al nord la natura era aspra e poco generosa causando una disarmonia nell’uomo nordico che rese possibile l’entrata del razionale misticismo occidentale e del cristianesimo. Questa disarmonia interiore si rispecchia nell’arte che tende all’inorganico e si traduce soprattutto in decorazioni a nastro intrecciato__ del tutto distanti dal volere artistico occidentale. Successivamente Worringer tende a sottolineare il fatto che tale propensione alla linea inorganica favorì la tendenza all’astratto che è possibile riscontrare da un lato nell’arte paleocristiana e dall’altro nell’arte tardo bizantina. Worringer arriva in questo modo a definire il primo vero risultato che emerge da queste correnti: il romanico; infatti gli elementi principali della sua composizione sono l’arte provinciale romana, paleocristiana bizantina e infine il volere artistico dei suddetti popoli nordici. Dallo stile romanico l’ autore passa alla spiegazione dell’origine della corrente gotica. Infatti i due stili non sono da considerarsi del tutto estranei. La principale differenza è che nello stile romanico si possono ancora trovare tratti classici che saranno però presto sopraffati [!!!] da quel volere artistico proprio della componente nordica del romanico. Proprio da queste tendenze nasce lo stile gotico nel quale la materia vive in virtù delle proprie leggi meccaniche__ che acquistano espressione malgrado il loro carattere fondamentalmente astratto. Questa corrente quindi, pur essendo colma di valori astratti richiama fortemente un carattere empatico come sottolinea lo stesso Worringer:”…Come terza possibilità abbiamo la cattedrale gotica che agisce solo attraverso valori astratti, ma tuttavia esercita un richiamo estremamente imperativo ed energico alla nostra facoltà di empatia. In essa però le relazioni costruttive non vengono illuminate dalla sensibilità per l’organico, come avviene nel processo di edificazione del tempio greco; si manifestano invece per se relazioni di forze puramente meccaniche, la cui tendenza al movimento e il cui contenuto inoltre sono stati intensificati al massimo da una facoltà di empatia estesa all’astratto.” Dopo tali attenti riferimenti all’architettura Worringer si sofferma ad analizzare la scultura. Sia nella scultura che nell’architettura romanica gli elementi riscontrati sono gli stessi. È comunque doveroso sottolineare il fatto che il drappeggio classico si irrigidisce sempre più influenzato dal volere artistico delle popolazioni nordiche fino a diventare puro ornamento lineare astratto. Nella prima scultura gotica, nella quale gli estremi e le contraddizioni erano fisicamente vicini, il volere artistico nordico arriva al suo culmine nel trattamento dei drappeggi. Ma presto ci furono diversi mutamenti all’interno di tale scultura che portarono alla formazione dell’arte di inizio rinascimento. Ecco come Woringer illustra tale evoluzione: ”Dominante diventò il corpo, e la veste fu ridotta ad un semplice elemento secondario, ad esso docilmente subordinato. L’ultima eco del drappeggio gotico si spense, e con essa svanì l’ultimo ricordo del punto di partenza della creazione artistica nordica, cioè di quel sistema di linee astratte e insieme espressive. Giunto felicemente, dopo un cammino tortuoso e faticoso, alla chiarezza organica, esso perdette la propria ragion d’essere, e fu eliminato dal successivo corso dello sviluppo”. Con tali parole l’autore arriva a sancire l’inizio del Rinascimento e la perdita, con l’ultimo “stile” gotico delle forme artistiche dominate dall’impulso di astrazione. Giudizio Sinossi puntuale e corretta nel riferire le tesi principali e la loro sequenza nel saggio di Worringer. Ottimo, ma attenzione all’ortografia, alla punteggiatura e all’uso dei tempi verbali…