Dossier COOPERAZIONE SVILUPPO LEGACOOP DEF[1]

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Dossier COOPERAZIONE SVILUPPO LEGACOOP DEF[1]
Cooperazione allo Sviluppo
e Solidarietà Internazionale
L’impegno di LEGACOOP
DOSSIER
a cura di
Ufficio Relazioni Internazionali e Politiche Europee
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Indice
1. Il movimento cooperativo e la riduzione della povertà globale ........... 3
2. Impresa Cooperativa e Obiettivi del Millennio ..................................... 5
3. Attività di Legacoop .............................................................................. 8
4. Attività delle cooperative aderenti a Legacoop .................................. 10
5. Schede Progetti Legacoop ................................................................... 13
6. Alcuni esempi delle attività realizzate dalle cooperative impegnate
nella cooperazione allo sviluppo............................................................... 15
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1. Il movimento cooperativo e la riduzione della povertà globale
Il movimento cooperativo è una realtà economica e sociale presente in quasi tutti i paesi
del mondo, con rapporti intercooperativi a livello globale che si realizzano all’interno
dell’Alleanza Cooperativa Internazionale (ACI), la più grande organizzazione non
governativa esistente, fondata nel 1895 e che unisce, rappresenta e supporta le
cooperative associate. Soci dell’ACI sono organizzazioni cooperative nazionali e
internazionali, appartenenti a tutti i settori di attività. Attualmente sono associate 222
organizzazioni in 85 paesi, che rappresentano più di 800 milioni di cooperatori e
cooperatrici a livello mondiale. In particolare, le cooperative offrono oltre 100 milioni
di posti di lavoro nel mondo, molti dei quali nei paesi del sud del mondo.
L’ACI gode di uno status speciale all’interno di diverse istituzioni internazionali, come le
Nazioni Unite e le sue agenzie, il Consiglio d’Europa e le banche regionali di sviluppo. In
particolar modo, l’ACI è stata una delle prime organizzazioni non governative a cui è
stato riconosciuto lo status consultivo all’interno delle NU (1946) e nel corso degli anni
ha stipulato accordi permanenti con la FAO, l’ILO e la UN Habitat.
L’ACI è specificamente impegnata nel promuovere lo sviluppo umano sostenibile e la
riduzione della povertà, offrendo assistenza tecnica e capacity building alle cooperative
in ogni parte del mondo, anche attraverso i propri uffici regionali in Africa, America e
Asia – Pacifico. Contribuisce anche a creare partenariati tra organizzazioni cooperative,
donors e istituzioni.
L’impegno consolidato del movimento cooperativo nella riduzione della povertà globale
è emerso chiaramente con la campagna “Cooperare per uscire dalla povertà”, lanciata
nel 2004 insieme all’ILO, che sottolinea lo specifico contributo che le cooperative
apportano nel raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, considerato il fatto che le
cooperative e le organizzazioni similari hanno una speciale abilità nel ridurre la
povertà, creando opportunità economiche, fornendo sicurezza e protezione di base, e
conferendo potere alla gente ed alle comunità a livello locale. Attraverso questa
campagna, l’ACI e l’ILO vogliono sottolineare il ruolo delle cooperative nel ridurre la
povertà, lavorando quindi a tutti i livelli per creare un ambiente che favorisca lo sviluppo
cooperativo anche attraverso una forte campagna d’informazione e sensibilizzazione a
livello politico, nazionale ed internazionale.
Le cooperative, proprio per la loro struttura democratica e l’elevato radicamento nelle
comunità locali, sono sempre più coinvolte dai governi nazionali dei PVS
nell’elaborazione dei Poverty Reduction Strategy Papers, come documentato anche nel
Rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite del 2005, dimostrando ancor più il
loro potenziale nella riduzione della povertà globale.
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Inoltre, il ruolo del cooperativismo nei percorsi di sviluppo del sud del mondo ha trovato
nel corso degli ultimi anni un ampio riconoscimento sia a livello delle istituzioni
internazionali (ONU, ILO, Unione Europea) sia dei governi nazionali che, nella definizione
delle strategie di riduzione della povertà, hanno inserito (casi eccellenti quelli della Gran
Bretagna, Spagna, Svezia, Germania, Canada, Usa, etc.) un focus specifico al sostegno
del cooperativismo.
Certamente, affinché le cooperative possano espletare tutto il loro potenziale nella
riduzione della povertà, è necessario che i governi le riconoscano come stakeholder
autorevoli, e che esse possano operare in un ambiente legislativo, economico e sociale
adeguato. A tal fine, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha emanato nel 2002 la
Raccomandazione n°193, nella quale vengono indicate linee guida per le politiche a
livello nazionale e internazionale, indirizzate alla costruzione di una impalcatura,
soprattutto giuridica, che sia effettivo promotore dell’impresa cooperativa, quale uno
dei pilastri dello sviluppo economico e sociale di una nazione. Nello specifico, nei punti
4.a, 4.g e 4.h della Raccomandazione, viene posta in evidenza la necessità di adottare
“misure per promuovere il potenziale delle cooperative, in tutti i paesi,
indipendentemente dal loro livello di sviluppo, per assistere esse e la loro base sociale a:
creare e sviluppare attività generatrici di reddito e di occupazione sostenibile e
dignitosa; contribuire allo sviluppo umano sostenibile; creare ed espandere un settore
distintivo vitale e dinamico dell’economia, che includa le cooperative che rispondono ai
bisogni sociali ed economici della comunità.” (ILO, 2002).
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2. Impresa Cooperativa e Obiettivi del Millennio
La solidarietà collettiva è considerata una delle strategie di maggior successo
nell’affrontare le tematiche della povertà e dell’equità. In tal senso, le imprese
cooperative offrono alle persone povere quello spazio economico e sociale per
partecipare attivamente al processo di elevazione delle loro condizioni economiche e
sociali. In particolare, le numerose esperienze cooperative portate avanti nei Paesi in
Via di Sviluppo e l’esperienza plurisecolare del movimento cooperativo nel sollevare
dalla povertà intere fasce della popolazione negli attuali paesi industrializzati,
dimostrano l’immenso contributo e potenzialità che le cooperative apportano al
raggiungimento degli Obiettivi del Millennio.
1) Lo sradicamento dell’estrema povertà e della fame
Le cooperative contribuiscono allo sradicamento della povertà essenzialmente perché
sono imprese e pertanto generano crescita economica. Grazie alla pratica del ristorno, la
crescita è anche equa. Inoltre le cooperative contribuiscono alla creazione del “lavoro
dignitoso”, come messo in evidenza anche dall’ILO. Questo in ragion del fatto che le
cooperative non sono soltanto una fonte di reddito, ma anche di protezione sociale e di
sicurezza sul lavoro, e più in generale offrono ambiente e condizioni di lavoro di
maggiore qualità.
In molti paesi, le cooperative costituiscono la via principale attraverso cui la popolazione
rurale riesce a sopravvivere, come riconosciuto anche dalla Banca Mondiale nel World
Development Report “Agriculture for Development” del 2008.
2) Raggiungere un’educazione primaria universale
Nei Paesi in Via di Sviluppo le cooperative contribuiscono notevolmente alla formazione
degli adulti, sia essa istruzione primaria o formazione professionale. Inoltre le
cooperative spesso colmano i vuoti lasciati dalle politiche pubbliche, finanziando loro
stesse la costruzione e il funzionamento delle scuole locali. In particolar modo,
incrementando il reddito, offrono un’opportunità ai bambini di completare l’istruzione
primaria, e innalzando lo status delle donne, incoraggiano le bambine a completare i
percorsi formativi.
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3) Promuovere l’eguaglianza di genere e l’empowerment delle donne
Le cooperative rappresentano uno strumento per l’empowerment delle donne, in
quanto promuovono l’attiva partecipazione nelle attività economiche, consentendo loro
di avere accesso a un lavoro dignitoso e di contare nelle società e nelle economie di
molto paesi.
4) Ridurre la mortalità infantile/ 5) Migliorare la salute materna / 6)Combattere
l’HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie
Le cooperative in molte parti del mondo contribuiscono molto alla salute dei soci e delle
loro famiglie, sia offrendo strutture e servizi sanitari laddove le politiche pubbliche non
arrivano, sia educando alla prevenzione e alla salute, specialmente per quanto attiene
l’HIV/AIDS, le malattie endemiche, la salute riproduttiva delle donne e la cura dei
bambini nei primi anni di vita.
Per esempio, in molti paesi asiatici, le cooperative offrono ai propri soci servizi di
assistenza sanitaria e di educazione alla salute. In India ci sono 181 cooperative
ospedaliere e 50 progetti delle cooperative che offrono programmi di sensibilizzazione e
prevenzione alle famiglie. Le cooperative sono anche uno strumento attraverso cui le
persone posso ottenere micro-assicurazioni contro le malattie. Esperienze
particolarmente importanti si registrano in Senegal, Burkina Faso e in America Latina.
Anche le cooperative farmaceutiche in Ghana e le cliniche cooperative del Benin sono
esperienze degne di attenzione. In Kenya e in Sud Africa invece le cooperative sono
fondamentali nell’offrire assistenza ai malati di HIV/AIDS.
7) Assicurare la sostenibilità ambientale
Le cooperative, in quanto imprese democratiche, contribuiscono molto alla gestione
partecipata delle risorse naturali, come avviene soprattutto in molte cooperative che
gestiscono le risorse idriche. Inoltre, le cooperative di abitazione offrono innumerevoli
esempi nel trovare soluzioni abitative dignitose alle popolazioni delle aree più degradate
delle periferie urbane, tanto nei paesi sviluppati quanto nei Paesi in Via di Sviluppo.
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8) Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo
Il movimento cooperativo, promuovendo networking tra federazioni cooperative,
contribuisce significativamente alla creazione della partnership globale per lo sviluppo.
Numerosi sono i progetti di sviluppo e di assistenza tecnica sostenuti dalle
organizzazioni cooperative dei Paesi Industrializzati ed implementati insieme alle
organizzazioni cooperative dei PVS.
Una delle soluzioni particolarmente interessanti e di cui le organizzazioni cooperative
sono attive sostenitrici, è la promozione del Commercio Equo e Solidale
intercooperativo. In questo senso, all’interno del movimento cooperativo
internazionale, l’esperienza italiana delle cooperative di consumo aderenti a Legacoop
(Linea Solidal della ANCC - Coop) si presenta come una punta d’eccellenza.
Legacoop aderisce all’ICA ed è a pieno titolo inserita in questa rete intercooperativa
impegnata nella riduzione della povertà globale.
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3. Attività di Legacoop
Legacoop, nelle sue articolazioni territoriali e settoriali, cosi come le stesse imprese
cooperative associate, si stanno impegnando per porre la giusta enfasi sul contributo
delle cooperative allo sviluppo umano e sostenibile ed al perseguimento degli obiettivi
di sviluppo del Millennio.
Legacoop in quanto struttura associativa si è impegnata nelle seguenti attività:
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A livello globale, in quanto associata all’Alleanza Cooperativa Internazionale (ACI), ha
partecipato alla campagna globale “Cooperare per Uscire dalla Povertà”, lanciata nel
2004 dall’ACI insieme all’Organizzazione Internazionale del Lavoro. È inoltre
particolarmente attiva nella promozione delle tematiche di genere, anche ricoprendo
attualmente all’interno dell’ACI la presidenza del Gender Equality Committee.
-
A livello europeo partecipa al tavolo di coordinamento sui progetti in corso in materia di
cooperazione allo sviluppo, creato, in seno all’organizzazione di rappresentanza delle
cooperative Cooperatives Europe. Secondo il monitoraggio “Cooperatives Europe:
Development Projects Compendium” (2008) risulta che, nel 2007, 16 organizzazioni
cooperative o agenzie di sviluppo cooperativo europee hanno realizzato 311 progetti di
solidarietà e cooperazione internazionale, di cui il 70% diretti alla promozione del
cooperativismo in particolare nei settori agricolo e del credito.
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In occasione delle Giornate Internazionali delle Cooperative (promosse dall’Alleanza
Cooperativa Internazionale e dalle Nazioni Unite), ha promosso e organizzato, in
collaborazione con le sue strutture territoriali, seminari di approfondimento sul ruolo
delle cooperative nell’economia globale. Di particolare rilievo sono l’edizione del 2004
Cultura dello Sviluppo, Globalizzazione, Impresa cooperativa, a cui ha partecipato il
premio Nobel J. Stiglitz, e l’edizione del 2006 Nel nome del pane: lavoro cooperativo
come speranza nelle terre dei conflitti, a cui ha partecipato, tra gli altri, il Premio Nobel
Rita Levi Montalcini. Vanno annoverati inoltre due convegni, del 1998 e del 2009, che
hanno visto la partecipazione del Premio Nobel A. K. Sen.
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Rapporti consolidati con le organizzazioni del sistema ONU. In particolare, nel 2007 ha
stipulato un protocollo di Intesa con l’ILO, che impegna le due organizzazioni a valutare
e definire una serie di iniziative congiunte per dare concreta attuazione al contributo
che il movimento cooperativo internazionale intende assicurare al raggiungimento degli
Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
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-
-
Effettua un costante lavoro di networking e di lobbying insieme ai movimenti
cooperativi dei Paesi Emergenti e in Via di Sviluppo. Nel corso degli ultimi anni sono stati
avviati progetti di collaborazione con le organizzazioni cooperative e le istituzioni locali
di: BRASILE, ARGENTINA, PAESI DELLA REGIONE BALCANICA E DELL’AREA DEL
MEDITERRANEO. Per il 2009 sono previste inoltre missioni istituzionali/imprenditoriali
in BRASILE, ARGENTINA, ANGOLA e COSTA D’AVORIO.
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Maggio 2005/ Dicembre 2007: “Intervento a supporto delle cooperative danneggiate
dallo Tsunami nei distretti di Ampara, Kalutara e Hambantonta”. All’indomani della
catastrofe, Legacoop ha lanciato una campagna di solidarietà presso i propri soci,
dipendenti, imprese e strutture cooperative, raccogliendo 623.757,62 €, con i quali è
stato finanziato interamente il progetto. Oltre Legacoop, donatore e coordinatore delle
attività progettuali, partner del progetto sono state le due organizzazioni non
governative GVC e UCODEP ed il National Cooperative Council, organizzazione di
rappresentanza delle cooperative dello Sri Lanka. L’obiettivo dell’intervento, accanto
alla ricostruzione materiale delle infrastrutture distrutte, è consistito proprio nel
rafforzamento delle cooperative esistenti e nella promozione di nuove cooperative,
attraverso la realizzazione di programmi specifici di consolidamento delle attività
tradizionali e di promozione della diversificazione delle attività economiche. Le
cooperative beneficiarie del progetto sono state 50, più 5 associazioni. I beneficiari
diretti sono stati 16.138, mentre quelli indiretti 104.125.
-
Gennaio 2006 – Gennaio 2008: Collaborazione del progetto europeo “Economic
Empowerment for Rural Palestinian Women”, cofinanziato da EuropeAid. Capofila del
progetto era l’organizzazione israeliana NISPED (Negev Institute for Strategies of Peace
and Development Paradise). Partner del progetto, oltre a Legacoop, erano l’associazione
palestinese YEP (Young Entrepreneurs Palestine) e la cooperativa Diesis, (European and
International Research and Development Service for the Social Economy and the Cooperatives). Obiettivo del progetto è stato quello di promuovere la partecipazione
attiva e il contributo delle donne nello sviluppo dell’economia palestinese, attraverso
la formazione imprenditoriale delle donne in area rurale. Ulteriore obiettivo è stato
quello di promuovere la pace nella regione attraverso lo scambio di esperienze e
cooperazione economica tra donne palestinesi, israeliane ed italiane. A conclusione
del progetto sono state create 26 microimprese al femminile.
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In corso di realizzazione: Partecipazione al progetto “PRO.COOP.: PROmozione delle
imprese COOPerative nell’Europa balcanica per la coesione economica e sociale”
finanziato con i fondi della Legge 21 MARZO 2001 N.84, ART. 5.
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Partner del progetto sono l’ICE, Informest; la Lega delle cooperative del Friuli VeneziaGiulia (LegacoopFVG); Confcooperative FVG; Regione Friuli Venezia Giulia; Unione
Centrale delle Cooperative di Consumo (CUCC), Sofia; Associazione delle Cooperative
della Croazia; Local Democracy Agency NIKSIC del Montenegro. Obiettivo del progetto è
supportare il rafforzamento della cooperazione della Croazia, Montenegro e Bulgaria,
e la promozione degli scambi tra imprese cooperative dei paesi partner.
-
In corso di realizzazione: Partecipazione al progetto di cooperazione decentrata
“Supporto in favore dello sviluppo locale integrato in Brasile”, di durata triennale. Le
Regioni coinvolte sono: Umbria (capofila del progetto), Marche, Toscana, EmiliaRomagna, Liguria. Partner sono anche le Organizzazioni cooperative brasiliane (OCB,
Unicafes, Unisol) e le istituzioni locali e federali brasiliane. Nello specifico, Legacoop è
coinvolta in particolar modo nelle attività finalizzate alla creazione di ambienti
favorevoli alla crescita di forme associative di tipo cooperativistico e di PMI.
- Un elemento importante del nostro lavoro è anche quello di stabilire un ponte tra
imprese cooperative italiane e dei vari paesi.
4. Attività delle cooperative aderenti a Legacoop
Nel corso del 2007, in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università
RomaTre, Legacoop ha realizzato uno studio finalizzato a verificare l’impegno delle
cooperative associate nelle attività di cooperazione allo sviluppo e solidarietà
internazionale. Tale Rapporto è stato presentato a Giugno 2008 e ad oggi è in corso di
pubblicazione.
L’indagine si basa su un campione di n° 61 imprese cooperative, di cui n°41 hanno
dichiarato il loro coinvolgimento in progetti di cooperazione allo sviluppo e solidarietà
internazionale. Dalla ricerca emerge come, coerentemente alla propria vocazione
solidaristica, le imprese estendono il loro impegno dall’azione locale/nazionale ad
interventi nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS), talora attraverso modalità che
rappresentano esempi di buone pratiche.
In particolare:
•
Tutti i settori sono impegnati in attività di cooperazione allo sviluppo e/o
solidarietà internazionale. Il sistema LEGACOOP presenta una modalità di azione
decentralizzata, talora con un coordinamento interno al settore, come avviene per il
consumo, spesso valorizzando il know-how specifico del settore di appartenenza
all’interno del singolo progetto;
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•
Gli interventi possono essere classificati come “cooperazione allo sviluppo” o
come “solidarietà internazionale”. Nel primo caso, l’impresa cooperativa è
impegnata nella costruzione di una partnership significativa con la comunità
locale nei PVS.
•
in base alla tipologia di intervento, i progetti realizzati sono stati classificati come:
emergenza; fornitura di beni capitali; sostegno all’infanzia; micro-credito; sviluppo
di impresa. In particolar modo, nell’ultima categoria rientrano i progetti di
promozione dell’impresa cooperativa, realizzati dal 29% delle imprese Legacoop
appartenenti al campione analizzato.
•
I progetti sono indirizzati maggiormente ai paesi dell’America Latina e dell’Africa.
Le cooperative sono presenti comunque con i loro progetti di cooperazione allo
sviluppo e solidarietà internazionale anche in Asia e nei paesi dell’Europa
orientale;
•
Nel complesso, le risorse investite su base annuale sono circa 6 milioni di euro.
Quasi la totalità dei progetti (circa il 90%) è autofinanziata.
•
I progetti vengono realizzati direttamente dal personale della cooperativa nel
20% dei casi. Tuttavia, la modalità prevalente (46% dei progetti) è quella della
partnership con le ONG.
Allo stato attuale ed in base ai risultati emersi dalla ricerca, le modalità di azione delle
cooperative associate a LEGACOOP, relativamente progetti di sviluppo/solidarietà
internazionale, sono classificabili in quattro categorie:
1. Cooperative che svolgono attività diretta con imprese del sud del mondo. Nella
maggior parte dei casi si tratta di progetti volti alla promozione dell’impresa
cooperativa, o comunque di imprese socialmente responsabili.
2. Cooperative che collaborano con ONG italiane per la realizzazione di un progetto
di sviluppo nei PVS, nel quale si ritengono direttamente coinvolte in tutte o quasi le
sue fasi.
3. Cooperative sensibili alle questioni di disuguaglianza tra Nord e Sud del mondo e che
pertanto promuovono e sostengono iniziative di solidarietà.
4. Cooperative che effettuano donazioni occasionali a associazioni di volontariato e
organizzazioni legate ad istituzioni religiose o ad ONG.
In particolar modo, le esperienze progettuali classificabili nelle prime due categorie,
insieme alle iniziative progettuali che hanno visto il coinvolgimento diretto di LEGACOOP
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in quanto struttura associativa, nelle sue articolazioni territoriali e settoriali, hanno
messo in rilievo il contributo specifico che i cooperatori possono apportare nella
cooperazione allo sviluppo. L’expertise dei cooperatori acquisisce infatti una rilevanza
strategica in quei progetti finalizzati alla creazione di imprese cooperative e, più
genericamente, nella promozione dell’economia sociale, dalla trasmissione delle
conoscenze di base per la gestione economico-finanziaria dell’impresa alla creazione
di reti e strutture associative.
Affinché si realizzino forme di sviluppo locale, umano e sostenibile, è prioritario che tali
interventi di scambio e trasferimento di know-how cooperativo si inseriscano in processi
di auto sviluppo e di empowerment, basati su esigenze e strategie individuate dalle
stesse comunità locali. In tal senso, il partenariato tra movimenti cooperativi può
fungere da significativo catalizzatore di tali forme di sviluppo locale.
Contatti:
Stefania Marcone
Responsabile Ufficio Relazioni Internazionali
e Politiche Europee Legacoop
Via Guattani, 9
00161 Roma
Tel. +390684439378
Fax +390684439402
www.legacoop.coop
[email protected]
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5. Schede Progetti Legacoop
PROGETTI REALIZZATI
Nome Progetto
Intervento a supporto delle cooperative danneggiate
dallo Tsunami nei distretti di Ampara, Kalutara e
Hambantonta
Area e Paesi coinvolti
Asia: Sri Lanka
Partner
ONG GVC e UCODEP (Italia); National Cooperative
Council (Sri Lanka)
Linea di finanziamenti
Autofinanziamento Legacoop, nelle sue articolazioni
territoriali e settoriali e cooperative associate
Obiettivi
Sostegno al cooperativismo
Attività
Ricostruzione
Tsunami
delle
infrastrutture
distrutte
dallo
Rafforzamento delle cooperative esistenti e creazione di
nuove
cooperative,
promuovendo
anche
la
diversificazione produttiva
Inizio/fine progetto
Maggio 2005 - Dicembre 2007
Aggiornamento
A conclusione del progetto sono state beneficiate 50
cooperative e 5 associazioni, per un totale di 16.138
beneficiari diretti e 104.125 beneficiari indiretti.
Nome Progetto
Economic Empowerment for Rural Palestinian Women
Area e Paesi coinvolti
Medio oriente: Palestina
Partner
NISPED – Negev Institute for Strategies of Peace and
Development Paradise – (leading partner/ Israele). Ass.
YEP – Young Entrepreneurs Palestine – (Palestina); coop.
Diesis – European and International Research and
Development Service for the Social Economy and the Cooperatives – (Belgio)
Linea di finanziamenti
EuropeAid
Obiettivi
Promuovere la partecipazione attiva e il contributo delle
donne nello sviluppo dell’economia palestinese
Attività
Formazione imprenditoriale delle donne in area rurale
Inizio/fine progetto
Gennaio 2006 – Gennaio 2008
Aggiornamento
A conclusione del progetto sono state realizzate 20
microimprese femminili.
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PROGETTI IN CORSO DI REALIZZAZIONE
Nome Progetto
Supporto in favore dello sviluppo locale integrato in
Brasile
Area e Paesi coinvolti
America Latina: Brasile
Partner
Regioni italiane (Umbria - leading partner, Marche,
Toscana, Emilia-Romagna, Liguria); Organizzazioni
cooperative brasiliane (OCB, Unisol, Unicafes); istituzioni
locali e federali brasiliane
Linea di finanziamenti
MAE – Cooperazione decentrata
Obiettivi
Creazione di ambienti favorevoli alla crescita di forme
associative di tipo cooperativistico e di PMI
Attività
Formazione, capacity building, sostegno alle produzioni
locali e alla commercializzazione, credito, assistenza
tecnica
Inizio/fine progetto
Marzo 2008 – Marzo 2011
Nome Progetto
PROmozione delle imprese COOPerative nell’Europa
balcanica per la coesione economica e sociale
(PRO.COOP.)
Area e Paesi coinvolti
Europa balcanica: Croazia; Montenegro; Bulgaria
Partner
Linea di finanziamenti
Informest; ICE; Lega delle cooperative del Friuli VeneziaGiulia (LegacoopFVG); Confcooperative FVG; Regione
Friuli Venezia Giulia; Unione Centrale delle Cooperative
di Consumo (CUCC), Sofia; Associazione delle
Cooperative della Croazia; Local Democracy Agency
NIKSIC del Montenegro.
FONDI LEGGE 21 MARZO 2001 N.84, ART. 5
Obiettivi
Supporto al rafforzamento della cooperazione locale e
alla promozione degli scambi tra imprese cooperative
Attività
Assistenza tecnica, promozione degli scambi tra imprese
Inizio/fine progetto
2008 - 2010
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6. Alcuni esempi delle attività realizzate dalle cooperative impegnate nella
cooperazione allo sviluppo
Il caffè della pace in Nicaragua
Co.Ind è una cooperativa che opera prevalentemente nel settore agroalimentare, produce Private Labels per
alcuni dei maggiori gruppi italiani e internazionali nel campo della Grande Distribuzione, dell'Industria e del
Catering. Inoltre, produce e distribuisce alcuni importanti marchi propri, quali Caffè Meseta e Attibassi. È stata
anche una delle prime aziende a portare i prodotti del commercio equo e solidale a un pubblico più ampio
attraverso la GD e oggi è uno dei maggiori protagonisti di questo segmento in costante crescita. Attiva sin dal
1961 nella torrefazione del caffè, l’azienda bolognese, è da sempre sensibile ai temi della responsabilità
sociale, in particolare la salute dei consumatori, la difesa dell’ambiente e il rispetto dei lavoratori. La
cooperativa partecipa inoltre attivamente a progetti di cooperazione allo sviluppo nei PVS, con l’obiettivo di
fornire ai produttori conoscenze tecnologiche che incrementino la loro competitività. Nello specifico, Co.Ind.
insieme alla ONG GVC, collabora ad un progetto di sviluppo economico sociale in una regione caffeicola del
Nicaragua. Co.Ind. e GVC vi hanno impegnato strutture e capitali: l’azienda si è anche impegnata a ritirare ogni
anno una quota importante della produzione di caffè, garantendo così ai coltivatori un mercato. In particolar
modo, il fattore aggregante del modello cooperativo ha permesso di fare collaborare contadini che durante la
guerra civile erano schierati su fronti opposti.”
Cooperativa Sin Fronteras
Conapi soc. coop. “Consorzio Apicoltori ed Agricoltori Biologici Italiani” produce, lavora e confeziona miele
(biologico e convenzionale) e confetture biologiche. I rapporti di Conapi con i PVS iniziano nel 1983 in
Nicaragua, con cooperative di apicoltori, per poi moltiplicarsi ed avvicinarsi a realtà diverse dal miele, quali le
coltivazioni di zucchero di canna (Perù), cacao (Costa Rica), caffè (Nicaragua e Costa Rica) e succhi di frutta
(Brasile). Conapi è socio fondatore dell’associazione internazionale Cooperativa Sin Fronteras, nata il 28
settembre 2007 in Costa Rica, alla quale partecipano più di 20 cooperative agricole di otto paesi. Essa lavora su
tutti i territori e nei differenti paesi di provenienza al fine di favorire lo sviluppo di progetti e prodotti in forma
cooperativa, secondo tre grandi valori che costituiscono la frontiera e l’avanguardia nella concezione
dell’agricoltura e del cibo a livello mondiale: la qualità secondo i principi di Slow Food, l’equo e solidale
secondo i criteri del Fairtrade, il biologico secondo Ifoam e l’agroecologia. La Cooperativa Sin Fronteras è il
risultato di vent’anni di rapporti con il sud del mondo, mostrando un esemplare processo di
internazionalizzazione cooperativa del nostro paese. L’obiettivo non è infatti solo la conquista di mercati
comuni o l’implementazione del know how necessario all’approccio ai mercati interni e internazionali, ma
l’affermazione di una soggettività economica e sociale dei produttori. Le parole-chiave di questo percorso
sono qualità delle produzioni, valorizzazione dell’identità, protagonismo dei produttori e integrazione sociale
ed ambientale dell’impresa. Il tutto anche in funzione di alleanze con i consumatori, con alcune catene della
distribuzione o con gruppi di acquisto interessati ai prodotti, che spesso sono delle vere eccellenze.
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La solidarietà dal locale al globale
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Il Consorzio Nazionale Dettaglianti nasce a Bologna il 13 Maggio 1962. Il progetto imprenditoriale ha questi
obiettivi: sviluppare la cooperazione tra imprenditori commerciali; rinnovare l'impresa al dettaglio; rafforzare
la competitività e la redditività delle imprese associate; essere più vicini, con il servizio e la qualità dei prodotti,
a clienti sempre più consapevoli del proprio ruolo e dei propri diritti. Conad pone al centro della propria
missione il Socio imprenditore e la fedeltà ai principi cooperativi. Cooperazione, imprenditorialità, efficienza e
attenzione al cliente sono le basi su cui Conad costruisce il proprio futuro di impresa moderna e competitiva.
Etica d'impresa e responsabilità sociale sono nel patrimonio genetico di Conad. Da oltre quarant'anni mette in
pratica valori come solidarietà, partecipazione e dialogo con la comunità. Le ragioni sono evidenti: un grande
sistema cooperativo è un buon interlocutore per la collettività. In moltissime realtà locali i Soci e le
Cooperative Conad sostengono il lavoro di organizzazioni di volontariato, iniziative culturali, attività sportive
giovanili. Soci e clienti sostengono le iniziative di organizzazioni umanitarie internazionali. Nel 2005, insieme a
Unicef, Conad ha dato una speranza di guarigione dall'Aids a 130.000 neonati del Malawi; con la Fondazione
Rigoberta Menchù ha costruito una scuola elementare a Lay Chimél e avviato il progetto della prima università
maya in Guatemala; con la Fao ricostruisce in Somalia una flotta di barche distrutte dallo tsunami del 2004. Il
progetto del 2007 “Un futuro per il continente africano”, promosso con la Fondazione Rita Levi-Montalcini e
la collaborazione della Nazionale Italiana Cantanti, è rivolto alle donne di dieci Paesi africani: finanziare 210
borse di studio pluriennali per formare altrettante figure professionali che al termine degli studi svolgeranno
la loro attività a favore delle comunità di appartenenza.
Sviluppo Economico per sconfiggere l’AIDS
Fondata negli anni ´60, Granarolo è una delle prime esperienze italiane di produttori impegnati nella raccolta,
trasformazione e commercializzazione del latte. Il Dna di Granarolo è quello di un'azienda di filiera, abituata a
ragionare collettivamente, a considerarsi parte di un sistema che abbraccia più soggetti: il mondo agricolo,
quello industriale, gli operatori della distribuzione, i consumatori, il territorio. La mission di Granarolo è
individuabile anche nel proprio impegno nella promozione di una politica di cittadinanza sociale, che si
concretizza anche nella realizzazione di progetti di cooperazione allo sviluppo. Il progetto più importante che
Granarolo ha realizzato e che sta seguendo assieme al CEFA (onlus di Bologna) è la costruzione e la gestione
di un caseificio nell’alto Kipengere, nel distretto di Njombe in Tanzania, a 800 km da Dar Es Salaam in una
zona a vocazione agricola, un altopiano a 2000 metri di altitudine. Grazie a questa realizzazione si è sviluppata
una filiera zootecnica da latte che sta generando valore per gli abitanti della zona e sta arricchendo
l’alimentazione locale rendendo disponibili a prezzi più accessibili latte e latticini. Il progetto inoltre, oltre a
promuovere lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, era particolarmente indirizzato a prevenire
la diffusione dell’AIDS, soprattutto tra i bambini, e a garantire loro una nutrizione adeguata.
Consumatori per il Commercio Equo e Solidale…
Coop è impegnato ormai da molti anni nella promozione e realizzazione di progetti sia di solidarietà
internazionale che di cooperazione allo sviluppo. Come emerge dal Rapporto Sociale Nazionale 2006 “si tratta
di progetti ideati, realizzati e monitorati in collaborazione con organizzazioni attive sui diversi territori di
intervento, che aiutano a decifrarne i bisogni e ad individuare le risposte più coerenti. (…) Le modalità per la
raccolta dei contributi sono molteplici: il canale più rilevante è rappresentato dal collezionamento punti, per il
quale le Cooperative hanno provveduto ad una valorizzazione ulteriore di circa il 30%, ma ad esso si aggiunge il
rilascio del ristorno, la raccolta fondi a punto vendita, operazioni di cause related marketing con la
valorizzazione aggiuntiva allo scontrino, il contributo diretto deliberato dai Consigli d’Amministrazione delle
cooperative, l’organizzazione da parte dei soci di iniziative ludico-sociali per la raccolta fondi.” I progetti
possono essere realizzati dall’intero sistema Coop a livello nazionale, per i quali è previsto un coordinamento
unico, oppure possono essere realizzati direttamente dalle cooperative. Questi ultimi, realizzati in partnership
con organizzazioni non governative operanti sul campo, possono essere progetti di solidarietà internazionale,
attraverso interventi di adozioni a distanza, oppure più prettamente di cooperazione allo sviluppo, mirati al
sostegno dell’autosviluppo delle comunità locali. I progetti che seguono di Unicoop Tirreno e Coop Liguria
afferiscono a questa seconda modalità, maggiormente orientata alla creazione d’impresa nei PVS.
... insieme ai pescatori del Senegal
Il progetto che Coop Liguria sta svolgendo in Senegal è rivolto alla realizzazione di una fabbrica per la
lavorazione del pesce, per sostenere la pesca su piroghe e l’importazione del prodotto nella rete di vendita. Il
progetto ha inizio cinque anni fa, quando al mercato ittico di Savona il ‘Lupo Marcello’ incontra un giovane
senagalese, l’Ingegner Mamadou Sow, il quale propone a Coop Liguria di importare prodotti ittici dal Senegal
per sostenere lo sviluppo della pesca artigianale. Dopo aver conosciuto gli aspetti, per certi aspetti
drammatici, della cosiddetta pesca artigianale, si avvia il progetto, che presenta i seguenti obiettivi: dotare la
società di macchine per la produzione del ghiaccio al fine di migliorare la qualità del prodotto; dotare le
piroghe di motore per migliorare le condizioni di lavoro e per la sicurezza in caso di mare mosso; dotare ogni
capobarca di telefonino o piccole radio trasmittenti per il soccorso in mare; pervenire ad un numero di almeno
50 piroghe associate a Mamadou per garantire una capacità produttiva adeguata ad un eventuale sviluppo
dell’esportazione in Italia; promuovere l’associazione tra i pescatori per migliorare le loro condizioni umane,
economiche e sociali; ottenere dal governo senegalese un’area prospiciente la spiaggia per edificare una
fabbrica per la stabilizzazione e la lavorazione del pescato (questo obbiettivo sino al 2005 era considerato
quasi utopico). Il pogetto, ideato dalla comunità locale, è stato realizzato con il sostegno tecnico di Inres e di
Coop Italia. Il coinvolgimento delle istituzioni locali, del Governo del Senegal e della Ambasciata Italiana è
stato ed è molto importante, in quanto è più che mai necessario creare le migliori condizioni esterne
all’impresa per ottenere un riconoscimento imprenditoriale connesso agli obiettivi di sviluppo del Paese.
L’impatto del progetto è rilevante e consentirà ai pescatori, alle donne che affumicano o essiccano il pesce di
lavorare in condizioni qualitativamente migliori ed ottenere prodotti maggiormente vendibili sia a livello
internazionale che locale.
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… e insieme ai contadini del Burkina Faso
Unicoop Tirreno, cooperativa di consumo, nasce nel 1945 a Piombino con il nome di “La Proletaria” e
acquisisce l’attuale ragione sociale nel 2004. Principi e valori della cooperativa trovano affermazione nella
promozione e realizzazione di progetti di solidarietà nazionale e di sostegno ai PVS. Nella progettazione e
nello sviluppo di tali iniziative Unicoop Tirreno gode di una fitta rete di partner, a partire dagli attori
istituzionali fino alle associazioni e organizzazioni non governative e di volontariato. In particolare, insieme a
Unicoop Firenze, Coop Italia, Movimento Shalom e Regione Toscana, ha avviato da tre anni un progetto per la
coltivazione di fagiolini in Burkina Faso e la vendita del prodotto nei punti vendita Coop. Unicoop Tirreno,
insieme alle altre organizzazioni, lavora da molti anni in Burkina con propri progetti; il progetto fagiolini nasce
dalla volontà di superare la fase della semplice solidarietà per entrare nel campo della cooperazione allo
sviluppo. La coltivazione dei fagiolini in Burkina non è una novità ma il mercato interno o sub regionale è assai
poco sviluppato. Coop, movimento Shalom, Regione Toscana sono entrati per sostenere i contadini burkinabè
offrendo loro uno sbocco di mercato. Hanno sottoscritto un accordo con due cooperative agricole, seguendo
i principi del commercio equo e solidale (prefinanziamento per l’acquisto dei semi, prezzo predeterminato,
impegno a ritirare tutta la produzione, assistenza sul campo) e creando una filiera logistica in grado di
garantire lavorazione, conservazione e trasporto (camion frigo per il trasporto dal campo alle celle
dell’aeroporto, celle di conservazione all’aeroporto, accordo con compagnia aerea per il trasporto in Italia,
accordo con gli importatori per il ritiro, la lavorazione e la consegna). Nel 2007, per la prima volta nel settore
dei prodotti agroalimentari provenienti dall’Africa Occidentale, è stato superato il passaggio aereo obbligato
dalla Francia, ed i fagiolini sono arrivati direttamente da Ouagadogou a Pisa. In Italia i fagiolini vengono
venduti con il marchio “Terra Equa” e sono stati avviati contatti con gli enti di certificazione per definire un
percorso che potrà portarli sotto l’insegna Solidal Coop. La produzione varia dalle 300 tonnellate del primo
anno, alle 500 del 2008, con l’obiettivo di raggiungere le 1.500 nel 2011. I fagiolini vengono venduti in Italia da
gennaio/febbraio a fine marzo, quando non vi è produzione nazionale. I partner burkinabè del progetto sono
la cooperativa Scoo.Bam di Kongoussì, che dà lavoro a 4.000 persone in 24 villaggi ed una Ong locale, l’Adapa
(Action pour le developpement agro-pastoral en Afrique). Nel 2008 è stata coinvolta un’altra cooperativa, la
Sogcam/Projet 610 con circa 2000 persone. Gli ettari coltivati sono 84 e l’acqua viene garantita da un bacino
naturale. Verrà monitorato il reddito percepito da un campione di circa 200 famiglie contadine coinvolte nel
progetto, analizzando l’impatto sulla filiera alimentare, stato di salute, condizioni di vita e di studio dei
bambini. L’iniziativa ha raccolto l’interesse di organismi internazionali e del MAE. Sono in corso confronti per
addivenire alla sottoscrizione di un protocollo con Unido (organismo delle Nazioni Unite), per un
finanziamento sulla ricerca di nuove filiere agroalimentari in quattro paesi africani (Senegal, Niger, Mali,
Burkina, in forse la Costa d’Avorio). La stessa ONU ha riconosciuto il valore del progetto, scegliendolo come
rappresentativo dell’intera Europa ed invitando Coop Italia a presentarlo nel corso di un convegno in India.
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Educare per lo sviluppo in America Latina
Coopselios è una cooperativa sociale che progetta e gestisce servizi di natura socio-assistenziale ed educativi
per la persona, con particolare attenzione alle fasce più deboli. In riferimento a progetti con i PVS, ha svolto
esperienza in autonomia (Argentina e Ghana), con ONG (Brasile) e con associazioni di volontariato (Romania).
Lo sforzo è stato quello di puntare sul forte coinvolgimento, a livello progettuale, delle popolazioni verso le
quali si è operato. Nel 2005 Coopselios ha sostenuto la realizzazione di un progetto per l’Infanzia a Belo
Horizonte, Brasile. Si tratta dell’apertura di scuole promossa in partnership con la cooperativa Unieco e
coordinata dalla ONG GVC. Coopselios ha messo a disposizione della Municipalità di Belo Horizonte il progetto
pedagogico, la proposta di ridefinizione e arredo degli spazi deputati alla scuola e il piano di formazione del
personale che ospiterà gratuitamente 270 bambini. In Argentina invece, nel 2005 è stata ultimata la
costruzione della Scuola Materna Manaslù, nella provincia di Mendoza. Questo progetto triennale è gestito
dalla ONG GVC con l’ONG CUYUN EPAIN. Anche in questo caso, Coopselios ha assistito gli operatori
nell’elaborazione del progetto pedagogico. Quando è possibile, Coopselios porta avanti i progetti mediante la
collaborazione con cooperative locali e in ogni caso, cerca di garantire, nelle zone nelle quali si agisce, il
rispetto dei bisogni e dei saperi locali. La promozione cooperativa è realizzata nell’ottica di offrire uno
strumento imprenditoriale che stimoli le popolazioni locali a sviluppare una coscienza relativa ai loro bisogni e
alle loro capacità di individuare risposte e soluzioni. A livello di prassi e implementazione del progetto, il knowhow non viene meramente trasferito, ma riadattato alla cultura locale. Alle Istituzioni locali, invece, si cerca di
chiedere la garanzia che il progetto, una volta realizzato, continui ad essere gestito dalla cooperative o dalle
organizzazioni indigene.
A servizio della lotta alla povertà
Formula Servizi Società Cooperativa nasce nel 1975 a Forlì per iniziativa di 9 donne con il nome di Pulix Coop e
nel 2001 cambia denominazione con l’attuale ragione sociale. Il lavoro, inizialmente limitato alle pulizie si
arricchisce nel tempo di importanti esperienze fino a maturare il proprio know-how specialistico nei seguenti
segmenti di attività: pulizia e sanificazione di ambienti civili, industriali e sanitari;logistica sanitaria, industriale
e trasporto pasti; gestione integrata di strutture sanitarie e socio-sanitarie; servizi alla persona. All'efficienza
gestionale Formula Servizi unisce un costante impegno in ambito sociale come attestano le certificazioni
conseguite : ISO 9001, SA 8000 e ISO 14001. Tra le tante iniziative che ho promosso in tema di responsabilità
sociale, si iscrivono anche le missioni umanitarie a carattere internazionale. In uno spirito di proficua
collaborazione con il comitato Tutt’Insieme e con la Croce Verde di Meldola e Predappio, Formula Servizi
porta aiuti alle famiglie dei paesi della ExJugoslavia dal 1999, trasporta materiale sanitario donato dalle
Aziende USL di Forlì e di Cesena e contribuisce alla realizzazione di una scuola in Bosnia. Inoltre, nel 2005 la
cooperativa partecipa assieme a Legacoop Nazionale all’iniziativa Una goccia per il futuro in favore del riavvio
delle attività economiche con il sostegno alle cooperative locali presenti nelle zone dell’isola di SriLanka,
colpite dal maremoto.
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Abitazione etica in Brasile
La Cooperativa "Piacenza '74" è una cooperativa di abitazione che è stata costituita il 04.02.1974, da qui la
denominazione, per iniziativa di un gruppo di lavoratori che, in prima persona, vivevano il problema della casa,
investiti dall' improvviso sblocco dei fitti, dai costi elevati oltre che dalla mancanza di alloggi da reperire sul
mercato dell'affitto. Lo scopo quindi, fin dall'inizio, è quello di acquistare terreni, costruire, permutare e
ristrutturare fabbricati o porzioni di essi, da assegnare in proprietà divisa od indivisa, anche a mezzo di
contratto di locazione, con patto di futura vendita, senza fine di lucro ed avvalendosi di tutte le disposizioni di
legge a favore dell'edilizia economica e popolare. La Cooperativa ha, inoltre, lo scopo di promuovere lo
sviluppo della cooperazione, dell'autogestione e della mutualità e di prendere tutte quelle iniziative che
mirano al miglioramento morale, economico e sociale dei soci. In ambito di solidarietà internazionale, nel 2007
la Piacenza ’74 ha avviato una collaborazione con la cooperativa Tecno Habitat di Pesaro che partecipa ad una
operazione umanitaria in Brasile nella Regione di Bahia (precisamente a Queimadas, cittadina a trecento km
da Salvador de Bahia) assieme alla Regione Marche e soprattutto con il fattivo intervento di un missionario
italiano. Il progetto consiste nella costruzione di un villaggio con 30 alloggi singoli, di una piccola area
commerciale e di una scuola di formazione professionale e nella realizzazione è coinvolta la mano d’opera
locale giovane, inesperta, disoccupata e a rischio di microcriminalità. L’intervento è completamente finanziato
dal Gruppo Cooperativo Piacenza ’74 – Coop Val d’Arda. Il contributo è stato anche nei termini di risorse
umane, dato che è stato un tecnico capo cantiere della cooperativa ad insegnare le tecniche di costruzione.
Costruire lo sviluppo cooperativo
ITER è una cooperativa di costruzioni che trae le sue origini dalla storia di organizzazione associativa dei
lavoratori della provincia di Ravenna, che ha visto nel 1883 la nascita delle prime esperienze cooperative. Nel
corso degli anni, fra queste cooperative maturarono diversi e successivi processi di fusione che portarono nel
1989 a dar vita a ITER - Cooperativa Ravennate Interventi sul Territorio, un'impresa dalle dimensioni e
potenzialità adatte a competere con successo nel mercato europeo. Coerentemente ai valori cooperativi, di
solidarietà e di sviluppo del modello cooperativo, indicati anche in Statuto Sociale, ITER è impegnata in un
progetto di cooperazione allo sviluppo in Brasile. Il progetto, tuttora in corso, riguarda il sostegno alla nascita
prima, ed allo sviluppo poi, di una cooperativa di produzione e lavoro, nel settore costruzioni, nell’area delle
favelas brasiliane, a São Bernardo, nella cintura di S. Paolo. La cooperativa brasiliana “Cooprofis” è uno dei
risultati dell’iniziativa di solidarietà della comunità di Lugo (ove ha sede ITER Soc. Coop.) verso São Bernardo.
ITER sostiene da oltre un decennio questa iniziativa, promossa da missionari e volontari laici. A São Bernardo,
comune di origine di Lula (Presidente del Brasile), è nato prima un Centro di Formazione Professionale, poi
sono state promosse molteplici iniziative di auto imprenditorialità e micro imprese. L’impatto dell’intera
iniziativa (oltre 100 imprese piccole e micro) ha prodotto in pochi anni un vantaggio estremamente evidente
nel contesto della favelas interessata, in termini occupazionali, di reddito e sociale. La cooperativa promossa è
cresciuta in soci (diverse decine) e si è strutturata fortemente (ora partecipa anche ad appalti pubblici).
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Il valore sociale della cooperazione
Il Consorzio Cooperative Sociali Fuori Margine nasce nel 1990 con lo scopo di promuovere la solidarietà fra
cooperative sociali e, attraverso l’affermazione di una cultura cooperativistica, favorire lo sviluppo di
un’attenzione ai bisogni delle fasce deboli della popolazione, della qualità e dignità del lavoro sociale nella
provincia di Pesaro e Urbino. Negli ultimi anni il Consorzio ha assunto un ruolo propositivo e di promozione
della cooperazione, giungendo a raggruppare 35 cooperative sociali e non della provincia ed affermandosi
come uno dei principali punti di riferimento delle istituzioni locali, sia per la determinazione delle nuove
politiche di welfare locale, che per rispondere significativamente ai problemi di inclusione sociale e alla
disoccupazione. In ambito nazionale Fuori Margine vanta una pluriennale e consolidata collaborazione con
altri Consorzi e Cooperative Sociali impegnati anch’essi nel sociale, e con alcune ONG con le quali esistono
rapporti di partenariato per la partecipazione a progetti che promuovono lo sviluppo delle politiche di welfare
e del terzo settore in ambito europeo e internazionale. Dal 1997 il Consorzio ha operato in diversi progetti
sull’inclusione di persone svantaggiate in Bosnia Erzegovina e da maggio 2005 è coinvolto in qualità di
soggetto implementatore, insieme alla cooperativa sociale EducAid, nel progetto di durata triennale “Tutela e
inserimento di minori con disabilità fisica e psichica e promozione di imprenditorialità sociale nel territorio
della Bosnia Erzegovina”, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e dalle regioni Emilia Romagna e Marche.
Il programma si propone finalità che si inquadrano in una più ampia dimensione di lotta all’esclusione e
all’emarginazione sociale, indirizzandosi, in particolare, nella tutela e reinserimento dei minori con bisogni
speciali e nella promozione della ricerca di una via bosniaca all’integrazione dei diversi servizi destinati ai
soggetti con bisogni speciali, nonché nel favorire lo sviluppo socioeconomico del paese attraverso la
promozione dell’imprenditorialità sociale. Tra il 1998-2000 il Consorzio ha realizzato il progetto “Benjamin
Moreno”, per persone con handicap a Cuba, in collaborazione con l’ONG GVC e dal 1999 al 2001 in progetti in
Albania sui minori e sulle donne. Dal 2007 collabora inoltre al progetto “Redes”, sulle imprese recuperate in
Argentina, in collaborazione con l’ONG COSPE, e al progetto “WelfarEst” con i 10 nuovi paesi dell’UE.
L’organizzazione opera anche come agenzia di Cooperatives developeers. Il trasferimento dei valori
cooperativi viene garantito a partire dall’inclusione di situazioni educative basate sul metodo del cooperare,
fino al sostegno alla creazione di impresa cooperativa. Inoltre, il livello di coinvolgimento dei beneficiari nella
ideazione e realizzazione del progetto, così come delle istituzioni locali e del governo nel Paese in cui il
progetto viene realizzato, è decisamente elevato, proprio perché senza coinvolgere i beneficiari già in fase di
avvio del progetto, le azioni non avrebbero l’efficacia voluta e senza il coinvolgimento delle istituzioni locali
non ci sarebbero margini per la crescita delle esperienze al termine del progetto.
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Pesca e sostenibilità
Il 31 gennaio 2005, su iniziativa di Lega Pesca, è nata la prima Organizzazione Non Governativa ittica italiana
(Halieus), con lo scopo di promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale delle comunità locali dei Paesi
in via di sviluppo. Gli interventi di Halieus sono volti alla valorizzazione della pesca artigianale e
dell’acquacoltura, nonché alla promozione di uno sviluppo durevole che privilegi l’auto-consumo, e fanno
riferimento, in particolare:
allo studio e la realizzazione di progetti e programmi di cooperazione nei settori dell’acquacoltura, della
pesca, dell’ambiente, dell’agricoltura e delle infrastrutture ad essi collegati, in appoggio e in accordo con le
autorità nazionali e locali;
alla formazione professionale nei settori citati principalmente rivolta ai giovani e alle donne, a persone
disagiate, a comunità che traggono sopravvivenza dalle attività primarie, a persone che necessitano
dell’apprendimento di nuovi mestieri a causa di espulsione da precedenti processi produttivi o in quanto non
in possesso di mestiere, arte o professione;
alla realizzazione di interventi in materia di ricerca scientifica e tecnologica applicata nei settori della
pesca, dell’acquacoltura e dell’ambiente ai fini del trasferimento di tecnologie appropriate nei paesi in via di
sviluppo;
a promuovere tecniche di produzione e uso delle risorse sostenibili, nel massimo rispetto dell’ambiente e
della natura, salvaguardando usi e tradizioni locali;
a compiere tutte quelle attività che possono contribuire ad attuare concretamente l'autogestione come
espressione del lavoro dei singoli e delle comunità;
a sollecitare e stabilire rapporti di collaborazione e di collegamento con altre Associazioni italiane ed
estere, cooperative, sindacali, di settore, professionali, tecniche, economiche e sociali per la realizzazione di
fini comuni.
Oltre a diversi interventi nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, la ONG Halieus è impegnata nei PVS con
tre progetti, in Sri Lanka, in Libano e in Tanzania. In Sri Lanka l’intervento di Halieus nel progetto “Intervento
di supporto per le cooperative danneggiate dallo tsunami nei distretti di Ampara, Hambantota e Kalutara (Sri
Lanka)”, promosso da Legacoop Nazionale, è stato quello di fornire la propria esperienza e specializzazione
nel settore della pesca alle due ONG (UCODEP e GVC) che gestiscono l’intero progetto. L’attività è stata
realizzata in due distretti di implementazione del progetto, e specificatamente a Panadura ed Ampara. e
l’obiettivo principale della consulenza internazionale è stata quella di effettuare una valutazione della
situazione dell’intera filiera della pesca nelle aree di progetto. In Libano l’ONG è intervenuta nell’ambito del
progetto “Recupero e rafforzamento delle attività produttive generatrici di reddito a favore della popolazione
di Chouwaghir e Hermel nel Nord della Valle della Bekaa”, identificato e promosso dalla ONG Movimondo.
Obiettivo del lavoro è stato quello di stimare l’impatto ambientale della troticoltura lungo il Fiume Assi,
considerando le caratteristiche qualitative e quantitative della produzione, le caratteristiche degli impianti e la
loro localizzazione lungo l’asta fluviale. Questa azione del progetto è stata pianificata per il raggiungimento
del seguente obiettivo: inquadramento delle troticolture secondo logiche responsabili e sostenibili. In
Tanzania l’obiettivo della missione è stato l’implementazione di un percorso formativo nell’isola di Tumbatu,
arcipelago di Zanzibar, riguardante gli aspetti fondamentali della filiera ittica, con ricadute in termini sanitari,
economici e sociali. È stato realizzato uno studio di fattibilità relativo al miglioramento della filiera ittica
dell’isola tramite una missione per una valutazione sulla pesca e primi interventi formativi con valorizzazione
delle cooperative locali e maggior coinvolgimento delle donne nella filiera.
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Viaggiare responsabilmente
Nel giugno del 2000, su proposta di cinque ONG italiane (Cisv, Mlal, Cmsr, Celim, Apsem), nasce a Torino il
circolo CTA Volontari per lo Sviluppo con lo scopo di “unire le forze” per la promozione del turismo
responsabile. Le proposte delle singole ONG si fondono in un unico catalogo e già nel primo anno partono 115
viaggiatori verso i paesi (Africa ed America Latina) dove queste ONG sono attive con progetti di cooperazione
internazionale. Nel novembre 2004 si costituisce la cooperativa sociale “Viaggi Solidali” nella cui compagine
sono presenti i soci lavoratori che hanno contribuito in questi quattro anni alla realizzazione di tutte le
iniziative del CTA Volontari per lo Sviluppo. La cooperativa è inoltre socia di AITR e oggi funziona esattamente
come un’agenzia di viaggi tradizionale, ma orientata solo sul turismo responsabile, potendo offrire ai propri
clienti pacchetti vacanze in 25 destinazioni diverse, in tutto il mondo.
Lavorando esclusivamente nell’ambito del turismo responsabile, la cooperativa cerca partner affidabili sugli
aspetti organizzativi e gestionali nello specifico ambito ma che siano associati, rappresentativi della comunità
locale, che condividano un progetto di accoglienza turistica sostenibile che prevede il reinvestimento delle
risorse prodotte in interventi di pubblica utilità. Il 30-40% del fatturato viene speso direttamente nei paesi del
sud del mondo, quale significativo contributo allo sviluppo dell’economia locale. Inoltre, una quota di 70 euro
per ogni viaggiatore viene versata come impegno di solidarietà ai progetti visitati.
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