UA DON BOSCO una vita da sogno 5 anni
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UA DON BOSCO una vita da sogno 5 anni
UNITA’ DI APPRENDIMENTO n. 1c (Progettazione) “DON BOSCO: Una vita da sogno” di GIUSTI Roberta (bambini di 5 anni) Anno Scolastico 2008 - 2009 Nei mesi di: Ottobre, Novembre, Gennaio, Febbraio. 1. TIPOLOGIA DELL’UNITA’ APPRENDIMENTO I santi sono persone dotate di grande virtù e bontà, aventi un animo profondamente religioso. In questa unità di apprendimento verrà preso in considerazione uno dei santi più vicino ai giovani, uno che ha dedicato ogni suo respiro alla loro educazione. Ha dato la vita per i “suoi” ragazzi. Il suo nome è Don Bosco; uno come tanti, ma che ha saputo trasformare la sua vita in una missione. La sua famiglia in particolare la sua mamma, sono stati per lui un punto di riferimento e, gli episodi che hanno maggiormente inciso nella crescita della sua persona, saranno gli strumenti che porteranno i bambini a scoprire, conoscere e comprendere il carisma salesiano di cui Don Bosco ne è il fondatore. La sua persona, la sua esistenza ed infine la sua santità sono state la realizzazione di un sogno fatto a nove anni, l’incarnazione di un’idea. Nel corso dell’UA analizzeremo il “sogno dei nove anni”, a partire dal primo intervento che Giovannino ha fatto verso i compagni che si picchiavano. Questo mette in risalto la sua indole generosa ma focosa e irruente bisognosa di più autocontrollo, per far capire che egli era un bambino come tutti gli altri, bisognoso dell’aiuto di mamma Margherita per crescere e riuscire ad interpretare il messaggio grande del sogno: “Giovannino non con le percosse ma con la mansuetudine e l’amore dovrai guadagnare questi tuoi amici”. Attraverso diverse attività, che al loro termine verranno sintetizzate con un simbolo riferito a quella specifica tappa della vita di Don Bosco (occhi, mani piedi…),i bambini scopriranno il cartellone raffigurante il sogno un pezzo alla volta, in base al simbolo del racconto analizzato. Accanto ci sarà un albero con lo spazio per i frutti vuoto che verrà riempito mano a mano con pallini raffiguranti la vita di Giovannino fino a riempire l’albero e scoprire che: IL SOGNO SI E’ AVVERATO: L’ALBERO HA DATO I SUOI FRUTTI.( vedi libro “L’albero di don Bosco” pag. 59, 60) Questo percorso aiuterà i bambini ad accrescere la fiducia in loro stessi ma, ciò che più è importante è che, questo sentirsi “in grado di”, li porterà ad affrontare il nuovo con più curiosità e meno timore, gli farà capire che collaborare con gli altri non è facile, ma può dare una grande gioia e che si può essere più attenti e disponibili verso chi ha bisogno proprio come Don Bosco faceva con i suoi ragazzi. Attraverso il gioco si arriverà così a trasmettere i valori che Gesù nel sogno, ha ispirato a Don Bosco perché li infondesse nei suoi ragazzi: la bontà, l’attenzione all’altro, il senso del proprio dovere, l’amore a Gesù e a Maria, l’allegria. “Il sogno di un bambino come tanti” per far capire ad ognuno di loro che la strada della santità è possibile ed è per tutti, Don Bosco ai suoi ragazzi dell’Oratorio ha indicato la strada: “Noi qui facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri!” 2. IL PROBLEMA AFFRONTATO DALL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO 8 “L’educazione è cosa di cuore. Bisogna che i bambini non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”. Nel bambino la percezione del “ noi” è definibile come “ percezione di appartenenza”. L’egocentrismo del bambino non concede molto spazio alla considerazione degli altri, ma egli ha bisogno di ritrovarsi in uno spazio vitale che, sebbene ancora strutturato in forme egocentriche, già comprende altre presenze a volte scomode ma comunque necessarie, utili perché il bambino, confrontandosi con loro, costruisce, verifica, ricostruisce e rielabora la propria identità. Il passaggio dall’io al “tu” e poi al “noi” è graduale e cresce attraverso le relazioni che il bambino si trova a dover affrontare nel corso della vita. Il bambino di cinque anni, a livello di relazione, presenta l’apertura verso terzi, la mediazione in forza della quale si consolida quell’autonomia che consentirà successivamente l’esperienza della solidarietà e dello scambio. Egli osserverà se stesso come individuo che pensa e dirige il proprio comportamento e sentirà l’esigenza che la sua persona sia rispettata e tenuta in considerazione. L’essere Santi è la capacità di guardare oltre, di non pensare all’ “io”, ma al “noi” riscoprendo Gesù in ogni amico a loro vicino. “Psicologia dell’ età evolutiva”. Editrice La Scuola 3. PROVE - REQUISITI PROVA IN ENTRATA: ( mediatore attivo ) 1 ora Ascolto della canzone Giullare dei campi o Giocoliere di Dio). Attraverso questa attività l’insegnante osserverà quanto segue: REQUISITI COGNITIVI • Ascolta il testo della canzone e ne coglie il protagonista ricordando alcune parti della canzone in cui vengono descritte delle “azioni“ che il protagonista compie • Memorizza il testo essendo in grado di ripeterne in modo autonomo alcune strofe METACOGNITIVI Metalogico • Usa le strofe della canzone per descrivere in ordine logico gli eventi presi in considerazione dalla canzone Metalinguistico • Utilizza la canzone per ricordare e ricostruire parti della vita di Don Bosco, senza averne ancora sentito la storia Metateorico • Formula ipotesi, in base al testo ascoltato, per intuire chi era e cosa faceva Giovannino COMPORTAMENTO • Ascolta una canzone in silenzio prestando attenzione a quanto dice il testo permettendo anche agli altri di comprenderlo • Inizia ad accorgersi e accettare l’idea dell’esistenza dell’atro al di fuori di sè COMUNICAZIONE • Comunica emozioni anche attraverso la canzone: allegria, tristezza, paura…. • Regola e mantiene il tono della voce normale durante il canto rispettando chi ascolta e il testo stesso della canzone. 4. CERTIFICAZIONE IN INGRESSO Giochi di gruppo: cantare la canzone divisi in due squadre: l’una deve riprendere da dove la maestra interromperà l’altra squadra. Vince chi sbaglia meno parole. 8 Lettura d’immagini: tradurre in immagini le parti più importanti della canzone ascoltata 5. MODALITA’ OPERATIVE N° ore 2 2 2 8 CHE COSA FA IL DOCENTE Attività STIMOLO: (Mediatore iconico) Le maestre drammatizzeranno il sogno fatto da Giovannino all’età di nove anni. Al termine si andrà nelle classi dove i bambini troveranno: • un grande cartellone raffigurante il sogno, coperto da fogli con sopra disegnate le parti del corpo: piedi, mani, occhi, naso…..e un grosso CUORE. Domande stimolo porteranno i bambini a prestarvi attenzione.(OGNI SETTIMENA LA MAESTRA INSIEME AI BAMBINI SCOPRIRA’ UN PEZZO DI CARTELLONE SVELANDO UNA PARTE DEL SOGNO) La maestra leggerà una piccola parte introduttiva della vita di Don Bosco che porterà ad una prima analisi e conoscenza del personaggio. (Vedi allegato 1, libricino “Forza don bosco pag. 3” ) I bambini capiranno che la prima parte da togliere, per scoprire il sogno, corrisponderà a quella raffigurante“ i PIEDI”. Successivamente nel corso dello svolgimento dell’UA verrà fatta la stessa cosa con gli altri simboli ( mani, occhi e cuore ) fino a scoprire tutto il cartellone raffigurante il sogno che Don Bosco fece all’ età di nove anni. Attività: “ I PIEDI CONSUMATI “ (Mediatore attivo – iconico) • I bambini troveranno in classe uno scatolone con sopra un’impronta di piedi “consumati” con cerotti e un po’ sporchi e, all’interno, l’immagine di Giovannino saltimbanco. Ogni bambino osservando l’immagine dei piedi ipotizzerà cosa potrebbe esserci dentro la scatola in base a quanto l’immagine dei piedi consumati li porta a pensare. Una volta aperta i bambini analizzeranno insieme la figura di Giovannino SALTIMBANCO che a piedi scalzi cammina sul filo…corre…salta un ruscello… La maestra evidenzierà gli elementi più importanti e alla fine ogni bambino lascerà l’impronta del suo piede sul cartellone intorno all’immagine trovata nello scatolone. • Ascoltiamo e impariamo la canzone “ Saltimbanco di Dio”. Gioco : “ PICCOLO SALTIMBANCO” ( mediatore analogico - iconico ) • L’insegnante farà trovare nella classe degli ostacoli che i bambini arrivando al mattino dovranno evitare per raggiungere i giochi. • Successivamente farà togliere loro le ciabatte e, a piccoli gruppi, eviteranno gli ostacoli scalzi. • Ogni bambino proverà a diventare un piccolo saltimbanco per far divertire i suoi amici (giocare con due palline senza farle cadere, giocare con i cerchi...). (Si scopre un altro pezzo di cartellone: “le MANI”) Don Bosco aveva mani speciali, talmente grandi da arrivare a donare sé stesso pur di rendere felici gli altri. IL COMMESSO DELLA PROVVIDENZA!!!!! ( 1° GIORNO ) Racconto: “PANE NERO, PANE BIANCO” ( Mediatore attivo - iconico) La maestra farà trovare in classe ai bambini il calco della sua mano con un buco al centro dentro il quale ci sarà arrotolato un foglio con il racconto “Pane nero, pane bianco”. Alla fine della lettura la maestra inizierà una conversazione con i bambini su quanto ascoltato ponendo loro delle domande, allacciando il racconto alla mano bucata dentro il quale hanno trovato il racconto. Ogni bambino disegnerà sul cartoncino la propria mano e la maestra farà un buco al centro. (2° GIORNO) La maestra riprende il discorso leggendo un piccolo estratto della vita del santo che dimostra come Don Bosco ci sapesse fare ad usare le sue mani per donare e donarsi agli altri (vedi allegato 2. pag. 9 del libricino”Forza don Bosco”) ragionando sul fatto che Giovannino aveva delle mani speciali…BUCATE… perché erano mani che donavano tutto quello che avevano. - Proviamo a chiederci: e noi cosa possiamo donare???? Ogni bambino metterà nella mano bucata del compagno un disegno raffigurante il dono che ha scelto di dargli. Ad occasione la maestra aiuterà i bambini a cogliere le situazioni concrete di dono che si presentano nella giornata ( un gioco che dono al mio compagno che lo desidera tanto anche se io ci sto giocando, scambiare una caramella con il mio amico perché a lui la sua non piace tanto…) • I bambini porteranno da casa degli occhiali da sole. In classe la maestra farà domande stimolo per scoprire come mai abbiano gli occhiali a scuola? A cosa servono? Quando in genere si indossano? Arrivando così in conclusione a capire che servono per proteggere gli occhi…alla domanda: “ vedete un paio di occhi disegnati da qualche parte in classe???” la maestra scoprirà un ‘ altro pezzo di sogno. • (Si scopre un’ altro pezzo di cartellone: “gli OCCHI “ ) A Don Bosco non sfuggiva niente. Giovannino è cresciuto e si è fatto prete. Leggere ai bambini uno dei racconti dell’allegato 3 (pag. 15,16,17) e, alla fine, ogni bambino costruirà un paio di occhiali speciali con i vetri a forma di cuore. Attività 2: “ GUARDIAMOCI nel CUORE” ( mediatore attivo - simbolico) • Ogni bambino cerca un compagno e, prima lo descrive (descrizione fisica di chi ha di fronte), successivamente indossa gli occhiali e cerca di farne emergere delle caratteristiche più nascoste del compagno ( è bravo, è gentile, mi fa ridere….) Gioco: “ GUARDA e SCOPRI “ ( mediatore simbolico- analogico ) • Pensiamo insieme a quali simboli possiamo associare all’essere buoni, simpatici, gentili….ecc. Costruiamo tutti insieme un memory e giochiamo a trovare i simboli uguali. 2 1 1 1 8 • (Si scopre un altro pezzo finale del cartellone: “il CUORE” utilizzando il racconto riportato qui sotto come stimolo). Don Bosco riusciva a fare tutto perché aveva un cuore grande come la sabbia del mare. • 1 GIORNO: Racconto: “Don Bosco e l’incontro con Bartolomeo Garelli” e la nascita dell’oratorio (mediatore attivo - iconico) - La maestra racconta l’episodio (vedi allegato 4) e pone domande stimolo per comprendere insieme il significato del racconto - i bambini alla fine proveranno a fischiare. Successivamente la maestra gonfia ad ognuno un palloncino e , a turno, tirando le estremità produrranno un lungo fischio…. Anche chi non sapeva fischiare stavolta ci riuscirà …perché INSIEME SI PUO’!!! - Alla fine ogni bambino dentro l’immagine di un palloncino disegnerà sé stesso e verranno appesi in classe come segno di festa trasformando così la classe in un piccolo cortile, luogo nacque l’oratorio di Don Bosco • 2 GIORNO: Gioco motorio “mi fido di te” (mediatore analogico) - La maestra benda un bambino e dice ad un altro compagno di guidarlo lungo ad un percorso precedentemente preparato facendolo arrivare a destinazione senza farlo andare a sbattere contro gli ostacoli. Finito il percorso si scambieranno i ruoli. - Al termine del gioco ogni bambino esprime cosa ha provato sia quando era bendato, sia quando guidava il compagno. (I ragazzi di Don Bosco si fidavano di lui perché sapevano che voleva loro bene e ci teneva che crescessero buoni) 2 • 1 GIORNO..Attività: “ Mamma Margherita… la persona che mi ha insegnato ad avere fiducia in Dio e nel prossimo perché ne ha sempre avuta tanta in me” - La maestra legge alcuni episodi della vita di Giovannino in cui mamma Margherita lo educa insegnandogli a placare il suo carattere deciso e focoso, aiutandolo a capire e realizzare il sogno dei nove anni . (vedi allegato 5) - Ogni bambino racconterà il suo sogno: chi o cosa vorrà diventare o fare da grande. - Disegnerà quanto verbalizzato sul foglio. • 2 GIORNO: Attività … “un sogno che diventa realtà” . - Seduti davanti al cartellone del sogno la maestra ricostruirà pezzo per pezzo insieme ai bambini la vita di Giovannino, rispettando la successione degli eventi. - Conversazione: vi è piaciuta la vita di Don Bosco? Lui è diventato SANTO, cosa vuol dire secondo voi? Ha fatto cose speciali o ha “semplicemente” fatto bene il proprio dovere giorno dopo giorno? - L’insegnante aiuterà i bambini a capire che la santità è possibile per tutti perché si tratta di compiere bene il proprio dovere ogni volta che ci viene chiesto; imparare a divertirsi “bene” senza far male agli altri e rispettando le cose belle intorno a noi; essere attenti ai bisogni dei compagni, saper chiedere scusa, donare e avere un cuore buono. Tutto questo con allegria, perché Don Bosco ai suoi ragazzi diceva che nel suo oratorio la santità consisteva nello stare allegri, chiedendo a Gesù e a Maria l’aiuto nella preghiera. Una PROVA IN USCITA : uscita didattica al “Colle Don Bosco” (mediatore attivo – iconico – giornat simbolico) Ogni sezione avrà un cartellone raffigurato un grande albero. Al posto dei frutti le maestre a (6 ore) metteranno delle indicazioni (precedentemente preparate) sotto forma di indovinelli che porteranno i bambini a capire dove poter andare a cercare “il tesoro”. Ogni bambino avrà i fogli degli indizi del colore delle rispettive sezioni. 2 8 • Le maestre spiegheranno la caccia al “tesoro”, alla fine della quale ogni sezione ritroverà delle immagini che riassumono quanto conosciuto durante lo svolgimento dell’UA su Don Bosco. Le immagini saranno collocare sull’albero della propria sezione come fossero tanti frutti. • IL SOGNO SI È AVVERATO E L’ ALBERO HA DATO I SUOI FRUTTI!! 6. REQUISITI-CERTIFICAZIONE IN USCITA Con la frequenza alle attività proposte nell’unità di apprendimento il SI bambino ha acquisito le seguenti abilità: COGNITIVI: • Conosce almeno tre figure importanti della vita di Giovannino: mamma Margherita, il fratello Antonio e Bartolomeo Garelli, spiegandone: ruolo e carattere. • Associa, in modo autonomo , ad un simbolo un determinato episodio della vita di Don Bosco. ( es. piedi = Giovannino saltimbanco ) METACOGNITIVI Metalinguistico: • Sa narrare la conclusione di un racconto letto dalla maestra sulla vita di Giovannino evidenziandone ed esprimendone con un linguaggio comprensibile l’aspetto morale. Metalogico: • Conosce i tre momenti forti della sua vita ed è in grado di esporli in giusta successione logico - temporale: il sogno, Giovannino saltimbanco e Giovannino che diventa prete e fonda l’oratorio per i suoi ragazzi. Metateorico: • Individua nell’essere “santo” atteggiamenti che l’hanno reso tale. COMPORTAMENTO • Si relazione con gli altri con più rispetto e attenzione: sa stare in compagnia divertendosi. • Gioca e lavora con tutti senza distinzione, accetta “il diverso” da lui capendo che essere diversi non è un difetto, ma una ricchezza per sé e per gli altri • Mostra entusiasmo e curiosità verso il nuovo: sorride a ogni suo nuovo giorno meravigliandosi di ciò che lo circonda COMUNICAZIONE • Esprime i suoi bisogni e i suoi sentimenti con “la parola” e non con le “mani”. • Usa spontaneamente parole gentili verso gli altri: scusa, grazie, prego, per favore… NO IN PARTE 7. SPENDIBILITA’- IMPLEMENTAZIONE I valori, le scelte, i bisogni personali di ognuno necessitano di essere formati con un’attenta azione educativa. Questa unità di apprendimento ha portato il bambino a conoscere la magnifica “avventura” di Don Bosco a tal punto da poterla confrontare con la realtà che egli vive tutti i giorni, rendendola parte della propria esperienza. La vita và vissuta fino in fondo, con grandi sogni e speranze, sacrifici e buona volontà. La vita è un progetto da realizzare. I bambini vivendo questa esperienza e capendo poco alla volta che non si 8 discosta più di tanto dalla quotidianità che essi vivono, imparano ad essere più gentili e aperti verso gli altri, ad accettare con entusiasmo le “novità” arrivando così un domani a trovare la forza di realizzare i loro sogni, perché solo loro possono esserne gli artefici. Crescere permetterà loro di maturare giorno dopo giorno quanto appreso, arrivando ad accettare di sbagliare senza arrabbiarsi o scoraggiarsi, scoprendo che proprio quello sbaglio, è servito ad imparare qualcosa di nuovo. Le difficoltà appariranno,così, meno grandi di quel che sembrano, il bambino acquisterà più fiducia in se stesso e sarà in grado di affrontare la vita con “allegria” , spendendo le proprie energie per dare vita ai loro sogni, proprio come ha fatto Don Bosco. 8. INTEGRAZIONE Giochi di gruppo: Giochi “poveri ”, esempio spingere la ruota con un bastone e vedere a chi la fa arrivare più lontano, per fargli apprezzare maggiormente ciò che oggi hanno la fortuna di avere. Attività grafico – pittoriche Lettura d’immagini : osservare alcune immagini della vita di Don Bosco e descriverle verbalmente esprimendo successivamente sentimenti ed emozioni che l’ immagine ha suscitato nel bambino. Conversazioni guidate: porre ai bambini domande che possano portarlo a dire come si fossero sentiti o cosa avrebbero fatto loro se si fossero trovati in quel particolare momento al posto di Giovannino. Racconti: far inventare loro un episodio di vita personale ai compagni facendoli sentire protagonisti. 9. APPORTO AL PROFILO DELLO STUDENTE 1a. Rafforzamento dell’identità personale del bambino e della bambina sotto il profilo corporeo, intellettuale e psicodinamico. • Manifesta nel suo modo di essere una visione ottimista del futuro: è contento dell’ esperienze che può fare. • Individua nei santi gli atteggiamenti che li hanno resi speciali 1b. Progressiva conquista dell’autonomia • Esprime la sua libertà nella progressiva conquista dell’ autonomia fisica e affettiva: accetta le sconfitte, prova per tentativi, si interessa del suo miglioramento continuo e delle sue soddisfazioni. 2. Orientamento come sviluppo di motivazione ed autostima nel processo di crescita del/la bambino/a lungo tutto l’arco della vita • Supera i piccoli condizionamenti ed è se stesso: non si lascia influenzare dai compagni. 3. Convivenza civile: coesistere, condividere, essere corresponsabili • Si relaziona con soggetti “diversi” da sé con atteggiamento di rispetto, tolleranza e cooperazione 4. Strumenti culturali per leggere e governare l’esperienza Il corpo e il movimento • Dimostra curiosità verso la lettura di immagini La conoscenza del mondo • Osserva la realtà che lo circonda, coglie differenze, somiglianze, modificazioni avvenute. I discorsi e le parole • Individua all’ interno di un racconto l’aspetto morale e l’azione principale • Formula domande e risposte appropriate : stimola la curiosità Il sé e l’ altro • Riconosce valorizza la diversità 8 • Dimostra un sentimento di fratellanza universale 10. PROGETTAZIONE ECONOMICA e ORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE DOCENTE ORE 22 € 313,28 MATERIALE DIDATTICO Cartelloni, pennarelli, tempere, € 30,00 colla fogli a3 – a4. ATTREZZATURA Registratore, musicassette, Gia in possesso della scuola videocassette AMBIENTI Sezione , palestra, salone e cortile 11. VERIFICA DI FATTIBILITA’ In fase di programmazione il docente controlla che, quanto è indicato nelle voci precedenti sia effettivamente presente, in modo particolare le risorse fisiche ed economiche, oltre che la strumentazione e siano disponibili nei tempi e modalità prescelte. 12. LA RIPROGETTAZIONE DELL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO La riprogettazione è elemento di: • auto-valutazione dell’attività didattica, quale attività professionale dei docenti • miglioramento continuo delle azioni didattiche • un ipotesi di lavoro in continua evoluzione i tempi delle varie attività le modalità di osservazione del docente le modalità operative requisiti in uscita verifica mediatori Torino, 19 maggio 2008 8 Docente ___________________________