e il mondo continua a ridere dell`Italia
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Anno IV - Numero 221 - Sabato 19 settembre 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Esteri La proposta Mutuo ai Renzi e strane coincidenze Tra Usa e Cuba le sfide papali Piazza dedicata a Donna Rachele a pag. 2 Di Giorgi a pag. 6 Moriconi a pag. 11 LUNEDÌ LO SCIOPERO GENERALE CONTRO UNA SINISTRA DI GOVERNO CHE ABBANDONA LE PERSONE AL LORO DESTINO di Francesco Storace overi lavoratori del Cup, il vostro governatore, quello che probabilmente in molti avete votato alle regionali, vi sta scavando la fossa, prepara un funerale di massa per centinaia e forse migliaia di persone che ad appalto assegnato saranno ridotte a carne da macello se dovessero vincere altri soggetti rispetto agli attuali gestori. Ieri alla Pisana, sollecitata dall’opposizione, si è svolta una discussione ha assunto però dimensioni surreali, con la sinistra di governo che non si vergogna ad abbandonare al loro destino cittadini che “guadagnano” poco meno o poco più di mille euro al mese, e in condizioni di precarietà. Tra questi, tanti disabili che avevano trovato una ragione di vita e di riscatto sociale nell’impiego conquistato. Tutto questo andrà a farsi benedire per la protervia di un governatore impazzito dopo l’esplosione in casa dello scandalo Mafia capitale, proprio per il primo bando di gara Cup da svariate decine di milioni di euro e per il quale ha dovuto far fagotto - per ora solitariamente - l’ex capo di gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venafro. L’appalto è gestito dal solito direttore, Elisabetta Longo, quella delle minacce via mail ai consiglieri che ne controllano l’operato. Zingaretti conta sull’obbedienza servile di una maggioranza cieca. Compagni solo nei comizi. Poi, nell’istituzione, impegnati nella disarticolazione dei diritti sociali. E così sono arrivati a bocciare in consiglio regionale ogni documento che puntasse a salvare i lavoratori dal nuovo, spietato bando di gara, che non prevede quella clausola sociale che garantirebbe il posto di lavoro anche in caso di cambio di gestione dell’appalto. P LICENZIANDO Zingaretti prepara il funerale per i lavoratori del Cup. E ieri è scappato dal dibattito sollecitato dall'opposizione alla Pisana Bocciato il documento unitario del centrodestra per la revoca del bando, la sinistra è riuscita a dire no persino ad una semplice frasetta della risoluzione del gruppo 5 stelle, che impegnava la giunta a “effettuare tutte le azioni per salvaguardare i lavoratori”. Nemmeno questo. Neanche proporre semplicemente di “rettificare il bando”. Niet. Ovvio, non si può smentire la FRONTIERE CON AUSTRIA E SLOVENIA Immigrati: allerta ai confini italiani promessa che la Regione ha fatto all'autorita anticorruzione quando, con una incredibile lettera del segretario generale Andrea Tardiola, ci si è precipitati a rassicurare l’Anac che “non è previsto l’obbligo di riassorbimento del personale svantaggiato”... Nemmeno quello... Quasi che ad essere mafiosi siano i lavoratori... Zingaretti in aula non è venuto. Il governatore ha avuto paura del confronto e ha messo in agenda incontri nelle province di Latina e Frosinone. Più facile sorridere ai plauditores che doversi cimentare nelle risposte da dare al Consiglio regionale. Ma noi non demorderemo. Lunedì ci sarà lo sciopero generale nei Cup, con i gravi disservizi per l’utenza che dovrà ringraziare solo Nicola Zingaretti per i disagi. Lo TURISTI ESASPERATI PER L’IMPROVVISA ASSEMBLEA SINDACALE. DISAGI PURE A FIRENZE Colosseo chiuso, Franceschini… aperto: e il mondo continua a ridere dell’Italia olosseo chiuso e centinaia di turisti, soprattutto stranieri, rimasti fuori, al sole. Magari in Italia non ci torneranno più, un po’ perché certi viaggi si fanno una sola volta nella vita, un po’ perché “qui è tutto incredibile, mai vista una cosa del genere. No, la prossima volta andremo in Spagna o in Grecia”, commenta la comitiva di turisti danesi davanti al Foro romano, pure sbarrato. E out ieri a Roma sono rimasti anche il sito del Palatino e le Terme di Diocleziano. Assemblea sindacale, non si entra. Problemi anche a Firenze, dove i turisti hanno dovuto attendere ore, tra il tanfo che da mesi avvolge la città di Renzi e Nardella a causa di un problema fognario, l’apertura di Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli. Una figuraccia internazionale, con i siti internet di mezzo mondo che hanno subito diffuso la notizia che andare a Roma è sì il sogno di una vita, ma poi di- C on è ancora un vero e proprio allarme, ma di sicuro c'è un’allerta nel Nordest italiano, dopo la chiusura dei confini da parte dell'Ungheria e con migliaia di profughi che spingono su Croazia e Slovenia. Non è escluso che questa massa di immigrati possa accalcarsi anche a ridosso del Friuli, pur di raggiungere l’Austria e poi la Germania. C’è il timore di sconfinamenti e l’allerta è scattata ai valichi italiani con Austria e N Slovenia. Intanto ha commosso tutto il mondo la vicenda della bambina siriana di 4 anni, annegata nel naufragio di un barcone al largo della costa di Cesme, in Turchia, due settimane dopo la tragedia del piccolo profugo di Kobane, Aylan Kurdi, su un’altra spiaggia turca. I profughi stavano cercando di raggiungere un’isola greca su un barcone di fortuna, a bordo del quale c'erano almeno 15 persone. stesso giorno arriveranno le offerte per il nuovo appalto. Vigileremo per evitare Mafia capitale 2, magari con addentellati camorristici, chissà. Non si illuda, la sinistra regionale, di farla franca. Ormai si sono incamminati sul sentiero della belligeranza e noi non ci tireremo indietro. Stiamo alla Pisana per rappresentare i cittadini e non gli affaristi. venta un incubo se al Colosseo trovi, improvviso ma reale, un cartello di ‘chiuso per sciopero’. E ieri sera, travolti dalle critiche, Renzi e soprattutto Franceschini – il ministro ex dc troppo indaffarato a nominare direttori stranieri per i musei italiani da star lì a preoccuparsi dei turisti stranieri che magari in quei musei neppure ci potranno entrare – hanno provato a chiudere la stalla, una volta scappati i buoi e gli euro e i dollari e i petroldollari di tante comitive che hanno fatto dietrofront. Il Consiglio dei ministri ieri sera ha infatti deciso di equiparare i servizi museali a quelli essenziali. Il Franceschini di cui sopra ha provato a prendersene il merito, affermando che "le regole del decreto varranno per tutti i musei ed i luoghi di cultura, senza fare distinzione tra statali, comunali, pubblici e privati" e ricordando anche l’urgenza del recente provvedimento per Pompei (laddove avrebbe fatto meglio a tacere per sempre, visto che proprio a Pompei due giorni fa è caduto un altro pezzo di muro). Susanna Camusso è salita subito sul monumento al sindacalista ignoto, per gridare che così si limita il diritto allo sciopero. Ignazio Marino parla di ‘schiaffo ai turisti’, lui che di schiaffi (ai romani) se ne intende. E ancora Franceschini promette che adesso la musica cambierà. E trallallero trallalà. Igor Traboni 2 Sabato 19 settembre 2015 ATTUALITA’ GIOVANNI DONZELLI (FDI) CHIAMA IN CAUSA MARCO LOTTI, ALLORA FUNZIONARIO DELLA BANCA EROGATRICE Altre ombre sul mutuo per Tiziano Renzi I soldi sarebbero stati concessi il giorno dopo l’assunzione di Luca, oggi sottosegretario, al Comune di Firenze - Per il fallimento della Chil è stata intanto chiesta l’archiviazione LA DIFESA DELL’AMICO DEL PREMIER “Ho solo espresso un parere, autorizzazione data dal Cda” ramite il suo legale, Marco Lotti, padre del sottosegretario Luca, così ha replicato alle dichiarazioni di Donzelli: "Ho sempre svolto con correttezza ed abnegazione il mio lavoro all'interno delle banche presso le quali ho prestato servizio. Nel 2009 lavoravo a Pontassieve ed ho seguito tra le tante la pratica della CHIL, azienda del territorio. L'autorizzazione al mutuo è stata fatta dal T l parere positivo alla concessione di un mutuo da 697mila euro alla Chil della famiglia Renzi? Firmato da Marco Lotti, allora responsabile aziende della Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve, e padre dell'attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca. Il giorno della firma per la concessione dei prezioso mutuo? Il 14 luglio 2009, ovvero “il giorno dopo l'assunzione del figlio in Palazzo Vecchio, dove Renzi era sindaco da poco tempo". Questa l’affermazione fatta ieri, con tanto di documentazione presentata e illustrata alla stampa, da Giovanni Donzelli, capogruppo FdI al I Consiglio regionale della Toscana. La Chil è la ‘famosa’ azienda del papà di Matteo Renzi, Tiziano, poi fallita e a carico della quale è stata a suo tempo aperta un’inchiesta per bancarotta, con tanto di richiesta di archiviazione avanzata dal pm della Procura di Genova. Per inciso: proprio ieri c'era l'udienza per la richiesta di archiviazione e il gip si è riservato la decisione. Il giudice ha ascoltato il legale del creditore che si è opposto alla richiesta di archiviazione e poi il pm, che ha invece ribadito la propria richiesta di archiviare perché le indagini non avrebbero portato a prove concrete sulla responsabilità di Tiziano Renzi (ieri non c’era, ma la sua presenza all’udienza non era prevista) nel dissesto finanziario della Chil Post. Per tornare alla vicenda denunciata da Donzelli, questi non ha dubbi di sorta e li esprime così: "Le carte dicono che i debiti dell'azienda di famiglia di Renzi sono stati pagati dai cittadini e non dalla famiglia di Renzi grazie a delle carte, dei pareri e dei mutui concessi dalla Bcc di Pontassieve. E la firma ce l'ha messa Marco Lotti" ha aggiunto l’esponente di Fratelli d’Italia, ricordando altresì che la garanzia era stata concessa da Fidi Toscana, la finanziaria della Regione Toscana. E infatti ora sarà chiamata a rispon- derne anche la Regione Toscana : quando Fidi garantì per il mutuo fino all'80%, "perché si trattava di un'azienda femminile e toscana", in realtà era già avvenuto qualcosa di poco chiaro, con il cambio dell'amministratore. Tiziano Renzi, ricostruisce ancora Donzelli, “ aveva preso il posto della moglie e, quindi, la garanzia comunque non avrebbe potuto superare il 60%. Fidi aveva la possibilità di verificare i cambiamenti societari che modificavano la garanzia che invece non è mai stata interrotta”. Donzelli fa anche i conti di quel denaro pubblico “che non verrà mai restituito a Stato e Regione: 263mila Consiglio d'Amministrazione come da procedura. La mia attività si è limitata all'espressione di un parere che ho rilasciato, peraltro, condizionato ulteriormente da fideiussione. Non entro nelle polemiche che non mi riguardano. Ma intendo procedere, per vie legali contro chiunque metta in dubbio la mia correttezza professionale e la mia personale onorabilità”, conclude Marco Lotti. euro coperti dal fondo di Garanzia del governo (erogati con Renzi a Palazzo Chigi), 26mila dalla stessa finanziaria della Regione. Renzi e i suoi uomini hanno fatto leva sui ruoli di potere utilizzando le istituzioni per fini privati". Tornando alla chiamata in causa dell’ente regionale della Toscana, per il consigliere di FdI “ci sono delle carenze della Regione che ne dovrà rispondere martedì o mercoledì in Consiglio Regionale, dove la vicenda è all'ordine del giorno, come mi auguro presto ne risponderanno Renzi e Lotti direttamente alla nazione" ha chiosato (fin troppo ottimista?) Giovanni Donzelli. IERI SENATO VUOTO E DISCUSSIONE FINITA SUBITO. SE NE RIPARLERÀ SOLO MARTEDÌ Riforme? Magari dopo il week end lungo Proseguono intanto le polemiche sulla campagna acquisti a Palazzo Madama finita con quattro ore di anticipo, rispetto al previsto, la seduta di ieri dell'aula del Senato sul ddl Boschi per le riforme costituzionali. La discussione generale, che si era riaperta alle 9.30, proseguirà soltanto martedì prossimo. Già l’altro ieri si erano visto parecchi… trolley dei senatori, pronti a partire. E in effetti in pochi hanno resistito fino a ieri, venerdì. Gli iscritti a parlare erano solo 16, con alcune cancellazioni e rinunce, e il dibattito si è chiuso in un battibaleno. Pronti, via: sul primo aereo o frecciarossa, gratis, per tornare È a casa o, come qualcuno si ostina a dire, ‘nel collegio elettorale’. Chissà se Matteo Renzi metterà nel conto della ‘velocità’ che il suo governo sta dando a… qualsiasi cosa, anche questi ulteriori giorni di week end lungo, lunghissimo. Proseguono intanto le polemiche sulla campagna acquisti, dai tosiani ai verdiniani, da parte di Matteo Renzi “Fa quasi pena vedere il renzismo annegare nei peggiori riti del trasformismo parlamentare. Al Senato si e'' aperto un grande suk, dove si compra, si tratta, si vende. Quanti si scandalizzavano nel passato, oggi hanno una materia ampia per rinnovare la loro meraviglia. Ieri si vedevano perfettamente le manovre in corso. Il renzismo, invece che rottamare la politica, persegue le più antiche strade della compravendita parlamentare. In altri casi si sono aperti processi che non avevano motivo di svolgersi”, ha detto il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri. I grillini si dicono invece pronti a presentare un esposto in Procura “Se dal voto sulle riforme emergessero premi in favore di senatori”, ha detto Mario Michele Giarrusso all’agenzia Dire. "L'impressione è che a palazzo Madama ci siano senatori che girano con il cartellino del prezzo. Al momento è solo un'impressione. Per accertare che si passi a veri e propri reati dovrebbero muoversi gli organi preposti, anche se questi sono soggetti sui quali non si può indagare con intercettazioni e altri strumenti di inchiesta". Decisa la replica della maggioranza: "Trovo davvero sconcertante e grave che un senatore delle Repubblica getti ombre su chi si adopera per le riforme", ha detto la senatrice Nicoletta Favero, del Partito democratico. Sulla partita delle riforme, ieri è tornato a parlare anche il presidente Grasso: "Mi stupisce che le notizie anticipano i fatti e le mie decisioni. Non posso decidere finche'' non conosco il tema ''decidendum'', ossia gli emendamenti. Diffidate se prospettano decisioni prese prima del momento ufficiale e del luogo deputato", ha detto Grasso sulla sua decisione sull'ammissibilità degli emendamenti all'articolo 2 del ddl Boschi. Igor Traboni Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte SINDACATO SEMPRE PIÙ SPACCATO Landini: “Raccontate balle”. Nuovo strappo nella Cgil uovo strappo nella Cgil, dove Susana Camusso va da una parte e Maurizio Landini sempre più dall’altra. Ieri il leader dei metalmeccanici della Cgil ha detto: "Noi stiamo prendendo decisioni che prefigurano in realtà una discussione congressuale, che modificano di fatto lo Statuto, e le stiamo prendendo con una platea molto limitata; con una discussione che non ha coinvolto né gli iscritti N né tanto meno i delegati e le delegate a cui ci vogliamo rivolgere. Io credo che questo sia un errore che stiamo facendo". Questa la dichiarazione di voto di Maurizio Landini rispetto al documento finale della Conferenza di organizzazione della Cgil. Il leader della Fiom ha votato no. "Questa storia che noi stiamo allargando la partecipazione secondo me è raccontare delle balle", attacca. La Camusso ha poi replicato così: "A Maurizio dico che invece di frenarci fra noi sarebbe meglio provare a ingaggiarci insieme nella sfida di cambiare e risperimentarci, ma senza travolgere noi stessi e la nostra storia. Eppoi diciamo pure che non siamo solo un disastro biblico ma che qualcosa l'abbiamo fatto, abbiamo difeso i lavoratori dentro la crisi", ha concluso con fin troppo… entusiasmo la Camusso. Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Sabato 19 settembre 2015 ATTUALITA’ NELLA CITTÀ DELLA MODA È PROSSIMA L’APERTURA DI DUE NUOVI LUOGHI DI CULTO Terrorismo, occhio alle moschee di Milano L’allarme di Dambruoso: “Servono maggiori controlli per i nostri cittadini” di Marco Zappa ALTRE PROTESTE DOPO IL DECRETO eco degli attentati in Francia, Tunisia, Kuwait e Somalia si riverbera in tutta Europa. E quindi anche in Italia. Con il frastuono degli spari arrivato fino a Milano, dove sono in arrivo due nuove moschee. Con il centrodestra che ha provato inutilmente ad alzare le barricate per evitare un vero e proprio scempio. Dato che queste, da luoghi di culto troppo spesso si trasformano in centri di ritrovo per terroristi. E se è questo il modo di accoglienza tanto auspicato da Renzi e dal Pd, non possiamo certo dormire sonni tranquilli. Perché Chiese e moschee continuano a essere nel mirino del terrorismo islamico. C’è chi, come la Tunisia, ne ha chiuse 80. E chi, come l’Italia, si appresta ad aprirne due. Questione di punti di vista. E assurdità certamente risparmiabili. Un fenomeno, questo, assolutamente da non sottovalutare. Col Questore della Camera dei Deputati, Stefano Dambruoso, che ha chiesto “maggiori controlli per rassicurare le paure dei cittadini meneghini residenti nelle aree dove queste saranno realizzate”. Occorre “sapere chi le finanzia, a che area o gruppo Mobilità Croce Rossa: personale penalizzato L’ i siamo impegnati a lungo per far sì che il processo di privatizzazione della Croce Rossa italiana non comportasse conseguenze negative sui lavoratori. Ora ecco che il decreto sulla mobilità li discrimina di nuovo, senza ragione e senza rispetto per le loro competenze. E' questo l'atto d'accusa che arriva sindacati di categoria Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa. "Con questo decreto- spiegano le sigle sindacali - il personale della Croce Rossa potrà transitare solo verso le Amministrazioni Centrali e non verso le Regioni ed il Servizio sanitario nazionale. Avranno cioè la possibilità di ricollocarsi solo in posti amministrativi, e non dove le loro preziose C religioso dell’Islam appartengono i gestori, conoscere la formazione dell’Imam e chiedere maggiore uso della lingua italiana per i sermoni. Non devono essere più consentite piccoli luoghi di culto in scantinati o edifici non idonei la- sciati alla gestione di Imam senza alcun controllo. Con gli amministratori comunali che dovranno essere pronti e preparati nella gestione di queste per garantire maggiori servizi ai cittadini”. Magistrato e deputato di Scelta Civica, Dambruoso è stato tra i principali promotori della procura antiterrorismo, pensata come naturale prosecuzione di quella nazionale antimafia. Autore del libro “Milano-Bagdad”, diario di un giudice “in prima linea nella lotta al competenze e la loro professionalità ultradecennale potrebbero essere valorizzate. Non solo. Inspiegabilmente, malgrado lo stesso decreto dica che hanno la precedenza, si preclude loro la partecipazione alla prossima mobilità verso il Ministero della Giustizia che coinvolgerà 2000 unità di personale. Questa è la mobilità del governo Renzi: discriminare i lavoratori in una perenne logica di divide et impera. Chiediamo al Governo e al Ministro della Pubblica amministrazione di chiarire una volta per tutte quali sono le loro intenzioni verso i lavoratori della Croce Rossa, e se c’è una reale volontà di salvaguardare posti di lavoro, professionalità e salari". terrorismo”, ora torna a porre l’accento su un tema forse troppo spesso sottovalutato. Con le moschee – non solo quelle di Milano – da tenere sotto stretta osservazione. Perché sempre più nel mirino dell’Isis. VOTO DI SCAMBIO: SOTTO INCHIESTA IN CAMPANIA LA CONSIGLIERA REGIONALE MONICA PAOLINO Presidente antimafia indagata per… mafia Coinvolti nell’indagine anche il marito della donna, sindaco di Scafati, e altre persone onica Paolino, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Antimafia del Consiglio regionale della Campania, è indagata dalla Procura di Salerno per voto di scambio politico elettorale di tipo mafioso. La Dia e carabinieri hanno perquisito a Scafati, vicino Salerno, la casa dove vive con il marito, Pasquale Aliberti, sindaco della cittadina e pure lui indagato, assieme al fratello Aniello, alla segretaria comunale e a due collaboratori. Per tutti loro l’accusa è di associazione di stampo mafioso. M Perquisizioni sono state effettuate anche all’interno dell’ufficio della Paolino, nella sede del Consiglio regionale della Campania, al Centro direzionale di Napoli. La vicenda, secondo quanto trapelato dalle strette maglie degli inquirenti, si riferisce in particolare alle ultime elezioni regionali della Campania, quelle dello scorso mese di maggio, quando la Paolino è stata rieletta per la seconda volta in Consiglio. L’indagine è condotta dal pm Vincenzo Montemurro della Dda di Salerno e sono scattate a seguito dell’esplosione di un ordigno rudimentale avvenuto proprio a Scafati il primo novembre del 2014, davanti all’abitazione dei coniugi Cuomo-D’Alessandro, rispettivamente cognato e sorella dell’ avvocato Vittorio D’Alessandro, un consigliere comunale di minoranza dello stesso Comune di Scafati. Da quell’episodio, come riferito dagli investigatori, sono poi partite delle indagini che hanno consentito di focalizzare l’attenzione sull’aggiudicazione di alcuni appalti pubblici, in maniera – sostengono i carabinieri - illegittima. Subito dopo la prima perquisizione e la notifica dell’indagine, la Paolino ha dichiarato: “Avendo ricevuto una perquisizione domiciliare e presso il mio ufficio in Consiglio Regionale, ho appreso con immenso rammarico e stupore di CI SARÀ TOSI, CHE INTANTO SMORZA GLI ARDORI DEI SUOI VERSO RENZI, PERÒ MANCHERANNO I LEGHISTI Fitto prova a ripartire da Cortina affaele Fitto, europarlamentare e leader dei Conservatori e Riformisti, concluderà oggi a Cortina la due giorni sul tema “La libertà che cerchiamo” promossa da Leonardo Padrin (Forza Italia). Per il nuovo gruppo che fa capo all’ex presidente delle Regione Puglia, nato a giugno in seguito a una scissione con gli azzurri di Silvio Berlusconi, si tratta del debutto ufficiale in Veneto. All’appello mancherà però la Lega Nord, con l’eurodeputato Remo Sernagiotto, tra gli organizzatori dell’evento, che ha spiegato come occorrerà partire dal presupposto “che l’unico oppositore di Renzi non può essere Salvini”. Perciò “il Carroccio sarà alleato naturale, ma non a tutti costi”. R All’incontro parteciperanno invece Forza Italia, Fratelli d’Italia e Fare!. Si potrebbe spiegare dunque così, l’assenza della Lega. Vista anche la presenza di Flavio Tosi, che in queste ore ha cercato di ridimensionare il sostegno dei suoi senatori all’approdo in aula del disegno di legge Boschi, promettendo “opposizione su provvedimenti contrari al bene del Paese”. All’appello dunque tre schieramenti che, secondo Padrin, insieme potrebbero valere almeno il 12%. Tra gli ospiti pure la vicepresidente del Ppe Laura Comi e l’onorevole Daniele Capezzone (già presidente della Commissione Finanze), che coordinerà il dibattito “Uno choc fiscale per l’Italia, 40 miliardi di tasse in meno subito”. Di progetti “per un nuova Italia” parlerà invece Cinzia Bonfrisco, presidente del gruppo Conservatori e Riformisti al Senato. Domani domenica toccherà invece al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e a quello di Lecce Paolo Perrone. Senza dimenticare gli interventi del ministro per gli Affari Legali, Parchi e Laghi della Carinzia Christian Ragger. E quelli di Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, e di Alessandro Cattaneo, membro dell’ufficio di presidenza di Forza Italia. A concludere il convegno, l’intervento di Fitto, che spiegherà la strategia dei dieci senatori del suo gruppo in vista del voto sul ddl Boschi. Marcello Calvo essere indagata per reati relativi a fatti di cui non sono assolutamente a conoscenza. Sono comunque serena e rimango fiduciosa nell’operato della magistratura». Immediate le reazioni politiche alla notizia: “Esprimendo piena fiducia sull’operato della magistratura, auspico che la consigliera Monica Paolino possa dimostrare la propria estraneità relativa ai fatti contestati. E’ altrettanto auspicabile un gesto della consigliera di dimissioni dall’incarico attualmente ricoperto che dia un segnale di trasparenza della istituzione regionale”, ha detto la Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Rosa D’Amelio. Anche i cinque stelle hanno sollecitato le dimissioni immediate. N OV I T À Prenota la tua copia su w w w. m i n e r v a e d i z i o n i . c o m 4 Sabato 19 settembre 2015 ATTUALITA’ VERSO IL CONVEGNO DEL 3 OTTOBRE: PARLA L’EUROPARLAMENTARE MARCO ZANNI “Basta con l’euro a immagine del marco” “La moneta unica sta creando solo danni, mettiamoci attorno a un tavolo e vediamo come uscirne” di Igor Traboni isto dall’osservatorio privilegiato delle istituzioni comunitarie, l’Europa e l’euro sono ancora di più allo sbando. È questa la prima impressione che si sente di fornire Marco Zanni, europarlamentare dei 5 stelle, bergamasco, che abbiamo sentito nell’ambito delle nostre interviste in vista del convegno noeuro del 3 ottobre prossimo a Roma. Seguendo i suoi vari interventi, anche sul sito internet che aggiorna costantemente, ci pare di capire che l’euro proprio non le piace. Impressione sbagliata? “No, è esatto. A me proprio non piace. Soprattutto dopo questo primo anno di esperienza all’Europarlamento. Se prima avevo l’illusione che l’uscita dall’euro fosse comunque l’ultima strada da percorrere, che magari vi fossero altre vie di uscita, adesso invece…”. Adesso? “Adesso mi sono reso conto, seguendo tutte le varie discussioni in corso e i lavori parlamentari, che non c’è alcuna volontà di perseguire un obiettivo comune. Che l’Eurozona è solo una grossa spa con un azionista di maggioranza”. Si riferisce alla signora Merkel? “Alla signora Merkel ma anche alla Germania tutta. In fin dei conti la cancelliera non ha fatto altro che continuare il percorso già tracciato decenni addietro, con il Trattato di Maastricht. L’obiettivo di allora, di costruite qualcosa tagliato a misura V Perfino la ricca Finlandia sciopera contro i danni dell’Europa; a destra, Marco Zanni sulla Germania, oggi è ancora più evidente. Prima magari si poteva pensare che era colpa dei Paesi del Sud dell’Europa, spreconi e arretrati nel mettere in pratica le riforme. Oggi invece anche i Paesi sulla carta più virtuosi sono in difficoltà”. Qualche esempio?, tanto per non restare nel vago… “Prenda la Finlandia. Per inseguire le politiche deflazionistiche tedesche, vogliono addirittura mettere in piedi una riforma tagliando le ferie, i contributi, ecc. E’ un rincorrersi al ribasso. Ma anche la Germania sta messa male”. Ma come, se la Cancelliera vuole addirittura imporre alle in- dustrie di auto di assumere gli immigrati? “I dati economici vanno letti bene. E quelli tedeschi dicono che il Pil aumenta sì e no dell’1% annuo. Ben lontano dai livelli americani, per esempio”. E dalle parti delle istituzioni europee non cambia proprio nulla? “Qualcosa in meglio l’ho notato dopo la crisi greca. Certi gruppi di sinistra , che prima dicevano di essere contro l’austerity ma al tempo stesso contrari ad uscire dall’euro, oggi parlano apertamente di uscita dalla moneta unica. Non è più un argomento tabù”. Insomma, muoia l’euro con tutti i suoi fautori? “L’euro è qui da 16 anni. Credo che qualsiasi sperimentazione possa dirsi esaurita. Ora abbiamo tutti gli elementi per dire che non ha funzionato, che sta creando solo danni. Mettiamoci attorno ad un tavolo e ragioniamo come smantellarlo, per far ripartire l’Europa”. Perché lei all’Europa comunque continua a crederci? “Io scinderei l’euro dall’Europa. Magari l’Europa può funzionare meglio, ma non attraverso queste politiche monetarie”. E l’Europa politica? “Non esiste. Le anime sono troppe, abbiamo 24 lingue diverse, non ci accomuna niente, neppure la religione. Rischiamo di fare la fine della vecchia Urss, della ex Jugoslavia. Ma il groppo errore, ripeto, è stato fatto con l’euro. I francesi spinsero alla follia, mettendo dentro Italia e Germania, perché erano convinti che così avrebbero limitato la Bundesbank. Ma col cavolo, se mi passa il termine: ora ci ritroviamo una banca Centrale sul modello della banca tedesca e l’euro a immagine del marco”. Dell’ipotesi di un super-ministro economico europeo, cosa pensa? “Che sarà di sicuro un tedesco. E farà soltanto quello che conviene alla Germania”. IL RAPPORTO DI CITTADINANZATTIVA DISEGNA UN QUADRO A TINTE FOSCHE Scuole italiane a pezzi e in zone a rischio Manutenzione carente in un edificio su due. Molto elevato il pericolo sismico a sicurezza delle scuole italiane lascia ancora molto a desiderare: 4 edifici su 10 hanno una manutenzione carente, oltre 1 su 5 presenta lesioni strutturali e, in quasi la metà dei casi, gli interventi strutturali non sono stati effettuati. Sono alcuni dei dati contenuti nel ''XIII Rapporto su sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola'' di Cittadinanzattiva, presentato ieri a Roma. Gli edifici scolastici italiani monitorati sono stati 101 in 13 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto). Per quanto riguarda lo stato degli edifici, in particolare, il Rapporto fa sapere che "il 39% delle scuole ha uno stato di manutenzione mediocre o pessimo, una su cinque (21%) presenta lesioni strutturali per lo più sulla facciata esterna (41%), sui corridoi (38%), nelle palestre (27%). Il 15% delle aule presenta distacchi di intonaco o segni di fatiscenza". Di fronte alla richiesta di piccoli lavori di manutenzione, inoltre, "nel 12% dei casi l'ente proprietario L ALTRI DATI MOLTO PREOCCUPANTI E il bullismo aumenta insieme agli atti vandalici ono in crescita, nelle scuole italiane, gli episodi di bullismo che nell'ultimo anno hanno interessato addirittura il 36% degli istituti (lo scorso anno era solo il 10%). Una scuola su 3, invece, ha subito nell''ultimo anno atti di vandalismo, il 14% anche episodi di criminalità all'interno degli edifici, mentre il 9% di altri episodi criminali si è verificato nelle immediate vicinanze delle scuole. Anche questi dati sono contenuti nel ''XIII Rapporto su sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola'' di Cittadinanzattiva, presentato ieri S non è mai intervenuto e nel 21% lo ha fatto con molto ritardo. Nel caso di richiesta di lavori di manutenzione strutturale ben più lunghi e onerosi, nel 45% delle situazioni l'ente non è intervenuto. E più della metà delle scuole si trova in una zona non sicura. Il 73% degli edifici, in particolare, è situato in zona a rischio sismico, il 14% in zona a rischio idrogeologico, il 4% in zona a rischio industriale, il 5% a rischio vulcanico, il 5% in zona a elevato inquinamento acustico. Per quanto riguarda le prove di evacuazione, il Rap- a Roma. Gli edifici scolastici italiani monitorati sono stati 101 in 13 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto). Da un'analisi fatta sulla stampa locale, inoltre, Cittadinanzattiva fa sapere che ha recensito "45 casi di vandalismo in scuole di ogni ordine e grado, in centri piccoli e grandi: furti di lavagne multimediali e materiale tecnologico, muri imbrattati, libri incendiati, vetri rotti sono tra le azioni vandaliche più frequenti". porto di Cittadinanzattiva fa sapere che "sono effettuate con regolarità nel 98% delle scuole, per lo più per il rischio incendio (86%) e sismico (81%). Veramente rare (5%) le prove per rischio idrogeologico". Nell'ultimo anno, in Italia, sono stati 340 gli incidenti che si sono verificati a studenti e personale: in 45 casi è stato chiesto l'intervento del 118, in 40 è stato invece disposto il trasferimento in ospedale, come emerge ancora dal rapporto di Cittadinanzattiva. Per quanto riguarda la sicurezza interna, in particolare, il Rapporto fa sapere che "mancano scale di sicurezza nel 26% delle scuole monitorate; solo il 34% presenta vetrate a norma; le porte con apertura antipanico sono assenti nel 74% delle aule, nell'89% dei bagni, nel 65% delle aule computer, nel 54% dei laboratori, nel 47% delle mense e nel 37% delle palestre e anche nel 15% dei cortili dove sarebbero obbligatorie per legge". In più di 1 scuola su 4, quindi, l'impianto elettrico è "completamente o parzialmente inadeguato, mentre quasi 1 su 3 ha un impianto antiincendio in stato arretrato". Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva, poi, il "74% delle scuole ha un sistema di vigilanza all''ingresso dell''edificio, ma solo l'11% è dotato di telecamera o simili. Ancora frequente (nel 44% dei casi), infine, la cattiva abitudine di lasciare i cancelli aperti durante le ore di lezione. 5 Sabato 19 settembre 2015 STORIA LA SICUREZZA DI UNA PRODUZIONE REGOLARE E ADERENTE AI BISOGNI DELL’ECONOMIA NAZIONALE E UNA DISTRIBUZIONE RIGOROSAMENTE EQUA DELLA RICCHEZZA I giovani e il corporativismo “Ogni italiano vuole essere un’unità di questo gigantesco inquadramento, poiché sente che egli sarebbe ilota qualora ne fosse escluso” di Emma Moriconi ompletiamo oggi il nostro breve speciale dedicato a come i giovani fascisti vedono la questione capitalismo - corporativismo: “La Carta del Lavoro- continuano a scrivere sulla Rivista Anno XIII - concepisce dunque uno Stato perfettamente ed armonicamente regolato, nel quale esiste tutta una poderosa organizzazione economica. Il Sindaco è l’unità di questa organizzazione; ma a sua volta è compreso nella Corporazione, dove la volontà e le aspirazioni sia del particolare che dell’intero gruppo economico, vengono non ad un compromesso che le diminuirebbe da una parte e dall’altra, ma ad una fusione, ad un indirizzo comune che le potenzia al massimo, in ragione diretta dell’armonia e dell’accordo stabilitosi. La Corporazione viene così ad essere effettivamente l’organo intermedio fra lo Stato e il singolo, o fra lo Stato e la classe. Ma questo non vuol dire che essa sia il punto d’arrivo fra l’iniziativa statale e quella privata, dando così ragione alle varie argomentazioni di genere polemico che fanno del Corporativismo una variante del Socialismo di Stato. Infatti mentre nel socialismo di Stato un simile risultato significherebbe il compiersi del ciclo economico e la risoluzione dell’insolubile problema per la limitazione dell’attività individuale, nello Stato Fascista invece il raggiungimento della fusione fra Stato e individuo nella Corporazione, è il punto di partenza per lo svolgimento di tutta l’attività economica, con particolar riguardo alla razionalizzazione della produzione. È una concezione vastissima, ma pur semplice e lineare nella quale tutto viene inquadrato gerarchicamente secondo una scala di possibilità e di capacità, che permette lo sfruttamento massimo delle energie e dei mezzi particolari, in vista di un superiore interesse collettivo nazionale: interesse che si risolve poi a favore di tutti gli elementi della produzione a seconda del contributo individuale e del rischio assunto nell’impresa economica. La produzione regolata secondo le richieste del mercato e mediante lo sfruttamento razionale dei mezzi a disposizione, è infatti la migliore garanzia di successo. Pertanto non solo individuo e Stato, classe Stato, si fondono e si potenziano, ma addirittura diventano un’unità inscindibile di C produzione; il fine della collettività coincide col fine del singolo. Una volta accettato, e quel che più conta realizzato felicemente questo presupposto, l’esistenza della Corporazione e in genere, di tutti gli organismi corporativi è garantita dalla sicurezza di una produzione regolare e automaticamente aderente ai bisogni dell’economia nazionale da una parte, e di una distribuzione rigorosamente equa della ricchezza dall’altra. La miseria in mezzo alla ricchezza in regime fascista è destinata a scomparire per sempre. Lo Stato, secondo questa concezione, è considerato come un immenso sistema economico, nel quale ogni individuo trova il proprio personale interesse. Si assiste ad un fenomeno psicologico importantissimo, che depone molto favorevolmente sulle caratteristiche universali del sistema: “Ogni italiano – come osserva il Duce fin dal 1928- vuole essere un’unità di questo gigantesco inquadramento, poiché sente che egli sarebbe ilota qualora ne fosse escluso.” Tuttavia l’attuazione pratica di questa concezione non si è avuta che nel 1934: è logico ed è intuitivo infatti comprendere quali e quante necessità di ordine pratico e quali delicatissime difficoltà di vario genere abbiano impedito che l‘inserimento di questo meraviglioso sistema nella compagine sociale assumesse un ritmo troppo accelerato. Anche se ormai la mentalità e le disposizioni del popolo italiano erano mature per il grande evento, la recente creazione delle Corporazioni di categoria e la decretata abolizione del parlamento un atto così importante e così radicale nella vita di un popolo, da giustificare ogni cautela ed ogni riguardo nell’effettuarlo.” L'articolo prosegue per un lungo tratto nell'esame delle tematiche in oggetto, per esigenze di spazio siamo però costretti a sorvolare su alcuni passaggi peraltro interessanti e arrivare alle conclusioni. Ecco dunque l'ultimo passaggio: "Ormai il mondo comincia a comprendere che le vie battute non sono le buone e che soltanto liberandosi di tutto il bagaglio di utopie liberali e di materialismo marxista, potrà evitare dolorose esperienze, del genere di quella che sta attraversando. Si affermano dovunque i concetti di collaborazione, di unità, di gerarchia. Il Corporativismo appare senz’altro come la più bella e la più grande conquista del pensiero moderno, la concretizzazione dell’aspirazione, diventa ormai generale in tutto il mondo, ad una sistemazione definitiva dell’attuale economia politica internazionale. Rappresenta il chiudersi di un ciclo intero si progresso e l’aprirsi di un nuovo: il punto di arrivo della civiltà, che un genio corso portò su tutti i campi di battaglia d’Europa, è il punto il punto di partenza della nuova civiltà del secolo XX. La civiltà fascista che porta un nome solo: Roma. VINCENZO BUONASSISI". GUIDO GOZZANO E IL SUO PIEMONTE, L’ARTICOLO SULLA RIVISTA DI VITTORIO MUSSOLINI A FIRMA DI MARCELLO VENTUROLI Juvenile dell’articolo letterario e della novella, e poi lo sport Laura Ines Mazzi ci racconta “Nenuco” e Nando Nugoli parla dei nostri sportivi azzurri Q uesta rivista pensata e voluta da Vittorio Mussolini è davvero una miniera di informazioni circa l'approccio dei giovani su vari temi, una fotografia di una generazione appartenente a un'epoca lontana ormai molti anni da noi. Juvenile dell'articolo letterario, a seguire, è imperniato sul "'gozzanismo' di Guido Gozzano", prendiamone qualche stralcio: "Per me - scrive il redattore Marcello Venturoli G. supera il mondo che tratta: non lo considera affatto come rifugio, ma come mezzo espressivo di quella profonda insoddisfazione che egli ha, non per la verità che poteva essere nella realtà, ma per il falso e il caduco per quella realtà (1907) rifletteva. [...] E come amava la sua terra, il suo torinese, appreso prima ancora dell'italiano, in cui egli pensava e piangeva e rideva (son parole sue). Come venerava il suo Piemonte, sul quale trova modo, il G. tanto crepuscolare e scettico, di fare una breve e sintetica... lezione di storia, come farebbe oggi un torinese accanito, sui duchi di Savoia, in omaggio al suo Re. E su Torino non ti sfodera forse un agguerritissimo studio topografico folkloristico da Roma al Rinascimento? (ultima novella dell' Altare del Passato'; trattata con quella perizia giornalistica e quella sicurezza di mezzi che tanto ammiriamo nel bel libro su l'India). E ce ne sarebbe ancora, ma credo che basti". Segue "Juvenile della Novella", l'autrice è una ragazza, Laura Ines Mazzi, che mette nero su bianco la vita di "Nenuco", un adolescente dal "viso lungo e magro", con le guance "molto brune infossate", un selvaggio, "un meticcio" dalle "pupille limpidissime che non avevano il mistero profondo, il riflesso ardente dell'anima appassionata, impetuosa degli 'indios' che vivevano in quelle campagne", dal "volto pallido, quasi femineo". È la storia di questo giovane che muore e il cui cadavere "era stato trovato sul greto di un fiume, ai piedi della enorme parete rocciosa che incanala il Rio Primero, nascosto quasi dalla sabbia che il rotolio delle acque era andato depositando sul tuo corpo. Avevi - continua l'autrice, parlando con lo spirito di Nenuco - una ferita profonda ad una tempia ed il sangue si era raggrumato lungo la guancia, uscendo a fiotti dalla enorme apertura [...] Eri caduto giù... rotolando violentemente tra i sassi, per sprofondare finalmente, bruscamente, in fondo". La novella si sviluppa tutta su questi toni, nella rievocazione delle fattezze di questo giovane uomo, morto anzitempo in maniera violenta. Altro argomento è, poi, "Juvenile dell'articolo sportivo", un lungo pezzo a firma Nando Nugoli, sul tema "Le olimpiadi, le forze dei nostri avversari e il valore di due sports decisivi", del quale proponiamo solo un brevissimo stralcio: "Ormai all'estero ci rispettano e ci temono. Ripetutamente i nostri azzurri sono invitati dalle federazioni straniere ad intervenire alle manifestazioni che esse organizzano e che, appunto e solamente per la presenza dei nostri atleti, hanno ragione di vita e di alto successo. Gli stranieri li desiderano solo per studiarli, essi vogliono carpire il segreto del potente progresso che in ogni branca sportiva lo sport fascista sta compiendo sotto la unica insegna CONI". [email protected] 6 Sabato 19 settembre 2015 ESTERI INIZIA OGGI IL PIÙ LUNGO VIAGGIO APOSTOLICO DEL PONTEFICE Cuba e gli Usa attendono il Papa Molto intenso il programma. Il portavoce del Vaticano: “Possibile anche un incontro con Castro” di Cristina Di Giorgi nizia oggi il nuovo viaggio apostolico di Papa Francesco a Cuba, negli Usa e alla sede delle Nazioni Unite. Il più lungo – fino ad ora – del suo pontificato: quasi dieci giorni (dal 19 al 28 settembre), ricchi di appuntamenti ed incontri decisamente importanti. Il portavoce del Vaticano padre Lombardi, parlando con la stampa, ha ricordato che “l’occasione è stata fornita dall’Incontro mondiale delle famiglie in calendario a Philadelphia, poi sono arrivati l’invito del Congresso degli Stati Uniti e dell’Assemblea dell’Onu. Infine si è aggiunta la tappa cubana”, inserita “dopo la ripresa delle relazioni diplomatiche tra Usa e Cuba”. Ed è proprio il Paese di Castro – alla cui gente il Papa ha indirizzato un video messaggio di notevole impatto trasmesso anche dalla tv di Stato - la prima tappa dell’itinerario: l’arrivo del pontefice a L’Avana è previsto per le 16 di questo pomeriggio (ora locale). Sulla possibilità di un incontro con Fidel Castro, il Vaticano lo ritiene “verosimile” e “possibile”, anche se al momento non c’è ancora un’indicazione precisa su quando si terrà. Quel che è certo è che nella storica Plaza de la Revolucion domenica mattina sarà celebrata I una Santa Messa per assistere alla quale è previsto l’afflusso di circa 200mila persone. I preparativi per l’evento sono già stati completati: ad attendere il Papa, un palco con tettoia dipinti con i colori del Vaticano (giallo e bianco), una sedia in legno scuro e velluto rosso, una croce ed un ritratto stilizzato di Ernesto Che Guevara. Simboli della rivoluzione dunque, mescolati a manifesti che danno al papa, accolto come “missionario della misericordia”, in una Cuba che spera molto nella visita del pontefice. “Francesco – dice un fedele all’inviato de La Stampa – lo sentiamo molto vicino. Sarà perché è latino, parla spagnolo e viene dalla nostra cultura. E poi c’è l’apertura con gli Stati Uniti: per noi significa che la vita adesso può davvero cambiare e sappiamo che non sarebbe avvenuto senza di lui”. Ed oltre ai cristiani, ai quali la presenza del papa “farà capire che non solo soli e darà il coraggio di vivere la fede senza paure” – dice una donna - anche le autorità, che pure hanno stabilito regole precise per la partecipazione all’evento, come la necessità di dare le proprie generalità per avere il biglietto (una sorta di schedatura insomma, che potrebbe indurre molti a rinunciare), sperano che il pontefice possa essere d’aiuto. Sia riconoscendo, come fece in Bolivia, che le intenzioni della rivoluzione non erano malvagie, sia mettendo pressione sugli Usa per quanto riguarda la definitiva eliminazione dell’embargo. Il viaggio di papa Bergoglio dunque, si preannuncia denso di implicazioni e momenti di grande rilevanza. Oltre alla tappa cubana infatti, ad accoglierlo al suo arrivo a Washington ci saranno Barack Obama e la first lady: “è la dimostrazione di una grande attenzione. Non è comune – sottolinea il portavoce del Vaticano – che il presidente in forma privata saluti il Papa già in aeroporto, visto che la cerimonia ufficiale si terrà il giorno dopo alla Casa Bianca”. Di rilievo e molto attese saranno poi la visita al Congresso americano (la prima di un Papa), l’incontro interreligioso al Memorial di Ground Zero, la messa al Madison Square Garden, la partecipazione all’Incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia e il discorso alle Nazioni Unite. Molti i temi che il pontefice affronterà nei ben 26 interventi previsti nel denso programma: tra essi immigrazione, pace, terrorismo, integrazione, difesa dell’ambiente, appelli per equilibrare il sistema economico globale. Grande attesa dunque. Che senz’altro non verrà delusa. POLEMICA ALL’EXPO La terra dei Saharawi “inglobata” nel Marocco Omar Mih: “È inaccettabile. Illegalità e sopraffazione trovano spazio in un evento che dovrebbe parlare di altro” ono in pochi a conoscere la storia dei Saharawi, popolo del Sahara Occidentale protagonista di una lunga lotta per l’indipendenza (dalla Spagna coloniale prima e dal Marocco poi). Un’indipendenza proclamata con un atto di autodeterminazione ratificato dall’Onu nel 1966 che non si è però mai concretizzato in effettiva autonomia, soprattutto a causa delle pretese di Rabat. Ed è proprio il Marocco che, nel suo padiglione ad Expo 2015, ha dato vita a quello che il rappresentante in Italia della Repubblica araba saharawi Omar Mih ha definito un gesto “inaccettabile”, attraverso il quale “illegalità e sopraffazione trovano spazio in un evento che dovrebbe parlare di altro”. L’origine della contesa è una mappa posta all’ingresso della struttura “che integra – scrive Gilberto Mastromatteo su Nigrizia.it – all’interno del paese l’intero Sahara Occidentale, territorio rivendicato da quasi quarant’anni dal popolo saharawi”. Nell’ala del padiglione dedicata al Sud, vengono descritte in un cartellone la raccolta delle ostriche e l’industria ittica, “che fa del Marocco il primo esportatore mondiale di conserve di sardine”. Ed è abbastanza paradossale, dato che “la spoliazione di risorse della nostra terra, soprattutto la pesca – ricorda ancora Omer Mih – si trova da anni sui tavoli della diplomazia interna- S LA FRANCIA DICE NO AL LAVORO FUORI UFFICIO Diritto alla “disconnessione” La normativa sarà discussa il prossimo 9 ottobre nell’ambito della riforma del codice l governo francese sta per varare la riforma del codice del lavoro. Tra i temi al centro del dibattito c’è una questione particolarmente importante, sottoposta ai legislatori nel corso dei vari colloqui di concertazione con le organizzazioni sindacali: il “diritto alla disconnessione”, ovvero la limitazione delle comunicazioni professionali (via sms e via e-mail) all’orario di lavoro. Nulla quando si è fuori ufficio o durante i giorni festivi dunque. Al vaglio dell’esecutivo, sull’argomento, c’è il rapporto presentato da Bruno Mettling, responsabile delle risorse umane e vicedirettore del gruppo di telecomunicazioni Orange, incaricato di studiare il fenomeno del “lavoro digitale” (ovvero appunto l’attività professionale su dispositivi mobili come tablet e smartphone). Tra le misure proposte, che verranno discusse nel prossimo incontro tra sindacati, imprese e governo in agenda il prossimo 9 ottobre, c’è anche il “diritto alla disconnessione”. I zionale”. Nel 2011 infatti il Parlamento di Strasburgo aveva respinto gli accordi sulla pesca con il Marocco, proprio in considerazione degli interessi del popolo saharawi. Salvo poi, nel 2013, procedere con la ratifica, a patto però che Rabat investisse a benefico appunto della minoranza che dimora in quei territori. I saharawi appunto. O almeno coloro che sono rimasti: ce ne sono infatti 150 mila che ormai da quarant’anni vivono nei campi di rifugiati in Algeria, dove hanno sviluppato alti livelli di celiachia, diabete infantile e anemie da carenza di ferro. Recita la mission delle Nazioni Unite per Expo 2015: “Garantire a tutti il diritto ad un cibo nutriente e a condurre vite sane, senza compromettere le generazioni future”. In proposito Omar Mih commenta: “Lo sottoscriviamo. Ma che si vigili su chi, come il regime marocchino, utilizza persino una rassegna come questa per le CdG proprie provocazioni”. Una questione che è già da tempo al centro di dibattito non solo in Francia. Ci sono infatti alcune aziende francesi che già applicano accordi in forza dei quali dopo le 18 e nei finesettimana non vengono inviati messaggi di lavoro. Così anche in Germania e in Inghilterra. E se qualcuno ha fatto notare che un’impostazione del genere potrebbe frenare la competitività, soprattutto nel settore delle alte tecnologie (in cui si hanno contatti con aziende e società straniere che operano con fusi orari differenti) resta il fatto che la questione del rispetto della durata minima di riposo deve essere comunque rispettata ed è più che giusto che venga normativamente St.Sp. disciplinata. 7 Sabato 19 settembre 2015 ESTERI L’AVANZATA DEL CALIFFATO E LA MINACCIA ALL’EUROPA “La priorità è l’unione delle forze contro l’Isis e il terrorismo” Il monito di Mosca e le politiche confuse di Stati Uniti e Occidente di Tatiana Ovidi e Cristina Di Giorgi entre gli Stati dell’Occidente sembrano incerti, la Russia ha le idee chiare su Assad e su come fermare l’Isis e l’invasione di immigrati in Europa: “La priorità oggi è la necessaria unione delle forze contro il terrorismo. Senza di questa è impossibile risolvere altri problemi urgenti, come quello dell’esodo biblico che sta investendo l’Europa”. Diversa e più complessa la posizione degli Stati Uniti. Ed anche per un grande comunicatore come Barack Obama risulta piuttosto difficile spiegarla. Da un lato c’è la sempre ferma volontà di eliminare Assad, definito “crudele dittatore” oltretutto inviso agli Stati sunniti (Turchia e Arabia Saudita in testa) che da sempre sono storici alleati statunitensi. Dall’altro c’è l’Isis e la sua avanzata inesorabile. In un quadro del genere, nel gioco del “nemico del mio nemico è mio amico”, gli Usa rischiano di ritrovarsi dalla parte dei tagliagole dello Stato islamico, perché i tentativi di destituire Assad sono fino ad ora miseramente falliti ed oggi il Califfato risulta essere l’unico vero antagonista del regime siriano. E mentre la Casa Bianca si affanna per cercare il bandolo della matassa, M la coalizione internazionale targata “stelle e strisce” costituita contro l’Isis si limita a qualche inefficace bombardamento finalizzato per lo più a fermare l’avanzata jihadista verso Bagdad. Nel frattempo allo Stato islamico continuano ad arrivare armi, soldi, uomini e mezzi, senza che nessuno faccia nulla per impedirlo. E questo comporta un’avanzata continua: l’Isis infatti sta conquistando terreno in Siria e in Iraq, fino all’Egitto e alla Libia. Ad appena “400 chilometri da noi”, come ha ricordato Papa Francesco. Dovunque arrivano, gli islamici sterminano le minoranze etniche e religiose (soprattutto cristiane), distruggono templi e monumenti e causano inevitabilmente la fuga di milioni di disperati, che premono ai confini europei con conseguenze che si annunciano per tutti disastrose. A fronte di tutto questo, la priorità – per li europei e non solo – deve essere una sola: spazzare via l’Isis. In Iraq, in Siria, in Libia, in Nigeria, ovunque sventola la bandiera del Califfato. Senza perdere altro tempo, senza ulteriori tentennamenti, senza calcoli né sotterfugi. Mettendo in campo tutta la forza necessaria. Questo i russi l’hanno capito, come l’ha capito da tempo Assad. Ed oggi, con Mosca che è entrata “a gamba tesa” nella guerra contro la jihad, sembra diventato possibile tentare di difendere l’Europa a viso aperto, senza cadere nel tranello dello “scontro di civiltà” e dell’islamofobia. Per farlo bisognerebbe però schierarsi al fianco di Putin e Assad, cosa che non tutti sembrano disposti a fare. Men che mai i vertici delle istituzioni italiane. E’ infatti di queste ultime ore la dichiarazione del premier Matteo Renzi, che ha annunciato che l’Italia non parteciperà agli eventuali attacchi aerei contro il califfato in Siria, definiti “iniziative spot”. Non ha tutti i torti: è infatti abbastanza evidente che la soluzione al problema Isis non sta in qualche incursione aerea. Ma non sta neanche nell’appoggio alla confusa linea americana o in un rigido pacifismo tout court. La soluzione l’ha indicata Putin: ed è quella di un’azione militare ad ampio raggio, per portare a termine la quale è necessaria la collaborazione di tutti gli Stati che stanno combattendo dalla stessa parte. Ovvero contro lo Stato islamico. L’Italia potrebbe (e dovrebbe) farsi portavoce di queste istanze in seno all’Unione europea e alle Nazioni Unite, anche per bocca dell’ Alto Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini. Che però non ha trovato di meglio che affermare che “è impossibile pensare che Assad faccia parte del futuro della Siria”. Tirarsi fuori da questa partita, come sembrano dunque aver intenzione di fare i vertici dello Stato italiano che invocano la “necessità di una soluzione politica” – come se tale strada fosse percorribile – significa nascondere la testa sotto la sabbia. E sperare che altri facciano tutto quel che c’è da fare al posto nostro. 8 Sabato 19 settembre 2015 DA ROMA E DAL LAZIO MENTRE LA PISANA DISCUTEVA LA RISOLUZIONE, ZINGARETTI SI È RECATO PRIMA A CASTELFORTE E POI NEL CASSINATE, ANTICIPANDO LA POSIZIONE DELL’ASSESSORE Cup: dipendenti ancora a rischio Opposizione compatta mentre il governatore manda i suoi ordini da fuori. Approvata l’inutile documento della maggioranza di Giuseppe Sarra eri il Consiglio regionale del Lazio è tornato a riunirsi, con al centro la vicenda legata alla gara Cup. Tutti aspettavano Nicola Zingaretti, che invece era impegnato in una serie di incontri istituzionali “programmati da tempo e non rinviabili”. Prima a Castelforte, al confine con la Campania, poi nel Cassinate. Della spinosa vicenda Cup se ne è così occupata Alessandra Sartore, assessore regionale al Bilancio. Anticipata, però, dal presidente della Regione Lazio, che, stuzzicato dai cronisti presenti nel basso Lazio, ha chiarito la sua posizione in merito alla gara, che non sarà ritirata. “Credo ci siano gli spazi affinché si possa garantire il 100% della copertura per quanto riguarda il lavoro”, ha spiegato Zingaretti, mentre alla Pisana erano stati da poco aperti i lavori. “Gli operatori in servizio possono stare tranquilli. E’ in corso il Consiglio regionale e le forze di opposizione hanno chiesto, e credo sia una richiesta corretta, che insieme alla gestione del rinnovo delle gare ci sia un’attenzione per quanto riguarda la copertura dei diritti nel campo del lavoro”. Le agenzie battono le dichiarazioni di Zingaretti, che lasciano a bocca aperta l’opposizione e qualcuno si chiede:“E’ tutto deciso, perché siamo qui?”. La minoranza va su tutte le furie:“Stiamo rasentando la pura follia istituzionale: il governatore è irrispettoso”, ha sentenziato Daniele I A sinistra, la sedia vuota di Zingaretti in Consiglio regionale, fotografata da Storace Sabatini (Ncd), seguito da Francesco Storace (La Destra) che si è rivolto alla Sartore: “Lo ha già detto lui che la gara non si tocca. Lei che è venuta a fare? Lei tollera che il posto suo venga preso da chi sta ai Vigili del fuoco a Castelforte? Ma non si sente presa in giro?”. A quel punto, l’opposizione ha chiesto la convocazione della capigruppo per chiedere ufficialmente la presenza di Zingaretti in Aula. Niente da fare. “Ha altri impegni”, ha ribadito la presidenza del Consiglio. La discussione è proseguita tra le polemiche e l’assessore ha ribadito la posizione della Regione, confermando in buona sostanza quanto espresso da Zingaretti. “Questo bando va revocato”, ha scandito Storace, soffermandosi sulla risoluzione del centrodestra: “Lo abbiamo scritto con grande chiarezza. Poi sarete voi ad obbedire a Zingaretti assente, votando contro una risoluzione che chiede la revoca del bando di gara”. Riferendosi al primo bando, quello di Mafia capitale, Storace ha poi detto:“Adesso chi truccava le carte sta in galera, e qualcuno ancora aspetta, chi rischia il posto di lavoro sono i lavo- Le dieci domande del comitato l comitato dei lavoratori Cup non molla e, riguardo le rassicurazioni della Regione Lazio sul destino del personale, rivolge dieci domande-verità al presidente Nicola Zingaretti, auspicando risposte chiare e puntuali, non giri di valzer. Lei afferma che la gara del Cup deve avvenire in un clima di legalità! Perché allora è stata affidata dalla Regione Lazio l’incarico di Responsabile Unico del Procedimento della nuova gara alla persona che risulta coinvolta nell’inchiesta di Mafia capitale ed indagata dalla Procura per false dichiarazioni al pm e favoreggiamento? Perché ci dobbiamo fidare di Lei Presidente che afferma che i lavoratori non corrono pericolo di perdita del posto del lavoro nel cambio appalto da parte della nuova ditta aggiudicataria, quando invece l’unico modo per garantire che questo avvenga è prescrivere nel capitolato l’obbligo al futuro aggiudicatario di rioccupare i lavoratori nelle condizioni di livello professionale e trattamento economico già raggiunto? Perché la clausola sociale di riassorbimento della manodopera, prevista dal nostro ordinamento in materia di pubblici appalti e dall’Anac, nonché specificamente obbligato da una Legge Regionale la n. 16 del 2007, è stato levato dal nuovo bando di gara rispetto a quello annullato per i fatti di Mafia capitale? Pensa che sia giusto che il nuovo Bando di gara permetta di avvantaggiare significativamente le ditte nuove entranti I 2. 3. 4. sulle altre? Si rende conto che la partecipazione alla gara consente alle nuove ditte, rispetto alle altre, di poter trattare con i lavoratori condizioni contrattuali e retributive diverse ed usufruire di agevolazioni contributive attraverso il Jobs act? Si rende conto che questo scarto potrebbe pregiudicare all’Antitrust la gara stessa; E’ vero che i dati forniti dai suoi uffici circa la necessità di un taglio del personale del 20%, sono basati su dati nei quali non sono conteggiati i servizi effettuati dagli attuali sportelli Cup per la medicina generale, l’intramenia e che se tali dati venissero conteggiati correttamente la situazione riferita agli ultimi 5 anni (2011-2014) vedrebbe una stabilità delle prestazioni complessive eseguite e non una diminuzione come invece si è voluto far credere? Secondo Lei, in un appalto dove la ditta fornitrice è chiamata per la quasi totalità del costo a mettere a disposizione dell’Amministrazione pubblica della ma- 5. 6. con ancora più forza la difesa della legalità e dei diritti dei lavoratori”. I sindacati, dal canto loro, hanno confermato lo sciopero di lunedì perché “riteniamo insufficienti le proposte della Regione”. Nel tardo pomeriggio, Storace ha rincarato la dose: “La conclusione della seduta ha mostrato il volto di una maggioranza - ha scritto su Facebook - che prepara il funerale dei lavoratori, rifiutandosi persino di votare sulla salvaguardia dell’attuale personale. Con gli impegni generici si spiana la strada ai licenziamenti”. IERI NESSUNO È ENTRATO A SCUOLA nodopera per effettuare lavori amministrativi delicati di incasso, rendicontazione , statistica, relazioni con il pubblico, la competenza professionale dei lavoratori offerti può valere solo 3 punti tecnici sui 60 complessivi dedicati al progetto tecnico; Perché se si è perseverato nella nuova gara per il Cup da parte della Centrale Acquisti della Regione Lazio nella suddivisione del servizio in 4 lotti, rischiando di generare nuove ambizioni spartitorie deviate della politica come già avvenuto per il precedente appalto annullato per i tentativi di infiltrazione di Mafia capitale? Perché non si pensa ad una gara unica centralizzata che sfrutti tutte le possibili sinergie, anche in momenti di cambiamento dell’organizzazione delle aziende e che eviti disparità di trattamento contrattuale ed economico tra lavoratori che effettuano lo stesso servizio per conto del Ssr. Oppure, in alternativa, non si definisce un modello di gara unica da effettuare a cui le aziende si devono uniformare lasciando che siano queste ultime a provvedere secondo le proprie effettive esigenze? Perché l’Asl B e l’Asl C si trovano su lotti diversi quando si sta decidendo l’unificazione delle due Asl correndo il rischio di trovarci all’interno della stessa azienda personale ingaggiato con contratti diversi; Perché Lei ed i suoi uffici continuano a mentire alla stampa circa il fatto che per oltre 13 anni non si sono fatte gare per servizi di questo tipo nella Regione, quando invece negli ultimi 3 anni si contano diverse gare (spesso precarie per 1 anno) in quasi tutte le aziende Asl e ospedali? 7. 1. ratori, che sembrano diventati loro i mafiosi, perché loro non vanno garantiti”, ha concluso il consigliere de La Destra, che nel corso del suo intervento ha lamentato la scarsa trasparenza e ha denunciato la strutturazione sia del primo che secondo bando, oltre alle vicissitudini con l’ex direttrice della Centrale acquisti, Elisabetta Longo. La maggioranza ha poi approvato la propria risoluzione. Nessuna revoca del bando Cup, ma al contrario “proseguire nella strada intrapresa, perché ci consente di superare la stagione delle proroghe e a garantire 8. 9. 10. Bimbo disabile senza insegnante di sostegno: continua la protesta aolo, bambino di quattro anni e non deambulante, è ancora senza insegnante di sostegno. Può contare solo su un’assistente sociale per un’ora e mezza durante l’orario scolastico. Eppure la legge dovrebbe assicurare al bambino entrambe le figure per l’intera giornata scolastica. Condizioni denunciate già dal papà e dalla mamma al Giornale d’Italia, a cui si sono uniti anche i genitori della scuola dell’infanzia di via Cadolino a Nettuno (Roma). Ieri, in segno di solidarietà, tutti i bambini della scuola non sono entrati. Le famiglie li hanno tenuti tutti a casa. La richiesta è sempre la stessa: garantire a Paolo i diritti sanciti dalla legge. Le insegnanti rispondono che non possono intervenire. Dal Comune di Nettuno ribadiscono che “i fondi sono pochi” e non possono garantire l’assistente per tutto l’orario scolastico. Dell’insegnante di sostegno ancora nessuna traccia. Una storia davvero incredibile, che sta commuovendo la Rete. Come mai nessuno interviene? Il premier Renzi e il ministro dell’Istruzione Giannini non hanno nulla da dire? P 9 Sabato 19 settembre 2015 ECONOMIA MOLTI SONO STATI GLI AD CHE HANNO ABBANDONATO LA BANDIERA IN QUESTI ULTIMI ANNI Alitalia dei record: anche Cassano lascia Il più anziano è stato Domenico Cempella, dal 1996 al 2001. Nessuno è durato quanto lui di Marco Compagnoni he le acque fossero agitate in Alitalia era risaputo, ma non fino a questo punto. Improvvise, come un fulmine a ciel sereno, le dimissioni di Silvano Cassano, ex ad della vettore italiano. “Per motivi personali”, ha comunicato l’azienda. Prima l’indiscrezione, poi l’ufficialità: arrivata intorno alle 12 e 40 da parte dell’azienda. La bandiera vola sempre tra le turbolenze e continua a macinare record: tantissimi gli ad che hanno sbattuto la porta in questi ultimi venti anni. La lista è lunghissima. Cassano lascia dopo otto mesi di incarico effettivo. Il suo predecessore, Gabriele Del Torchio, ha guidato il vettore dall’aprile del 2013 per traghettarlo verso il matrimonio con Etihad, celebrato nell’agosto 2014. Prima di lui c’è stato Andrea Ragnetti, durato meno di 12 mesi. Preceduto da Rocco Sabelli, con un solo mandato triennale sulle spalle. Poi tanti altri si sono alternati: da Francesco Mengozzi (tre anni) a Marco Zanichelli (febbraio-maggio C 2004), da Giancarlo Cimoli (nella doppia veste di presidente e ad) a Berardino Libonati, da Maurizio Prato ad Aristide Police (anche lui pre- sidente-amministratore delegato). Basti pensare che, negli ultimi venti anni, Domenico Cempella è stato l’ad più anziano: ben cinque anni, dal 1996 al 2001. Gettò la spugna a seguito di insanabili divergenze con l’azionista. Fino a ieri, quando anche Cassano ha sbattuto la porta. Una notizia inattesa, pure per il sindacato Filt Cgil. In molti pensano che dipenda anche dalla spinosa vicenda legata ai problemi dell’Aeroporto Leonardo Da Vinci. “E’ urgente conoscere, ad un anno dall’ingresso di Etihad, se le cause di queste dimissioni sono dovute ad un riassetto ai vertici oppure fa notare Filt Cgil - possono essere legate ai risultati del piano e ai problemi emersi su Fiumicino”. Intanto il cda ha assegnato i poteri a Luca Cordero di Montenzemolo, presidente di Alitalia, che guiderà questa fase di transizione fino alla designazione del nuovo ad. “Passeremo ora - ha spiegato il presidente Montezemolo - alla prossima fase della nostra strategia di trasformazione del business con una nuova guida”. Con la speranza di uscire al più presto dalla tempesta. LA MULTINAZIONALE SI È AGGIUDICATA IL PRESTIGIOSO PREMIO PETROLEUM ECONOMIST AWARD Eni, un’altra conquista esplorazione si conferma per Eni un importante driver di crescita, con una strategia focalizzata su bacini con riserve certe (proven) situate vicino a giacimenti già sviluppati che permettono di completare velocemente la valutazione del potenziale minerario e sfruttare le sinergie per le successive attività di sviluppo e messa in produzione. Eni annuncia di aver vinto il Petroleum Economist Award, premio istituito nel 2006 dal prestigioso Petroleum Economist, come Exploration Company of the Year. Nel corso di una cerimonia tenutasi ieri sera a Londra, un panel di esperti indipendenti rappresentativi L’ di tutti i settori del mondo dell’Energia, guidato dal segretario generale dell’Opec Abdalla Salem El-Badri, ha consegnato a Eni il premio riconoscendo alla società un approccio innovativo alle attività di esplorazione insieme a una capacità unica di perseguire gli interessi del proprio business con successo, spesso in ambienti sfidanti. La nomina di migliore società al mondo nella ricerca di gas e petrolio è un ulteriore riconoscimento dei numerosi successi esplorativi di Eni, che grazie alle sue elevate competenze geologiche e tecnologie di perforazione all’avanguardia, negli ultimi 7 anni ha realizzato scoperte per oltre 10 miliardi di barili di risorse. In particolare, negli ultimi 3 anni, Eni ha raggiunto risultati record con 5 grandi scoperte, l’ultima delle quali nell'offshore egiziano del Mar Mediterraneo, con la scoperta del giacimento supergiant a gas di Zohr. Questa scoperta è la più grande mai effettuata in Egitto e nel mar Mediterraneo e può diventare una delle maggiori a livello mondiale. L’esplorazione si conferma per Eni un importante driver di crescita, con una strategia focalizzata su bacini con riserve certe (proven) situate vicino a giacimenti già sviluppati che permettono di completare velocemente la valu- tazione del potenziale minerario e sfruttare le sinergie per le successive attività di sviluppo e messa in produzione. Nel 2011 Eni ha effettuato la maggiore scoperta di gas naturale nella storia dalla società nell’Area 4 dell’offshore del Mozambico. Altre scoperte OGGI ALL’EXPO DI MILANO SARÀ POSSIBILE CONOSCERE LE INNOVAZIONI DEI NOSTRI IMPRENDITORI Boom di birre “speciali”: solo italiane splode la moda delle birre di nicchia. Non solo acqua, cereali, lievito e luppolo, ma anche castagne, spezie della macchia mediterranea, carciofi e puntarelle. Sono le birre “speciali” che stanno conquistando tutto il Paese. Secondo il rapporto di Assobirra, le specialità rappresentano una quota del 7-8% del mercato (parliamo di birre “speciali” prodotte dalle medie e grandi aziende e birre artigianali in generale), con trend di crescita del 10-20%. A cui corrisponde almeno un micro birrificio in ogni provincia, ai quali si stanno aprendo le porte mercati difficili e complessi come quelli anglosassoni o giapponesi, grazie all’utilizzo nelle ricette anche di altre materie prime e aromi del nostro territorio. Un tocco di qualità tutto italiano. Un meccanismo che ha messo in E moto una nuova economia: i microbirrifici contano di fatto centinaia di imprenditori, molto spesso giovani. Tra grandi e piccoli produttori, comprendendo l’indotto, sono 136mila le persone che lavorano in questo settore. E non solo. Assobirra stima che un posto di lavoro nel mondo della birra in generale ne generi 24,5 nell’ospitalità (bar, ristoranti, alberghi), uno nell’agricoltura, 1,3 nella supply chain (imballaggio, logistica, marketing e altri servizi) e 1,2 nella distribuzione (Gdo e dettaglio). Ed oggi si celebra la giornata della birra, a cui l’Expo di Milano ha organizzato una festa speciale alla bevanda alcolica più consumata al mondo. Sarà possibile, infatti, conoscere le profonde innovazioni che hanno accompagnato il vero boom della produzione di birra artigianale Made in Italy con uno specifico “focus sulle Agribirre”, caratterizzate da un legame diretto con le aziende agricole che ne conferisce una specifica distintività. L’appuntamento è per oggi all’Expo di Milano nel Padiglione Coldiretti “No Farmers No Party” all’inizio del card sud dove dalle 9,30 sarà possibile conoscere esperienze uniche che hanno portato alle più curiose innovazioni nella produzione della birra italiana. Sarà, inoltre, l’occasione per presentare il dossier della Coldiretti sulla produzione di birra artigianale in Italia con i successi sui mercati interni ed internazionali. Non solo quindi l’agroalimentare e il vino. L’Italia conquista il mondo a suon di boccali di birra. Tutta italiana. recenti sono state effettuate nei temi pre-sale del West Africa, in Congo, Gabon, Angola, Norvegia ed Ecuador. 10 8 Sabato 19 settembre 2015 CRONACHE VERCELLI: UN GIOVANE DI 26 ANNI SI TOGLIE LA VITA Suicida per bullismo I genitori denunciano: “È stato più volte gettato nei cassonetti dell’immondizia, filmato e fotografato” di Rita di Rosa ndrea Natali, un giovane di 26 anni di Borgo d’Ale (in provincia di Vercelli) si è tolto la vita ai primi di settembre impiccandosi nella sua camera da letto. Le motivazioni del gesto estremo sono molto probabilmente legate ai numerosi episodi di bullismo dei quali il ragazzo, che soffriva di crisi depressive, era stato vittima. Il padre, che ha in queste ore riportato alla luce quanto accaduto con pesanti dichiarazioni ai margini di una celebrazione in memoria del figlio, ne è certamente convinto: “Me l’avete ucciso voi” dice rivolgendosi ai colleghi di Andrea. Il giovane, appassionato di motori, aveva lavorato in una carrozzeria del suo paese ed era stato a quanto pare preso di mira in diverse occasioni: tra gli scherzi (decisamente oltre il limite) che gli sono stati fatti, l’essere ripetutamente gettato nei bidoni dell’immondizia. Con relativa documentazione fotografica e video, successivamente diffusa on line sui social network. Secondo il genitore è stato proprio questo a farlo cadere in depressione. In cura da una psicologa, che riesce a conquistarsi la sua fiducia, Andrea si convince a far partire un’indagine e, accompagnato dal padre, nell’aprile 2014 presenta denuncia alla polizia postale di Biella, lamentando la pubblicazione di immagini di scherzi a suo carico risalenti al periodo in cui lavorava A I genitori di Andrea Natali con la foto del figlio nella carrozzeria, che gli stessi inquirenti hanno definito “sgradevoli e di cattivo gusto”. Le indagini, quattro mesi dopo, si erano concluse con la rimozione del materiale dal web e l’invio degli atti alla procura. Ma non è bastato: in seguito a quanto subito infatti, Andrea era caduto in depressione (“Continuava a ripetere che gli era stata tolta la dignità”, raccontano i genitori) e non usciva praticamente più di casa se non accompagnato. “Aveva paura, si sentiva minacciato. Temeva che potessero fargli del male”, dicono Fabrizio e Liliana Natali. Stringendo, insieme alla moglie, una fotografia di Andrea sorridente e sereno, il padre chiede ora pubblicamente giustizia per la morte del figlio: “Anche se niente potrà mai restituircelo, vogliamo capire cosa sia veramente accaduto”. Tra l’altro “Andrea diceva sempre che non si era rivolto alle forze dell’ordine solo per fermare i suoi aguzzini - conclude il padre - ma per evitare ad altri ciò che è accaduto a lui. Non voglio nessuno in galera, Andrea avrebbe perdonato chi lo aveva trattato in quel modo: voleva solo che gli chiedessero scusa, ma non è mai successo. Ora devono pagare con quello che hanno. I soldi andranno in beneficenza”. Ora, dopo le recenti dichiarazioni dei genitori la procura di Vercelli ha reso noto di aver aperto un nuovo fascicolo di atti sulla vicenda di Andrea e sulle responsabilità di coloro che hanno provocato il dramma che potrebbe averlo portato a suicidarsi. Un ulteriore capitolo di indagini che va ad aggiungersi all’inchiesta per bullismo. ANNIVERSARI Inaugurato settantasette anni fa il Sacrario di Redipuglia Il monumentale complesso raccoglie le salme di oltre centomila caduti italiani della Grande Guerra lle pendici del monte Sei Busi, cima contesa durante le varie battaglie dell’Isonzo (combattute nella prima fase della Grande Guerra) è stato eretto il Sacrario di Redipuglia. Inaugurato il 18 settembre 1938, il monumentale mausoleo è ad oggi uno dei più grandi complessi al mondo di onoranza ai caduti. Dedicato agli italiani che offrirono la loro vita nel Primo conflitto mondiale, è stato progettato dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni e raccoglie le salme di oltre centomila soldati, caduti nelle zone circostanti. Subito dopo l’ingresso del complesso, si estende un piazzale lastricato in pietra carsica, attraversato nel mezzo dalla via Eroica ai lati della quale sono poste due file di lastre di bronzo, ciascuna con inciso su il nome di una località dove si è combattuto. In fondo, la solenne gradinata, che custodisce, in ordine alfabetico dal basso verso l’alto, le spoglie di 39.857 caduti. Su ognuno dei 22 gradoni è riportata più volte la scritta “Presente”. Alla base A c’è la tomba del duca d’Aosta, comandante della Terza Armata, circondata da quelle dei suoi generali caduti in combattimento. In cima, in due grandi tombe comuni, riposano le salme di 60.330 caduti ignoti. Nella cappella e nelle sale adiacenti, sono custoditi oggetti personali dei soldati. “L'appello dei Caduti, ossessivo e totalizzante nelle centinaia di Presente scolpite in bianca pietra del Carso, ammonisce che essi non sono realmente morti, ma sono presenti nella memoria, vivi nell'immortalità dell'Azione, la cui suprema espressione collettiva è la ‘piccola battaglia’ delle trincee, che va sempre ricondotta alla ‘grande battaglia’ nel proprio individuale”, scrivono i volontari dell’Associazione Memento, che si occupa, tra le altre cose, di cura, tutela e studio dei Luoghi della Memoria. “Redipuglia – continuano - è una delle maggiori testimonianze di mistica fascista, che nella volontà di Mussolini avrebbe fatto della Guerra il mito di fondazione della nuova era. I Caduti diventano così veri artefici consapevoli non solo della vittoria, ma soprattutto della Rivoluzione, che senza di loro non sarebbe stata possibile. Il loro martirio concretizza l'idea di uno Stato etico, al di fuori del quale l'individuo non esiste, e dentro cui egli può realizzarsi solo come parte organica del tutto”. “Che ti importa il mio nome? Grida forte al vento: fante d’Italia! E dormirò contento” si legge in un’iscrizione. A sfidare la morte. A dire a tutti noi che quei soldati sono lì, fermi sull’attenti, da allora per tutti i CdG secoli a venire. NAPOLI Maxiblitz anti camorra Oltre quaranta persone in manette con l’accusa di essere vicine o affiliate ai clan attivi nei Quartieri Spagnoli el corso di un maxiblitz delle forze dell’ordine contro la camorra, portato a termine in queste ultime ore, sono scattate le manette ai polsi di una quarantina di persone, sospettate di essere affiliate e vicine ai clan attivi in particolare nel centro storico partenopeo. I reati di cui gli arrestati sono accusati sono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, traffico di stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi comuni e da guerra. L’operazione, condotta in particolare dai carabinieri di Napoli, ha portato all’esecuzione – sia nel capoluogo campano sia in altre città d’Italia - di 34 ordinanze di custodia cautelare in carcere N e 9 ai domiciliari. I provvedimenti sono stati richiesti dalla locale Direzione distrettuale antimafia ed emessi dal gip partenopeo. Tra i destinatari, ci sono anche due titolari di noti esercizi commerciali napoletani, ritenuti organici all’associazione mafiosa. A risultare particolarmente colpito è il clan Mariano, sul quale si sono concentrate le indagini. La cosca, che è risultata egemone nei Quartieri Spagnoli, “esercitava il suo potere criminale – come rivela il comandante del reparto operativo di Napoli, il tenente colonnello Alfonso Pannone – attraverso lo spaccio di droga, imponendo il pizzo ad operatori commerciali e mediante contraffazione di capi di abbigliamento St.Sp. ed orologi di lusso”. 11 Sabato 19 settembre 2015 DALL’ITALIA RICCIONE: “QUOTE ROSA” SULLE STRADE DELLA CITTÀ, SPUNTA IL NOME DELLA MOGLIE DEL DUCE. LA NIPOTE EDDA: “MOLTI LA RICORDANO CON AFFETTO” Una piazza per Donna Rachele Il sondaggio lanciato dalla presidente della commissione Pari opportunità Beatriz Colombo. Il Comune: “Non c’è paura delle polemiche” di Emma Moriconi eri sera alla commissione per le Pari Opportunità si é parlato del progetto di toponomastica femminile "una Donna per Riccione" in cui si prendeva in considerazione come tra 813 strade/vie/piazze, 264 fossero dedicate a uomini, e solo 5 a donne. Tra queste abbiamo nomi di Sante, Madre Teresa di Calcutta; di benefattrici, Maria Ceccarini; la poetessa Grazia Deledda, Ada Negri e vittime di una strage come la riccionese Annika Brandi. La nostra proposta è dare un nome importante e simbolico ad una donna che rappresenti il coraggio di essere donna in questo secolo ad una piazza o una strada della nostra Città. Tra i papabili abbiamo Oriana Fallaci, Tamara Monti e Donna Rachele, oltre a Giovanna Beretta Molla. Saremo felici di avere anche la vostra partecipazione ed opinione riguardo a questo". Il 15 settembre scorso questo post compariva sul profilo Facebook di Beatriz Colombo, presidente della Commissione Pari Opportunità del “I Comune di Riccione. Non sappiamo quale sarà l'esito del sondaggio, né se a Rachele Guidi Mussolini - qualora risultasse "vincitrice" - sarà poi effettivamente intitolata una piazza o una via, certo è che, tra i tanti nomi papabili, quello che attrae di più l'attenzione è proprio il suo. E secondo l'opinionista Carlo Morigi il merito di questa riscoperta del personaggio "Rachele" è merito del libro che ho avuto l'onore di scrivere con Edda Negri Mussolini, "Donna Rachele, mia nonna, la moglie di Benito Mussolini". Secondo Morigi, infatti, questo volume - in uscita a metà ottobre per la Casa Editrice Minerva - "sta risvegliando sentimenti di simpatia ed amore da parte di molti Romagnoli verso Donna Rachele, la moglie del Duce". Lo dimostrerebbe il fatto che "la candidatura più cliccata sul web è quella di Oriana Fallaci ma, in que- sti ultimi 3 giorni, sta rimontando nonna 'Donna Rachele' che segue a pochi clik di distanza la nota giornalista e scrittrice. Edda Negri Mussolini - aggiunge Morici - con il suo libro non poteva fare miglior regalo alla sua nonna da cui ricevette, fin dalla sua nascita, tanto affetto ed amore". Molti i commenti che girano sulla rete, uno colpisce in maniera particolare: "E' ora ed è tardi che si recuperi sia con il passare al di là degli odi, e la figura di Donna Rachele è quella di una donna che amava la sua famiglia, i suoi figli e il suo uomo. Una donna che nella guerra ha perso un figlio, il marito e ha visto andare in pezzi in modo lacerante una parte della sua famiglia. E , magari, mentre si rendeva conto, eccome, delle manovre di due personaggi squallidi: il re e Badoglio. Si deve recuperare in generale, dedicando edifici, parchi e strade alle donne che la storia ha affossato e che invece avevano grande coraggio, grandi competenze e grandi virtù!" "A Riccione la nonna fece un villaggio, un quartiere della città - dice Edda - che era intitolato a lei. Tanti Riccionesi hanno sempre parlato molto bene di lei, tanti hanno sempre detto che se avevano un tetto sulla testa il merito era della nonna Rachele. Le case venivano date a chi aveva molti figli e condizioni economiche disagiate. Questo forse ha determinato anche nelle generazioni successive, il rispetto e l'affetto per lei, che non si occupava di politica ma che aveva a cuore i problemi del popolo". Non sappiamo se il nostro lavoro abbia davvero riacceso i riflettori su questa figura di donna straordinaria, non sappiamo se la possibilità che la Minerva fornisce di leggere sul suo sito il primo capitolo di questo libro sia stato in qualche modo utile a riscoprire questo eccezionale personaggio del Ventesimo Secolo. Certo è che, a poche settimane dall'arrivo in libreria del nostro volume, la notizia che tanti Romagnoli abbiano espresso la propria preferenza per Rachele Guidi Mussolini non può che riempirci di commozione, di gioia e di orgoglio. TORINO: IL VOLUME DI ALBERTO ALPOZZI È STATO L’ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA IL NOSTRO PAESE E LA SOMALIA, CHE PROPONE UN GEMELLAGGIO “Il Faro di Mussolini” porta il governatore di Guardafui in Italia Abdulkadir Mohamed: “Un antico rapporto che affonda le radici nella storia” Torino: la conferenza stampa con Alpozzi, Marrone e Abdulkadir un onore per me essere qui oggi nella Città di Torino, un incontro nato grazie all'antica amicizia che lega í nostri Paesi e all'amicizia con Alberto Alpozzi che mi sta facendo conoscere la vostra bellissima Città. Ringrazio anche il Gruppo di Fratelli d'Italia per aver organizzato l'incontro con il Sindaco Fassino". Ha esordito così il Governatore di Guardafui, Abdulkadir Mohamed, all'incontro con il Sindaco di Torino, con la compagine torinese di Fratelli d'Italia e con Alberto Alpozzi, autore del volume "Il Faro di Mussolini", uscito in libreria lo scorso marzo e che ha fatto molto parlare di sé in ambito letterario e non solo. Il Governatore ha poi aggiunto, nel suo intervento di apertura: "C'e' uno stretto legame tra la nostra regione di Guardafui sulla punta del Corno d'Africa e la vostra Città di Torino dal momento che proprio un fotografo “È torinese, Carlo Pedrini, documentò per la prima volta la costruzione del faro Francesco Crispi, opera pubblica rimasta ancora oggi in Somalia del periodo coloniale, e proprio un torinese, Alberto Alpozzi, ha scritto per la prima volta un libro sul faro Francesco Crispi, intitolato 'Il faro di Mussolini', e sulla presenza italiana in Somalia. Partendo da questo antico rapporto - ha aggiunto - che affonda le radici nella storia, cogliamo l'opportunità per rinnovare uno spirito di cooperazione anche nella politica di oggi, lanciando una prima proposta di gemellaggio tra Torino, capoluogo piemontese, e Alula, capoluogo della regione di Guardafui". Un libro, quello di Alpozzi, la cui introduzione è stata curata dallo scrittore Giorgio Ballario, che riferisce alcune informazioni utili alla comprensione del lavoro di Alpozzi: "Il libro non tratta solo del faro, - scrive - c’è infatti la storia del faro e i richiami al passato, c’è la storia dell’amministrazione fiduciaria italiana, e accenni a personaggi celebri come Amedeo Guillet, e semi sconosciuti come Carlo Pedrini, vi si leggono gli echi delle sfortunate missioni Unosom che l’ONU condusse fra il ’92 e il ’95, ma ci sono anche le radici dell’attuale pirateria nel Corno d’Africa". Alberto Alpozzi, nella stesura del libro, ha effettuato una precisa indagine storica, partendo dal faro di Guardafui, il promontorio dei pirati somali, una costruzione che è simbolo della storia coloniale del nostro Paese, ma abbracciando un contesto che va dagli antichi romani alle esplorazioni in Africa, fino alla seconda guerra mondiale. Un volume romanzato, dunque piacevole alla lettura, in cui vanno ad intrecciarsi accordi segreti, inganni, enigmi che si sono nel tempo consumati sulla punta estrema del Corno d'Africa. Un luogo spettacolare, intrigante, suggestivo, affascinante, che l'Italia di Mussolini scelse per erigere il più grande "fascio littorio" della storia: il faro, appunto, intitolato a Francesco Crispi. Il libro di Alpozzi è interessante perché è l'unica opera che racconta in maniera completa ed approfondita uno spicchio della nostra storia estremamente affascinante. La prefazione è curata da Giorgio de Vecchi di Val Cismon. L'incontro del governatore somalo con il Capogruppo di Fratelli d'Italia in Comune e Regione Maurizio Marrone ha fatto il punto su questioni importanti: "La soluzione ai problemi dell'Africa - hanno riferito in un messaggio congiunto Marrone e Abdulkadir Mohamed - non può essere la migrazione di massa, bisogna rafforzare la cooperazione intenzionale per risollevare l'economia africana, contrastando così guerre e fame". E Marrone ha aggiunto: "In un anno tra bandi prefettizi e SPRAR in Regione Piemonte si sono spesi quasi 80 milioni, meglio investire almeno parte di quelle risorse in progetti concreti mirati a dare una possibilità di sviluppo alle nuove generazioni africane, sottraendole al rischio di morire nel Mediterraneo o al reclutamento nelle milizie islamiste come Al Shabab che insanguina il sud della Somalia e il Kenya: l'Italia non può passare dal colonialismo al menefreghismo e il Comune di Torino così come la Regione Piemonte hanno già gli uffici e le strutture di relazioni internazionali e di cooperazione per lavorarci. Con questa iniziativa noi Fratelli d'Italia ci confermiamo come forza politica capace di elaborare proposte concrete e internazionali per fronteggiare l'emergenza umanitaria in corso senza cedere un passo alla demagogia buonista". Molto soddisfatto Alberto Alpozzi: "Sono orgoglioso che la mia ricerca storiografica sulla passata presenza italiana in Somalia stia ponendo le fondamenta di un rinnovato rapporto tra i nostri due Paesi, proprio partendo da un approfondimento storico e da una Capitale europea della cultura come Torino". Dopo questo incontro il governatore ha incontrato il sindaco di Torino Piero Fassino, al quale ha avanzato richieste circa il restauro di vecchi edifici coloniali italiani, a cominciare dal vecchio ospedale Regina Elena di Alula e proprio al Faro di Guardafui. La speranza è che esso diventi un luogo turistico. [email protected] 12 Sabato 19 settembre 2015 SPORT IN FRANCIA SUSCITA “INTERESSE” IL NOSTRO ARTICOLO SULLE NUOVE MAGLIE DELLA LAZIO Provocazione d’Oltralpe Il giornalista di “Le Monde” polemizza con “Il Giornale d’Italia” ma dimentica le malefatte dei tifosi di casa sua, compresi quelli del Marsiglia che l’altro ieri hanno devastato Groningen di Daniele Belli LAVORI IN CORSO NEI RISPETTIVI STADI eri mattina l’articolo de Il Giornale d’Italia "Je suis italien" in cui si parlava dell'attacco di Le Monde alla maglia che la Lazio utilizza per le trasferte in Europa League ha turbato la sensibilità della “democratica” testata giornalistica francese. L’articolo, infatti, ieri ha fatto il giro del web e dei social per finire, poi, sul profilo twitter di Abel Mestre, che dalle pagine di Le Monde aveva attaccato la Lazio e Paolo Di Canio: "Bonjuor Abel Mestre, Je suis Italien", con allegato l’articolo, questo il tweet inviato al giornalista transalpino dall’autore del pezzo su Il Giornale d’Italia. Dopo neanche un minuto arriva la risposta del giornalista francese che, oltre a dimostrare di essere un nostro attento lettore, testimonia una spiccata antipatia verso l'Italia e in particolare la Lazio. Nel tweet nessun attacco è stato fatto nei suoi confronti ma lui ha replicato seccato e in modo provocatorio: "Bonjour, merci je connais ce journail d'extreme droite – Buongiorno, grazie. Io conosco il giornale dell’estrema destra". E dopo un minuto scrive al direttore Francesco Storace: "Tiens, le journal d'exd de @Storace m'attaque. Comme c'est bizzarre – Ecco qua, il giornale dell’estrema destra di Storace m’attacca. Come è strano". Quale attacco è stato fatto nei confronti di Abel Mestre? Nell’articolo Chelsea e Tottenham emigrano a Wembley I l glorioso stadio di Wembley, tappa obbligata di ogni appassionato di calcio anche se in versione da turista a Londra, sta per conoscere una seconda vita. La Football Association è infatti pronta a concedere Wembley come 'casa provvisoria' a Chelsea e Tottenham. I due club, secondo le notizie che arrivano da oltre Manica, stanno ora cercando un nuovo stadio a tempo visto che i rispettivi impianti saranno sottoposti a restyling: Stamford Bridge passerà a una capacità di 60 mila posti per un progetto da 500 milioni di sterline che costringerà i Blues a cercarsi una nuova casa per almeno due stagioni; gli Spurs avranno invece bisogno di I de Il Giornale d’Italia si è soltanto ricordato che Paolo Di Canio in Inghilterra ha ricevuto il premio fair play e la Lazio, nel derby di gennaio scorso, ha giocato con la maglia con su scritto: "Je suis Charlie" per ricordare le vittime parigine del terrorismo. Si sono ricordati, poi, alcuni "peccati" commessi nella storia dalla Francia, invitando l'attento giornalista a riflettere su questo prima di attaccare l'Italia e la Lazio. Giornalista francese che ieri avrebbe fatto bene a pensare ai suoi concittadini tifosi del Marsiglia, che prima della competizione di Europa League Groningen-Marsiglia, hanno devastato il centro di Groningen attaccando i passanti olandesi con sedie e tavolini rubati nei bar. Almeno in un paio di occasioni Abel Mestre è stato invitato su twitter ad esprimere una opinione sui vergognosi fatti accaduti giovedì sera nella città olan- uno stadio per il campionato 2017-18 in attesa della ristrutturazione di White Hart Lane. Per entrambe le società è così spuntata la gloriosa ipotesi Wembley, tutt’altro che un ripiego. Martin Gleen, direttore della FA, si è detto disponibile: "se c'è l'opportunità, ci interesseremo. Siamo qui per dare aiuto, e poi potrebbe significare per la Federazione meno costi e più incassi. E' prima di tutto uno stadio di calcio e una partita genera maggiori profitti di concerti o altro. E poi è nel nostro interesse che le società ristrutturino i loro impianti e se è possibile aiutarle nella transizione usando Wembley, avranno il nostro sostegno". dese, ma il cronista sportivo del giornale Le Monde ed ex corrispondente del giornale marxista “La Riposte” preferisce parlare del presunto «passato problematico della Lazio», mentre fa orecchie da mercante sugli atti violenti commessi dai marsigliesi. IL MILAN COL PALERMO VUOLE RISCATTARE LA SCONFITTA NEL DERBY, LA JUVE A GENOA PUÒ SOLO VINCERE Inter per la fuga scudetto, Roma per il sorpasso Quarta giornata spettacolo in Serie A. Il big match tra Napoli-Lazio vale punti fondamentali in chiave Champions - Allo stadio Dall’Ara è già scontro salvezza Bologna-Frosinone, Rossi rischia l’esonero Inter vuole un’altra vittoria con la sorpresa Chievo per continuare la (mini) fuga per lo scudetto. La Roma dopo il pari col Barcellona in Champions sogna in grande e col Sassuolo insegue il successo sperando in un passo falso della capolista. Il Milan, dopo la sconfitta rimediata nel derby deve assolutamente fare bottino nella sfida delicata col Palermo per non perdere altro terreno. Nel mezzo c’è la Juve che a Marassi, contro il Genoa, insegue la prima vittoria in campionato dopo l’exploit di Manchester. E per finire, ecco la super sfida tra NapoliLazio, con i padroni di casa in ripresa - dopo il successo rotondo (5-0) in Europa League contro il Club Brugge - ma ancora a secco di vittorie in campionato. E i biancocelesti che sognano di ripetere la prestazione thrilling offerta nella passata stagione durante l’ultima giornata di campionato. Probabilmente non sarà più il torneo più bello del mondo, con la Serie A che ha perso fascino rispetto agli anni Ottanta e Novanta. La crescita esponenziale di Premier, Liga e Bundesliga ha tolto alla competizione un po’ di appeal. Eppure quest’anno le cose sembrano essere cambiate. Per via di un calciomercato che, soprattutto grazie alle milanesi, ha regalato botti e giocatori di livello mondiale. Empoli-Udinese - Domani alle 18 aperitivo tra la formazione toscana e quella friulana. L’ Con Di Natale che è pronto a riprendersi una maglia da titolare proprio contro la compagine che lo ha reso grande. In palio punti importantissimi in chiave salvezza. Milan-Palermo - Alle 20:45 sarà invece il turno dei rossoneri. A Mihajlovic la prestazione offerta dai suoi giocatori nel derby della Madonnina deve essere piaciuta davvero. Perché contro i rosanero, che viaggiano nelle zone altissime della classifica, dovrebbe riproporre lo stesso undici visto contro l’Inter. Balotelli partirà nuovamente dalla panchina, col debutto dal primo minuto di Super Mario rinviato a martedì sera. Chievo-Inter - Domenica alle 12:30 scontro ad alta classifica. Con i clivensi che giocano a meraviglia e i nerazzurri che inseguono il poker. Chance per Ljajic, turno di riposo per Jovetic, capocannoniere della squadra. Atalanta-Verona - Denis contro Toni. Sfida affascinante allo stadio Atleti Azzurri d’Italia. Con Pazzini ancora “scartato”. Bologna-Frosinone - è forse il match più delicato della giornata. Con le due squadre ancora ferme a 0 punti in classifica e Delio Rossi che in caso di k.o. verrà esonerato. Al suo posto, è pronto Donadoni. Genoa-Juventus - Formazione obbligata per Gasperini, che deve fare i conti con gli infortuni. Allegri punta su Dybala, preferito a Mandzukic, per centrare la prima vittoria in campionato. Roma-Sassuolo - Altra esclusione per Totti, OGGI E DOMANI A PIGLIO, NEL LAZIO Festa della Montagna con gli amici disabili rganizzato dallo Sci Club Madonna del Monte di Piglio, oggi e domani 20 settembre, nella splendida cornice del centro storico della cittadina in provincia di Frosinone, la 1° edizione di Montagna in Festa, manifestazione di sport, cultura, folklore, enogastronomia e spettacoli. Scopo dell’evento la promozione e la valorizzazione delle risorse ambientali, culturali e paesaggistiche del territorio (la Pista Ciclabile, il Percorso Comtemplativo di Papa Wojtyla ed il Sentiero Europeo E1, ecc.) per favorire l’accrescimento dell’attrazione turistica dell’area. O Si prevedono due giorni intensi caratterizzati da eventi, conferenze, esibizioni, esposizioni e spettacoli teatrali che avranno come scenario le viuzze e le piazzette del centro storico di Piglio. Nell’ambito della manifestazione si terrà anche il convegno “MONTAGNA e DI…. SABILITA” momento di riflessione sul rapporto uomo-natura e in particolare sulle opportunità di prevenzione e di riabilitazione che il contesto della montagna può offrire alle persone disabili. Nell’occasione lo Sci Club Madonna del Monte presenterà il con Garcia che si affida al tridente Salah-Dzeko-Iturbe per un trionfo fondamentale per la classifica. E Di Francesco che risponde col tris d’assi Floro Flores-Sansone-Defrel. Torino-Sampdoria - Partita da tripla. Quagliarella-Belotti da una parte, Muriel-Eder dall’altra. All’Olimpico sarà spettacolo puro. progetto “IO VEDO PER TE” che prevede la formazione di guide alpine specializzate per l’accompagnamento sulle piste di sci di Campocatino di non vedenti, uditivi e con disabilità motoria. Sarà altresì presentata la joelette, speciale carrozzella che consente alle persone con disabilità e con difficoltà motorie, di vivere appieno le meraviglie del territorio. Al convegno interverranno tra gli altri il Presidente del Comitato Regionale Lazio-Sardegna della FISI Nicola Tropea e il Presidente del Comitato Ragionale del CONI Riccardo Viola. Carpi-Fiorentina - A Pepito Rossi il compito di affondare i modenesi a caccia della prima vittoria della storia in Serie A. Napoli-Lazio - Match stellare all’Olimpico. In palio punti pesanti in chiave Champions. Higuain contro Candreva: Marchetti e Reina scalFederico Colosimo dano i guanti.