leggi QUI

Transcript

leggi QUI
Tangram Teatro
Soldi e banconote sono
il “logo” di stagione
Si comincia con Tre Suicidi Eccellenti che racconta Tangentopoli
SILVIA FRANCIA
Il simbolo, stampato sul
dépliant, sono le vecchie mille
lire, quelle con il faccione di
Giuseppe Verdi e le diecimila
michelangiolesche, ma ci sono
pure le 5 lire del Regno d’Italia gli assegnini che sostituivano il contante negli anni Settanta. E persino i soldi del Monopoli e i «Paper dollari»: quelli che, forse, rendono meglio,
un’idea trasversale del denaro, buono come moneta sonante anche nel paese delle favole
e dei sogni, dell’immaginazione, della fantasia.
E’ su questo paradosso anti crisi, che ha riflettuto lo
staff del torinese Tangram Teatro, concludendo che, proprio in tempi economicamente difficili e soprattutto in
quelli, la cultura - che anche di
soldi si nutre e vive - sappia
trasformarsi in denaro. «Un
denaro che non serve per acquistare direttamente beni di
consumo, ma a “comperare”
sogni, consapevolezza, coscienza e senso critico. In un
TRE SEZIONI
Da Italia 150 a
Fabrizio De André alla
costruzione dell’amore
certo senso, quindi, a procurarci un po’ di quello che ci è
indispensabile per vivere»
spiegano Ivana Ferri e Bruno
Maria Ferraro, responsabili
del Tangram. E aggiungono:
«Valgono dunque come banconote gli spettacoli che raccontano, rappresentano, indagano, ironizzano sul presente e
su un futuro sempre più complicato da immaginare».
La stagione 2011-12, presentata ieri al Circolo dei Lettori,
si svolge, a partire da sabato,
tra la sede di via don Orione e
la Cavallerizza ed è realizzata
con il contributo di Ministero
per i Beni e le Attività Culturali, Regione, Comune e Sistema
Teatro Torino. Tre le sezioni
che compongono il cartellone:
Bebo Storti in palcoscenico
Una scena di Tre Suicidi Eccellenti, spettacolo che inaugura la stagione del Tangram Teatro
e che è stato tratto dal libro del giudice Almerighi sui suicidi di Gardini, Cagliari, Castellari
«Sino a dicembre guarderemo
andare via “Italia 150”, accompagnando la conclusione delle
celebrazioni del centocinquantenario con una serie di titoli
storici e politici» è stato detto
durante la presentazione. Fra le
proposte, una mise en space del
libro «I torinesi» di Osvaldo
Guerrieri (con lo spesso Ferraro, assieme a Bruno Gambarotta, Michele Di Mauro, Laura Curino e Gisella Bein) e «La storia
siamo noi», recente e fortunato
allestimento, che ha valso al
Tangram, oltre ai consensi di
pubblico e critica, anche una
«Medaglia al lavoro teatrale»
conferita dal Presidente della
Repubblica. Segue, a gennaio
una parentesi «che è diventata
una consuetudine, un rito al
quale non vogliamo sottrarci:
ovvero le storie e i personaggi
di Fabrizio De André» commenta la Ferri. Per finire, una tranche battezzata «La costruzione
dell’amore» (che va a sostituire
il precedente «Elogio alla follia»): «perché - prosegue la regista - se ha ancora un senso parlare di società, di conflitti, di
contraddizioni ha altrettanto
senso scavare nell’animo umano alla ricerca di un sentimento
che appartiene a tutti e con il
quale costruiamo le nostre relazioni e i nostri conflitti. In quePARADOSSO ANTICRISI
«La cultura è denaro
buono per acquistare
sogni e consapevolezza»
sto comparto figurano titoli come il poetico e inventivo «Un sogno per Maria», firmato e bene
interpretato da Silvia Battaglio
e «Narciso», ovvero «Racconto
tragicomico di un mito» secondo Stefano Dell’Accio.
Il primo appuntamento di
stagione, in scena sabato e domenica alle 21 al Tangram, è
con una rilettura di tre dram-
matiche pagine legate alle vicende di «tangentopoli». «Suicidi?»: già il titolo, così interrogativo, dello spettacolo diretto e
interpretato da Bebo Storti e
Fabrizio Coniglio, indica l’approccio, sospettoso e indagatore ma prudente, nei confronti
di una materia tutt’altro che risolta. Protagonisti, Raul Gardini, Gabriele Cagliari e Sergio
Castellari: «tre manager di successo, accomunati da una tragica fine ancora oggi coperta da
silenzio e mistero» come precisano i registi. Da queste storie
e dai loro epiloghi finiti in prima pagina, il magistrato Mario
Almerighi ha tratto il suo libro
«Tre suicidi eccellenti»: raccolta di testimonianze e dichiarazioni, perizie e atti ufficiali, che
Storti e Coniglio hanno usato
come canovaccio per la loro
messinscena.
Tangram Teatro,
via Don Orione 5
Tel: 011/338.698