e il mondo continua a ridere dell`Italia

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e il mondo continua a ridere dell`Italia
Anno IV - Numero 221 - Sabato 19 settembre 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Attualità
Esteri
La proposta
Mutuo ai Renzi
e strane coincidenze
Tra Usa e Cuba
le sfide papali
Piazza dedicata
a Donna Rachele
a pag. 2
Di Giorgi a pag. 6
Moriconi a pag. 11
LUNEDÌ LO SCIOPERO GENERALE CONTRO UNA SINISTRA DI GOVERNO CHE ABBANDONA LE PERSONE AL LORO DESTINO
di Francesco Storace
overi lavoratori del Cup,
il vostro governatore,
quello che probabilmente
in molti avete votato alle
regionali, vi sta scavando
la fossa, prepara un funerale di
massa per centinaia e forse migliaia
di persone che ad appalto assegnato
saranno ridotte a carne da macello
se dovessero vincere altri soggetti
rispetto agli attuali gestori.
Ieri alla Pisana, sollecitata dall’opposizione, si è svolta una discussione
ha assunto però dimensioni surreali,
con la sinistra di governo che non
si vergogna ad abbandonare al loro
destino cittadini che “guadagnano”
poco meno o poco più di mille euro
al mese, e in condizioni di precarietà. Tra questi, tanti disabili che
avevano trovato una ragione di vita
e di riscatto sociale nell’impiego
conquistato.
Tutto questo andrà a farsi benedire
per la protervia di un governatore
impazzito dopo l’esplosione in casa
dello scandalo Mafia capitale, proprio per il primo bando di gara
Cup da svariate decine di milioni
di euro e per il quale ha dovuto
far fagotto - per ora solitariamente
- l’ex capo di gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venafro. L’appalto è
gestito dal solito direttore, Elisabetta Longo, quella delle minacce
via mail ai consiglieri che ne controllano l’operato.
Zingaretti conta sull’obbedienza
servile di una maggioranza cieca.
Compagni solo nei comizi. Poi, nell’istituzione, impegnati nella disarticolazione dei diritti sociali. E così
sono arrivati a bocciare in consiglio
regionale ogni documento che puntasse a salvare i lavoratori dal nuovo,
spietato bando di gara, che non
prevede quella clausola sociale che
garantirebbe il posto di lavoro anche
in caso di cambio di gestione dell’appalto.
P
LICENZIANDO
Zingaretti prepara il funerale per i lavoratori del Cup. E ieri
è scappato dal dibattito sollecitato dall'opposizione alla Pisana
Bocciato il documento unitario del
centrodestra per la revoca del bando, la sinistra è riuscita a dire no
persino ad una semplice frasetta
della risoluzione del gruppo 5 stelle, che impegnava la giunta a “effettuare tutte le azioni per salvaguardare i lavoratori”. Nemmeno
questo. Neanche proporre semplicemente di “rettificare il bando”.
Niet. Ovvio, non si può smentire la
FRONTIERE CON AUSTRIA E SLOVENIA
Immigrati: allerta
ai confini italiani
promessa che la Regione ha fatto
all'autorita anticorruzione quando,
con una incredibile lettera del segretario generale Andrea Tardiola,
ci si è precipitati a rassicurare
l’Anac che “non è previsto l’obbligo
di riassorbimento del personale
svantaggiato”... Nemmeno quello...
Quasi che ad essere mafiosi siano
i lavoratori...
Zingaretti in aula non è venuto. Il
governatore ha avuto paura del confronto e ha messo in agenda incontri
nelle province di Latina e Frosinone.
Più facile sorridere ai plauditores
che doversi cimentare nelle risposte
da dare al Consiglio regionale. Ma
noi non demorderemo.
Lunedì ci sarà lo sciopero generale
nei Cup, con i gravi disservizi per
l’utenza che dovrà ringraziare solo
Nicola Zingaretti per i disagi. Lo
TURISTI ESASPERATI PER L’IMPROVVISA ASSEMBLEA SINDACALE. DISAGI PURE A FIRENZE
Colosseo chiuso, Franceschini… aperto:
e il mondo continua a ridere dell’Italia
olosseo chiuso e centinaia di turisti,
soprattutto stranieri, rimasti fuori,
al sole. Magari in Italia non ci torneranno più, un po’ perché certi viaggi si
fanno una sola volta nella vita, un po’
perché “qui è tutto incredibile, mai vista
una cosa del genere. No, la prossima
volta andremo in Spagna o in Grecia”,
commenta la comitiva di turisti danesi
davanti al Foro romano, pure sbarrato. E
out ieri a Roma sono rimasti anche il sito
del Palatino e le Terme di Diocleziano.
Assemblea sindacale, non si entra. Problemi anche a Firenze, dove i turisti hanno
dovuto attendere ore, tra il tanfo che da
mesi avvolge la città di Renzi e Nardella a
causa di un problema fognario, l’apertura
di Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli.
Una figuraccia internazionale, con i siti
internet di mezzo mondo che hanno
subito diffuso la notizia che andare a
Roma è sì il sogno di una vita, ma poi di-
C
on è ancora un vero e proprio allarme, ma di sicuro c'è un’allerta
nel Nordest italiano, dopo la chiusura dei confini da parte dell'Ungheria e
con migliaia di profughi che spingono
su Croazia e Slovenia. Non è escluso
che questa massa di immigrati possa
accalcarsi anche a ridosso del Friuli, pur
di raggiungere l’Austria e poi la Germania.
C’è il timore di sconfinamenti e l’allerta è
scattata ai valichi italiani con Austria e
N
Slovenia.
Intanto ha commosso tutto il mondo la
vicenda della bambina siriana di 4 anni,
annegata nel naufragio di un barcone al
largo della costa di Cesme, in Turchia,
due settimane dopo la tragedia del piccolo
profugo di Kobane, Aylan Kurdi, su
un’altra spiaggia turca. I profughi stavano
cercando di raggiungere un’isola greca
su un barcone di fortuna, a bordo del
quale c'erano almeno 15 persone.
stesso giorno arriveranno le offerte
per il nuovo appalto. Vigileremo
per evitare Mafia capitale 2, magari
con addentellati camorristici, chissà. Non si illuda, la sinistra regionale, di farla franca. Ormai si sono
incamminati sul sentiero della belligeranza e noi non ci tireremo indietro. Stiamo alla Pisana per rappresentare i cittadini e non gli affaristi.
venta un incubo se al Colosseo trovi, improvviso ma reale, un cartello di ‘chiuso
per sciopero’.
E ieri sera, travolti dalle critiche, Renzi e
soprattutto Franceschini – il ministro ex
dc troppo indaffarato a nominare direttori
stranieri per i musei italiani da star lì a
preoccuparsi dei turisti stranieri che magari
in quei musei neppure ci potranno entrare
– hanno provato a chiudere la stalla, una
volta scappati i buoi e gli euro e i dollari e
i petroldollari di tante comitive che hanno
fatto dietrofront. Il Consiglio dei ministri
ieri sera ha infatti deciso di equiparare i
servizi museali a quelli essenziali. Il Franceschini di cui sopra ha provato a prendersene il merito, affermando che "le
regole del decreto varranno per tutti i
musei ed i luoghi di cultura, senza fare distinzione tra statali, comunali, pubblici e
privati" e ricordando anche l’urgenza del
recente provvedimento per Pompei (laddove avrebbe fatto meglio a tacere per
sempre, visto che proprio a Pompei due
giorni fa è caduto un altro pezzo di muro).
Susanna Camusso è salita subito sul monumento al sindacalista ignoto, per gridare
che così si limita il diritto allo sciopero.
Ignazio Marino parla di ‘schiaffo ai turisti’,
lui che di schiaffi (ai romani) se ne intende.
E ancora Franceschini promette che adesso
la musica cambierà. E trallallero trallalà.
Igor Traboni
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Sabato 19 settembre 2015
ATTUALITA’
GIOVANNI DONZELLI (FDI) CHIAMA IN CAUSA MARCO LOTTI, ALLORA FUNZIONARIO DELLA BANCA EROGATRICE
Altre ombre sul mutuo per Tiziano Renzi
I soldi sarebbero stati concessi il giorno dopo l’assunzione di Luca, oggi sottosegretario,
al Comune di Firenze - Per il fallimento della Chil è stata intanto chiesta l’archiviazione
LA DIFESA DELL’AMICO DEL PREMIER
“Ho solo espresso un parere,
autorizzazione data dal Cda”
ramite il suo legale, Marco
Lotti, padre del sottosegretario
Luca, così ha replicato alle dichiarazioni di Donzelli: "Ho sempre
svolto con correttezza ed abnegazione
il mio lavoro all'interno delle banche
presso le quali ho prestato servizio.
Nel 2009 lavoravo a Pontassieve ed
ho seguito tra le tante la pratica della
CHIL, azienda del territorio. L'autorizzazione al mutuo è stata fatta dal
T
l parere positivo alla concessione di un mutuo da 697mila
euro alla Chil della famiglia
Renzi? Firmato da Marco Lotti,
allora responsabile aziende
della Banca di Credito Cooperativo di
Pontassieve, e padre dell'attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca. Il giorno della firma per la
concessione dei prezioso mutuo? Il
14 luglio 2009, ovvero “il giorno dopo
l'assunzione del figlio in Palazzo Vecchio, dove Renzi era sindaco da poco
tempo". Questa l’affermazione fatta
ieri, con tanto di documentazione presentata e illustrata alla stampa, da Giovanni Donzelli, capogruppo FdI al
I
Consiglio regionale della Toscana. La
Chil è la ‘famosa’ azienda del papà di
Matteo Renzi, Tiziano, poi fallita e a
carico della quale è stata a suo tempo
aperta un’inchiesta per bancarotta,
con tanto di richiesta di archiviazione
avanzata dal pm della Procura di Genova. Per inciso: proprio ieri c'era
l'udienza per la richiesta di archiviazione e il gip si è riservato la decisione.
Il giudice ha ascoltato il legale del
creditore che si è opposto alla richiesta
di archiviazione e poi il pm, che ha invece ribadito la propria richiesta di
archiviare perché le indagini non avrebbero portato a prove concrete sulla
responsabilità di Tiziano Renzi (ieri
non c’era, ma la sua presenza all’udienza non era prevista) nel dissesto
finanziario della Chil Post.
Per tornare alla vicenda denunciata
da Donzelli, questi non ha dubbi di
sorta e li esprime così: "Le carte dicono
che i debiti dell'azienda di famiglia di
Renzi sono stati pagati dai cittadini e
non dalla famiglia di Renzi grazie a
delle carte, dei pareri e dei mutui
concessi dalla Bcc di Pontassieve. E la
firma ce l'ha messa Marco Lotti" ha
aggiunto l’esponente di Fratelli d’Italia,
ricordando altresì che la garanzia era
stata concessa da Fidi Toscana, la finanziaria della Regione Toscana.
E infatti ora sarà chiamata a rispon-
derne anche la Regione Toscana :
quando Fidi garantì per il mutuo fino
all'80%, "perché si trattava di un'azienda
femminile e toscana", in realtà era già
avvenuto qualcosa di poco chiaro, con
il cambio dell'amministratore. Tiziano
Renzi, ricostruisce ancora Donzelli, “
aveva preso il posto della moglie e,
quindi, la garanzia comunque non
avrebbe potuto superare il 60%. Fidi
aveva la possibilità di verificare i cambiamenti societari che modificavano
la garanzia che invece non è mai stata
interrotta”.
Donzelli fa anche i conti di quel
denaro pubblico “che non verrà mai
restituito a Stato e Regione: 263mila
Consiglio d'Amministrazione come
da procedura. La mia attività si è limitata all'espressione di un parere
che ho rilasciato, peraltro, condizionato ulteriormente da fideiussione.
Non entro nelle polemiche che non
mi riguardano. Ma intendo procedere,
per vie legali contro chiunque metta
in dubbio la mia correttezza professionale e la mia personale onorabilità”, conclude Marco Lotti.
euro coperti dal fondo di Garanzia
del governo (erogati con Renzi a Palazzo Chigi), 26mila dalla stessa finanziaria della Regione. Renzi e i
suoi uomini hanno fatto leva sui ruoli
di potere utilizzando le istituzioni per
fini privati". Tornando alla chiamata
in causa dell’ente regionale della Toscana, per il consigliere di FdI “ci
sono delle carenze della Regione
che ne dovrà rispondere martedì o
mercoledì in Consiglio Regionale,
dove la vicenda è all'ordine del giorno,
come mi auguro presto ne risponderanno Renzi e Lotti direttamente
alla nazione" ha chiosato (fin troppo
ottimista?) Giovanni Donzelli.
IERI SENATO VUOTO E DISCUSSIONE FINITA SUBITO. SE NE RIPARLERÀ SOLO MARTEDÌ
Riforme? Magari dopo il week end lungo
Proseguono intanto le polemiche sulla campagna acquisti a Palazzo Madama
finita con quattro ore di
anticipo, rispetto al previsto,
la seduta di ieri dell'aula
del Senato sul ddl Boschi per le
riforme costituzionali. La discussione generale, che si era riaperta
alle 9.30, proseguirà soltanto
martedì prossimo. Già l’altro ieri
si erano visto parecchi… trolley
dei senatori, pronti a partire. E in
effetti in pochi hanno resistito
fino a ieri, venerdì. Gli iscritti a
parlare erano solo 16, con alcune
cancellazioni e rinunce, e il dibattito si è chiuso in un battibaleno. Pronti, via: sul primo aereo
o frecciarossa, gratis, per tornare
È
a casa o, come qualcuno si ostina
a dire, ‘nel collegio elettorale’.
Chissà se Matteo Renzi metterà
nel conto della ‘velocità’ che il
suo governo sta dando a… qualsiasi cosa, anche questi ulteriori
giorni di week end lungo, lunghissimo.
Proseguono intanto le polemiche
sulla campagna acquisti, dai tosiani ai verdiniani, da parte di
Matteo Renzi “Fa quasi pena vedere il renzismo annegare nei
peggiori riti del trasformismo
parlamentare. Al Senato si e''
aperto un grande suk, dove si
compra, si tratta, si vende. Quanti
si scandalizzavano nel passato,
oggi hanno una materia ampia
per rinnovare la loro meraviglia.
Ieri si vedevano perfettamente
le manovre in corso. Il renzismo,
invece che rottamare la politica,
persegue le più antiche strade
della compravendita parlamentare.
In altri casi si sono aperti processi
che non avevano motivo di svolgersi”, ha detto il capogruppo di
Forza Italia, Maurizio Gasparri.
I grillini si dicono invece pronti a
presentare un esposto in Procura
“Se dal voto sulle riforme emergessero premi in favore di senatori”, ha detto Mario Michele
Giarrusso all’agenzia Dire. "L'impressione è che a palazzo Madama ci siano senatori che girano
con il cartellino del prezzo. Al
momento è solo un'impressione.
Per accertare che si passi a veri
e propri reati dovrebbero muoversi gli organi preposti, anche
se questi sono soggetti sui quali
non si può indagare con intercettazioni e altri strumenti di inchiesta". Decisa la replica della
maggioranza:
"Trovo davvero sconcertante e
grave che un senatore delle
Repubblica getti ombre su chi
si adopera per le riforme", ha
detto la senatrice Nicoletta Favero, del Partito democratico.
Sulla partita delle riforme, ieri è
tornato a parlare anche il presidente Grasso: "Mi stupisce che
le notizie anticipano i fatti e le
mie decisioni. Non posso decidere
finche'' non conosco il tema ''decidendum'', ossia gli emendamenti. Diffidate se prospettano
decisioni prese prima del momento ufficiale e del luogo deputato", ha detto Grasso sulla
sua decisione sull'ammissibilità
degli emendamenti all'articolo 2
del ddl Boschi.
Igor Traboni
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Direttore responsabile
Francesco Storace
Amministratore
Roberto Buonasorte
SINDACATO SEMPRE PIÙ SPACCATO
Landini: “Raccontate balle”. Nuovo strappo nella Cgil
uovo strappo nella Cgil,
dove Susana Camusso va
da una parte e Maurizio
Landini sempre più dall’altra. Ieri
il leader dei metalmeccanici della
Cgil ha detto: "Noi stiamo prendendo decisioni che prefigurano
in realtà una discussione congressuale, che modificano di
fatto lo Statuto, e le stiamo prendendo con una platea molto limitata; con una discussione che
non ha coinvolto né gli iscritti
N
né tanto meno i delegati e le delegate a cui ci vogliamo rivolgere.
Io credo che questo sia un errore
che stiamo facendo".
Questa la dichiarazione di voto
di Maurizio Landini rispetto al
documento finale della Conferenza di organizzazione della Cgil.
Il leader della Fiom ha votato
no. "Questa storia che noi stiamo
allargando la partecipazione secondo me è raccontare delle balle", attacca.
La Camusso ha poi replicato così:
"A Maurizio dico che invece di
frenarci fra noi sarebbe meglio
provare a ingaggiarci insieme
nella sfida di cambiare e risperimentarci, ma senza travolgere
noi stessi e la nostra storia. Eppoi
diciamo pure che non siamo solo
un disastro biblico ma che qualcosa l'abbiamo fatto, abbiamo
difeso i lavoratori dentro la crisi",
ha concluso con fin troppo…
entusiasmo la Camusso.
Capo Redattore
Igor Traboni
Progetto grafico
Raffaele Di Cintio
Società editrice
Amici del Giornale d’Italia
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Per la pubblicità
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n° 286 del 19-10-2012
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Sabato 19 settembre 2015
ATTUALITA’
NELLA CITTÀ DELLA MODA È PROSSIMA L’APERTURA DI DUE NUOVI LUOGHI DI CULTO
Terrorismo, occhio alle moschee di Milano
L’allarme di Dambruoso: “Servono maggiori controlli per i nostri cittadini”
di Marco Zappa
ALTRE PROTESTE DOPO IL DECRETO
eco degli attentati in
Francia, Tunisia, Kuwait
e Somalia si riverbera
in tutta Europa. E quindi
anche in Italia. Con il frastuono
degli spari arrivato fino a Milano,
dove sono in arrivo due nuove moschee. Con il centrodestra che ha
provato inutilmente ad alzare le
barricate per evitare un vero e proprio scempio. Dato che queste, da
luoghi di culto troppo spesso si
trasformano in centri di ritrovo per
terroristi.
E se è questo il modo di accoglienza
tanto auspicato da Renzi e dal Pd,
non possiamo certo dormire sonni
tranquilli. Perché Chiese e moschee
continuano a essere nel mirino del
terrorismo islamico. C’è chi, come
la Tunisia, ne ha chiuse 80. E chi,
come l’Italia, si appresta ad aprirne
due. Questione di punti di vista. E
assurdità certamente risparmiabili.
Un fenomeno, questo, assolutamente
da non sottovalutare. Col Questore
della Camera dei Deputati, Stefano
Dambruoso, che ha chiesto “maggiori controlli per rassicurare le
paure dei cittadini meneghini residenti nelle aree dove queste saranno realizzate”. Occorre “sapere
chi le finanzia, a che area o gruppo
Mobilità Croce Rossa:
personale penalizzato
L’
i siamo impegnati a lungo per
far sì che il processo di privatizzazione della Croce Rossa italiana non comportasse conseguenze
negative sui lavoratori. Ora ecco che
il decreto sulla mobilità li discrimina
di nuovo, senza ragione e senza rispetto
per le loro competenze.
E' questo l'atto d'accusa che arriva
sindacati di categoria Fp Cgil, Cisl Fp
e Uil Pa. "Con questo decreto- spiegano
le sigle sindacali - il personale della
Croce Rossa potrà transitare solo
verso le Amministrazioni Centrali e
non verso le Regioni ed il Servizio sanitario nazionale. Avranno cioè la possibilità di ricollocarsi solo in posti amministrativi, e non dove le loro preziose
C
religioso dell’Islam appartengono
i gestori, conoscere la formazione
dell’Imam e chiedere maggiore
uso della lingua italiana per i sermoni. Non devono essere più consentite piccoli luoghi di culto in
scantinati o edifici non idonei la-
sciati alla gestione di Imam senza
alcun controllo. Con gli amministratori comunali che dovranno essere pronti e preparati nella gestione di queste per garantire maggiori servizi ai cittadini”.
Magistrato e deputato di Scelta
Civica, Dambruoso è stato tra i
principali promotori della procura
antiterrorismo, pensata come naturale prosecuzione di quella nazionale antimafia. Autore del libro
“Milano-Bagdad”, diario di un giudice “in prima linea nella lotta al
competenze e la loro professionalità
ultradecennale potrebbero essere valorizzate. Non solo. Inspiegabilmente,
malgrado lo stesso decreto dica che
hanno la precedenza, si preclude loro
la partecipazione alla prossima mobilità
verso il Ministero della Giustizia che
coinvolgerà 2000 unità di personale.
Questa è la mobilità del governo Renzi:
discriminare i lavoratori in una perenne
logica di divide et impera. Chiediamo
al Governo e al Ministro della Pubblica
amministrazione di chiarire una volta
per tutte quali sono le loro intenzioni
verso i lavoratori della Croce Rossa, e
se c’è una reale volontà di salvaguardare posti di lavoro, professionalità e
salari".
terrorismo”, ora torna a porre l’accento su un tema forse troppo
spesso sottovalutato. Con le moschee – non solo quelle di Milano
– da tenere sotto stretta osservazione. Perché sempre più nel mirino dell’Isis.
VOTO DI SCAMBIO: SOTTO INCHIESTA IN CAMPANIA LA CONSIGLIERA REGIONALE MONICA PAOLINO
Presidente antimafia indagata per… mafia
Coinvolti nell’indagine anche il marito della donna, sindaco di Scafati, e altre persone
onica Paolino, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Antimafia del Consiglio regionale della Campania, è indagata dalla Procura di Salerno
per voto di scambio politico elettorale
di tipo mafioso. La Dia e carabinieri
hanno perquisito a Scafati, vicino Salerno, la casa dove vive con il marito,
Pasquale Aliberti, sindaco della cittadina
e pure lui indagato, assieme al fratello
Aniello, alla segretaria comunale e a
due collaboratori. Per tutti loro l’accusa
è di associazione di stampo mafioso.
M
Perquisizioni sono state effettuate anche
all’interno dell’ufficio della Paolino, nella
sede del Consiglio regionale della Campania, al Centro direzionale di Napoli.
La vicenda, secondo quanto trapelato
dalle strette maglie degli inquirenti, si
riferisce in particolare alle ultime elezioni
regionali della Campania, quelle dello
scorso mese di maggio, quando la Paolino è stata rieletta per la seconda volta
in Consiglio. L’indagine è condotta dal
pm Vincenzo Montemurro della Dda di
Salerno e sono scattate a seguito dell’esplosione di un ordigno rudimentale
avvenuto proprio a Scafati il primo novembre del 2014, davanti all’abitazione
dei coniugi Cuomo-D’Alessandro, rispettivamente cognato e sorella dell’
avvocato Vittorio D’Alessandro, un consigliere comunale di minoranza dello
stesso Comune di Scafati. Da quell’episodio, come riferito dagli investigatori,
sono poi partite delle indagini che hanno
consentito di focalizzare l’attenzione
sull’aggiudicazione di alcuni appalti
pubblici, in maniera – sostengono i carabinieri - illegittima.
Subito dopo la prima perquisizione e la
notifica dell’indagine, la Paolino ha dichiarato: “Avendo ricevuto una perquisizione domiciliare e presso il mio
ufficio in Consiglio Regionale, ho appreso
con immenso rammarico e stupore di
CI SARÀ TOSI, CHE INTANTO SMORZA GLI ARDORI DEI SUOI VERSO RENZI, PERÒ MANCHERANNO I LEGHISTI
Fitto prova a ripartire da Cortina
affaele Fitto, europarlamentare e leader dei Conservatori e Riformisti, concluderà oggi a Cortina la due giorni
sul tema “La libertà che cerchiamo” promossa da Leonardo Padrin (Forza Italia). Per il nuovo
gruppo che fa capo all’ex presidente delle Regione Puglia, nato
a giugno in seguito a una scissione
con gli azzurri di Silvio Berlusconi,
si tratta del debutto ufficiale in
Veneto.
All’appello mancherà però la Lega
Nord, con l’eurodeputato Remo
Sernagiotto, tra gli organizzatori
dell’evento, che ha spiegato come
occorrerà partire dal presupposto
“che l’unico oppositore di Renzi
non può essere Salvini”. Perciò
“il Carroccio sarà alleato naturale,
ma non a tutti costi”.
R
All’incontro parteciperanno invece Forza Italia, Fratelli d’Italia e Fare!.
Si potrebbe spiegare
dunque così, l’assenza
della Lega. Vista anche
la presenza di Flavio
Tosi, che in queste ore
ha cercato di ridimensionare il sostegno dei
suoi senatori all’approdo in aula del disegno
di legge Boschi, promettendo “opposizione
su provvedimenti contrari al bene del Paese”.
All’appello dunque tre
schieramenti che, secondo Padrin, insieme
potrebbero valere almeno il 12%. Tra gli ospiti pure la
vicepresidente del Ppe Laura
Comi e l’onorevole Daniele Capezzone (già presidente della
Commissione Finanze), che coordinerà il dibattito “Uno choc fiscale per l’Italia, 40 miliardi di
tasse in meno subito”.
Di progetti “per un nuova Italia”
parlerà invece Cinzia Bonfrisco,
presidente del gruppo Conservatori e Riformisti al Senato.
Domani domenica toccherà invece al sindaco di Venezia Luigi
Brugnaro e a quello di Lecce
Paolo Perrone. Senza dimenticare
gli interventi del ministro per gli
Affari Legali, Parchi e Laghi della
Carinzia Christian Ragger. E quelli
di Fabio Rampelli, capogruppo
di Fratelli d’Italia a Montecitorio,
e di Alessandro Cattaneo, membro
dell’ufficio di presidenza di Forza
Italia. A concludere il convegno,
l’intervento di Fitto, che spiegherà
la strategia dei dieci senatori del
suo gruppo in vista del voto sul
ddl Boschi.
Marcello Calvo
essere indagata per reati relativi a fatti
di cui non sono assolutamente a conoscenza. Sono comunque serena e rimango fiduciosa nell’operato della magistratura».
Immediate le reazioni politiche alla notizia: “Esprimendo piena fiducia sull’operato della magistratura, auspico
che la consigliera Monica Paolino possa
dimostrare la propria estraneità relativa
ai fatti contestati. E’ altrettanto auspicabile un gesto della consigliera di dimissioni dall’incarico attualmente ricoperto che dia un segnale di trasparenza
della istituzione regionale”, ha detto la
Presidente del Consiglio Regionale della
Campania, Rosa D’Amelio. Anche i cinque stelle hanno sollecitato le dimissioni
immediate.
N OV I T À
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Sabato 19 settembre 2015
ATTUALITA’
VERSO IL CONVEGNO DEL 3 OTTOBRE: PARLA L’EUROPARLAMENTARE MARCO ZANNI
“Basta con l’euro a immagine del marco”
“La moneta unica sta creando solo danni, mettiamoci attorno a un tavolo e vediamo come uscirne”
di Igor Traboni
isto dall’osservatorio privilegiato delle istituzioni
comunitarie, l’Europa e
l’euro sono ancora di più
allo sbando. È questa la
prima impressione che si sente di
fornire Marco Zanni, europarlamentare dei 5 stelle, bergamasco, che
abbiamo sentito nell’ambito delle
nostre interviste in vista del convegno noeuro del 3 ottobre prossimo
a Roma.
Seguendo i suoi vari interventi,
anche sul sito internet che aggiorna costantemente, ci pare di
capire che l’euro proprio non le
piace. Impressione sbagliata?
“No, è esatto. A me proprio non piace. Soprattutto dopo questo primo
anno di esperienza all’Europarlamento. Se prima avevo l’illusione
che l’uscita dall’euro fosse comunque l’ultima strada da percorrere,
che magari vi fossero altre vie di
uscita, adesso invece…”.
Adesso?
“Adesso mi sono reso conto, seguendo tutte le varie discussioni in
corso e i lavori parlamentari, che
non c’è alcuna volontà di perseguire
un obiettivo comune. Che l’Eurozona
è solo una grossa spa con un azionista di maggioranza”.
Si riferisce alla signora Merkel?
“Alla signora Merkel ma anche alla
Germania tutta. In fin dei conti la
cancelliera non ha fatto altro che
continuare il percorso già tracciato
decenni addietro, con il Trattato di
Maastricht. L’obiettivo di allora, di
costruite qualcosa tagliato a misura
V
Perfino la ricca Finlandia sciopera contro i danni dell’Europa; a destra, Marco Zanni
sulla Germania, oggi è ancora più
evidente. Prima magari si poteva
pensare che era colpa dei Paesi del
Sud dell’Europa, spreconi e arretrati
nel mettere in pratica le riforme.
Oggi invece anche i Paesi sulla carta
più virtuosi sono in difficoltà”.
Qualche esempio?, tanto per non
restare nel vago…
“Prenda la Finlandia. Per inseguire
le politiche deflazionistiche tedesche, vogliono addirittura mettere
in piedi una riforma tagliando le
ferie, i contributi, ecc. E’ un rincorrersi al ribasso. Ma anche la Germania sta messa male”.
Ma come, se la Cancelliera vuole addirittura imporre alle in-
dustrie di auto di assumere gli
immigrati?
“I dati economici vanno letti bene.
E quelli tedeschi dicono che il Pil
aumenta sì e no dell’1% annuo. Ben
lontano dai livelli americani, per
esempio”.
E dalle parti delle istituzioni europee non cambia proprio nulla?
“Qualcosa in meglio l’ho notato
dopo la crisi greca. Certi gruppi di
sinistra , che prima dicevano di essere contro l’austerity ma al tempo
stesso contrari ad uscire dall’euro,
oggi parlano apertamente di uscita
dalla moneta unica. Non è più un
argomento tabù”.
Insomma, muoia l’euro con tutti
i suoi fautori?
“L’euro è qui da 16 anni. Credo che
qualsiasi sperimentazione possa
dirsi esaurita. Ora abbiamo tutti gli
elementi per dire che non ha funzionato, che sta creando solo danni.
Mettiamoci attorno ad un tavolo e
ragioniamo come smantellarlo, per
far ripartire l’Europa”.
Perché lei all’Europa comunque
continua a crederci?
“Io scinderei l’euro dall’Europa. Magari l’Europa può funzionare meglio,
ma non attraverso queste politiche
monetarie”.
E l’Europa politica?
“Non esiste. Le anime sono troppe,
abbiamo 24 lingue diverse, non ci
accomuna niente, neppure la religione. Rischiamo di fare la fine della
vecchia Urss, della ex Jugoslavia.
Ma il groppo errore, ripeto, è stato
fatto con l’euro. I francesi spinsero
alla follia, mettendo dentro Italia e
Germania, perché erano convinti
che così avrebbero limitato la Bundesbank. Ma col cavolo, se mi passa
il termine: ora ci ritroviamo una
banca Centrale sul modello della
banca tedesca e l’euro a immagine
del marco”.
Dell’ipotesi di un super-ministro
economico europeo, cosa pensa?
“Che sarà di sicuro un tedesco. E
farà soltanto quello che conviene
alla Germania”.
IL RAPPORTO DI CITTADINANZATTIVA DISEGNA UN QUADRO A TINTE FOSCHE
Scuole italiane a pezzi e in zone a rischio
Manutenzione carente in un edificio su due. Molto elevato il pericolo sismico
a sicurezza delle scuole
italiane lascia ancora molto a desiderare: 4 edifici
su 10 hanno una manutenzione
carente, oltre 1 su 5 presenta
lesioni strutturali e, in quasi la
metà dei casi, gli interventi
strutturali non sono stati effettuati. Sono alcuni dei dati contenuti nel ''XIII Rapporto su sicurezza, qualità ed accessibilità
a scuola'' di Cittadinanzattiva,
presentato ieri a Roma. Gli edifici scolastici italiani monitorati
sono stati 101 in 13 Regioni
(Abruzzo, Basilicata, Calabria,
Campania, Lazio, Lombardia,
Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto).
Per quanto riguarda lo stato
degli edifici, in particolare, il
Rapporto fa sapere che "il 39%
delle scuole ha uno stato di
manutenzione mediocre o pessimo, una su cinque (21%) presenta lesioni strutturali per lo
più sulla facciata esterna (41%),
sui corridoi (38%), nelle palestre (27%). Il 15% delle aule
presenta distacchi di intonaco
o segni di fatiscenza". Di fronte
alla richiesta di piccoli lavori
di manutenzione, inoltre, "nel
12% dei casi l'ente proprietario
L
ALTRI DATI MOLTO PREOCCUPANTI
E il bullismo aumenta
insieme agli atti vandalici
ono in crescita, nelle
scuole italiane, gli episodi
di bullismo che nell'ultimo anno hanno interessato addirittura il 36% degli istituti (lo
scorso anno era solo il 10%).
Una scuola su 3, invece, ha
subito nell''ultimo anno atti di
vandalismo, il 14% anche episodi di criminalità all'interno
degli edifici, mentre il 9% di
altri episodi criminali si è verificato nelle immediate vicinanze
delle scuole. Anche questi dati
sono contenuti nel ''XIII Rapporto su sicurezza, qualità ed
accessibilità a scuola'' di Cittadinanzattiva, presentato ieri
S
non è mai intervenuto e nel
21% lo ha fatto con molto ritardo. Nel caso di richiesta di
lavori di manutenzione strutturale ben più lunghi e onerosi,
nel 45% delle situazioni l'ente
non è intervenuto.
E più della metà delle scuole
si trova in una zona non sicura.
Il 73% degli edifici, in particolare, è situato in zona a rischio
sismico, il 14% in zona a rischio
idrogeologico, il 4% in zona a
rischio industriale, il 5% a rischio vulcanico, il 5% in zona
a elevato inquinamento acustico. Per quanto riguarda le
prove di evacuazione, il Rap-
a Roma.
Gli edifici scolastici italiani monitorati sono stati 101 in 13
Regioni (Abruzzo, Basilicata,
Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia
e Veneto). Da un'analisi fatta
sulla stampa locale, inoltre, Cittadinanzattiva fa sapere che ha
recensito "45 casi di vandalismo
in scuole di ogni ordine e grado,
in centri piccoli e grandi: furti
di lavagne multimediali e materiale tecnologico, muri imbrattati, libri incendiati, vetri
rotti sono tra le azioni vandaliche
più frequenti".
porto di Cittadinanzattiva fa sapere che "sono effettuate con
regolarità nel 98% delle scuole,
per lo più per il rischio incendio
(86%) e sismico (81%). Veramente rare (5%) le prove per
rischio idrogeologico".
Nell'ultimo anno, in Italia, sono
stati 340 gli incidenti che si
sono verificati a studenti e personale: in 45 casi è stato chiesto
l'intervento del 118, in 40 è
stato invece disposto il trasferimento in ospedale, come
emerge ancora dal rapporto
di Cittadinanzattiva.
Per quanto riguarda la sicurezza
interna, in particolare, il Rapporto fa sapere che "mancano
scale di sicurezza nel 26% delle
scuole monitorate; solo il 34%
presenta vetrate a norma; le
porte con apertura antipanico
sono assenti nel 74% delle aule,
nell'89% dei bagni, nel 65%
delle aule computer, nel 54%
dei laboratori, nel 47% delle
mense e nel 37% delle palestre
e anche nel 15% dei cortili
dove sarebbero obbligatorie
per legge". In più di 1 scuola
su 4, quindi, l'impianto elettrico
è "completamente o parzialmente inadeguato, mentre quasi 1 su 3 ha un impianto antiincendio in stato arretrato". Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva, poi, il "74% delle
scuole ha un sistema di vigilanza all''ingresso dell''edificio,
ma solo l'11% è dotato di telecamera o simili. Ancora frequente (nel 44% dei casi), infine,
la cattiva abitudine di lasciare i
cancelli aperti durante le ore
di lezione.
5
Sabato 19 settembre 2015
STORIA
LA SICUREZZA DI UNA PRODUZIONE REGOLARE E ADERENTE AI BISOGNI DELL’ECONOMIA NAZIONALE E UNA DISTRIBUZIONE RIGOROSAMENTE EQUA DELLA RICCHEZZA
I giovani e il corporativismo
“Ogni italiano vuole essere un’unità di questo gigantesco inquadramento,
poiché sente che egli sarebbe ilota qualora ne fosse escluso”
di Emma Moriconi
ompletiamo oggi il nostro breve
speciale dedicato a come i giovani
fascisti vedono la questione capitalismo - corporativismo: “La Carta
del Lavoro- continuano a scrivere
sulla Rivista Anno XIII - concepisce dunque
uno Stato perfettamente ed armonicamente
regolato, nel quale esiste tutta una poderosa
organizzazione economica. Il Sindaco è l’unità
di questa organizzazione; ma a sua volta è
compreso nella Corporazione, dove la volontà
e le aspirazioni sia del particolare che dell’intero gruppo economico, vengono non ad
un compromesso che le diminuirebbe da
una parte e dall’altra, ma ad una fusione, ad
un indirizzo comune che le potenzia al massimo, in ragione diretta dell’armonia e dell’accordo stabilitosi. La Corporazione viene
così ad essere effettivamente l’organo intermedio fra lo Stato e il singolo, o fra lo
Stato e la classe. Ma questo non vuol dire
che essa sia il punto d’arrivo fra l’iniziativa
statale e quella privata, dando così ragione
alle varie argomentazioni di genere polemico
che fanno del Corporativismo una variante
del Socialismo di Stato. Infatti mentre nel
socialismo di Stato un simile risultato significherebbe il compiersi del ciclo economico
e la risoluzione dell’insolubile problema
per la limitazione dell’attività individuale,
nello Stato Fascista invece il raggiungimento
della fusione fra Stato e individuo nella Corporazione, è il punto di partenza per lo
svolgimento di tutta l’attività economica,
con particolar riguardo alla razionalizzazione
della produzione.
È una concezione vastissima, ma pur semplice e lineare nella quale tutto viene inquadrato gerarchicamente secondo una
scala di possibilità e di capacità, che permette lo sfruttamento massimo delle energie
e dei mezzi particolari, in vista di un superiore interesse collettivo nazionale: interesse
che si risolve poi a favore di tutti gli elementi
della produzione a seconda del contributo
individuale e del rischio assunto nell’impresa
economica. La produzione regolata secondo
le richieste del mercato e mediante lo sfruttamento razionale dei mezzi a disposizione,
è infatti la migliore garanzia di successo.
Pertanto non solo individuo e Stato, classe
Stato, si fondono e si potenziano, ma addirittura diventano un’unità inscindibile di
C
produzione; il fine della collettività coincide
col fine del singolo.
Una volta accettato, e quel che più conta
realizzato felicemente questo presupposto,
l’esistenza della Corporazione e in genere,
di tutti gli organismi corporativi è garantita
dalla sicurezza di una produzione regolare e
automaticamente aderente ai bisogni dell’economia nazionale da una parte, e di una
distribuzione rigorosamente equa della ricchezza dall’altra. La miseria in mezzo alla
ricchezza in regime fascista è destinata a
scomparire per sempre.
Lo Stato, secondo questa concezione, è considerato come un immenso sistema economico, nel quale ogni individuo trova il proprio
personale interesse. Si assiste ad un fenomeno psicologico importantissimo, che depone molto favorevolmente sulle caratteristiche universali del sistema: “Ogni italiano
– come osserva il Duce fin dal 1928- vuole
essere un’unità di questo gigantesco inquadramento, poiché sente che egli sarebbe
ilota qualora ne fosse escluso.”
Tuttavia l’attuazione pratica di questa concezione non si è avuta che nel 1934: è logico
ed è intuitivo infatti comprendere quali e
quante necessità di ordine pratico e quali
delicatissime difficoltà di vario genere abbiano impedito che l‘inserimento di questo
meraviglioso sistema nella compagine sociale assumesse un ritmo troppo accelerato.
Anche se ormai la mentalità e le disposizioni
del popolo italiano erano mature per il
grande evento, la recente creazione delle
Corporazioni di categoria e la decretata
abolizione del parlamento un atto così importante e così radicale nella vita di un popolo, da giustificare ogni cautela ed ogni
riguardo nell’effettuarlo.”
L'articolo prosegue per un lungo tratto nell'esame delle tematiche in oggetto, per esigenze di spazio siamo però costretti a sorvolare su alcuni passaggi peraltro interessanti
e arrivare alle conclusioni. Ecco dunque
l'ultimo passaggio: "Ormai il mondo comincia
a comprendere che le vie battute non sono
le buone e che soltanto liberandosi di tutto
il bagaglio di utopie liberali e di materialismo marxista, potrà evitare dolorose esperienze, del genere di quella che sta attraversando. Si affermano dovunque i concetti
di collaborazione, di unità, di gerarchia. Il
Corporativismo appare senz’altro come la
più bella e la più grande conquista del pensiero moderno, la concretizzazione dell’aspirazione, diventa ormai generale in tutto il
mondo, ad una sistemazione definitiva dell’attuale economia politica internazionale.
Rappresenta il chiudersi di un ciclo intero
si progresso e l’aprirsi di un nuovo: il punto
di arrivo della civiltà, che un genio corso
portò su tutti i campi di battaglia d’Europa,
è il punto il punto di partenza della nuova
civiltà del secolo XX. La civiltà fascista che
porta un nome solo: Roma. VINCENZO BUONASSISI".
GUIDO GOZZANO E IL SUO PIEMONTE, L’ARTICOLO SULLA RIVISTA DI VITTORIO MUSSOLINI A FIRMA DI MARCELLO VENTUROLI
Juvenile dell’articolo letterario
e della novella, e poi lo sport
Laura Ines Mazzi ci racconta “Nenuco” e Nando Nugoli parla dei nostri sportivi azzurri
Q
uesta rivista pensata e
voluta da Vittorio Mussolini è davvero una miniera di informazioni circa l'approccio dei giovani su vari
temi, una fotografia di una generazione appartenente a
un'epoca lontana ormai molti
anni da noi. Juvenile dell'articolo
letterario, a seguire, è imperniato sul "'gozzanismo' di Guido
Gozzano", prendiamone qualche stralcio: "Per me - scrive il
redattore Marcello Venturoli G. supera il mondo che tratta:
non lo considera affatto come
rifugio, ma come mezzo
espressivo di quella profonda
insoddisfazione che egli ha,
non per la verità che poteva
essere nella realtà, ma per il
falso e il caduco per quella
realtà (1907) rifletteva. [...] E
come amava la sua terra, il
suo torinese, appreso prima
ancora dell'italiano, in cui egli
pensava e piangeva e rideva
(son parole sue). Come venerava il suo Piemonte, sul
quale trova modo, il G. tanto
crepuscolare e scettico, di fare
una breve e sintetica... lezione
di storia, come farebbe oggi
un torinese accanito, sui duchi
di Savoia, in omaggio al suo
Re. E su Torino non ti sfodera
forse un agguerritissimo studio
topografico folkloristico da
Roma al Rinascimento? (ultima
novella dell' Altare del Passato';
trattata con quella perizia giornalistica e quella sicurezza di
mezzi che tanto ammiriamo
nel bel libro su l'India). E ce
ne sarebbe ancora, ma credo
che basti".
Segue "Juvenile della Novella",
l'autrice è una ragazza, Laura
Ines Mazzi, che mette nero
su bianco la vita di "Nenuco",
un adolescente dal "viso lungo
e magro", con le guance "molto
brune infossate", un selvaggio,
"un meticcio" dalle "pupille
limpidissime che non avevano
il mistero profondo, il riflesso
ardente dell'anima appassionata, impetuosa degli 'indios'
che vivevano in quelle campagne", dal "volto pallido, quasi
femineo". È la storia di questo
giovane che muore e il cui
cadavere "era stato trovato sul
greto di un fiume, ai piedi
della enorme parete rocciosa
che incanala il Rio Primero,
nascosto quasi dalla sabbia
che il rotolio delle acque era
andato depositando sul tuo
corpo. Avevi - continua l'autrice, parlando con lo spirito
di Nenuco - una ferita profonda
ad una tempia ed il sangue si
era raggrumato lungo la guancia, uscendo a fiotti dalla enorme apertura [...] Eri caduto
giù... rotolando violentemente
tra i sassi, per sprofondare finalmente, bruscamente, in fondo". La novella si sviluppa tutta
su questi toni, nella rievocazione delle fattezze di questo
giovane uomo, morto anzitempo in maniera violenta.
Altro argomento è, poi, "Juvenile
dell'articolo sportivo", un lungo
pezzo a firma Nando Nugoli,
sul tema "Le olimpiadi, le forze
dei nostri avversari e il valore
di due sports decisivi", del
quale proponiamo solo un brevissimo stralcio: "Ormai all'estero ci rispettano e ci temono. Ripetutamente i nostri
azzurri sono invitati dalle federazioni straniere ad intervenire alle manifestazioni che
esse organizzano e che, appunto e solamente per la presenza dei nostri atleti, hanno
ragione di vita e di alto successo. Gli stranieri li desiderano
solo per studiarli, essi vogliono
carpire il segreto del potente
progresso che in ogni branca
sportiva lo sport fascista sta
compiendo sotto la unica insegna CONI".
[email protected]
6
Sabato 19 settembre 2015
ESTERI
INIZIA OGGI IL PIÙ LUNGO VIAGGIO APOSTOLICO DEL PONTEFICE
Cuba e gli Usa attendono il Papa
Molto intenso il programma. Il portavoce del Vaticano: “Possibile anche un incontro con Castro”
di Cristina Di Giorgi
nizia oggi il nuovo viaggio
apostolico di Papa Francesco a Cuba, negli Usa e alla
sede delle Nazioni Unite. Il
più lungo – fino ad ora –
del suo pontificato: quasi dieci
giorni (dal 19 al 28 settembre),
ricchi di appuntamenti ed incontri
decisamente importanti. Il portavoce del Vaticano padre Lombardi,
parlando con la stampa, ha ricordato che “l’occasione è stata fornita
dall’Incontro mondiale delle famiglie in calendario a Philadelphia,
poi sono arrivati l’invito del Congresso degli Stati Uniti e dell’Assemblea dell’Onu. Infine si è aggiunta la tappa cubana”, inserita
“dopo la ripresa delle relazioni
diplomatiche tra Usa e Cuba”.
Ed è proprio il Paese di Castro –
alla cui gente il Papa ha indirizzato
un video messaggio di notevole
impatto trasmesso anche dalla tv
di Stato - la prima tappa dell’itinerario: l’arrivo del pontefice a
L’Avana è previsto per le 16 di
questo pomeriggio (ora locale).
Sulla possibilità di un incontro con
Fidel Castro, il Vaticano lo ritiene
“verosimile” e “possibile”, anche
se al momento non c’è ancora
un’indicazione precisa su quando
si terrà. Quel che è certo è che
nella storica Plaza de la Revolucion
domenica mattina sarà celebrata
I
una Santa Messa per assistere alla
quale è previsto l’afflusso di circa
200mila persone. I preparativi per
l’evento sono già stati completati:
ad attendere il Papa, un palco con
tettoia dipinti con i colori del Vaticano (giallo e bianco), una sedia
in legno scuro e velluto rosso, una
croce ed un ritratto stilizzato di
Ernesto Che Guevara.
Simboli della rivoluzione dunque,
mescolati a manifesti che danno
al papa, accolto come “missionario
della misericordia”, in una Cuba
che spera molto nella visita del
pontefice. “Francesco – dice un
fedele all’inviato de La Stampa –
lo sentiamo molto vicino. Sarà perché è latino, parla spagnolo e viene
dalla nostra cultura. E poi c’è
l’apertura con gli Stati Uniti: per
noi significa che la vita adesso
può davvero cambiare e sappiamo
che non sarebbe avvenuto senza
di lui”. Ed oltre ai cristiani, ai quali
la presenza del papa “farà capire
che non solo soli e darà il coraggio
di vivere la fede senza paure” –
dice una donna - anche le autorità,
che pure hanno stabilito regole
precise per la partecipazione all’evento, come la necessità di dare
le proprie generalità per avere il
biglietto (una sorta di schedatura
insomma, che potrebbe indurre
molti a rinunciare), sperano che il
pontefice possa essere d’aiuto. Sia
riconoscendo, come fece in Bolivia,
che le intenzioni della rivoluzione
non erano malvagie, sia mettendo
pressione sugli Usa per quanto riguarda la definitiva eliminazione
dell’embargo.
Il viaggio di papa Bergoglio dunque, si preannuncia denso di implicazioni e momenti di grande
rilevanza. Oltre alla tappa cubana
infatti, ad accoglierlo al suo arrivo
a Washington ci saranno Barack
Obama e la first lady: “è la dimostrazione di una grande attenzione.
Non è comune – sottolinea il portavoce del Vaticano – che il presidente in forma privata saluti il
Papa già in aeroporto, visto che la
cerimonia ufficiale si terrà il giorno
dopo alla Casa Bianca”. Di rilievo
e molto attese saranno poi la visita
al Congresso americano (la prima
di un Papa), l’incontro interreligioso al Memorial di Ground Zero,
la messa al Madison Square Garden, la partecipazione all’Incontro
mondiale delle famiglie a Philadelphia e il discorso alle Nazioni
Unite. Molti i temi che il pontefice
affronterà nei ben 26 interventi
previsti nel denso programma: tra
essi immigrazione, pace, terrorismo, integrazione, difesa dell’ambiente, appelli per equilibrare il
sistema economico globale. Grande attesa dunque. Che senz’altro
non verrà delusa.
POLEMICA ALL’EXPO
La terra dei Saharawi “inglobata” nel Marocco
Omar Mih: “È inaccettabile. Illegalità e sopraffazione trovano spazio in un evento che dovrebbe parlare di altro”
ono in pochi a conoscere la
storia dei Saharawi, popolo del
Sahara Occidentale protagonista
di una lunga lotta per l’indipendenza
(dalla Spagna coloniale prima e dal
Marocco poi). Un’indipendenza proclamata con un atto di autodeterminazione ratificato dall’Onu nel
1966 che non si è però mai concretizzato in effettiva autonomia, soprattutto a causa delle pretese di
Rabat.
Ed è proprio il Marocco che, nel
suo padiglione ad Expo 2015, ha
dato vita a quello che il rappresentante in Italia della Repubblica araba
saharawi Omar Mih ha definito un
gesto “inaccettabile”, attraverso il
quale “illegalità e sopraffazione trovano spazio in un evento che dovrebbe parlare di altro”. L’origine
della contesa è una mappa posta
all’ingresso della struttura “che integra – scrive Gilberto Mastromatteo
su Nigrizia.it – all’interno del paese
l’intero Sahara Occidentale, territorio
rivendicato da quasi quarant’anni
dal popolo saharawi”.
Nell’ala del padiglione dedicata al
Sud, vengono descritte in un cartellone la raccolta delle ostriche e
l’industria ittica, “che fa del Marocco
il primo esportatore mondiale di
conserve di sardine”. Ed è abbastanza paradossale, dato che “la
spoliazione di risorse della nostra
terra, soprattutto la pesca – ricorda
ancora Omer Mih – si trova da anni
sui tavoli della diplomazia interna-
S
LA FRANCIA DICE NO AL LAVORO FUORI UFFICIO
Diritto alla “disconnessione”
La normativa sarà discussa il prossimo 9 ottobre
nell’ambito della riforma del codice
l governo francese sta
per varare la riforma
del codice del lavoro.
Tra i temi al centro del
dibattito c’è una questione
particolarmente importante, sottoposta ai legislatori nel corso dei vari
colloqui di concertazione
con le organizzazioni sindacali: il “diritto alla disconnessione”, ovvero la limitazione
delle comunicazioni professionali (via
sms e via e-mail) all’orario di lavoro.
Nulla quando si è fuori ufficio o durante
i giorni festivi dunque.
Al vaglio dell’esecutivo, sull’argomento,
c’è il rapporto presentato da Bruno
Mettling, responsabile delle risorse umane e vicedirettore del gruppo di telecomunicazioni Orange, incaricato di studiare
il fenomeno del “lavoro digitale” (ovvero
appunto l’attività professionale su dispositivi mobili come tablet e smartphone). Tra le misure proposte, che
verranno discusse nel prossimo incontro
tra sindacati, imprese e governo in
agenda il prossimo 9 ottobre, c’è anche
il “diritto alla disconnessione”.
I
zionale”. Nel 2011 infatti il Parlamento
di Strasburgo aveva respinto gli accordi sulla pesca con il Marocco,
proprio in considerazione degli interessi del popolo saharawi. Salvo
poi, nel 2013, procedere con la ratifica, a patto però che Rabat investisse
a benefico appunto della minoranza
che dimora in quei territori. I saharawi appunto. O almeno coloro che
sono rimasti: ce ne sono infatti 150
mila che ormai da quarant’anni vivono nei campi di rifugiati in Algeria,
dove hanno sviluppato alti livelli di
celiachia, diabete infantile e anemie
da carenza di ferro.
Recita la mission delle Nazioni Unite
per Expo 2015: “Garantire a tutti il
diritto ad un cibo nutriente e a condurre vite sane, senza compromettere
le generazioni future”. In proposito
Omar Mih commenta: “Lo sottoscriviamo. Ma che si vigili su chi, come
il regime marocchino, utilizza persino
una rassegna come questa per le
CdG
proprie provocazioni”.
Una questione che è già da tempo al
centro di dibattito non solo in Francia.
Ci sono infatti alcune aziende francesi
che già applicano accordi in forza dei
quali dopo le 18 e nei finesettimana
non vengono inviati messaggi di lavoro.
Così anche in Germania e in Inghilterra.
E se qualcuno ha fatto notare che un’impostazione del genere potrebbe frenare
la competitività, soprattutto nel settore
delle alte tecnologie (in cui si hanno
contatti con aziende e società straniere
che operano con fusi orari differenti)
resta il fatto che la questione del rispetto
della durata minima di riposo deve
essere comunque rispettata ed è più
che giusto che venga normativamente
St.Sp.
disciplinata.
7
Sabato 19 settembre 2015
ESTERI
L’AVANZATA DEL CALIFFATO E LA MINACCIA ALL’EUROPA
“La priorità è l’unione delle forze
contro l’Isis e il terrorismo”
Il monito di Mosca e le politiche confuse di Stati Uniti e Occidente
di Tatiana Ovidi e Cristina Di Giorgi
entre gli Stati dell’Occidente sembrano incerti, la Russia ha le
idee chiare su Assad
e su come fermare
l’Isis e l’invasione di immigrati in
Europa: “La priorità oggi è la necessaria unione delle forze contro
il terrorismo. Senza di questa è impossibile risolvere altri problemi
urgenti, come quello dell’esodo biblico che sta investendo l’Europa”.
Diversa e più complessa la posizione
degli Stati Uniti. Ed anche per un
grande comunicatore come Barack
Obama risulta piuttosto difficile spiegarla. Da un lato c’è la sempre ferma
volontà di eliminare Assad, definito
“crudele dittatore” oltretutto inviso
agli Stati sunniti (Turchia e Arabia
Saudita in testa) che da sempre
sono storici alleati statunitensi. Dall’altro c’è l’Isis e la sua avanzata
inesorabile.
In un quadro del genere, nel gioco
del “nemico del mio nemico è mio
amico”, gli Usa rischiano di ritrovarsi
dalla parte dei tagliagole dello Stato
islamico, perché i tentativi di destituire Assad sono fino ad ora miseramente falliti ed oggi il Califfato
risulta essere l’unico vero antagonista del regime siriano.
E mentre la Casa Bianca si affanna
per cercare il bandolo della matassa,
M
la coalizione internazionale targata
“stelle e strisce” costituita contro
l’Isis si limita a qualche inefficace
bombardamento finalizzato per lo
più a fermare l’avanzata jihadista
verso Bagdad.
Nel frattempo allo Stato islamico
continuano ad arrivare armi, soldi,
uomini e mezzi, senza che nessuno
faccia nulla per impedirlo. E questo
comporta un’avanzata continua: l’Isis
infatti sta conquistando terreno in
Siria e in Iraq, fino all’Egitto e alla
Libia. Ad appena “400 chilometri
da noi”, come ha ricordato Papa
Francesco. Dovunque arrivano, gli
islamici sterminano le minoranze
etniche e religiose (soprattutto cristiane), distruggono templi e monumenti e causano inevitabilmente
la fuga di milioni di disperati, che
premono ai confini europei con conseguenze che si annunciano per
tutti disastrose.
A fronte di tutto questo, la priorità –
per li europei e non solo – deve essere una sola: spazzare via l’Isis. In
Iraq, in Siria, in Libia, in Nigeria,
ovunque sventola la bandiera del
Califfato. Senza perdere altro tempo,
senza ulteriori tentennamenti, senza
calcoli né sotterfugi. Mettendo in
campo tutta la forza necessaria.
Questo i russi l’hanno capito, come
l’ha capito da tempo Assad. Ed oggi,
con Mosca che è entrata “a gamba
tesa” nella guerra contro la jihad,
sembra diventato possibile tentare
di difendere l’Europa a viso aperto,
senza cadere nel tranello dello
“scontro di civiltà” e dell’islamofobia.
Per farlo bisognerebbe però schierarsi al fianco di Putin e Assad, cosa
che non tutti sembrano disposti a
fare. Men che mai i vertici delle istituzioni italiane. E’ infatti di queste
ultime ore la dichiarazione del premier Matteo Renzi, che ha annunciato
che l’Italia non parteciperà agli
eventuali attacchi aerei contro il califfato in Siria, definiti “iniziative
spot”. Non ha tutti i torti: è infatti
abbastanza evidente che la soluzione
al problema Isis non sta in qualche
incursione aerea. Ma non sta neanche nell’appoggio alla confusa linea
americana o in un rigido pacifismo
tout court. La soluzione l’ha indicata
Putin: ed è quella di un’azione militare ad ampio raggio, per portare a
termine la quale è necessaria la
collaborazione di tutti gli Stati che
stanno combattendo dalla stessa
parte. Ovvero contro lo Stato islamico.
L’Italia potrebbe (e dovrebbe) farsi
portavoce di queste istanze in seno
all’Unione europea e alle Nazioni
Unite, anche per bocca dell’ Alto
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
rappresentante dell'Unione per gli
affari esteri e la politica di sicurezza
Federica Mogherini. Che però non
ha trovato di meglio che affermare
che “è impossibile pensare che Assad faccia parte del futuro della Siria”. Tirarsi fuori da questa partita,
come sembrano dunque aver intenzione di fare i vertici dello Stato
italiano che invocano la “necessità
di una soluzione politica” – come
se tale strada fosse percorribile –
significa nascondere la testa sotto
la sabbia. E sperare che altri facciano
tutto quel che c’è da fare al posto
nostro.
8
Sabato 19 settembre 2015
DA ROMA E DAL LAZIO
MENTRE LA PISANA DISCUTEVA LA RISOLUZIONE, ZINGARETTI SI È RECATO PRIMA A CASTELFORTE E POI NEL CASSINATE, ANTICIPANDO LA POSIZIONE DELL’ASSESSORE
Cup: dipendenti ancora a rischio
Opposizione compatta mentre il governatore manda i suoi ordini da fuori.
Approvata l’inutile documento della maggioranza
di Giuseppe Sarra
eri il Consiglio regionale del
Lazio è tornato a riunirsi, con
al centro la vicenda legata
alla gara Cup. Tutti aspettavano Nicola Zingaretti, che
invece era impegnato in una serie
di incontri istituzionali “programmati da tempo e non rinviabili”.
Prima a Castelforte, al confine con
la Campania, poi nel Cassinate.
Della spinosa vicenda Cup se ne è
così occupata Alessandra Sartore,
assessore regionale al Bilancio. Anticipata, però, dal presidente della
Regione Lazio, che, stuzzicato dai
cronisti presenti nel basso Lazio,
ha chiarito la sua posizione in merito
alla gara, che non sarà ritirata.
“Credo ci siano gli spazi affinché
si possa garantire il 100% della
copertura per quanto riguarda il
lavoro”, ha spiegato Zingaretti,
mentre alla Pisana erano stati da
poco aperti i lavori. “Gli operatori
in servizio possono stare tranquilli.
E’ in corso il Consiglio regionale
e le forze di opposizione hanno
chiesto, e credo sia una richiesta
corretta, che insieme alla gestione
del rinnovo delle gare ci sia un’attenzione per quanto riguarda la
copertura dei diritti nel campo
del lavoro”.
Le agenzie battono le dichiarazioni
di Zingaretti, che lasciano a bocca
aperta l’opposizione e qualcuno si
chiede:“E’ tutto deciso, perché siamo qui?”. La minoranza va su tutte
le furie:“Stiamo rasentando la pura
follia istituzionale: il governatore è
irrispettoso”, ha sentenziato Daniele
I
A sinistra, la sedia vuota di Zingaretti in Consiglio regionale, fotografata da Storace
Sabatini (Ncd), seguito da Francesco
Storace (La Destra) che si è rivolto
alla Sartore: “Lo ha già detto lui
che la gara non si tocca. Lei che è
venuta a fare? Lei tollera che il
posto suo venga preso da chi sta ai
Vigili del fuoco a Castelforte? Ma
non si sente presa in giro?”.
A quel punto, l’opposizione ha chiesto la convocazione della capigruppo per chiedere ufficialmente la
presenza di Zingaretti in Aula. Niente
da fare. “Ha altri impegni”, ha ribadito la presidenza del Consiglio.
La discussione è proseguita tra le
polemiche e l’assessore ha ribadito
la posizione della Regione, confermando in buona sostanza quanto
espresso da Zingaretti.
“Questo bando va revocato”, ha
scandito Storace, soffermandosi
sulla risoluzione del centrodestra:
“Lo abbiamo scritto con grande
chiarezza. Poi sarete voi ad obbedire
a Zingaretti assente, votando contro
una risoluzione che chiede la revoca
del bando di gara”. Riferendosi al
primo bando, quello di Mafia capitale, Storace ha poi detto:“Adesso
chi truccava le carte sta in galera,
e qualcuno ancora aspetta, chi rischia il posto di lavoro sono i lavo-
Le dieci domande del comitato
l comitato dei lavoratori Cup non molla e,
riguardo le rassicurazioni della Regione
Lazio sul destino del personale, rivolge dieci
domande-verità al presidente Nicola Zingaretti,
auspicando risposte chiare e puntuali, non giri
di valzer.
Lei afferma che la gara del Cup deve
avvenire in un clima di legalità! Perché
allora è stata affidata dalla Regione Lazio
l’incarico di Responsabile Unico del Procedimento
della nuova gara alla persona che risulta coinvolta
nell’inchiesta di Mafia capitale ed indagata dalla
Procura per false dichiarazioni al pm e favoreggiamento?
Perché ci dobbiamo fidare di Lei Presidente che afferma che i lavoratori non
corrono pericolo di perdita del posto
del lavoro nel cambio appalto da parte della
nuova ditta aggiudicataria, quando invece l’unico
modo per garantire che questo avvenga è prescrivere nel capitolato l’obbligo al futuro aggiudicatario di rioccupare i lavoratori nelle condizioni
di livello professionale e trattamento economico
già raggiunto?
Perché la clausola sociale di riassorbimento della manodopera, prevista dal
nostro ordinamento in materia di pubblici
appalti e dall’Anac, nonché specificamente obbligato da una Legge Regionale la n. 16 del
2007, è stato levato dal nuovo bando di gara rispetto a quello annullato per i fatti di Mafia capitale?
Pensa che sia giusto che il nuovo Bando
di gara permetta di avvantaggiare significativamente le ditte nuove entranti
I
2.
3.
4.
sulle altre? Si rende conto che la partecipazione
alla gara consente alle nuove ditte, rispetto alle
altre, di poter trattare con i lavoratori condizioni
contrattuali e retributive diverse ed usufruire di
agevolazioni contributive attraverso il Jobs act?
Si rende conto che questo scarto potrebbe pregiudicare all’Antitrust la gara stessa;
E’ vero che i dati forniti dai suoi uffici
circa la necessità di un taglio del personale del 20%, sono basati su dati nei
quali non sono conteggiati i servizi effettuati
dagli attuali sportelli Cup per la medicina generale, l’intramenia e che se tali dati venissero
conteggiati correttamente la situazione riferita
agli ultimi 5 anni (2011-2014) vedrebbe una
stabilità delle prestazioni complessive eseguite
e non una diminuzione come invece si è voluto
far credere?
Secondo Lei, in un appalto dove la
ditta fornitrice è chiamata per la quasi
totalità del costo a mettere a disposizione dell’Amministrazione pubblica della ma-
5.
6.
con ancora più forza la difesa della
legalità e dei diritti dei lavoratori”.
I sindacati, dal canto loro, hanno
confermato lo sciopero di lunedì
perché “riteniamo insufficienti le
proposte della Regione”.
Nel tardo pomeriggio, Storace ha
rincarato la dose: “La conclusione
della seduta ha mostrato il volto di
una maggioranza - ha scritto su Facebook - che prepara il funerale
dei lavoratori, rifiutandosi persino
di votare sulla salvaguardia dell’attuale personale. Con gli impegni
generici si spiana la strada ai licenziamenti”.
IERI NESSUNO È ENTRATO A SCUOLA
nodopera per effettuare lavori amministrativi
delicati di incasso, rendicontazione , statistica,
relazioni con il pubblico, la competenza professionale dei lavoratori offerti può valere solo
3 punti tecnici sui 60 complessivi dedicati al
progetto tecnico;
Perché se si è perseverato nella nuova
gara per il Cup da parte della Centrale
Acquisti della Regione Lazio nella suddivisione del servizio in 4 lotti, rischiando di generare nuove ambizioni spartitorie deviate della
politica come già avvenuto per il precedente
appalto annullato per i tentativi di infiltrazione di
Mafia capitale?
Perché non si pensa ad una gara unica
centralizzata che sfrutti tutte le possibili
sinergie, anche in momenti di cambiamento dell’organizzazione delle aziende
e che eviti disparità di trattamento contrattuale
ed economico tra lavoratori che effettuano lo
stesso servizio per conto del Ssr. Oppure, in
alternativa, non si definisce un modello di
gara unica da effettuare a cui le aziende si
devono uniformare lasciando che siano queste
ultime a provvedere secondo le proprie effettive
esigenze?
Perché l’Asl B e l’Asl C si trovano su lotti
diversi quando si sta decidendo l’unificazione delle due Asl correndo il rischio
di trovarci all’interno della stessa azienda personale ingaggiato con contratti diversi;
Perché Lei ed i suoi uffici continuano
a mentire alla stampa circa il fatto
che per oltre 13 anni non si sono
fatte gare per servizi di questo tipo nella Regione,
quando invece negli ultimi 3 anni si contano diverse gare (spesso precarie per 1 anno) in
quasi tutte le aziende Asl e ospedali?
7.
1.
ratori, che sembrano diventati loro
i mafiosi, perché loro non vanno
garantiti”, ha concluso il consigliere
de La Destra, che nel corso del suo
intervento ha lamentato la scarsa
trasparenza e ha denunciato la strutturazione sia del primo che secondo
bando, oltre alle vicissitudini con
l’ex direttrice della Centrale acquisti, Elisabetta Longo.
La maggioranza ha poi approvato la
propria risoluzione. Nessuna revoca
del bando Cup, ma al contrario “proseguire nella strada intrapresa, perché ci consente di superare la stagione delle proroghe e a garantire
8.
9.
10.
Bimbo disabile
senza insegnante
di sostegno:
continua la protesta
aolo, bambino di quattro anni e non
deambulante, è ancora senza insegnante di sostegno. Può contare solo
su un’assistente sociale per un’ora e mezza
durante l’orario scolastico. Eppure la legge
dovrebbe assicurare al bambino entrambe
le figure per l’intera giornata scolastica.
Condizioni denunciate già dal papà e dalla
mamma al Giornale d’Italia, a cui si sono
uniti anche i genitori della scuola dell’infanzia
di via Cadolino a Nettuno (Roma).
Ieri, in segno di solidarietà, tutti i bambini
della scuola non sono entrati. Le famiglie li
hanno tenuti tutti a casa.
La richiesta è sempre la stessa: garantire a
Paolo i diritti sanciti dalla legge.
Le insegnanti rispondono che non possono
intervenire. Dal Comune di Nettuno ribadiscono che “i fondi sono pochi” e non possono
garantire l’assistente per tutto l’orario scolastico. Dell’insegnante di sostegno ancora
nessuna traccia.
Una storia davvero incredibile, che sta commuovendo la Rete.
Come mai nessuno interviene? Il premier
Renzi e il ministro dell’Istruzione Giannini
non hanno nulla da dire?
P
9
Sabato 19 settembre 2015
ECONOMIA
MOLTI SONO STATI GLI AD CHE HANNO ABBANDONATO LA BANDIERA IN QUESTI ULTIMI ANNI
Alitalia dei record: anche Cassano lascia
Il più anziano è stato Domenico Cempella, dal 1996 al 2001. Nessuno è durato quanto lui
di Marco Compagnoni
he le acque fossero agitate
in Alitalia era risaputo, ma
non fino a questo punto.
Improvvise, come un fulmine a ciel sereno, le dimissioni di Silvano Cassano, ex ad
della vettore italiano. “Per motivi
personali”, ha comunicato l’azienda.
Prima l’indiscrezione, poi l’ufficialità:
arrivata intorno alle 12 e 40 da
parte dell’azienda. La bandiera vola
sempre tra le turbolenze e continua
a macinare record: tantissimi gli ad
che hanno sbattuto la porta in questi
ultimi venti anni.
La lista è lunghissima. Cassano lascia dopo otto mesi di incarico effettivo. Il suo predecessore, Gabriele Del Torchio, ha guidato il
vettore dall’aprile del 2013 per traghettarlo verso il matrimonio con
Etihad, celebrato nell’agosto 2014.
Prima di lui c’è stato Andrea Ragnetti, durato meno di 12 mesi.
Preceduto da Rocco Sabelli, con
un solo mandato triennale sulle
spalle.
Poi tanti altri si sono alternati: da
Francesco Mengozzi (tre anni) a
Marco Zanichelli (febbraio-maggio
C
2004), da Giancarlo Cimoli (nella
doppia veste di presidente e ad) a
Berardino Libonati, da Maurizio Prato ad Aristide Police (anche lui pre-
sidente-amministratore delegato).
Basti pensare che, negli ultimi venti
anni, Domenico Cempella è stato
l’ad più anziano: ben cinque anni,
dal 1996 al 2001. Gettò la spugna a
seguito di insanabili divergenze
con l’azionista.
Fino a ieri, quando anche Cassano
ha sbattuto la porta. Una notizia
inattesa, pure per il sindacato Filt
Cgil.
In molti pensano che dipenda anche
dalla spinosa vicenda legata ai problemi dell’Aeroporto Leonardo Da
Vinci.
“E’ urgente conoscere, ad un anno
dall’ingresso di Etihad, se le cause
di queste dimissioni sono dovute
ad un riassetto ai vertici oppure fa notare Filt Cgil - possono essere
legate ai risultati del piano e ai
problemi emersi su Fiumicino”.
Intanto il cda ha assegnato i poteri
a Luca Cordero di Montenzemolo,
presidente di Alitalia, che guiderà
questa fase di transizione fino alla
designazione del nuovo ad.
“Passeremo ora - ha spiegato il
presidente Montezemolo - alla
prossima fase della nostra strategia
di trasformazione del business con
una nuova guida”.
Con la speranza di uscire al più
presto dalla tempesta.
LA MULTINAZIONALE SI È AGGIUDICATA IL PRESTIGIOSO PREMIO PETROLEUM ECONOMIST AWARD
Eni, un’altra conquista
esplorazione si conferma
per Eni un importante driver
di crescita, con una strategia
focalizzata su bacini con riserve
certe (proven) situate vicino a giacimenti già sviluppati che permettono di completare velocemente
la valutazione del potenziale minerario e sfruttare le sinergie per
le successive attività di sviluppo e
messa in produzione.
Eni annuncia di aver vinto il Petroleum Economist Award, premio
istituito nel 2006 dal prestigioso
Petroleum Economist, come Exploration Company of the Year.
Nel corso di una cerimonia tenutasi
ieri sera a Londra, un panel di
esperti indipendenti rappresentativi
L’
di tutti i settori del mondo dell’Energia, guidato dal segretario
generale dell’Opec Abdalla Salem
El-Badri, ha consegnato a Eni il
premio riconoscendo alla società
un approccio innovativo alle attività
di esplorazione insieme a una capacità unica di perseguire gli interessi del proprio business con
successo, spesso in ambienti sfidanti.
La nomina di migliore società al
mondo nella ricerca di gas e petrolio è un ulteriore riconoscimento
dei numerosi successi esplorativi
di Eni, che grazie alle sue elevate
competenze geologiche e tecnologie di perforazione all’avanguardia, negli ultimi 7 anni ha realizzato
scoperte per oltre 10 miliardi di
barili di risorse. In particolare,
negli ultimi 3 anni, Eni ha raggiunto
risultati record con 5 grandi scoperte, l’ultima delle quali nell'offshore egiziano del Mar Mediterraneo, con la scoperta del giacimento supergiant a gas di Zohr.
Questa scoperta è la più grande
mai effettuata in Egitto e nel mar
Mediterraneo e può diventare una
delle maggiori a livello mondiale.
L’esplorazione si conferma per
Eni un importante driver di crescita, con una strategia focalizzata
su bacini con riserve certe (proven) situate vicino a giacimenti
già sviluppati che permettono di
completare velocemente la valu-
tazione del potenziale minerario
e sfruttare le sinergie per le successive attività di sviluppo e messa
in produzione. Nel 2011 Eni ha
effettuato la maggiore scoperta
di gas naturale nella storia dalla
società nell’Area 4 dell’offshore
del Mozambico. Altre scoperte
OGGI ALL’EXPO DI MILANO SARÀ POSSIBILE CONOSCERE LE INNOVAZIONI DEI NOSTRI IMPRENDITORI
Boom di birre “speciali”: solo italiane
splode la moda delle birre di nicchia.
Non solo acqua, cereali, lievito e luppolo, ma anche castagne, spezie della
macchia mediterranea, carciofi e puntarelle.
Sono le birre “speciali” che stanno conquistando tutto il Paese.
Secondo il rapporto di Assobirra, le specialità
rappresentano una quota del 7-8% del
mercato (parliamo di birre “speciali” prodotte dalle medie e grandi aziende e birre
artigianali in generale), con trend di crescita
del 10-20%. A cui corrisponde almeno un
micro birrificio in ogni provincia, ai quali
si stanno aprendo le porte mercati difficili
e complessi come quelli anglosassoni o
giapponesi, grazie all’utilizzo nelle ricette
anche di altre materie prime e aromi del
nostro territorio. Un tocco di qualità tutto
italiano. Un meccanismo che ha messo in
E
moto una nuova economia: i microbirrifici
contano di fatto centinaia di imprenditori,
molto spesso giovani. Tra grandi e piccoli
produttori, comprendendo l’indotto, sono
136mila le persone che lavorano in questo
settore.
E non solo. Assobirra stima che un posto
di lavoro nel mondo della birra in generale
ne generi 24,5 nell’ospitalità (bar, ristoranti,
alberghi), uno nell’agricoltura, 1,3 nella
supply chain (imballaggio, logistica, marketing e altri servizi) e 1,2 nella distribuzione
(Gdo e dettaglio).
Ed oggi si celebra la giornata della birra, a
cui l’Expo di Milano ha organizzato una
festa speciale alla bevanda alcolica più
consumata al mondo. Sarà possibile, infatti,
conoscere le profonde innovazioni che
hanno accompagnato il vero boom della
produzione di birra artigianale Made in
Italy con uno specifico “focus sulle Agribirre”, caratterizzate da un legame diretto
con le aziende agricole che ne conferisce
una specifica distintività.
L’appuntamento è per oggi all’Expo di
Milano nel Padiglione Coldiretti “No Farmers
No Party” all’inizio del card sud dove dalle
9,30 sarà possibile conoscere esperienze
uniche che hanno portato alle più curiose
innovazioni nella produzione della birra
italiana.
Sarà, inoltre, l’occasione per presentare il
dossier della Coldiretti sulla produzione di
birra artigianale in Italia con i successi sui
mercati interni ed internazionali.
Non solo quindi l’agroalimentare e il vino.
L’Italia conquista il mondo a suon di boccali
di birra. Tutta italiana.
recenti sono state effettuate nei
temi pre-sale del West Africa, in
Congo, Gabon, Angola, Norvegia
ed Ecuador.
10
8
Sabato 19 settembre 2015
CRONACHE
VERCELLI: UN GIOVANE DI 26 ANNI SI TOGLIE LA VITA
Suicida per bullismo
I genitori denunciano: “È stato più volte gettato nei cassonetti dell’immondizia, filmato e fotografato”
di Rita di Rosa
ndrea Natali, un giovane
di 26 anni di Borgo d’Ale
(in provincia di Vercelli)
si è tolto la vita ai primi
di settembre impiccandosi nella sua camera da letto. Le
motivazioni del gesto estremo sono
molto probabilmente legate ai numerosi episodi di bullismo dei
quali il ragazzo, che soffriva di crisi
depressive, era stato vittima. Il padre, che ha in queste ore riportato
alla luce quanto accaduto con pesanti dichiarazioni ai margini di
una celebrazione in memoria del
figlio, ne è certamente convinto:
“Me l’avete ucciso voi” dice rivolgendosi ai colleghi di Andrea.
Il giovane, appassionato di motori,
aveva lavorato in una carrozzeria
del suo paese ed era stato a quanto
pare preso di mira in diverse occasioni: tra gli scherzi (decisamente
oltre il limite) che gli sono stati
fatti, l’essere ripetutamente gettato
nei bidoni dell’immondizia. Con
relativa documentazione fotografica
e video, successivamente diffusa
on line sui social network. Secondo
il genitore è stato proprio questo
a farlo cadere in depressione.
In cura da una psicologa, che riesce a conquistarsi la sua fiducia,
Andrea si convince a far partire
un’indagine e, accompagnato dal
padre, nell’aprile 2014 presenta
denuncia alla polizia postale di
Biella, lamentando la pubblicazione
di immagini di scherzi a suo carico
risalenti al periodo in cui lavorava
A
I genitori di Andrea Natali con la foto del figlio
nella carrozzeria, che gli stessi inquirenti hanno definito “sgradevoli
e di cattivo gusto”.
Le indagini, quattro mesi dopo, si
erano concluse con la rimozione
del materiale dal web e l’invio
degli atti alla procura. Ma non è
bastato: in seguito a quanto subito
infatti, Andrea era caduto in depressione (“Continuava a ripetere
che gli era stata tolta la dignità”,
raccontano i genitori) e non usciva
praticamente più di casa se non
accompagnato. “Aveva paura, si
sentiva minacciato. Temeva che
potessero fargli del male”, dicono
Fabrizio e Liliana Natali.
Stringendo, insieme alla moglie,
una fotografia di Andrea sorridente
e sereno, il padre chiede ora pubblicamente giustizia per la morte
del figlio: “Anche
se niente potrà mai
restituircelo, vogliamo capire cosa sia
veramente accaduto”. Tra l’altro “Andrea diceva sempre che non si era
rivolto alle forze
dell’ordine solo per
fermare i suoi aguzzini - conclude il
padre - ma per evitare ad altri ciò che
è accaduto a lui.
Non voglio nessuno
in galera, Andrea
avrebbe perdonato
chi lo aveva trattato
in quel modo: voleva solo che gli
chiedessero scusa,
ma non è mai successo. Ora devono
pagare con quello
che hanno. I soldi
andranno in beneficenza”.
Ora, dopo le recenti
dichiarazioni dei
genitori la procura
di Vercelli ha reso
noto di aver aperto
un nuovo fascicolo
di atti sulla vicenda
di Andrea e sulle responsabilità
di coloro che hanno provocato il
dramma che potrebbe averlo portato a suicidarsi.
Un ulteriore capitolo di indagini
che va ad aggiungersi all’inchiesta
per bullismo.
ANNIVERSARI
Inaugurato settantasette anni fa il Sacrario di Redipuglia
Il monumentale complesso raccoglie le salme di oltre centomila caduti italiani della Grande Guerra
lle pendici del monte Sei
Busi, cima contesa durante le varie battaglie
dell’Isonzo (combattute nella
prima fase della Grande Guerra) è stato eretto il Sacrario di
Redipuglia. Inaugurato il 18
settembre 1938, il monumentale mausoleo è ad oggi uno
dei più grandi complessi al
mondo di onoranza ai caduti.
Dedicato agli italiani che offrirono la loro vita nel Primo conflitto mondiale, è stato progettato
dall’architetto Giovanni Greppi
e dallo scultore Giannino Castiglioni e raccoglie le salme
di oltre centomila soldati, caduti
nelle zone circostanti.
Subito dopo l’ingresso del complesso, si estende un piazzale
lastricato in pietra carsica, attraversato nel mezzo dalla via
Eroica ai lati della quale sono
poste due file di lastre di bronzo, ciascuna con inciso su il
nome di una località dove si è
combattuto. In fondo, la solenne
gradinata, che custodisce, in
ordine alfabetico dal basso verso l’alto, le spoglie di 39.857
caduti. Su ognuno dei 22 gradoni è riportata più volte la
scritta “Presente”. Alla base
A
c’è la tomba del duca d’Aosta,
comandante della Terza Armata, circondata da quelle dei
suoi generali caduti in combattimento. In cima, in due
grandi tombe comuni, riposano
le salme di 60.330 caduti ignoti.
Nella cappella e nelle sale adiacenti, sono custoditi oggetti
personali dei soldati.
“L'appello dei Caduti, ossessivo
e totalizzante nelle centinaia di
Presente scolpite in bianca pietra del Carso, ammonisce che
essi non sono realmente morti,
ma sono presenti nella memoria, vivi nell'immortalità dell'Azione, la cui suprema espressione collettiva è la ‘piccola
battaglia’ delle trincee, che va
sempre ricondotta alla ‘grande
battaglia’ nel proprio individuale”, scrivono i volontari
dell’Associazione Memento,
che si occupa, tra le
altre cose, di cura, tutela e studio dei Luoghi della Memoria.
“Redipuglia – continuano - è una delle
maggiori testimonianze di mistica fascista,
che nella volontà di
Mussolini avrebbe fatto della Guerra il mito
di fondazione della
nuova era. I Caduti
diventano così veri
artefici consapevoli
non solo della vittoria,
ma soprattutto della
Rivoluzione, che senza di loro non sarebbe stata possibile. Il
loro martirio concretizza l'idea di uno Stato etico, al di fuori del quale
l'individuo non esiste, e dentro
cui egli può realizzarsi solo
come parte organica del tutto”.
“Che ti importa il mio nome?
Grida forte al vento: fante d’Italia! E dormirò contento” si legge in un’iscrizione. A sfidare la
morte. A dire a tutti noi che
quei soldati sono lì, fermi sull’attenti, da allora per tutti i
CdG
secoli a venire.
NAPOLI
Maxiblitz anti camorra
Oltre quaranta persone in manette
con l’accusa di essere vicine o affiliate
ai clan attivi nei Quartieri Spagnoli
el corso di un maxiblitz
delle forze dell’ordine contro la camorra, portato a
termine in queste ultime ore,
sono scattate le manette ai polsi
di una quarantina di persone,
sospettate di essere affiliate e
vicine ai clan attivi in particolare
nel centro storico partenopeo. I
reati di cui gli arrestati sono accusati sono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, traffico di
stupefacenti, detenzione e porto
abusivo di armi comuni e da
guerra.
L’operazione, condotta in particolare dai carabinieri di Napoli,
ha portato all’esecuzione – sia
nel capoluogo campano sia in
altre città d’Italia - di 34 ordinanze
di custodia cautelare in carcere
N
e 9 ai domiciliari. I provvedimenti
sono stati richiesti dalla locale
Direzione distrettuale antimafia
ed emessi dal gip partenopeo.
Tra i destinatari, ci sono anche
due titolari di noti esercizi commerciali napoletani, ritenuti organici all’associazione mafiosa.
A risultare particolarmente colpito
è il clan Mariano, sul quale si
sono concentrate le indagini. La
cosca, che è risultata egemone
nei Quartieri Spagnoli, “esercitava
il suo potere criminale – come
rivela il comandante del reparto
operativo di Napoli, il tenente
colonnello Alfonso Pannone –
attraverso lo spaccio di droga,
imponendo il pizzo ad operatori
commerciali e mediante contraffazione di capi di abbigliamento
St.Sp.
ed orologi di lusso”.
11
Sabato 19 settembre 2015
DALL’ITALIA
RICCIONE: “QUOTE ROSA” SULLE STRADE DELLA CITTÀ, SPUNTA IL NOME DELLA MOGLIE DEL DUCE. LA NIPOTE EDDA: “MOLTI LA RICORDANO CON AFFETTO”
Una piazza per Donna Rachele
Il sondaggio lanciato dalla presidente della commissione Pari opportunità
Beatriz Colombo. Il Comune: “Non c’è paura delle polemiche”
di Emma Moriconi
eri sera alla commissione
per le Pari Opportunità
si é parlato del progetto
di toponomastica femminile "una Donna per Riccione" in
cui si prendeva in considerazione
come tra 813 strade/vie/piazze,
264 fossero dedicate a uomini, e
solo 5 a donne. Tra queste abbiamo
nomi di Sante, Madre Teresa di
Calcutta; di benefattrici, Maria Ceccarini; la poetessa Grazia Deledda,
Ada Negri e vittime di una strage
come la riccionese Annika Brandi.
La nostra proposta è dare un nome
importante e simbolico ad una
donna che rappresenti il coraggio
di essere donna in questo secolo
ad una piazza o una strada della
nostra Città. Tra i papabili abbiamo
Oriana Fallaci, Tamara Monti e Donna Rachele, oltre a Giovanna Beretta
Molla. Saremo felici di avere anche
la vostra partecipazione ed opinione riguardo a questo". Il 15 settembre scorso questo post compariva sul profilo Facebook di Beatriz Colombo, presidente della
Commissione Pari Opportunità del
“I
Comune di Riccione. Non sappiamo
quale sarà l'esito del sondaggio,
né se a Rachele Guidi Mussolini -
qualora risultasse "vincitrice" - sarà poi effettivamente intitolata una
piazza o una via, certo
è che, tra i tanti nomi
papabili, quello che attrae di più l'attenzione
è proprio il suo. E secondo l'opinionista Carlo Morigi il merito di
questa riscoperta del
personaggio "Rachele"
è merito del libro che
ho avuto l'onore di scrivere con Edda Negri
Mussolini, "Donna Rachele, mia nonna, la moglie di Benito Mussolini". Secondo Morigi, infatti, questo volume - in
uscita a metà ottobre
per la Casa Editrice Minerva - "sta risvegliando sentimenti di simpatia ed amore da parte
di molti Romagnoli verso Donna Rachele, la
moglie del Duce". Lo
dimostrerebbe il fatto che "la candidatura più cliccata sul web è
quella di Oriana Fallaci ma, in que-
sti ultimi 3 giorni, sta rimontando
nonna 'Donna Rachele' che segue
a pochi clik di distanza la nota
giornalista e scrittrice. Edda Negri
Mussolini - aggiunge Morici - con
il suo libro non poteva fare miglior
regalo alla sua nonna da cui ricevette, fin dalla sua nascita, tanto
affetto ed amore".
Molti i commenti che girano sulla
rete, uno colpisce in maniera particolare: "E' ora ed è tardi che si
recuperi sia con il passare al di là
degli odi, e la figura di Donna Rachele è quella di una donna che
amava la sua famiglia, i suoi figli
e il suo uomo. Una donna che nella
guerra ha perso un figlio, il marito
e ha visto andare in pezzi in modo
lacerante una parte della sua famiglia. E , magari, mentre si rendeva conto, eccome, delle manovre
di due personaggi squallidi: il re
e Badoglio. Si deve recuperare in
generale, dedicando edifici, parchi
e strade alle donne che la storia
ha affossato e che invece avevano
grande coraggio, grandi competenze e grandi virtù!"
"A Riccione la nonna fece un villaggio, un quartiere della città -
dice Edda - che era intitolato a
lei. Tanti Riccionesi hanno sempre
parlato molto bene di lei, tanti
hanno sempre detto che se avevano un tetto sulla testa il merito
era della nonna Rachele. Le case
venivano date a chi aveva molti
figli e condizioni economiche disagiate. Questo forse ha determinato anche nelle generazioni successive, il rispetto e l'affetto per
lei, che non si occupava di politica
ma che aveva a cuore i problemi
del popolo".
Non sappiamo se il nostro lavoro
abbia davvero riacceso i riflettori
su questa figura di donna straordinaria, non sappiamo se la possibilità che la Minerva fornisce di
leggere sul suo sito il primo capitolo di questo libro sia stato in
qualche modo utile a riscoprire
questo eccezionale personaggio
del Ventesimo Secolo. Certo è che,
a poche settimane dall'arrivo in
libreria del nostro volume, la notizia
che tanti Romagnoli abbiano
espresso la propria preferenza per
Rachele Guidi Mussolini non può
che riempirci di commozione, di
gioia e di orgoglio.
TORINO: IL VOLUME DI ALBERTO ALPOZZI È STATO L’ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA IL NOSTRO PAESE E LA SOMALIA, CHE PROPONE UN GEMELLAGGIO
“Il Faro di Mussolini” porta
il governatore di Guardafui in Italia
Abdulkadir Mohamed: “Un antico rapporto che affonda le radici nella storia”
Torino: la conferenza stampa con Alpozzi, Marrone e Abdulkadir
un onore per me essere qui oggi
nella Città di Torino, un incontro
nato grazie all'antica amicizia che
lega í nostri Paesi e all'amicizia
con Alberto Alpozzi che mi sta facendo conoscere
la vostra bellissima Città. Ringrazio anche il
Gruppo di Fratelli d'Italia per aver organizzato
l'incontro con il Sindaco Fassino". Ha esordito
così il Governatore di Guardafui, Abdulkadir
Mohamed, all'incontro con il Sindaco di Torino,
con la compagine torinese di Fratelli d'Italia e
con Alberto Alpozzi, autore del volume "Il Faro
di Mussolini", uscito in libreria lo scorso marzo e
che ha fatto molto parlare di sé in ambito letterario
e non solo. Il Governatore ha poi aggiunto, nel
suo intervento di apertura: "C'e' uno stretto
legame tra la nostra regione di Guardafui sulla
punta del Corno d'Africa e la vostra Città di
Torino dal momento che proprio un fotografo
“È
torinese, Carlo Pedrini, documentò per la prima
volta la costruzione del faro Francesco Crispi,
opera pubblica rimasta ancora oggi in Somalia
del periodo coloniale, e proprio un torinese, Alberto Alpozzi, ha scritto per la prima volta un
libro sul faro Francesco Crispi, intitolato 'Il faro
di Mussolini', e sulla presenza italiana in Somalia.
Partendo da questo antico rapporto - ha aggiunto
- che affonda le radici nella storia, cogliamo
l'opportunità per rinnovare uno spirito di cooperazione anche nella politica di oggi, lanciando
una prima proposta di gemellaggio tra Torino,
capoluogo piemontese, e Alula, capoluogo della
regione di Guardafui".
Un libro, quello di Alpozzi, la cui introduzione è
stata curata dallo scrittore Giorgio Ballario, che
riferisce alcune informazioni utili alla comprensione del lavoro di Alpozzi: "Il libro non tratta
solo del faro, - scrive - c’è infatti la storia del faro
e i richiami al passato, c’è la storia dell’amministrazione fiduciaria italiana, e accenni a personaggi
celebri come Amedeo Guillet, e semi sconosciuti
come Carlo Pedrini, vi si leggono gli echi delle
sfortunate missioni Unosom che l’ONU condusse
fra il ’92 e il ’95, ma ci sono anche le radici dell’attuale pirateria nel Corno d’Africa". Alberto
Alpozzi, nella stesura del libro, ha effettuato una
precisa indagine storica, partendo dal faro di
Guardafui, il promontorio dei pirati somali, una
costruzione che è simbolo della storia coloniale
del nostro Paese, ma abbracciando un contesto
che va dagli antichi romani alle esplorazioni in
Africa, fino alla seconda guerra mondiale. Un
volume romanzato, dunque piacevole alla lettura,
in cui vanno ad intrecciarsi accordi segreti,
inganni, enigmi che si sono nel tempo consumati
sulla punta estrema del Corno d'Africa. Un luogo
spettacolare, intrigante, suggestivo, affascinante,
che l'Italia di Mussolini scelse per erigere il più
grande "fascio littorio" della storia: il faro, appunto,
intitolato a Francesco Crispi. Il libro di Alpozzi è
interessante perché è l'unica opera che racconta
in maniera completa ed approfondita uno spicchio
della nostra storia estremamente affascinante.
La prefazione è curata da Giorgio de Vecchi di
Val Cismon.
L'incontro del governatore somalo con il Capogruppo di Fratelli d'Italia in Comune e Regione
Maurizio Marrone ha fatto il punto su questioni
importanti: "La soluzione ai problemi dell'Africa
- hanno riferito in un messaggio congiunto Marrone e Abdulkadir Mohamed - non può essere
la migrazione di massa, bisogna rafforzare la
cooperazione intenzionale per risollevare l'economia africana, contrastando così guerre e fame".
E Marrone ha aggiunto: "In un anno tra bandi
prefettizi e SPRAR in Regione Piemonte si sono
spesi quasi 80 milioni, meglio investire almeno
parte di quelle risorse in progetti concreti mirati
a dare una possibilità di sviluppo alle nuove generazioni africane, sottraendole al rischio di
morire nel Mediterraneo o al reclutamento nelle
milizie islamiste come Al Shabab che insanguina
il sud della Somalia e il Kenya: l'Italia non può
passare dal colonialismo al menefreghismo e il
Comune di Torino così come la Regione Piemonte
hanno già gli uffici e le strutture di relazioni internazionali e di cooperazione per lavorarci.
Con questa iniziativa noi Fratelli d'Italia ci confermiamo come forza politica capace di elaborare
proposte concrete e internazionali per fronteggiare l'emergenza umanitaria in corso senza
cedere un passo alla demagogia buonista". Molto
soddisfatto Alberto Alpozzi: "Sono orgoglioso
che la mia ricerca storiografica sulla passata
presenza italiana in Somalia stia ponendo le
fondamenta di un rinnovato rapporto tra i nostri
due Paesi, proprio partendo da un approfondimento storico e da una Capitale europea della
cultura come Torino". Dopo questo incontro il
governatore ha incontrato il sindaco di Torino
Piero Fassino, al quale ha avanzato richieste
circa il restauro di vecchi edifici coloniali italiani,
a cominciare dal vecchio ospedale Regina Elena
di Alula e proprio al Faro di Guardafui. La
speranza è che esso diventi un luogo turistico.
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Sabato 19 settembre 2015
SPORT
IN FRANCIA SUSCITA “INTERESSE” IL NOSTRO ARTICOLO SULLE NUOVE MAGLIE DELLA LAZIO
Provocazione d’Oltralpe
Il giornalista di “Le Monde” polemizza con “Il Giornale d’Italia” ma dimentica le malefatte dei tifosi
di casa sua, compresi quelli del Marsiglia che l’altro ieri hanno devastato Groningen
di Daniele Belli
LAVORI IN CORSO NEI RISPETTIVI STADI
eri mattina l’articolo de Il
Giornale d’Italia "Je suis italien" in cui si parlava dell'attacco di Le Monde alla maglia
che la Lazio utilizza per le
trasferte in Europa League ha turbato
la sensibilità della “democratica”
testata giornalistica francese. L’articolo, infatti, ieri ha fatto il giro del
web e dei social per finire, poi, sul
profilo twitter di Abel Mestre, che
dalle pagine di Le Monde aveva attaccato la Lazio e Paolo Di Canio:
"Bonjuor Abel Mestre, Je suis Italien",
con allegato l’articolo, questo il tweet
inviato al giornalista transalpino dall’autore del pezzo su Il Giornale
d’Italia.
Dopo neanche un minuto arriva la
risposta del giornalista francese che,
oltre a dimostrare di essere un nostro
attento lettore, testimonia una spiccata antipatia verso l'Italia e in particolare la Lazio. Nel tweet nessun
attacco è stato fatto nei suoi confronti
ma lui ha replicato seccato e in
modo provocatorio: "Bonjour, merci
je connais ce journail d'extreme
droite – Buongiorno, grazie. Io conosco il giornale dell’estrema destra". E dopo un minuto scrive al direttore Francesco Storace: "Tiens, le
journal d'exd de @Storace m'attaque.
Comme c'est bizzarre – Ecco qua, il
giornale dell’estrema destra di Storace m’attacca. Come è strano".
Quale attacco è stato fatto nei confronti di Abel Mestre? Nell’articolo
Chelsea e Tottenham
emigrano a Wembley
I
l glorioso stadio di
Wembley, tappa obbligata di ogni appassionato di calcio
anche se in versione
da turista a Londra,
sta per conoscere una
seconda vita.
La Football Association è infatti pronta a
concedere Wembley come 'casa provvisoria' a Chelsea e Tottenham. I due
club, secondo le notizie che arrivano
da oltre Manica, stanno ora cercando
un nuovo stadio a tempo visto che i
rispettivi impianti saranno sottoposti
a restyling: Stamford Bridge passerà
a una capacità di 60 mila posti per un
progetto da 500 milioni di sterline
che costringerà i Blues a cercarsi una
nuova casa per almeno due stagioni;
gli Spurs avranno invece bisogno di
I
de Il Giornale d’Italia si è soltanto
ricordato che Paolo Di Canio in Inghilterra ha ricevuto il premio fair
play e la Lazio, nel derby di gennaio
scorso, ha giocato con la maglia con
su scritto: "Je suis Charlie" per ricordare le vittime parigine del terrorismo. Si sono ricordati, poi, alcuni
"peccati" commessi nella storia dalla
Francia, invitando l'attento giornalista
a riflettere su questo prima di attaccare l'Italia e la Lazio.
Giornalista francese che ieri avrebbe
fatto bene a pensare ai suoi concittadini tifosi del Marsiglia, che prima
della competizione di Europa League
Groningen-Marsiglia, hanno devastato il centro di Groningen attaccando i passanti olandesi con sedie
e tavolini rubati nei bar. Almeno in
un paio di occasioni Abel Mestre è
stato invitato su twitter ad esprimere
una opinione sui vergognosi fatti
accaduti giovedì sera nella città olan-
uno stadio per il campionato 2017-18 in attesa della ristrutturazione di White Hart
Lane.
Per entrambe le società è così spuntata
la gloriosa ipotesi
Wembley, tutt’altro che
un ripiego. Martin Gleen, direttore della FA, si è detto disponibile: "se c'è l'opportunità, ci interesseremo. Siamo qui per dare aiuto,
e poi potrebbe significare per la Federazione meno costi e più incassi.
E' prima di tutto uno stadio di calcio
e una partita genera maggiori profitti
di concerti o altro. E poi è nel nostro
interesse che le società ristrutturino i
loro impianti e se è possibile aiutarle
nella transizione usando Wembley,
avranno il nostro sostegno".
dese, ma il cronista sportivo del
giornale Le Monde ed ex corrispondente del giornale marxista “La Riposte” preferisce parlare del presunto «passato problematico della
Lazio», mentre fa orecchie da mercante sugli atti violenti commessi
dai marsigliesi.
IL MILAN COL PALERMO VUOLE RISCATTARE LA SCONFITTA NEL DERBY, LA JUVE A GENOA PUÒ SOLO VINCERE
Inter per la fuga scudetto, Roma per il sorpasso
Quarta giornata spettacolo in Serie A. Il big match tra Napoli-Lazio vale punti fondamentali in chiave
Champions - Allo stadio Dall’Ara è già scontro salvezza Bologna-Frosinone, Rossi rischia l’esonero
Inter vuole un’altra vittoria con la sorpresa Chievo per continuare la (mini)
fuga per lo scudetto. La Roma dopo il
pari col Barcellona in Champions sogna in
grande e col Sassuolo insegue il successo
sperando in un passo falso della capolista.
Il Milan, dopo la sconfitta rimediata nel derby
deve assolutamente fare bottino nella sfida
delicata col Palermo per non perdere altro
terreno.
Nel mezzo c’è la Juve che a Marassi, contro il
Genoa, insegue la prima vittoria in campionato
dopo l’exploit di Manchester.
E per finire, ecco la super sfida tra NapoliLazio, con i padroni di casa in ripresa - dopo
il successo rotondo (5-0) in Europa League
contro il Club Brugge - ma ancora a secco di
vittorie in campionato. E i biancocelesti che
sognano di ripetere la prestazione thrilling offerta nella passata stagione durante l’ultima
giornata di campionato.
Probabilmente non sarà più il torneo più bello
del mondo, con la Serie A che ha perso fascino
rispetto agli anni Ottanta e Novanta. La crescita
esponenziale di Premier, Liga e Bundesliga
ha tolto alla competizione un po’ di appeal.
Eppure quest’anno le cose sembrano essere
cambiate. Per via di un calciomercato che,
soprattutto grazie alle milanesi, ha regalato
botti e giocatori di livello mondiale.
Empoli-Udinese - Domani alle 18 aperitivo
tra la formazione toscana e quella friulana.
L’
Con Di Natale che è pronto a riprendersi una
maglia da titolare proprio contro la compagine
che lo ha reso grande. In palio punti importantissimi in chiave salvezza.
Milan-Palermo - Alle 20:45 sarà invece il
turno dei rossoneri. A Mihajlovic la prestazione
offerta dai suoi giocatori nel derby della Madonnina deve essere piaciuta davvero. Perché
contro i rosanero, che viaggiano nelle zone
altissime della classifica, dovrebbe riproporre
lo stesso undici visto contro l’Inter. Balotelli
partirà nuovamente dalla panchina, col debutto
dal primo minuto di Super Mario rinviato a
martedì sera.
Chievo-Inter - Domenica alle 12:30 scontro
ad alta classifica. Con i clivensi che giocano a
meraviglia e i nerazzurri che inseguono il poker. Chance per Ljajic, turno di riposo per Jovetic, capocannoniere della squadra.
Atalanta-Verona - Denis contro Toni. Sfida affascinante allo stadio Atleti Azzurri d’Italia.
Con Pazzini ancora “scartato”.
Bologna-Frosinone - è forse il match più delicato della giornata. Con le due squadre
ancora ferme a 0 punti in classifica e Delio
Rossi che in caso di k.o. verrà esonerato. Al
suo posto, è pronto Donadoni.
Genoa-Juventus - Formazione obbligata per
Gasperini, che deve fare i conti con gli infortuni.
Allegri punta su Dybala, preferito a Mandzukic,
per centrare la prima vittoria in campionato.
Roma-Sassuolo - Altra esclusione per Totti,
OGGI E DOMANI A PIGLIO, NEL LAZIO
Festa della Montagna con gli amici disabili
rganizzato dallo Sci Club
Madonna del Monte di
Piglio, oggi e domani 20
settembre, nella splendida cornice del centro storico della cittadina in provincia di Frosinone,
la 1° edizione di Montagna in
Festa, manifestazione di sport,
cultura, folklore, enogastronomia
e spettacoli. Scopo dell’evento
la promozione e la valorizzazione
delle risorse ambientali, culturali
e paesaggistiche del territorio
(la Pista Ciclabile, il Percorso
Comtemplativo di Papa Wojtyla
ed il Sentiero Europeo E1, ecc.)
per favorire l’accrescimento
dell’attrazione turistica dell’area.
O
Si prevedono due giorni intensi
caratterizzati da eventi, conferenze, esibizioni, esposizioni e
spettacoli teatrali che avranno
come scenario le viuzze e le
piazzette del centro storico di
Piglio.
Nell’ambito della manifestazione
si terrà anche il convegno
“MONTAGNA e DI…. SABILITA” momento di riflessione sul
rapporto uomo-natura e in particolare sulle opportunità di prevenzione e di riabilitazione che
il contesto della montagna può
offrire alle persone disabili.
Nell’occasione lo Sci Club Madonna del Monte presenterà il
con Garcia che si affida al tridente Salah-Dzeko-Iturbe per un trionfo fondamentale per la
classifica. E Di Francesco che risponde col
tris d’assi Floro Flores-Sansone-Defrel.
Torino-Sampdoria - Partita da tripla. Quagliarella-Belotti da una parte, Muriel-Eder dall’altra. All’Olimpico sarà spettacolo puro.
progetto “IO VEDO PER TE”
che prevede la formazione di
guide alpine specializzate per
l’accompagnamento sulle piste
di sci di Campocatino di non
vedenti, uditivi e con disabilità
motoria. Sarà altresì presentata
la joelette, speciale carrozzella
che consente alle persone con
disabilità e con difficoltà motorie, di vivere appieno le meraviglie del territorio. Al convegno interverranno tra gli altri
il Presidente del Comitato Regionale Lazio-Sardegna della
FISI Nicola Tropea e il Presidente
del Comitato Ragionale del CONI
Riccardo Viola.
Carpi-Fiorentina - A Pepito Rossi il compito
di affondare i modenesi a caccia della prima
vittoria della storia in Serie A.
Napoli-Lazio - Match stellare all’Olimpico. In
palio punti pesanti in chiave Champions. Higuain contro Candreva: Marchetti e Reina scalFederico Colosimo
dano i guanti.