Gazzetta del Mezzogiorno

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Gazzetta del Mezzogiorno
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Martedì 16 giugno 2015
IN LIBRERIA DA GIOVEDÌ UNA STORIA AVVINCENTE CHE SI DIPANA SOTTO IL SOLE DI PUGLIA, TRA LE MAFIE E L’EDONISMO
Spaghetti «sexy»
Gli alberi sanno volare per gli assassini
LA MOSTRA FINO AL 26 LUGLIO LA GRAZIA VISIONARIA IN UN’AMPIA PERSONALE
altro che Samantha
Esce il nuovo noir della barese Gabriella Genisi
Mariagrazia Pontorno a Martina Franca scoperchia usura, piatti profumati (e il bel Delon)
di PIETRO MARINO
la sfera dello spirituale. «La dimensione trascendentale mi affascina in
quanto spazio mentale umano in cui
anno scorso a Martina
l’uomo proietta paure e desideri»,
Franca (Taranto), in una
confida l’artista (nella conversaziocollettiva promossa dalla
ne con Marilena Di Tursi e AnFondazione Noesi, aptonella Marino anch’essa riportata
parve il video di un secolare ulivo di
nel cataloghino bilingue edito da
Puglia che si staccava lentamente
Maretti).
dal terreno e rimaneva in sospenE’ qui il passaggio dal cielo del
sione con le sue tentacolari radici.
cedro a I Cieli di Roma (2013-2015).
Si trattava di una fedelissima finHa al centro (col contorno di renzione digitale in 3D realizzata da
dering e still frames) un video arMariagrazia Pontorno, giovane articolato su tre tempi, anche tecnitista siciliana (Catania 1978) che vicamente distinti. La prima recupera
ve a Roma. Non si parlava allora di
e rimonta immagini da un docuxylella, né apparivano nell’opera inmentario girato nel 2008 sulla partenti di denuncia sociale. Semmai
tenza dal Vaticano di Joseph Ratuna sorta di estasi tecnologica per
zinger dopo le sue dimissioni da
un miracolo della natura.
papa e il suo imbarco sull’elicottero
Adesso, una ampia personale nelche lo portò a Castel Gandolfo. La
la stessa sede della Fondazione (sino
seconda mostra visioni dall’elicotal 26 luglio) dispiega i vari modi di
tero che trasvola
grazia visionaria
su Roma, limitate
con i quali la Ponall’Auditorium
torno rielabora
Parco della Musimemorie della
ca, al museo MAsua vita e notizie
XXI e alla Basidal mondo usando
lica di San Pietro
procedure artifi(i luoghi dell’arte
ciali con sapienza
e della fede).
ma senza ostentaSono riprese
zione.
disposte dall’artiL’ammirata afsta ed effettuate
fezione per l’ulivo
da un drone, che
pugliese è confernel video assume
mata con un comle sembianze
plesso installativo
dell’elicottero pa(video e foto in
pale grazie ad
3D) giocato sul
una sofisticata
rapporto di ririelaborazione dispecchiamento fra
gitale. Infine l’elilei che adulta abcottero vola nello
braccia un tronco
spazio cosmico sisecolare della
no ad incontrare
campagna di Fauna eclissi totale
sano e le immadi sole e perdersi
gini di una bamnel disco nero
bina che gioca fra
con alone di bai suoi (reinventagliori. Percorso
ti) rami: memoria
complesso che si
dell’albero su cui
presta al gioco lida piccola giocava
bero dei riferie si nascondeva
menti e dei sim(come tutti i bambolismi (a partire
bini fanno o vorMARTINA FRANCA Alcune delle opere
dall’elicottero su
rebbero fare) nelRoma che apre la
la villa di famiDolce Vita di Fellini, evocato da Caglia in Sicilia. Dunque l’albero in
liandro).
generale - e l’ulivo nella sua speCosì l’immaginario della Pontorno
cificità identitaria di un territorio va oltre la poetica transustanzazione
come nido e grembo, rifugio e sogno
verso l’alto del mondo di natura. Si
(ben diversa la scelta di vita sugli
fa proiezione visionaria verso il fualberi fatta dal calviniano Barone
turo che coinvolge anche la città (in
Rampante).
altro video, già esposto a Martina
Insomma, il distaccarsi dal suolo
nel 2013, sono i grattacieli di New
non è uno sradicamento, una fuga,
York a distaccarsi da terra). Parma un’ascensione al cielo. Come
tendo da immagini estratte dal flusconferma il video Il Cedro dei Cieli
so mediatico, compone una narra(2014): qui è un maestoso albero di
zione che si fa parabola di un’ulcedro che si stacca da terra, e vola
teriore conciliazione: dai riti di risino a perdersi fra le nubi come un
tiro dalla storia al sogno di un mongrappolo di palloncini. Sublimato rido che punta senza paura, grazie
cordo di un cedro secolare nel Giarall’arte, all’estasi di un «sole nero».
dino Botanico di Pisa che fu ab«Sono felice di vivere in quest’epobattuto e sradicato da una tempesta,
ca, così sorprendente, e che si è
fa pensare al cedro del Libano, l’alduplicata all’infinito», dichiara anbero sacro della Bibbia («fra le nubi
cora Mariagrazia. Con pensiero poera la sua cima», è scritto nel libro
sitivo, questo sì sorprendente rispetdi Ezechiele). Così nel neo-naturato alla corrente cultura della crisi.
lismo di cui si nutre ampiamente la
Un po’ come Samantha, l’astronauta
contemporaneità – come sostiene in
italiana. Che però, intanto, è tornata
presentazione Christian Caliandro –
sulla terra, e ne sente il peso.
traspare anche una tensione verso
L’
NESSUNA FUGA
Una proiezione verso
il futuro che non è sradicamento
come il Barone rampante
di ENZO VERRENGIA
T
rasudano femminilità i romanzi di Gabriella Genisi. A
partire dall’afflato sensuale
della voce narrante, Lolita
Lobosco, commissario dirigente della
Squadra Omicidi di Bari. È la femminilità profonda di una saggezza fatta di istinto, empatia, vitalità e ironia.
Soprattutto quando si è alle latitudini
mediterranee, più marcatamente pugliesi e inequivocabilmente baresi.
In Spaghetti all’assassina (Sonzogno, pp. 192, euro 12,00), che esce in
libreria il 18 giugno, la Lobosco deve
scoprire chi ha ucciso Colino Stramaglia, detto Colino Paprùss, cioè peperone, cuoco sopraffino e proprietario del ristorante «Al Ciuccio», a Bari
Vecchia, la cui specialità è quella del
titolo. L’uomo è stato incaprettato alla
maniera mafiosa, oltre che seviziato.
Lolita interroga la sinuosa brasiliana
Fanny Oliveira, passata alle dipendenze dell’ucciso dopo dei trascorsi in night club, la cuoca Giovanna Lafronza,
armadiesca e sboccata, il capocameriere Geppino Schirone e lo chef francoalgerino Benallal Matou, che cattura lo sguardo e il desiderio della
Lobosco. L’uomo le presenta l’ex poliziotto marsigliese Fabio Montale, il
personaggio di Jean-Claude Izzo interpretato per la televisione da Alain
Delon. Una citazione molto evocativa.
Poi arriva Lorenzo Centrone, «il nuovo commissario della Sezione Narcotici», che apporta una vena struggente. Il funzionario ha conosciuto il papà
di Lolita, carabiniere freddato a suo
tempo da uno sconosciuto mai catturato.
La narrazione passa dall’ilarità
scanzonata all’interiorità di Lolita, irrisolta e proprio per questo idonea a
risolvere gli altri. La ricetta degli spaghetti all’assassina arriva nelle prime
pagine. Il resto bisogna guadagnarselo
facendosi trascinare dalla Genisi capitolo dopo capitolo, per approdare al
termine di quella che non sarà una
farsa, bensì un viaggio nel cuore di
tenebra che si annida sotto il sole barese, la cui prospettiva è definita felicemente «lagunare».
Se ne cerca conferma a tu per tu con
l’autrice con qualche domanda.
Lolita Lobosco è solo il pretesto letterario di Gabriella Genisi o possiede
una propria autonomia caratteriale,
Chi ha ammazzato e
«incaprettato» il cuoco Colino
Stramaglia del ristorante
«Al Ciuccio» di Bari Vecchia?
etnica e obiettiva?
«Direi che Lolita ha preso ormai il
sopravvento, e in alcuni tratti delle
fasi di scrittura mi possiede completamente al punto che parlo e penso
come lei. Siamo diverse, ma a tratti ci
somigliamo moltissimo. Il suo pensiero per certi versi è distante dal mio, ma
in certi tratti malinconici e riflessivi
mi ritrovo in pieno».
In «Spaghetti all’Assassina» si parte
dall’edonismo vitaiolo di Barivecchia e si arriva a denudare una vicenda che ha del sordido e nel contempo del profondamente realistico.
«Bari è una città complessa, mai
banale. Edonista e commerciale, levantina e feroce. Accogliente e chiusa
IL PROBLEMA PROTEGGERE I RAGAZZI E NON INTACCARE IL VALORE ESPRESSIVO: SE NE DISCUTE
Quanto fumano il cinema
e quegli eroi («negativi»?)
Il libro di Altomare e Galetta sugli adolescenti
di VITO ATTOLINI
B
allinger (Michael Caine) (vedendo il suo interlocutore trarre una
sigaretta dal pacchetto
e cercare di accenderla): «Qui
non si può fumare !» Emissario
(sorpreso): «Neanche all’aperto ?» Ballinger
(stizzito):
«Neanche al chiuso».
Sono le parole
scambiate fra questi
due
personaggi
all’inizio dell’acclamato film di Sorrentino, La giovinezza durante le
trattative relative a un concerto
in onore della Regina Elisabetta,
la cui direzione è stata affidata
appunto a Ballinger. Una scena
che ripropone un tema legato alla rappresentazione del fumo nel
cinema, già oggetto in passato di
Negli Anni ‘30 la
vendita di canottiere
crollò: Clark Gable
non l’indossava
accese diatribe le cui ragioni sono però sempre attuali. Peraltro,
proprio nei giorni scorsi a Bari è
arrivato il plastico di un’enorme
sigaretta in forma di tunnel
(dall’implicito significato allusivo), che è il punto di riferimento
di una delle tappe della campagna contro il fumo promossa da
Walce onlus (Women Against
Lung Cancer in Europe).
Su questo importante tema è
bene richiamare il bel libro scritto da Edoardo Altomare e Domenico Galetta, Cenere di stelle.
Cinema, fumo e adolescenti (edizione F.C.) che con solidi argomenti scientifici, convalidati dalla competenza professionale degli autori, mette in guardia dai
pericoli legati al potere persuasivo di alcuni modelli di comportamento diffusi dal cinema,
di cui a pagare le spesse è il pubblico più sprovveduto, specialmente quello in età adolescen-
ziale, e quindi più facile oggetto
di manipolazione. «Proprio perché appassionati, anzi innamorati del cinema, abbiamo pensato
di attirare l’attenzione sul cattivo uso che si fa del mezzo cinematografico quando lo si piega agli interessi dei produttori di
tabacco»: esplicita condanna
«dell’alleanza fra l’industria del
tabacco e quella cinematografica».
A tal proposito, per comprendere il meccanismo di tale «alleanza», ricordiamo il caso, diventato esemplare, dell’improvviso crollo delle vendite di canottiere nell’America degli anni
Trenta: non a cause di natura
economica ma per colpa di Clark
Gable, star di prima fila nella
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Martedì 16 giugno 2015
CULTURA&SPETTACOLI
Causa di plagio per gli articoli pubblicati in «Gomorra»
Saviano e Mondadori
vincono in Cassazione
.
Lo scrittore anticamorra Roberto
Saviano e la Mondadori, che nel 2006
ha pubblicato il best seller «Gomorra»,
hanno ottenuto una vittoria in Cassazione contro la casa editoriale «Libra»
che aveva avuto – dalla Corte di Appello di Napoli nel 2013 – 60mila euro
di risarcimento danni per tre articoli riprodotti nel libro senza l’indicazione
dell’autore e della fonte nonostante
fossero stati pubblicati su quotidiani
del casertano editi appunto da «Libra».
Ad avviso della Suprema Corte – sentenza 12314 depositata ieri dalla Prima
sezione civile – «è evidente» che in
questa causa sul diritto d’autore «non
era in discussione l’originalità e la
creatività del libro Gomorra, ma solo il
plagio di alcune sue parti specifiche e
limitate» – quantificate dallo stesso
Saviano nello 0,6% del libro di 331 pagine – per le quali non è «intervenuta
l'attività creativa dell’autore stesso».
Secondo la Cassazione, è questione
aperta e tutta da rivalutare del risarcimento dal momento che i giudici non
hanno spiegato «in che cosa poteva
concretizzarsi il lucro cessante» della
«Libra» «in relazione alla peculiarità
della fattispecie, in cui l’opera plagiata
(articoli apparsi sui giornali) e l'opera
plagiaria (romanzo) non si ponevano
in concorrenza tra loro». Questo in
quanto sono state distribuite «su circuiti commerciali del tutto diversi» ed
avevano un «diverso tipo di pubblico».
libri utilizzando più registri. Con molta attenzione all’attualità e al momento storico. Proprio nei giorni scorsi,
(10 giugno) la Gazzetta del Mezzogiorno ha raccontato di un giro di usura
qui a Bari dove venivano applicati tassi fino al 280%. Fenomeni sempre esistenti ma in forme - come dire, più
ligth - con la crisi che sta stritolando
molte fasce sociali sono diventati molto più insostenibili. Ecco, per certi
temi non devo inventare nulla...».
L’apparizione di Fabio Montale è un
omaggio Jean-Claude Izzo. Vogliamo
provare a definire, fra antropologia e
letteratura, la mediterraneità?
LOLITA INDAGA In alto, la
scrittrice Genisi; a fianco Bari
Vecchia e (sopra) Alain Delon
interpreta Fabio Montale
Per i suoi legami troncati, quelli della
sorella e dell’amica Marietta, la Lobosco sembra destinata a muoversi
fra repliche della Bovary e della Karenina...
al tempo stesso. Una città dai molteplici livelli, come in un videogioco.
E’ una città che amo moltissimo ma
questo non impedisce di essere critica
e di raccontarla così com'è. Al di là del
bene e del male, citando Nietzsche».
Lolita Lobosco eccelle in doti culinarie dagli esordi. Si direbbe che la
sua serie abbia preceduto la voga di
Masterchef, pur citata nel romanzo.
«In cucina, Lolita e io siamo quasi la
stessa persona, come sono le stesse le
ricette. Cucinare è una delle mie grandi passioni, e le mie ricette sconfinano
tra le pagine fin dal primo libro. Ancor
prima della serie di Lolita e di tutta la
moda culinaria che impazza da un po'
di anni in qua».
«Lei è un attento osservatore
dell’animo femminile oltre che grande
conoscitore della letteratura ottocentesca che ha segnato l’educazione sentimentale delle ragazze del secolo
scorso. Come io e Lolita, perlappunto.
E il nostro commissario, ahimè, non è
fortunata in amore. Però chissà, non è
detta l’ultima».
Il finale del libro, da non rivelare, fa
affiorare un tema piuttosto caldo,
nell’Italia della crisi: l’usura.
«Cerco sempre di scrivere i miei
DAI
CLASSICI A
SORRENTINO
A sinistra,
Michael
Caine in film
«Youth»; a
destra Bette
Davis che
fuma in
«Tramonto»
Insomma, qualcosa che si addice
moltissimo alla natura femminile?
«Bè, direi che in questo libro di femminilità ce n'è parecchia. Da Bari, che
è
femmina, a Lolita. Passando direttamente per le “tette delle monache” il
dolce speciale con cui Lolita tenta di
sedurre... Ennò, chi non lo dico però».
Vetrina
GIORNALISTI DEL MEDITERRANEO A OTRANTO
«Premio Caravella» alla Marina
.
Hollywood della stagione d’oro,
che nel momento clou del film di
Frank Capra, Accadde una notte,
si toglie la camicia rimanendo a
torso nudo: senza canottiera
cioè. L’effetto che ne conseguì fu
imprevisto e disastroso per le industrie tessili specializzate nella
produzione di quest’indumento
intimo maschile, perché milioni
di uomini di ogni età seguirono
l’esempio dell’attore. Richiamiamo questo episodio perché si intendano le coordinate del dibattito in questione, che è lungi
dall’essere risolto, come si può
dedurre dall’incipit del film di
Sorrentino.
Un aspetto però bisogna comunque tener presente nell’esaminare questa questione: siamo
«Nelle ultime pagine di “Spaghetti
all’Assassina”, c'è una virata verso il
noir
mediterraneo
e
poichè
Jean-Claude Izzo è riconosciuto come
il fondatore di questo genere letterario
dove la bellezza del paesaggio Mediterraneo contrasta profondamente col
crimine che vi si incontra, non potevo
non dedicare a lui e a Montale il crossover che inserisco in ogni libro della
serie. Per quanto riguarda la definizione, oggi più che mai utilezzere il
termine “crocevia”. Di vite, di destini,
di speranza. Di sole, ma anche di ombre».
cioè in presenza di un problema
bifronte, che sollecita considerazioni ispirate a due diversi ordini
di motivazioni – quelle legate al
linguaggio cinematografico e
quelle rispondenti a esigenze medico-sociali. Ovviamente queste
ultime, che sono prevalenti, non
attengono alla dimensione estetica del film, sebbene questa sia
tutt’altro che trascurata dagli autori del libro. Solo per citare qualche esempio ricordo che alcune
«icone» del divismo cinematografico sono (purtroppo) legate
ad un’immagine che contraddice
il discorso contro il fumo: che
dire del valore espressivo di una
Bette Davis nell’atto di accendersi una sigaretta o di un Humphrey Bogart col suo altrettanto
inimitabile modo di fumare?
Il problema è evidentemente
intricato perché implica da un
canto la lotta al tabagismo (specie per preservare da questo i
minori) dall’altro il valore
espressivo di alcune situazioni e
personaggi che, ahimè, talvolta
coincidono pericolosamente con
gli interessi dell’industria. Un
aspetto non trascurato da Altomare e Galetta, anche perché il
loro libro rivela una sorprendente quanto invidiabile competenza in materia cinematografica,
con citazioni anche di film minori e poco noti. Il dibattito che ci
interessa, come si desume da
queste rapide annotazioni, è di
una intima problematicità destinata a difficile soluzione.
n Terrorismo internazionale e libertà di stampa. Al lavoro la giura del concorso «Giornalisti
del Mediterraneo» per individuare i vincitori
della 7° edizione. Anche quest’anno, tanti i reportage giunti alla segreteria organizzativa.
Oltre al lavoro della giuria, presieduta da Lino
Patruno, il comitato scientifico ha attribuito i
premi «Caravella del Mediterraneo» che saranno assegnati il 12 settembre 2015, assieme
ai vincitori del concorso giornalistico, nel borgo medioevale a Otranto, presso Largo Porta
Alfonsina. Quest’anno i premi «Caravella» sono stati assegnati a Giovanni Maria Vian (Direttore Osservatore Romano); Carlotta Sami
(Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati); Leo Brincat (Ministro dell’Ambiente del Governo di Malta); Dana Manuela Constantinescu (Ambasciatrice di Romania in Italia); Daniele Mancini (Ambasciatore italiano
alla Santa Sede); Giovanni Castellaneta (Già
Ambasciatore Italiano a Washington e Presidente Sace); Dario Carella (Vice Direttore
TGR Rai); Andrea Maresi (Agcom); Paolo Di
Giannantonio (Rai Tg1); Hassane El Guennouni (Hespress); Veronica Gervaso (Mediaset). E
infine, un autorevole riconoscimento alla Marina Miliare per l’Operazione Mare Nostrum e
il contributo che ha rappresentato nella tutela
e la salvaguardia della vita umana nel Mediterraneo. A rappresentare la Marina, Enrico
Pacioni, Direttore dell’ufficio Pubblica informazione e comunicazione. E’ una novità, dunque, la partecipazione al concorso giornalistico di un reportage realizzato dall’agenzia foto-video della Marina.
L’ACCORDO PER I GIOVANI TURISTI
E la vacanza
da ostello
si fa sul treno
abbandonato
di PAOLA MENTUCCIA
V
iaggi low cost? Non solo.
Perché si tratta soprattutto di coniugare la voglia di scoprire nuovi
luoghi a quella di recuperare un
mondo mai in estinzione come
quello dei treni.
L’Associazione italiana alberghi
per la gioventù (Aig) e Ferrovie
dello Stato Italiane che, siglando
un protocollo quadriennale per il
turismo sociale, si impegnano ad
avviare progetti di restyling di edifici, carrozze e vagoni dismessi e a
trasformarli in alloggi turistici dedicati a giovani e a famiglie. Offerte turistiche «treno più ostello»
faciliteranno la mobilità dei ragazzi in treno, che diventerà la
prima scelta per spostamenti dei
soci Aig, con proposte ad hoc per i
viaggiatori con disabilità.
Un accordo che mira a favorire il
turismo e l’integrazione sociale dei
giovani che, più di tutti, esprimono
una domanda di mobilità consapevole dei beni comuni, delle persone, delle culture locali e della
sostenibilità.
Entro giugno 2015, il gruppo Fs e
l’Aig porteranno a termine un confronto sulle disponibilità immobiliari nelle aree di maggiore interesse turistico, da stazioni a ex
magazzini merci, fino a vagoni non
utilizzati, e sulle proposte tariffarie di offerte di viaggio. Poi si
passerà al concreto: le due parti
elaboreranno progetti di collaborazione e iniziative turistiche e si
impegneranno a svilupparle congiuntamente. «Abbiamo sempre ritenuto che il treno fosse un luogo di
condivisione così come l’ostello –
ha detto la presidente nazionale
dell’Aig, Anita Baldi, durante la
cerimonia di firma del protocollo –
Il viaggio è un momento di crescita, di educazione e di aggregazione, soprattutto in un momento in cui i ragazzi tendono ad
isolarsi dietro le chat di cellulari e
tablet».
«Oggi i ragazzi sono sempre su
internet, non si incontrano più –
ha aggiunto l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Michele Mario Elia – e il viaggio, gli
ostelli e attività sociali possono
costituire elemento di aggregazione e recuperare vecchi valori, agevolando le iniziative dei giovani
nell’arte e nella cultura».