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Periodico di informazione, cultura e curiosità edito dalla redazione giornalistica del “G. B. Cerletti” Via XXIII Aprile,20 31015 Conegliano (TV) w w w . i s i s s c e r l e t t i c o n e g l i a n o . g o v . i t ; e- m a i l : i n f o @ i s i s s c e r l e t t i . i t Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 LA CANTINA Il PUNTO Cari amici de La Cantina, ben ritrovati! Sempre più spesso come insegnanti ed educatori ci ritroviamo a riflettere sull’autonomia dei nostri studenti o dei nostri figli. Ne parliamo con i colleghi, coi genitori, con i ragazzi stessi. Non c’è dubbio, i giovani di oggi soffrono di “troppa attenzione” da parte degli adulti. In che senso? Nel senso che non li si lascia più fare esperienza, ci si preoccupa eccessivamente dei loro possibili sbagli, ma così facendo li si fa crescere fragili e insicuri. Ansia e apprensione sono sintomi che oggi giorno i genitori in genere manifestano in modo decisamente più marcato di quanto non facessero solo qualche decennio fa i nostri educatori. Qualcuno la chiama “figliolite”, cioè spasmodica premura da parte dell’adulto nei confronti dei giovani, come se non si dovessero sporcare mai le mani o come se fare di testa loro fosse una sciagura inaudita. Quanto vi sia di più sbagliato cerchiamo di dirlo qui a fianco e nelle pagine successive ascoltando i giovani e un genitoreeducatore. A voi la riflessione su una materia scottante che ha dato corso in questi ultimi anni, anche da parte di politici di primo piano, ad espressioni di nuovo conio come “bamboccioni”. Sono convinto che le colpe vadano almeno divise a metà. Con questo approfondimento abbiamo inaugurato il nuovo numero del giornalino scolastico che ci e vi accompagna da ormai 13 anni. L’impegno è sempre lo stesso, così come l’obiettivo: quello di coinvolgere le varie componenti della scuola, studenti in primis, nel dibattito e nel confronto con . (continua a pag 16) MAMMONI E BAMBOCCIONI, LEGGETE QUI Appello ai genitori malati di “figliolite” Se dico Italia a che pensate? La retorica mi suggerisce il classico detto: “pizza, mafia e mandolino”, ma io ci aggiungerei un'altra voce: mammoni. Sono state condotte infatti delle inchieste pochi anni fa che hanno rivelato che il 44% dei ragazzi italiani non vogliono diventare adulti (mentre in Francia e in Germania rispettivamente per l’82 e il 74% i ragazzi tra i venti ed i trent’anni sono già fuori casa). Questo fenomeno quindi è tipicamente italiano: evidentemente o i figli vogliono così tanto bene alle proprie madri da non riuscire a staccarsene neanche alla “tenera” età di 40 anni, oppure sono le nostre madri a non voler vedere il figlio uscire di casa. Non credo molto alla prima opzione perché nonostante il bene che vogliamo ai genitori penso che ognuno cercherà sempre la propria strada: spinto dalla voglia d’avventure o in balia di bollenti spiriti. Ma la mamme è risaputo che ne sanno una più del diavolo e pur di non staccarsi dalla propria creatura la viziano e la coccolano come nessun altro sa fare. Senza che ce ne accorgiamo ci portano, come maiali, all’ingrasso; diventiamo pigri e alla fine ci sediamo comodi, serviti e riveriti sulla poltrona di casa: la stessa su cui guardavamo i cartoni animati. Quest’ala protettiva circoscrive i piccoli al nido e ciò impedisce agli “ignari sventurati” di spiccare il volo, di farsi le proprie esperienze, di ferirsi, di imparare e crescere, di relazionarsi con gli altri e persino di amare. Sì perché i “cuccioloni” di 35-40 anni che vivono ancora a casa con i genitori difficilmente hanno una relazione stazionaria e matura con una donna; molti amici magari, ma appena questi si sposeranno o si sposteranno per lavoro, al mammone non resteranno neanche loro; bensì lunghe giornate sempre tra mamma e papà. Questo è quello che succede se l’esposizione ai “raggi mamma” è prolungata fino al punto di non ritorno: quando un uomo cioè perde le possibilità di rifarsi una vita (visto che metà l’ha passata a farsi rimboccare le coperte); ma la situazione non è ancora del tutto irrecuperabile su bambini e adolescenti che subiscono la così detta figliolite” (malattia dei genitori che stravedono per i figli). Infatti due sono i metodi che possono usare le vittime per uscire da questa malsana esposizione: tagliare di netto i fili con cui il materno burattinaio li controlla e condiziona le loro scelte, facendoli capire che noi ragazzi dobbiamo affrontare il mondo se vogliamo maturare e imparare a vivere. Il secondo invece è sbagliare, sbagliare e sbagliare ancora! Perché solo così raggiungeremo una maturità e un’esperienza tali da permetterci di arrangiarci e quindi di evitare a prescindere di chiedere aiuto ai genitori. Dobbiamo imparare a sbattere la testa prima di andare a piangere dalla mamma. Ovviamente non è facile e più sei giovane, più è difficile uscire dai raggi mamma perché a fin dei conti lei ci ha dato la vita ed è giusto ne faccia parte, ma è anche vero che “una mamma troppo valente fa la figlia buona a niente”. Tutto deve avere un giusto equilibrio perché funzioni bene: persino l’amore incondizionato di una madre: perché se vi ama davvero, lascerà che amiate anche il mondo al di fuori di lei, il vostro. Manuel Dal Bianco 6VB Pagina 2 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 Bocciati in autonomia? L’opinione di un genitore - educatore E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che i giovani italiani tardano ad allontanarsi dal tetto natio, tant’è che gli psicologi hanno coniato il neologismo “adultescenti”, per indicare giovani tra i 25 e i 35 anni, considerati adulti fino a pochi anni fa, oggi non più secondo i 5 criteri per individuare il passaggio all'età adulta: conclusione degli studi, indipendenza finanziaria, abbandono della casa dei genitori, matrimonio, concepimento di un figlio. La tendenza è di restare "forever young". Ritengo tuttavia che il fenomeno non sia dovuto solamente alla congiuntura economica che rende impossibile l’accesso alla casa e una vita autonoma a lungo termine, o ad altre situazioni quali il prolungamento degli studi universitari e il ritardo dell’inserimento nel mondo del lavoro, riflesso comunque della mancanza di una seria politica di sviluppo. Penso che le cause di questo problema siano più profonde. Osservando l’evoluzione del fenomeno, sia come genitore che come insegnante, (fenomeno che, se guardate bene, sta contagiando anche famiglie di origine straniera in Italia da molti anni) mi sono persuasa che la dinamica dentro casa/fuori casa non è sufficiente a comprendere il problema. Del resto anche in paesi come la Svezia, dove i giovani si allontanano da casa molto presto si trovano spesso a convivere con coetanei, riproducendo un modello di vita adolescenziale, dilatando comunque i tempi della piena assunzione di responsabilità. E gli ultimi fatti di cronaca vedono coinvolti giovani padri di famiglia in atti di violenza gratuita verso minori, atti che di solito si riscontrano tra gli adolescenti, per altro giustificati dai loro genitori (!). Dunque, penso che il fenomeno sia espressione di una subcultura dell’insicurezza alimentata dalla percezione di un ‘aumentata illegalità, dalla paura del diverso, da una mentalità che assolutizza i beni materiali (da difendere ad oltranza) e relativizza i beni immateriali. Inoltre non è estraneo a questo problema la nuova fisionomia della famiglia, mononucleare, spesso a causa di legami fallimentari, la tendenza ad avere il primo figlio in età avanzata, l’errore educativo da parte di moltissimi genitori di temere i “no” , preferendo diventare “grandi amiconi” dei propri figli. Infine ed è l’aspetto più importante la diffusa perdita di fiducia nella vita e di speranza nel futuro. Se scuotiamo per bene tutti questi ingredienti ne esce un quadro educativo che si esaurisce nell’orizzonte del presente, dell’immediato, del tutto e subito, in cui il figlio è fine a se stesso, sempre al centro dell’attenzione, sempre giustificato e sollevato da ogni responsabilità. Sono chiare a questo punto le difficoltà ad intraprendere un percorso proprio e autonomo. Tuttavia potremmo provare a vedere questo tempo come un periodo storico di liberazione, di rinascita, e immaginare un sistema sociale che possa soddisfare meglio i nostri veri bisogni umani, cogliendone le possibilità con gratitudine, invece di continuare a lamentarsi. Dobbiamo riprendere tutti il coraggio di alzare le vele e rivolgere lo sguardo al mare aperto. Ai giovani mi piacerebbe passare l’idea che devono tornare a fare ciò che gli é tipico: sognare e desiderare. Ai genitori ed educatori regalerei questi versi di K. Gibran: I vostri figli non sono figli vostri... sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi[….] Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee. Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni […] Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti. L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.[…] Prof.ssa Sara Lorenzon IN VOLO LIB(E)RI QUANDO CHIUDO GLI OCCHI “Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.” Gianni Rodari Sai la novità? Una micro biblioteca itinerante si aggira per il Cerletti. Sa di buono perché non chiede denaro, non sbraita per farsi notare, non obbliga una sosta né un prestito, è semplicemente un dono e funziona in libertà. Ciascuno di noi, può renderla migliore, donando un proprio libro, può adoperarsi per metterla in ordine , può aggiustare qualche rottura… Libri in volo ma soprattutto menti e cuori in volo; ognuno può servirsene per allargare gli orizzonti, aprire il cuore, allenare la mente. Occhio perché quando meno te l’aspetti la biblioteca prende il volo ed è già da un’altra parte. Proff. Bellin, De Vecchi, Lorenzon Quando chiudo gli occhi immagino un mondo leggermente diverso e quando li riapro mi piacerebbe poter parlare con gente che abbia davvero qualcosa da raccontare e non che dica le solite, noiose e scontate cose e mi piacerebbe sentire i brividi mentre qualcuno mi racconta qualcosa. Mi piacerebbe che le persone ascoltassero e non che aspettassero semplicemente il loro turno per spararla più grossa. Mi piacerebbe anche che le persone la smettessero di infuriarsi per le sciocchezze e che cominciassero a farlo senza perdere tempo rimuginando le solite cose o peggio non facendo nulla. Mi piacerebbe vedere un po' più di umiltà da parte di certi individui ed un po' più di egoismo (nel senso positivo della parola, se ne esiste uno) da parte di altri; mi piacerebbe ricordarmi il pin del cellulare e mi piacerebbe non dover utilizzare in continuo la retorica "mi piacerebbe" e, mi piacerebbe, infine, incontrare persone che si presentano per quello che effettivamente sono e non per quello che vorrebbero essere. Jonathan Zalamena 6VB Pagina 3 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 Ottimi risultati in vigneto Nonostante la campagna viticola sia stata quest’anno molto difficile per l’alta virulenza delle malattie ( piovosità eccessive, bombe d’acqua con dilavamento, difficoltà di intervento nei tempi necessari per bloccare l’avvio delle infezioni), la Scuola Enologica di Conegliano è uscita praticamente indenne dalla grave crisi che ha colpito il territorio procurando inevitabili conseguenze sia sulla quantità di uva raccolta che sulla qualità della stessa. In particolare a compromettere l’annata è stata la peronospora esplosa sul grappolo in fase di ingrossamento acini a fine giugno – inizio luglio; la virulenza degli attacchi poi si è manifestata anche sulle foglie, oltre a marciumi di vario genere ancora sul grappolo. La Scuola Enologica di Conegliano, sempre impegnata nel proporre un modello di viticoltura sostenibile anche sul piano della difesa, grazie alla collaborazione con Condifesa Treviso ed in particolare con il tecnico Fiorello Terzariol , che ha fornito il monitoraggio dell’andamento epidemiologico nel territorio, è riuscita a gestire con la difesa guidata integrata le diverse ampelopatie della vite utilizzando solo agro farma- Una strategia fitoiatrica vincente ci non classificati e quindi a basso impatto per l’uomo e per l’ambiente. Questa risultato estremamente positivo, oltre a rispettare quanto previsto dal documento di polizia rurale e dal protocollo viticolo, ha consentito di confermare che, anche ricorrendo a farmaci poco pericolosi, si può ottenere un eccellente risultato in termini di difesa, e questo dal momento che la vendemmia delle uve prodotte nella nostra azienda, indenni da malattie al grappolo, ci ha confermato la validità della vincente strategia fitoiatrica adottata. Questo importante risultato, affatto scontato, si è potuto raggiungere anche grazie alla piena collaborazione tra il tecnico responsabile dell’azienda agraria prof. W. Da Rodda, l’enologo dott. E. Serafin e il personale dell’azienda stessa sempre disponibile anche in giornate festive. Sotto il profilo enologico, i vini riconfermano le aspettative formulate in vendemmia; in particolare, sono ben presenti i fruttati e la freschezza che li rende graditi all’olfatto e al palato. (d.b) Treviso per l’Armenia Dall'Armenia a Tezze sul Piave, dall'arca di Noè alle “Viti di Noè”. Il progetto “Treviso per l’Armenia”, patrocinato dalla Provincia di Treviso, ha visto i suoi primi risultati in vigneto. Per la prima volta è stato vendemmiato l'Arenì. È un antico vitigno che proviene dall’Armenia e fa parte di un progetto internazionale e di un gemellaggio con il Raboso Piave Docg. Il Raboso sarà prodotto in Armenia secondo tradizionali metodi, come il sistema di maturazione del vino in anfore. Le “Viti di Noè” sono state ribattezzate così poiché uno degli obiettivi è lo sviluppo della vitivinicoltura nella regione armena dello Vayots Dzor e la vicina Valle dell'Ararat, dove secondo la leggenda approdò Noè. Due anni fa 900 viti dell’Arenì sono state piantate nei terreni di fronte alla cantina sociale di Tezze. Adesso per la prima volta è stata raccolta l'uva e partirà la produzione. Il progetto ha visto la collaborazione tra Provincia di Treviso, come capofila, la scuola enologica Isiss Cerletti, Istituto di Ricerca Cravit di Conegliano, la Congregazione Mechitarista Armena dell'Isola di San Lazzaro, la Confraternita Raboso del Piave, il Comune di Vazzola, Unindustria Treviso, Fondazione Civiltas Yerevan Armenia, The Mekhitarist Center of Armenia, Armenian Scientific Centre viticulture, fruit-growing and wine making, Armenian Wine Consortium, Edvag Group, Regione del Vayots Dzor, Armenian Trade Network. Dopo le visite reciproche tra i due Paesi effettuate nel 2009, nell’ottobre 2010 era partito per Yerevan un gruppo di 5 studenti-giovani imprenditori della Scuola Enologica, Matteo Antiga, Alberto Coletti, Federico De Lucchi, Marcello Gottardi e Mattia Spagnol, accompagnati dal professore Pietro Mascarin (ora in pensione) che ha visitato le cantine di eccellenza della regione del Vayots Dzor, verificando le tecniche tradizionali e le potenzialità di sviluppo qualitative e commerciali del mercato vitivinicolo armeno. Il progetto di cooperazione ha puntato sul settore vitivinicolo, uno dei fiori all’occhiello dell’economia armena, individuato come un segmento produttivo ad alto potenziale di sviluppo e di priorità strategica per la ripresa economica: il vino e il brandy armeno sono molto rinomati specialmente perché vengono prodotti da varietà autoctone esclusivamente presenti in questo piccolissimo paese. (d.b.) Pagina 4 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 IL “PROGETTO LEONARDO” VOLA A BRIGHTON Nello scorso anno scolastico, è stata offerta alle classi preterminali la possibilità di partecipare al Progetto Leonardo, progetto europeo che consiste nello svolgimento di cinque settimane di tirocinio all’estero, dopo una selezione iniziale valutata con un test d’inglese e con il rendimento scolastico. Noi abbiamo deciso di partire alla volta dell’Inghilterra, in particolare di Brighton per le quarte e Plumpton College per le quinte, assieme ad altri sei studenti del nostro istituto (Luca Lavina, Matteo Lucchet, Luca Troncon, Riccardo Vettorel, Riccardo Masetto, Alessio Piazza) ed altri quattro ragazzi dell’istituto alberghiero “Beltrame” di Vittorio Veneto. Brighton è una città di circa 150000 abitanti che si affaccia sulla costa meridionale dell’Inghilterra nella contea dell’East Sussex. È una famosa località balneare e offre attrazioni turistiche quali il Royal Pavillion (residenza estiva di re Giorgio V che richiama gli stili artistico-architettonici orientali), i moli di Brighton Pier (anche luogo di divertimento grazie al Luna Park) e West Pier. Le cinque settimane prevedevano una settimana di corso di inglese con insegnate madrelingua e le restanti quattro presso l’azienda “Brighton and Hove City Council City Parks”. Durante le settimane di tirocinio, sono state solte svariate attività riguardanti il giardinaggio e il mantenimento del verde pubblico: diserbo manuale, potatura, bordature delle aiuole, irrigazione, pulizia generale del parco. Il tutto veniva monitorato da un tutor aziendale, Jim Kent. Riguardo ai monitoraggi, la situazione era tenuta sotto controllo dall’azienda promotrice del progetto “Fortes”, tramite posta elettronica. Dopo il periodo lavorati- vo, ci occorreva anche un po’ di svago. Il tempo (strano per l’Inghilterra) è stato molto clemente e ci ha regalato pomeriggi soleggiati da passare in spiaggia. Durante i week-end, invece, organizzavamo delle escursioni fuori città, tra cui Londra in primis, Devil’s Dyke, Eastbourne che abbiamo raggiunto per puro caso sbagliando la fermata dell’autobus, e le Seven Sisters, un complesso di bianche scogliere a strapiombo sul Canale della Manica. Nella capitale britannica abbiamo potuto ammirare le più importanti attrazioni turistiche che offre la città, quali: Buckingham Palace (con tanto di famiglia reale e cambio della guardia in diretta), National Gallery, Tower Bridge e London Eye, Big Ben, la piazza di Piccadilly Circus e i grandi parchi come Hyde park e Green Park. … e naturalmente per noi ragazze non poteva mancare lo shopping (in realtà anche per i maschi ahah)!!! Cosi abbiamo perlustrato i grandi magazzini Harrods, ma siamo usciti a malincuore quando abbiamo cominciato a vedere cartellini a quattro cifre! L’esperienza è stata positiva sia dal punto di vista professionale che culturale e per l’amicizia instauratasi con i colleghi di lavoro. La consigliamo a tutti perché dà la possibilità di aprire gli occhi verso culture differenti dalla propria. Francesca Dabbà e Marta Battistella 5BGT A Cannes come a casa mia Cannes é stato fin da subito un continuo alternarsi di amore e odio. Ho odiato dover partire, ho odiato i peli di gatto sopra il letto, il cibo non commestibile, la piscina in giardino dove non sono mai potuta entrare, ho odiato essere lontana da tutti. Però questa città mi ha subito accolta e fatta sentire a casa. 5 settimane sembravano molte ma non sono state abbastanza da farmi annoiare. Il tanto atteso giorno della partenza alla fine arrivò; al primo impatto incontrai gli sguardi di 10 ragazzi come me, che stavano per intraprendere il mio stesso percorso. Incredibilmente in poco tempo mi sentivo già molto legata a loro. Insieme abbiamo condiviso pezzi del nostro passato, storie, sogni, aspettative, divertimento e quest'avventura che ancora oggi ci tiene uniti. Devo dire che le difficoltà ci sono state, e aver avuto qualcuno che mi ha sostenuta giorno per giorno è stato molto importante. In particolare con Ilaria ho stretto un rapporto speciale, eravamo ospitate dalla stessa famiglia e ci siamo sopportate ogni ora del giorno per 35 giorni! Quest'esperienza mi ha sicuramente insegnato molte cose; in particolare essere lontana da casa mi ha permesso di capire cosa significa essere autonomi e poter contare solo su sé stesso (ho imparato a fare la lavatrice). Rapportarsi con la famiglia ospitante, ragazzi, colleghi di lavoro mi ha fatto conoscere delle prospettive molto differenti dalla mia. Ho scoperto le abitudini e lo stile di vita che hanno i francesi e, sebbene la lingua mi fosse poco conosciuta, il dialogo diventava ogni giorno un po' più semplice. É un'esperienza che mi ha fatto crescere e che mi porteró nel cuore. Nicole Dalla Torre 5AVE Pagina 5 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 INTERVISTA DOPPIA Faccia a faccia tra gli ass. tecnici Conte ed Eporti Nome: Eraldo Soprannome: Attila Hobby: Cucina, pesca e lettura Generi musicali preferiti: Rock (AC/ DC e Pinkfloyd) Piatto preferito: parmigiana di melanzane Dove si concederebbe un viaggio? Polinesia francese Com’era da giovane? Un bel fighetto Cosa Voleva fare da bambino? Non ci ho mai pensato Si sarebbe mai aspettato di diventare cuoco? No, sarei dovuto diventare un perito chimico Aspetto positivo e negativo del suo mestiere: Positivo: si può lavorare utilizzando la fantasia; negativi: il caldo e lo stress Aspetto positivo e negativo della scuola: Positivo: stare a contatto con i giovani; negativo: non poter scegliere il personale idoneo In quale animale si rispecchia? In un animale mitologico: il drago Prima cosa che guarda in una donna? Non so se si possa dire; il seno Crede in Dio? ..E in chi, sennò?! Cosa c’è dopo la morte? Una vita in corpo glorioso Favorevole o contrario ai matrimoni gay? CONTRARISSIMO Favorevole o contrario all’aborto? CONTRARISSIMO Favorevole o contrario alla legalizzazione della Cannabis? CONTRARISSIMO Consiglio ai collaboratori: fare il proprio mestiere con passione Consiglio agli studenti: studiate per amore del sapere; non per il voto Nome: Mariano Soprannome: il principe o il press Quali sono i suoi hobby: nordic walking, sci di fondo, tango argentino Generi musicali preferiti: musica rock; jazz Piatto preferito: aragosta con burro all’arancio Dove se lo concederebbe un viaggio: San Francisco Come era da giovane: bello e sfacciato Cosa voleva fare da bambino: il chirurgo Si sarebbe aspettato di fare questo lavoro: manco morto, noi statali non siamo per niente ben visti Un aspetto positivo e uno negativo del suo lavoro: l’allegria di voi ragazzi e l’allerg0ia a certe persone Un aspetto positivo e uno negativo della scuola: tanta buona volontà, ma siamo molto indietro rispetto al mondo del lavoro In che animale si rispecchia: orso, perché a volte lo sono veramente La prima cosa che guarda in una donna: che sia bella e che abbia anche un cervello, le oche non mi interessano Crede in dio?: assolutamente no, però ho simpatia per la madonna Cosa c’è dopo la morte?: vermi che mangiano Favorevole o contrario ai matrimoni gay?: ognuno è libero di vivere la propria sessualità come vuole, però niente adozioni: i bimbi hanno bisogno della mamma non di un mammo specie se è peloso e con la barba Favorevole o contrario all’aborto?: favorevole, comunque è una scelta che deve fare la donna, non lo Stato Favorevole o contrario alla legalizzazione della cannabis?: contrario, ci sono tanti altri modi per sbagliare Dia un consiglio ai suoi colleghi: non hanno bisogno di consigli, sicuramente non da me Dia un consiglio agli studenti : divertitevi ma studiate, forse sarà solo un pezzo di carta, ma l’istruzione conta per non restare baucchi Interviste a cura di Isacco Caldo 5BVE e Manuel Dal Bianco 6VB La vignetta di Gaia Pagina 6 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 Convegno: i Cerletti, padre e figlio Siamo riuniti nell’”Istituto tecnico Agrario G.B.Cerletti specializzato per la Viticoltura e l’Enologia” per conoscere la personalità e l’importanza storico-economica del primo direttore di questo Istituto, G.B.Cerletti, nell’Italia Unita e, in particolare, nella nostra Scuola. Tale obbiettivo ci obbliga a esaminare il contesto storico-geografico-economico in cui egli nacque e si formò. Nacque a Chiavenna (Sondrio) il 19 maggio del 1846, compì gli studi superiori al Collegio Gallio di Como, si iscrisse alla facoltà di matematica a Pavia. La valle di Chiavenna era dominata da boschi di conifere e di castagneti; l’agricoltura e la viticoltura in particolare fornivano alle aziende i prodotti per la trasformazione e la commercializzazione (ricordiamo che nel 1870 veniva fondata la Società enologica per la produzione dei pregiati vini valtellinesi). La valle, posizionata lungo la via MilanoNord Europa, favoriva i flussi migratori verso la Germania, Austria, Polonia, e, a Sud, verso le maggiori città italiane. In fatti Chiavenna deriva il suo nome dal latino clavis, cioè chiave verso i passi alpini. Accanto all’agricoltura si sviluppava l’industria, quella della seta prima e del cotone dopo; birrifici come lo Spluga, grazie a luoghi naturali, detti “crotti”, dove la temperatura era costante tutto l’anno. La Lombardia era il centro degli ideali e dei programmi risorgimentali. Il giovane Cerletti a vent’anni (1866) si arruolò nel primo battaglione dei garibaldini; fu ferito alla mano e al braccio destro a Monte Suello (sopra Brescia sulla via del Trentino) e, per tale scontro, fu insi- gnito della medaglia d’argento; successivamente fu nominato presidente della Società dei reduci garibaldini di Chiavenna; in seguito tornò agli studi e si iscrisse in ingegneria al Politecnico di Milano dove si laureò nel 1869. Dopo la laurea Cerletti vinse una borsa di studio per l’estero: per due anni approfondì a Vienna, Germania, Parigi gli studi in scienze agrarie , in particolare in viticoltura e in enologia; studi che gli permisero di approfondire i problemi della fermentazione del vino e della birra accanto a Pasteur e al professor Mach, e della distillazione come allievo di Babo. 1871: Roma capitale del Regno d’Italia. Si chiudeva il periodo eroico-risorgimentale. Il nuovo Stato da un decennio era impegnato a risolvere i numerosi problemi organizzativi nei vari settori, come quelli della scuola, dell’economia, delle vie di comunicazione, degli uffici pubblici, delle tasse, ecc. Il garibaldino Cerletti, espressione della borghesia dinamica e attiva lombarda, figlio della valle Chiavenna, dove l’agricoltura e la viticoltura erano state la fonte principale dell’economia, dopo aver dato il suo contributo alla realizzazione dello Stato unitario, tornato in patria, si attivò, con spirito chiavennese, a contribuire a risolvere i problemi economici della nuova Italia. (1^ puntata - dalla prolusione della Prof.ssa Giuseppina Blatti) La figura di Ugo Cerletti Ugo Cerletti figlio dell'indimenticato Giovanni Battista esplose, fu mentre li cercava che notò qualcosa: si trovò Cerletti, a cui oggi la scuola è intitolata fu un neurologo e più volte difronte a granate non ancora esplose ciò lo illupsichiatra di spicco per la medicina italiana e mondiale. Il minò: e se potessi sviluppare una granata che esploda non contributo più conosciuto e contemporaneamente discusso che quando impatta a terra, ma dopo un determinato lasso di Cerletti diede alla medicina fu la terapia elettroconvulsivante, tempo? Da qui partì lo sviluppo della spoletta a scoppio comunemente conosciuta come elettroshock. Ma non si distin- differito: con l'impatto a terra, nelle spolette normali, una se solo nel campo della medicina, con lo molla scattava ed innescava l'esplosioscoppio della guerra del 15-18 Cerletti ne, Cerletti dopo molte prove pensò di partì per il fronte al seguito della centuria bloccare la molla con un filo che si deteValtellina, per il settore Ortles-Cevedale riorasse a causa di un reagente chimico dove rivestì la carica di capitano e sucrilasciato all'interno del congegno. Dopo cessivamente maggiore medico. I sei aver proposto l'idea a degli ufficiali scese mesi che lo videro interessato sul fronte a Roma dove cominciò a testare l'invendolomitico furono di grande riflessione zione, tutto andò per il meglio finchè non per il Cerletti che, oltre a documentare le venne ostacolato dai piani alti dell'esercito retrovie della guerra con la fotografia, che si sentivano minacciati da un semplice La figlia di U. Cerletti disciplina per cui era particolarmente medico che con la guerra non aveva nulla dotato, egli rifletté sul modo di rendere a che fare. I tempi di produzione si allunmeno visibile e dunque più efficace e garono e l'unico momento in cui si sarebbe protetta, l'avanzata italiana proponendo di dotare l'esercito di potuta testare sul campo questa invenzione fu la battaglia di speciali tute bianche per consentire ai soldati di avanzare mi- Vittorio Veneto, ma anche in questa occasione non venne metizzandosi nella neve. Nel 1916 venne trasferito ad Auron- utilizzata. Dopo questa esperienza il Cerletti zo in uno dei tre ospedali, quello della Val Marzon. L'inverno ritornò alla neurologia con lo stesso spirito di riservò più neve del previsto tanto che la guerra venne inter- innovazione che lo caratterizzò negli anni rotta, in quel periodo il Cerletti costruì una chiesetta priva di della guerra. campana, ma che avrebbe dotato di un carillon. Proprio per Jonathan Zalamena 6VB costruire questo carillon egli partì dai bossoli delle granate Pagina 7 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 Cercasi antidoto a pericoloso virus Attenzione...!!! Il settore ricerca del “PioX” ( Giò e Rosy) ha fatto una scoperta strabiliante e molto interessante che riguarda l'umanità...studentesca! Ebbene abbiamo isolato il Virus della Lettura. La scoperta è stata fatta dopo un lungo e approfondito studio durato quattro intensi anni scolastici, durante i quali sono stati esposti nel corridoio del primo piano del “PioX”(sede periferica cosiddetta dell'Istituto Cerletti) numerosi libri di vario genere per costituire una piccola biblioteca. Il Nostro esperimento è consistito prima nell'interessare e invogliare gli studenti alla lettura, ma...nonostante siano stati lasciati in bella mostra anche libri mignon che non richiedevano più di tre minuti di lettura, nessuno ha fatto richiesta di un prestito per questi libretti. Fallito questo tentativo, abbiamo provato con un esperimento di richiamo: abbiamo istituito un concorso “cerca la frase” e messo in palio una brioche. Abbiamo facilitato il concorso consigliando di cercare la frase all'inizio o alla fine di ogni pagina. Questo stratagemma ha portato entusiasmo e molti studenti si sono messi alla ricerca divertendosi a girare le pagine. Nell'anno scolastico scorso sono stati finanziati da noi del settore ricerca tre concorsi che hanno portato in breve tempo, una/due settimane, a tre vincitori che hanno avuto la pazienza di cercare le frasi durante le ore di supplenza. Quest'anno abbiamo avuto un vincitore che ha battuto tutti in velocità trovando la frase nello stesso giorno in cui è stato indetto il concorso. Ora abbiamo trovato altri finanziatori così da aggiungere al premio una News da Piavon "Green" è un progetto in cui classi meritevoli degli istituti agrari sono scelte per andare a risistemare i parchi di altre scuole. Noi 2^B siamo stati coinvolti per lavorare presso l'istituto tecnico "Sansovino" di Oderzo nel giorno 27 ottobre 2014. Abbiamo trovato un grande cortile completamente incurato e abbandonato, una scalinata d'entrata quasi interamente coperta dal verde, alberi cresciuti a dismisura, alcuni addirittura morti e un giardino completamente trascurato. Scaricati gli attrezzi portati da scuola, il professor Riccardo Carlet, di esercitazioni agrarie, ha assegnato a ciascuno il lavoro da svolgere. Per prima cosa un gruppo ha subito potato la siepe nella parte destra della scalinata prima che spuntasse il sole e si riempisse di api; inoltre sono stati sistemati gli alberi a ridosso dell'entrata. Nel frattempo altri tagliavano gli alberi morti, potavano il roseto e le siepi nella parte posteriore del giardino. Contemporaneamente noi due ragazze abbiamo tagliato, potato e sistemato tutte le aiuole a destra e sinistra della scalinata. Al suono della campanella dell'intervallo l'I- bibita. Molti allievi hanno provato a cercare la seconda frase indicata ma senza risultati positivi e quando si consiglia di portare a casa un libro per avere più tempo per risolvere il concorso tutti, e confermiamo tutti, scappano spaventati !! da qui la scoperta del virus della lettura. Forse questo fa paura perché potrebbe portare a qualche conoscenza nuova o sottrarre tempo prezioso dedito ai giochi digitali o alla visione di mitici video di celebri youtuber. Sfogliare un libro potrebbe anche essere pericoloso scoprire che è piacevole passare del tempo con lui, rischiando di appassionarsi e magari di passare il sabato sera a casa per finire di leggere le ultime pagine piuttosto di uscire con gli amici e festeggiare a quel party dove distribuiscono bevande alcooliche anche ai minori. Suggeriamo quindi una cura antivirale, costituita da una dose massiccia di videogiochi e film demenziali che garantiscano un divertimento “pazzesco” al fine di provocare una saturazione nauseante la quale probabilmente porterà a dei cambiamenti nei soggetti sotto osservazione. Siamo sicuri che a breve troveremo l'antidoto giusto per debellare il virus della lettura, molto contagioso, perché continueremo nel nostro studio visto che i finanziatori non mancano e già 5 libri sono stati prestati a ragazze e ragazzi che amano la lettura.. Buon segno. Giò e Rosy Progetto "Green": architetti del verde stituto ci ha offerto panini e acqua quindi ci siamo fermati alcuni minuti per riposarci e mangiare, inseguito abbiamo ripreso il lavoro. Mentre noi due proseguivamo nel riordino delle aiuole, i nostri compagni iniziavano a pulire e a portare le sterpaglie accumulate dalla potatura in un angolo vuoto del giardino. Nel ricaricare gli attrezzi il nostro sguardo è andato al giardino completamente trasformato da noi e dal nostro lavoro. Nonostante la fatica e la stanchezza è stata una bellissima esperienza che ci ha aiutato a potenziare le nostre capacità operative. Prima di tornare a scuola un'insegnate dell'Istituto è uscita per ringraziarci e congratularsi con noi per l'eccellente lavoro svolto, questo ci ha fatto capire che sappiamo farlo bene e tutto ciò ci ha riempito di orgoglio. Lavorare insieme è un successo. Anna Fantuz Ilaria Fogal 2^B Piavon Pagina 8 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 La fantasia in classe Lezione interrotta per taglio di capelli in classe Per festeggiare la sufficienza in arte L.S. spara un fumogeno Dopo aver fatto scena muta durante l’interrogazione di geo- grafia astronomica V. chiede di avvalersi dell’aiuto del pubblico C. disturba la lezione dando testate al muro. L’alunno M. G. al termine della ricreazione sale sul bancone L’alunno F.M. ritorna dal bagno dopo 20 minuti dicendo che adiacente la cattedra e dopo aver gridato “Ondaaaa energeticaa!!!”, emette un rutto notevole che incita la non lo trovava. classe al delirio collettivo. L’alunno D.L. giustifica l’assenza per: ceduto una Facendo l’appello e notando l’assenza dell’alunno diga in Puglia (siamo in Lombardia) S., mi viene detto dall’alunno C. di non preoccuL’alunno A.S. giustifica l'assenza, motivo: Doveparmi. Quest’ultimo estrae il portafoglio, lo apre e simulando di parlare ad una terza pervo picchiare bene il mio cugino sona urla “Scotty: teletrasporto!”. Con fragoroL’alunno B.C. lancia bottigliette d’acqua vuote si effetti sonori fatti con la bocca, l’alunno S. dalla finestra facendo starnuti finti per coprire il rufuoriesce dall’armadio. more Si espelle dall’aula l’alunna M. Ilaria perché L’alunno B.D. peregrina senza meta per la classe. ha ossessivamente offeso la compagna S.D. L’alunno G.P. messaggia con mia figlia in classe e chiechiamandola Week End. de al sottoscritto se è libera questo pomeriggio. L’alunno è entrato in aula aprendo la porta L’alunno T.U. butta il proprio banco e la sedia del suo con un calcio, ha fatto una capriola e ha puntacompagno fuori dalla classe per motivi ignoti. to un’immaginaria pistola verso l’insegnate L’armadio di classe è tagliato a metà. dicendo “ti dichiaro in arresto nonnina!” La classe interrompe la lezione per tagliare i capelli a G.F. P. non svolge i compiti e alla domanda “Per quale motivo?” L’alunno S. C. lascia l’aula prima dell’orario di uscita dopo risponde “Io c’ho una vita da vivere”. aver fotografato la lavagna con il cellulare sostenendo che Gli alunni P. e A. alle ore 10:25 escono avrebbe riesaminato la lezione a casa sua. dall’armadio. L’alunno M. dopo la consegna del pagellino da far firmare ai genitori riconsegna il pagellino firmato 2 minuti dopo. SoRubrica a cura di Michele Olcese 5BGT spetto che la firma non sia autentica. dalla finestra dell’aula. Se WhatsApp spia le conversazioni Quale ragazzo non ha scoperto gli enormi vantaggi che offre whatsapp? Io stesso lo uso,tuttavia sono sorte, di recente, notizie allarmanti e rimedi ad esse riguardo a questa applicazione. Appena ieri si parlava di una torcia (perché era un applicazione per usare la torcia del telefono) che raccoglieva i dati personali degli utenti per poi rivenderli online e il caso odierno non è tanto diverso: un gioco, già rimosso dallo store di Google, salvava le nostre conversazioni di WhatsApp, inviandole ad un sito web dal quale, dietro pagamento, si poteva accedere a queste copie non autorizzate. Lo sviluppatore dell’applicazione Brightest Torcia Gratis ha accettato di apportare delle modifiche alla sua applicazione dopo una denuncia da parte della FTC (Federal Trade Commission) che ne ha accertato alcune caratteristiche poco pulite. Seppure l’applicazione sia all’apparenza una semplice torcia, pare infatti che trasmetta i dati della posizione dei loro utilizzatori a degli inserzionisti terze parti. L’FTC ha chiesto allo sviluppatore di fornire spiegazioni su come le informazioni vengono trasmesse ed utilizzate, e gli ha inoltre intimato di cancellare tutti i dati precedentemente raccolti. C’è da dire che l’app richiede un numero di permessi spropositato, se pensiamo che serve solo ad accendere il LED della fotocamera, quindi un minimo campanello d’allarme doveva suonare, anche se è vero che non molti utenti, specialmente i meno esperti e quindi ancor più vulnerabili, controllano con troppa attenzione (per non dire di peggio) i permessi delle app prima di installarli ad esempio: La tua posizione, Comunicazione di rete, Telefonate, Spazio di archiviazione, Strumenti di sistema, Fotocamera, Influenza sulla batteria etc. Ma com’è possibile che queste cose possano succedere? La colpa può essere della piattaforma che, magari, non protegge a sufficienza i nostri dati? La risposta alla seconda domanda è un secco no. Le sandbox di Android prevedono che una determinata applicazione (e solo lei) possa accedere alla propria directory privata, ma tutte le applicazioni possono accedere alla memoria pubblica in lettura e scrittura (a patto di aver dichiarato gli appositi permessi). Provate quindi ad aprire, con un qualsiasi file manager, la memoria del vostro dispositivo e noterete una cartella nominata WhatsApp, con all’interno una sottodirectory Databases contenente tutti i backup giornalieri eseguiti dal famoso software di messaggistica. Viene quindi da sé anche la risposta alla prima domanda: queste cose possono ancora succedere, ma non si può certo dare la colpa alla piattaforma che, di suo, dà agli sviluppatori tutti gli strumenti per proteggere i dati dei propri utenti. Certamente, nemmeno questi strumenti possono fare miracoli, ma un conto è lasciare i dati dove chiunque possa leggerli senza sforzo, un altro è segregarli in un posto dove solamente chi ha i permessi di root (o sa usare adb) può estrarli. Daniele Vacilotto 5BGT Pagina 9 LA CANTINA LA LOTTA AI PESTICIDI IN VAL VENOSTA I pesticidi usati in agricoltura servono sì per migliorare la produzione delle terre in quanto eliminano i parassiti delle piante, ma allo stesso tempo compromettono la salute dell’uomo: è quello che pensano gli abitanti della cittadina di Malles, in Val Venosta. Qui è stato indetto un referendum a livello comunale e il 75% della popolazione è risultato contrario all’uso dei pesticidi: vuole esclusivamente l’utilizzo dei prodotti autorizzati dal biologico per coltivare i propri meleti. Nella proposta di referendum, nato l’anno scorso con la sottoscrizione di un manifesto firmato da medici, dentisti, veterinari, biologi e farmacisti, il comitato abolizionista sosteneva che “il principio di precauzione, stabilisce che tutte le misure che aiutino a prevenire un rischio per la salute dell’uomo e anche degli animali devono essere adottate. Il comune di Malles ha come obiettivi specifici la tutela della salute dei suoi cittadini e ospiti, la conservazione della sostenibilità della natura e delle acque, così come la possibilità che le diverse forme di economie possono coesistere sul suo territorio in modo equo e rispettoso. A tal proposito, si propone l’uso di prodotti fitosanitari biodegradabili all’interno dei confini di Malles. L’esperimento alto-altesino mira certamente alla sensibilizzazione e alla stimolazione, ma, tuttavia, lascia qualche perplessità. In primo luogo c’è una differenza fra principio di precauzione (razionale valutazione dei rischi, tipico degli esperti in settore) e principio di proibizione (boccia qualsiasi cosa a prescindere, tipico dei profani). In secondo luogo, invece, c’è l’ignoranza da parte dei cittadini di Malles della presenza, tra i prodotti biodegradabili, di sostanze a base di rame che sono quelle su cui più si basa la difesa fitosanitaria del biologico. Per Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 Ipocrisia ed ignoranza su temi sensibili giunta il rame non è solo tossico, ma è eterno, al contrario delle molecole di sintesi che nel giro di settimane o mesi scompaiono. Umoristicamente parlando, allora, si potrebbero svolgere migliaia di altri referendum su problemi che ci toccano tutti i giorni. Ci siamo mai chiesti cosa comporti l’uso di farmaci e, più generalmente, di integratori? O il fumo e l’alcol? O ancora sull’inquinamento provocato dalle automobili? O l’uso della candeggina per la pulizia della casa? Si potrebbe quindi proporre ai cittadini della città di girare in bicicletta, di usare solo olio di gomito per le pulizie domestiche, di bandire sigarette e alcolici; gli agronomi (così come avevano fatto i farmacisti con i pesticidi) potrebbero abolire i farmaci, non usare più gli impianti di riscaldamento o condizionamento in quanto comportano l’innalzamento dei gas responsabili dell’effetto serra, contribuendo inoltre all’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali… e l’elenco potrebbe proseguire ancora a lungo! Nella società odierna l’uso di farmaci, detergenti, automobili, impianti di riscaldamento e prodotti per l’igiene personale è diventato ormai una necessità e la stragrande parte della popolazione è a conoscenza di questo. Allo stesso modo, i cittadini di Malles dovrebbero rendersi conto ed essere consapevoli dell’irrazionalità del referendum da loro indetto anti-pesticidi, perché è basato sostanzialmente su argomentazioni paragonabili a quelle riportare in chiave ironica. Marta Battistella 5BGT Vandana Shiva e gli orti familiari Il 25 agosto scorso è stato pubblicato sul The New Yorker, famoso periodico statunitense, un articolo che attaccava la altrettanto famosa attivista e ambientalista indiana. Il giornalista Michael Specter nell’articolo Seed of Doubt analizza l’attivista indiana, mostrandola sotto una luce diversa , accusandola di scagliarsi contro l’agricoltura moderna usando una propaganda emotiva priva di contenuti. Il giornalista nel suo pezzo mette in evidenza che la Shiva , sebbene riceva parecchi riconoscimenti, a livello pratico non può vantare dei risultati significativi. La risposta dell’indiana non ha tardato ad arrivare, ma è stata prontamente bloccata dal direttore del periodico che ha difeso su tutti i punti il suo giornalista. Entrando meglio nell’attività di Vandana Shiva bisogna premettere che lei si batte da anni per cambiare i paradigmi di alimentazione e agricoltura moderna. La Shiva tiene conferenze in tutto il mondo in cui propone un’agricoltura che si basa sull’utilizzo di varietà antiche e tradizionali coltivate con pratiche biologiche in orti familiari. L’indiana si scaglia contro l’uso degli OGM e le multinazionali che forniscono prodotti chimici o colture moderne e brevettate all’agricoltura. Sebbene le idee e le parole dell’ ambientalista siano molto interessanti sono impossibili da trasformare in fatti concreti e reali. Ormai anche in Oriente, so- prattutto in India e anche in Africa, aree in cui si dovrebbero creare degli orti familiari, sono sempre meno coloro che si dedicano all’ agricoltura e sempre di più le bocche da sfamare (si pensi che in India negli ultimi 70 anni la popolazione e triplicata). Nei paesi occidentali la situazione è persino peggio ; Stati Uniti gli agricoltori rappresentano solo lo 0.7% della popolazione! Anche in Italia la situazione non è molto diversa, perché ogni agricoltore deve produrre cibo per più di 30 persone. Ora delle domande sorgono spontanee: se gli agricoltori seguissero le idee proposte da Vandana Shiva e lasciassero gli ibridi selezionati, le grandi macchine agricole e i diserbanti riuscirebbero a sfamare tutti i sette miliardi di essere umani? E parlando dei “famosi” orti per autoconsumo, sarebbero in grado tutti coloro che abitano in città di trovare lo spazio per piantare i generi alimentari di cui hanno bisogno? Per quanto le filippiche contro l’agricoltura moderna dell’ambientalista indiana siano piene di belle parole credere che si possa sfamare tutta la popolazione umana con l’agricoltura biologica ad oggi è un atto di pura fede. Francesca Dabbà 5BGT Pagina 10 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 C IAO G IANFRANCO! Se n’è andato un amico del Cerletti Lo voglio precisare subito, a scanso di equivoci. Non ci sono retorica o frasi di circostanza, come usa in simili occasioni, nelle parole con cui voglio ricordare l’amico Gianfranco De Conto. Sì, perché prima che un collega Gianfranco era un amico. Con il quale è stato facile per me, più giovane, stabilire nel tempo un rapporto fraterno e colloquiale. La scuola, l’educazione degli studenti, ma anche la politica e i valori erano gli argomenti che appassionavano le nostre discussioni. Non avevamo le stesse vedute ma tra noi vi era un gran rispetto che legittimava le rispettive scelte di vita e di impegno civile . Era piacevole starci assieme, perché non era un tipo noioso o accomodante. La sincerità e la franchezza( appunto, Gian-Franco, in nomen omen dicevano i latini: nel nome un destino) erano le sue virtù più nobili. Da lui non ti aspettavi mai giri di parole o frasi fatte, non era uomo di compromessi. Magari poteva essere di poche parole, ma pronunciate col suo inconfondibile piglio ironico e disincantato. Ecco l’ironia e l’autoironia le adoperava spesso con la disinvoltura e la distanza dell’osservatore acuto, mai banale. Così ricordo i suoi interventi “politici” ai collegi dei docenti, come di chi sa prendersi cura del bene comune, e la scuola ovviamente era in cima alla sua personale scala di valori. Nell’ultimo anno non l’ho più incontrato in centro a Conegliano, immerso come al solito nelle sue LO SPONSOR lunghe e salutari passeggiate, mentre si sbracciava sempre preso dai temi del giorno . Aveva perso anche la voglia di leggere il suo amato quotidiano (sottolineava con la matita gli articoli della Tribuna), ma non lo spirito combattivo di chi non accetta di essere piegato da una malattia che non poteva chiamare per nome. Il suo vero cruccio, quando gli telefonavo o quando sono andato a trovarlo a casa convalescente, era di non sapere che cosa e chi aveva piegato la sua statura possente di gigante buono. Anche nei giorni della fatica più dura, Gianfranco sapeva però guardare avanti e mi chiedeva come andava a scuola, quali novità, di cosa si fosse discusso nell’ultimo collegio dei docenti o in dipartimento. Ho letto nei suoi occhi e nella sua flebile voce il dispiacere per come sono stati trattati quelli della sua classe di età, presi in giro da un governo senza cuore con una tiramolla vergognoso (pensione sì, pensione no). Peccato che abbia lasciato la scuola così, messo in panchina non per sua volontà. Peccato non averlo potuto riabbracciare un’altra volta . Peccato. Mannaggia, Gianfranco, ci hai sorpreso anche stavolta. Ma ti ricorderemo con affetto, mentre ti pensiamo a scorrazzare nei cieli con la tua inseparabile e inconfondibile golf grigio chiaro. Ciao Gianfranco! Prof. Dino Benacchio Gruppo Argenta, un servizio su misura L’azienda leader nella distribuzione automatica ha partecipato al prestigioso World Business Forum offrendo un’eccellente servizio di catering Il World Business Forum può essere considerato come il principale evento di management a livello europeo e riunisce i maggiori leader e innovatori del nostro tempo. Strutturato in due giorni, il WBF è un appuntamento imperdibile per oltre 2mila manager e 500 aziende ed è organizzato da Wobi, leader internazionale in Executive Education. Il 28 e 29 ottobre si è svolta a Milano l’undicesima edizione italiana dell’evento – il World Business Forum Milano 2014 – e Gruppo Argenta ha avuto l’onore di partecipare in qualità di fornitore per il catering. Il servizio di light catering – nuova anima emergente del gruppo Argenta – va infatti ad affiancarsi all’ormai affermato servizio di Office Coffee Service. Argenta ha allestito cinque punti ristoro, tutti dotati, per il coffe break, della nuovissima Aguila – la macchina professionale Nespresso. Per rigenerare gli ospiti dell’evento, è stato pensato quindi un servizio accurato e completo: dal buon caffè espresso o americano, al classico cappuccino abbinato a brioches fresche, torte, pasticceria da thè di alta qualità e pralineria. Sono state proposte inoltre soluzioni culinarie gustose con prodotti di prima qualità. Come sempre Argenta è molto attenta alla realizzazione di menù vegetariani e dedicati a intolleranze e allergie alimentari – celiachia e intolleranza al lattosio sono tra le più diffuse, ma il problema sta interessando sempre più cibi e coinvolgendo sempre più persone. Cura del dettaglio, passione e bontà dei prodotti non mancano: gli ospiti del World Business Forum l’hanno potuto constatare di persona e non hanno mancato di farlo notare. Speriamo di poterlo scoprire presto anche noi. La castagnata Il giorno 8 novembre 2014 si è celebrata la tradizionale festa della castagnata. Un ringraziamento speciale alle classi 5 APT e 5B IPAA per lo splendido lavoro svolto nonostante la pioggia. Il tutto sotto la regia vigile delle prof.sse Fidilio e Troiano. Pagina 11 LA CANTINA Stages seste classi Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 Un tirocinio utile e formativo La nostra Scuola ha organizzato per le classi seste uno stage della durata di quattro settimane dall’1 al 27 settembre 2014. Io ho deciso di effettuare quest’esperienza lavorativa in Abruzzo, presso la Casa Vinicola Roxan, una cantina sociale della provincia di Pescara, nel piccolo paesino collinare di Rosciano. A differenza di quello che spesso credono coloro che abitano al nord, l’Abruzzo non è per niente una regione secondaria, di serie B, dove l’unica cosa che è accaduta degna di nota è il terremoto del 2009. L’Abruzzo è stata insignito dell’appellativo di “Regione Verde d’Europa” per la moltitudine di parchi nazionali e aree protette, per la presenza del Gran Sasso e della Majella, rispettivamente la prima e la seconda vetta più alta degli Appennini continentali. Per quanto riguarda l’ambito viticolo – enologico il Montepulciano D’Abruzzo, derivato da uve Montepulciano è decisamente il simbolo di questa regione. Non vanno dimenticati comunque il Cerasuolo e il Trebbiano D’Abruzzo, rispettivamente vino rosato e bianco. Tornando alla mia esperienza, l’1 settembre, primo giorno di stage, mi sono presentata in cantina e mi si è davvero aperto un nuovo mondo. Non avevo mai fatto un’esperienza lavorativa di questo tipo e devo dire che è stata davvero una gran cosa; ho visto con i miei occhi cose che i prof mi avevano spiegato in modo teorico fino a pochi mesi prima. Ho avuto a che fare con dei colleghi davvero gentili, e sebbene quello che dovevo fare non era magari sempre divertentissimo andavo in cantina con un buon spirito, convinta che quello che avrei fatto mi sarebbe servito per il futuro. Consiglio davvero tanto a chiunque dovesse fare un’esperienza del genere di andare a farla “lontano” da casa, non perché la nostra realtà vitivinicola non meriti, ma piuttosto perché uno stage del genere permette davvero di accrescere la propria persona, e magari stando fuori casa per un po’ si può anche imparare che non ci sarà per sempre la mamma, o chi per lei a prepararci la cena dopo una giornata di lavoro. Questo stage, per la moltitudine di cose che ho imparato, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista umano, nelle relazioni fra persone, mi rimarrà davvero nel cuore. Come affrontare il mondo del lavoro? Questa è una delle tante domande che si pongono le classi terminali, che quest’anno finiti gli esami di maturità dovranno imbarcarsi sulla strada del lavoro. Per rendersi conto delle cose scritte sui libri e confrontarsi con la realtà vitivinicola la scuola ha permesso anche quest’anno ai ragazzi di sesta e ai ragazzi di quinta di trascorrere un mese di lavoro in cantina, attraverso l’esperienza di stage. Questo, è stato un modo per vivere a 360° il mondo del lavoro ed il settore vitivinicolo. Lo stage per i ragazzi di sesta si è svolto nell’intero mese di settembre, mentre per le classi quinte si è svolto in tre settimane. Questo è stato un mese ricco, non solo dal punto di vista tecnico, di un bagaglio di notizie, e sotto l’aspetto sociale è stato un mese fatto di relazioni, sia con i colleghi che con i datori di lavoro. Infatti, lo stage non è stato solo lavoro e fatica, ma anche un modo per vivere la viticoltura nel quotidiano, che è totalmente diverso da quello che spesso ci si aspetta. Durante questo mese non tutti sono rimasti nel territorio Veneto, ma si sono spostati nelle altre regioni d’Italia. Questo ha permesso agli studenti di avere un confronto diretto, una volta tornati in classe, con le diverse realtà vitivinicole. Gran parte degli studenti ha comunque preferito frequentare lo stage nelle zone del Prosecco, dove la viticoltura è piuttosto standardizzata alla coltivazione di Glera e dove sta al lavoro dell’enologo di ogni singola cantina diversificare e rendere il prodotto originale. Lo stage si è svolto durante il periodo della vendemmia e ha permesso di confrontarsi con persone del settore quali enologi, viticoltori, e lavoratori della. Sostanzialmente l’esperienza di stage è stata un’esperienza positiva sotto tutti gli aspetti: culturali, viticoli, sociali; probabilmente uno degli aspetti negativi dello stage è che dura poco rispetto all’intera filiera produttiva che avviene in cantina e che quindi si apprende solo una parte dell’intero processo. Sicuramente esperienze di questo tipo devono continuare all’interno della scuola per aiutare gli studenti nel loro studio e poi nel mondo del lavoro, inoltre offrono la possibilità ai ragazzi di osservare diversi aspetti che purtroppo non si imparano dai libri. Un ringraziamento ai docenti di viticoltura ed enologia che ci hanno sostenuto prima nella ricerca delle cantine dove svolgere lo stage e poi ci hanno permesso di vivere appieno questa esperienza che ha lasciato a ciascuno un buon bagaglio di nozioni e pratiche utili. Giulia Botteon 6VA Laura Marsura 6VA Cibo sano, filiera corta? Oggi molti acquistano gli alimenti curandosi solo ed esclusivamente del prezzo, senza informarsi sulla qualità del prodotto scelto. Un argomento sempre più discusso negli ultimi anni sono i 'prodotti a km 0'. Questo termine si riferisce a prodotti, in particolare alimenti, la cui commercializzazione avviene in un'area poco distante dal luogo in cui vengono prodotti. Essi contrastano la GDO (grande distribuzione organizzata) che commercializza alimenti che, secondo una stima, possono essere commercializzati anche a 1900 km di distanza! La prima regione ad aver promosso e sostenuto il km 0 è stata il Veneto che ha incentivato il consumo di prodotti locali nelle attività ristorative come ad esempio ospedali e mense scolastiche. I prodotti a filiera corta presentano notevoli vantaggi: ambientali, economici, nutrizionali e di sicurezza dell'alimento. Essa permette infatti di ridurre l'inquinamento dell’ambiente, limitando l'emissione di anidride carbonica causata dai trasporti e l'impiego di imballaggi utilizzati per la distribuzione. Inoltre consente di acquistare prodotti nostrani e di stagione, valorizzando così le realtà locali. I prodotti sono freschi e non hanno perso le caratteristiche organolettiche a causa del lungo tragitto. I costi vengono abbattuti del 30% In conseguenza di ciò il costo del consumatore viene abbattuto del 30%! Come sostiene Al Gore,ex vice presidente degli Usa, “E’ stato stimato che un pasto medio percorre più di 1.900 km per camion, nave e/o aereo, prima di arrivare sulla nostra tavola, quindi è molto più ragionevole comprare alimenti che non devono fare tutta quella strada. ”. Altri invece ritengono che tale pratica favorisca unicamente i prodotti locali, ostacolando la compravendita di prodotti extraregionali e la libera circolazione delle merci. La scelta dei prodotti infatti risulterebbe pressoché limitata. Gli oppositori ritengono inoltre che un indicatore basato solo sullo spazio percorso non possa essere una misura attendibile dell'impatto ambientale totale, secondo una stima infatti é proprio il consumatore a percorrere il 48% del chilometraggio. A tal proposito sostengono sia preferibile acquistare in un supermercato. Ne emergono posizioni e idee differenti e i dibattiti che possono aprirsi sono molteplici. Nicole Dalla Torre 5AVE Pagina 12 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 PREMIO ''C. SCARPA'' PER IL GIARDINO Sabato 13 novembre presso l'aula magna del nostro istituto si è tenuto, nell'ambito del progetto legalità, un incontro tra gli studenti ed i responsabili ''Adopt Srebrenica'' che recentemente hanno ritirato il premio internazionale Carlo Scarpa per il giardino 2014 presso la Fondazione Benetton Studio e Ricerche. In tale colloquio si è potuto ascoltare toccanti testimonianze di sei giovani bosniaci, abitanti di Osmace e Brezani, vittime e spettatori del macabro genocidio del 1995 che colpì Srebrenica durante la guerra nella ex-Jugoslavia con oltre 8 mila civili morti, dinnanzi ai caschi blu olandesi (dati ufficiali dell'Aia, tribunale internazionale per i delitti di guerra). Lo scopo di tale genocidio fu puramente razziale, ma anche religioso. Le truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić, appoggiate da truppe paramilitari di Željko Ražnatović uccisero migliaia di musulmani bosniaci, nella zona protetta di Srebrenica, apparentemente tutelata dai caschi blu ONU olandesi. Questo massacro mirava a colpire i maschi musulmani al fine di impedirne la riproduzione. Solo nell'ultimo periodo sono stati riconosciuti dall'Aia alcuni responsabili di tale azione tra i quali Ratko Mladić ma anche l'Olanda in quanto non oppose alcuna resistenza ai fatti. Tale progetto ha come uno degli obiettivi quello di collegare i due villaggi sopracitati scenario di guerra, poiché uno è bosniaco e l'altro musulmano, dimostrando così di aver supera- Incontro con i giovani di Srebrenica to le discriminazioni. L'ultima testimonianza ha riguardato anche l'agricoltura. In tali zone, il progetto agricolo prevede la coltivazione di grano saraceno e lamponi, il tutto biologico, ed ha permesso il recupero ed il ripopolamento di quelle terre rimaste abbandonate dopo il conflitto. Il progetto è ancora fragile anche per il contesto politico in cui, se una calamità colpisce una coltura, viene liquidata dallo Stato con ''è stata sfortuna, mi dispiace''. Per questo ci è stata fatta la richiesta di intraprendere uno scambio di conoscenze e tecniche al fine di migliorare entrambi, anche perché la guerra ha messo in ginocchio non solo le loro condizioni di vita ma tutto il patrimonio di conoscenze normalmente trasmesse da una generazione all’altra. Tale incontro mi ha parecchio emozionato e sconvolto poiché mentre molti miei coetanei qui nascevano, a molti altri di quella zona veniva impedito di nascere. Poi, tale genocidio è caduto nell'omertà, se ne è parlato molto poco, se non niente: io ad esempio non conoscevo niente di tutto quello che è successo. A mio parere, questo progetto agricolo risulterebbe molto interessante e da prendere in seria considerazione senza lasciarsi trascinare dal sospetto che molti hanno nei confronti dell'Est Europa. In fin dei conti, in linea d'aria, tutto questo non è a più di 500 chilometri da noi. Simone De Lucca 6VA Corsa Campestre Martedì 25 e mercoledi 26 novembre al Cerletti di Conegliano si è svolta la tradizionale Corsa Campestre che ha visto la partecipazione di circa 350 concorrenti divisi nelle rispettive annate. Le ragazze hanno corso tutte assieme e per l'ennesimo anno la vincitrice è stata Zanardo Lucrezia. Sui 1200 m del percorso collinare si sono registrati tempi da record con ben tre concorrenti che sono scesi sotto i 4 minuti. Prossimi appuntamenti sportivi saranno i tornei tra le classi. Si svolgeranno i tornei di pallacanestro, pallavolo e calcetto a partire dal mese di marzo. A breve gli insegnanti di Scienze Motorie raccoglieranno le adesioni tra le classi. Prof Fabio Zanetti 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 FEMMINILE ZANARDO LOT DALLE MULLE MASCHILE ANNO 2000 MENIN FORATO PRADELLA ANN0 1999 NAIBO ANDREOLA POSSAMAI ANNO 1998 ZANDONA’ TOME’ FREGONAS ANNO 1997 KELM ZANATTA GERONAZZO ANNO 1996 BITTO BORTOLUZZI STRAMARE ANNO 1995-94-93 ZALAMENA MARCANDELLA CAMARIN LUCREZIA LUISA LAURA 5'00 5'05 5'36 5 AVE 2 B 1 AGT 2000 PIERLUIGI ENRICO FILIPPO 4'15 4'16 4'22 1APT 1BVE 1E GIOVANNI GIANLUCA NICOLA 4'10 4'15 4'20 2 CGT 2B 2 CVE GABRIELE ANDREA MIRCO 4’01 4’07 4’12 FRANCO RICCARDO FEDERICO 3'58 3'59 4'01 2BPT 4 BGT 4 A ANDREA ENRICO LUIGI 3'59 4'03 4'12 5BGT 5AVE 5AVE JONATHAN GIANMARCO MATTIA 4'08 4'15 4'29 6BVB 5B 6BVB 1999 2BPT 3A 3CVE 1998 1996 1994-95 Pagina 13 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 La Fattoria Didattica del C erletti Grande è l’orgoglio di collaborare alla crescita della F.D. che di anno in anno diventa sempre più un punto di riferimento per il territorio favorendo l’incontro dei bambini con l’agricoltura, con gli animali e le piante, promuovendo la conservazione della natura, la valorizzazione della biodiversità e la cura del paesaggio. Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto tante richieste per visite didattiche. Specialmente in occasione della vendemmia, percorso didattico richiesto “La storia dell’uva che diventò mosto” che vede i bambini diventare veri agricoltori, cimentandosi nella vendemmia, nella pesata dell’uva raccolta e nella successiva gara di pigiatura. I motivi di gradimento e soddisfazione delle visite sottolineano gli effetti positivi del coinvolgimento dei bambini, la cortesia e la disponibilità degli operatori accompagnatori, l’affiancamento e il tutoraggio degli studenti dell’ ITA e dell’IPAA durante le visite. Gli studenti dell’IPAA spesso sono coinvolti attivamente nella gestione della fattoria: collaborano alla manutenzione delle strutture, alla gestione degli allevamenti, alla pulizia dei locali, alla sistemazione e alla creazione di nuovi percorsi naturalistici e gestiscono alcuni momenti delle visite didattiche. Il 12 ottobre si è svolta la “Giornata delle Fattorie Didattiche Aperte” sostenuta da buona presenza di visitatori provenienti dalla provincia ma anche da altre province del Veneto desiderosi di poter visitare la nostra fattoria didattica e conoscere i percorsi ed i laboratori didattici proposti. Tutti i visitatori, famiglie con bambini ma anche adulti, hanno dimostrato apprezzamento per l’esperienza. La Fattoria Didattica il 19/10/14 ha ospitato la “Marcia dei bambini “, organizzata dalla scuola materna S.Pio X di Conegliano con circa 250 visitatori che sono rimasti estasiati dalla bellezza del paesaggio Rappresentanti di Istituto Salve a tutti ragazzi, siamo i nuovi rappresentanti di istituto: Michele De Vecchi (5^B) Jenny Coletti (3^A) e Serena Chies (4^CVE). e Mattia Drusian, (IPAA Piavon) Volevamo come prima cosa ringraziare tutti quelli che hanno avuto fiducia in noi e dirvi che siamo disposti ad impegnarci davvero per non deludervi. Nonostante proveniamo da due liste diverse siamo contenti di collaborare tra di noi ma soprattutto con voi. Auguriamo a tutti un buon anno scolastico e vi invitiamo a essere partecipi e presenti nelle varie iniziative e a proposito vi ringraziamo anche per le numerose idee che avete portato nella prima assemblea. Cogliamo l'occasione per ricordarvi che i nostri numeri sono a vostra disposizione per domande e critiche costruttive ma non per insulti e scherzi poco piacevoli. Un saluto a tutti e buone vacanze. Dove l’agricoltura fa rima con natura collinare e dal contatto con gli animali della fattoria.I membri della nutrita e simpatica famiglia della fattoria sono: Jacky una docile cavalla della terza età; 6 simpatici pony, Vento il capellone è il discolo del gruppo sempre irrequieto e nevrile, padre di tre splendidi puledri, Aria e Jenny madri docili e pazienti che grazie all’addestramento e alle cure che con passione e competenza, dedica loro l’ex alunna del Cerletti Zanardo Caterina si prestano ad accompagnare i più piccini in passeggiate in groppa; due asine Vera e la sua piccola Gioia, nel vero senso della parola, incantevoli bestiole che sembrano essere uscite direttamente dal libro di Collodi “Pinocchio”; tre maiali Din Don e Dan che suscitano ilarità nei bambini per i loro nomi, il buffo verso e le cure di fanghi giornalieri a cui si sottopongono; un’oca gigante Qui è la gioia e terrore di grandi e piccini perché quando attacca i polpacci sembra un Pit Bull; Tre giovani pavoni che a breve faranno la scoperta della ruota. Non mancano galli e galline ed i più fortunati possono assistere in diretta alla nascita del pulcino dall’uovo. Con il gregge, di caprette tibetane e pecore al pascolo si vive quella tranquillità della vita dei campi e si può apprezzare la semplicità e la bellezza della natura. Purtroppo spesso gli animali sono oggetto di attacchi di cani, volpi e rapaci. Da qualche anno si sono verificate diverse perdite: più di quaranta pecore a causa di cani randagi l’ultimo attacco pochi mesi fa. Siamo impegnati nel trovare soluzioni idonee affinché si risolva definitivamente questo problema. Prof. Guglielmo Ferraro L’anno che verrà sarà “Green”? Chissà quanti studenti si sono iscritti nella nostra scuola agraria per potere “da grandi” contribuire a rendere questa nostra Terra un posto ancora abitabile, in cui sarà possibile respirare aria non inquinata, mangiare sano e godersi paesaggi mozzafiato per la loro bellezza! Invece, magari, si finisce per uscire dopo qualche anno con un diploma con il quale ci si deve fare spazio nel mondo del lavoro ed i bei propositi iniziali lasciano spazio alla concretezza amara delle leggi economiche del massimo profitto… .Beh, sappiate che al Cerletti-Corazzin c’è un posto dove fare un po’ di palestra per allenarsi a coltivare il sogno di una vita più ecosostenibile: è l’Energy Team- Comitato Ambiente!E’ grazie soprattutto al lavoro svolto da questo gruppo di allievi, prof. e personale ATA che ad accrescere la sensibilità sui temi ambientali di gran parte della popolazione scolastica del nostro Istituto. Il tutto visionabile anche nel sito cerlettigreen.altervista.org. E quest’anno il lavoro continuerà, grazie ad un nuovo gruppo di allievi e insegnanti coordinati dal prof. Luigi Emmolo. Concentreremo gli sforzi nel monitoraggio della differenziazione dei rifiuti prodotti dalle classi e nell’organizzare (anche con la collaborazione di altri Istituti scolastici di Conegliano) un mega Green Day. Inoltre continueremo a gareggiare con le altre scuole della provincia di Treviso nella Green Schools Competition III ed.A proposito…complimenti all’allievo Zanatta Gianluca, della classe 3^AGT, che con la sua idea-progetto “Ecoserra“ si è aggiudicato il premio di 150 Euro relativo al concorso Inventore Sostenibile bandito lo scorso a.s. Naturalmente l’Energy team è aperto a chiunque voglia farne parte: è sufficiente contattare il prof. Emmolo Luigi. Un buon anno scolastico “green” a tutti. Prof. Giuseppe Galiazzo Pagina 14 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 Stampa 3d Una rivoluzione che cambierà il mondo Immaginate che mentre fate colazione vi viene in mente una nuova tazza per bere il latte. La vostra immaginazione partorisce una tazza bella, di design e probabilmente anche comoda. Allora vi alzate dalla tavola, andare davanti al computer, aprite un software di progettazione tipo CAD e progettate la vostra tazza. Dopo la progettazione premete il pulsante “Stampa 3D” e la vostra stampante tridimensionale comincia a lavorare. Andate a farvi la doccia, tornate davanti al computer in accappatoio e trovate la tazza che avevate immaginato appena sfornata dalla vostra stampante 3D. Tutti orgogliosi, fate vedere la tazza ai vostri amici, che la apprezzano e ve ne chiedono una uguale. Così vi mettete a stampare diverse tazze per i vostri amici, ma, non contenti, cominciate a venderle via internet, delegando la produzione a un “centro creazione” in outsourcing sul cloud che provvede anche ad inviare le tazze ai vostri clienti. Pura fantasia? In realtà è già fattibile. La rivoluzione delle stampanti 3D è già in atto e sta cambiando il mondo, creando una nuova rivoluzione industriale che promette di essere la più dirompente della storia. Ma andiamo per gradi. Innanzitutto cos’è una stampante 3D? Senza scendere in dettagli eccessivi una stampante 3D consente di creare oggetti, sovrapponendo strati a 3 dimensioni di un determinato materiale (ad esempio resina liquida). Al momento le stampanti 3D possono lavorare su un solo materiale alla volta ed i materiali utilizzati sono una decina, in prevalenza metalli e plastiche di vari tipi, ma si comincia a lavorare anche su altri. Addirittura è possibile stampare organi umani da cellule viventi, utilizzando un liquido contenente cellule staminali. In laboratorio si sono già ottenuti vesciche e reni. Sono state create anche delle pistole funzionanti tramite le stampanti 3D! In sintesi le stampanti 3D, insieme ai computer, permettono di realizzare oggetti fisici. Se i computer ed internet avevano permesso la “dematerializzazione” (dagli atomi ai bit) le stampanti 3D consentiranno la “materializzazione” (dai bit agli atomi) con conseguenze di grande importanza economiche, sociali e politiche. Il campo in cui vengono maggiormente impiegate è quello industriale senza dubbio ma grandissima importanza ha rivestito anche nell’ambito medico . Ad esempio negli Usa un team di camici verdi si è affidato a un modello sperimentale stampato in versione tridimensionale per studiare nel dettaglio, prima di entrare in sala operatoria, i cuori di tre giovani pazienti con gravi disturbi cardiaci congeniti. Pur usando immagini 2D standard come guida, ora i medici possono costruire un modello dettagliato tridimensionale Dopo aver studiato i cuori in 3D e le immagini tradizionali, i chirurghi hanno riparato con successo le gravi anomalie in tutti i pazienti. «Con la stampa 3D, si possono prendere decisioni migliori prima di andare in sala operatoria», sottolinea l’autore principale dello studio Matthew Bramlet, assistente professore di Cardiologia pediatrica e direttore del Programma “Congenital Heart Disease Mri ” all’University of Illinois College of Medicine di Peoria. «Più i chirurghi sono preparati, minore è il numero di sorprese che incontrano». «Tenere in mano il “cuore modello”, poterlo toccare - racconta Bramlet - offre un nuovo livello di comprensione che non può essere raggiunto solo con le immagini 2D o anche 3D. Secondo una ricerca di Gartner, è prevista una crescita nell’ impiego delle stampanti 3D del 49% solo nel prossimo anno. Gli analisti di mercato sono d’accordo che la seconda metà di questo decennio sarà caratterizzata da profonde innovazioni , tanto da meritare il titolo di "terza rivoluzione industriale". Daniele Vacilotto 5BGT Scelgo la scuola della vita La vita è fatta di scelte, giuste o sbagliate che siano. Ogni giorno ci si ritrova davanti ad innumerevoli decisioni da prendere. E con molta semplicità, senza neanche accorgersene, si abbraccia la svolta. Come quando, non conoscendo la strada da percorrere, si giunge ad un bivio: destra o sinistra, e in un istante la scelta cade su ciò che si sente più adatto in quella precisa situazione; magari se si fosse arrivati 5 minuti prima oppure 5 minuti dopo la decisione non sarebbe stata la stessa. Ma, in fondo, non esistono scelte giuste o sbagliate. Esistono scelte che ci si sente di prendere in un determinato momento e in precise circostanze. Sta ad ognuno di noi scegliere da quale prospettiva vedere la vita. Se ben si osserva, ogni risveglio regala un nuovo inizio, dando l’opportunità di fare scelte migliori. Anche la più amara sconfitta dona l’occasione di capire qualcosa in più, anche il più grande dolore nasconde un nuovo sorriso. Esistono infinite lezioni da imparare che vanno oltre la matematica, la fisica e la chimica. Esse si chiamano Vita, e spesso sono proprio insegnate tra i banchi di scuola. La scuola sa offrire molto sotto ogni punto di vista, sa insegnare a scegliere. Ed io oggi scelgo di svegliarmi ed essere felice, scelgo di sorridere, scelgo di alzarmi, guardarmi allo specchio ed essere fiera di ciò che vedo dentro quegli occhi riflessi. Io oggi scelgo di scegliermi. Scelgo di andare a scuola e fare tesoro di ogni piccola grande lezione. Scelgo di scegliere con il cuore. Scelgo di Vivere, sì, perché la Vita, quella vera, è la prima delle tante scelte che ogni giorno dovremmo ricordarci di fare. Jasmine D’Ambroso Classe 5^ APT NEWS Elezioni del consiglio d’Istituto. Sono stati eletti per l’area docenti i prof. Leotta, Paolin, Guerra, Cattelan, Pantaleoni, Curtolo, Milani, Da Dalt. Per l’area ATA, Marchese Isabella, e in quota genitori i sigg. Bechevolo, Da Dalt, Buffon, Bellese. Premi borse studio Coditv da assegnare il 17 dicembre: Daniele Vacilotto, Enrico Lorenzon, Giovanni Perissinotto(5BGT), Luigi Strama re, Enrico Bortoluzzi(5AVE), Manuel Dal Bianco, Andrea Cettolin, Mattia Mazzonetto (6VB), Leonardo Zaninotto, Francesco Callegher (6VA). Sono state assegnate tre borse studio agli alunni meritevoli Mirco Balliana 6VA, Luca Troncon 6VB, Riccardo Masetto 6VT dalla Confraternita degli Incroci Manzoni di Oderzo nella prima edizione del Premio Giancarlo Moretto Progetto Green School : il 10 dicembre la Provincia di Treviso ha premiato l’Isiss G.B Cerletti classificatosi terzo ( 1750 €) Borse di studio del Comune di Conegliano a Bernardi Tiziano (5BVE) e Elisabetta Vanzella (5AGT) Pagina 15 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 I metodi biodinamici per sconfiggerlo Già riscontrata nel 2011 dai viticoltori dell’Alto Adige su Pinot nero e Schiava, non poteva mancare di certo in un’annata così disastrata come quella del 2014. Stiamo parlando del moscerino orientale, meglio conosciuto come Drosophila suzukii , che ha infestato i nostri vigneti in Molise, Puglia, basso Lazio, Toscana, Emilia, Lombardia, Liguria e Piemonte! La D. suzukii, chiamata anche moscerino del ciliegio e diffusa in Giappone appunto su questa pianta, danneggia non solo i frutti caduti o in marcescenza, ma anche quelli sani e maturi, determinando così il graduale formarsi di acini danneggiati e marci già nel giro di pochi giorni, in modo casuale e diffuso. Si espande facilmente nelle zone ad alta piovosità e con temperature mai superiori a 30 °C, in queste condizioni è capace di effettuare anche 14 generazioni in una sola stagione. Non esistono vere e proprie soluzioni al problema. È inutile l’utilizzo degli insetticidi poiché, proprio grazie all’elevato numero di generazioni che il moscerino può effettuare, l’adattamento genetico sarebbe troppo veloce e i principi attivi inefficaci. La natura per fortuna ci viene incontro, infatti esistono due insetti imenotteri antagonisti parassitoidi pupari e larvali della Drosophila suzukii: la Famiglie Iperprotettive Una famiglia sempre più piccola, chiusa e protettiva, nella quale gli adulti si sostituiscono continuamente ai giovani, rendendo la loro vita più facile, cercando di eliminare tutte le difficoltà, fino a intervenire direttamente facendo al posto loro. • Le parole e i gesti dei genitori enfatizzano la dolcezza, l’accoglienza, il calore, la protezione, l’amore. • La modalità non verbale più significativa è il pronto soccorso cioè l’intervento immediato dell’adulto ad ogni minima difficoltà del figlio. • L’oggetto della comunicazione sono la preoccupazione per la salute fisica, l’alimentazione, l’aspetto estetico, i successi e gli insuccessi scolastici, la socializzazione e lo sport. • I genitori fanno molte domande ai figli riguardo a dove vanno e cosa fanno, ricercando continuamente possibili difficoltà da anticipare e prevenire. • Se il figlio tenta di sfuggire al controllo dei genitori, sarà oggetto di dolci rimproveri e atteggiamenti non verbali squalificanti: silenzi, “musi lunghi” che innescano i sensi di colpa. I tentativi del figlio di prendere iniziative vengono il più delle volte scoraggiati con modalità morbide, del tipo “dicci che cosa ti manca e te lo procureremo noi”. Secondo le regole , la madre è la responsabile designata culturalmente dell’educazione e dei comportamenti del figlio a essa conseguenti. il padre spesso è come la madre, per cui entrambi sono perfettamente in accordo sulla loro missione di genitori e dimenticano di essere una coppia. I genitori sono raramente capaci di intervenire con Pachycrepoideus vindemiae e Leptopilina heterotoma, anche se questi due non riescono a limitarne la diffusione. Altri metodi, definiti BIODINAMICI, sono ad esempio la tecnica delle ceneri proposta da Rudolf Steiner (su cui sarebbe bene indagare) e l’utilizzo attraverso la lavorazione autunnale del terreno dei preparati 500 e 501 che permettono l’aumento della resistenza della buccia dell’acino. È importante utilizzare questi preparati in autunno poiché il terreno durante questa stagione si prepara ad accogliere il materiale organico prodotto durante la primavera e l’estate. In questa stagione infatti, si ha la massima attività microbiologica del suolo. È fondamentale appunto che la cellulosa si decomponga in questo periodo poiché altrimenti si avrebbe una carenza di azoto durante la ripresa vegetativa, se ciò avvenisse nel tardo inverno. Nel caso sfavorevole che la decomposizione avvenga il più tardi possibile, il suolo rimarrebbe coperto di foglie che compongono il substrato delle più comuni patologie fungine e calamita per insetti, tra cui la Drosophila suzukii. Gaia Spinato 5AVE Diritto di sbagliare? No grazie correttivi autorevoli. Riguardo alle regole, ogni regola può cambiare soprattutto quando risulta troppo punitiva o frustrante per il figlio. La richiesta principale rivolta al figlio, è quella di accettare i privilegi che la situazione offre con l’unico vincolo di non opporre resistenza. La sovrabbondanza di cure e soprattutto quello che è stato definito pronto soccorso viene mandato come messaggio d’amore: “faccio tutto per te perché ti amo”, ma contiene una sottile e inconsapevole squalifica: “io faccio tutto per te perché forse da solo non ce la faresti. Quali sono le conseguenze? Il figlio è sempre meno chiamato a rendere conto delle sue azioni, si scoraggia alla minima difficoltà, non accetta le frustrazioni e reagisce con aggressività se i suoi bisogni e i suoi desideri non vengono soddisfatti per il fatto stesso di essere stati espressi. Viene sempre meno investito di responsabilità e si pretende sempre meno da lui. La reazione sarà tuttavia aiutarli ancora di più. Con la conseguenza più dannosa per il figlio, in questa fase cruciale della costruzione di sé, può venire ostacolato, con la sua stessa complicità, nel costruire l’autonomia e il senso di indipendenza che dovrebbero essere il cardine della sua integrità psicologica. Ilaria Zambon 5bve Pagina 16 LA CANTINA Anno 13, Numero 37, Dicembre 2014 VENDO – COMPRO (tra il serio e il faceto) Cercasi lattonieri non ubriachi per ristrutturazione tetto IPAA Cercasi volontari per vendo-compro Cercasi ariete per rispondere ai colpi sul muro provocati dalla classe adiacente Vendesi acqua piovana raccolta goccia a goccia in classe Cercasi ministri con le idee chiare per gli Esami di Stato Vendesi quaderno di matematica con gravi problemi Vendesi tessuto adiposo per l’inverno Cercasi scorte (vive o morte) per “Farming Simulator” Il decalogo del Pio X Siamo la 3° A PT e siamo una classe di nomadi, ovvero ogni giorno della settimana cambiamo aula in cui facciamo lezione. Nonostante questa condizione, ogni volta che varchiamo la soglia della porta, ci travolge una ventata di amore, comprensione e gioia, ma soprattutto di allegria! Questo è il primo anno scolastico che trascorriamo nella sede del Pio X. Fin dall’inizio della scuola abbiamo instaurato un rapporto di sincera amicizia con le collaboratrici scolastiche di questa sede che confidenzialmente chiamiamo Gio’ e Rosy. La loro allegria e cordialità alleggeriscono le pesanti ore di scuola. Per trascorrere una felice esistenza al Pio X è necessario seguire questi 10 comandamenti: 1. Non amerai altra sede all’infuori di questa. 2. Ogni mattina entra con un “buon giorno” e regala un sorriso. 3. Rispetta il lavoro altrui. 4. Medita sul pensiero della settimana esposto in corridoio. 5. Lascia che la pace del Pio X ti carichi della sua energia. La Redazione Direttore resp. Prof. Dino Benacchio In redazione: Studenti: J. Zalamena, G. Botteon, L. Marsura, F. Dabbà, M. Battistella, I. Zambon, M. Olcese, G. Spinato, J. D’Ambroso, M. Dal Bianco, T. Fiorot, N. Dalla Torre, D. Vacilotto. Grafica e impaginazione: F. Sonego Scrivete a: e-mail: [email protected] Sito: www.isisscerletticonegliano.gov.it LA CANTINA 6. Chiedi con cortesia e ti sarà dato. 7. Cerca la frase nei libri per vincere il concorso. 8. Ricordati di non buttare carte per terra. 9. Non bestemmiare. 10. Nessun traguardo può essere raggiunto se non passi almeno un anno al Pio X. 3° A PT continua dalla prima volte si glissa indifferenti. Rispettiamo tutte le fatti quotidiani e realtà professionali. Abbiamo posizioni ma ci piacerebbe che fossero sempre dato spazio a questo ultimo proposito alle belle performance che la nostra scuola enologica continua a realizzare in vigneto e negli accordi di partenariato internazionale (leggi progetto Treviso per l’Armenia). In risalto anche le esperienze di studio-lavoro dei nostri studenti attraverso Leonardo e gli stage formativi. L’idea è che si continui a costruire spessore professionale oltre alla frequenza del corso di studi, e i tirocinii in Italia e all’estero sono caldamente suggeriti e validi trampolini di lancio. Non per parlarci addosso, ma non possiamo passare sotto silenzio il bel convegno sui Cerletti, padre e figlio, soprattutto su Ugo, figlio del fondatore della scuola nel 1876, figura poco nota ai più ma non certo di secondo piano, nel panorama scientifico, rispetto al più famoso Giambattista. Si è voluto inoltre focalizzare l’attenzione sull’ipocrisia che spesso accompagna le crociate che si combattono, giustamente, contro i pesticidi per il ritorno ad un’agricoltura sana e a misura d’uomo. Ci vorrebbe però più onestà intellettuale: su certi temi sensibili, come l’uso dei farmaci, delle automobili, degli impianti di riscaldamento o più banalmente di alcolici e fumo, tutti potenziali veleni per la nostra vita, a chiare scientificamente fino in fondo e non fondate su paure e comportamenti irrazionali frutto più di campagne da caccia alle streghe e che di fondamenti inconfutabili sul piano esperienziale. Bello l’incontro con i giovani della Bosnia Erzegovina, di Srebrenica per fare nomi, capaci di mettere a frutto le terre insanguinate dalla pulizia etnica nella martoriata ex Jugoslavia degli anni ’90. Speriamo che sia possibile attraverso la Fondazione Benetton e l’associazione Alex Langer dar loro un supporto di conoscenze e anche logistico attraverso un gemellaggio auspicato nel corso della conferenza in aula magna lo scorso novembre. Mentre continua a crescere la fattoria didattica della scuola, auguriamo in chiusura un bell’in bocca al lupo ai nuovi rappresentanti d’istituto, insegnanti e studenti, e salutiamo con affetto e riconoscenza il professor Gianfranco De Conto che ci ha lasciato con nostro grande dispiacere. In alto i calici e salute a tutti! Prof. Dino Benacchio