Progetto Laboratori urbani - Regione Calabria

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Progetto Laboratori urbani - Regione Calabria
Progetto Laboratori urbani
Istituzione dei laboratori di partecipazione in Calabria
Gruppo di lavoro:
capogruppo Domenico Santoro
Rocco Pangaro,
Angela Nasso
Vincenzo Briguglio
Melissa Garrì
Gennaio 2008
Link urban center su www.regione.calabria.it
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Istituzione dei laboratori di partecipazione in Calabria
PERCHÉ GLI URBAN CENTER IN CALABRIA
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La legge n.14/06, la L.r. n. 19/02 e le Linee Guida
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Lotta alla criminalità mafiosa
Liberiamo i Sindaci
La lotta alla mafia, un patto per la legalità urbanistica
Tutor, comitati etici e gruppi di progetto per piani e progetti
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IL PANORAMA INTERNAZIONALE ED ITALIANO
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Analisi degli Urban Center
Cosa è un’ Urban Center
A cosa serve un Urban Center
La nascita degli Urban Center
Classificazione tipologica
Modello gestionale, rapporto Pubblico/Privato:
I costi
I nodi critici
Il linguaggio della Comunicazione e il target
Le tecniche della comunicazione
Gli Urban Center nel mondo
Gli Urban Center in Italia
La rete degli Urban Center
Le politiche Urbane Europee (Rocco Pangaro)
-- la partecipazione nella pianificazione strategica
-- I piani Strategici
-- Esempi internazionali di Urban Center
-- Foto Urban Center Internazionali
-- Raccolta documenti Politiche Urbane Europee
-- Bibliografia
Gli Urban Center in Italia
-- L’esperienza partecipata Urban Center Roma (V.Briguglio)
-- Urban Center Metropolitano della Città di Torino (A. Nasso)
-- Foto esposizioni di alcuni Urban Center
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La Comunicazione Istituzionale (Garrì Melissa)
La partecipazione ed il dialogo tra cittadini e PA
Il piano della comunicazione
L’ Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (URP)
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Realtà degli Enti locali Calabresi: Indagine preliminare (A. Nasso)
L’indagine preliminare
Contratti di Quartiere I
Contratti di Quartiere II
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Piani Strategici
Programmi Urban
Piani Strutturali
Piani Strutturali Associati (PSA)
PSU
Agenda 21
PRU
PROPOSTE PER L’ISTITUZIONE DEGLI URBAN CENTER
Tipologie di laboratori
Modello gestionale
Aspetti organizzativi ed economici
Schema regolamento Urban Center Pubblico/Privato
Rete regionale dei laboratori
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PERCHÉ GLI URBAN CENTER IN CALABRIA
Questo Dossier nasce dal gruppo di lavoro istituito1 presso l’assessorato al Governo del territorio della regione
Calabria per esplorare le potenzialità di istituzione degli Urban Center in Calabria in virtù dell’applicazione dei dettati
della legge 14/02 che ha modificato la legge reg. 19/02 di cui all’art. 11.
Formazione del gruppo di lavoro:
• Domenico Santoro, coordinatore progetto
• Rocco Pangaro,
• Angela Nasso,
• Vincenzo Briguglio,
• Melissa Garrì
Le parti di questo dossier senza indicazione specifica sono da addebitare al coordinatore Domenico Santoro.
LA LEGGE N.14/06, LA L.R. N. 19/02 E LE LINEE GUIDA
Fra le tante modifiche che la legge regionale sul Territorio (lr. 19/02) ha avuto quella più significativa, per il suo
contenuto innovativo, è stata quella apportata dalla L.r. 14/06 all’art. 11, dove nel prevedere una forma allargata di
partecipazione al processo di elaborazione del “Documento Preliminare” stabilisce la compresenza delle due forme di
Democrazia, quella elettiva e quella partecipata. Nella sostanza, prima ancora che la materia urbanistico-edilizia divenga
atto del processo amministrativo (commissioni e consiglio comunale) occorre che le scelte sul territorio siano condivise
collettivamente.
La partecipazione, così fatta, è prevista2 dall’art.11 c.6, legge r.19/02, ed è intesa sia in funzione di promozione
e partecipazione allargata e sia in funzione di laboratori di progettazione partecipata.
Nel leggere attentamente l’articolato si può intravedere che non è solo la materia urbanistica ad essere
interessata, ma anche il settore dei lavori pubblici per il quale viene anche prevista la forma di partecipazione durante
l’intero processo di progettazione ed esecuzione dell’opera.
L’inclusione della partecipazione nel processo amministrativo della modificazione del territorio segue un filone
politico innovativo ben preciso che ha forme esplicative sia nazionali che mondiali molto varie, ma che trovano la loro
forma strutturata nel “Urban Center”.
L’Urban Center è generalmente un servizio amministrativo pubblico, spesso equidistante fra la politica e la
società civile, adatto a favorire la comunicazione tra le varie Amministrazioni pubbliche, prima fra loro, ed i cittadini e
viceversa, pertanto spesso riveste i connotati di laboratorio progettuale e/o di comunicazione. In pratica il compito è
quello di contribuire a promuovere la cultura del progetto e della pianificazione, migliorandone la gestione tecnico
amministrativa e la promozione di attività di progettazione negoziata e partecipata; valorizzare il patrimonio urbanistico
del territorio.
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Settembre 2007;
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L.r. 19/02 art.11 modificata da L.r. 14/06 C.6… I Comuni, per promuovere la partecipazione allargata dei cittadini alla
definizione degli strumenti urbanistici e delle politiche di sviluppo e governo del territorio comunale nonché favorire una reale
attività di partecipazione e condivisione collettiva anche per le attività progettuali riferite a opere di rilievo e di interesse pubblico e
nel rispetto del principio della sostenibilità, istituiscono e gestiscono con personale adeguato, specifici “laboratori di
partecipazione” che possono essere organizzati, in funzione delle specifiche necessità e situazioni, anche in maniera diffusa, ma
coordinata e in rete, nel contesto cittadino e più in generale territoriale e intercomunale. I laboratori di partecipazione, in relazione
alo strumento urbanistico che si dovrà redigere e attuare (Strumenti di pianificazione comunale – strumenti di pianificazione
comunale in forma associata, strumenti di pianificazione negoziata come definiti dalla LR 19/02 e piani strategici e di sviluppo) ed
anche in funzione di specifiche esigenze locali, possono essere articolati in: laboratori urbani; laboratori di quartiere; laboratori
territoriali.
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Vedremo, nel seguito, le varie forme di Urban Center e cercheremo di formare un abaco di opportunità al fine di
rispondere al dilemma dell’’Amministratore pubblico di quale sia la forma più adatta in relazione alle esigenze politiche e
alle dimensioni economiche e di popolazione dell’Ente.
Il Dossier che segue cercherà di rispondere alla domanda se serva strutturare in un servizio la comunicazione
pubblica o si possa continuare con le forme attuali, sia pur innovative, di formazione-informazione giornalistica verso i
cittadini.
Una prima risposta è rimessa alla complessità e difficoltà dei processi di comunicazione sempre più ad
appannaggio degli specialisti senza i quali la maggior parte delle forme di comunicazione pubblicitarie e politiche sono
vane, ovvero soddisfano solo chi le paga, ma hanno effetti marginali.
Una seconda risposta è che in Calabria strutturare un Urban Center significherà avere uno strumento in più per
la lotta alla mafia.
Si riporta qui alcuni passi delle linee guida calabresi per l’applicazione della legge 19/02
L.G. da 1.1.3…. La partecipazione è elemento sostantivo di qualificazione del sistema di pianificazione
regionale (comma 3). Essa può essere stimolata o favorita dal soggetto istituzionale responsabile del livello di
pianificazione in oggetto tramite l’uso di strumenti e tecniche opportune (consultazioni, pubblicizzazione, assemblee,
comizi, inchieste, referendum etc.) ovvero può essere il prodotto dell’interesse con le domande espresse dal quadro
sociale locale, in forma spontanea o organizzata, dando vita a forme di partecipazione più o meno permanenti che
incalzano, indirizzano, e ausiliano il processo pianificatorio (tavoli di partecipazione, reti, laboratori territoriali etc.).
Importanti temi e contenuti per i tavoli di partecipazione e per le altre strutture di confronto ipotizzate dalla
Legge, possono derivare dall’interazione con le istanze di progettazione e di gestione del territorio portate avanti dalle
soggettività più sensibili rispetto ai disagi derivanti dall’attuale organizzazione urbanistico-ambientale nei diversi
contesti regionali (bambini, anziani, soggetti particolari, donne, ecc.).
LOTTA ALLA CRIMINALITÀ MAFIOSA
Liberiamo i Sindaci
Mentre nel resto d’Italia gli Urban Center assumono un ruolo di innovazione del fare politica, in Calabria
prefigurano, come obiettivo preliminare, la lotta alle criminalità diffuse ed in primo luogo alla mafia. Sostanzialmente
spostare il processo decisionale verso la “Democrazia partecipata” allenta la pressione criminale sulla “Democrazia
elettiva”. In altre parole il Sindaco e la sua maggioranza politica, prima di approvare l’atto amministrativo urbanistico,
dovrà impegnarsi a far passare le proprie scelte prima di tutto nelle assemblee pubbliche. Questa modalità, sia pur molto
faticosa, rende inefficace la pressione mafiosa, in altre parole rende “liberi i Sindaci”.
La lotta alla mafia, un patto per la legalità urbanistica
La nuova stagione dell’urbanistica calabrese nasce nel periodo in cui lo scontro con la ‘ndrangheta si è fatto più
alto. Dopo la morte dell’On. Fortugno, il sentimento collettivo politico e sociale ha reso esplicito che la lotta alla mafia ha
bisogno di qualche di azioni straordinarie per reagire alla straordinarietà dell’attacco criminale. Sia i ragazzi di Locri e i
recenti colpi assestati dalle forze dell’ordine fanno intravedere che la vittoria contro la “piovra” criminale si può
raggiungere. Per tale scopo il settore edilizio-urbanistico non ha fatto passi avanti, per cui è generalmente condivisa la
necessità che l’urbanistica deve dare un forte contributo poiché in essa si annidano interessi di controllo criminale del
territorio e i tecnici, i politici, le associazioni, etc, devono contribuire ognuno per la sua competenza alla lotta alla mafia.
Recentemente la “Stazione Appaltante Unica” ha intrapreso il percorso di regole amministrative e tecniche che
abbiano un controllo esterno all’area in cui si opera, per cui l’attacco criminale si allenterà sul processo iniziale dell’opera
pubblica per spostarsi interamente sul momento della costruzione. In questo quadro saranno molto utili le forme di tutor
e/o comitati etici descritti nel seguito.
La modifica delle regole di approvazione dei PSC, il cui atto amministrativo e tutto interamente comunale e con
controlli esterni flebili, ovvero la rottura dell’urbanistica piramidale, può portare a rinnovati attacchi verso le
Amministrazioni comunali, per cui occorre mettere in campo immediatamente3 strategie che allontanano la formazione
sotterranea degli interessi criminali.
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Fin da quando si inizia alla elaborazione del PSC;
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Da questa analisi, sia pur sintetica a certamente manchevole, se ne può dedurre che le procedure urbanistiche
dovrebbero proprio ribaltare le peculiarità su cui la mafia fa affidamento attuando alcune strategie che si possono
racchiudere come le seguenti:
ƒ Segretezza: ogni passaggio politico dovrà avere la massima pubblicizzazione anche automatica, Web
possibilmente, che elimini ombre grigie di informazione generalizzata. Occorrerà indicare sempre le motivazioni
delle scelte anche se afferiscono a sfere individuali.
ƒ Regole: gli Enti locali dovranno mettere in piedi strumenti di controllo delle regole che siano sempre a
disposizione a settori esterni ai livelli politici.
ƒ Interessi e gestioni individuali: evidenziare gli interessi individuali quando si presentano senza demonizzarli,
ovvero è possibile che tali interessi abbiano una risposta politica alla sola condizione che tutti sappiano che
quell’interesse sia stato soddisfatto. Mentre per le gestioni amministrative all’aumentare dell’indidualismo
aumenta l’attacco mafioso4.
Come si può intravedere tutta la speranza di una nuova urbanistica è riposta nella fase informativa e
pubblicistica del Piano senza la quale il PSC ricalcherà le storture del vecchio PRG:
Sostanzialmente il processo di lotta alla mafia si potrebbe richiamare alla strategia “più partecipazione, meno
lobby mafiose”. L’informazione a cui si fa riferimento non è certamente quella giornalistica, poiché quest’ultima rimane
ad appannaggio degli addetti politici, mentre solo l’informazione pubblicitaria, vedi Urban Center di seguito, si rivolge
alla complessità dei cittadini.
Uffici del Piano, Sportelli Unici e Stazioni Appaltanti accorpati
La lotta alla mafia è bene ribadirlo si fa anche spogliando l’Amministrazione locale di alcune prerogative
amministrative e tecniche che solitamente richiamano la pressione mafiosa. In pratica la formazione di Uffici
Amministrativi sia di progettazione, di controllo e di gestione, se accorpati per territorio omogenei o provinciali, possono
essere, in questo momento, validi sostegni alla lotta alla mafia poiché più controllabili5.
Tutor, comitati etici e gruppi di progetto per piani e progetti
Sempre nel solco culturale di evitare qualunque elemento di segretezza, l’idea di assegnare un tutor6
informativo alle operazioni tecniche, siano essi di pianificazione urbanistica che di opere pubbliche, sembra essere
estremamente interessante. Accanto all’idea del Tutor vi è quella di formare dei gruppi di progetto all’interno
dell’Amministrazione locale e far seguire il gruppo da un tutor esterno che sottintenda al processo e non alla tecnica
progettuale ed esecutiva. Le Amministrazioni pubbliche che hanno provato7 queste forme di organizzazione hanno visto
che la presenza di associazioni locali, università, etc, in forma di tutor, assegnate per ogni piano o progetto in itinere,
aumenta sia la qualità dell’atto amministrativo e sia l’informazione verso i cittadini interessati ed esclude pressioni
hobbistiche non volute.
Esempi di atti tecnici per la lotta alle lobby criminali
La strategia “più partecipazione, meno lobby mafiose” si dovrebbe concretizzare in alcuni atti tecnici
amministrativi che potrebbero essere individuati inizialmente come di seguito:
ƒ Sportelli unici edilizia e attività industriali accorpati per comprensori comunali;
ƒ Informazioni sui permessi di Edificare da inviare obbligatoriamente al SIT, provincia, ed al SITO, regione, e
raffronto con la scheda urbanistica di partenza (certificati di edificabilità).
ƒ Urban Center come elemento di partecipazione e laboratori di progettazione;
ƒ Bandi pubblici per il passaggio dal PSC al POT per l’operatività edilizia dei singoli privati;
ƒ Tutor, Comitati etici e gruppi di progetto per i piani e progetti;
ƒ Sito internet con bacheca atti urbanistici completi, domande permessi,
ƒ Show room con visioni tridimensionali per visualizzare le proposte private e pubbliche sulle modifiche del
territorio;
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Don Ciotti, Libera, www.libera.it
Vedi la recente legge sulla Stazione Appaltante Unica;
6
Vedi ad esempio il Comitato Etico istituito dal Presidente della Giunta regionale, On. A. Loiero, per la costruzione
dei quattro nuovi ospedali della Calabria in cui sono stati chiamati i genitori dei ragazzi morti per malasanità del
2007.
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Ad esempio il Comune di Biancavilla (Ct)
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Tutti questi atti tecnici sono costosi, specie per i piccoli comuni, e pertanto occorrerà un vero e proprio “patto
della legalità Urbanistica” dove le amministrazioni più grandi e le Province e la Regione si fanno carico di dare l’avvio al
patto.
I pericoli mafiosi al tempo della perequazione
I meccanismi della perequazione sono tali che difficilmente un attacco mafioso potrebbe dissimularsi,
comunque esiste una possibilità che i proprietari dei terreni, inseriti in comparti di perequazione, possano essere indotti
a cedere malevolmente la loro proprietà. In questo caso occorrerà che siano messi in campo, da parte del Sindaco
riformista, altri strumenti perequativi espliciti, come il banco dei volumi o la vendita pubblica dei diritti edificatori (vedi in
altro capitolo), che possono mitigare gli effetti di penetrazione delle lobby criminali o semplicemente di sopraffattori.
Il PSC associato
È evidente che lo strumento del PSC associato può avere una ricaduta qualitativa sul territorio molto grande
sia per la conformazione degli obiettivi similari e sia per una mitigazione della pressione delle lobby e della criminalità
mafiosa. Il recente finanziamento regionale alla formazione dei PSA per circa 150 comuni calabresi fa ben sperare che
le impostazioni del processo di formazione dei piani urbanistici sia mediato da tutte quelle forme che allontanano le
lobby criminali.
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IL PANORAMA INTERNAZIONALE ED ITALIANO
Le seguenti analisi scaturiscono da una ricerca e uno studio delle strutture amministrative esistenti e soprattutto
dagli atti che la rete nazionale degli urban center ha prodotto a partire da alcuni anni. All’ultimo incontro, avvenuto
all’interno della manifestazione UrbanPromo svoltosi a Venezia a Nov 2007 era presente, come osservatore, anche una
rappresentanza del nostro gruppo calabrese.
ANALISI DEGLI URBAN CENTER
Cosa è un’ Urban Center
Si tratta di un luogo dove i progetti per la città e il territorio vengono predisposti, raccontati e resi comprensibili
agli utenti e agli specialisti. L’Urban Center favorisce la comunicazione tra amministrazione locale e cittadini e fra
cittadini e amministrazione locale, e rende fruibili servizi e strumenti per l’accessibilità di tutte le informazioni inerenti a
processi di pianificazione.
In genere i compiti affidati all’Urban Center sono sia verso i cittadini, ma anche verso la sfera politica. In
particolare verso i cittadini il compito è di soddisfare il diritto di partecipazione alla costruzione del Piano e alle scelte
amministrative da realizzare.
Il compito degli Urban Center, verso la sfera politica, è quello di promuovere e facilitare la mediazione tra Enti
Locali, operatori sul territorio e sistema sociale.
In pratica il compito è quello di contribuire a promuovere la cultura del progetto e della pianificazione,
migliorandone la gestione tecnico amministrativa e la promozione di attività di progettazione negoziata e partecipata;
valorizzare il patrimonio urbanistico del territorio.
Naturalmente molte amministrazioni locali, per le ristrettezze economiche, sono costrette ad affidarsi
esclusivamente ad uno spazio virtuale (internet) che sia pur importante ed assolutamente immancabile non sostituisce
l’apporto personale e soprattutto taglia fuori i non avvezzi alla tecnologie informatiche.
Molti Urban center sono sorti inizialmente solo come uno spazio espositivo di progetti e piani urbanistici8,
successivamente pian piano, ed a volte con fondi privati, è avvenuta la trasformazione ad organismo progettuale
Questa specifica attività di comunicazione pubblica sulle trasformazioni del territorio diventa un nuovo
strumento di azione a disposizione della PA, in grado di innestare un circolo virtuoso che consolida l’abitudine a
comunicare e, di conseguenza, ad agire insieme, migliorando l’efficacia del lavoro della PA e il suo rapporto con i
cittadini9.
La strutturazione di un Urban Center aiuta soprattutto ad affinare ed adattare le tecniche di comunicazione al
profilo del target di popolazione presente nel territorio. Di questo si parlerà estesamente nel seguito.
I laboratori di partecipazione
Accanto agli Urban Center vi sono le varie forme di laboratori che vivono momenti, forse più intensi degli U.
Center, ma che muoiono velocemente allo scemare dell’obiettivo iniziale. I laboratori10 non corrispondono a un modello
predefinito, ma si definiscono in rapporto agli impegni di lavoro, alle domande di utenti e altri interlocutori e per ultimo
alla disponibilità di mezzi. Insomma sono sempre atti sperimentali dove si procede più con immaginazione e capacità
d’adattamento che con un programma predefinito.
Accanto a tali forme di laboratori ne esistono anche di ben più strutturati fra le quali si ricorda la metodologia
EASW11 che attraverso due attività, scenari e nuove idee, sviluppa gli obiettivi prefissati.
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Vedi Casa del Municipio, Urban Center Roma XI, Bologna;
Maria Cecilia Bizzarri, in Atti seminario urban center Venezia 06;
10
Francesco Ceci, in Atti seminario urban center Venezia 06;
11
nata in Danimarca è stata promossa dalla Commissione Europea;
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Centro neutrale?
La neutralità dell’organismo in oggetto è uno dei punti più dibattuti e controversi, poiché ci si chiede se un
organismo nato per atto politico può derogare al compito di accrescimento del consenso politico? Molte città per dare
una risposta al quesito hanno utilizzato il finanziamento privato e/o di fondazioni per la costruzione degli Urban Center
perseguendo solo in parte la neutralità.
Non riusciremo , in questa sede, a risolvere il quesito ma ci si sforzerà di dare alcune metodologie già applicate
in altre esperienze.
La legittimazione dell’Urban Center
L’obiettivo di organizzare un Urban center richiede che questo sia riconosciuto come attore principale da parte
dei cittadini per cui occorre che ci si costruisca oltre ad un proprio Know-how anche un ruolo positivo nelle trasformazioni
del territorio12.
Ma se l'urban center assume il ruolo di un garante, chi nomina il garante? E ancora, è possibile condividere,
come avanzato dallo SPUR di San Francisco, un set of principles, una carta di principi condivisa, riguardante la
qualità e i principi su cui si basano le valutazioni, le contrattazioni, gli interventi, il tipo di azione che un urban center può
svolgere sulla scena urbana?
A rispondere a tali quesiti ci provano le varie assemblee nazionali degli Urban center che si svolgono durante
ogni anno, ed in una di queste13 si sono trovati dei punti di unità che possono essere sintetizzati come di seguito:
• Essere promotori di dialogo (non schierarsi, ma rappresentare i diversi punti di vista, la pluralità di
voci ed interessi che sono dietro la trasformazione urbana);
• Essere attore, stakeholder del sistema e portatori di posizioni forti (cioè scegliere e sostenere un
punto di vista);
• Essere un educatore della cittadinanza sui temi della trasformazione urbana; Allargarsi ad altri campi
come il sociale, la cultura, anche offrendo servizi (formazione, educazione, cultura ecc.) alla
cittadinanza ed ospitando iniziative della cittadinanza.
Mitigazione o esposizione dei conflitti?
Parlando di partecipazione occorre dire subito che l’organizzazione di un Urban Center esalta i conflitti e non li
sopisce, per cui se l’obbiettivo è quello di una pace sociale apparente non si deve attuare la partecipazione. In genere
tutte le attività di partecipazione portano allo scoperto conflittualità latenti anche piccole che se non trattate con le dovute
tecniche possono sfociare in seri scontri. Nella sostanza attraverso una pratica di partecipazione si portano i conflitti alla
luce pubblica e soprattutto si risolvono sempre alla stessa luce pubblica.
L’accompagnamento dei progetti
Questa è l’attività preponderante di tutti gli urban center e consiste nel fornire un supporto all’applicazione della
partecipazione per i processi di progettazione di piani e progetti14. La fornitura del proprio Know-how diviene elemento
strategico per la vita stesa dell’urban center che genera al suo intorno la necessità di applicazione della partecipazione
anche nelle amministrazioni pubbliche che inizialmente non possiedono una tale struttura.
A cosa serve un Urban Center
Si enunceranno, di seguito, sinteticamente alcuni elementi che possono esplicitare alcune motivazioni a favore
dell’istituzione degli Urban Center.
Applica la legge 14/06 di modifica alla L.19/02
Serve a strutturare la partecipazione in modo tale da dare una risposta alla modalità di elaborazione dei piani
urbanistici previsti dalle leggi calabresi, poiché la legge n. 14/06 (modifica della l.r.19/02) prevede, come detto in
precedenza, l’istituzione dei laboratori di partecipazione a diversi livelli.
Lotta alla criminalità mafiosa
La facoltà di spostare la decisione politica dalle sole aule della democrazia elettiva al quelle della democrazia
partecipata dagli stessi cittadini, mitigherà la forza delle lobby criminali e lascerà molto più liberi i politici sul piano
politico.
Comunicazione positiva con i cittadini
12
Elena Carmagnani, idem
Seminario Urban center 23.06.06, Venezia, Atti giornata di studi;
14
Vedi U.C. Torino;
13
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La legge maggioritaria, con cui si eleggono le amministrazioni locali, richiede l’instaurazione di un sentimento di
positività nei cittadini. Questa positività aiuta sia le forme degli accordi politici e sia la formazione del consenso politico,
senza i quali anche le forme elementari del consenso non si esplicano.
Aumenta il consenso politico
Il colloquio, sia pur estenuante, con la cittadinanza e soprattutto con gli “Opinion Leader” o con gli stessi
cittadini interessati al piano o progetto, aumenta la vicinanza politica e quindi facilità dio gran lunga l’esplicazione del
consenso politico.
Educazione al progetto
La partecipazione dei cittadini fin dall’iniziale forme di progettazione aiuta ad una forma di educazione al
progetto che spesso i cittadini non possono avere poiché non possiedono le conoscenze tecniche progettuali. Tali
informazioni, sia pur elementari e sintetiche fanno si di accorciare quei tempi, solitamente molto lunghi, fra il progetto e
l’uso del piano o progetto.
Struttura le forme di partecipazione isolate
Spesso le Amministrazioni locali mettono in piedi, con grande sforzo, forme di partecipazione molto
interessanti, ma che muoiono al cambiare delle condizioni iniziali (nuovo assessore, nuova opera, ect). La struttura di un
Urban center permette di modellare nel tempo una codificazione delle forme di partecipazione a cui la collettività si
affeziona ritualmente per cui diviene facile per la struttura amministrativa perpetuarla.
Evita il libro dei sogni
La nascita degli Urban Center è spesso messa in relazione alla formazione dei Piano Strategici delle
Amministrazioni, tale relazione diretta è servita molto spesso a far condividere fra collettività e politica alcuni obiettivi
che divengono talmente forti che vengono perseguiti nonostante la penuria di finanziamenti.
La nascita degli Urban Center
I modelli teorici degli urban center sono inizialmente quelli americani, a cui si sono affiancati i centri espositivi
dedicati alla città e all'architettura che si aprono in moltissime città europee durante la grande fase della rigenerazione
urbana della fine degli anni '80.
In Italia, gli U.C, iniziano a costituirsi sul finire degli anni '9015 con la specificità do essere strutture di iniziativa
pubblica, derivate dai municipi locali e sono frutto della ricca stagione della governance urbana che dà origine a forme
istituzionali più aperte e flessibili, con confini sfumati tra pubblico e privato e molteplicità di attori coinvolti nei processi
decisionali.
Gli Urban Center si propongono però essenzialmente, come nei casi di Milano e di Torino16, quale luogo di
informazione per i cittadini sui progetti urbanistici in corso di realizzazione da parte dell’Amministrazione comunale, sul
modello dell’Infobox di Berlino. Importante, in questo senso, è invece l’esperienza francese, in cui, le Pavillon de
l’Arsenal di Parigi, istituto culturale della municipalità di Parigi, si propone invece sia come luogo di discussione sui
diversi temi che attraversano la città, sia come luogo di documentazione.
Alcune città italiane hanno iniziato ormai da tempo ad utilizzare un Urban Center per strutturare il rapporto con
i cittadini fra cui Pesaro e Torino di cui esaminiamo brevemente alcune caratteristiche
Il Comune di Pesaro, nel quadro degli studi preparatori per il nuovo piano regolatore, ha incaricato l’Istituto per
la ricerca sociale di Milano (Irs) di organizzare il contributo della città alla formazione del piano, ne è nato il progetto di
urbanistica partecipata “Ascoltare Pesaro”. Il progetto è stato articolato in due fasi: la prima, dal giugno del 1996 al
marzo del 1997, ha preceduto e in parte affiancato i lavori di analisi svolti dall’Ufficio del Piano nella fase preliminare; la
seconda, iniziata nell’ottobre del 1997 e conclusasi nel maggio di quest’anno, aveva la finalità di consolidare il metodo
della partecipazione come base per stabilire un rapporto più stretto tra amministrazione comunale e cittadini e per
rispondere alla pluralità di aspettative suscitate dal primo lavoro.
L’ipotesi per il progetto torinese prevede l’integrazione del nucleo flessibile, adatto agli allestimenti temporanei e
ai momenti di incontro, con una struttura permanente nella quale prevedere sezioni dedicate alla storia delle
trasformazioni urbane e al susseguirsi dei diversi piani per la città, potenziate da esperienze multimediali e da una
biblioteca-mediateca di settore.
15
Elena Carmagnani, primi esiti seminario Urban Center del 21-22 giugno 2007 in www.urbancenter.to.it
16
Santoro Domenico, La nuova Urbanistica in Calabria, 2008, Urbaterr Vibo Valentia.
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Inoltre, il progetto si contestualizza assumendo alcune specificità basate su esperienze come: l’Urban Center
virtuale17, on-line sulla rete Internet (in riferimento ai progetti Torino Facile e Torino 200018); l’Urban Children Center,
sezione dedicata all’infanzia e all’adolescenza di supporto a progetti come “la città sostenibile dei bambini e della
bambine”; l’Urban Center itinerante, un modulo attrezzato con il compito di diffondere sul territorio la comunicazione
sull’iniziativa.
Classificazione tipologica
L’urban center si riferisce ad una tradizione di strutture che ormai operano nelle città europee e del mondo con
modalità diverse. A seconda delle attività che svolgono, del rapporto che instaurano con la pubblica amministrazione o
con le altre istituzioni, del contesto in cui operano, gli urban center possono essere profondamente diversi.
Dall’analisi delle esperienze europee si possono trarre alcune specifiche tipologie:
ƒ Planning: svolgono attività di advocacy planning (pianificazione legale) nei processi di costruzione della città,
come il MAS19 di New York;
ƒ Comunicazione: svolgono attività di esposizione e comunicazione delle trasformazioni urbane, come il Pavillion
de l’Arsenal20 di Parigi;
ƒ Architetture: sono strettamente dedicate all’architettura contemporanea, come il NAI21 di Rotterdam;
ƒ Centri culturali: promuovono il dibattito urbano privilegiando il confronto tra discipline diverse, come il CCCB22 di
Barcellona;
ƒ Strategy Planning: operano a fianco della città nell’elaborazione esposizione ed esecuzione dei Piani Strategici
come L’Urban Center di Torino23;
Queste peculiarità fanno intravedere diverse tipologie per diversi obbiettivi per ciascun Urban center, ma tutti
hanno un elemento che li accomuna: essere il luogo di comunicazione della città. Una comunicazione della città per lo
più dal punto di vista urbanistico e architettonico, ma anche dell'arte (tanto che alcuni di essi sono parte di musei d'arte),
che si rivolge a una fetta di popolazione la più ampia possibile per informare, rendere consapevoli, catturare l'attenzione
e l'interesse, illustrare ai cittadini i problemi della città e del territorio, consentendogli di divenire soggetto attivo e quindi
partecipe dei processi di costruzione delle scelte.
È un luogo che ha bisogno di "fisicità", di spazi, per garantire e permettere gran parte delle attività e dei servizi
che svolge e offre (non solo servizi di biblioteche e archivi, librerie, ma anche attività che favoriscano il rapporto tra i
cittadini, le istituzioni, le associazioni, i diversi attori, ecc.), ma che trova, solitamente, nel sito internet un luogo parallelo
e a volte più economico.
17
Esperienza ad oggi non più in corso;
Un progetto del comune di Torino per aumentare l’accessibilità dei servizi. Si tratta di un servizio per i tributi, le
prenotazioni agli uffici comunali e cose del genere
19
MAS: www.mas.org
20
Pavillion de l’Arsenal: www.pavillon-arsenal.com
21
NAI: www.nai.nl
22
CCCB: www.cccb.org
23
Torino: www.urbancenter.to.it
18
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Classificazione tipologica degli Urban Center
Tipologia
Comunicazione
Attività
Esempi
Internazionali
Esempi
Nazionali
Pavillion
svolgono attività
di
esposizione
e l’Arsenal di Parigi;
comunicazione
delle
trasformazioni urbane
de
Roma
Casa del
Municipio - Urban Center Roma
XI;
Venezia Urban Center
Bologna, Milano, Roma
Centri culturali
Architetture:
Strategy
Planning
Planning:
promuovono
il CCCB di Barcellona;
dibattito
urbano
privilegiando il confronto
tra discipline diverse
sono
strettamente
all’architettura
contemporanea
NAI
dedicati Rotterdam;
operano a fianco
della
città
nell’elaborazione espos
izione ed esecuzione dei
Piani Strategici
svolgono attività
di advocacy planning York;
(pianificazione legale) nei
processi di costruzione
della città:
Roma Casa del Municipio Urban Center Roma XI
Venezia Urban Center
Torino
Milano, Roma
di
Trento;
Pesaro, Palermo
MAS
di
New
Trento, Bologna
Si procederà ora ad alcune semplificazioni per spiegare le varie forme tipologiche attraverso alcuni esempi.
Comunicazione
È l’esempio della Casa del Municipio, Urban Center Roma XI, l’urban center nasce nel quadro delle politiche
messe in campo dall’amministrazione per favorire la partecipazione (es. bilancio partecipativo e agenda strategica).
Obiettivo iniziale è strutturare uno spazio espositivo aperto alla comunità. Per cominciare ha deciso di indagare e
rappresentare identità e storia del luogo, anche tramite la memoria degli abitanti (raccolta di testimonianze attraverso
immagini video). Uno dei temi importanti che si trova ad affrontare è quello dei linguaggi: “occorre mediare linguaggi
specialistici per un target non specialistico, indifferenziato”.
Pubblico – Privato
È l’esempio di “e-bo” di Bologna che è soprattutto una mostra, una grande esposizione. Ha a disposizione uno
spazio molto ampio, 1000 mq. Sono circa 100 pannelli esposti. Gestione in partnership pubblico privato: si tratta di un
comitato di enti (una decina di soggetti), promotore è il Comune di Bologna.
Metà dell’esposizione è gestita direttamente dal Comune, la seconda metà è a disposizione dei singoli partner.
Il coordinamento è unico e fa capo al comune di Bologna. La maggiore difficoltà di interazione con i diversi soggetti è
nell’integrare le singole comunicazioni, la necessità di far coesistere modalità molto differenti. Problema dello spazio
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espositivo: occorre animarlo e aggiornarlo di continuo. Oggi Bologna si domanda oggi come cambiare il proprio urban
center. Il nuovo input è il passaggio da semplice esposizione a strumento (non il solo) per fare partecipazione, all’interno
del progetto “Bologna città che cambia”. Oggi e-bo ha anche un uso istituzionale, è un “biglietto da visita”, il luogo dove
si portano le delegazioni in visita se interessate allo sviluppo del territorio e all’urbanistica.
Privato
A Trieste l’idea dell’urban center (non ancora realizzato) nasce da un’associazione di privati “trieste idea” nata
da “trieste futura”. Il gruppo si propone di sollecitare amministratori e tecnici (al momento però poco ricettivi). Strumenti:
promozione di un concorso di idee, produzione di un flyer distribuito nei bar dedicato al tema “cosa è un urban center”.
“Qualità urbana” è il tema centrale che vorrebbe essere sviluppato. Problema primario in questa fase: rapporto con la
politica.
Planner
È l’esempio dell’ Urban Center Metropolitano di Torino che ha assunto, dalla fine del 2005, un ruolo operativo di
consulenza per la pubblica amministrazione. Si propone di accompagnare e monitorare i progetti di trasformazione
attraverso tavoli di discussione fra amministratori, developers (promotori), progettisti. È dunque un tavolo di consulenza
e costruzione della domanda pubblica. Si chiede oggi come rendere pubblico questo delicato processo. Alcuni progetti
sono: costruzione di un modello fisico della città, in una scala opportuna, che comprenda le aree di trasformazione. Sito
internet che illustri i progetti di accompagnamento, raccontati nelle loro grandi linee.
Modello gestionale, rapporto Pubblico/Privato:
Dal confronto tra le diverse esperienze italiane emerge che sotto il nome urban center si raccolgono delle
iniziative dalle caratteristiche organizzative e gestionali spesso molto diverse. Nonostante che la loro promozione iniziale
sia quasi sempre ad opera di un’amministrazione pubblica si passa da modelli gestionali come servizio interno (Candiani
5 di Venezia, la casa della città di Napoli o l’Urban Center di Milano) a strutture che hanno un modello gestionale dalla
forte connotazione privatistica (come la Casa del Municipio di Roma) a modelli che tendenzialmente mettono insieme
pubblico e privato (come l’Urban Center di Torino), per finire a strutture che nascono dall’iniziativa di un dipartimento
universitario (come Casacittà a Catania)24.
Generalmente tutte le strutture prese in esame sono molto snelle essendo formate da gruppi operativi in media
di 3-5 persone a cui si affiancano volta per volta le competenze professionali occorrenti per i prefissati obiettivi.
Finanziamenti privati?
Nel periodo attuale di ristrettezze economiche crescenti per le amministrazioni locali il ricorso a forme di
finanziamento privato diviene strategico per la vita stessa dell’urban center. In questo quadro le Fondazioni bancarie
stanno assumendo un ruolo strategico e sempre più presente.
All’ultimo UrbanPromo 2007 di Venezia le Fondazioni bancarie emergevano ovunque vi era da mettere in luce
esperienze innovative. Perfino una sessione della precedente manifestazione ha suggellato che ormai tali finanziamenti
privati fanno parte per panorama amministrativo italiano incamminandoci verso uno scenario privatistico fino ad ora
esclusivo del panorama anglosassone e statunitense.
Quali competenze inserire nell’Urban Center?
La complessità della partecipazione e della comunicazione portano spontaneamente a sostenerne che queste
sono materie interdisciplinari e che la migliore comunicazione nasce dalla collaborazione tra competenze diverse25.
Ovvero tra chi possiede la conoscenza dei contenuti da trasmettere (i professionisti dei settori oggetto della
comunicazione) e chi possiede la conoscenza dei linguaggi e delle tecniche di trasmissione (i professionisti della
comunicazione).
In analogia è notorio che le agenzie pubblicitarie sono organizzate per affrontare un’unica campagna
pubblicitaria con differenti competenze anche per non incorrere “nell’errore di composizione”26. Quest’ultimo mutuato
24
25
Seminario Urban Center 23.06.06, Venezia, Atti giornata di studi;
Maria Cecilia Bizzari, in Atti seminario urban center Venezia 06;
26
Errore di composizione: ciò che va bene per la collettività va probabilmente bene anche per il singolo individuo (la
moda, il sentimento collettivo, ect), al contrario ciò che va bene per il singolo individuo generalmente non ha la stessa
validità per l’intera collettività.
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dall’economia sostanzialmente avverte di quella fase dell’innamoramento di cui tutti siamo colpiti all’emergere in noi
della consapevolezza della giustezza della nostra posizione o idea senza farci vedere la relatività della nostra posizione.
Da queste poche righe discende che nonostante che la direzione di un Urban center debba essere ad
appannaggio di un buon comunicatore (manager comunication) dovranno esser chiamati a partecipare oltre alle
competenze tecniche specifiche ed usuali della pianificazione e dei lavori pubblici anche quelle competenze,
sociologiche ed altre, che possano stabilire i giusti filtri della partecipazione pubblica.
I costi
Nella maggior parte dei casi le risorse di base provengono dalla amministrazioni cittadine e solo in pochi casi si
superano i 100.000 Euro27 come stanziamento iniziale. Da ciò discende che ogni urban center debba essere promotore
di se stesso nel raccogliere le risorse per la propria esistenza. Gli esperti del tavolo hanno lanciato alcune indicazioni
riguardo a questi temi: puntare sulla creatività, accrescere il rapporto con le fondazioni territoriali, potenziare il ruolo degli
urban center anche dal punto di vista del recupero risorse.
Il grado di autonomia
Al di là delle scelte organizzative e gestionali, il grado di autonomia di un urban center è stato generalmente
identificato come un requisito fondamentale per garantire la stessa operatività della struttura, che deve poter
rappresentare tutta la complessità e la diversità di punti di vista che accompagnano il dibattito sulle trasformazioni
urbane.
Da più parti si pone il problema che l'integrazione di risorse pubbliche e private porta con se il rischio di
indipendenza delle strutture. Al contrario il finanziamento esclusivo di una di queste due parti porta ad una mancata
autorevolezza dell’urban center, per cui l’ottenimento di quest’ultima lo obbliga alla ricerca spasmodica delle risorse
economiche attraverso delle metodologie di comunicazione che dovrebbero essere usuali per il suo operare .
Il caso dello SPUR di San Francisco ha permesso di confrontare altre modalità di fund raising che utilizzano la
comunicazione come mezzo per coinvolgere i cittadini e acquisire finanziamenti. Per soddisfare la richiesta dei 12 milioni
di dollari necessari a costruire la sede dell'urban center dello SPUR è stata avviata una campagna di comunicazione che
ha attirato i due terzi dei fondi: 8 milioni di dollari che provengono non dai grandi benefattori della Baia di San Francisco
ma da una base molto vasta di piccoli benefattori, che porta non solo risorse ma anche autorevolezza all'operazione28.
Per il sud esistono anche altre possibilità rivestite dai fondi comunitari 2007-2013 dell'Unione Europea almeno
su due linee di finanziamento molto che riguardano l'accessibilità e la competitività.
I nodi critici
L’operatività delle strutture esistenti ha messo in luce che vi sono tre nodi critici da affrontare e che si possono
sintetizzare per come segue:
• Comunicazione verso i cittadini, necessità di tradurre i linguaggi tecnici attraverso una comunicazione
multicanale, ovvero sviluppare e diffondere informazioni su canali comunicativi diversi; a fine di superare la
comunicazione destinata ad un target generico tramite l’utilizzo di strumenti differenziati rivolti a differenti
target.
• Comunicazione verso la politica, necessità di esplicitare la convenienza di un Urban center partecipativo
nella ricerca del consenso politico.
• Seguire e non inseguire i tempi della trasformazioni. In pratica significa sviluppare e privilegiare strumenti di
comunicazione facilmente “aggiornabili”, stabilire modalità di collaborazione con coloro che detengono le
informazioni utili all’aggiornamento (all’interno e all’esterno della pubblica amministrazione).
• Costi elevati (di gestione della struttura e di implementazione degli strumenti), scarsezza di risorse
economiche, bassa visibilità. Significa sviluppare modelli di gestione in partnership con altri enti e soggetti
attivi nel campo delle trasformazioni urbane, organizzare attività “ad alta visibilità” (anche all’esterno
dell’urban center) in partnership con altri.
27
28
Elena Carmagnani, primi esiti seminario Urban Center del 21-22 giugno 2007 in www.urbancenter.to.it
Elena Carmagnani, idem
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Il linguaggio della Comunicazione e il target
Le regole della comunicazione pubblicitaria sanciscono che l'efficacia della comunicazione è massima se
quest’ultima è bi-direzionale, ovvero vi deve essere un'interazione tra emittente e ricevente, tra amministrazione e
cittadini, altrimenti si rischia di assomigliare alla comunicazione giornalistica e quindi mediata politicamente.
Nonostante ciò tutte le strutture urban center esistenti hanno iniziato ed usano ancora oggi forme di
comunicazione unidirezionali sia per economia di scala e sia per praticità e velocità nei tempi.
Mentre i formati principali in cui si articolano i contenuti da trasmettere sono quello testuale e quello visivo
(tavole, piante, mappe e disegni tecnici, grafici e tabelle, fotografie), declinabili in forme di comunicazione statiche o
dinamiche. Entrambi pongono problemi di semplificazione e sintesi delle informazioni che veicolano.
La traduzione del linguaggio tecnico
L’individuazione di target di popolazione specifici che non possiedono qualificazioni tecniche usuali dell’edilizia
e dell’urbanistica pone il problema29 di rendere accessibili i materiali a destinatari che non possiedono le stesse
conoscenze degli emittenti, ma che sono a vario titolo interessati a quei contenuti. In questo caso entra in gioco un
problema di “traduzione”, di trasformazione da un linguaggio tecnico di settore a un linguaggio non tecnico attraverso le
competenze del comunicatore, che non condivide con il tecnico la conoscenza approfondita degli argomenti, ma è
capace di coadiuvarlo nella operazione di trasmissione dei contenuti del suo lavoro a un non-tecnico, tramite processi di
selezione, semplificazione e sintesi delle informazioni.
Gli esperti di pubblicità
La traduzione dal linguaggio tecnico fa affacciarsi la figura del comunicatore con specifiche competenze
promozionali e pubblicitarie, in grado di analizzare un territorio come si analizza un prodotto pubblicitario e di
individuarne i punti di forza che la comunicazione deve esaltare per renderlo attraente. Da ciò discende le ultime azioni
che vedono le città di dotarsi di un’immagine coordinata, di un piano di comunicazione, di un’attività di comunicazione
non più occasionale, ma strutturale.
La Pubblica Amministrazione italiana spesso si ferma ad una comunicazione elementare, non strutturata e non
strategica ed il contributo che il professionista della comunicazione può offrire è non solo un aiuto nella costruzione di un
servizio di comunicazione, ma anche un supporto nella promozione di un sistema territoriale, di singoli progetti e degli
stessi servizi di comunicazione.
Come organizzare un target
Per esemplificare la formazione del target si porterà un esempio tipico, che si insegna nelle scuole di
pubblicità, che è rappresentato dalla classificazione sinottica della popolazione (Eurisko). Con tale
classificazione, di cui si conoscono le percentuali statistiche di ogni provincia italiana, si giunge ad includere
nell’obiettivo target del progetto le specifiche dei cittadini che saranno interessati ed a cui occorre
determinare la comunicazione. Queste statistiche ci portano a conoscere con abbastanza precisione gli usi e
costumi di tale target, e perfino la sua quantità numerica. Ciò permette di calibrare la comunicazione proprio
sulle specificità del nostro target ed i primi feed back (comunicazioni di ritorno) serviranno ad affinare le
scelte comunicative.
Esempio: la costruzione di un asilo nido in un determinato luogo
Target stimato: raffinate (4.0%), massaie (6.5%), colleghe (6.9%), spettatori (7.1%), Impegnati
(4.2%), organizzatori (6.4%),
Le tecniche della comunicazione
La seguente panoramica sulle tecniche di comunicazione per gruppi vuole essere uno stimolo al loro uso, nella
consapevolezza che la rappresentanza politica oggi non basta più per capire la società moderna. Recentemente anche
l’assessorato all’urbanistica regionale dell’ass. M. Tripodi ed il Comune di Lamezia hanno fatto uso di tali pratiche,
attraverso la società Avventura Urbana30 di Torino, con risultati entusiasmanti ed inediti per la Calabria. Dal sito di
29
30
Maria Cecilia Bizzarri, in Atti seminario urban center Venezia 06;
www.avventuraurbana.it/
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questa società si riportano sinteticamente alcune tecniche con la precisazione che il loro uso non sempre risulta facile ai
non esperti in materia:
ƒ Planning for real: laboratorio di progettazione partecipata;
ƒ Open Space Technology: coffee break di discussione senza moderatore apparente;
ƒ Ascolto Attivo/Ascolto Passivo: capire comportamenti e azioni anche irragionevoli;
ƒ Brainstorming: il gioco di gruppo delle soluzioni più assurde;
ƒ TM – Town Meeting: costruzione di politiche pubbliche in piccole realtà urbane;
ƒ EASW: ricerca accordo fra gruppi portatori di interessi diversi;
Personalmente, da anni, applico il Brainstorming in campo scolastico, dove i miei studenti di grafica
pubblicitaria sono entusiasti di applicare questa tecnica e i prodotti grafici che ne scaturiscono sono qualitativamente
migliori rispetto ai precedenti..
La metodologia EASW
L'European Awareness Scenario Workshop31, noto anche con l'acronimo EASW, è un metodo
nato in Danimarca finalizzato alla ricerca di un accordo fra i diversi gruppi di portatori di interessi in
ambito locale con l'obiettivo del raggiungimento di una definizione consensuale di città sostenibile. In
seguito il metodo è stato utilizzato in ambiti diversi, sviluppo locale, attivazione di percorsi di
cambiamento organizzativo e innovazione e ricerca.
Nel 1994 anche la Commissione Europea ha attivato un'iniziativa basata su questo metodo,
chiamata TDSP ("Training and Dissemination Schemes Project"), che ha lo scopo di esplorare nuove
metodologie per favore l'innovazione in ambito sociale attraverso la definizione di metodi più efficaci
di divulgazione di una serie di "best practices" in ambienti culturali e politici diversi e
l'identificazione di strumenti per la divulgazione del know-how.
Promossa, dunque, dalla Commissione Europea specificatamente per i programmi come Agenda 21 e Urban,
la metodologia EASW si pone come uno strumento efficace per facilitare il dialogo e la partecipazione sociale all’interno
dei programmi per lo sviluppo locale sostenibile e piani sociali di zona.
Con la metodologia “EASW” si gestiscono laboratori con un numero di partecipanti compreso tra 20 e 40
persone ed il lavoro viene strutturato in due fasi:
- lo sviluppo di visioni, dove i partecipanti creano uno scenario futuro condiviso.
- La proposta di idee, dove si formulano idee progetto che possano contribuire da oggi alla realizzazione
dello scenario futuro condiviso.
In un EASW i partecipanti si incontrano per scambiare opinioni, sviluppare una visione condivisa sul futuro della
propria comunità e proporre idee su come realizzarla, rispondendo alle seguenti domande fondamentali:
- Come è possibile risolvere i problemi identificati? Si dovrà puntare più sulla tecnologia o su soluzioni
organizzative?
- Chi è principalmente responsabile della loro soluzione? Le autorità locali, i cittadini o entrambi?
Dunque il metodo fa ragionare sul ruolo che da un lato la tecnologia e dall’altro i diversi sistemi di
organizzazione sociale (volontariato, servizi pubblici, ecc.) possono giocare nel rendere i modelli di sviluppo più attenti ai
bisogni delle generazioni future. Lo fa in modo semplice ed induttivo, perché ha come obiettivo fondamentale proprio il
far confrontare la gente su temi che, almeno tendenzialmente, sono distanti dal quotidiano. Ed i partecipanti sono gli
esperti, in quanto, operando a livello locale, essi:
- conoscono le opportunità di cambiamento ed i loro limiti;
- possono promuovere il cambiamento modificando i propri modelli comportamentali.
31
http://it.wikipedia.org;
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Planning for real32
Planning for Real è un metodo di progettazione partecipata, sviluppato a partire dagli anni '60-'70 da
un'organizzazione no-profit fondata nel 1988 da Tony Gibson con sede a Telford in Inghilterra.
L'obiettivo è quello di individuare bisogni e opzioni di intervento su uno specifico contesto territoriale a
partire dall'esperienza della comunità locale, individuata come il soggetto che possiede la migliore conoscenza dei
problemi del proprio territorio.
In questo senso Planning for Real nasce come tecnica alternativa alla discussione pubblica e ad altri metodi
che tendono a favorire la partecipazione delle persone più abituate o più preparate a sostenerli, consentendo invece ad
ogni partecipante di esprimere le proprie idee e le proprie opinioni liberamente e in modo anonimo.
Planning for Real non nasce per rappresentare un'esperienza a sé stante, ma si situa all'interno di un
processo dal basso, tendenzialmente inclusivo e partecipato, condotto insieme alla comunità locale.
Il modello tridimensionale
Il punto di partenza è sempre una rappresentazione dell'area d'intervento attraverso un modello
tridimensionale, il cui scopo è quello di aiutare gli abitanti a identificare ogni elemento del proprio quartiere e a
individuare più facilmente su di esso le opere migliorative che ritengono necessarie.
Il Plastico
E’ importante che le dimensioni e le caratteristiche del plastico stimolino i partecipanti a "mettere mano" al
plastico, consentendo loro di riconoscere e di confrontarsi con i luoghi rappresentati.
Il plastico può anche essere realizzato in collaborazione con la comunità locale, favorendone in questo modo
il suo coinvolgimento.
Ogni persona è chiamata a posizionare sul plastico apposite carte-opzione, ciascuna delle quali indica un
intervento migliorativo.
E' importante che la fattibilità e la praticabilità di tutte le carte-opzione siano verificate, dal punto di vista
tecnico e politico, attraverso una fase di indagine e di outreach.
I cittadini sono accompagnati nel loro percorso da un apposito gruppo di facilitatori, che in maniera neutrale
interagisce con loro, allo scopo e nella misura sufficiente a registrare le loro opinioni e le motivazioni alla base delle
loro scelte.
Esiste anche la possibilità di segnalare alcuni suggerimenti per iscritto.
Inoltre è importante prevedere strumenti informativi (pannelli a muro, copie di documentazioni, ecc.), affinché
i partecipanti abbiano una visione il più possibile completa delle principali questioni relative alla futura
trasformazione urbana: budget disponibile, esempi di soluzioni sperimentate altrove, vincoli e standard urbanistici,
ecc.
Lo staff tecnico al termine delle giornata deve aver rilevato le preferenze espresse, per ciascun luogo
rappresentato nel plastico, rilevando in questo modo anche la presenza inevitabile di opzioni conflittuali.
L’azione della direzione
Solitamente la direzione produce una serie di pacchi preconfezionati, esplicitamente destinati alle comunità
locali e alle scuole, che contengono l’occorrente per la realizzazione dei plastici per facilitare la costruzione dei
materiali necessari e favorire così la diffusione di questa tecnica partecipativa.
Open Space Technology33
L’Open Space Technology (OST) è stato ideato (anni ’80) da Harrison Owen, che dall’analisi dei coffee break
delle sue conferenze ne trasse lo spunto per utilizzare come momenti creativi tali occasioni. I seminari, organizzati
secondo la metodologia OST, non hanno relatori invitati a parlare, programmi predefiniti, o espedienti organizzativi.
Al contrario i partecipanti, seduti in un ampio cerchio, apprendono nell’arco della prima mezz’ora come faranno per
creare la propria conferenza. Chiunque intende proporre un tema per il quale prova sincero interesse, si alza in piedi e
lo annuncia al gruppo, e così facendo assume la responsabilità di seguire la discussione e di scriverne il resoconto.
Quando tutti gli intenzionati hanno proposto i propri temi, viene dato avvio alla prima sessione di lavoro e si comincia.
Alla fine della giornata sarà distribuito ai partecipanti il resoconto di tutte le discussioni svolte.
Il metodo di lavoro è libero, ma si basa comunque su quattro "principi" ed una "legge". I quattro principi
sono:
32
Education for Neighborhood Change dell'Università di Nottingham e registrato dalla Neighborhood Initiatives
Foundation (NIF)
33
http://it.wikipedia.org/wiki/Open_Space_Technology
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1.Chiunque venga, è la persona giusta; le decisioni che vengono prese durante il lavoro sono opera di coloro che
sono presenti. Non serve quindi pensare a chi sarebbe potuto intervenire o chi avremmo dovuto invitare, è molto
più utile concentrarsi su quelli che ci sono. La partecipazione all’Open Space Technology dovrebbe essere
sempre volontaria, infatti solo chi ha davvero a cuore il tema in discussione si impegnerà a fondo, sia
nell’affrontarlo che nelle fasi di implementazione del progetto.
2.Qualsiasi cosa accada è l’unica che poteva accadere; in una particolare situazione, con determinate persone e
discutendo di un certo tema, il risultato che si otterrà è l’unico risultato possibile. Le sinergie e gli effetti che
possono nascere dall’incontro di quelle persone sono imprevedibili ed irripetibili, per questo chi conduce un
Open Space Technology deve rinunciare ad avere il controllo della situazione: tentare di imporre un risultato o
un programma di lavoro è controproducente. Chi facilita un convegno Open Space deve avere totale fiducia
nelle capacità del gruppo.
3.In qualsiasi momento cominci, è il momento giusto; l’aspetto creativo del metodo. È chiaro che dovranno
esserci un inizio ed una fine, ma i processi di apprendimento creativo che avvengono all’interno del gruppo non
possono seguire uno schema temporale predefinito. Decidere ad esempio di fare una pausa ad un certo orario
può impedire ad un dialogo di avere termine, perdendo così informazioni o idee fondamentali alla realizzazione
del progetto.
4.Quando è finita è finita; se certe volte serve più tempo di quello previsto, altre accade il contrario. Se ad
esempio si hanno a disposizione due ore per trattare un certo argomento, ma la discussione si esaurisce più
velocemente del previsto, è inutile continuare a ripetersi, molto meglio dedicare il nostro tempo ad altro.
La legge - Nell’evento si dice che si applichi un’unica legge quella “dei due piedi”: “se ti accorgi che non
stai né imparando né contribuendo alle attività, alzati e spostati in un luogo in cui puoi essere più produttivo”.
All’interno dell’OST ci sono alcune figure prestabilite e incoraggiate nell’OST, “il bombo e la farfalla”. Il
bombo è rumoroso, si sposta da un luogo all’altro, e tende a impollinare, fertilizzando i luoghi in cui si posa; la
farfalla, anch’essa in continuo movimento, è silenziosa e gradevole, e crea degli spazi di distensione e di relax per gli
altri partecipanti.
In sintesi nell’OST nessuno ha totalmente in controllo di ciò che sta succedendo, ma il risultato è
straordinario. Una conferenza gestita con il metodo Open Space Technology può durare da uno a tre giorni, e prevede
solitamente questa agenda:
nella prima parte si discute in maniera informale, cominciando a conoscere i vari punti di vista;
• nella seconda parte si discute approfonditamente del tema in questione;
• nella terza parte si prendono le decisioni.
L’Open Space Technology può essere uno strumento efficace, ma deve essere utilizzato solo se si verificano
particolari condizioni. Diversamente, oltre a diventare inefficace, si riduce ad essere uno spreco di tempo e di denaro.
Funziona solo in una situazione che comporta:
Un serio e reale problema su cui lavorare
Un’elevata complessità
Molteplici punti di vista
Conflittualità diffusa
Necessità di trovare una soluzione nell’immediato
Ambientazione
Il luogo ideale dove svolgere una conferenza Open Space Technology deve essere dotato di una stanza
abbastanza grande da poter ospitare tutti i partecipanti seduti in circolo ed altre stanze più piccole, facilmente
raggiungibili, per i gruppi che si formeranno nelle fasi di lavoro. Lo spazio non deve essere particolarmente
strutturato, è importante invece che sia confortevole. Elementi fisici, come tavoli e scrivanie, non servono in quanto
occupano spazio ed intralciano i movimenti delle persone.
Nella stanza centrale deve esserci una parete dove poter sistemare i cartelloni prodotti dal gruppo, che devono
essere ben visibili e facilmente accessibili. Una parte della stanza ospita la zona computer/fotocopiatrice, adibita alla
redazione dell’instant report, mentre un’altra sarà la zona dedicata al coffe break.
È importante che i partecipanti siano seduti in circolo su delle sedie e che le sedie si possano spostare con
facilità; il centro del circolo deve essere vuoto, così che tutti si possano guardare negli occhi e sentire alla pari degli
altri. In questo modo, già dal principio si viene a creare una sensazione di uguaglianza e partecipazione.
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Il ruolo del facilitatore34
Facilitare un Open Space Technology è un’esperienza molto diversa da ogni altra esperienza di facilitazione,
in quanto il desiderio di avere il controllo sugli eventi deve essere messo da parte. Il facilitatore deve prima di tutto
definire i tempi, gli spazi, lanciare il tema da discutere ed esporre la legge ed i quattro principi. Quando il gruppo è
sistemato in cerchio egli deve “aprire lo spazio” entrando al centro. Prendere la parola per presentare il tema da
discutere e spiegare che il muro vuoto nella stanza centrale rappresenta il programma di lavoro e che esso sarà
costruito sul momento e dai partecipanti stessi.
Il muro assume la funzione di bacheca ed il gruppo la riempie con le sue proposte. A questo punto il
facilitatore spiega come effettuare questa operazione: ogni persona che pensa di avere un argomento di discussione sul
tema scrive su di un cartoncino, poi alzarsi e presentarlo al gruppo, tenendo ben presente che chi ha proposto
l’argomento sia certo di averlo particolarmente a cuore e che non pensi che qualcun altro debba occuparsene.
Quando i temi saranno esauriti ogni promotore dovrà attaccare alla bacheca il suo cartoncino, una volta
terminata questa operazione tutti potranno osservare i vari argomenti emersi e decidere a quale gruppo intendono
unirsi. I gruppi formati saranno autogestiti e produrranno, una volta esauriti gli argomenti di discussione, un report
che unito a quelli degli altri gruppi andrà a formare l’instant report di fine lavori.
Al termine della giornata è prevista la sessione di chiusura, oppure sessione di aggiornamento dei lavori se
l’Open Space Technology e suddiviso in più giornate. Non necessita di particolari formalità, ci si mette nuovamente
tutti in cerchio ed il facilitatore chiede se qualcuno abbia voglia di esprimere la sua opinione sul lavoro svolto e cosa
abbia intenzione di fare alla luce dei fatti emersi.
La fase conclusiva consiste nella redazione dei report. Ogni gruppo di lavoro produce un report alla fine di
ogni sessione, inserendo i dati emersi durante la discussione del tema proposto in un computer e poi stampandoli. I
rispettivi report vengono appesi al muro centrale, in modo che tutti possano costantemente consultarli. Poco prima
della fine della giornata i singoli report vengono uniti in un unico documento e ad ognuno dei partecipanti ne viene
fornita una copia personale.
Può sembrare che il facilitatore, una volta esaurita la fase iniziale di spiegazione, abbia pressoché terminato il
suo compito, ma non è così. Egli deve essere sempre presente, ovviamente fisicamente, ma anche mentalmente
concentrato e sempre disponibile. Deve trasmettere sicurezza e tranquillità, dire sempre la verità in modo da
guadagnarsi la fiducia delle persone. Infine deve essere capace di non tentare di controllare gli eventi per portarli ad
un punto da lui preventivamente deciso; un atteggiamento simile porterebbe al sicuro fallimento dell’Open Space
Technology.
Ascolto Attivo/Ascolto Passivo
Nel mondo occidentale il riconoscimento dell'importanza dell'ascolto attivo in generale (e non solo in sede
terapeutica) è una conquista molto recente. Un grosso impulso agli studi sulle dinamiche dell'ascolto attivo è stato
dato, agli inizi degli anni '80, dagli studi sulle aziende post-industriali (Peters,1982; Kunda, 2000) e dagli studi sui
rapporti fra professionisti e clienti (Wolvin e Coakly, 1988);
Delle "Sette regole dell'arte di ascoltare" (Sclavi, 2000a) che sono riportate successivamente, quella che più
immediatamente rende l'idea di cosa si intende per Ascolto Attivo è la seguente:
"se vuoi comprendere quello che un altro sta dicendo devi assumere che ha lui ragione e devi chiedergli di
aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva."
L'Ascolto Attivo implica il passaggio da un atteggiamento del tipo "giusto-sbagliato", "io ho ragione-tu hai
torto", "amico-nemico" ad un altro in cui si assume che l'interlocutore è intelligente e che dunque bisogna mettersi
nelle condizioni di capire com'è che comportamenti e azioni che ci sembrano irragionevoli, per lui sono totalmente
ragionevoli e razionali.
L'atteggiamento giusto da assumere quando si pratica l'Ascolto Attivo è diametralmente opposto a ciò che
caratterizza quello che tradizionalmente viene considerato un buon osservatore: impassibile, "neutrale", sicuro di sé,
incurante delle proprie emozioni e teso a nascondere e ignorare le proprie reazioni a quanto ascolta. Al contrario, se
vogliamo entrare nella giusta ottica, dobbiamo imparare qualcosa di nuovo e sorprendente, che ci "spiazza" dalle
nostre certezze e dunque che ci consente di dialogare.
Questo significa che dobbiamo essere disponibili a sentirci "goffi", a riconoscere che facciamo fatica a
comprendere ciò che l'altro ci sta dicendo: in questo modo stabiliamo rapporti di riconoscimento, rispetto e
apprendimento reciproco che sono la condizione per affrontare congiuntamente e creativamente il problema. È la
rinuncia alla arroganza dell'uomo che sa e l'accettazione della vulnerabilità, ma anche l'allegria, della persona che
impara, che cresce, che cambia con gli altri invece che contro gli altri.
34
www.openspaceworld.org
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Il Giudice Saggio
La dinamica complessiva di questo tipo di comunicazione è ben rappresentato dall'aneddoto del "giudice
saggio", che è il seguente.
Al giudice saggio furono portati i due litiganti. Egli ascoltò molto attentamente le ragioni del primo e
commentò: "tu hai ragione". Poi ascoltò il secondo e di nuovo commentò: "tu hai ragione." A questo punto un
osservatore esclamò: "eccellenza, non possono avere ragione entrambi!!". Il giudice saggio ci pensò sopra un attimo e
poi, serafico: "Hai ragione anche tu".
Nella comunicazione interculturale molto spesso hanno ragione entrambi gli interlocutori, e al tempo stesso
"non possono aver ragione entrambi" perché non si capiscono fra loro. Il riconoscerlo è un indice di saggezza.
Il dialogo fra culture diverse non riguarda in primo luogo i comportamenti, ma abitudini percettive-valutative
profondamente interiorizzate e difficili da cambiare.
Brainstorming
Il brainstorming, è un metodo per sviluppare soluzioni creative ai problemi. E' stato inventato negli Stati Uniti
nella prima metà del secolo scorso da Alex Osborn, fondatore dell'Agenzia Pubblicitaria Batten, Barten, Durstine e
Osborn.
L'obiettivo originario del brainstorming è la produzione di "possibili soluzioni di un problema specifico", per
lo più semplice. Alla base vi è l'idea del "gioco" quale dimensione "leggera" che permette di liberare la creatività dei
singoli e del gruppo, e che normalmente è impedita da una serie di inibizioni.
A questo scopo il brainstorming si propone l'obiettivo di favorire:
- il superamento di inibizioni e autocontrollo rispetto all'espressione della propria posizione;
- il superamento dell'urgenza di schierarsi
- il superamento di un atteggiamento difensivo rispetto alle idee che si sono espresse
- il superamento di assetti di potere e di leadership esistenti all'interno del gruppo
- lo sviluppo di uno spirito competitivo "leggero"
- un entusiasmo contagioso, così come in ogni gioco ben condotto.
Le regole del gioco
Il gruppo ideale dei partecipanti non dovrebbe essere superiore ad una quindicina di persone, solitamente
riunite comodamente attorno ad un tavolo.
Una volta messo a fuoco il problema e fissato un tempo limite per l'incontro, ciascuno esprimerà come
soluzione al problema la "prima idea che gli viene in mente", in rapida sequenza e per associazione di idee.
Il brainstorming premia soluzioni il più possibile assurde, nella convinzione che più le proposte sono ridicole e
più saranno interessanti e utili per individuare alla fine la soluzione migliore.
Infatti esse saranno sottoposte ad un processo sempre più affinato di rielaborazione, di approfondimento, di revisione,
da parte del gruppo, rifacendosi via via alle idee proposte da altri partecipanti, in modo da trasformare il carattere
irrealizzabile e fantasioso delle idee iniziali in proposte sempre più pratiche e fattibili.
Un esempio: se il problema consistesse nell'esistenza di una relazione difficoltosa in aula tra docenti e
studenti, una proposta che potrebbe scaturire dalle fasi iniziali del brainstorming è quella, ad esempio, di recarsi un
giorno in classe in costume da bagno.
La rielaborazione di questa idea potrebbe condurre alla proposta "meno ardita" di recarsi un giorno in
piscina insieme. Da qui potrebbe infine derivare l'idea "realizzabile" e "concreta" di prevedere nella scuola spazi in cui
docenti e studenti possano ritrovarsi e fare alcune attività insieme, al di fuori della formalità che caratterizza i rapporti
in classe. In questo modo il problema è stato sviscerato, rompendo le inibizioni all'interno del gruppo e pervenendo, ad
esempio, alla proposta di realizzare un bar con spazi di qualità o un club.
Il problem setting
La soluzione al problema, il problem solving, avviene attraverso il problem setting, cioè attraverso modalità
che consentano di re-inquadrare il problema, di vederlo in modo nuovo, di ridefinirlo entro connessioni diverse. In
questo senso si può affermare che il brainstorming costituisce l'approccio di base per la gestione creativa dei conflitti,
perché induce ad uscire dalle proprie cornici , dalle proprie premesse implicite.
Produrre nuove idee
Per questa ragione ad ogni partecipante è chiesto di sospendere il giudizio e l'urgenza classificatoria e di
rinunciare a qualsiasi valutazione sulle idee proposte da altri.
L'obiettivo del brainstorming è infatti quello di produrre nuove idee, mentre il giudizio introduce un elemento di rischio
per il singolo partecipante e induce un atteggiamento difensivo di idee consolidate.
Condurre il Brainstorming
Una persona dovrà condurre il brainstorming, svolgendo il ruolo di facilitatore, ovvero tenendo in meno la
regia del processo e facendo bene attenzione a:
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
1. proporre il problema iniziale in modo chiaro e semplice
2. invitare i partecipanti a sospendere il giudizio
3. favorire le idee estreme e spiazzanti e ad accogliere qualsiasi idea espressa
4. scrivere, su una lavagna o altro, per esempio dei foglietti adesivi, tutte le idee espresse, in modo che siano
visibili a tutti e possano essere utilizzate per successive elaborazioni
5. incoraggiare i partecipanti a elaborare variazioni sulle idee espresse da altri
Quando utilizzare il Brainstorming
Per fare un esempio del possibile utilizzo di questo strumento si tenga conto che Fisher e Ury propongono
l'uso del brainstorming anche nell'ambito di un negoziato, cioè di una trattativa che preveda la presenza di una
controparte.
Il processo può essere più difficile a causa del maggior rischio di dire qualcosa che pregiudichi i propri
interessi, nonostante le regole proprie di una sessione di brainstorming. Tuttavia presenta i grandi vantaggi di
produrre idee che tengano conto degli interessi di tutte le parti coinvolte, di creare un clima comune di problemsolving, di istruire ogni parte sulle preoccupazioni dell'altra.
Comunque i temi attorno ai quali si può organzzare una seduta di brainstorming sono praticamente infiniti. La
questione da esplorare può spaziare da "Dobbiamo individuare un nuovo prodotto da commercializzare per il prossimo
Natale" a "Come possiamo impiegare quest'anno i fondi in eccesso del bilancio del Dipartimento?".
Per rimanere nell'ambito della progettazione urbana, gruppi di residenti e/o di soggetti locali possono
insieme rispondere alla questione "qual è il principale problema delle aree verdi del quartiere" oppure "come si può
gestire il problema della conflittualità tra auto e pedoni?" ecc.
Il Town Meeting (TM)35
Nasce nel 17° sec. nel New England, Boston U.S.A., come espressione di democrazia diretta, attraverso
assemblee che si tenevano per discutere, tra gli abitanti, le esigenze dei cittadini. Si tratta di uno strumento adatto alla
costruzione di politiche pubbliche in piccole realtà urbane. Le tipologie del TM oggi possono essere rappresentate in
tre modi:
- open: coinvolgimento e partecipazione diretta di tutti gli abitanti;
- rappresentativo: una rappresentanza di cittadini discute e votano;
- e-TM:una particolare forma di forum in internet;
Recentemente è stata sperimentata ques’ultima versione del TM, l’Electronic Town Meeting [e-TM] 36, che
offre alcuni elementi di innovazione dal punto di vista della tecnologia adottata. Il metodo “electronic town meeting”
[e-TM] si distingue per l’uso di una combinazione di tecniche che consentono di coniugare i vantaggi della discussione
per piccoli gruppi, con quelli di un sondaggio rivolto ad un ampio pubblico.
Nell’e-TM si svolgono in successione tre differenti fasi di lavoro, volte a facilitare i partecipanti nel
trattamento dei temi oggetto della discussione:
1. una prima fase di informazione e approfondimento grazie agli apporti di documenti ed esperti;
2. una seconda fase di discussione in piccoli gruppi;
3. una terza fase in cui i temi sintetizzati e restituiti in forma di domande sono proposti ai partecipanti che si
possono dunque esprimere in modo diretto votando individualmente mediante delle tastierine (polling keypads).
Le potenzialità di questo modello per i processi di democrazia deliberativa sono ormai riconosciute a livello
internazionale e tale metodologia si va diffondendo ormai in vari contesti.
Il primo obiettivo è assicurare ai partecipanti un buon livello di conoscenza sui temi guida dell’evento, che
nel caso di Torino erano: integrazione culturale, informazione e povertà. I documenti informativi, resi disponibili già
prima dell’evento, ed il contributo di esperti di riconosciuta competenza, servivano a rendere l’uditorio più
consapevole il dibattito più fecondo. Il metodo fa uso rigoroso della discussione a piccola scala, i cui risultati vengono
riportati, grazie a tecnologie avanzate, a scala vasta, per poi facilitare una votazione diretta su singole proposte o
alternative.
35
da www.comune.torino.it
Vedi l’esperienza fatta per l’area del World Trade Center, dopo l’attentato dell’11 settembre del 2001, Listening to the city, per
discutere le priorità da seguire nel progetto di ricostruzione a cui hanno partecipato ben 4.300;
36
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Gli Urban Center nel mondo
Francia
LA GALERIE D’ARCHITECTURE
11, rue des Blancs Manteaux, 75004 Paris
www.galerie-architecture.fr
PAVILLON DE L’ARSENAL
21 Boulevard Morland-75004 Paris
tel. 01/42763397-fax 01/42763632
www.pavillon-arsenal.com
ARC-EN-REVE
Entrepôt, 7 rue Ferrère, 33000 Bordeaux
www.arcenreve.com
FORUM D’URBANISME ET D’ARCHITECTURE
1 Place Pierre Gautier-06364 Nice Cedex 04
tel. 04/97133151-fax 04/97132002
www.nice-coteazur.org
BUREAU DE COMPTENCES ET DESIRS
8, Rue Du Chevalier Roze, Marseille
www.bureaudescompetences.org
Germania / Austria
HISTORISCHES MUSEUM DER STADT WIEN
Karlsplatz, 14-A-1040 Wien
tel. 01/50587470-fax 01/50587477201
www.museum.vienna.at
Engelgasse 3-5
8010 Graz
Telefon:+43316323500
Fax: + 43 316 323 500 75
www.HDA-Graz.at
mail: [email protected]
DAM - Francoforte
Schaumainkai, 43-60596 Frankfurt
tel. 069/21238844-fax 069/21237721
www.frankfurt-online.net/museum/architektur-museum
www.dro.amsterdam.nl/zuiderkerk
ARCHITEKTURFORUM TIROL - INNSBRUCK
lois welzenbacher platz 1
6020 innsbruck. austria
ARCHITEKTTURZENTRUM WIEN
Museumsplatz 1, A-1070 Vienna
www.azw.at
ARCHITEKTTURZENTRUM WIEN
Museumsplatz 1, A-1070 Vienna
www.azw.at
DEUTSCHES ARCHITEKTUR ZENTRUM
Köpenicker Straße 48/49 Aufgang A
10179 Berlin, Germany
www.daz.de
AZW Wien
http://www.azw.at/
DEUTSCHES ARCHITEKTUR ZENTRUM
Köpenicker Straße 48/49 Aufgang A
10179 Berlin, Germany
www.daz.de
AZW Wien
http://www.azw.at/
HDA – Haus der Architektur Graz
www.architekturforum-tirol.at
[email protected]
St. Veiter Ring 10
9020 Klagenfurt
T +43 (0) 463 / 50 45 77
F +43 (0) 463 / 50 46 01
E [email protected]
KARNTENS HAUS DER ARCHITEKTUR NAPOLEONSTADEL - KLAGENFURT
pag. 22
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Spagna
MACBA
Placa dels Angels, 1-08001 Barcellona
tel. 34/934120810-fax 34/934124602
www.macba.es
CENTRE DE CULTURA CONTEMPORANIA DE
BARCELONA
Montalegre 5, 08001 Barcelona
www.cccb.org
Inghilterra
NEW LONDON ARCHITECTURE
The Building Centre, 26 Store Street, London WC1E
7BT
www.newlondonarchitecture.org
LONDON OPENHOUSE
Open House, 4th Floor, 297 Euston Road, London
NW1 3AQ
www.londonopenhouse.org
THE LIGHTHOUSE
Scotland's Centre for Architecture, Design and The
U.S.A. – Canada
MAS
457 Madison Ave.-New York, NY 10022
tel. 212/9353960-fax 212/7531816
www.mas.org
PICCED
379 Dekalb Ave.-2nd floor Stuben Hall
Brooklyn, New York 11205
tel. 212/6363486-fax 212/6363709
www.picced.org
http://www.picced.org
City
11 Mitchell Lane, Glasgow G1 3NU
www.thelighthouse.co.uk
THE CUBE
113 - 115 Portland Street , Manchester M1 6FB
www.cube.org.uk
DESIGN FOR LONDON
197 Blackfriars Road
London SE1 8AA
www.designforlondon.gov.uk
SPUR
312 Sutter Street 500-San Francisco CA 94108
tel. 415/7818726-fax 415/7817291
www.spur.org
CCA – Centre Canadien d’Architecture
1920, rue Baile, Montréal, Québec, Canada H3H 256
www.cca.qc.ca
CHICAGO ARCHITECTURE FOUNDATION
224 South Michigan Avenue, Chicago Il. 60604
www.architecture.org
Olanda – ect
NAI - NETHERLAND ARCHITECTURE
INSTITUTE
Museumpark 25, 3015 CB Rotterdam
www.nai.nl
ARCAM
Prins Hendrikkade 600, 1011 VX Amsterdam
www.arcam.nl
ZUIDERKERK
Zuiderkerkhof, 72-1011 WB Amsterdam
tel. 020/5527987-fax 020/5527988
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Gli Urban Center in Italia
Nord
tel. 011 4432301
fax. 011 4432323
[email protected]
Torino Urban Center metropolitano Corso Vinzaglio, 17 - Torino
tel +39 011 5537950
fax +39 011 5537980
[email protected]
Trento CasaCittà Laboratorio Via Manci n. 54 - 38100 Trento
tel +39 0461 884162
fax +39 0461 268665
http://www.casacitta.tn.it/
[email protected]
Verona Urban Center Comune di Verona
Piazza Brà, 1 - 37121 Verona
tel. 045/8077404 - 8077298 fax 045/8077332
www.comune.verona.it
[email protected]
Planning, Architecture, Centro culturale,
Milano AIM
www.aim.milano.it
Ufficio Concorsi di Progettazione
www.comune.milano.it/concorsiprogettazione
Vicenza Forum Center Piazza dei Signori - 36100 Vicenza
tel. +0444 221111
[email protected]
Milano Urban Center Galleria Vittorio Emanuele II, 11\12 - 20123 Milano
[email protected]
Urban center di Venezia
candiani5 - Urban Centre
Piazzale Candiani 5, 30174 Mestre (VE)
tel. 041/2746171 - 7166
fax 041 2747161
e-mail: [email protected]
Bologna Urban Center
Voltone del podestà 1/l - Bologna
tel
+39 051 271006
[email protected]
www.comune.bologna.it/urbancenter
http://www.comune.venezia.it/candiani5/
Centro culturale, Comunicazione
Ravenna R.if - Ravenna Informa
presso ex-chiesa di San Domenico, via Cavour 1 48100 Ravenna
Urban Center Monza
Via Filippo Turati 8
20052 Monza
Torino Fondazione Atrium P.za San Carlo, 161 - 10121 Torino
tel 011 197.017.80
fax 011 197.020.86
[email protected]
Finale Ligure urban center
Ass urbanistica Comunale
Finalborgo in piazza Tribunale 11,
www.comunefinaleligure.it
Torino Officina Città Piazza Corpus Domini 17/e - 10122 Torino
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Centro
Pesaro Urban Center -
http://www.urbancenter-roma11.it/CS1.html
Piazza del popolo - 61100 Pesaro
tel +39 072 387238
fax +39 072 2387212
[email protected]
Centro culturale, Comunicazione,
http://www.comune.pesaro.ps.it/pianostrategico/dettagliosche
da.asp?id=2284&definitivo=vero
Tel. 0721.387238/593
Roma Casa dell'Architettura Piazza Manfredo Fanti, 47 - 00185 Roma
tel. +06 97604598
fax +06 97604561
[email protected]
[email protected]
Fiorenza Martufi (direttrice)
Ornella Salvi
Emanuela Primavera
Comunicazione, Piani Strategici
Firenze - Progetto Urban Center
Comune di Firenze
Roma Casa del Municipio -Urban Center Roma XI
via Nicolò Odero 13 - Roma
tel. 06 5180518
http://www.firenzebusiness.it/default.asp?page=stam
pa&idtema=1&index=1&order=a1&categoria=15&pagi
nazione=10&action=read&idnews=366
Sud e Isole
politiche urbane a livello locale per lo
sviluppo sostenibile
Napoli Casa della Città via Diocleziano 330 - 80124 Napoli
tel. 081 7957944
[email protected]
http://www.comune.palermo.it/Comune/urban
_center/
Catania Casacittà Via Etnea, 742 - 95125 Catania
tel.
095 7382528
fax:
095 330309
[email protected]
Benevento
Casa della città di Benevento
Bagheria Urban Center
Via Aguglia,2
90011 Bagheria (Pa)
Urban Center - Palermo
Centro di studio ed elaborazioni delle
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La rete degli Urban Center
La forte espansione degli Urban Center sul territorio nazionale ha spinto
quest’ultimi ad associarsi a livello nazionale per discutere ed omogeneizzare il loro
intervento.
Dal 2005 in poi riunioni annuali e semestrali producono sempre di più un
modello di organizzazione unitario ed in ultimo vi è da annoverare il convegno svoltosi
nell’ambito di UrtbanPromo 2007 a Venezia, di cui alla foto accanto, al quale ha
partecipato anche il nostro gruppo di progetto calabrese.
Mentre da una parte di tenta di strutturare questi incontri attraverso uno
statuto associativo degli Urban center nazionali37 (UCNET) dall’altra parte si riconosce
definitivamente che la loro struttura organizzativa sarà per forza maggiore molto
diversa per ognuno degli esempi.
Il prossimo appuntamento sarà a Torino nell’ambito dell’UIA 2008.
Le politiche Urbane Europee (Rocco Pangaro)
Premessa
La discussione avviata in Calabria dall’applicazione dei contenuti dell’art. 11, comma 6 legge reg 14/06, in modifica
della L.n.19/2002, rappresenta l’occasione, forse unica nell’agone disciplinare nazionale, per una definizione appropriata ed
originale dei termini della partecipazione attiva nell’avvio dei processi della pianificazione e della programmazione territoriale.
Direttamente connessi alla nuova stagione della pianificazione urbanistica che si vuole inaugurare per la Calabria, i
“laboratori di partecipazione”, così come auspicato dallo stesso articolo, sono intesi a favorire una “reale attività di
partecipazione e condivisione collettiva anche per le attività progettuali riferite ad opere di rilievo e di interesse pubblico”.
In Calabria l’esplorazione dei nuovi campi dell’informazione, della promozione, dell’avvio delle forme di
partecipazione, può rappresentare un avvenimento del tutto nuovo ed esaltante, ma su cui la pubblica amministrazione non è
culturalmente attrezzata; imbrigliata, così com’è, nel magma di quel perverso meccanismo che ha finito col produrre, insieme
ad una strumentazione urbanistica sostanzialmente dequalificata sul piano disciplinare, una cultura di rapina del territorio
insieme al formarsi e perpetuarsi di una classe politica ed imprenditoriale che della delittuosa appropriazione del territorio e
delle risorse finanziarie, attese alla sua salvaguardia e riqualificazione, ha tratto linfa per facili arricchimenti e modelli politici di
autoconservazione.
Non è un caso se in questa sede il gruppo del Progetto Urban Center Calabria, nella predisposizione delle prime
linee di orientamento per lo studio del laboratorio di partecipazione, avverte nella “lotta alla criminalità “l’elemento di
fondamento per la lotta alle infiltrazioni criminali nelle decisioni politiche”, ben conoscendo, da attento studioso, l’influenza
della criminalità diffusa sul territorio e sulla sua capacità di determinarne governo e gestione, tanto da ricercare nel motto
“partecipazione e legalità” la “comunicazione” divulgativa di un’attività di studio militante e, sicuramente, esemplificativa del
ruolo originale che dovrà assumere la identificazione del “luogo” partecipativo in Calabria.
Ma, se ciò rappresenta il punto cardine di una visione del tutto nuova del fare “strategia” sul territorio, quali possono
essere i mezzi da porre in essere per un corretto processo pianificatorio e programmatorio?
Quali possono essere gli esempi nazionali e internazionali cui fare riferimento per un adeguamento degli stessi alla
realtà calabrese?
Se è didatticamente esaustiva l’indagine sulle esperienze nazionali ed internazionali di partecipazione e di
comunicazione, quali spunti possiamo trarre dalle stesse per un’applicazione che non sia di semplice “routine” e di mera
importazione per i risultati di innovazione e di crescita democratica che si vogliono ottenere?
Come interpretare l’eredità dei processi di pianificazione e di programmazione legati ai temi dello sviluppo regionale
e locale, al fine di trarne sostanza per nuove “visioni” del territorio calabrese?
37
L’Urban center di Torino è il capofila della struttura Nazionale;
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Senza avere una risposta precisa a tali dilemmi, penso che una prima, immediata e viscerale, la si possa azzardare
mediante un’opera di forte informazione sulle caratteristiche e qualità propositive delle “Linee Guida” e, oggi, dello stesso
POR 2007-2013, specie in riferimento alle tematiche territoriali e della città in esso presenti, proponendone una divulgazione
capillare presso ogni amministrazione e realtà sociali e culturali presenti presenti attivamente sul territorio.
Magari accompagnando tale opera di divulgazione con opportuni documenti di sintesi che ne agevolino un pronto
recepimento e fornendo, contemporaneamente, questionari di semplice accesso per costruire forme di interazione e dialogo,
magari agevolate da un continuo tavolo di discussione in tutta le realtà territoriali regionali.
Il tal modo la fase di “ascolto” non è più un impegno burocratico, ma essa stessa espressione di conoscenza diretta
per ciascun territorio e comunità sulla qualità della consapevolezza, sulle chances e sui diversi percorsi di sviluppo desiderati.
Le “Linee Guida”ed il POR 2006-2013, pongono, ormai con certezza, un discrimine fondante fra un territorio
degradato e la concezione di una sua salvaguardia e valorizzazione.
Ciò può risultare efficace su quelle potenzialità locali ancora inespresse e non valorizzate.
Un attento lavoro di ricognizione sul territorio può rendere visibile e riconoscibile quanto, magari, nemmeno percepito
dagli attori locali.
Possono essere rappresentate da risorse territoriali o culture locali, intelligenze, conoscenze e capacità, spesso non
immediatamente percepibili, ma su cui bisogna insistere per essere attivate o aiutate a crescere.
Forse il primo momento di una mirata politica di promozione finalizzata all’avvio di nuovi processi di partecipazione,
può consistere, essenzialmente, nella scelta strategica di isolare le cause della loro mancata espressione e scegliere,
insieme alla comunità le modalità entro cui orientarle.
Se i nuovi processi di partecipazione attiva possono contribuire alla democratizzazione della pianificazione
strategica, questi devono nascere dal basso mediante un percorso di nuova consapevolezza dei cittadini quali primi “attori
locali”.
Nella positiva accezione di partecipazione attiva non esistono figure professionali quali “portatori scelti” di “nuove e
sperimentate ricette”, ma “planner comunicatori” in grado di contribuire, tramite il preventivo ascolto, alla costruzione di
un’idea guida probabilmente valida per quel territorio.
Un territorio le cui condizioni sono sempre diverse ed in cui non possono sommariamente essere sperimentate
metodologie generali e proiettate nello specifico contesto territoriale.
Ogni realtà locale ha necessità di sperimentare un proprio percorso peculiare nel produrre strategie coerenti con la
necessità del proprio sviluppo.
Al contrario, non appare produttiva una codificazione di iter procedurali abbastanza standardizzati e buoni per ogni
occasione.
Ciò induce ad una seria di riflessione che si vuole di partenza nell’avvio di Urban Center Calabria, sulla
identificazione di un processo di pianificazione strategico che sfugga ad un riflusso abbastanza ricorrente, specie nelle regioni
meridionali ed in Calabria, in particolare.
Quello di intendere tale strumento, formidabile sulle intenzioni, ma possibile di una sua interpretazione ridotta a
sterile meccanismo di puri adempimenti formali, suffragati magari, dall’apposita codificata manualistica e linee guida di ogni
genere, che interpretano il coinvolgimento della cittadinanza quale “espediente retorico” per la legittimazione di scelte e
decisioni già “esaudite” in altre sedi e “tavoli di contrattazione”.
La declinazione calabrese delle esperienze nazionali ed internazionali maturate ed in corso di attuazione sui temi
della partecipazione e dei luoghi strutturali ed anche virtuali ad essa dedicati, vuol rappresentare un tentativo (esso stesso) di
“esternalizzazione” di un iter di costruzione delle scelte e su una strategia che intende la complessità della “questione
territoriale calabrese” quale valore per mettere in luce e gestire i conflitti latenti.
Ciò nella convinzione che l’apertura del processo decisionale, fin dalle sue fasi iniziali, alla partecipazione di tutti i
soggetti portatori di interessi sia fonte di arricchimento per esiti consapevoli e condivisi delle trasformazioni delle città e del
territorio calabrese.
Questa parte dell’intero rapporto è sinteticamente riferita ad alcune esperienze europee al fine di una
documentazione sui presupposti e sui risultati perseguiti ai vari livelli nazionali in grado di offrire critici elementi di riferimento
per l’interpretazione della dinamica culturale ed operativa in atto sulla costruzione dei cosiddetti Urban Centers come
accompagnamento della più complessiva azione di Pianificazione Strategica in corso presso le stesse comunità urbane e
territoriali di riferimento.
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Le politiche urbane
Uno degli argomenti più significativi del dibattito europeo sulle politiche urbane si basa sulla considerazione che
circa l’80% della popolazione viva nelle aree urbane, con un’incidenza dello stesso fenomeno sullo sviluppo economico e
della coesione sociale.
Su questo assunto i Sindaci delle maggiori città europee richiedono all’Unione europea più attenzione e strumenti
metodologici e finanziari atti ad offrire ai cittadini una città attrattiva, ben infrastrutturata e un complesso di servizi e di capitale
relazionale che viene comunemente chiamato “qualità urbana”.
E il crescente aumento della popolazione urbana, la pressione dei flussi migratori, i fenomeni dl disagio e degrado
sociale e fisico che spesso caratterizzano le nostre città, alimenta le preoccupazioni della Commissione europea quando,
ciclicamente, superando le strette competenze dei Trattati che non annoverano tra le materie comunitarie quella riguardante
lo sviluppo urbano, pone mano alla questione urbana, disegnando strumenti e programmi pensati per le città.
L’attuale Programmazione 2007-2013 prevede il passaggio della politica urbana all’interno della politica regionale,
rispetto al vecchio periodo di programmazione, in cui le città avevano il programma Urban ad esse dedicato.
Le Regioni, che secondo la politica di coesione restano le principali autorità di gestione, sono invitate a identificare
le priorità della loro politica urbana nei loro documenti di programmazione, le risorse e le città a cui essa sarà indirizzata.
La Commissione incoraggia, inoltre, le Regioni a delegare alle città la gestione dei finanziamenti necessari e
incoraggia gli Stati membri, responsabili del Quadro strategico nazionale, ad esplicitare la propria strategia per lo sviluppo
urbano sia con riguardo alle aree della convergenza, sia a quelle della competitività.
La politica di coesione reputa, dunque, piuttosto improbabile affrontare le tematiche dello sviluppo economico e
sociale di una regione prescindendo dalle realtà cittadine, ma anzi asserisce che il processo di rinnovamento e sviluppo della
competitività dell’Europa deve necessariamente muovere dalle entità locali. Le aree urbane si misurano, infatti, ogni giorno
con i gravi problemi attinenti alla sfera sociale, ambientale ed economica, oltre che con i problemi dell’accesso alle grandi reti
di trasporto, con lo sviluppo della ricerca, e la diffusione delle moderne tecnologie.
-- la partecipazione nella pianificazione strategica
Il piano strategico, quindi, si sviluppa attraverso un processo, che implica una partecipazione dinamica di attori
pubblici e privati, che congiuntamente formulano e definiscono obiettivi e strategie.
La definizione di pianificazione strategica non corrisponde a canoni di univocità, ma alcune fra queste sembra
importante riproporre per la loro pertinenza all’economia di questo contributo:
“I piani strategici agiscono attraverso la costruzione ampia di un impegno collettivo che incorpora la molteplicità dei
centri decisionali a partire dal basso e la fa convergere su una visione socio-politica della città e del suo territorio proiettata in
un futuro anche lontano, ma realizzabile sulla base di partenariati, di risorse, di tempi individuati, di interessi convergenti, del
monitoraggio dell’efficacia dei tempi di attuazione” (Spaziante, 2003, pag.42)
“(…) approcci di pianificazione che si riferiscono all’area vasta: che aspirano a definire grandi indirizzi di sviluppo
(economico, sociale e ambientale) di un territorio integrato urbano/perturbano/rurale) e a renderne le dinamiche insediative
più coerenti con i principi dello sviluppo sostenibile (competitività/solidarietà/cura dell’ambiente) attraverso modelli di
governance capaci di costruire un’idea di cittadinanza metropolitana certamente rispettosa delle identità locali, ma più
cooperante e lungimirante”. (Gibelli, 2003, pag.62)
“(….) la pianificazione strategica può essere definita come un processo guidato dal settore pubblico, attraverso il
quale una visione delle azioni e dei mezzi di attuazione sono formulati, dando forna e cornice a quello che un luogo può
diventare”, (Albrechts, in “la pianificazione strategica in europa,,,a cura di Flavia Martinelli, Franco Angeli 2005).
Queste definizioni racchiudono nei loro concetti i modelli e le strategie delle città europee, in particolare, quelle
esaminate in questo contesto e meglio esplicitate nel prosieguo del lavoro.
Modello reticolare
Tra i modelli di pianificazione strategica teorizzati in campo disciplinare, il più seguito sembra essere quello
reticolare, che fa uso del coordinamento e dell’integrazione come strumenti per la formazione del consenso e della
partecipazione su un progetto complessivo di città. In questo modo la pianificazione non solo offre soluzioni ai problemi
esistenti, ma definisce alcune linee chiave di sviluppo a cui le politiche locali e gli attori devono uniformarsi.
In particolare si tratta di uno strumento finalizzato:
- alla formazione del consenso, con obiettivi non solo di “fare” ma anche di “comunicare
- strategie” e di conseguire l’accordo sugli obiettivi stessi;
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- fornire una visione strategica della città mediante un processo di adattamento e di
- esplorazione non sequenziale ma per fasi di definizione-ridefinizione dei problemi, monitoraggio
- dei risultati ed ulteriore apprendimento.
Tra le connotazioni operative di questo approccio vanno segnalate:
- il carattere multi-settoriale e non solo territoriale della pianificazione
- (indipendentemente dal fatto che questa si traduca in atti di natura urbanistica);
- la natura di medio-lungo periodo degli scenari, in particolare per quanto riguarda la
- collocazione nazionale e internazionale della città;
- la necessità di tenere conto dei diversi attori locali e nazionali mediante il loro
- coinvolgimento già nella fase di definizione del piano, che deve essere svolta in comune
- sia per quanto riguarda l’individuazione delle linee guida generali che delle singole
- azioni specifiche;
- la necessità di operare scelte e di prendere decisioni (tenendo conto delle capacità
- finanziarie, umane ed organizzative) in base a processi di natura “negoziale” nei
- confronti dei diversi attori pubblici e privati e non in base a criteri di ottimizzazione /razionalizzazione di
tipo aziendale.
La crisi delle città a forte tradizione industriale non è un fenomeno isolato, molte città europee si trovano a dover
fronteggiare la crisi del settore industriale tradizionale (siderurgia, cantieri navali, settore tessile, automobilistico) unito allo
sviluppo insufficiente del settore dei servizi.
L’impatto delle trasformazioni economiche è stato evidente attraverso i seguenti effetti:
- alti indici di disoccupazione;
- degrado dell’ambiente e della qualità urbana;
- processo di migrazione, calo demografico, invecchiamento della popolazione;
- problemi di emarginazione sociale.
Per fronteggiare questa crisi, molte città in declino hanno attuato uno sforzo strategico di rivitalizzazione; alcune
tramite la formulazione di piani strategici propriamente detti, altre tramite politiche che possono essere definite tali.
Lo sforzo strategico nasce dalla necessità di effettuare una trasformazione profonda e radicale della città, unendo
energie pubbliche e private. Il piano strategico rappresenta uno strumento di mobilitazione per riunire volontà, formulare
obiettivi prioritari e generare partecipazione.
I benefici del piano strategico sono i seguenti:
- rendere possibile l’attuazione integrale degli obiettivi;
- offrire un orizzonte di pianificazione di largo respiro;
- identificare le tendenze dell’area e le opportunità;
- concentrare risorse limitate verso obiettivi prioritari;
- rendere possibile la cooperazione pubblica e privata;
- stimolare la coscienza comunitaria.
E’ in questo senso che lo sviluppo di forme di pianificazione strategica rappresentano una risposta essenziale al
cambiamento di prospettiva nella gestione territoriale.
Un’occasione per mobilitare gli stakeholders per incentivare nuovi modelli di sviluppo attraverso il coinvolgimento di
individui e gruppi che diventano gli attori essenziali del progetto strategico.
-- I piani Strategici
GLASGOW
La città di Glasgow rappresenta come si sia formato ed evoluto strutturalmente il modello di piano strategico.
Primo Piano.
Il processo ha avuto inizio con un primo piano, il progetto Gear (Glasgow Eastern Reneval Project), che prevede
l’incentivazione dello sviluppo del quartiere di East-End; questo piano rappresenta una prima forma di vero e proprio piano
strategico attuato, però su scala territoriale ristretta. Il progetto ha riscosso un largo successo per quel che riguarda la
riqualificazione ambientale e lo housing, queste iniziative hanno ridato fiducia e senso di appartenenza alle comunità locali,
rilanciando l’immagine dell’area. La qualità di vita degli abitanti è migliorata, con ricadute in termini di attrazione di nuova
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popolazione. Il rilancio economico dell’area non ha riscosso lo stesso successo, anche se qualche debole miglioramento si è
notato nell’aumento delle potenzialità economiche dell’area.
Secondo Piano
Verificato il successo del piano Gear, il Governo Centrale propone un nuovo piano strategico per un’altra zona
problematica della città, il quartiere centrale. Questo secondo piano dimostra di essere lievemente innovativo rispetto al
primo, infatti le strategie adottate per la rivitalizzazione del quartiere non sono più soltanto “curative” ma anche “preventive”,
per indirizzare lo sviluppo della zona. Le strategie messe a punto per avviare il progetto sono state “curative” e “preventive”,
per fornire una risposta ai problemi esistenti e per indirizzare lo sviluppo. Un altro campo di intervento è stato la
riqualificazione dell’immagine della città mediante nuovi interventi di prestigio e la programmazione di fiere e mostre.
Terzo Piano
Il terzo piano di Glasgow rappresenta il completamento del precedente, l’area in esame non è più circoscritta al
quartiere centrale, ma comprende l’intera zona del centro della città. In questo piano si prevede che l’area in questione faccia
da motore alla ripresa della città, la strategia, definita dell’implosione, auspica che dalla rivitalizzazione della zona centrale
possa conseguire lo sviluppo di altre aree cittadine.
Per l’attuazione del piano è stata istituita un’agenzia apposita, Glasgow Action, che è una partnership pubblicoprivata che ha il compito di catalizzare e stimolare le iniziative, creando le necessarie relazioni tra i diversi attori operanti nel
processo di trasformazione della città e individuando fonti di finanziamento pubblico e soprattutto privato.
L’ultimo piano
Mette a punto una strategia orientata a consolidare il progetto di rivitalizzazione dell’economia cittadina mediante:
- il rilancio del settore manifatturiero:
- il sostegno alle piccole imprese e l’attrazione di imprese e capitali esteri;
- il supporto sociale, prevedendo l’integrazione razziale, riqualificando i quartieri degradati, aumentando la qualità
della vita dei cittadini, incentivando la qualità dei servizi;
- la promozione turistica e culturale dell’area, a questo scopo fondamentale è stata la proclamazione di Glasgow
a città europea della cultura accompagnata dall’internazionalizzazione di musei, gallerie, festival;
- la riqualificazione ambientale.
Per l’organizzazione e la conduzione delle politiche strategiche vengono costituiti numerosi nuovi organismi, sempre
coordinati da Glasgow Action, quale luogo di concertazione, in cui vengono creati organismi di consultazione allargata.
La campagna di Comunicazione
La campagna di comunicazione e pubblicità di Glasgow nel mondo, sostenuta dallo slogan “Glasgow’s miles better”
e una serie di grandi interventi di forte impatto, come la ripulitura delle facciate degli edifici, riescono a provocare il
coinvolgimento dell’opinione pubblica, ricercando la coesione dei cittadini, degli utenti e degli interessi. Il mantenimento di una
fitta “rete interna” ha permesso di sviluppare in secondo luogo una “rete esterna” in grado di rivoluzionare l’immagine di
Glasgow anche nel panorama internazionale.
LIONE
Un piano strategico molto significativo è quello di Lione, che non si esaurisce nella città, ma coinvolge l’intera area
metropolitana.
La Comunità Urbana di Lione ha avuto una moderna evoluzione amministrativa che le consente di impostare e
gestire processi di governo amministrativo alla scala metropolitana che necessita di coordinamento e di supporto tecnico e
che i singoli comuni non sono in grado di gestire.
Con l’inizio degli anni ottanta, vengono intraprese alcune politiche strategiche per indirizzare lo sviluppo della città.
Queste e altre politiche, implementate e aggiornate anche sotto diverse amministrazioni, si concretizzano in un forte
documento programmatico, “Lione 2010”, in cui viene prospettata l’immagine della città nel nuovo millennio.
Per raggiungere questo obiettivo si identificano i seguenti ambiti prioritari:
- trasformare la città in un polo tecnico-scientifico, tecnopoli high teck, centro di servizi
- avanzati nel campo dell’informazione, di ricerca, di sistemi di telecomunicazioni, in cui
- le sinergie tra insegnamento superiore e ricerca avanzata incentivino lo sviluppo delle
- imprese più innovative.
- estendere e migliorare il sistema dei trasporti urbani e i collegamenti regionali, nazionali
- ed internazionali, per cui si prevede il completamento della rete autostradale attorno a
- Lione, il collegamento TGV e lo sviluppo dell’aeroporto di Satolas.
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- sviluppare l’attrattività residenziale, attraverso nuove iniziative di edilizia
- sovvenzionata e il miglioramento di spazi di svago e tempo libero.
- valorizzare le potenzialità turistiche e le strutture ricettive di rango internazionale,
- potenziando i musei e curando maggiormente il patrimonio culturale.
- sviluppare una politica ambientale, valorizzando la cintura verde ed agricola per attività
- sportive, di svago e tempo libero.
Il consolidarsi di una prassi partecipativa sempre più proficua, ha consentito l’elaborazione partecipata di un progetto
strategico che ha coinvolto in qualche misura l’intera società civile per una nuova stagione di pianificazione strategica
metropolitana.
L’azione strategica di Lione, come accennato, è contraddistinta da tutta una serie di progetti emblematici (Millenarie
3, Una conurbazione competitiva e coesa:21 priorità per il XXI° secolo, ecc.) fino all’odierna “Vision Metropolitane Lyon 2020”
che è protesa a stabilire in maniera trasparente gli impegni finanziari assunti anche dalle precedenti coalizioni amministrative,
al fine di rendere trasparenti le politiche e le strategie individuate.
La sinergia fra tutti i livelli progettuali prodotti consente l’individuazione di pratiche partecipative che rappresentano la
vera forza di tutta l’attività strategica di Lione finalizzata allo sviluppo economico della comunità con un approccio, il “nuovo
umanesimo”, che esalta la persona umana al centro dell’attenzione ed individua nell’identità urbana una risorsa
fondamentale da arricchire e promuovere.
FRANCOFORTE
Il Piano Strategico di Francoforte si è posto l’obiettivo di “creare le condizioni della produzione” attraverso misure
volte a migliorare i servizi cittadini, i trasporti, le attività legate al turismo, la finanza. L’impegno è quindi rivolto a rendere
Francoforte il luogo ideale per la localizzazione di sedi centrali di imprese e attività di servizi, grazie ad una struttura
policentrica, un’infrastruttura altamente sviluppata, un’elevata e differenziata qualificazione degli occupati.
Francoforte piazza finanziaria dell’Europa Continentale, attuando la riorganizzazione complessiva della Borsa,
comprendente interventi fisici alla sede, nuove regole di funzionamento, nuovi sistemi di comunicazione.
Francoforte luogo turistico e culturale, grazie allo sviluppo della Fiera e al suo “piano struttura”, programma integrato
di interventi di marketing, realizzazioni edilizie e azioni finalizzate ad assicurare una maggiore competitività; e grazie al piano
“Riva dei Musei”, che prevede la localizzazione di molti nuovi musei sulla riva del Meno e sul quartiere Romenberg.
Francoforte città dalle moderne ed efficienti infrastrutture pubbliche, grazie a cospicui interventi per i trasporti
cittadini, l’aeroporto, i nodi autostradali, il sistema ferroviario e vie d’acqua. Francoforte città ecologica, tramite la
modernizzazione ecologica di infrastrutture, imprese e servizi.
L’ottima organizzazione del network in questo piano è stata di fondamentale importanza per il conseguimento degli
obiettivi. L’integrazione tra settore pubblico e privato è stata coordinata dall’Agenzia per la Promozione Economica, sorta
appositamente per facilitare i nuovi investitori nell’insediamento e per rendere la città il più possibile confacente alle richieste
di questi ultimi.
La campagna di comunicazione urbana ha avuto tra i suoi massimi promotori il Sindaco e gli organismi Istituzionali.
L’ottima campagna promozionale attuata da Francoforte è stata, infatti, uno dei maggiori stimoli per incentivare la
localizzazione di imprese e l’investimento di capitali esteri nella regione.
BILBAO
Un piano strategico più recente è rappresentato da quello di Bilbao e della sua area metropolitana. Il piano, il cui
promotore è stato il Comune, ha avuto inizio nel 1991 e non si può ancora definire concluso.
Prima della definizione degli obiettivi è stata fatta un’accurata indagine dei piani e delle politiche strategiche già
attuate in altre città, ispirandosi al piano di Pittsburgh per l’impostazione generale, e ad altri piani per rami più specifici del
progetto, ad esempio Colonia per le telecomunicazioni.
Per il coordinamento del piano è stato costituito un Comitato per l’Attrazione di Progetti per il Futuro, coadiuvato
dall’Associazione Bilbao Metropoli-30. Il network in questo caso è stato di tipo piramidale e non orizzontale come negli altri
casi, infatti l’organizzazione parte da un organismo centrale (il Comitato), da cui dipendono vari coordinatori per ogni settore
del piano.
L’obiettivo del piano è di rendere Bilbao una città competitiva a livello europeo, per attuare questo proposito si sono
perseguite le seguenti strategie.
- Attrazione di imprese estere, mediante l’aumento dell’offerta di suolo urbano di qualità, lo
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-
sviluppo dei servizi avanzati, lo sviluppo delle infrastrutture e delle telecomunicazioni
Potenziamento dei trasporti urbani, nazionali e internazionali, attraverso il potenziamento
della rete di trasporto pubblico urbano, dell’aeroporto di Sondika e del porto.
Sviluppo delle attrattive culturali e turistiche, attraverso il potenziamento della Fiera
Internazionale delle mostre e il potenziamento delle attrattive turistiche e culturali.
Miglioramento dell’immagine di Bilbao nel mondo attraverso un Piano Globale di Immagine della città, per far
conoscere all’estero i vantaggi competitivi della città.
Il network è risultato formato da numerosi attori pubblici e privati, la gestione dei rapporti tra i vari attori è stata
affidata al Comitato per l’attrazione di nuovi progetti per il futuro, anche se per ogni settore preso in esame è stato designato
un coordinatore.
BARCELLONA
I piani di Barcellona rappresentano esempi di pianificazione strategica di grande successo.
Il primo, su cui ha inciso pesantemente la candidatura della città a sede dei Giochi Olimpici del 1992, è stato un
programma multisettoriale.
L’obiettivo del piano è stato quello di consolidare Barcellona come metropoli europea, centro imprenditoriale della
regione in cui si situa, città dalla qualità di vita moderna, socialmente equilibrata e fortemente correlata alla cultura
mediterranea; in previsione della candidatura a sede delle Olimpiadi del 1992.
La città di Barcellona, promotrice del piano, si è posta un obiettivo di rivitalizzazione generale della città.
Il secondo piano, invece, ha avuto come obiettivo la rivitalizzazione di un settore particolare, quello economico.
La strategia generale è quella di accentuare l’internazionalizzazione di Barcellona, per garantirne il progresso
economico, sociale e la qualità della vita.
Le strategie sviluppate hanno riguardato la coordinazione del settore economico di Barcellona con quello
internazionale, l’incentivazione del settore economico mediante l’introduzione e l’incentivazione di nuovi settori e il sostegno
all’artigianato e alle attività tipiche; l’integrazione sociale; lo sviluppo delle infrastrutture a sostegno dell’industria; il
potenziamento delle attività di informazione e relazione con le altre città.
Entrambi i casi risultano strutturati in modo significativo. Per la definizione e l’attuazione del programma sono stati
istituiti due organismi appositi, comuni ad entrambi i piani, il Consiglio Generale del Piano e il Consiglio Esecutivo, coadiuvati
da commissioni tecniche specifiche per ogni settore e diverse nei due programmi.
Uno degli elementi basilari dei piani di Barcellona è la divulgazione dei contenuti dei programmi attraverso mostre e
cospicue campagne promozionali del successo dei piani.
Il coinvolgimento dell’opinione pubblica ha così incentivato il finanziamento privato dei progetti più significativi,
rendendo la parte di contributo pubblico decisamente esigua.
Il marketing urbano adottato è stato inteso come strumento per verificare ed eventualmente modificare le strategie
previste, in modo che l’offerta possa seguire il più possibile il variare della domanda nel tempo.
Il terzo ed il quarto Piano Strategico di Barcellona seguono percorsi abbastanza simili a quanto delineato, rendendo
possibile la gestione del profondo cambiamento urbano avvenuto nell’arco dell’ultimo quindicennio e non solo dal punto di
vista urbanistico, ma socio economico, insieme ad una formidabile internazionalizzazione della città che ha accompagnato un
modello di governo metropolitano di avanguardia a livello europeo.
VILNIUS
Il Piano Strategico di Vilnius trova ragione nel suo posizionamento di Città Baltica di rango quale cerniera fra le ex
Repubbliche Socialiste e la nuova Europa. Una qualificata attenzione sulla valorizzazione del proprio patrimonio storico
urbano consente di annoverare il centro storico nei siti del patrimonio UNESCO e, quindi, di offrire una buona immagine in
grado di attrarre notevoli investimenti, che, insieme al processo di riqualificazione del patrimonio storico-architettonicoculturale contribuisce al miglioramento della vita dei propri residenti.
Il Piano Strategico prevede un’articolazione decennale, 2002-2011, (Vilnius City Strategic Plan – Vcsp 2002) con
quattro obiettivi fondamentali:
- aumentare la competitività internazionale della città;
- sviluppare una nuova economia basata sull’ICT,
- creare una società moderna;
- sviluppare reti infrastrutturali ed ingegneristiche avanzate.
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Il 2009, anno del millenario della città, in cui la stessa rivestirà il ruolo di capitale europea della cultura, rappresenta
un momento di grande verifica del cosiddetto progetto Vilnius 2009 che integrando il Piano Strategico, si accorda
perfettamente con le politiche di marketing in grado di attrarre sempre maggiori attività e turismo.
DUBLINO
La città di Dublino è attualmente interessata da radicali trasformazioni socio economiche che ne ridefiniscono un
ruolo di città europea di notevole riferimento culturale e politico.
La pianificazione strategica di Dublino basa la sua visione sulla riqualificazione fisica, la rigenerazione della
comunità e la ristrutturazione dell’economia urbana.
La stessa azione è supportata da un ampio processo di partecipazione che ne ha garantito risultati eccezionali sia in
termini economici che occupazionali.
PRAGA
Come tutte le città dell’est europeo appartenenti all’ex blocco sovietico, la città di Praga avverte immediatamente la
necessità di una nuova interpretazione del proprio sviluppo economico e della propria organizzazione urbanistica mediante
un nuovo approccio dinamico e flessibile meglio aderente alle nuove esigenze di progettualità e di gestione delle
trasformazioni territoriali.
Queste esigenze di rinnovamento e di adesione a politiche economiche e territoriali innovative, consente al
Dipartimento per la pianificazione strategica di Praga di predisporre un piano strategico con le seguenti finalità:
- influenzare i processi di cambiamento e raggiungere gli obiettivi di lungo termine definiti nella visione strategica della
città;
- rappresentare un quadro di riferimento ampio e coerente per le decisioni delle dicerse amministrazioni e istituzioni
cittadine;
- coordinare le operazioni dei diversi gruppi di interesse attivi nella città, utilizzando in modo efficace opportunità e risorse
in funzione di obiettivi comuni;
- rafforzare l’interesse pubblico e ampliare le possibilità di un intervento pubblico diretto nello sviluppo della città;
- definire linee guida sia per la pianificazione fisica (uso del suolo), che per le politiche settoriali (trasporti, energia,
gestione idrica, ecc.).
Il Piano strategico di Praga è stato elaborato dall’autorità amministrativa con il con la consulenza di esperti
appartenenti ad una società di Londra.
L’approccio all’elaborazione è stato quello della partecipazione a seminari e workshop che hanno contribuito alla
creazione delle linee guida del Piano Strategico con una previsione di circa 20 anni di proiezione per i programmi ne progetti
di sviluppo.
La visione strategica si articola in cinque temi incentrati su:
- il ruolo di Praga e l’economia della città (“Una città di successo e rispettata”);
- la qualità della vita (“Una città gentile e soddisfatta”);
- la qualità dell’ambiente (“Una città attraente e sostenibile”);
- i trasporti e le infrastrutture urbane(“Una città affidabile ed efficiente”);
- la gestione e l’amministrazione (“Una città dinamica a accogliente”).
Dai cinque temi individuati discernono sette priorità strategiche:
- L’integrazione di Praga nel sistema europeo;
- Praga centro di innovazione e forza lavoro qualificata;
- Sostegno al mercato immobiliare e all’offerta di abitazioni;
- Un sistema di trasporto affidabile e rispettoso dell’ambiente;
- Una gestione efficiente e sostenibile di acqua, energia e altre risorse;
- Il miglioramento dell’amministrazione comunale;
- La transizione da una struttura urbana monocentrica ad una policentrica.
Per ciascuna di queste priorità sono state specificate una serie di azioni da compiere, i tempi di realizzazione , i
soggetti responsabili, le risorse finanziarie necessarie e le fonti di finanziamento .
Il perseguimento di ciascun obiettivo viene monitorato annualmente e valutato attraverso specifici rapporti redatti a
cura dell’autorità di sviluppo municipale.
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I risultati fin qui conseguiti da Praga nella sua attività di programmazione e pianificazione, possono definirsi
abbastanza lusinghieri, mentre qualche perplessità rimane nel fatto che finora sono state sperimentati modelli ed idee di
intervento molto mutuati da realtà esterne alla cultura ed alla logica realizzativi endogena.
Il rischio è quello di uniformarsi a quei modelli di riferimento esterni sicuramente non compatibili con i caratteri
peculiari della propria struttura, cultura, identità e storia.
BERLINO
Dopo la riunificazione di Berlino nel 1989, il governo della nuova capitale tedesca ha cercato di mettere in atto una
strategia fondata sul recupero delle tradizioni urbanistiche della metropoli europea e su quella ricostruzione critica della città
che aveva costituito la filosofia originale della esposizione internazionale di architettura (IBA) durante gli anni ottanta.
Il Senato non ha perseguito l'obiettivo di inventare una "nuova Berlino", quanto piuttosto di interpretare la città
esistente come una risorsa preziosa per il suo futuro. In questa prospettiva, è apparso cruciale conservare le tracce esistenti
della città storica, di ricostruirne il tracciato viario, riducendo la sezione delle grandi arterie di traffico e realizzando una
struttura urbana più articolata e destinata a funzioni diversificate. Dal dialogo tra l'impianto urbano recuperato e le nuove
architetture realizzate dai più autorevoli progettisti internazionali è nata una nuova Berlino, che si concepisce come una
interpretazione moderna del modello della città europea.
LILLE
Lille è la capitale regionale del Nord-Pas de Calais fra il Belgio e la Manica, costituendo, nella sua agglomerazione,
una realtà urbana di rango europeo, grazie anche ad una strategia di rilancio economico che dalla metà degli anni ’80 ne
hanno rivalutato la condizione economica che dopo la profonda crisi della fine degli anni ’60 aveva minato il suo sistema
industriale tradizionale dell’estrazione del carbone, la metallurgia ed il tessile.
La rinnovata attenzione del Governo centrale nel favorire processi di miglioramento dell’imprenditoria locale, pone la
città Lille nelle condizioni della sperimentazione di nuove politiche strategiche di sviluppo e di riorganizzazione urbana che,
favorita, anche, dalla realizzazione della rete ferroviaria ad alta velocità del Nord Europa, porterà alla nascita di Euralille quale
risultato della cooperazione fra la Communauté Urbaine de Lille e i comuni dell’area.
Euralille rappresenta il progetto urbano per eccellenza del rilancio dell’Agglomerazione di Lille e si basa su due
strategie:
- investimenti infrastrutturali (principalmente il TGV (Trains Grande Vitesse) che insieme alla creazione del “Chunnel”
(che attraversa la Manica e porta a Londra) ed al poderoso sistema di comunicazioni che collega la Francia (Parigi)
al Nord Europa (Bruxelles, Olanda e Germania) e la stessa Londra, rendono l’Agglomeration Lilloise baricentro
strategico rispetto al sistema dei trasporti delle capitali europee di Parigi-Bruxelles-Londra.
- Creazione di un centro d’affari, uffici pubblici e privati e spazi commerciali, attorno alla stazione del TGV che
rispecchia l’originaria strategia di fare di Lille un polo terziario di rirango europeo.
Euralille è stato concepito come un centro polifunzionale di servizi urbani superiori e di una residenzialità per redditi
medio-alti ad essi pertinente. La carenza di servizi a carattere sociale per la collettività e di funzioni culturali e conviviali per la
collettività non favoriscono un suo radicamento nei cittadini ed il senso di appartenenza urbana.
Pertanto, la stessa attività di comunicazione non ha trovato forte ascendenza nei cittadini per un loro coinvolgimento
più diretto nelle scelte progettuali e realizzative. E’ difficile, inoltre, individuare un vero dialogo fra istituzioni e tecnici, da una
parte e cittadini dall’altra, in una sorta di evidente sottovalutazione dell’azione partecipativa portata avanti dagli stessi
amministratori. Mentre, particolare cura è stata diretta a quella forma di comunicazione “esterna” tesa a consolidare
un’immagine europea della città attraverso una campagna promozionale tutta rivolta all’esaltazione del “nuovo centro d’affari
europeo”.
-- Esempi internazionali di Urban Center
E’ difficile trovare una definizione abbastanza codificata di Urban Center, compresa com’è fra esposizioni
internazionali, spazi per mostre e biblioteche, sale convegni, associazioni culturali, un luoghi di promozione, centri di servizi
per la definizione di iniziative di sviluppo, forum aperti sui problemi della città e del territorio...
La ricerca effettuata su alcuni casi di livello europeo, conferma un loro dato comune, pur nella loro eterogeneità e
specificità, quello, cioè, di rappresentare il luogo di comunicazione della città.
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Una comunicazione della città per lo più dal punto di vista urbanistico e architettonico, ma anche dell'arte (tanto che
alcuni di essi sono parte di musei d'arte), che si rivolge ad una popolazione, la più ampia possibile, per informare, rendere
consapevoli, catturare l'attenzione e l'interesse, illustrare ai cittadini i problemi della città.
Lo stesso luogo “fisico” della partecipazione e della comunicazione assume, di volta in volta, caratteristiche originate
da fattori storico culturali forse più aderenti al contesto politico e culturale di riferimento, che, di fatto, ne diversificano anche
la “mission”.
Ci troviamo, a volte, in presenza di istituzioni museali (AZ Wien), ben attente a proporre mostre e manifestazioni
culturali volte alla conoscenza ed alla comunicazione del patrimonio architettonico della nazione, mediante anche
l’organizzazione di eventi di rilievo in grado di avvicinare il grosso pubblico, ma poco incidenti sulle scelte di fondo
dell’amministrazione pubblica per le politiche urbane.
Lo “The Lighthouse” di Glasgow, si occupa prevalentemente di rappresentazione di temi legati alla storia ed
all’evoluzione dell’architettura scozzese, anche mediante un’opera di coinvolgimento della cittadinanza.
A Berlino il DAZ (Centro Tedesco di Architettura), opera sui temi dell’architettura e della pianificazione urbana in
un’ottica di massimo coinvolgimento dei cittadini.
La pratica partecipativa è storicamente molto affermata e trova rispondenza attiva nelle stesse istituzioni che
favoriscono l’incontro e la conoscenza sui temi della città tramite i luoghi dello “Stadtforum”, e del Programma “Soziale Stadt”.
Il primo è un luogo di discussione che vede coinvolti, parimenti, cittadini e rappresentanti di forze sociali ed
ambientali, insieme al modo accademico e professionale, in cicliche riunioni mensili in grado di incidere sulle scelte
urbanistiche ed architettoniche della città; il secondo; è un vero laboratorio di partecipazione e informazione che si
distribuisce in tutti i quartieri della città e che vede impegnati, spesso in forma antagonista all’Amministrazione centrale, gli
abitanti dei quartieri cittadini, particolarmente attenti alla specificità dei problemi locali.
L’esperienza di Lione, anzi del “Grande Lyon”, risponde ad esigenze più di marketing urbano e la percezione degli
aspetti coinvolgenti la popolazione è tutta motivata all’ottenimento di un consenso per la promozione di un’immagine urbana e
metropolitana per continuare nella lunga strada verso l’affermazione ed il consolidamento della città ai competitivi di rango
europeo.
Amsterdamm, attraverso l’ARCAM (Centro di Archiettura di Amsterdamm), intende rafforzare la sua immagine nel
mondo, mediante iniziative culturali di rilievo internazionale.
L’attività di coinvolgimento avviene attraverso una serie di rappresentazioni della qualità architettonica ed urbanistica
realizzata o da realizzare in Olanda. Vi sono coinvolti Architetti e categorie professionali in tema con le problematiche dello
sviluppo della città. La stessa finalità persegue il NAI a Rotterdamm.
Discorso a parte meritano le città dell’est europeo che, in virtù degli avvenimenti politici ed amministrativi che ne
hanno stravolto originarie attività e procedure organizzative e di metodo nella loro attività di pianificazione e di
programmazione, si trovano ad affrontare nuovi paradigmi di riferimento e nuovi scenari economici internazionali cui rivolgersi
per l’opera strategica della rispettiva opera strategica.
Vilnius, capitale baltica d’eccellenza, ha prodotto una propria elaborazione progettuale strategica tutta rivolta alla
visione di un posizionamento egemone per l’affermazione di una competitività in grado di farle superare ogni precedente gap
e svolgere un ruolo di rango nell’offerta di qualità di servizi e di qualità urbana in grado di attrarre sempre maggiori
investimenti finanziari.
La partecipazione è attuata tramite un’attività di informazione e di divulgazione delle attività che si vogliono
intraprendere e realizzare. Sulla base dell’informazione preventiva, la popolazione si esprime con effetti anche alternativi alle
proposte esaminate, in un dibattito fecondo che, oggi, ha portato Vilnius a luogo di rango nel novero delle città europee.
ARCAM Amsterdam - Architectuurcentrumamsterdam, http://www.arcam.nl
L'ARCAM è una fondazione che dal 1986, anno della sua istituzione, si
adopera per promuovere l'interesse per l'architettura e i problemi e lo sviluppo
della città di Amsterdam, affinchè questi temi diventino oggetti di discussione
continua e costante, quale elemento qualificato ed innovativo di partecipazione
pubblica..
È anche un punto informazione sulla città e sulle trasformazioni che in
essa avvengono; infine svolge un ruolo di coordinamento tra le istituzioni collaborando alla organizzazione a al supporto di
programmi e progetti.
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La sede dell’ARCAM rappresenta certamente un punto di riferimento, ormai consolidato, non solo per il dibattito
costante sui temi della città che in esso si svolge, ma anche per la sua polifunzionalità espressa nella sua stessa tipologia,
nella presenza di una formidabile biblioteca in cui è possibile fruire di informazioni, sempre aggiornate, del dibattito nazionale
ed internazionale sui temi della cultura e della città, nonché di ogni tipo di informazione sulle rappresentazioni, anche a livello
mondiale, degli avvenimenti più significativi delle materie riferite all’architettura e alla pianificazione urbana.
La polifunzionalità dell’edificio sede dell’ARCAM, ubicato nel pieno centro di Amsterdamm, è ancora sottolineata
dalla sua molteplice destinazione a luogo di mostre, convegni, riunioni di ogni genere, sempre pertinenti la divulgazione e la
partecipazione inerente i temi delle arti e dell’architettura, non solo del contesto urbano, ma anche in riferimento ad
esperienze di livello nazionale ed internazionale.
E’ importante sottolineare lo stretto rapporto interattivo tra l’ARCAM e gli istituti di ricerca ed universitari con cui,
ormai, è stretto il rapporto di collaborazione, sempre al fine di un’interpretazione comune sulle dinamiche culturali e
partecipative che interessano le arti, l’architettura e la pianificazione urbanistica.
OPEN HOUSE, Londra
Open House è nata nel 1992 come momento di rappresentazione delle buone pratiche dell’architettura e della
pianificazione particolarmente avvertita per la consapevolezza della necessità di una
nuova progettualità architettonica ed urbanistica, particolarmente mirate alla
sostenibilità ed al raggiungimento di obiettivi tesi alla migliore qualità della vita a
Londra.
L’attività culturale e propositiva di Open House si distingue per la sua forte
propensione verso i temi dell’ecologia, generalmente intesi, ma con accenti particolari sulla sostenibilità dell’ambiente urbano
La salvaguardia e l’implementazione di parchi e spazi verdi per la cittadinanza rappresentano uno dei momenti di
attacco alle problematiche urbane da affrontare insieme alla cittadinanza.
La bioarchitettura e i nuovi modelli costruttivi tutti indirizzati all’uso di tecnologie avanzate nel campo della
sostenibilità e del risparmio energetico, sono motivo di continui dibattiti e rappresentazioni pubbliche culminanti in veri e propri
avvenimenti che impegnano la cittadinanza, in maniera diretta, in opere progettuali col supporto di tecnici e professionisti
della progettazione.
Il coinvolgimento degli stessi Enti pubblici nella politica di intervento di Open House, consente la diffusione di prassi
divulgative e di partecipazione, fino alla promozione di un grande evento pubblico in cui la cittadinanza partecipa direttamente
ad un’opera di esplorazione e di sperimentazione di opere di architettura col supporto diretto di un team di progettisti che si
prestano ad un contributo fattivo per la una progettazione direttamente immaginata dai cittadini partecipanti all’evento.
Il risultato perseguito è quello di offrire una presa di coscienza sempre più informata sulle opportunità migliorative
dello standard urbano di un’attività di pianificazione e di realizzazione di ambiti urbani all’avanguardia e di costruzioni
recuperate o di nuovo impianto, tutte garantite da un processo costruttivo esemplare nella sua rappresentazione di ecodesign.
Open House è focalizzata sulla promozione verso i londinesi di esplorare e riesaminare la loro città, per discutere
come l'architettura incide sulla loro vita quotidiana, e di scoprire e apprezzare il modo in cui può davvero influenzare il
cambiamento e l'ambiente costruito.
Le sue attività e i suoi progetti sono pionieristici, provocando forme di alto valore concettuale fomentati da seminari,
workshop e visite mirate nei luoghi delle esperienze realizzate ed in corso di attuazione..
NAI Rotterdam
Il Netherland Architecture Institute (NAI) è un istituto culturale che è
aperto al pubblico e che utilizza una varietà di metodi per la comunicazione sulla
definizione, percezione e fruizione dello spazio umano.
Il suggestivo edificio che dal 1993 ospita la sede del NAI è situato ai
margini del Museumpark nel centro di Rotterdam Il NAI ospita importanti
collezioni e archivi di architettura, e le rende accessibili al pubblico. offrendo,
nello stesso tempo, servizi per la ricerca e una base operativa volta alla
partecipazione ed alla discussione pubblica.
Il NAI presenta mostre, conferenze, dibattiti e pubblicazioni tematiche che mirano a informare, ispirare e stimolare
sia i professionisti e il pubblico in generale. Nel 2006, è stata aperta una filiale a Maastricht, ospitata nel Wiebengahal, sulla
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Avenue Ceramique, adiacente al Bonnefantenmuseum, per diventare una vetrina e un laboratorio sperimentale per un nuovo
design spaziale europeo.
Il NAI Maastricht ospiterà mostre temporanee sugli attuali sviluppi nel campo della
architettura, urbanistica e design a circostante 'euroregione' (nazione-regione di Maastricht /
Aachen / Liegi). Il NAI possiede una delle più grandi collezioni di architettura del mondo;
diciotto chilometri di scaffali contenenti disegni, bozzetti, modellini, fotografie, libri, riviste e altri
materiali.
Praticamente ogni importante architetto olandese, fin dal 1800, è rappresentata negli
archivi. La biblioteca è aperta al pubblico e contiene oltre 35000 libri su architettura e
discipline correlate, oltre a una vasta gamma di testi olandesi e riviste internazionali di architettura. Ricercatori, studenti, e
chiunque altro sia interessato può consultare pubblicazioni e archivi nella sala di lettura.
Durante tutto l'anno, il NAI organizza attività per i bambini e gli adolescenti. Il programma per le scuole primarie e
secondarie comprende workshop, tour e incarichi specifici collegati alle mostre in corso. Per la realizzazione dei suoi obiettivi
il NAI si basa su di un sostegno finanziario da parte del governo.
DAZ
Il DAZ (Centro Tedesco di Architettura) è sorto su
iniziativa dell’Associazione degli Architetti Tedeschi (BDA) ed è
dedicato alla promozione dell’Architettura e alla pianificazione
urbanistica.
Il DAZ è particolarmente impegnato nel favorire il dibattito e la partecipazione interattiva mediante un programma di
intenti basato, tramite le due sezioni del DAZ FORUM e del DAZ AGENDA, sullo sviluppo dei temi della sostenibilità urbana e
della nuova architettura.
Le mostre e tutte le attività coerenti anche con i principi della partecipazione dei cittadini sono dirette alle nuove
generazioni di architetti e si svolgono all’interno della sede del DAZ nello spazio denominato GLASHAUS.
GLASHAUS è una nuova serie di mostre presso il Centro di DAZ Tedesco per l'Architettura. Il DAZ ha avviato
questo forum espressamente dedicato alla generazione di architetti emergenti al fine di promuovere il loro impegno per l'alta
qualità e l’innovazione particolarmente all’ architettura sostenibile.
Il GLASHAUS è, quindi, per gli architetti di nuova generazione, uno spazio per lo scambio informale di ogni singola
esperienza, con l’obiettivo di incoraggiare e favorire una concezione dell’agire culturale e professionale in grado di dare
risposte sempre più innovative alla disciplina dell’architettura e dell’urbanistica.
Inoltre, tutte le strutture del DAZ sono fruibili per gli operatori pubblici e privati in quanto luoghi partecipativi di
informazione, promozione e studio delle tematiche dello sviluppo urbano e dell’architettura.
CUBE, Manchester, http://www.cube.org.uk/
Il (Centro per l'Ambiente Urbano Costruito) è un centro per l'architettura e il design,
impegnato a diffondere le idee e i problemi che gli edifici, gli spazi e gli ambienti che fanno parte
dello
scenario edilizio. CUBE è impegnato nell'indagine, nel dibattito e nel progresso della qualità del progetto dell'ambiente
costruttivo.
Dalla sua costituzione CUBE ha focalizzato l'attenzione sull'importanza di creare e promuovere la comprensione
dell'ambiente costruito attraverso attività tra cui mostre, eventi, dibattiti, progetti formativi e pubblicazioni.
Il compito del Centro è quello volto alla creazione di una migliore qualità di quartieri, edifici e spazi pubblici in tutto il
Regno Unito attraverso:
• Partecipazione: consentendo reale impegno pubblico in architettura, l'ambiente costruito e il settore pubblico;
• Advocacy: promozione del caso, per l'architettura e il design di alta qualità;
• Formazione: lo sviluppo di una maggiore comprensione da parte del pubblico di architettura, il design e lo
spazio pubblico.
Nel programma del Centro, ogni anno, si prevedono mostre nazionali e internazionali di rilievo, in collaborazione con
organizzazioni come RIBA Competitions e la Società degli Architetti di Manchester per favorire la conoscenza dei talenti
emergenti.
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CUBE è grado di offrire uno stimolante programma di eventi mirati, sia sul piano architettonico e artistico mediante il
coinvolgimento diretto della comunità e del pubblico in generale, continuando la sua visione di polo dinamico e luogo di
incontro per la comunità creativa sia a livello locale, nazionale e internazionale.
THE LIGHTHOUSE, Glasgow, http://www.thelighthouse.co.uk/
The Lighthouse, inaugurato dalla Regina Elisabetta nel luglio del
1999, è stato il primo spazio in Scozia specializzato in architettura e design.
L'idea del centro è quella di sviluppare le connessioni tra arte, design e
architettura, interpretando queste discipline come risorse sociali, educative,
economiche oltre che culturali.
The Lighthouse ospita anche un centro espositivo dedicato a
Charles Rennie Mackintosh mentre un intero piano è adibito ad attività educative, con laboratori, un'aula informatica, uno
spazio galleria e un mini "Wee People's City". The Lighthouse è gestito senza fini di lucro, i suoi proventi derivano da una
combinazione di fondi pubblici e privati.
L'edificio dispone di 1400 metri quadrati di spazio espositivo. Esso ospita ogni anno 15-20 mostre, molte delle quali
sono di statura internazionale. Per esempio, Il Faro ha anche esposto a Biennale di Venezia 2005, Fiera Milano Design e
Design London Festival 2005.
Lighthouse cura conferenze ed eventi tra cui una Creative imprenditori Club per operatori e industrie culturali e di un
Forum per l'innovazione nella Pubblica Art.
Svolge anche un ruolo di primo piano in numerose reti di primo piano comprendenti: il Forum europeo sulla
Architettura, l'Ufficio di presidenza della European Design Associazioni e il Forum Europeo di Design.
Dal 1999 ha stabilito un fecondo rapporto con le città europee dotate di un ricco patrimonio Art Nouveau - da
Helsinki a Barcellona e Glasgow a Budapest - ha deciso di unirsi per formare un emozionante europea
La cooperazione fra queste città consente un programma di. ricerca, di conservazione e di esposizione che si
identifica attraverso l’"Art Nouveau Network europea”.
E’ collegato al sito web www.ScottishArchitecture.com, che fornisce informazioni dettagliate su molti aspetti di
architettura, progettazione e discipline della riqualificazione urbana.
Lighthouse è coinvolta, inoltre, in “Fantasy Design” che è un progetto in cui gli scolari sono i principali attori e
produttori del design. Il progetto educativo consiste in attività rivolte alle scuole, in particolare di formazione e di materiale
didattico. L'immediata e più visibili i risultati di questo progetto sarà una mostra itinerante internazionale di opere degli
scolari.
ARCHITEKTURZENTRUM, Wienna
Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1993, l'Architekturzentrum Wien si è
affermato come un museo di architettura austriaco.
Oggi il Az W soddisfa tutte le funzioni di un classico museo. vale a dire, la
raccolta, la conservazione e la ricerca, particolarmente rivolte all’architettura austriaca,
dando priorità alla informazione e promozione del dialogo tra l'architettura, politica ed
economia.
La documentazione e la ricerca in architettura, in tutta la sua complessità, è la preoccupazione principale della
collezione W Az.
In queste mostre particolare attenzione è data alla architettura del XX° secolo e l'architettura degli eminenti maestri,
quali Otto Wagner, Adolf Loos, Camillo Sitte e Clemens Holzmeister.
MASS, New York
L’Urban Center newyorkese è, ovviamente, una società di tipo privatistico, anche se senza scopo di lucro, la cui
missione è promuovere e progettare la sostenibilità della città. Dal 1893, il MAS lavora nei settori della cultura, dei quartieri e
del disegno fisico di New York City. La sua missione è legata particolarmente alla conservazione del disegno urbano con la
conservazione dei luoghi storici e pubblici e alla progettazione
dell’architettura contemporanea.
Uno dei primi impegni del MAS fu la formazione del sito
web del governo urbano cittadino con le mappe interattive ei dati
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rappresentati del Centro di Pianificazione. Il CITI (Iniziativa di Tecnologia di Informazioni di Comunità), fu realizzato per
dimostrare l'utilità di sistemi di informazioni geografici pubblicamente accessibili (GIS).
La sua funzione di “Advocacy planning” è espressa in particolare nel controllo del disegno urbano, operando in modo
funzionale affinché l’ambiente urbano (luce, aria, terra e gli spazi aperti) siano funzionali allo continuarsi dello sviluppo
economico cittadino e al benessere dei suoi abitanti.
PAVILLION DE L’ARSENAL di Parigi
L'esposizione permanente del Padiglione dell'arsenale, " Parigi, visita
guidata", è un invito a scoprire o riscoprire Parigi. Col passare di un percorso
cronologico e tematico, l'esposizione propone al visitatore di scoprire "l'architettura"
della città, come Parigi si è costituita mediante i secoli, quale è la sua attualità, e
quale sono i suoi percorsi.
L’esposizione si prefigge il compito di dare a ciascuno delle "chiavi" di
comprensione della città e della sua storia.
Con l’addentrarsi nel percorso cronologico e tematico, l'esposizione
propone al visitatore di scoprire "l'architettura" della città, come Parigi si è costituita
mediante i secoli, quale è la sua attualità, e quale sono le sue prospettive di evoluzione.
CCCB di Barcellona
E’ un'istituzione pluridisciplinare che organizza molte attività come le mostre, musica, ballo, corsi, dibattiti e
conferenze. Si tratta di una istituzione che sostiene gli esperimenti
artistici e creativi. Un centro dedicato alle città ed i fenomeni che in esse
si generano; perché queste si sono trasformate in un catalizzatore
sociale, urbanistico e culturale contemporanei. L’urban center è
interamente pubblico ed è un consorzio del Diputació de Barcellona
(County Council de Barcellona) e l’Ajuntament de Barcellona (Consiglio
Comunale de Barcellona).
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-- Foto Urban Center Internazionali
-- ARCAM Amsterdam
-- Parigi PAVILLON DE L’ARSENAL
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The Cube , Manchester
THE LIGHTHOUSE Glasgow
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ALLEGATI
Elenco delle città europee con piani strategici
BILBAO - Plan de Revitalizacion para el Bilbao Metropolitano
BARCELLONA - Pla estratègic metropolità de Barcelona
GLASGOW - Glasgow City Plan
LILLE - Schéma directeur de Lille Métropole
LIONE - Millénaire 3
LISBONA - Plano director municipal de Lisboa
MALAGA - Plano Estratégico de Malaga
MANCHESTER - Knowledge Capital
PRAGA - Praga Strategie pro Prahu
SAN PIETROBURGO - Strategic plan for Saint- Petersburg
SARAGOZZA - Ebropolis, Plan Estratégic de Zaragoza y su Area de Influencia
SIVIGLIA - Plan Estratégico Sevilla 2010
STOCCOLMA - Regional Devellopment Plan 2001 for the Stockholm Region
VALENCIA - Valencia 2015 Plan Estratégico de Valencia
VIENNA - Strategy Plan for Vienna
VILNIUS - Vilnus Miesto 2002-2011 Metu Strateginis Planas
-- Raccolta documenti Politiche Urbane Europee
Guida della Commissione europea sulla dimensione urbana delle politiche comunitarie al link
http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/guides/urban/pdf/urbanguide1_fr.pdf
2007
24-25 Maggio, Lipsia- Vertice informale dei ministri delle politiche urbane organizzato dalla Presidenza tedesca di
turno dell'Ue
• Carta di Lipsia
• Documento conclusivo della Presidenza tedesca
• Commento di Anci Ideali sul Vertice di Maria Baroni
13 Aprile, Roma- ANCI IDEALI- Le città italiane in vista del vertice delle politiche urbane di Lipsia
• Documento delle città aderenti ad Anci Ideali su la Carta di Lipsia sulla città europe sostenibili
2006
13 Luglio, Bruxelles - Commissione Europea
• Linee Guida Strategiche per la definizione dei Quadri Strategici Nazionali
• Comunicazione sul ruolo delle città
15-16 Giugno, Verona - La Governance Urbana, Convegno annuale ReCS Rete delle Città Strategiche
• Programma • Report
1-2 Giugno, Barcellona - Regions and Cities, Conferenza europea Regione Catalogna e Commissione europea
• IDEALI - Protocollo d'Intesa con le Regioni
• Presentazione (EN)
3-4-5 Maggio, Stoccolma - Urban Futures 2.0, Conferenza delle Città Urban e della Commissione europea
• IDEALI - Il contributo delle città italiane (EN)
27 Febbraio, Roma - ANCI-IDEALI: Le Città Motori della Crescita: 1 Strategia per 100 Scelte di Sviluppo
Urbano
• Introduzione • Documento finale
• Intervento Prof. Balducci • Intervento Prof. Lo Cicero • Intervento Prof. Calafati
2005
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6-7 Dicembre, Bristol - Presidenza Britannica: Iniziativa sulle Comunità Sostenibili
• Accordo di Bristol • Cos'è una Comunità Sostenibile
• I nuovi prestiti BEI per finanziare riqualificazione e sviluppo urbano
30 Novembre - 1 Dicembre, Bruxelles - IDEALI: Le Comunità sostenibili per la nuova Strategia di Lisbona, i
Comuni nell’Europa della competitività
• Report • Presentazioni
23 Novembre, Bruxelles - Commissione Europea
• Documento sul ruolo delle città nella Politica di Coesione (IT) (EN)
30 settembre, Bruxelles - IDEALI
• Posizione Comune di ANCI-IDEALI, AMF e DStGB in risposta alla Consultazione sulle Linee Guida Strategiche
21 Settembre, Bruxelles - Parlamento Europeo, Jean Marie Beaupuy
• Rapporto sulla dimensione urbana nel contesto dell'allargamento
6 Luglio, Bruxelles - Commissione Europea
• Linee Guida Strategiche per la Politica di Coesione 2007-2013
• Apertura della Consultazione
9-11 Giugno, Copenhagen - City Living - Living City
Biennale della pianificazione
8-9 Giugno, Saarbrucken - Conferenza delle Città Urban
• Dichiarazione comune (EN) • Report
26 Gennaio, Bruxelles - IDEALI
• Patto per le Città fra ANCI e Parlamentari europei
•
•
•
2004
30 Novembre, Rotterdam - Incontro dei Ministri UE sulle Politiche Urbane
Conclusioni della Presidenza Olandese (EN) • Sintesi (IT)
18-19 Ottobre, Noordwijk - 3° Summit delle Città Europee
IDEALI - Documento delle Città italiane presentato al City Summit sulle Politiche Urbane
Dichiarazione di Noordwijk
Documento delle Regioni e Città Capitali: Città per la coesione
•
2003
6 Novembre, Milano - 2° Summit delle Città Europee
Dichiarazione di Milano
•
2002
8-9 Luglio, Londra - 1° Summit delle Città Europee
Dichiarazione di Londra
•
•
1998
26 Novembre, Vienna - Urban Forum organizzato dalla Commissione Europea
"Quadro d'Azione per uno Sviluppo Urbano Sostenibile nell'Unione Europea" COM(97)197
Allegato alla Comunicazione "Sfide alle Città Europee"
•
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-- Bibliografia
Bibliografia suddivisa per temi legati alla Pianificazione Strategica per lo Sviluppo dei territori
1. Piani strategici e governance dei territori
- Bertuglia C. S., Rota F. S., Staricco L. (a cura di) (2004), Pianificazione strategica e sostenibilità urbana.
conceptualizzazione e sperimentazioni in Italia, FrancoAngeli, Milano
- Bobbio R., Gastaldi F. (2003), “Piani strategici, sviluppo e condivisione”, in Properzi P. (a cura di), Rapporto dal Territorio
2003, Edizioni INU, Roma
- Camagni R. (2003), “Piano Strategico, capitale relazionale e community governance”, in T. Pugliese e A. Spaziante (a cura
di), Pianificazione strategica per le città: Riflessioni dalle pratiche, FrancoAngeli, Milano
- Camagni R. e Lombardo S. (1999) La città metropolitana: strategie per il governo e la pianificazione, (a cura di), Alinea,
Firenze Gibelli M.C. (a cura di), (1996) Pianificazione strategica e gestione dello sviluppo urbano, Alinea, Firenze.
- Le Galès P. (1998) La nuova political economy di città e regioni, Stato e mercato, n.1
- Perulli P. (2004), Piani strategici. Governare le città europee, FrancoAngeli, Milano
- Perulli P. (2000) La città delle reti, Bollati Boringhieri, Torino
2. Piani strategici: metodi ed esperienze
- Archibugi, Franco (2005), Compendio di pianificazione strategica per le pubbliche amministrazioni, Alinea
- Archibugi, Franco (2005), Introduzione alla pianificazione strategica in ambito pubblico, Alinea
- Balducci A. (2003), “Intercomunalità e ricostruzione territoriale in alcune recenti esperienze di pianificazione strategica in
Lombardia”, in Moccia F. D., De Leo D. (a cura di), I nuovi soggetti della pianificazione, FrancoAngeli, Milano
- Borelli, Guido (a cura di) (2005), La politica economica delle città europee. Esperienze di pianificazione strategica,
FrancoAngeli, Milano Dal Bianco A., (2002), “Pianificazione strategica versus pianificazione territoriale: l’esperienza della città
di Trento”, Urbanistica Informazioni, n. 183, pp. 47-48
- Dallara A., Rizzi P. (2002), “Il Patto per Piacenza”, Urbanistica Informazioni, n. 182.
- Emiliano M, LoRusso R. Marchillo M, DE Padova A., (2006), Per una città governabile, Progedit Falugiani S. (2002),
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- Fazzi, L. & A. Scaglia, (2001), Il governo della città nella trasformazione del welfare. L’esperienza del Piano sociale della
città di Trento, di - Milano, FrancoAngeli
- Fedeli V. e F. Gastaldi (a cura di ), (2004), Pratiche strategiche di pianificazione. Riflessioni a partire da nuovi spazi urbani in
costruzione - Milano, FrancoAngeli
- Gastaldi F. (2002), “Esempi di pianificazione strategica in Italia: prime valutazioni”, Urbanistica Informazioni, n. 183
- Gastaldi F.Fedeli V., (a cura di), (2004), Pratiche strategiche di pianificazione, FrancoAngeli, Milano
- Martinelli , Flavia (a cura di) (2005), La pianificazione strategica in Italia e in Europa. Metodologie ed esiti a confronto,
FrancoAngeli, Milano Pasqui G. (2002), Confini milanesi. Processi territoriali e pratiche di governo, FrancoAngeli, Milano
- Perulli P. (a cura di) (1997), Pianificazione strategica, DAEST, Venezia
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F., Milanesi E. (a cura di), Dal government alla governance nella regolazione locale: quale forma del piano? Quaderni IUAV n.
16, Venezia
- Pogliani L. (2002), “Strategie e progetti per La Spezia”, Urbanistica Informazioni, n. 182
- Pugliese e A. Spaziante (a cura di) (2003), Pianificazione strategica per le città: Riflessioni dalle pratiche, FrancoAngeli,
Milano
- Spaziante A., Pugliese T. (2003), Pianificazione strategica per le città: riflessioni dalle pratiche, (a cura di), FrancoAngeli,
Milano
3. Pubbliche amministrazione e sviluppo locale
- Curti F., Gibelli M.C. (a cura di) (1997), Pianificazione strategica e politiche di sviluppo urbano, Alinea, Firenze
- Panozzo F. (a cura di) (2005), Pubblica Amministrazione e competitività territoriale, FrancoAngeli, Milano
4. Coinvolgimento stakeholders
- Bobbio L. ( a cura di) (2004), A più voci, Dipartimento Funzione Pubblica, Edizioni Scientifiche Italiane
- Calducci A. (1999), Strategie, strumenti e tecniche per lo sviluppo di processi partecipativi, Osservatorio gestione conflitti
ambientali, Milano Fisher, R. & W. Ury, (1995), L’arte del negoziato, Milano, Mondatori
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
- Gibelli M. C. (2000), “Pianificazione strategica e partecipazione”, Metronomie, n. 18-19
5. Marketing territoriale
- Bellini, Nicola (2000), Il marketing territoriale. Sfide per l'Italia nella nuova economia, FrancoAngeli, Milano
- Caroli, Matteo G. (2006) Il marketing territoriale. Strategie per la competitività sostenibile del territorio, FrancoAngeli, Milano
- Caroli, Matteo G. (a cura di) (2003) Il marketing territoriale, FrancoAngeli, Milano
- Foglio, Antonio (2006) Il marketing urbano-territoriale. Il marketing per città, aree urbane e metropolitane, organismi
territoriali, FrancoAngeli, Milano
- Rizzi, Paolo & Alessandro Scaccheri (2006), Promuovere il territorio. Guida al marketing territoriale e strategie di sviluppo
locale, FrancoAngeli, Milano
6. Comunicazione
- Alessandrini, A., Alfonso, L., Corazzi, M., De Fabritiis, F. (2006), La nuova comunicazione dell’ente locale. Organizzare
l’ascolto, l’informazione e la partecipazione degli stakeholder, FrancoAngeli, Milano
- Levi N. (a cura di) (2004), Il piano di comunicazione nelle amministrazioni pubbliche, Edizioni Scientifiche Italiane
7. Monitoraggio e valutazione
- Bezzi C. (2005) Dimensioni della Valutazione: criteri per la costruzione di uno strumento
- European Union, Resources for the Evaluation of Socio-Economic Development – the Guide, http://www.evalsed.com
- Rebora G. (1999), La valutazione dei risultati nelle amministrazioni pubbliche, Guerini e associati, Milano
- Stame N. (2000), L’esperienza della valutazione, Edizioni Seam, Milano
- Stame N. (a cura di) (2001), Valutazione 2001, FrancoAngeli Editore, Milano
- Unit di valutazione degli investimenti pubblici (2001), Linee guida per la valutazione intermedia dei programmi operativi
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Gli Urban Center in Italia
-- L’esperienza partecipata Urban Center Roma (V.Briguglio)
1. Introduzione
Il comune di Roma, con delibera n. 57 del 2 marzo 2006, ha approvato il regolamento per l’attivazione del processo
di partecipazione dei cittadini alle scelta di trasformazione urbana. Formalmente, tale delibera, facendo anche riferimento alla
normativa nazionale, alle direttive europee, al regolamento comunale per gli Istituti di Partecipazione e di Iniziativa Popolare
e, infine, ma non per ultimo, ai regolamenti dei singoli municipi, istituisce la nascita di una rete di luoghi di incontri, le “Case
dei Municipi”, che fanno riferimento al punto nodale chiamato “Casa della città”.
2. Il regolamento
Il "Regolamento di partecipazione dei cittadini alle trasformazioni urbane", previsto dal nuovo Piano regolatore,
contiene un insieme di norme, procedure e strumenti che promuovono e garantiscono la partecipazione dei cittadini alle
trasformazioni del territorio. In particolare, specifica diversi momenti partecipativi a disposizione della cittadinanza per
intervenire nei processi e nelle decisioni riguardanti sia la realizzazione di opere pubbliche sia la definizione di piani e
programmi urbanistici. Attraverso un processo che va dall'informazione, alla consultazione, allo svolgimento di veri e propri
incontri di progettazione partecipativi, fino al monitoraggio e verifica dei risultati, i cittadini hanno la possibilità di conoscere e
partecipare direttamente allo sviluppo dei progetti, dalla fase preliminare fino alla loro realizzazione e gestione. Il
Regolamento attribuisce rilevanza formale ai risultati della partecipazione attraverso l'introduzione, per ciascuna opera
pubblica, di un "Documento della partecipazione" che raccoglie tutti gli atti relativi alla consultazione e alle attività di
progettazione partecipata. Il Documento della partecipazione costituisce parte integrante del progetto, piano o programma e
segue l'intero iter del procedimento trovando menzione in atti e deliberazioni. La partecipazione dei cittadini ai processi
decisionali strategici, agli strumenti di pianificazione urbanistica e ai progetti di trasformazione urbana è fondamentale per
migliorare le trasformazioni urbane della città, la qualità della vita degli abitanti, produrre inclusione sociale e favorire la
trasparenza. Le scelte realizzate in maniera condivisa garantiscono l'efficacia degli interventi realizzati e un'elevata qualità
delle opere, oltre a salvaguardare l'unicità, l'identità e le caratteristiche ambientali dei luoghi riqualificati.
3. Le fasi della partecipazione
I cittadini, grazie al Regolamento, hanno la possibilità di partecipare alle decisioni attraverso quattro diverse fasi o livelli di
partecipazione:
1. Informazione
2. Consultazione
3. Partecipazione
4. Monitoraggio e verifica
1. Informazione
L'informazione costituisce il primo livello della partecipazione e consente un coinvolgimento più consapevole durante
le successive fasi. I cittadini possono trovare notizie e documentazioni capaci di illustrare le caratteristiche essenziali dei
programmi e progetti sia sul sito web del Comune di Roma, che negli uffici dei Municipi e dei Dipartimenti responsabili.
2. Consultazione
La consultazione costituisce il secondo livello della partecipazione ed è un'occasione di partecipazione diretta nella
quale i cittadini possono proporre, condividere e discutere, insieme ai rappresentanti istituzionali, proposte e suggerimenti
riguardanti l'intervento di trasformazione urbana. I cittadini interessati hanno la possibilità di inviare suggerimenti,
considerazioni e proposte sotto forma di contributi partecipativi in carta semplice o su appositi moduli via Internet entro 30
giorni dalla notizia di avvio di un nuovo progetto. Possono, inoltre, partecipare direttamente ad un incontro pubblico che viene
convocato dall'Assessore comunale competente o dal Presidente del Municipio dove ricade l'intervento. La data dell'incontro
viene pubblicata con 15 giorni di preavviso sul sito web del Comune.
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Agli incontri pubblici partecipano: i cittadini, singoli e associati, l’assessore competente e i rappresentanti del
Municipio di riferimento, il direttore dell'ufficio competente ed il responsabile del Procedimento All’interno del Regolamento di
partecipazione si individua, per ogni intervento, un Gruppo dei referenti le cui funzioni è interloquire con i cittadini durante la
fase di consultazione. Tale gruppo è composto dall'Assessore del relativo Dipartimento comunale e dal Presidente e dal
Direttore del Municipio dove ricade l'intervento.
3. Partecipazione
La progettazione partecipata, realizzata anche attraverso i Laboratori territoriali del Comune, costituisce il terzo
livello della partecipazione, fase in cui si sperimenta il coinvolgimento più forte degli abitanti nei processi decisionali. Per i
piani, programmi e progetti che rivestano una particolare rilevanza e complessità per lo sviluppo del territorio, i cittadini
possono prendere parte ad un processo partecipativo, che comprende diverse attività e incontri, con l'obiettivo di progettare
insieme le trasformazioni del territorio a partire dai suoi problemi e dalle sue risorse. Attraverso incontri mirati quali focus
group, workshop e gruppi di lavoro, possono essere decise in maniera condivisa, ad esempio, le trasformazioni urbanistiche
ed edilizie, la creazione e localizzazione di nuovi servizi e funzioni per il quartiere, la realizzazione di azioni di sviluppo
economico, di animazione sociale e culturale, e di riqualificazione ambientale. Un elemento di partecipazione che riveste
attualmente un valore intrinseco, in quanto definito anche nello spazio, quindi verosimilmente più tangibile e vivibile è
costituito dai: “laboratori territoriali”. Sono luoghi dove amministrazione e cittadini si incontrano per mettere in pratica una
gestione condivisa e democratica delle trasformazione del territorio. Nei Laboratori si ascoltano gli abitanti e si realizzano
attività di progettazione partecipata. Attualmente sono in funzione i laboratori territoriali di Laurentino, Corviale, Quartaccio e
sono in fase di apertura le sedi di Tor Bella Monaca, Fidene, San Basilio, Acilia.
4. Monitoraggio e verifica
Il monitoraggio costituisce il quarto livello della partecipazione ed è finalizzato a garantire ai cittadini l'accesso agli atti, alle
procedure e ai dati riguardanti l'attuazione dei progetti approvati. La verifica permette il controllo dell'attuazione di quanto
stabilito durante le precedenti fasi della partecipazione.
4. Documento della Partecipazione
Il Regolamento attribuisce rilevanza formale ai risultati della partecipazione attraverso l'introduzione, per ciascun
opera pubblica, di un Documento della partecipazione che raccoglie tutti gli atti relativi alla consultazione e alle attività di
progettazione partecipata. Il Documento della partecipazione viene predisposto dal Responsabile del procedimento,
costituisce parte integrante del progetto, piano o programma accompagnando tutto il procedimento fino alla sua approvazione
e raccoglie tutto l'iter della partecipazione con i verbali delle riunioni, i temi e i risultati delle attività di consultazione e
progettazione partecipata. Nessun progetto, piano o programma che rivesta particolare rilevanza per l'amministrazione
comunale, o che sia di importo pari o superiore a circa 5 milioni di euro, può essere approvato dagli organi competenti
(Giunta Comunale, Commissioni Consiliari, Consigli Municipali, Consiglio Comunale) senza il Documento della
partecipazione.
5. Piani, programmi e progetti partecipabili
I piani, programmi e progetti di iniziativa pubblica e privata sono "partecipabili" da parte dei cittadini dalla fase
preliminare fino alla loro realizzazione. Si può partecipare sia alla definizione di singole opere pubbliche, sia alla
pianificazione di veri e propri strumenti urbanistici quali, ad esempio, i progetti urbani, i programmi integrati, i progetti unitari
nelle centralità locali, urbane e metropolitane, i Piani di recupero nella città storica, i Contratti di quartiere ed altri. Le opere
pubbliche a cui è possibile partecipare sono quelle di importo pari
o superiore a circa 5 milioni di euro, salvo il caso di opere che, seppure di importo inferiore, rivestano particolare
rilevanza per l'Amministrazione Comunale. Lavorando per obiettivi, nel territorio del Comune di Roma, si è riuscito a
realizzare le tante attività delineate dalla delibera cui facevamo riferimento all’inizio. Costituiscono, ormai, degli obiettivi
acquisiti i seguenti programmi e attività:
Regolamento per la partecipazione
Contratti di quartiere
Forum periferia partecipata
Laboratori territoriali Laurentino - Corviale - Quartaccio
Atlante delle periferie
Autopromozione del territorio
Autopromozione sociale
Rete Urbact - Partecipando (UE)
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6. Il Municipio XI
Da data della Delibera Comunale, però, all’interno del comune di Roma, un municipio in particolare si è mosso attivamente e
in modo puntuale nel creare uno spazio dedicato alla promozione della partecipazione e dei cittadini ai processi di
trasformazione urbana: il Municipio XI con la creazione della Casa del Municipio
– Urban Center Roma XI.
Inaugurato nell’aprile 2006 costituisce contemporaneamente:
•
•
•
il punto di arrivo di una politica di partecipazione
il punto di riferimento per gli altri municipi all’interno del comune
il punto di partenza per progetti di riqualificazione della zona.
il punto di arrivo di una politica di partecipazione cara all’amministrazione del municipio. Le dinamiche di trasformazione
urbana della città, le caratteristiche territoriale il tessuto storico-sociale probabilmente, hanno favorito la nascita proprio
nel territorio del municipio XI dell’Urban Center, ma non è da sottovalutare la volontà politica espressa dal Presidente e
dall’Assessore municipale riguardo l’importanza della partecipazione nello sviluppo del territorio e del tessuto sociale e
più volte messa in pratica dall’Amministrazione. Un esempio pratico, a parte la costituzione dell’urban center, è il progetto
“Bilancio partecipato”. E’ uno strumento utilizzato dal Municipio XI con il quale i cittadini possono decidere, assieme al
Municipio, come utilizzare i soldi del bilancio. Il Municipio comprende sette quartieri, in ognuno dei quali è stata istituita
un’assemblea, che è l’organo sovrano del Bilancio Partecipato. In ogni Assemblea si riuniscono gruppi di lavoro tematici,
che discutono e vagliano le proposte e lavorano con gli uffici del Municipio per analizzarne la fattibilità. Il processo si
conclude quando le proposte vengono votate alla fine del percorso. La giunta stabilisce le regole di fattibilità ma possono
partecipare al processo tutti coloro che abitano, studiano o lavorano nel Municipio Roma XI, e che abbiano compiuto 14
anni d’età. I cittadini segnalano un problema, cioè una qualunque difficoltà individuata, e avanzano una proposta, cioè
una possibile soluzione allo stesso. Tale attività di partecipazione si esplica attraverso la partecipazione a gruppi di
lavoro all’interno dei quali sono riuniti i partecipanti all’Assemblea di Quartiere, in particolare essa può essere svolta sia
online attraverso un sito internet dedicato, in cui i cittadini si registrano e presentano problemi ed avanzano possibili
soluzioni, sia offline attraverso incontri tradizionale scadenzati mensilmente, come se si facesse un resoconto del lavoro
svolto e da svolgere. La figura del facilitatore garantisce il diritto di tutti a partecipare alla discussione in modo libero e
costruttivo sia nelle assemblee che negli spazi di discussione e pubblicazione del sito. Quando il processo di
partecipazione si conclude in ogni sua fase, bisogna attendere l’approvazione del Bilancio Comunale da parte del
Consiglio Comunale e , infine, l’ufficio del Bilancio Partecipato provvederà ad informarne i cittadini sull’esito del progetto.
Ecco che nella brochure della Casa del Municipio – Urban center Roma IX si legge: “Governare i processi di sviluppo,
coordinare le trasformazioni urbane , legare i progetti ad una memoria continuamente reinterpretata e alle esigenze di
una società composita e frammentata sono i temi di ricerca e di azione dell’Amministrazione del Municipio Roma XI”, che
hanno portato alla nascita della Casa del municipio, la quale nella miriade di realtà partecipative che propone il
panorama nazionale ed internazionale possiede “una sua specificità e un suo carattere innovativo, legati ad un contesto,
ad una scala territoriale, alla mission individuata, alle risorse – politiche, economiche, di conoscenza – mobilitate e alle
forme di gestione adottate.
2) il punto di riferimento per gli altri municipi all’interno del comune di Roma. La rapidità con la quale l’Urban Center del XI
Municipio è nato ha fatto si che costituisse il primo esempio all’intreno del Comune di Roma. Altri municipi si sono mossi
in tal senso, ma in modo differente rispetto alla bella esperienza del XI. Nel I municipio si è aperto uno sportello ascolto
per fare interagire la cittadinanza con l’Amministrazione municipale. Altre piccole realtà sono registrabili ma poco
misurabili. Ecco perché le nuove realtà in fase di sviluppo e di studio hanno preso contatti con la gestione dell’Urban
Center dell’XI Municipio per la realizzazione all’interno del loro territorio di spazi similari.
3) il punto di partenza per progetti di riqualificazione della zona. “La casa del Municipio si organizza intorno ad alcuni
concetti strutturali che si definiscono e si consolidano nel tempo.” Le aspirazioni di questa realtà sono di essere: un
osservatorio sulle trasformazioni urbane, sui grandi progetti e su quelli ordinari; un centro di documentazione e di
conoscenza sulla storia e le identità del territorio; uno spazio di incontro tra l’amministrazione e i cittadini, di confronto e
interazione all’insegna della trasparenza; un luogo di comunicazione e di eventi; un incubatore di attività e di iniziative; un
1)
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laboratorio di idee. Proprio per questo la mission della Casa del Municipio è informare, ascoltare, documentare e
diffondere, rendere consapevoli, attirare l’attenzione, focalizzare gli interessi, coinvolgere e raccogliere idee, favorire il
confronto, stimolare l’interazione e alimentare la condivisione delle idee. La suddivisione in tre sezioni, anche fisiche
(all’interno della sede) e non solo concettuali della realtà dell’Urban Center, rende maggiormente chiaro il senso
dell’esistenza di tale realtà. La prima sezione è dedicata alla MEMORIA e, nell’angolo dedicato della sede, si possono
ammirare le documentazioni fotografiche e testuali delle identità e della storia del territorio all’interno del quale opera il
Laboratorio di urbanistica. La seconda sezione è quella dell’OSSERVATORIO SULL’ATTUALITA’ dedicata
all’osservazione delle trasformazioni urbane in divenire, ai progetti in stato di realizzazione quali: riqualificazione urbana,
recupero di edifici e spazi pubblici ecc…ma anche ai programmi che li sostengono. Sono disponibili all’interno della sede
documenti e schede di progetto, materiali video, postazioni internet, fotografie, cartografie e tavole interpretative
d’insieme. La terza ed ultima sezione è costituita dal LABORATORIO aperto a dibattiti, conferenze, presentazione di
progetti e piani, workshop e seminari tematici, tavoli partenariali, incontri con la cittadinanza, presentazione di
pubblicazioni, esposizioni temporanee, iniziative diverse di comunicazione. Ed è proprio all’interno di questa sezione che
si sono svolte le maggiori attività della Casa del Municipio.
Mentre le prime due sezioni hanno comportato un intenso lavoro di ricerca dei materiali per le esposizioni, il
laboratorio ha organizzato diversi incontri ed attività relativi all’urbanistica in evoluzione del territorio:
1. presentazioni del Piano Strategico degli Obiettivi e delle Opportunità, e le pubblicazioni legate al tema del bilancio sociale
e della partecipazione programmata
2. il concorso per la riqualificazione di Piazza Aurelio Pecile (presentazione del bando e, in seguito, valutazione dei progetti
presentati al concorso),
3. attività legati alla comunicazione come presentazioni della rivista di ecologia territoriale “èupolis”, della rivista “Il
Malepeggio – Storie di Lavori”, del libro “Para todes todo nada para nostros”; la rassegna cinematografica “Obiettivi sul
lavoro – Racconti di precarietà”; la mostra fotografica “Invisibili. Volti e luoghi del lavoro atipico”, la presentazione,
4. convegni, riunioni ed incontri di carattere urbanistico-storicosociale su lavoro, agricoltura, responsabilità sociale, internet
e nuove frontiere tecnologiche.
Un punto essenziale di questa realtà è costituita dalla gestione finanziaria ed economica della Casa del Municipio –
Urban Center Roma XI. Chiarito il fatto che la realizzazione degli spazi è stata a completo carico dell’Amministrazione
municipale e comunale, come previsto dalla delibera, il problema si è posto riguardo la sopravvivenza di un luogo che non
prevede un continuo e massiccio finanziamento pubblico per quanto riguarda le attività per le quali è stato realizzato, proprio
perché non costituisce una costola di un ufficio comunale ma una realtà a se stante che è di supporto strategico e di
consulenza per la gestione pubblica. In questo senso, è stata commissionata una società esterna la Esosfera
S.p.a. attraverso una convenzione che ha il compito di gestire, senza scopo di lucro, le attività dell’urban center, di
reperire i fondi necessari alla sua sopravvivenza e di garantirne il continuo sviluppo e aggiornamento in modo da poter
svolgere in pieno il ruolo di supporto strategico per qunato riguarda le scelte di carattere urbanistico dell’XI Municipio.
L’urban center, e la società di gestione, ha finalizzato, per il proprio finanziamento, delle partenership con Società ed
Enti che gli hanno permesso fino ad ora sia di organizzare quelle attività sopra elencate sia di rientrare con le spese di
gestione. Con la regione Lazio, per esempio, ha attivato delle convenzioni per ospitare corsi di formazione quali progetti
sperimentali per l’apprendistato nel settore terziario. Con Lottomatica ha firmato un contratto legato alla comunicazione
pubblicitaria all’interno della sede e durante le attività organizzate. I corsi e le partenership rientrano nell’ambito delle iniziative
mirate alla sperimentazione di strumenti di fund raiseng, ovvero alla ricerca di forme di finanziamento della Casa del
Municipio, che siano compatibili con la missione istitutiva di questa struttura e con le linee di indirizzo concordate tra il
Municipio XI e la Società che si occupa della sua gestione
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-- Urban Center Metropolitano della Città di Torino (A. Nasso)
La storia della nascita dell’Urban Center Metropolitano
La struttura dell’Urban Center Metropolitano di Torino nasce nel settembre del 2005, dopo alcuni anni di sperimentazione con
Officina Città Torino (Oct), che ha costituito il primo nucleo (si potrebbe definire il primo urban center) che dal 2002 si è
occupato dei complessi temi della città contemporanea.
L’Urban Center Metropolitano è istituito attraverso un protocollo di intesa siglato dalla Città di Torino, la Compagnia di San
Paolo tramite l’Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione (SiTI) e l’Associazione Torino Internazionale che dal
2000 ha il compito di sostenere, promuovere, monitorare e comunicare il Piano Strategico.
Per tracciare le tappe della storia che portano alla creazione dell’Urban Center Metropolitano occorre però partire dal 1998
anno in cui nasce il Progetto Speciale Comunicazione del Comune di Torino che diventerà nel 2002 poi organo ordinario della
Città col nome di Settore Comunicazione.
Il progetto di Urban Center era già contenuto nel primo Piano Strategico di Torino (approvato nel 2000) e il primo studio di
fattibilità per la sua nascita si elabora tra il 2000 e il 2001.
Oltre allo studio, la Città di Torino commissiona un sito internet e un modello tridimensionale sui progetti strategici del
Passante e della Spina centrale.
Il percorso di fattibilità per la realizzazione di un «Urban Center» a Torino prende forma in occasione del «5° Congresso
Nazionale degli Architetti» organizzato dal CNA a Torino nel 1999. L’amministrazione torinese, sull’onda dell’evento di
interesse nazionale e delle previste manifestazioni collaterali presenta, in forma di prototipo web denominato “Torino Virtual
Urban Center”, una dichiarazione d’intenti verso l’iniziativa come azione inserita nel Piano Strategico Torino Internazionale,
in quel momento in fase di definizione.
Il percorso di fattibilità si conclude nel febbraio 2001 con la presentazione pubblica del progetto “Officina Città: verso
l’Urban Center di Torino” all’interno della mostra “Dalla A alla Zeta, alla scoperta di Torino tra storia, grandi opere,
trasformazioni, servizi e iniziative della Città”, nella quale viene descritta l’identità di un luogo/laboratorio per raccontare e
accompagnare in modo innovativo le politiche di trasformazione urbana dell’area metropolitana torinese.
Nel 2002 nasce, come su indicato, Officina Città Torino (OCT) come settore specialistico dell’area Urbanistica del Comune
di Torino e prosegue la sua attività fino al 2005.
Anche Officina Città Torino si dota di un proprio spazio web per potenziare le possibilità di diffusione della propria offerta di
informazioni, strumenti e servizi on-line.
Nel luglio 2005 OCT entra nel coordinamento Servizi Museali del Comune di Torino presso l’Assessorato alla Cultura e
indirizza la propria attività esclusivamente su progetti culturali e non più sulle trasformazioni urbane.
La delibera comunale della Città di Torino del maggio 200538 che approva il Protocollo d'intesa con durata di tre anni fra la
Città di Torino, la Compagnia di San Paolo, l'Associazione S.i.T.I. e l'associazione Torino Internazionale nasce dalla
consapevolezza di voler allargare l’orizzonte territoriale di riferimento oltre che di voler coinvolgere la pluralità di attori in
gioco.
38
Vedi Deliberazione_Allegato n.1
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L’intesa prevede che:
ƒ le attività dell’Urban Center convergano nell’ampia missione dell’associazione Torino Internazionale di promozione
e sostegno del Piano strategico;
ƒ la Città di Torino metterà a disposizione del nuovo Urban Center sede, supporti tecnici operativi ed eventuale
personale dipendente comunale;
ƒ la Compagnia di San Paolo, per il tramite di SitI, contribuirà al finanziamento della missione dell’Urban Center.
In preparazione dei Giochi Olimpici invernali del 2006, la Città allestisce, nel 2003, due padiglioni temporanei dedicati al
racconto delle trasformazioni urbane: Atrium Torino e Atrium 2006.
La missione
“La qualità di un tessuto urbano si costruisce definendo sedi di confronto prima, durante e dopo il processo di
trasformazione, legando le architetture a una memoria continuamente interpretata, coinvolgendo attori economici, sociali, ma
anche formativi nella discussione di quale qualità si vuole realizzare. Solo in questo modo, la selezione, anche dei valori
morfologici delle trasformazioni, potrà avvenire nel confronto fra le parti e l’attenzione non si concentrerà solo sul progetto,
ma anche sulle forme di attuazione di quanto si viene concordando. In questa logica nasce l’Urban Center Metropolitano, che
assume un ruolo operativo rispetto alle possibili riflessioni sulla Città e il territorio metropolitano, ma che si propone anche, e
soprattutto, di diventare struttura di collegamento tra il complesso delle trasformazioni e i cittadini in senso ampio, nella logica
di promuovere una comunicazione che sappia diffondere la consapevolezza rispetto a ciò che sta avvenendo e che avverrà.
Nel quadro già molto complesso degli organismi che oggi a Torino costruiscono indirizzi di carattere strategico, l’Urban
Center Metropolitano si propone di mettere a punto riflessioni intorno a temi ancora poco indagati come quelli della forma
fisica delle trasformazioni. Obiettivo non è tanto quello di rispondere a problemi di natura estetico - formale, quanto piuttosto
quello di proporre strumenti di natura politica, capaci di innescare processi nei quali le immagini della trasformazione possano
diventare supporto al governo di territorio, oltre che base per il confronto, anche conflittuale, tra gli attori coinvolti”39.
L’Urban Center Metropolitano di Torino, con una duplice vocazione, si distingue dagli altri Urban Center in Europa e nel
mondo:
ƒ da un lato la ricerca sulle trasformazioni e l’accompagnamento ai progetti, attraverso la costruzione di tavoli di
discussione con i principali attori della città (amministratori, operatori, progettisti);
ƒ dall’altro la comunicazione sulle trasformazioni e l’architettura, attraverso strumenti e azioni rivolti a un pubblico
sempre più interessato a comprendere la città e i suoi cambiamenti.
Due dunque gli aspetti principali che caratterizzano la missione dell’Urban Center Metropolitano:
1. il lavoro di ricerca sulle trasformazioni e di accompagnamento ai progetti;
2. il lavoro di diffusione e comunicazione delle trasformazioni e dell’architettura.
Il carattere
“L’Urban Center nasce come struttura terza. (…) La scelta della terziarietà porta però con sé un corollario essenziale.
Mettersi fuori dal mainstream delle norme, implica che ‘l’autorità della struttura non può, né deve essere riconosciuta a priori,
la sua stessa necessità non è scontata”.40
39
40
Carlo Olmo – direttore UCM di Torino
Carlo Olmo
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Questa scelta sottolinea che l’Urban center non si sostituisce né agli uffici comunali né ai progettisti, bensì fornisce un
supporto alla costruzione del dialogo tra i vari attori in campo, rifiutando il principio di autorità e rendendo trasparenti scelte e
scenari.
IL carattere che contraddistingue l’UCM è quello di offrire strumenti di conoscenza informata puntando al livello di
legittimazione in cui il “vero valore aggiunto, culturale e politico, possa essere far riemergere la decisione come processo e la
partecipazione come forma informata di dialogo”.
Le aree di attività
Urban Center Metropolitano
1. riflette, discute, elabora nuovi scenari
2. accompagna la trasformazione
3. costruisce il confronto
4. studia la città
5. racconta le trasformazioni
1. UCM riflette, discute, elabora nuovi scenari
Le ricerche su temi strategici
per la città e il suo territorio metropolitano, in cui sono in corso processi di trasformazione di particolare complessità,
attraverso l’elaborazione di scenari le propone alla discussione e offre strumenti di supporto al governo del territorio.
Modalità di lavoro: costruzione di tavoli di discussione.
2. UCM accompagna la trasformazione
Il monitoraggio dei progetti
e il supporto alla progettazione per interventi che interessano edifici o parti di città di rilevante valore storico, architettonico o
simbolico, in particolare progetti di riconversione di strutture industriali.
Modalità di lavoro: costruzione di tavoli di discussione.
3. UCM costruisce il confronto
I bandi di concorso
elaborati per le aree di trasformazione di particolare interesse all’interno del sistema urbano torinese.
Se richiesto svolge anche l’azione di l’accompagnamento del progetto dalla fase concorsuale a quella esecutiva e un’attività
di supporto tecnico e culturale ai processi decisionali.
4. UCM studia la città
Analisi e ricerche
sui temi di trasformazione della città, sull’ambiente urbano e metropolitano.
5. UCM racconta le trasformazioni
Le attività di comunicazione e promozione
dei temi della trasformazione e della diffusione della cultura architettonica.
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Strumenti e azioni utilizzati: esposizioni, pubblicazioni, dibattiti, presentazioni e workshop, approfondimenti tematici sui grandi
temi del dibattito urbano e strumenti di interpretazione.
Le attività
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RETE DEGLI URBAN CENTER, Attività di scambio con gli Urban Center di altre città
ACCOMPAGNAMENTO AI PROGETTI
MONITORAGGIO
RICERCHE
BANDI DI CONCORSO
ESPOSIZIONI
LE CITTÀ DI TORINO, Come si è trasformata la città dalle origini ai giorni nostri
GLI OCCHI DELLA CITTÀ, Alcune postazioni telematiche sui cantieri in città
IL PIANO STRATEGICO, I comuni obiettivi di lavoro
IL MEZZANINO, Uno spazio espositivo per le mostre temporanee
I TAVOLI DEI PROGETTI, Materiali di lavoro sui progetti seguiti da Urban Center
I CORRIDOI TEMATICI, Due spazi espositivi sui temi della trasformazione
IL MODELLO DELLA CITTÀ, Un plastico interattivo in scala 1: 2000
CONFERENZE E WORKSHOP
ITINERARI NELLA CITTÀ
PUBBLICAZIONI
RASSEGNA STAMPA
Alcuni esempi di attività
Gli “Itinerari nella città”:
a giugno di quest’anno l'Urban Center Metropolitano, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di
Torino, propone "Torino Today Tour - Itinerari urbani", un programma di visite guidate per conoscere la trasformazione di
Torino.
Il primo percorso è dedicato a conoscere la nuova Torino post-industriale. Un itinerario per scoprire la trasformazione delle
grandi aree industriali, la riconversione degli stabilimenti dismessi in nuovi spazi per abitare, lavorare e produrre, i cantieri di
alcuni pregevoli interventi di riuso delle vecchie fabbriche. La visita, che avviene in autobus privato, è guidata da esperti e
costa 5,00 euro.
Le “Pubblicazioni”:
la collana Architettura contemporanea a Torino, promossa da Urban Center Metropolitano, si propone di ricostruire la
complessa mappa di protagonisti, luoghi e culture che hanno definito la città del Novecento, ma anche di dedurne
criticamente scenari e strategie per l’area metropolitana di oggi.
I primi tre titoli usciti sono:
ƒ Italia '61 (di Sergio Pace, Cristiana Chiorino, Michela Rosso);
ƒ Il Palazzo dei Lavori Pubblici (di Michele Bonino);
ƒ Architettura alpina (di Antonio De Rossi).
Sono recentemente usciti questi volumi:
ƒ Barocco (di Luca Dal Pozzolo e Michele Benente)
ƒ Torino 1980/2011 (di Antonio De Rossi e Giovanni Durbiano).
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Si prevede l'uscita di circa quindici titoli (in italiano e in inglese) entro il XXIII congresso mondiale UIA del 2008.
La promozione della rete degli Urban Center
In vista del Congresso mondiale degli architetti (a Torino dal 29 giugno al 3 luglio 2008) parte dall’UCM di Torino la proposta
di creare una rete tra fra gli Urban Center che operano nelle diverse città
“L’iniziativa, di cui l’Urban Center torinese si propone come coordinatore e che potrebbe coinvolgere una ventina di centri e
case della città, prevede la realizzazione di un network nazionale – con un proprio statuto e un portale Internet condiviso –
con l’obiettivo di favorire lo scambio di esperienze, di creare collaborazioni su progetti e iniziative, di rafforzare la ricerca di
finanziamenti e partnership con sponsor privati e di condividere opportunità di sviluppo. L’idea della rete, già avanzata in
passato, è stata rilanciata in occasione del seminario che si è svolto a Torino giovedì 21 e venerdì 22 giugno41, organizzato
dall’Urban center metropolitano in collaborazione con l’Ordine degli architetti della Provincia di Torino. L’incontro, che segue
analoghi appuntamenti organizzati lo scorso anno a Venezia, Modena e Napoli, è stato anche l’occasione per confrontare i
diversi modelli di Urban Center e per approfondire il ruolo svolto e le prospettive di sviluppo futuro di queste strutture. Già
sviluppata una bozza di statuto: il network potrà inoltre avvalersi di un portale Internet condiviso”42.
Urban Center Metropolitano intervenendo al convegno "Forme evolutive di integrazione sociale e tecnologie dell'immateriale
per l'urban visioning"43 che si tiene a Venezia all'interno della rassegna Urbanpromo 2007. Città trasformazioni investimenti
Evento di marketing urbano e territoriale, propone il progetto "Urban Center Network", per la creazione di una rete di urban
center italiani, un'associazione a cui aperta alla partecipazione di tutti gli urban center interessati a condividere un linguaggio
comune, scambiare esperienze, creare collaborazioni su progetti e iniziative.
Il rapporto con il Piano Strategico
Il progetto di Urban Center di Torino era stato inserito come azione nel primo Piano strategico Torino Internazionale. L’azione
“Creare un Urban Center” è inserita nell’azione 6.1.5, così descritta: “ L’azione ha l’obiettivo di sostenere la realizzazione a
Torino di un Urban Center. Si tratta di un luogo dove i progetti per la città e il territorio vengono raccontati e resi comprensibili
agli utenti ed agli specialisti, adatto a favorire la comunicazione fra amministratore locale e cittadini e fra cittadini e
amministrazione locale, che rendano fruibili servizi e strumenti per l’accessibilità di tutte le informazioni inerenti a processi di
pianificazione”.
“Sulla base delle indicazioni contenute nel Secondo Piano Strategico di Torino, missione dell’Urban Center Metropolitano è
diventare luogo di confronto tra gli attori economici, sociali e culturali implicati nei processi di trasformazione della città e
offrire alle Amministrazioni pubbliche, alle istituzioni o a soggetti privati una consulenza sul piano morfologico alle operazioni
territoriali di maggiore complessità e rilevanza.”44
L’organizzazione
L’Urban Center Metropolitano è strutturato dalla seguente organizzazione:
- un comitato direttivo,
- un comitato di consultazione che si riunisce ogni due mesi ed è formato non solo da esperti di pianificazione e
problemi urbani ma anche da operatori della comunicazione, costruttori, etc.
41
Urban Center Network- comunicazione, risorse, cittadini, progetti
Il Sole 24 ore Progetti e Concorsi (25-30 giugno 2007): “Urban center in rete per cambiare il volto delle città” di Maria Chiara Voci.
43 23 novembre 2007
44 Tratto dal sito http://www.urbancenter.to.it/
42
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-
un’agenzia operativa formata da un direttore (Carlo Olmo), un vice direttore (De Rossi) e sei architetti che seguono le
diverse attività della struttura.
Lo schema organizzativo
Comitato direttivo
Comitato di
consultazione
Direttore
Vice direttore
Coordinatore organizzativo
Ricerche e indagini
Organizzazione
Comunicazione
Progetti
La gestione finanziaria
Per i primi tre anni 45UCM ha un finanziamento per metà pubblico (Città di Torino) e per metà privato (Compagnia di San
Paolo tramite SiTI).
Questo periodo di tre anni è inteso come una fase di sperimentazione, al termine del quale l’Urban Center Metropolitano
dovrà inoltre essere in grado di trovare altre risorse al fine di diventare una struttura progressivamente autonoma dal punto di
vista dei finanziamenti.
Lo spazio espositivo
Le linee guida per il progetto di spazio espositivo dell’Urban Center Metropolitano da insediarsi nella manica dell’Approdo del
Politecnico, prendono in considerazione per la sua organizzazione due livelli:
ƒ un primo livello rivolto ad un pubblico generico;
ƒ un secondo livello rivolto ad un pubblico specialistico.
Il percorso espositivo si snoda in quattro ambiti:
1. una sezione permanente con due nuclei espositivi:
ƒ il modello della città di Torino in scala 1:1000
ƒ l’area denominata “ Le città di Torino”, come spazio di lettura delle trasformazioni urbane, mette in relazione
10 immagini della città con una selezione di progetti.
2. Uno spazio work – in – progress, facilmente modificabile e aggiornabile, in cui raccontare i processi decisionali che
hanno caratterizzato la costruzione della città, le fasi progettuali e i cantieri in corso.
Due gli elementi che caratterizzano questo spazio:
ƒ i “Tavoli dei Progetti dedicati alle principali attività dell’Urban Center (progetti monitorati, ricerche, concorsi);
45
Vedi Delibera comunale – Allegato n.1
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ƒ gli “Occhi sulla Città” ovvero postazioni con monitor collegate a web - cam puntate sui cantieri in corso.
3. Un’area dedicata all’approfondimento che ad ogni semestre varia di tematica e di allestimento.
4. Uno spazio di comunicazione dove sarà possibile dare luogo al confronto tra modalità differenti di rappresentazione
della città e dei progetti.
Il logo dell’Urban Center Metropolitano
Il sito web dell’Urban Center Metropolitano, http://www.urbancenter.to.it/
Da maggio 2006 è attivo il sito internet dell’Urban Center Metropolitano che riorganizza la struttura completando ed
integrando i contenuti di quello provvisorio realizzato in fase di start up.
IL sito è caratterizzato da una duplice possibilità di navigazione:
ƒ nella parte alta è possibile navigare all’interno di una mappa sensibile con la possibilità di esplorare i diversi progetti
presenti attraverso l’apertura delle relative schede descrittive ed entrando nel dettaglio dell’area urbana;
ƒ nella parte bassa è presente un menu in base alle diverse attività portate avanti dall’Urban Center Metropolitano.
Le altre sezioni sono presenti nel sito sono dedicate:
ƒ alle news sulla città e all’architettura e agli eventi;
ƒ alle video – interviste
ƒ agli itinerari
ƒ alle pubblicazioni
ƒ alla rete degli Urban Center.
Da settembre 2007 lo spazio del sito si arricchisce con un nuovo appuntamento mensile di Urban Center Metropolitano,
Report, una newsletter inviata a tutti gli iscritti alla mailing list e scaricabile dal sito internet.
Report, nei suoi primi due numeri, si occupa di temi riguardanti la trasformazione della città e le attività in corso svolte da
Urban Center Metropolitano e dalle altre strutture italiane ed estere. Report è una sorta di registro, cronologicamente
ordinato, di quanto sta accadendo a Torino e nelle altre città. E’ suddiviso in quattro sezioni:
1. Comunicare le trasformazioni
2. Urban Center in Italia e nel mondo
3. Accompagnare le trasformazioni
4. Torino che cambia.
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Un esempio di newsletter
Link Utili
Officina Città Torino http://www.comune.torino.it/oct/index.shtml
Torino Internazionale http://www.torino-internazionale.org
Atrium http://www.atriumtorino.it/
Contatti UCM
Urban Center Metropolitano
Corso Vinzaglio 17 – Torino
Tel: +39011 5537950
Fax: +39011 5537980
[email protected]
http://www.urbancenter.to.it/
Riferimenti
-
Urban Center Metropolitano. Progetti, attività e ricerche. Anno 01 - 2006
E. Carmagnani, “Gli urban center verso il futuro delle città”, Arch’it – 2007
pag. 57
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
-
(http: //architettura.supereva.com/urbancenters)
Seminario “Urban Center Network. Progetti, cittadini, comunicazione, risorse” – Torino – giugno 2007
M. C. Voci, “Urban center in rete per cambiare il volto delle città”, Il Sole 24ORE-Progetti e Concorsi, 25-30 giugno 2007
“Urban Center: realtà a confronto” – Atti della giornata di studi giugno 2006 – Centro culturale Candiani - Mestre
M. Perletti e P. G. Turi, “Virtual urban center”, l’A – marzo 2001.
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-- Foto esposizioni di alcuni Urban Center
Urban Center Ebo - Bologna
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Urban Center Torino, mostra U&theCity
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LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE (GARRÌ MELISSA)
La partecipazione ed il dialogo tra cittadini e PA
Introduzione
Informazione e partecipazione sono tra le priorità che i cittadini chiedono alle amministrazioni pubbliche. La nuova,
forte domanda di partecipazione si esprime nella ricerca di una cooperazione diretta come singoli, comitati o associazioni, al
governo e al progresso della collettività. Un ruolo strategico è assegnato alla comunicazione pubblica, per la costruzione di
un’amministrazione sempre più vicina alle esigenze ed alle aspettative dei cittadini. La comunicazione come strumento di
progresso e, pertanto, come valore sociale, non è una scoperta recente, ma il punto di arrivo che ha le sue origini nella
Costituzione ed ha prodotto, soprattutto nell’ultimo decennio, una radicale trasformazione dello Stato e dei rapporti con gli
Enti locali e i Cittadini. Il profondo cambiamento che si è attuato sul piano politico, sociale e culturale, è stato segnato da una
serie di provvedimenti normativi, che costituiscono i pilastri della cosiddetta riforma della pubblica amministrazione.
IL CONTESTO: MUTAMENTI SOCIALI, EVOLUZIONE GIURIDICA E QUADRO NORMATIVO
La storia della comunicazione pubblica, intesa come insieme delle attività messe in atto dalla PA per stabilire un
rapporto dialettico con i suoi referenti, è anche la storia delle trasformazioni sociali e politiche avvenute nel Paese. L’inizio di
questo processo di trasformazione coincide con la nascita della Repubblica e la promulgazione della Costituzione. La
Costituzione repubblicana rappresenta infatti una decisa svolta rispetto alla tradizionale egemonia dello Stato, stabilendo la
centralità della persona nell’ordinamento giuridico e del cittadino nei rapporti con i pubblici poteri, principi generali da cui
discendono anche le regole di trasparenza, correttezza, imparzialità efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa. Il
passaggio formale dalla dittatura alla cultura della parità segna di fatto l’inizio della ricerca di dialogo e quindi della
comunicazione, che accompagna lo sviluppo della società italiana e l’evoluzione del sistema istituzionale dal dopoguerra ad
oggi. Lo Stato,si rivelava chiuso e burocratzzato in una dimensione autoreferenziale, spesso incapace di relazionarsi con i
cittadini e di recepirne le istanze. Informazione era per lo più sinonimo di propaganda e la “cultura del segreto” si ergeva
come un limite invalicabile che rimase per moltissimi anni nel dna della P.A. Un primo significativo segno di cambiamento
coincide con l’avvio del processo di decentramento e la nascita delle regioni. Nascono in questo periodo anche gli statuti
regionali che parlano esplicitamente di diritto all’informazione e, negli anni successivi, vengono promulgate numerose leggi
per la sua attuazione. All’inizio degli anni Novanta vengono varate le leggi sul nuovo ordinamento delle autonomie locali
(legge 142/90), sulla trasparenza e partecipazione al procedimento amministrativo (legge 241/90), sulla comunicazione
istituzionale e l’istituzione dell’URP (D.Lgv. 29/93).Gli statuti degli Enti locali, nel recepire le disposizioni dettate dal legislatore
nazionale, si fanno i primi promotori della loro concreta attuazione e delineano, anche con esperienze molto diversificate in
misura della propria tradizione e sensibilità, il futuro della partecipazione e dell’informazione locale. L’informazione assume
sempre più carattere di servizio, di cui finisce per costituirne elemento integrante, diviene cioè propedeutica per l’esercizio dei
diritti di cittadinanza. Nel passaggio dalla vecchia P.A. burocratica, gerarchica ed unilaterale ad una moderna organizzazione
funzionale, paritaria e coamministrata, la comunicazione acquista un ruolo strategico.
VERSO L’AMMINISTRAZIONE CONDIVISA
La fase di rinnovamento, che ha interessato la P.A. ed ha investito trasversalmente tutti i settori della società civile,
si rispecchia fedelmente nell’ordinamento giuridico, che segue la progressiva trasformazione della democrazia italiana da
Stato di diritto fondato sul predominio della legge, a Stato sociale orientato alla partecipazione e alla maggiore garanzia dei
diritti sociali.
Al pluralismo sociale, politico, economico e culturale che si è affermato negli ultimi anni, in Italia come in altri Paesi
europei, corrisponde oggi un’altrettanto ricca ed articolata varietà di organizzazioni e funzioni dei sistemi (pluralismo
amministrativo) che, rispecchiando la società di riferimento ed essendo in definitiva al suo servizio, non può che adeguarsi
alle mutate condizioni e ricercare più idonee forme di rapporto con i suoi referenti, basate sulla reciproca comprensione e
condivisione di risorse ed obiettivi. Se il pluralismo rappresenta dunque l’elemento fondamentale sul quale costruire il nuovo
sistema paritario di rapporti fiduciari tra cittadini e istituzioni, la ricerca di nuove forme di compartecipazione
all’amministrazione e al progresso delle comunità appare necessario. Informazione, comunicazione e partecipazione sono le
parole chiave che, a partire dalla legge 241/90, restringono progressivamente la tradizionale autoreferenzialità della P.A.,
tendono al superamento della netta separazione tra amministrazioni e cittadini ed aprono la strada a nuove forme di
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collaborazione paritaria e democratica alla gestione della comunità. Sotto la spinta delle importanti riforme degli anni
Novanta, l’attività della P.A., tradizionalmente unilaterale, tende lentamente ma irreversibilmente a trasformarsi in un’attività
contrattuale e dialettica. Nel modello di amministrazione condivisa, ad esempio, i cittadini singoli o associati diventano
“coamministratori”,soggetti attivi che si adoperano nel risolvere problemi di interesse generale. Al tempo stesso i cittadini
vengono considerati elementi essenziali per il funzionamento dell’amministrazione condivisa: altrettanto importante come la
comunicazione esterna diviene quindi la comunicazione interna, finalizzata ad un’adeguata valorizzazione del patrimonio
specifico di esperienze e professionalità. Il Sindaco, riconosciuto dall’ordinamento e dalla società come primo referente
istituzionale della comunità locale, è forse il soggetto pubblico che più di ogni altro può riconoscersi nel nuovo modello di
amministrazione condivisa, anche per la vasta tipologia di settori e servizi in cui il concorso di risorse, competenze e capacità,
trova potenziale attuazione e reciproco vantaggio. Tuttavia, come dimostrano le ricerche e i sondaggi, mentre esiste una forte
disponibilità dall’esterno, a contrastare la sperimentazione di queste forme di amministrazione resta una certa reticenza
culturale insita nelle amministrazioni stesse a considerare i cittadini-utenti come potenziali alleati, anziché portatori di
problemi e bisogni; tanto che anche le esperienze innovative realmente attuate sono ancora considerate quasi come
anomalie, piuttosto che come esempi di un diverso modo di amministrare le comunità locali.
ASCOLTO E PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI
E’ necessaria una forte corrispondenza tra il dettato normativo e le aspettative della società civile sul ruolo della
comunicazione nei rapporti tra cittadini e istituzioni, per la costruzione di un’amministrazione condivisa volta all’esercizio dei
nuovi diritti di cittadinanza fondati sulla partecipazione all’azione amministrativa. In virtù della loro rappresentatività e per i
principi sanciti dalla riforma costituzionale, i Comuni costituiscono la prima frontiera di una situazione in continua evoluzione,
costantemente monitorata da numerosi ricerche e sondaggi, in grado di fornire preziose indicazioni analitiche ed interpretative
dei fenomeni sociali anche agli operatori ed agli amministratori degli enti locali. Le indagini, se condotte con adeguati criteri
scientifici, possono infatti costituire validi strumenti di ascolto nelle dinamiche di partecipazione, sia per misurare il livello i
soddisfazione dei servizi, sia per indirizzare opportunamente gli interventi pubblici nel rapporto con la collettività e governare
la comunità locale secondo le sue attese. Significativa, in questo senso, la recentissima indagine (Marzo 2007) condotta da
SWG per ANCI.
Alle amministrazioni locali si chiede soprattutto di essere ascoltati ed essere protagonisti, attraverso forme dirette di
partecipazione, alla vita della propria comunità: per questo si individua come ente maggiormente rappresentativo il Comune
(44%) e tra gli amministratori più affidabili il Sindaco (63%), mentre tra gli strumenti di partecipazione quasi a pari merito si
collocano gli incontri con i cittadini (44%) e l’ascolto delle loro opinioni (41%), sia attraverso i singoli (36%) che tramite i
comitati (30%). Scendendo ad analizzare più approfonditamente le possibilità concrete di dialogo tra amministrazioni e
cittadini, in relazione al complesso sistema mediatico e al contesto di strumenti e professionalità previste dalla legge 150/00
per i pubblici operatori dell’informazione e della comunicazione, ulteriori indicazioni vengono dallo studio dell’Istituto Cattaneo
su commissione dell’Associazione italiana di comunicazione pubblica e istituzionale. La ricerca, nel “valutare la propensione
dei cittadini al contatto con la pubblica amministrazione con l’ausilio di specifici media e l’attuale grado di soddisfazione dei
cittadini nei confronti di una serie di mezzi di comunicazione attualmente presenti nel mix della comunicazione pubblica”,
evidenzia interessanti spunti di riflessione: la preferenza degli intervistati (89%) a ricevere informazioni e comunicare tramite
old media (affissioni, materiale stampato inviato per posta o distribuito, spot radiotelevisivi, inserzioni su giornali e riviste),
mentre i new media (internet, posta elettronica, kioski elettronici e messaggi sms), praticamente ignorati dagli over 55 e
graditi in particolare ai laureati, acquistano interesse solo per una parte ben definita della popolazione; la necessità di
riattivare il gruppo cosiddetto del “non contatto” (circa un quinto della popolazione adulta), costituito in particolare da anziani,
casalinghe e persone con basso titolo di studio, accomunate da una radicale mancanza di fiducia nella possibilità di
instaurare un rapporto comunicativo soddisfacente con la PA; l’esistenza di un problema di visibilità dell’URP, sconosciuto
alla maggioranza dei cittadini, una vera “occasione persa” se si considera che oltre il 60% di chi lo ha utilizzato dichiara
invece che l’URP ha migliorato l’accesso ai servizi e alle informazioni; il fatto che la gente promuove, nella capacità di farsi
capire, gli impiegati pubblici con un punteggio (56%) superiore a quello registrato da ministri ed istituzioni europee ma, a
sorpresa, la scoperta che sulla qualità dell’informazione pesa più la sua frequente incompletezza (41%) piuttosto che
l’oscurità del linguaggio burocratico (21,3%).
IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICA
Si è detto come la comunicazione abbia ricevuto formale riconoscimento dalla legge 150/00 come attività
obbligatoria delle pubbliche amministrazioni e strumento strategico dell’ente-sistema nella costruzione di un’amministrazione
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partecipata e condivisa. La nuova alleanza tra istituzioni e cittadini per la risoluzione di problemi comuni ed il raggiungimento
dell’interesse generale dipende infatti dalla comunicazione e, più specificamente, dalla volontà-capacità di comunicare, intesa
come insieme organico di attività di informazione e di ascolto. A questo proposito si individuano quattro possibili tipologie
della comunicazione pubblica: la comunicazione tradizionale o legale, inerente alla certezza dei rapporti giuridico-formali ed
alla loro conoscibilità (i cosiddetti atti dichiarativi: verbali, affissioni all’albo pretorio, notificazioni, certificazioni ecc.); la
comunicazione di accesso o di servizio, diretta essenzialmente ad informare sull’esistenza e sulle modalità di attivazione delle
opportunità offerte dall’amministrazione e, quindi, propedeutica all’utilizzo da parte degli utenti per la loro vita quotidiana di
cittadini; la comunicazione di innovazione, che trasforma l’attività di ascolto dei cittadini e dei dipendenti in proposte di
rinnovamento; la comunicazione amministrativa o di cittadinanza, che più di ogni altra realizza il modello di amministrazione
condivisa, in quanto finalizzata alla soluzione di un problema di interesse generale, i cui contenuti si riferiscono all’etimologia
stessa del termine comunicazione (mettere in comune, condividere, partecipare). Si può definire comunicazione
amministrativa, appunto per indicare che la sua funzione è quella di uno strumento per amministrare, con cui
l’amministrazione risolve insieme con i cittadini un problema di interesse generale. Problemi riguardanti i servizi pubblici e,
fra questi, la sanità, la previdenza, l’istruzione, l’occupazione, la tutela ambientale, la sicurezza stradale, la viabilità, l’ordine
pubblico, lo smaltimento dei rifiuti, la mobilità di persone e merci e altri simili a questi che, proprio perché riguardano il
sistema di relazioni che regola la vita di milioni di persone, si possono definire anche problemi di sistema.
Per la soluzione di un problema di sistema, l’amministrazione può dunque scegliere se utilizzare il potere e
l’autorevolezza, con le modalità impositive e sanzionatorie, o lo strumendo della partecipazione: in questo secondo caso, che
è attualmente giudicato il più produttivo per la qualità e la quantità dei risultati, userà la comunicazione come strumento per
instaurare con i diversi attori sociali un’alleanza strategica basata sulla condivisione del problema per concorrere a risolverlo.
Con queste caratteristiche, la comunicazione pubblica assume propriamente il valore di funzione amministrativa, finalizzata
cioè ad offrire la possibilità di esprimere in maniera attiva e sostanziale i diritti di cittadinanza, giungere ad una
amministrazione condivisa e produrre un cambiamento della cultura dell’amministrazione pubblica.
IL NUOVO SISTEMA DI RAPPORTI TRA AUTONOMIE LOCALI E CITTADINI.
I mutamenti politici e culturali che hanno accompagnato l’evoluzione dei rapporti tra lo Stato, l’amministrazione ed i
cittadini, si riflettono anche sul piano istituzionale, con l’affermazione di un progressivo decentramento e consolidamento delle
autonomie locali. Il complesso processo di trasformazione dell’assetto istituzionale che ha caratterizzato l’ultimo decennio del
Novecento, è partito dalle leggi sul nuovo ordinamento degli enti locali e sul procedimento amministrativo, proseguendo con
l’introduzione dell’elezione diretta del sindaco e del presidente della provincia, la revisione costituzionale in materia di regioni
ordinarie (1999), le leggi sul decentramento amministrativo (Bassanini), fino al testo unico sull’ordinamento locale
(D.Lgs.267/00), è culminato nella riforma del titolo V della seconda parte della Costituzione, che determina il passaggio da
un’organizzazione di tipo gerarchico ad un’organizzazione a rete.
La legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3 sancisce a livello costituzionale il nuovo sistema di rapporti tra Stato,
Regioni ed Enti locali, “enti costitutivi della repubblica” (art.114) di pari ordinazione istituzionale. Per le Regioni, le Province ed
i Comuni, ai quali la riforma riconosce amplissima autonomia e valorizzazione, è iniziata quindi una fase di transizione e
confronto. Per sviluppare equilibratamente le sue potenzialità, il nuovo modello di relazioni e rapporti istituzionali dovrà veder
raccogliersi e integrarsi i contributi costruttivi di tutti i soggetti che costituiscono la Repubblica. Questa capacità concertativa
non potrà peraltro esaurirsi nelle sedi istituzionali, ma dovrà necessariamente coinvolgere la collettività e gli attori sociali in
forme sempre più strette di comunicazione e partecipazione.
Il principio in base al quale la missione amministrativa deve essere prioritariamente condivisa dagli attori della
collettività interessata trova applicazione non solo nei rapporti tra amministrazioni e cittadini, ma anche nelle relazioni tra
Stato, Regioni ed Enti locali. La riforma del titolo V della Costituzione ha dato inizio ad un nuovo processo di decentramento
in cui tutte le funzioni ed i compiti relativi alla cura ed allo sviluppo delle comunità locali, nonché quelli localizzabili nei
rispettivi territori, saranno trasferiti agli enti locali. I diversi equilibri disegnati dal legislatore costituzionale hanno quindi aperto,
soprattutto per i Comuni, l’opportunità di ripensare e riorganizzare la propria missione amministrativa in base a nuovi modelli
di governo locale improntati al pluralismo, alla sussidiarietà ed alla condivisione.
IL RUOLO DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICA DOPO LA LEGGE 150/2000
Alla costruzione del processo di dialogo e confronto, che costituisce l’elemento centrale dei rapporti
costituzionalmente sanciti, è stato dato nuovo impulso e vigore dalla normativa specifica, che interviene a mettere ordine nel
settore della comunicazione pubblica, legittimandone pienamente le attività, gli ambiti operativi e le strutture, nel quadro certo
di precise competenze, funzioni ed obiettivi. La legge 7 giugno 2000, n.150 “Disciplina delle attività di informazione e
comunicazione delle pubbliche amministrazioni” è considerata infatti un punto di arrivo per il sistema di informazione e
comunicazione pubblica, la logica conclusione del processo che ha profondamente cambiato l a P.A. ed i suoi rapporti con i
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cittadini. Per la prima volta nell’ordinamento italiano la comunicazione pubblica viene riconosciuta come obbligo istituzionale
e, come ribadito dalla successiva Direttiva 20 febbraio 2002 del Ministro Frattini, cessa di essere un segmento aggiuntivo e
residuale delle pubbliche amministrazioni, per divenirne parte integrante. Stabilendone la necessità, il legislatore attribuisce
alla funzione comunicativa la capacità di trasformare definitivamente la P.A. da autoritaria e autoreferenziale ad un nuovo
sistema di rapporti paritari fondati sulla partecipazione, sulla sussidiarietà, sulla condivisione. In sostanza, si realizza
pienamente la missione della comunicazione pubblica, come strumento che permette ai diversi attori sociali di entrare in
relazione tra loro, di confrontare punti di vista e valori per concorrere al comune obiettivo di realizzare l’interesse della
collettività. La legge sulla comunicazione pubblica, individuando funzioni e competenze, delinea pertanto figure professionali
specifiche “di base”, alle quali si aggiungeranno gli altri profili che vanno configurandosi di pari passo con lo sviluppo delle
tecnologie e dei new media. Intorno a questa complessità di competenze, vi sono delineati profili professionali sempre più
precisi relativi all’esercizio delle funzioni di Ufficio Stampa, Portavoce e URP.
L’articolazione su queste tre strutture (URP, Ufficio Stampa, Portavoce) acquista rilevanza anche in relazione alla
necessità, sottolineata dalla Legge 150/00 e successivamente dalla direttiva Frattini 7 febbraio 2002, di mantenere separate
le attività di comunicazione istituzionale e di servizio dalla comunicazione politica. L’inevitabile e progressivo intreccio tra
politica ed informazione può costituire in effetti un grave ostacolo al corretto esercizio della comunicazione nei rapporti tra
istituzioni e cittadini, determinando rapporti, strumenti, obiettivi e risultati diversi:
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
COMUNICAZIONE POLITICA
rapporto non paritario
rapporto paritario
strumento convincimento
strumento propaganda
obiettivo interesse generale
obiettivo interesse di parte
risultato consenso autentico
risultato consenso indotto
La distinzione tra comunicazione istituzionale e comunicazione politica, che la legge 150/00 e la Direttiva 2002
mettono in relazione ad una suddivisione verticale delle attività tra la comunicazione attuata attraverso i media a strutture
direttamente dipendenti dal vertice politico (Ufficio Stampa, Portavoce) e la comunicazione di servizio destinata al cittadino
dall’URP.
La distinzione tra comunicazione istituzionale e politica può essere realizzata solo attraverso una precisa
organizzazione orizzontale di strutture, risorse ed aree operative, con distinte competenze, funzioni e responsabilità. Questo
tipo di organizzazione, può essere considerata come espressione del principio di separazione tra politica e amministrazione
applicato alla comunicazione, un settore dove la sovrapposizione e l’intreccio tra politica e amministrazione comporta il rischio
di una finalizzazione politica dei messaggi istituzionali.
Il piano della comunicazione
La comunicazione assume ruolo fondamentale in un contesto dove tutti gli attori della comunità territoriale (enti,
istituzioni, imprese, cittadini) convergono verso obiettivi condivisi. Seppure con i limiti di una certa schematicità, la legge
150/00 costituisce senz’altro il punto di partenza normativo per questo nuovo sistema di rapporti tra pubblica amministrazione
e cittadini. Coerentemente con i principi sanciti dalla riforma costituzionale, gli spazi lasciati da questa legge devono essere
letti come la possibilità che ogni ogni ente possa mettere in atto il sistema di comunicazione più appropriato alle esigenze
della collettività e della realtà socio-economica che rappresenta. In questo contesto sembra inserirsi l’opportunità di
elaborazione di un piano/programma di comunicazione locale, uno degli strumenti innovativi che la P.A. ha per organizzare
ed esercitare, in maniera integrata e strategica rispetto ad obiettivi prefissati, la funzione di informazione e comunicazione. In
effetti la legge 150/2000 detta precise disposizioni in materia solo riguardo alle amministrazioni dello Stato: l’art.11, per
quanto concerne l’elaborazione del programma delle iniziative di comunicazione per l’anno successivo e l’art.12 che, sulla
base dei programmi presentati dalle singole amministrazioni, prevede la predisposizione da parte del Dipartimento per
l’Informazione e l’Editoria del piano di comunicazione annuale, approvato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e realizzato
da ciascuna amministrazione per le parti di specifica competenza .Il piano di comunicazione definisce gli obiettivi generali; i
target di riferimento, le strutture, gli strumenti e le modalità di comunicazione; le attività e gli eventi; i sistemi di monitoraggio
delle politiche comunicative e di valutazione dell’azione amministrativa; le iniziative di formazione. Anche se si tratta di una
cultura della comunicazione ancora insufficientemente diffusa, visto che sinora poche sono state le amministrazioni che
hanno provveduto a presentare al Dipartimento un piano organico e completo. Il PDC si presenta come un atto generale di
indirizzo, un progetto strutturale ed organizzativo, un programma di lavoro analitico. Nato in attuazione della legge 150/00 e
adeguatosi alla normativa secondaria successivamente prodotta in materia, ne recepisce fedelmente principi e indicazioni: il
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PDC rappresenta, anzitutto, la volontà di esercitare una funzione di comunicazione finalizzata alla costruzione di
un’amministrazione locale trasparente, partecipata e condivisa. La condizione essenziale per la sua efficacia è quindi la sua
più ampia condivisione e diffusione di una maggiore partecipazione, anche in fase costituente, da parte dell’amministrazione.
Oltre alla condivisione degli attori, particolare importanza assume poi nella predisposizione del PDC lo studio del contesto di
riferimento, nel quale la comunicazione si sviluppa ed al quale l’attività amministrativa è destinata. A questo scopo è di
grande aiuto in primo luogo l’attività di monitoraggio ed analisi dell’utenza e dei reclami svolta dall’URP, ma molte sono le
altre fonti che contribuiscono ad una migliore conoscenza della comunità locale, come ad esempio il censimento del mondo
associazionistico tenuto dal servizio politiche sociali, le indicazioni fornite dalle banche dati di altri uffici e servizi (attività
produttive, cultura, servizi civici e anagrafici, CED), le rassegne stampa, le numerose collaborazioni instaurate nell’ambito
della rete civica. Ma il PDC si innesta anche nel contesto dei programmi di governo dell’ente e in un insieme complesso di
esperienze professionali ed organizzative, che rappresentano canali di scorrimento interni della comunicazione locale.
Elemento non secondario, le risorse per l’attuazione del PDC vengono analiticamente previste nel piano economico di
gestione annuale del Servizio Gabinetto del Sindaco e Comunicazione, dove sono indicate le disponibilità finanziarie e il
personale destinato all’attuazione delle attività programmate. L’organico e i capitoli del Servizio vengono naturalmente
integrati, per le iniziative sopravvenute nel corso dell’anno o promosse da altri servizi, dal personale e dalle risorse degli uffici
interessati. Un capitolo importante è dedicato infine alla formazione e all’aggiornamento del personale, sia attraverso
programmi specifici dedicati agli addetti alle attività di comunicazione, sia attraverso incontri estesi a tutti i dipendenti, ai
dirigenti ed agli amministratori, integrati da iniziative aperte al pubblico (mostre, conferenze, convegni). Contesto sociale,
organizzazione politico-amministrativa, disponibilità finanziaria e quadro normativo sono quindi i parametri all’interno dei quali
si è cercato di definire organicamente una proposta di piano di comunicazione locale dai contenuti caratteristici, che ruota
intorno alle competenze e alle strutture, alle professionalità ed alle attività della comunicazione pubblica, per il
raggiungimento di obiettivi realistici, misurabili, specifici, temporalmente ordinati e gerarchizzati secondo un ordine di priorità.
All’interno del PDC, trovano piena legittimazione la presenza e il ruolo delle strutture della comunicazione previste
dalla legge 150/00 (URP, Ufficio Stampa e Portavoce) ed altre analoghe facenti parte del Servizio (Segreteria del Sindaco,
Regia del sito web). Ciascuna di esse, nell’ambito delle specifiche competenze e professionalità, concorre all’attuazione del
PDC per le proprie funzioni, con le attività ordinarie e le iniziative programmate. Specificità di ruoli e professioni è uno dei
punti di forza che si è cercato di valorizzare nel PDC è proprio la complementarietà dei diversi uffici addetti all’informazione e
alla comunicazione. URP, portavoce, ufficio stampa (così come le altre strutture analoghe o specialistiche) sono, pur nella
loro precisa identità, tutti strumenti che concorrono ai processi informativi ed alla comunicazione dell’ente nel suo complesso,
svolgendo la duplice funzione di informatori e ricettori dell’opinione pubblica: l’efficacia del sistema costruito con il PDC
dipende, quindi, non solo dal buon funzionamento delle singole strutture, ma anche dalla loro capacità di connettere
sinergicamente i diversi strumenti e strategie, la capacità degli operatori, sottolineata dal PDC, consiste quindi nel conoscere
ed utilizzare i diversi mezzi, strategie e risorse in funzione integrata.
L’ Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (URP)
La qualità dell’azione amministrativa, non più legata esclusivamente alla formale applicazione di leggi e regolamenti,
dipende sempre più dalla sua capacità di soddisfare i bisogni e le aspettative della collettività: da qui la necessità di instaurare
con i cittadini e gli altri soggetti attivi della comunità territoriale adeguate forme di partecipazione e dialogo. Tra gli istituti e gli
strumenti predisposti dal legislatore a partire dalla legge 142/90, l’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico si è guadagnato “sul
campo” un ruolo principale, che la legge 150/00 ha recentemente ratificato e rilanciato, ponendolo al centro di un sistema
comunicativo più complesso e articolato. L’ampliamento dell’ambito operativo e delle competenze dell’URP, sancito dall’art.8,
è significativo dell’importanza assunta dalla comunicazione al cittadino nei processi di riforma della P.A., come strumento
strategico per la riorganizzazione dei servizi e dei rapporti con la comunità.
L’attività dell’Ufficio per le relazioni con il pubblico è indirizzata ai cittadini singoli e associati. Le pubbliche
amministrazioni, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della Legge 150/2000, avevano l’obbligo di provvedere,
nell’esercizio della propria potestà regolamentare, alla ridefinizione dei compiti e alla riorganizzazione degli uffici per le
relazioni con il pubblico secondo i seguenti criteri:
1. garantire l’esercizio dei diritti di informazione, di accesso e di partecipazione di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241, e
successive modificazioni;
2. agevolare l’utilizzazione dei servizi offerti ai cittadini, anche attraverso l’illustrazione delle disposizioni normative e
amministrative, e l’informazione sulle strutture e sui compiti delle amministrazioni medesime;
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3. promuovere l’adozione di sistemi di interconnessione telematica e coordinare le reti civiche;
d) attuare, mediante l’ascolto dei cittadini e la comunicazione interna, i processi di verifica della qualità dei servizi e di
gradimento degli stessi da parte degli utenti;
4. garantire la reciproca informazione fra l’ufficio per le relazioni con il pubblico e le altre strutture operanti
nell’amministrazione, nonchè fra gli uffici per le relazioni con il pubblico delle varie amministrazioni.
Conclusioni
La riforma della pubblica amministrazione è una rivoluzione radicale, che si sviluppa come un complesso processo
trasversale e continuo: molto è stato fatto negli ultimi dieci anni sulla strada della modernizzazione, sia a livello normativo che
per nella pratica, ma ancora molto resta da fare per la sua democratizzazione. L’esperienza ha dimostrato che leggi e
regolamenti non bastano a determinare un cambiamento effettivo della tradizionale cultura statalista ancora
insufficientemente attenta ai bisogni espressi dalla comunità sociale: la realizzazione diffusa dell’amministrazione condivisa,
ormai per molte realtà ben più che un modello teorico, è ostacolata dalle resistenze della burocrazia, una forza che accomuna
politici, amministratori e dipendenti pubblici, impedendo ben più delle disponibilità finanziarie l’attuazione del sistema previsto
dalla normativa e la piena valorizzazione delle strutture esistenti. Ma il viaggio verso l’innovazione intrapreso dal sistema
pubblico, per quanto difficile e tortuoso, è comunque un percorso non più facoltativo né improvvisabile, ma obbligato e
funzionale all’attuazione delle riforme istituzionali.
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PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI
LEGGE 8 GIUGNO 1990 n.142, Ordinamento delle autonomie locali
LEGGE 7 AGOSTO 1990 n.241, Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di
diritto di accesso ai documenti amministrativi
DECRETO LEGISLATIVO 3 FEBBRAIO 1993 n.29, Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni
pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego
CIRCOLARE DEL MINISTRO PER LA FUNZIONE PUBBLICA 27 APRILE 1993, Istituzione dell’ufficio per le relazioni
con il pubblico e disciplina delle attività di comunicazione di pubblica utilità
DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27 GENNAIO 1994, Principi sull’erogazione dei servizi
pubblici
DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 11 OTTOBRE 1994, Direttiva sui principi per
l’istituzione e il funzionamento degli Uffici per le Relazioni con il pubblico
LEGGE 15 MAGGIO 1997 n.127, misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di
decisione e di controllo
LEGGE 7 GIUGNO 2000 n.150, Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche
amministrazioni
DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27 SETTEMBRE 2000, Direttiva sul programma delle
iniziative di informazione e comunicazione istituzionale delle amministrazioni dello Stato
REGOLAMENTO RECANTE NORME PER LA DETERMINAZIONE DEI TITOLI D’ACCESSO ALLE ATTIVITA’ DI
INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE E PER L’INDIVIDUAZIONE E LA DISCIPLINA DEGLI INTERVENTI FORMATIVI,
ai sensi dell’art.5 della legge 7 giugno 2000, n.150, recante la disciplina delle attività di informazione e
comunicazione delle pubbliche amministrazioni – in G.U. 7 febbraio 2001
DIRETTIVA DEL MINISTRO PER LA FUNZIONE PUBBLICA 13 DICEMBRE 2001, Formazione e valorizzazione del
personale delle pubbliche amministrazioni
DIRETTIVA DEL MINISTRO PER LA FUNZIONE PUBBLICA E PER IL COORDINAMENTO DEI SERVIZI DI
INFORMAZIONE E SICUREZZA 7 FEBBRAIO 2002, Direttiva sulle attività di comunicazione delle pubbliche
amministrazioni
DIRETTIVA DEL MINISTRO PER LA FUNZIONE PUBBLICA E PER IL COORDINAMENTO DEI SERVIZI DI
INFORMAZIONE E SICUREZZA 8 MAGGIO 2002, Direttiva sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi
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Siti web interessanti
www.compa.it - Dedicato all’annuale Salone della Comunicazione Pubblica e dei servizi al Cittadino, la principale
rassegna italiana dell’innovazione e delle tecnologie informative
www.compubblica.it - Sito dell’Associazione Italiana Comunicazione Pubblica e Istituzionale, contiene la normativa, le
novità editoriali e la rubrica in collaborazione con Il Sole 24 ore dedicata alle esperienze di eccellenza
www.comunicatoripubblici.it - Magazine ondine per l’aggiornamento dei professionisti della comunicazione pubblica
www.diritto.it - Portale giuridico italiano, con un motore per la ricerca sul web ed un servizio di aggiornamento su leggi e
sentenze
www.fnsi.it - Nel sito della Federazione Nazionale della Stampa Italiana on line, documenti e novità per la professione
del giornalista
www.funzionepubblica.it - Il Dipartimento della Funzione Pubblica presenta progetti, protocolli, banche dati, normativa,
indagini e link per l’efficienza della pubblica amministrazione
www.legge150.it - Novità, commenti e segnalazioni sull’attuazione e l’interpretazione della legge sulla comunicazione
pubblica, in un sito dove si confrontano comunicatori pubblici, giornalisti ed esperti del settore
www.municipia.it - Magazine internet per gli enti pubblici
www.urp.it - Per gli urp in rete, gli appuntamenti nazionali, critiche e recensioni, link e novità (promosso dal Dipartimento
della Funzione Pubblica in collaborazione con la Regione Emilia Romagna)
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REALTÀ DEGLI ENTI LOCALI CALABRESI: INDAGINE PRELIMINARE (A. NASSO)
L’indagine preliminare
Obiettive generale
La fase di indagine preliminare si pone come obiettivo generale quello di identificare:
i.
le principali esperienze di progettazione partecipata e di partecipazione all’accompagnamento delle
trasformazioni urbane presenti in Calabria.
A tale scopo sono state prese in considerazione tutte le realtà che hanno avviato esperienze di elaborazione
di Piani strategici, Programmi di recupero — Contratti di Quartiere, PIC Urban —, Programmi integrati
complessi.
Si tratta piani e programmi complessi e integrati che presuppongono da un punto di vista, almeno procedurale,
processi di comunicazione ascolto, concertazione, partecipazione.
A questi casi vanno aggiunti esperienze “minori” diffuse (ad esempio processi per l’elaborazione del Piano
d’Azione di Agenda 21) o buone pratiche che costituiscono un eccezione nel panorama calabrese.
ii.
Un insieme di casi rappresentativi di enti locali che in forma singola o associata intendono avviare
l’elaborazione dei PSC, PSA.
I casi che si indagano possono in parte coincidere.
Obiettivo operativo
L’obiettivo di questa azione è quella di identificare un numero di casi e relativi referenti su cui condurre un
indagine attraverso lo strumento delle interviste.
Il numero di casi che in fase di proposta di lavoro si è ipotizzato per l’approfondimento di indagine successiva
è di 6/7 (come indicazione orientativa).
Metodologia
La metodologia con cui l’indagine è stata condotta fa riferimento ad un’attività di:
- analisi di tipo desk che è stata sarà elaborata per mezzo di una mappatura di esperienze in corso di
realizzazione nella realtà regionale calabrese;
- analisi della rassegna stampa locale;
- analisi dei siti internet tematici;
- interviste telefoniche condotte sulla base delle schede di analisi riportate nel presente documento e rivolte,
nella quasi totalità dei casi, al responsabile unico del procedimento dell’esperienza indagata. In parte sono
stati contattati anche attraverso posta elettronica.
Una ricognizione a campione ha invece interessato le esperienze di elaborazione di PCS e PSA e di Agenda
21 Locale.
Elenco delle interviste
- arch. Francesco Alessandria– responsabile LLPP - Comune Pizzo (CdQ II);
- arch.Giuseppe Graziani – dirigente Urbanistica - Comune di Rossano (CdQ II, Piano strategico e PSA);
- arch. Luigi Milillo- dirigente Area Tecnica – Comune di Villapiana (CdQ II);
- arch. Giovanni Iuffrida – resp. Ufficio Pianificazione strategica – Comune di Lamezia Terme (CdQ II,
Piano strategico);
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-
arch. Mezzatesta – Comune di Gioia Tauro (CdQ II);
geom. Francesco Nocita – responsabile ufficio tecnico – Comune di Sant’Agata di Esaro;
ing. Oriolo- Ufficio LLPP – Comune di Cassano Ionio (CdQ II)
dott. Grillone – referente Ufficio Piano strategico Comune di Reggio Calabria (Piano strategico);
arch. Giacomo Consoli – Dirigente Urbanistica – Comune di Vibo Valentia (Piano strategico);
dott.ssa Caterina Errigo – presidente Locride Sviluppo S.c.p.a. (Piano Strategico Locride);
arch. P. Cutruzzulà – consulente tecnico esterno PIT 19 (Piano strategico).
Note sull’andamento dell’indagine e primi rilievi
L’indagine, principalmente di tipo desk, in taluni casi si è arricchita attraverso l’uso di interviste telefoniche
contattando direttamente i responsabili di procedimento dei singoli Comuni.
Allo stato attuale di alcune esperienze indagate, con particolare riferimento ai Piani strategici ma anche Piani
strutturali e ad altri programmi in corso, il documento è da ritenersi necessariamente in “progress”.
Il motivo principale di tale carattere del presente documento è dovuto al fatto che per alcuni dei casi individuati
il processo è ancora in una fase iniziale e/o caratterizzato da uno stadio embrionale della sua elaborazione tale da non
consentire un rilievo adeguato dei diversi punti dell’indagine. Ad esempio questa situazione si riscontra in generale per
gli ultimi programmi per quanto riguarda l’analisi relativa alle tematiche legate alle attività attivate e/o previste di
informazione e partecipazione.
Come elemento laterale di lettura del percorso di indagine occorre inoltre sottolineare che numerose e
diversificate sono state le difficoltà nel reperire informazioni utili a completare il quadro di indagine. Difficoltà che
sinteticamente si possono addurre a due elementi di criticità: da un lato la scarsezza delle fonti e, dall’altro la diffidenza
da parte di alcuni uffici dei comuni contattati a dare informazioni.
Solo in itinere potrà essere completato il quadro informativo ed interpretativo del contesto indagato.
L’indagine dunque potrà essere completata parallelamente allo svolgimento della fase successiva prevista dal
programma di lavoro.
L’ipotesi che si potrebbe avanzare è di procedere focalizzando l’attenzione su un numero ristretto di casi,
scelti a partire proprio dai primi rilievi emersi dall’indagine preliminare, che più si prestano per essere coinvolti nella
fase successiva del programma di lavoro..
Dai risultati dell’indagine fin qui svolta è interessante sottolineare che per quanto riguarda l’attività – all’interno
dei programmi complessi e integrati analizzati- di un’eventuale programmazione e/o realizzazione di uno spazio che si
possa definire come “Laboratorio di partecipazione – Urban Center” solo due sono i casi la cui risposta è risultata
positiva.
Si tratta dei Comuni di Lamezia Terme e Rossano, pur caratterizzati da due esperienze diverse sia come
percorso attivato che come tipo di approdo progettuale.
Il comune di Lamezia Terme ha previsto all’interno del suo Piano Strategico la creazione di un Urban Center,
individuandolo e descrivendolo come uno dei progetti strategici da attivare.
In questo caso, l’Urban Center – oltre alle sue funzioni “classiche” - è inteso come elemento trasversale nella
lettura delle linee strategiche che il Piano individua, come laboratorio per una serie di politiche della città oltre che
supporto fondamentale anche per la elaborazione del Piano Strutturale Comunale.
La Città di Lamezia inoltre fa già parte della Rete delle Città Strategiche (RECS) e partecipa al progetto UC
Network, promosso dall’Urban Center Metropolitano, per la creazione di una rete degli urban center italiani.
Diverso è il caso del Comune di Rossano che non ha in previsione l’attivazione di un “urban center”, bensì di
un gruppo interno di lavoro che possa assumere la funzione di monitorare il Piano Strategico. Questo gruppo è in fase
di definizione nella sua organizzazione, l’ipotesi è di gestirlo, all’interno degli uffici comunali, come “progetto obiettivo” e
che possa anche servire per la redazione del PSA in corso di redazione
Contratti di Quartiere I
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Comune di Reggio Calabria
Comune di Crotone
Comune di Cosenza
Comune di Vibo Valentia
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SCHEDE
Comune di Reggio Calabria - Località Tremulini-Borrace
a. Responsabile del Contratto di quartiere: Anna Maria Cassalia
b. Redattori del progetto
-· Comune di Reggio Calabria -· Università degli Studi di Reggio Calabria, Dipartimento arte, scienza e
tecnica del costruire -· Gruppo NOW -· Ecocop Project -· Cooprogetti SCRL
c. Soggetti coinvolti
• -· Regione Calabria
-· ATERP di Reggio Calabria
-· Organizzazioni sindacali
-· Confederazione nazionale artigianato
-· Confcommercio
-· Lega delle Cooperative e Mutue
-· Associazioni non profit: CRIC, Ecoland
-· Istituti scolastici
d. Programma
-Residenza -Recupero primario e secondario di quattro isolati per un totale di 257 alloggi di edilizia pubblica Servizi -Centro polifunzionale, centro sociale, parco archeologico -Urbanizzazioni -Riqualificazione rete viaria;
realizzazione parcheggi; sistemazione di verde attrezzato e percorsi protetti per le utenze deboli; recupero
delle corti interne -Interventi socio-occupazionali -Servizio accoglienza anziani e donne in difficoltà; assistenza
domiciliare anziani e disabili; promozioni opportunità per l'infanzia; lotta all'evasione scolastica; centro di
ecologia urbana; programma Reggio città giardino; laboratorio energie rinnovabili; promozione raccolta
differenziata rifiuti.
e. Finanziamento Ministero dei Lavori pubblici:
19.728 milioni di lire: recupero edilizia residenziale pubblica, sperimentazione, centro polifunzionale.
f. Altri finanziamenti
-· Regione Calabria 6.000 milioni di lire: recupero edilizia residenziale pubblica e urbanizzazioni -· Comune di
Reggio Calabria 3.345 milioni di lire: opere edili e interventi socio-occupazionali -· Privati 808 milioni di lire:
recupero edilizia residenziale.
g. Finanziamenti totali: 29.881 milioni di lire
Comune di Crotone - Quartiere Fondo Gesù
a. Responsabile del Contratto di quartiere
Adolfo Berlingeri
b. Redattori del progetto
-· Comune di Crotone: Pietro Ferrante, Angelo Costa, Luigi Maida -· Consulenti: Paola Rosati, Alessandra Cantarano,
Rosella Turchi, Fabio Viscardi, Gianluca Ruperto, Salvatore Ruperto, Clelia Cozzolino, Luca Ruali
c. Soggetti coinvolti:
-· Regione Calabria
-· ATERP di Crotone
-· Associazioni senza fini di lucro
-· Diocesi di Crotone
-· Comitato di quartiere
-· Privati
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
d. Programma:
-Residenza -Demolizione di 96 alloggi; riqualificazione di 218 alloggi: eliminazione superfetazioni, addizione volumi,
inserimento ascensori; realizzazione di 104 nuovi alloggi -Servizi -Realizzazione centro commerciale, centro sociale,
chiesa; stazione autolinee con annessi spazi di attesa e ristorazione; nuovi edifici polifunzionali -Urbanizzazioni Realizzazione viabilità secondaria, locale e parcheggi; riqualificazione degli spazi aperti; verde attrezzato e verde
pubblico; parco archeologico -Interventi socio-occupazionali: Impiego di mano d'opera per l'esecuzione del programma e
la successiva manutenzione; cooperative giovanili.
e. Finanziamento Ministero dei Lavori pubblici:
-20.000 milioni di lire: demolizione di 96 alloggi, ristrutturazione di 72 alloggi, realizzazione di 68 nuovi alloggi,
sperimentazione, sperimentazione su prototipi, viabilità secondaria e locale, verde attrezzato e parcheggi
f. Altri finanziamenti
-· Regione Calabria 15.000 milioni di lire: ristrutturazione 166 alloggi, verde attrezzato e
realizzazione attrezzatura sportiva
-· ATERP di Crotone 4.200 milioni di lire: realizzazione di 36 nuovi alloggi
-· Privati 60.000 milioni di lire: quota parte realizzazione urbanizzazione secondarie e parcheggi,
verde pubblico, verde sportivo, attrezzature sociali, parco archeologico, parrocchia (3.500 milioni);
stazione autolinee urbane ed extraurbane, supermercato, edilizia privata (56.500 milioni).
g. Finanziamenti totali : -99.200 milioni di lire
Comune di Cosenza - Quartiere Santa Lucia
a. Responsabile del Contratto di quartiere
Maria Molezzi.
b. Redattori del progetto
Comune di Cosenza: Francesco Collorafi, Luigi Zinno, Livio Pucci Daniele, Arturo Bartucci.
c. Soggetti coinvolti:
-- ATERP di Cosenza
-- Scuola edile
-- Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura
-- Comitato di quartiere
-- Casa editrice Le Nuvole
d. Programma:
-Residenza -Recupero e ristrutturazione di 4 edifici per un totale di 35 alloggi di edilizia pubblica sperimentale. -Servizi Centro polivalente; palestra attrezzata; locali di servizio comuni; centro di informazione e assistenza per gli immigrati;
sportello per l'occupazione; ambulatorio medico; vigile di quartiere; scuole -di formazione -Urbanizzazioni -Realizzazione
di una nuova piazza previa demolizione di un edificio pericolante; rete fognaria e idrica; impianti di illuminazione pubblica;
pavimentazioni; arredo urbano e percorsi protetti. -Interventi socio-occupazionali -Impiego di mano d'opera per
l'esecuzione del programma e la successiva manutenzione; valorizzazione dell'artigianato; -sviluppo di nuove attività
produttive; formazione e riqualificazione professionale; attività culturali, di assistenza sociale e sanitarie.
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
e. Finanziamento Ministero dei Lavori pubblici
-8.245 milioni di lire: recupero edilizia residenziale pubblica, sperimentazione, urbanizzazioni.
f. Altri finanziamenti
-- Comune di Cosenza 2.059 milioni di lire: indagini, ricerche e lavori di pre - consolidamento -- ATERP di Cosenza 500 milioni di
lire: recupero di un edificio di edilizia residenziale pubblica
g. Finanziamenti totali : -10.804 milioni di lire.
Comune di Vibo Valentia
Programma di Recupero Urbano − Contratto di Quartiere (P.R.U. - C.dQ.) «zona Affaccio».
RUP
Arch. Silvana De Carolis – Dirigente Lavori Pubblici
1
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 14 dicembre 2004, n. 979
Legge 17/2/1992, n. 179 − Programma Quadriennale 1992/95 − Legge 23/12/1996, n. 662, art. 2, comma 75 − Programma di
Recupero Urbano − Contratto di Quartiere (PRU-CdQ), codice 2.5.1/b, delibera CIPE 16/3/1994 − Comune di Vibo Valentia −
Importo finanziamento C 5.164.568,99 (L. 10.000.000.000) − Rideterminazione della localizzazione e conferma del comune di Vibo
Valentia quale soggetto attuatore dell’intervento
VISTA la deliberazione di Giunta regionale n. 610 del 27/9/2000 con la quale è stata effettuata la ripartizione delle risorse e sono
stati localizzati gli interventi relativi ai Programmi di Recupero Urbano (PRU), e gli interventi connessi ai Contratti di Quartiere
(PRU-CdQ), codice 2.5.1/b della delibera CIPE 16.3.1994, tra cui la proposta di Programma di Recupero Urbano − connesso al
Contratto di Quartiere presentata dal comune di Vibo Valentia per un importo di Lire 10.000.000.000 ed è stato indicato in Lire
600.000.000, l’importo del
1
prefinanziamento per rilievi ed indagini e per progettazione esecutiva (3% + 3% del finanziamento). (10-2-2005 Supplemento
straordinario n. 8 al B. U. della Regione Calabria -Parti I e II - n. 2 dell’1 febbraio 2005)
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Contratti di Quartiere II
2
I progetti (Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del 12 febbraio 2007, n. 176/A) finanziati per un ammontare di 39
milioni di euro, riguardano i Comuni di:
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2
Comune di Pizzo
Comune di Rossano
Comune di Villapiana
Comune di Lamezia Terme
Comune di Gioia Tauro
Comune di Sant’Agata d’Esaro
Comune di Cassano allo Jonio.
Programma innovativo in ambito urbano denominato “<contratti di <quartiere II” – Regione Calabria.
D.M. 21.11.2003 (G.U. 27.1.2004, n.21), contiene il bando di gara per i comuni ricadenti nelle regioni Toscana, Campania
e Calabria.
D.M. 21.7.2004, proroga i termini per la consegna delle proposte di "Contratti di quartiere II" per i comuni ricadenti nelle
regioni Toscana, Campania e Calabria.
SCHEDE
CdQ II – Comune di Pizzo46
Denominazione
Contratto di Quartiere II “I VICHI’
RUP
Arch. Francesco Alessandria47 – responsabile LLPP
Ambito di intervento
Il Contratto di Quartiere, previsto nell'ambito del vecchio borgo cittadino oggi in condizioni di diffuso degrado ed
abbandono, persegue l'obiettivo di stabilire nuove relazioni funzionali tra la parte alta della città "borgo storico" e il
recente nucleo insediativo della "Marina".
In particolare oltre all'intervento di ristrutturazione urbanistica del Complesso Scolastico "La Marina" (mediante
previsione di 25 alloggi per anziani, famiglie monoreddito, giovani coppie, ecc) è prevista la realizzazione di un nuovo
centro sociale a servizio del quartiere, la ristrutturazione dell'ex Palazzo di città da destinare a teatro sperimentale, la
ristrutturazione dell'ex edificio scolastico di piazza Castello da destinare a biblioteca di quartiere.
E' prevista, inoltre, la realizzazione di piazze, percorsi pedonali e nuovi punti di affaccio al mare.
Il Programma prevede:
- “Il primo intervento “fisico” previsto, riguarda il sistema delle connessioni viarie e di circolazione interna,
nell’ambito del Progetto “Accessibilità”, ed ha l’obiettivo di decongestionare parti di tessuto urbano e migliorare
la fruibilità di attrezzature di uso collettivo.
- Il Progetto “Mare”, secondo in una ideale scala di priorità, ha come obiettivo la riqualificazione e il recupero del
sistema naturale ed antropico costiero, ristabilendo le condizioni di centralità delle risorse naturali attraverso la
creazione di un sistema di aree fruibili. Questa parte del progetto prevede un insieme sistematico di interventi
per la riqualificazione urbanistica ed ambientale del litorale e la valorizzazione delle attività e delle strutture
legate alla tradizione marinara di Pizzo.
46
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Intervista telefonica in data 10.12.07
L’arch. Alessandria è subentrato ad un collega come RUP dopo che la candidatura del CdQ II era stata conclusa.
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
-
-
-
Il Progetto “Le vie del Borgo”, comprende interventi mirati alla rifunzionalizzazione del tessuto edilizio minore
del centro storico e alla riqualificazione di aree che si configurano, o che potrebbero configurarsi, come
centralità, attraverso l’immissione di attività commerciali, artigianali e di servizio al turismo che avrebbero un
duplice effetto: da una parte la rivitalizzazione del centro storico e il miglioramento delle condizioni di vivibilità e
dall’altra evidenti ricadute sulla riduzione della disoccupazione.
Il Progetto “Paesaggio rurale”, mira alla riqualificazione delle aree rurali ed alla ricerca di possibili innovazioni
nel tessuto produttivo, attraverso l’integrazione con attività turistiche compatibili. L’attuazione di tale progetto
avrebbe l’effetto di aumentare l’occupazione nel settore artigianale ed agricolo, aprendo all’innovazione e
quindi attirando giovani imprenditori, e di contribuire alla difesa del suolo ed alla conservazione del paesaggio
ristabilendo il presidio sulle aree rurali.
Il Progetto “Paese albergo” tende a creare un sistema consolidato di ricettività diffusa di qualità e di nicchia tale
da recuperare la carente ricettività del centro.
I quartieri interessati
Il Contratto di Quartiere interessa i rioni di Carmine, Piazza, Chianu , Marina, Seggiola, S.Francesco.
Stato attuale del programma
Il percorso della progettazione definitiva degli interventi ha subito dei rallentamenti prima dell’avvio in quanto la
conferenza di servizi relativa alla fase precedente non era ancora chiusa, mancava il parere delle Regione su un
intervento in contrasto con il piano regolatore. La soluzione adottata è stata di rilocalizzare l’intervento in un edificio di
proprietà pubblica. Il 10 dicembre su questo è arrivato per mail al RUP l’ok del Ministero. Da questo momento si può
dunque passare alla elaborazione dei progetti definitivi
Eventuale consulenza esterna
Sono stati selezionati i professionisti esterni per l’elaborazione dei progetti definitivi degli interventi.
Le azioni di partecipazione avviato o in previsione
Le azioni di informazione avviate o in previsione
Finanziamento
6.677.000,00 di euro
CdQII – Comune di Rossano
RUP
Arch.Giuseppe Graziani – dirigente Urbanistica48
Ambito di intervento
Nel Contratto di Quartiere è prevista la riqualificazione di una fascia urbana finalizzata alla riconnessione fisica e
funzionale di una parte del centro storico e la sua espansione recente.
In particolare la proposta prevede l'acquisto ed il recupero di 10 alloggi, situati nel centro storico, da destinare a
categorie socialmente deboli, l'acquisto ed il recupero di un edificio da destinare ad attività sociali, la ristrutturazione di
un edificio da destinare a residenza sanitaria assistenziale nonché un serie di interventi volti al miglioramento della
viabilità veicolare e pedonale, a completamento dell'intervento sono previsti inoltre la riqualificazione di alcuni punti
panoramici.
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Intervista telefonica in data 28.11.2007
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Nel progetto “Contratti di Quartiere II” diventano strategici due quartieri interessati dalla presenza di edilizia economica
e popolare, ambedue segnati da degrado urbanistico e disagio sociale.
Il progetto ha tre obiettivi:
1) riconnessione fisica e funzionale delle due componenti di Rossano: centro storico e parte nuova;
2) la riqualificazione di una parte del centro storico.
3) L’adeguamento dell’offerta abitativa attraverso la realizzazione di nuovi alloggi.
Il primo obiettivo verrà realizzato con interventi pubblici e interventi privati. Esso attiene anche al ridisegno urbano, che
poggia su due diverse infrastrutturazioni: il potenziamento del verde urbano attraverso un “sistema parco” che utilizza le
potenzialità ambientali della città; e il miglioramento dei collegamenti urbani: agendo sulla connessione centro storico –
scalo, anche con la previsione di un collegamento meccanizzato di risalita.
Il secondo obbiettivo verrà realizzato con interventi pubblici, compresi nella richiesta di finanziamento del Contratto di
Quartiere. Esso comprende la riqualificazione di strade, piazze, e spazi pubblici in particolare in via S. Antonio, via S.
Stefano, Via S. Nilo, Via Salita Ospedale.
Il terzo obbiettivo è conseguente al forte fabbisogno di edilizia residenziale pubblica esistente a Rossano, al quale si
pensa di dare parziale risposta, con nuove costruzioni e con interventi di acquisto e di recupero di alloggi degradati.
Interventi che rispondono ad esigenze abitative, ma anche a finalità di recupero e di riqualificazione edilizia e urbana.
Saranno creati sei nuovi alloggi nel quartiere Matassa e verranno accresciuti i servizi alla persona favorendo
l’integrazione sociale.
In particolare, per la parte sperimentale, il programma prevede un intervento di nuova costruzione di un edificio
sperimentale nel quale insediare due laboratori:
ƒ un laboratorio sperimentale sulla sismica (con Unical);
ƒ un laboratorio sperimentale sul risparmio energetico ( con ENEA).
In sede di candidatura sono stati stipulati i seguenti Accordi di programma:
ƒ con Aterp per la fase attuativa dei Contratti di Quartiere (realizzazione alloggi e riqualificazione insediamenti
Erp in Rossano);
ƒ con Enea (sperimentazione risparmio energetico e qualità ecosistemica degli interventi);
ƒ con l’Università della Calabria (qualità morfologica degli interventi).
E’ stata sottoscritta la convenzione con il Ministero delle Infrastrutture per il finanziamento pubblico concernente il
Contratto di Quartiere.
E’ stata sottoscritta e ratificato l’Accordo di Programma con la Regione Calabria per la variante al PRG sottesa al
Contratto di Quartiere.
Attualmente il Comune sta per concludere la fase di progettazione esecutiva e prevede nel primo trimestre del 2006 di
poter procedere con gli appalti degli interventi.
I quartieri interessati
Il quartiere Matassa (Rossano Scalo) e il quartiere S. Stefano – S. Antonio (Centro Storico).
Eventuale consulenza esterna
Due i consulenti tecnici esterni: ing. Gimigliano (Cosenza) e arch. Rosati (Roma).
Le azioni di partecipazione avviato o in previsione
Durante la redazione del progetto definitivo sono state organizzati incontri nei quartieri vicini all’ambito definito dal
contratto di quartiere, in particolare in quelli che fronteggiano il centro storico.
In previsione l’ipotesi è di organizzare un workshop con la partecipazione dei cittadini per la presentazione dei progetti
finali.
Le azioni di informazione avviate o in previsione
ƒ Convegno organizzato in fase di candidatura del CdQ2.
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
ƒ
ƒ
Convegno organizzato il 27.11.2007 dal titolo “Il Contratto di Quartiere II. Trasformazione Urbana: identità e
Sviluppo. Il modello Rossano. I lavori si sono svolti in due sessioni: 1. Le strategie di sviluppo urbano. Il
modello Rossano; 2. I caratteri del Contratto di quartiere. Partecipazione e Partenariato.
Un video informativo sul programma del contratto di quartiere.
E’ in programmazione un secondo video che focalizzi l’attenzione più sui progetti attraverso l’uso di fotorendering degli
interventi previsti.
Per la fase di attuazione del Programma, oltre ai video, si prevede di istallare dei cartelloni illustrativi del percorso del
CdQ e degli interventi.
Finanziamento
10 milioni di euro
CdQII – Comune di Villapiana49
Denominazione
Contratto di quartiere Antico Casalnuovo
RUP
Arch. Mario Severini
Referente: Arch. Luigi Milillo- dirigente Area Tecnica
Ambito di intervento
Tessuto storico consolidato (Centro storico)
Il Contratto di Quartiere localizzato nel centro storico, prevede il recupero di alcuni edifici per la realizzazione di 17
alloggi da destinare ad anziani ed altre fasce sociali deboli nonché la realizzazione di un centro polivalente ed il
ripristino di varie aree pubbliche al fine di incrementare i luoghi di aggregazione sociale. Particolare attenzione è
dedicata – nella parte sperimentale del Programma- all'aspetto del risparmio idrico tramite la realizzazione di cisterne
di accumulo e del risparmio energetico.
Eventuale consulenza tecnica esterna
ƒ Università degli studi di Padova
ƒ FIABA (Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche)
I quartieri interessati
Quartiere S. Maria
Le azioni di partecipazione avviate o in previsione
Il percorso complessivo di gestione del processo partecipativo (sia in riferimento agli aspetti comunicativi che di
progettazione, monitoraggio e valutazione partecipata) fa riferimento ad un approccio di ricerca-intervento attento alle
dinamiche sociali, integrato e coadiuvato da strumenti e tecniche di lavoro che fanno capo a diverse discipline, in
particolare alla sociologia, all’urbanistica, all’analisi istituzionale, all’analisi di politiche pubbliche, all’animazione sociale.
In tale senso, dopo la fase già realizzata della conoscenza acquisita tramite questionari distribuiti ad un campione
significativo di abitanti dell’area interessata, si procederà all’avvio e accompagnamento di specifici dispositivi di gruppo
(tra cittadini – tra cittadini e tecnici – tra cittadini, tecnici, associazioni e istituzioni).
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Contattato il responsabile del procedimento in data 21.11.07. Intervista telefonica e mail il 27.11.07.
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Sinteticamente le azioni di partecipazione ed informazione attuate e da attuare:
Strumenti di analisi del territorio:
- Documentazione audio video fotografica;
- Interviste a testimoni privilegiati;
- Workshop nelle diverse fasi del progetto;
- Assemblee pubbliche sia di presentazione del lavoro svolto che da svolgere;
Le azioni di informazione avviate o in previsione
Sinteticamente si indicano di seguito le azioni di partecipazione ed informazione da attuare:
ƒ I laboratori territoriali
Finalizzati ad innescare, in un primo momento, un processo di auto-identificazione ed essere orientato
successivamente all’autodeterminazione della comunità locale con queste caratteristiche:
1. Luogo di ricerca, di informazione , di comunicazione e di visibilità delle iniziative partecipate che si è deciso di
intraprendere;
- Apertura centro di ascolto, di elaborazione, comunicazione e informazione fisicamente ubicato nel
territorio;
- creazione centro virtuale (portale internet)
i. Comunicazione per la ricerca;
ii. Ricerca per la comunicazione (work in progress);
2. Centro di ascolto e di sostegno.
3. Luogo di promozione e realizzazione iniziative.
ƒ
Attività formativa e promozione turistica
Finanziamento
3.247.776
CdQII – Comune di Lamezia Terme50
Denominazione
“Comparto tra via Garibaldi e Torrente Canne”
RUP
Arch. Giovanni Iuffrida
Ambito di intervento
Area compresa tra via Garibaldi e il torrente Canne del centro storico di Nicastro
Sono previste opere di recupero di edilizia residenziale pubblica; opere di urbanizzazione primaria (viabilità, impianti a
rete, verde pubblico attrezzato, ecc.; opere di urbanizzazione secondaria (ludoteca).
Le opere edilizie private riguardano la realizzazione di spazi per attività commerciali e direzionali.
La proposta, localizzata nell'ambito del centro storico, prevede principalmente il recupero di due edifici da destinare ad
edilizia residenziale pubblica, commerciale e terziaria, oltre il recupero di due piccole unità immobiliari da destinare a
ludoteca. E' prevista, inoltre, la realizzazione di un nuovo parcheggio sotterraneo oltre al rifacimento della piazza, sopra
il parcheggio sotterraneo, e alla riqualificazione degli spazi pubblici limitrofi.
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Intervista telefonica al RUP – 19 nov 2007
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
La fase in corso: Il progetto definitivo degli interventi è stato approvato e trasmesso al Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti.
Le azioni di partecipazione avviate o in previsione
La partecipazione ha avuto uno spazio importante nella fase di elaborazione della proposta di Contratto di Quartiere
Il progetto del CdQ II è stato promosso da imprenditori privati attraverso il supporto di un gruppo di professionisti locali;
in seguito è stato recepito dal Comune di Lamezia Terme che ha presentato la candidatura.
E’ in fase di elaborazione della proposta che il gruppo di professionisti locali ha organizzato degli incontri con le
associazioni e le parrocchie di riferimento dell’ambito individuato dal CdQ II.
Nella fase del progetto definitivo il Comune ha invitato singolarmente i proprietari interessati dalle procedure di
esproprio per la realizzazione degli interventi nell’ufficio del responsabile del procedimento per la definizione delle
procedure espropriative.
Le azioni di informazione avviate o in previsione
Al momento, non risultano programmate particolari azioni di informazione.
Finanziamento Pubblico
2.600.000 euro
Ripartizione del finanziamento
- pubblico: .2.600.000 euro
- privato : 7.400.000 euro
CdQII – Comune di Gioia Tauro51
Denominazione
RUP
Arch. Mezzatesta
Ambito di intervento
Il Contratto di quartiere si localizza nell'ambito del quartiere "Asmara", connotato da un forte degrado edilizio ed da una
assoluta carenza di servizi pubblici e privati. La proposta prevede il recupero di una vasta area di proprietà comunale
attraversata dalla S.S. nazionale mediante la realizzazione di nuovi edifici di edilizia residenziale pubblica per
complessivi 32 alloggi, serviti da parcheggi interrati, mentre in un area prospiciente è prevista la realizzazione di
parcheggi e verde pubblico attrezzato, nonché l'ampliamento della strada di penetrazione verso il centro storico.
A completamento della proposta è prevista la realizzazione di una nuova scuola elementare con una area a verde
pubblico attrezzato.
I quartieri interessati
Quartiere “Asmara”
Le azioni di partecipazione avviate o in previsione
Finanziamento
7.436.630 euro
Contattato telefonicamente il RUP- 08 nov 2007: richiesta di lettere di credenziali. Ricontattato via mail il 27.11.07 inviando una
scheda per ricevere le informazioni.
51
pag. 78
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
CdQII – Comune di Sant’Agata di Esaro52
Denominazione
RUP
Geom. Francesco Nocita – responsabile ufficio tecnico
Ambito di intervento
La proposta localizzata nell'ambito del centro storico, prevede principalmente il recupero tramite l'acquisto, la
manutenzione straordinaria e la riqualificazione di n. 21 immobili da destinare ad edilizia residenziale pubblica ed a
centri o spazi di aggregazione sociale. A completamento della proposta sono previste opere di urbanizzazione e di
arredo urbano oltre ad opere di mitigazione ambientale.
I quartieri interessati
Centro storico
Le azioni di partecipazione avviate o in previsione
Finanziamento
3.834.098 euro
CdQII – Comune di Cassano Ionio53
Denominazione
RUP
Responsabile Ufficio Lavori Pubblici geom. Pannicelli (referente interno Ing. Oriolo)
Ambito di intervento
Il Contratto di Quartiere, localizzato nell'ambito del quartiere "Sibari", consiste nella realizzazione di un nuovo edificio di
edilizia residenziale pubblica per un totale di 12 alloggi , oltre ad una serie di interventi di manutenzione straordinaria
mirati al miglioramento della qualità abitativa degli edifici esistenti e alla ristrutturazione edilizia di un edificio per la
realizzazione di nuovi 9 alloggi.
E' prevista, inoltre, la riqualificazione della limitrofa area Aterp tramite il rifacimento dei marciapiedi, della sede stradale,
il rifacimento delle fognature e la sistemazione a verde delle aree pertinenziali.
A completamento dell‘intervento è prevista la realizzazione di un nuovo centro servizi di quartiere con la contestuale
sistemazione dell'area esterna tramite la realizzazione di una piazza pedonale, di un'area parcheggio ed un'area a
verde attrezzato.
La candidatura del Programma è stata presentata dal Comune di Cassano e come partner l’Aterp Cosenza e il
Consorzio di Bonifica (in parte proprietari di alcuni siti in cui si interverrà).
Il Contratto di Quartiere è cofinanziato solo dal Comune di Cassano Ionio.
La fase in corso: il Comune ha elaborato il progetto definitivo degli interventi e ha dato il via alle Conferenze di servizi
per acquisire i pareri della Soprintendenza, essendo l’ambito definito dal Programma un’area vincolata.
52
53
Contattato il RUP – 16 nov 2007: emerse criticità nell’ottenere informazioni.
Intervista telefonica ing. Oriolo – Ufficio LLPP del Comune di Cassano Ionio- 22 novembre 2007.
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
I quartieri interessati
Quartiere "Sibari"
Le azioni di partecipazione avviate o in previsione
Non sono state svolte nè sono previste dal Programma azioni di partecipazione.
Le azioni di informazione avviate o in previsione
Non sono state previste azioni di informazione.
Finanziamento
5.500.000
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Piani Strategici
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12
Comune di Reggio Calabria
Comune di Crotone
Comune di Vibo Valentia
Comune di Catanzaro
Comune di Cosenza e Rende
Piano mobilità Cosenza e Rende
Comune di Lamezia Terme
Comune di Rossano
Comune di Corigliano Calabro
Area Locri
PIT 20 Aspromonte
PIT 19 Piana Gioia Tauro
Piano Strategico del Comune di Reggio Calabria
a. Denominazione del Piano
Piano Strategico per la Città di Reggio Calabria 2007-2013. “Reggio città del Mediterraneo”.
b. Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
Assessore G. Biliardi - Politiche Comunitarie e del Mediterraneo - Cooperazione internazionale – PIT
c. Referente tecnico interno al Comune (RUP - recapiti telefonici e mail)
Dirigente dott.ssa Serena Angioli
U.O. Lavoro Sviluppo Risorse U.E.
Via Vicenza, 2 - 89125 Reggio Calabria - Tel e Fax: 0965.312728
e-mail:
[email protected]
[email protected]
d. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
- - Avviso per costruire elenchi alfabetici aggiornati dei candidati risultati idonei e non a costituire la
Short List di esperti esterni all'Amministrazione Comunale, suddivisi in esperti junior e senior,
suscettibili di poter collaborare alla redazione del piano strategico 2007/2013 della città di Reggio
Calabria o di altre iniziative di programmazione condotte dall'Ente.
- - E’ stato successivamente espletato un bando di gara con scadenza 15 febbraio 2007.
Assistenza tecnica per la definizione del Piano è fornita da: ISRI - Istituto di studi sulle relazioni
industriali
(In data 08 maggio 2007 si è svolta l’ultima seduta pubblica della gara relativa alla selezione di un
organismo abilitato a fornire assistenza tecnica).
- L’Amministrazione comunale ha inoltre bandito - con scadenza 15.05.2007 - un concorso di idee per
la creazione del logo rappresentativo del Piano Strategico della città dal titolo “Crea il logo del Piano
Strategico”.
e. Stato di avanzamento del processo
- Con l’incontro “Verso il Piano strategico di Reggio Calabria” di venerdì 12 ottobre 2007 (Sala
“Versace” Palazzo Ce.Dir - Dalle ore 10:00 alle ore 17:30) è stato avviato il processo di
partecipazione per la definizione del Piano Strategico della Città per costruire, insieme alle forze
sociali e all’intera comunità reggina, il futuro della città.
pag. 81
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Attualmente si sta procedendo con la chiusura della fase di ascolto il cui rapporto finale si prevede di
presentarlo in un convegno in corso di preparazione ( probabilmente in data 13 dicembre).
f. Attività di coinvolgimento attivata
- Incontro di avvio “Verso il Piano strategico di Reggio Calabria”
- La città di Reggio Calabria ha aderito al progetto e_demps ( E-democracy / P iano S trategico) con
deliberazione della Giunta Municipale n. 802 del 23.11.2006. Il progetto è in corso di attuazione.
Il prodotto finale sarà costituito da una piattaforma web-based integrata, erogatrice di servizi di rete al
cittadino ed all’operatore interno, tra cui un Gioco di simulazione multimediale “StraDe“ (Strategie e Decisioni)
che mediante il meccanismo del gioco interattivo consente di apprendere le finalità e i contenuti della politica
di pianificazione strategica.
- “Suggerimenti Piano strategico 2007- 2013”. Si tratta di un format compilabile - spazio on line che intende
raccogliere i contributi di tutti i cittadini di Reggio Calabria interessati ai processi di pianificazione strategica.
Coloro che intendono esporre un’idea, una proposta, così come segnalare una priorità o un problema,
possono aggiungere un commento a questo post creato proprio per presentare l'iniziativa e raccoglierne i
commenti. Il primo argomento su cui dare suggerimenti è: "e’ utile un Piano strategico per la citta' di Reggio
Calabria?".
- Seconda riunione dei "Tavoli Tecnici" - Mercoledì 31 ottobre 2007 dalle ore 9:00 alle ore 13:00 presso il
Grand Hotel Excelsior di Reggio Calabria in Via Vittorio Veneto 66.
- Terza riunione dei “Tavoli Tecnici” - Mercoledì 28 novembre 2007 presso i locali dell’Auditorium Cipresseto di
via Melacrino n° 34 , dalle 9:00 alle 13:00.
L’ordine del giorno è il seguente: Illustrazione dei risultati dell’analisi diagnostica, Presentazione degli scenari
tendenziali, Presentazione di alcune ipotesi programmatiche, Invito a esprimere un parere sulla visione per la
città (“Reggio città del Mediterraneo”) e/o ad esporre la propria visione prospettica in merito.
- Incontro con interlocutori autorevoli e decisionali. Novembre 2007 presso la Sala dei Lampadari di Palazzo
San Giorgio: un confronto più ristretto con interlocutori istituzionali autorevoli e decisionali selezionati, con i
quali approfondire nel dettaglio sia l’analisi dei problemi strutturali e/o emergenti (fase “diagnostica”), sia ,
soprattutto, le prospettive di sviluppo (visione della città), i progetti (o le ipotesi) di investimento e gli strumenti
(non solo finanziari) per realizzarli. I risultati che scaturiranno da tale incontro , saranno comunicati e discussi
nell’ambito del successivo incontro di confronto ed ascolto , aperto al vasto pubblico di soggetti portatori di
interessi, convocato presso l’Auditorium Cipresseto (novembre 2007).
- Dicembre 2007. L’incontro ha lo scopo di discutere dei contributi sono pervenuti e di presentare alcuni
scenari di crescita e di sviluppo della Città.
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro di attivazione di un Urban Center
Allo stato attuale del percorso di pianificazione non è possibile determinare una previsione sul progetto di
attivazione di un Urban Center.
h. Materiali prodotti
- "La città nel Mediterraneo" - Master Plan 2007-2013. Presentazione ppt (scaricabile dal sito web);
- “Verso il piano strategico”. Presentazione ppt (scaricabile dal sito web).
i. Sito internet
http://www.comune.reggio-calabria.it/on-line/Home/AreeTematiche/LEuropaincitta/PianoStrategico2007-2013.html
Piano Strategico del Comune di Crotone
a. Denominazione del Piano
Piano Strategico Crotone Città del mediterraneo
b. Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
c. Referente tecnico interno al Comune (RUP - recapiti telefonici e mail)
Ing. Sabino Vetta Dirigente Settore Pianificazione Gestione Territorio - Ambiente - Attività Produttive Tel. 0962-921513
[email protected]
pag. 82
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
d. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
E’ stato espletato un bando di gara con scadenza 08 luglio 2007.
Assistenza tecnica per la definizione del Piano è fornita da: Consorzio Ferrara Ricerche
(In data 01 luglio 2007si è svolta l’ultima seduta pubblica della gara relativa alla selezione di un organismo abilitato a
fornire assistenza tecnica)
e. Stato di avanzamento del processo
Nel corso di un incontro (29.11.07) che si è tenuto presso la sala del consiglio comunale è stata condivisa con istituzioni,
associazioni datoriali e sindacali la bozza con le prime indicazione delle linee strategiche e degli obiettivi del piano
f. Attività di coinvolgimento attivata
Il programma di lavoro prevede che siano attivati “Forum dello sviluppo” e “Gruppi di lavoro”.
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro di attivazione di un Urban Center
h. Materiali prodotti
i. Sito internet
Piano Strategico del Comune di Cosenza - Rende
a. Denominazione del Piano
Piano Strategico Cosenza - Rende e Area urbana 2008-2020.
b. Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Cosenza Mario Veltri
c. Referente tecnico interno al Comune (RUP - recapiti telefonici e mail)
Arch. Sabina Barresi - dirigente Settore Pianificazione e gestione del territorio, sviluppo locale dell’area urbana - è
responsabile dell’Ufficio unico di progetto del Comune di Cosenza e coordina il gruppo di lavoro unico sul Piano
Strategico.
L’Ufficio unico di progetto ha sede presso l’ex albergo Bologna, sede del Laboratorio per lo sviluppo delle politiche
urbane. L’Ufficio di progetto è formato da un team composto dalle amministrazioni comunali di Cosenza e Rende
con la direzione scientifica dei dipartimenti dell’UNICAL di Economia e Statistica e di Sociologia.
d. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
La fase di ascolto che è stata effettuata dai Dipartimenti di Sociologia (prof.ssa Maria Mirabelli), e di Economia e
Statistica dell’Università della Calabria (prof. Davide Infante).
Di pari passo sta procedendo la definizione del PUM, Piano Urbano della Mobilità, che è stato aggiudicato tramite
una gara ad evidenza pubblica alla società Sintagma di Perugia.
e. Stato di avanzamento del processo
Il cronoprogramma presente nel sito internet dedicato al Piano strategico prevede – nella fase finale- le seguenti
tappe:
Ottobre – Novembre 2007
Costruzione sito web
Presentazione del Documento strategico preliminare
Concertazione con gli stakeholder, focus group tematici, seminari pubblici
Individuazione delle azioni da sviluppare e sostenere nel Piano Strategico
Selezione delle iniziative in corso e definizione dei Progetti Pilota
Dicembre 2007
Sottoscrizione Accordo di Piano
Adozione e presentazione del Piano Strategico
Gennaio – Marzo 2008
Diffusione e promozione del Piano strategico
Da Marzo 2008
pag. 83
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Implementazione e Monitoraggio.
f. Attività di coinvolgimento attivata
Agosto 2007: Salone di rappresentanza - Comune di Cosenza: Presentazione alla giunta comunale del Comune di
Cosenza del piano strategico.
Settembre 2007:
- Presentazione del quadro conoscitivo del PS alla presenza dei Sindaci di Cosenza e Rende e dell’Area
Urbana;
Workshop PS, Cosenza Rende e area urbana, presentazioni delle Aree tematiche identificate.
Fase di ascolto ( interviste e questionari telefonici in base al sistema CATI)
Focus group tematici, questionario on line e form on line nel sito web per inviare proposte e progetti per i diversi
temi individuati dal Piano.
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro di attivazione di un Urban Center
h. Materiali prodotti
Rapporto di indagine CATI, analisi swot e presentazione. Documenti in progress scaricabili dal seguente indirizzo
web:
http://www.pianostrategicocosenzarende.it/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=22&dir=DES
C&order=date&Itemid=78&limit=5&limitstart=0
i. Sito internet
http://www.pianostrategicocosenzarende.it
/
Piano Strategico del Comune di Corigliano
a. Denominazione del Piano
Corigliano 2015. Città della qualità e porto del Mediterraneo
b. Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
Assessore all’Urbanistica Mario Gallina
c. Referente tecnico interno al Comune (RUP - recapiti telefonici e mail)
d. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
Prof. Franco Rossi (UNICAL), capogruppo dell’associazione temporanea di professionisti incaricati.
e. Stato di avanzamento del processo
Con la conferenza stampa del 9 ottobre 2007 è stato presentato il percorso del Piano strategico.
f. Attività di coinvolgimento attivata
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro di attivazione di un Urban Center
h. Materiali prodotti
i. Sito internet
Piano Strategico del Comune di Vibo Valentia
a. Denominazione del Piano
b. Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
c. Referente tecnico interno al Comune (RUP - recapiti telefonici e mail)
pag. 84
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Arch. Giacomo Consoli54 – Dirigente Urbanistica
d. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
E’ stato espletata la procedura di affidamento attraverso un bando di gara.
Data di aggiudicazione: 03 ottobre 2007: A.T.P. iNext x da Vibo Valentia per l’importo complessivo di euro
87.250,00
e. Stato di avanzamento del processo
Si prevede – dall’offerta tecnica di gara- che lavoro dovrà essere ultimato entro 9 mesi dal verbale di
consegna.
Il contratto con la società di consulenza è stato firmato a metà novembre.
f. Attività di coinvolgimento attivata
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro di attivazione di un Urban Center
h. Materiali prodotti
i. Sito internet
Piano Strategico del Comune di Catanzaro
a.
Denominazione del Piano
b.
Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
Dott. Domenico Iaconantonio – assessore all’Urbanistica e Programmazione
c.
Referente tecnico interno al Comune (RUP - recapiti telefonici e mail)
Ing. Aldo Mauro
d. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
L’assistenza tecnica per il Piano Strategico è suddivisa in due parti:
ƒ Prima fase: cinque esperti esterni reclutati in seguito ad un avviso pubblico55 (con scadenza
19\04\2007) che – come riportato dall’avviso- costituiscono “un’equipe di coordinamento del Piano
Strategico che dovrà operare in sinergia e sotto la Direzione del RUP, nonché del Dirigente incaricato,
fino ad approvazione dei piani. ( 31\12\2007 )”.
Gli esperti sono: Paola Rosati, Maria Elisabetta Bambale, Fabio Procopio e Niccolò Bavarese, Biagio
Cantisani (in seguito nominato come attuale dirigente esterno del settore Urbanistica del Comune).
ƒ Seconda fase: bando pubblico per l’affidamento di incarichi per la redazione del Piano Strategico del
Comune di Catanzaro, articolato in n° 3 lotti56 con scadenza il 3 dicembre.
27 le Società o Raggruppamenti di Imprese provenienti che hanno aderito al bando: 17 per il Piano
Strategico, 5 per il Marketing e 5 per la Mobilità.
Aggiudicazione della gara avvenuta il 21 dicembre 07 per il Piano strategico: ATI “Consorzio Ferrara
Ricerche”.
e.
Stato di avanzamento del processo
“A metà novembre sarà organizzata un'assemblea pubblica per rendere i partecipi i cittadini del progetto comunale e
avviare un dibattito su elementi di criticità. Non mancheranno punti informativi in centro e visite con camper speciali nelle
periferie. Un processo di rinnovamento che si mette in moto. L'elaborazione dei dati della prima fase di ascolto (che
prevederà incontri interistituzionali, con operatori del settore e universitari) porterà alla stesura di un primo quadro
54 Intervista
55
telefonica in data 28.11.07
Avviso pubblico a procedura ristretta per l’affidamento del servizio di consulenza e assistenza tecnica per l’analisi del contesto territoriale
comprensoriale e delle dinamiche socio-economiche finalizzate alla redazione della piattaforma strategica da sottoporre a concertazione, fase
propedeutica alla redazione del Piano Strategico, del Piano di mobilità urbana e del Piano di marketing strategico finanziati dal Ministero degli
interni.
56 I tre lotti sono: 1° - Piano Strategico Territoriale e Piano di Comunicazione; 2° - Piano di Marketing Strategico; 3° - Piano Urbano della Mobilità.
pag. 85
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
conoscitivo dei bisogni della città che sarà illustrato nel corso di un importante incontro seminariale. Da gennaio in poi si
passerà alla seconda fase, alla stesura del Piano strategico. Tra giugno e luglio il Piano potrebbe approdare in Consiglio
12
comunale”.
f. Attività di coinvolgimento attivata
Il 23 novembre, nella sala consiliare di palazzo de Nobili, si è svolta la tavola rotonda sul tema:”Catanzaro città accogliente”,
verso il Piano strategico.
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro di attivazione di un Urban Center
h. Materiali prodotti
- Schema di documento programmatico finalizzato alla individuazione di elementi generali di programmazione e progettazione
su un ambito strategico e di particolare interesse.
i.
Sito internet
10
Avviso pubblico a procedura ristretta per l’affidamento del servizio di consulenza e assistenza tecnica per l’analisi del contesto territoriale
comprensoriale e delle dinamiche socio-economiche finalizzate alla redazione della piattaforma strategica da sottoporre a concertazione, fase
propedeutica alla redazione del Piano Strategico, del Piano di mobilità urbana e del Piano di marketing strategico finanziati dal Ministero degli
interni.
11
I tre lotti sono: 1° - Piano Strategico Territoriale e Piano di Comunicazione; 2° - Piano di Marketing Strategico; 3° - Piano Urbano della Mobilità.
12
Tratto da “Piano strategico, a gennaio saranno incaricati i nuovi tecnici” di Giusy Armone- Gazzetta del sud del 26 ottobre 2007.
Piano Strategico dell’Area della Locride
a. Denominazione del Piano
Piano Strategico LOCRIDE2015
b. Soggetti promotori
Consorzio di funzioni Locride Ambiente con l'assistenza tecnica di Locride Sviluppo S.c.p.a.
c. Referente tecnico
Dott.ssa Caterina Errigo57
d. Soggetti promotori ed eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
Il Consorzio attuatore del Piano strategico è Locride Ambiente con l'assistenza tecnica e organizzativa di
Locride Sviluppo S.c.p.a.
ƒ Locride sviluppo S.p.a.
Locri (RC), in Via Roma n° 100/a - Telefono: +39 0964 232467 Fax: +39 0964 232605
E-mail: [email protected]
ƒ Locride Ambiente
Il Consorzio Locride Ambiente si avvarrà nella elaborazione del Piano del supporto organizzativo
e dell’assistenza tecnica di Locride Sviluppo Scpa, Agenzia per lo sviluppo locale.
Consorzio Locride Ambiente - 89040 Martone (RC) - Via Colacà tel. 0964 413364
L’organismo tecnico individuato per la redazione del progetto è dunque Locride Sviluppo con il supporto
quattro consulenti esterni individuati in seguito a bando pubblico emanato da Locride Ambiente: Guido
Mignolli, che coordinerà il gruppo, un esperto di beni culturali Domenico Falcone, un esperto di sviluppo
economico Fabio Pedullà e un esperto in tematiche ambientali l’agronomo Luca Pelle.
e. Stato di avanzamento del processo
E’ stata appena conclusa la fase di analisi del contesto il cui esito costituirà il documento di base (in corso di
definizione) che raccoglie in una sorta di data base tutte le esperienze di pianificazione strategica in Italia.
57
Intervista telefonica in data 11.12.07
pag. 86
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
La presentazione del documento di base avverrà in un evento di lancio del Piano strategico che si sta
organizzando e che si prevede per il 12 gennaio.
Si prevede di chiudere il percorso di elaborazione del Piano entro maggio- giugno 2008 arrivando alla
validazione del documento di piano.
Seguirà un semestre dedicato alla divulgazione del Piano.
f. Attività di coinvolgimento attivata e/o previste
Le attività previste:
- evento di lancio;
- 13/15 di incontri territoriali raggruppando i diversi comuni che fanno parte dell’area della Locride (42
Comuni);
- creazione di un sito web dedicato al piano strategico.
Dallo svolgimento degli incontri territoriali potranno emergere gli assi e i temi di lavoro del piano che potranno
dare luogo alla formazione di gruppi di lavoro tematici.
Gli strumenti che si utilizzeranno per le azioni di coinvolgimento previste sono, oltre agli incontri, il questionario
on line scaricabile dal sito internet e l’apertura di un forum on line.
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro e/o nel Piano di attivazione di un Urban Center
Allo stato attuale del percorso di elaborazione del piano strategico, ancora in una fase iniziale, non è possibile
determinare una previsione sul progetto di attivazione di un Urban Center.
h. Materiali prodotti
i. Sito internet
http://www.locridesviluppo.it/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=90
13
Tratto da La Riviera - “La realtà sovra-comunale della Locride” di Alessandra Tuzza (03.11.2007)
Piano Strategico del Comune di Lamezia Terme
a. Denominazione del Piano
Lamezia Terme città aperta e del Mediterraneo
b. Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
Assessore alla Pianificazione e sviluppo strategico del territorio - arch. Andrea Iovene
c. Referente tecnico interno al Comune (RUP - recapiti telefonici e mail)
arch. Giovanni Iuffrida - Ufficio per la Pianificazione Strategica
tel. 0968. 207295 [email protected]
d. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
Tramite due differenti bandi pubblici sono state selezionate le società:
Nomisma con Cooprogetti – analisi del contesto locale
Avventura Urbana – assistenza tecnica
e. Stato di avanzamento del processo
Il documento finale di Piano strategico è attualmente al vaglio dell’Amministrazione comunale.
Il comune di Lamezia Terme è entrato a far parte della Rete delle Città Strategiche (RECS) in data 29 giugno
2007.
pag. 87
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Inoltre il Comune di Lamezia in qualità di Urban Center in programmazione, ha partecipato, con la presenza
dell’assessore Iovene al Seminario internazionale ad inviti “Urban Center Network. Comunicazione, risorse,
cittadini, progetti “ che si è tenuto a Torino il 21 e 22 giugno 200758.
f.
Attività di coinvolgimento attivata
ƒ Seminario di lancio - 3 febbraio 2007
ƒ Analisi ascolto del territorio – interviste, rassegna stampa e focus group
ƒ L'Open Space Technology - evento pubblico di partecipazione – 17 marzo 2007
ƒ Tavoli Tematici di lavoro
ƒ Tavoli interni di lavoro con i dirigenti comunali
ƒ Comunicazioni in Consiglio Comunale e in Giunta
ƒ Incontri con i capogruppo maggioranza e minoranza
ƒ Comunicazioni da parte dell’assessore al consiglio comunale
Partecipazione al Seminario "Città e territori per lo sviluppo. Politiche regionali e piani strategici per lo
sviluppo urbano nel Mezzogiorno". organizzato dal Formez - Progetto SPRINT a Lamezia Terme il 16 luglio
2007 .con l’intervento dal titolo “Organizzazione ed esiti del percorso partecipativo per la realizzazione del
Piano Strategico di Lamezia Terme”.
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro e/o Piano di attivazione di un Urban Center
L’Urban Center è previsto all’interno di due linee strategiche del Piano oltre che individuato e descritto come
progetto strategico in quanto elemento trasversale, laboratorio per una serie di politiche della città oltre che
supporto fondamentale anche per la elaborazione del Piano Strutturale Comunale.
h. Materiali prodotti
Tutti i materiali relativi al percorso di partecipazione attivato sono scaricabili dal sito internet.
i. Sito internet
http://pianostrategico.comunelamezia.it/index.html
I tavoli di lavoro del seminario sono stati: Tavolo 1. Informazione, comunicazione e cultura architettonica, Tavolo 2. Risorse
finanziarie e modalità di gestione, Tavolo 3. Inclusione e partecipazione ai progetti di trasformazione, Tavolo 4. Concertazione e
accompagnamento dei progetti di trasformazione.
58
pag. 88
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Piano Strategico del Comune di Rossano
a. Denominazione del Piano
Piano Strategico “Rossano la Bizantina”
b. Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
Assessore all’Urbanistica Leonardo Trento
c. Referente tecnico interno al Comune (RUP - recapiti telefonici e mail)
Dirigente Urbanistica - Arch. Giuseppe Graziani59
d. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
Società CRETA
e. Stato di avanzamento del processo
Il 16.05.07 nella sala del Consiglio Comunale è stato presentato l’avvio del piano Strategico del Comune di
Rossano.
Il 22.10.07 nella Sala Giunta del Comune di Rossano si è tenuto un incontro fra i progettisti del Piano
Strategico di Rossano e Corigliano e gli Assessori all’Urbanistica Leonardo Trento e Mario Gallina in vista
della costituenda Area Urbana nel quale si è deciso di istituire un unico ufficio per i due Piani Strategici.
Attraverso tale accordo con il Comune di Corigliano è stato elaborato un unico programma della
comunicazione che prevede anche di far procedere i due Piani unitamente per quanto riguarda iniziative
generali sul territorio.
E’ previsto per il 30.11.07 infatti un incontro promosso dai due comuni che vede coinvolti i progettisti del piano
e invitati tutti i comuni circostanti che vanno da Cariati a Rocca Imperiale.
Attualmente è in via di definizione la stesura della bozza del documento di Piano.
f.
Attività di coinvolgimento attivata
Interviste mirate
Incontri collettivi con le varie associazioni, imprenditorialità e professionalità.
Per metà dicembre è previsto un convegno che presenti la chiusura del percorso di lavoro per la redazione del
Piano che invece si considererà un documento ancora aperto alla condivisione anche per l’anno successivo.
Nel mese di dicembre è previsto anche il passaggio in Consiglio comunale per l’approvazione del Piano
Strategico. Seguirà la trasmissione alla Regione Calabria.
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro di attivazione di un Urban Center
Non è attualmente previsto l’attivazione di un “urban center”, bensì di un gruppo interno di lavoro che possa
assumere la funzione di monitorare il Piano strategico. Questo gruppo è in fase di definizione nella sua
organizzazione, l’ipotesi è di gestirlo, all’interno degli uffici comunali, come “progetto obiettivo” e che possa
anche servire per la redazione del PSA in corso di redazione.
h. Materiali prodotti
i. Sito internet
59
Intervista telefonica in data 28.11.2007
pag. 89
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Piano Strategico del PIT 2016
a. Denominazione del Piano
b. Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
c. Referente tecnico interno al Comune (RUP - recapiti telefonici e mail)
Arch. Armando Foci – CM Cinquefrondi (Ente capofila del PIT 20)
d. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
Consorzio Ferrara ricerche
e. Stato di avanzamento del processo
f. Attività di coinvolgimento attivata
g. Eventuale previsione nel programma di lavoro di attivazione di un Urban Center
h. Materiali prodotti
i. Sito internet
16
In data 18 maggio 2006, il Dirigente Generale del Dipartimento n. 8 della Regione Calabria, con proprio decreto n. 5804, ha
istituito, vista la complessità e l’innovatività dei Piani Strategici nonché l’opportunità di porre in relazione i Piani Strategici delle due
aree contermini del PIT 19 e del PIT 20, apposita “Cabina di Regia ” per la verifica e ottimizzazione delle attività di programmazione
ammesse a finanziamento, approvando il relativo “Regolamento Operativo per il funzionamento della Cabina di Regia e
individuando quali componenti della stessa struttura:l’assessore all’”Urbanistica e Governo del Territorio” – Presidente; l’arch.
Rosaria Amantea, dirigente del settore n. 30, con funzioni di Coordinatore tecnico; il Presidente del PIT 19, o suo delegato; il
Presidente del PIT 20, o suo delegato; il Presidente dell’Associazione “città degli Ulivi” o suo delegato.
Piano Strategico del PIT 19
a. Denominazione del Piano
b. Referente tecnico interno dell’ente60 (RUP - recapiti telefonici e mail)
Ing. Domenico Barbieri – Dirigente dell’Ufficio di Gestione e Coordinamento del PIT 19 “Piana di Gioia Tauro”
c. Eventuale assistenza tecnica (referente sul campo - recapiti telefonici e mail)
Due gli avvisi pubblicati - per esperti di I e II livello - di selezione per il conferimento di incarichi di consulenza,
assistenza tecnica e supporto specialistico all’ufficio di Coordinamento e Gestione per la redazione del Piano
strategico dell’area PIT 19 “Piana di Gioia Tauro”.
d. Stato di avanzamento del processo
Ancora l’inter procedurale di selezione dei partecipanti agli avvisi pubblicati non è concluso.
Inoltre in questo periodo gli organi di gestione politica del PIT sono in fase di riorganizzazione. E’ cambiato il
presidente, ruolo che per questa fase è assunto dal Commissario del Comune di Seminara.
e. Attività di coinvolgimento attivata e/o prevista
Le attività fino ad ora svolte sono:
- la Conferenza dei sindaci;
- l’animazione dei due avvisi per la selezione di consulenti.
f. Eventuale previsione nel programma di lavoro di attivazione di un Urban Center
g. Materiali prodotti
60
Intervista telefonica arch. P. Cutruzzulà – consulente tecnico esterno PIT 19 – in data 12.12.07
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
h. Sito internet
Programmi Urban
Urban 1
http://www.infrastrutturetrasporti.it/sites/urban/urban26_01_01/default.html
Comune di Cosenza
Il programma URBAN I di Cosenza ha interessato due aree con un totale di 22.500 abitanti. La città soffriva dell'abbandono
del centro storico e dell'isolamento degli abitanti delle aree periferiche. Cosenza ha optato per un approccio congiunto per lo
sviluppo di queste due aree attraverso l'integrazione sociale e una strategia economico-culturale. La rigenerazione urbana ha
coinvolto 35 progetti integrati. Fra i tre progetti principali realizzati da menzionare quello chiamato "La casa della Cultura",
specificamente destinato ai giovani e ai disabili. Referente Alessandro Adriano telefono +39-0984-76 965 fax +39-984 81 32
61
http://www.infrastrutturetrasporti.it/page/standard/site.php?p=cm&o=vd&id=196
Comune di Reggio Calabria
Segreteria Programma Urban
Via Argine destro Annunziata, 13
89100 Reggio Calabria
tel. 0965 362600
Comune di Catanzaro
Assessorato ai lavori pubblici
Ufficio speciale Urban
Via Iannoni
88100 Catanzaro
tel. 0961 881253
Urban 2
Comune di Crotone
http://www.urban2crotone.it
Assessorato all' Urbanistica
Responsabile del procedimento: Sabino Vetta
Piazza della Resistenza
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
I-88900 Crotone
Tel.: +39 0962 921 500
Fax.: +39 0962 921 500
E-mail.: [email protected]
Piani Strutturali
Su un totale di 334 Comuni, le richieste di contributi per la redazione di Paini strutturali sono stati 221.
Tra questi 149 riguardano i PSA, che interessano complessivamente una popolazione di circa 500 mila
abitanti, e che sono stati tutti ammessi a contributo.
Piani Strutturali Comunali (PSC)
Comune di Reggio Calabria
Referente politico dell’Amministrazione proponente (Sindaco o Assessore promotore)
Assessore all’urbanistica: Giuseppe Adornato
RUP
arch Saverio Putortì – Dirigente Settore Urbanistica
Le tappe
.
21 aprile 2006: la procedura di redazione del PSC è stata presentata al Consiglio Comunale.
.
4 maggio 2006: ha avuto inizio il ciclo di consultazioni con i consigli delle circoscrizioni comunali
.
11 e 12 maggio 2006: avviate le audizioni con i gruppi consiliari.
.
25 maggio 2006: si apre il confronto con le associazioni di categoria e Azienda Trasporti Area
Metropolitana.
.
8 giugno 2006: incontro con gli operatori pubblici e privati del settore Sanità.
.
23 giugno 2006: Dibattute le problematiche in tema di residenzialità.
.
7 luglio 2006: incontro con gli organismi di rappresentanza del settore terziario - attività commerciali e con l’Associazione
nazionale dei centri storici.
.
(…. )
Azioni di informazione e partecipazione
L’Amministrazione ha predisposto i seguenti "punti di ascolto":
ƒ forum all'interno del sito internet www.comune.reggio-calabria.it area “Urbanistica”;
ƒ Ufficio URP presso il Settore Urbanistica
ƒ Ufficio Protocollo Gen.le presso Palazzo San Giorgio
Attraverso i ”punti di ascolto” si possono formulare proposte o idee che possano contribuire alla formazione di scelte
che incidono sulla qualità e l'uso delle risorse territoriali della Città.
Sito internet
http://www.comune.reggio-calabria.it/on-line/Home/AreeTematiche/Urbanistica/articolo102264.html
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Piani Strutturali Associati (PSA)
REGIONE CALABRIA - DIPARTIMENTO N. 8 URBANISTICA E GOVERNO DEL TERRITORIO. Decreto n. 13515
del 17 settembre 2007
Contributi per la formazione degli strumenti di pianificazione territoriale ai sensi dell’art. 68 della L.R.
n. 19/2002 e s.m.i.. Approvazione graduatorie.
Comune di Rossano
Il PSA dei Comuni di Rossano, Calopezzati e Crosia ha ottenuto un contributo di 107.037,65 euro dalla
Regione Calabria – Dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio.
Non è escluso che a questo piano strutturale associato partecipi anche il Comune di Corigliano.
il Comune di Rossano è il capofila dell’Associazione tra i Comuni di Rossano, Crosia e Calopezzati.
PSU
Responsabili Programmi di Sviluppo Urbano (da verificare)
PSU
CATANZARO
COSENZA-
RESPONSABILE
Sergio Abramo
Alessandro Adriano
TELEFONO
0961881391
098476965
E-MAIL
[email protected] [email protected]
RENDE
CROTONELAMEZIA
Carmelo Gallo
Ottavio Rizzuto
Caterina Vitetti
09843086232
0962921532
0968297293
[email protected]
[email protected] [email protected]
VIBO VALENTIA
REGGIO CALABRIA
Antonio Fuscà
Giuseppe Raffa
0963599211
096526297
[email protected]
[email protected]
Agenda 21
Situazione in Calabria
17
Allo stato attuale, la situazione in Calabria è alquanto confusa, perchè dai dati in possesso, gli Enti Locali che hanno adottato la
carta di Aalborg ed hanno aderito, allo stesso tempo, al coordinamento dell’Agenda 21 locali italiane sono 10. 8 Comuni (di cui due
capoluoghi di provincia): (Bova, Castrovillari, Cortale, Cosenza, Crotone, Melito Porto Salvo, Nicotera, Ricadi) e 2 Province
(Catanzaro, Cosenza) così come risulta dall’elenco ufficiale del coordinamento. Mentre, dall’ elenco dei partecipanti al bando di
coofinanziamento 2002 del Ministero dell’Ambiente e non iscritti al coordinamento risultano 54 proposte progettuali presentati da
altrettanti Enti. Tra questi enti 14 hanno avuto un cofinanziamento e sono: la Provincia di Catanzaro e di Reggio Calabria; i Comuni
di: Villa S. Giovanni (RC), Gioia Tauro (RC), Pizzo (VV), Borgia (CZ), Cutro (KR), Cetraro (CS); le Comunità Montana del Versante
Jonico Meridionale Capo Sud, Versante Tirrenico Meridionale (RC), Aspromonte Orientale (RC); e le Associazioni tra Comuni di
pag. 93
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
Chiaravalle Centrale (CZ), di S. Vito sullo Ionio (CZ), di Nicotera (VV). Invece, 40 sono i progetti in graduatoria e non coofinanziati,
in particolare la Provincia di V. Valentia (VV) e di Cosenza (CS); i Comuni di Cosenza (CS), Amantea (CS), Corigliano Calabro (CS),
Cassano allo Ionio (CS), Belvedere Marittimo (CS), Castrovillari, Rossano (CS), Lamezia Terme (CZ), Crotone (KR) , Isola Capo
Rizzuto (KR), Soverato (CZ); e le Comunità Montane dell’Alto Ionio (CS), Media Valle Crati, delle Serre Cosentine (CS), del Pollino
(CS), Medio Tirreno Pollino (CS), del Savuto (CS), Sila Greca (CS),del Versante Jonico (CZ), della Limina (RC), del Versante
Tirrenico Settentrionale (RC), della Presila Catanzarese (CZ), delle Serre (VV), dell’Alto Crotonese e Marchesato KR; e le
Associazioni tra Comuni di Scalea (CS) , di Mendicino (CS), di Terranova da Sibari (CS), di Caloveto (CS), di Sorianello (VV) di
Polistena (RC), di Girifalco (CZ), di Soveria Mannelli (CZ), di Mileto (VV), di Maierato (VV), di Arena (VV), Coordinamento PA
Crosia,. Dovrebbero essere ,da questi dati, 59 gli enti pubblici che hanno avviato un processo di Agenda 21 così distribuiti: province
n. 4, comuni n. 26; comunità montane n. 15, associazioni tra comuni n. 14.
17
Dipartimento Politiche dell’Ambiente Via Cosenza Catanzaro Lido. Progetto Istituzione CABINA DI REGIA Agenda
21 Locale
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
PRU
I Programmi di Recupero Urbano (PRU) si collocano nella programmazione regionale
dell’edilizia residenziale pubblica (piano quadriennale 1992/95 di attuazione della legge 179/92), di
cui alla delibera del Consiglio Regionale n. 437 dell’8.11.94., e fa riferimento ai seguenti
provvedimenti:
Delibera di G.R. n. 10 del 19.1.95 (prime direttive);
Delibera di G.R. n. 6048 dell’11.11.1998 (direttive per la formazione del PRU ed
approvazione dell’avviso pubblico per la selezione dei programmi e l’assegnazione dei
finanziamenti).
Il bando regionale è emanato ai sensi dell'art.11 della legge 493/93.
Oltre ai finanziamenti regionali sono stati coinvolti nel programma:
• risorse comunali attraverso un razionalizzazione delle voci di spesa;
• risorse pubbliche già disponibili per programmi di ERP e concessi all'ATERP di Cosenza;
• risorse private secondo le modalità previste dal bando regionale.
Elenco Comuni interessati dai PRU:
Cosenza, Castrovillari, Paola , Belvedere Marittimo , Catanzaro , Crotone , Isola Capo
Rizzuto, Palmi, Pizzo Calabro , Melito, Villa San Giovanni , Gioia Tauro – San Ferdinando ,
Sidereo – Locri, Acri, Rosarno , Reggio Calabria (RIURB)
COMUNE DI COSENZA
RUP del Programma
L’area di intervento del PRU
L’area di intervento comprende il Centro Storico e tutto il quartiere di Via Popilia, dove è
concentrata la maggior quota di edilizia residenziale pubblica, nonché tutti gli altri quartieri di
edilizia residenziale pubblica che costituiscono comunque comparti significativi nel contesto del
tessuto urbano oltre che elementi di degrado dello stesso.
I fabbisogni da soddisfare in questa area sono sia di ordine urbanistico ed edilizio e sia di
ordine ambientale. Ma quello urbanistico è sicuramente il principale, essendo pregiudiziale per
qualsiasi obiettivo di riqualificazione urbana, la connessione fisica dei quartieri con il centro
cittadino, attraverso l’abbattimento dell’ex rilevato ferroviario e l’arricchimento della dotazione di
funzioni del più grosso insediamento cittadino di edilizia residenziale pubblica (oltre 10.000
abitanti).
Obiettivi Generali
Gli obiettivi generali del PRU possono riassumersi con l’innalzamento del livello di qualità
urbana, in termini di:
accessibilità;
integrazione funzionale delle diverse attività urbane;
comfort e dotazione;
decoro e valori di immagine;
incremento del valore edilizio ed urbano.
Azioni previste
Il Programma comprende un insieme coordinato di opere ed interventi sia pubblici sia
privati: questi ultimi sono in totale 22, selezionati tra quelli proposti a seguito di avviso pubblico e
ritenuti i più idonei a perseguire gli obbiettivi fissati.
Gli interventi pubblici comprendono iniziative dell’Amministrazione Comunale, per i quali si
chiede uno specifico finanziamento a valere sui fondi della programmazione regionale, a cui si
aggiungono le risorse private dei soggetti partecipanti:
ponte sul fiume Crati e collegamento viario S.S. 107;
sistemazione Quartiere Torrealta;
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
tratto Viale Parco;
sistemazione viabilità e verde nell’area via Popilia - P.za Spezzano.
Fattibilità Urbanistica
Il PRU è conforme allo strumento urbanistico generale con la sola eccezione della modifica
di alcune destinazioni d’uso (necessarie per meglio arricchire la dotazione di residenze lungo il
Viale Parco) e un aumento della volumetria prevista di circa 230.000 mc (inferiore al 3% della
volumetria fiscale calcolata a base della Variante Generale al PRG ed ampiamente compensate
dal premio offerto all’Amministrazione in termini di risorse private messe a disposizione per la
realizzazione di opere pubbliche).
Le offerte di risorse private sono sottoscritte dai soggetti coinvolti nella realizzazione del
PRU e costituiscono nel loro complesso un vantaggio per il pubblico per complessivi 25 miliardi
circa.
Stato di attuazione del PRU
COMUNE DI CASTROVILLARI
RUP del Programma
L’area di intervento
Il settore urbano oggetto del programma di recupero è compreso tra la Via dei Moranesi a
nord, l’area della Stazione FCL a sud, il Vallone Alona e Via Martin Luther King a est e Via Falese,
il Parco Comunale e un tratto di Canal Greco ad ovest ed è caratterizzato dalla presenza di due
aree di edilizia residenziale pubblica: EP. 2, localizzata tra Via della Polisportiva a nord Via Europa
e viale dell'Agricoltura a sud Via Africa e Viale dell'Artigianato ad ovest ed il vallone Alona ad est,
ed EP 4, localizzata tra Via Falese ad ovest e Via dell'Agricoltura ad Est.
Finanziamento
Il finanziamento regionale è di sei milioni di euro, a carico del Comune nella misura di due
milioni di euro e dei privati di 250 mila euro.
Gli obiettivi e gli interventi prioritari
Il programma d’intervento ha come poli le due aree di ERP denominate EP2 e EP4 e
persegue l’obiettivo di una riqualificazione complessiva dell’ambito urbano delimitato, la
riconnessione delle varie parti di città (zone di edilizia consolidata, insediamenti di edilizia
residenziale pubblica, nuclei edilizi spontanei, zone non edificate, aree sportive) e una maggiore
integrazione con il resto della struttura urbana. Una terza polarità è individuata nel complesso
delle attrezzature sportive.
Gli obiettivi strategici e i conseguenti interventi prioritari individuati sono:
la definizione di nuove centralità con la realizzazione di piazze dotate di servizi
• Piazza pubblica nell'area EP 2 all'incrocio tra Via Falese e Via dell'Agricoltura;
• Piazza pubblica nell'area EP 4 con realizzazione di servizi pubblici e privati.
la riconnessione delle parti urbane mediante la riqualificazione degli assi stradali
esistenti e la creazione di nuovi percorsi (carrabili, pedonali, ciclabili.)
• Potenziamento di Via dell'Agricoltura;
• Potenziamento di Via Falese;
• Nuova strada di collegamento con Corso Calabria;
• Nuova strada di servizio agli impianti sportivi;
• Pista ciclabile EP 4 impianti sportivi;
• il recupero e la riqualificazione degli insediamenti residenziali pubblici
• Completamento dei comparti dell'EP 4
• il completamento delle attrezzature di servizio agli insediamenti residenziali pubblici e
attrezzature scolastiche EP 4
• Il recupero delle attrezzature di servizio pubblico
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• scuola materna EP 2
• scuola elementare EP 2
Le tappe
novembre 2006: la Giunta municipale di Castrovillari approva i progetti esecutivi delle
opere pubbliche e degli interventi privati riguardanti il PRU nonché il Programma di Recupero
Urbano nella sua forma definitiva e complessiva per trasmetterlo alla Regione.
Stato di attuazione del PRU
COMUNE DI PAOLA
Programma di Recupero Urbano - Contratto di Quartiere (PRUCQ), Delibera CIPE 16.3.94
RUP del Programma
L’area di intervento
Finanziamento
euro 4.648.112,09 (L.9.000.000.000)
COMUNE DI BELVEDERE MARITTIMO
RUP del Programma
L’area di intervento
Località "Monti", Le tappe del PRU
L'Amministrazione Comunale con Delibera del Consiglio Comunale n° 6 del 02.03.1999
approva il Programma e la perimetrazione dell'area in località Monti oggetto di intervento di
P.R.U.( Piano di recupero Urbano), successivamente rimodulato dal Consiglio Comunale con
delibera n. 52 del 18.12.2000.
Finalità del PRU
La finalità del programma è la riqualificazione dell'area urbana della località Monti
all'interno del perimetro individuato dal programma, attraverso interventi mirati alla ricucitura del
tessuto urbano esistente, prevedendo la realizzazione di nuova edilizia di tipo residenziale e non
residenziale anche produttiva e sociale, oltre alle necessarie opere infrastrutturali e di arredo, in
concorso con risorse pubbliche e private da attuare secondo la procedura prevista per la
formazione del P.R.U. dall'art. 8 Punto c, comma 20 della delibera di G.R. n. 6048 dell'
11.11.1998.
Stato di attuazione del PRU
:::::
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COMUNE DI CATANZARO
RUP del Programma
……
L’area di intervento del PRU
Obiettivi generali
II PRU avvia il risanamento ambientale e la direttrice d'espansione Catanzaro - Catanzaro
Lido posta a cavallo del corso della Fiumarella, dal Centro Storico al Mare.
Le azioni
Il Pru è articolato in quattro ambiti, che prevedono interventi pubblici e privati. Il primo
ambito riguarda la zona di Sala, il secondo interessa la zona di via Lucrezia della Valle e
Germaneto, il terzo la zona del Gasometro e il quarto riguarda l'area della Fiumarella.
Sei gli interventi comunali previsti:
• la riqualificazione del piazzale della stazione delle Ferrovie dello Stato di Catanzaro
Sala, comprensiva della ristrutturazione delle facciate degli edifici antistanti e della
passerella di collegamento tra le stazioni delle Ferrovie dello Stato e delle Ferrovie
della Calabria, per un ammontare di 1,39 milioni;
• il collegamento meccanizzato tra l'area della stazione di Catanzaro Sala, il parco e
l'area dell'ex Gasometro con ascensori inclinati da 12 persone, per un importo di
1,65 milioni;
• la sistemazione a parco pubblico del tratto del torrente Fiumarella compreso tra la
stazione di Sala e il cementificio, per un importo di 2,49 milioni; il collegamento
pedonale meccanizzato tra la stazione ferroviaria di Sala e la stazione di valle della
Funicolare, per un importo di 1,58 milioni;
• la ristrutturazione dell’area del Gasometro e la sistemazione a parco pubblico della
sottostante “Valletta”, per un importo di 2,09 milioni;
• il completamento di viabilità, opere di arredo urbano e interventi di manutenzione
straordinaria nella zona di Germaneto, per un importo di 1,1 milioni.
I temi che il PRU affronta sono i seguenti:
• la mobilità urbana;
• la riqualificazione funzionale di spazi urbani, manufatti e complessi edilizi di valore
architettonico e storico, il riuso delle strutture e una loro riqualificazione fisica
mantenendo tuttavia il ruolo degli elementi caratterizzanti nel panorama
storicamente sedimentato della città;
• la riqualificazione ambientale.
Le tappe del PRU
Il Programma è stato presentato nel 1998 alla Regione Calabria.
Il finanziamento
Il programma complessivo riguarda investimenti per oltre 105 miliardi (contribuito regionale
per 20 miliardi) e vede la presenza nel programma di interventi pubblici e privati. Sui 105 miliardi di
investimenti del PRU, gli interventi privati assommano a 54,5 miliardi, di cui 4,2 miliardi utilizzati
per realizzare opere pubbliche a scomputo degli oneri straordinari.
Stato di attuazione del PRU
….
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
COMUNE DI CROTONE
RUP del Programma
….
L’area di intervento del PRU
" Via Nicoletta - San Francesco - Marinella "
Il Pru (1997) ha come oggetto l’estesa zona che va dal centro storico alla stazione
ferroviaria.
Le tappe
Per il Pru di Fondo Gesù e di via Marinella, grazie ad una convenzione stipulata nell’ottobre
del 2001 tra il Comune di Crotone e l'Aterp, l'Agenzia territoriale di edilizia residenziale pubblica
può avvalersi degli organismi tecnici dell'Ente, al fine di velocizzare i meccanismi burocratici e di
utilizzare senza lungaggini il finanziamento deliberato dalla Giunta regionale il 15 settembre 1999
(coi fondi della legge 136/1999), destinato alla costruzione di un edificio di 16 e un altro di 14
alloggi nel Fondo Gesù e alla ristrutturazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare
dell'Aterp che interessa circa 900 alloggi.
Finanziamento
finanziamento della Regione Calabria di circa 15 milioni di euro, cui va aggiunta la quota di
intervento privato
Stato di attuazione del PRU
…..
COMUNE DI ISOLA CAPO RIZZATO (RIURB)
RUP del Programma
…
L’area di intervento del Programma
Il Programma interessa la riqualificazione urbana dei nuclei abitativi costieri di "Le Castella,
Capo Rizzuto, Le Cannella, Capo Piccolo e Marinella".
Stato di attuazione del PRU
Novembre 2007: firma dell'Accordo di programma tra Comune, Regione, Provincia di
Crotone e Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio.
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Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
COMUNE DI PALMI
RUP del Programma
…
L’area di intervento del PRU
Stato di attuazione del PRU
….
COMUNE DI PIZZO CALABRO
RUP del Programma
L’area di intervento del PRU
Le tappe61
D.G.R. n. 610 del 27/9/2000:
ripartizione delle risorse e localizzazione degli interventi relativi ai Programmi di Recupero
Urbano (P.R.U.), compresi quelli connessi ai Contratti di Quartiere (P.R.U.-C.Q.), Codice 2.5.1/b
della Delibera CIPE 16/3/1994; selezionata la proposta di Programma di Recupero Urbano
presentata dal comune di Pizzo Calabro per la cui realizzazione è stato indicato il finanziamento
complessivo provvisorio di Lire 7.000.000.000 successivamente incrementato, con D.G.R. n. 125
del2002, a Lire 9.000.000.000 (Euro 4.648.112,09) ed è stato altresì indicato l’importo del prefinanziamento per «Rilievi ed indagini» e «Progettazione Esecutiva» (3% + 3% del finanziamento
complessivo) pari a Lire 540.000.000 (Euro 278.886,76);
il P.R.U. è costituito dai sotto elencati interventi:
Interventi Pubblici:
1. Opere di Urbanizzazione Primaria:
a) ammodernamento viabilità con impianti a rete;
b) realizzazione viabilità con impianti a rete;
c) realizzazione impianti a rete sulla viabilità esistente;
d) realizzazione parcheggi;
e) realizzazione aree a verde di quartiere;
f) realizzazione arredo urbano e riqualificazione ambientale.
2. Centro Sociale Culturale;
3. Impianti sportivi.
Interventi Privati:
- Residenziale in area P.E.E.P. Lotto R1 − Impresa Guastalegname
Nazareno; Lotto R2 − Impresa Russo Garibaldi; Lotto R3 − Impresa Guastalegname
Nazareno; Lotto R4 − Impresa Guastalegname Nazareno; Lotto R5 − Impresa Edil Stradale
Morelli; Lotto R6 − Cooperativa Edilizia Esperanza; Lotto R7 − Cooperativa Edilizia Aurora; Lotto
R9 − Cooperativa Edilizia Esperanza; Lotto R10 − Cooperativa Edilizia Esperanza; Lotto R11 −
Cooperativa Edilizia Esperanza; Lotto R12 − Cooperativa Edilizia Baia Napitia; Urbanizzazione
Primaria − Zona 1 − Amministrazione comunale; Chiesa Cattolica − Curia Arcivescovile di Mileto.
61
29-4-04 Supplemento straordinario n. 6 al B. U. della Regione Calabria - Parti I e II - n. 7 del 16 aprile
2004
pag. 100
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
il Progetto definitivo − Esecutivo del Programma di Recupero Urbano, formato dall’insieme
di 16 progetti esecutivi di cui sopra, è stato approvato dalla Giunta Municipale di Pizzo Calabro
con Deliberazione n. 3 del 14 gennaio 2004.
Finanziamento: euro 4.648.112,09 (L. 9.000.000.000)
Stato di attuazione del PRU
….
COMUNE DI MELITO PORTO SALVO
RUP del Programma
…
L’area di intervento del PRU
Finanziamento: euro 2.324.056,05 (Lire 4.500.000.000)
Stato di attuazione del PRU
….
COMUNE DI VILLA S. GIOV.
RUP del Programma
…
L’area di intervento del PRU
Finanziamento
Stato di attuazione del PRU
….
COMUNI DI GIOIA TAURO – SAN FERDINANDO
RUP del Programma
…
L’area di intervento del PRU
Finanziamento
euro 6.197.482,79 (L. 12.000.000.000)
Le Tappe62
Deliberazione della Giunta Regionale del 27 marzo 2006, n. 207
Programma di Recupero Urbano (PRU), codice 2.5.1/b, delibera CIPE 16/3/1994 –
Comune di Gioia Tauro e San Ferdinando – Costituzione Collegio di Vigilanza e nomina
62
16-5-2006 - Bollettino Ufficiale della Regione Calabria - Parti I e II - 13304 n.9
pag. 101
Assessorato Urbanistica e Governo del Territorio – Regione Calabria
rappresentante regionale art. 4 Accordo di Programma tra la Regione Calabria ed il Comune di
Gioia Tauro.
- Commissione di Vigilanza prevista dall’art. 4 del citato Accordo di Programma è così
costituita:
• Sindaco o suo delegato – Presidente;
• arch. Giuseppe Mezzatesta, Dirigente Settore comunale Pianificazione e Gestione
del Territorio in rappresentanza del Comune di Gioia Tauro – Componente;
• arch. Corsaro Giuseppe, dipendente del Dipartimento Lavori Pubblici –
Componente.
Stato di attuazione del PRU
….
COMUNI DI LOCRI - SIDERNO
Programma di Recupero Urbano di ambito sovracomunale Locri-Siderno
RUP del Programma
………
Soggetto attuatore del PRU sovracomunale
ATERP di Reggio Calabria
Finanziamento
Per la sua realizzazione è stato indicato il finanziamento complessivo provvisorio di L.
14.000.000.000 (euro 7.230.396,59)
Le tappe63.
- Con decreto del Dirigente del settore Edilizia Pubblica n. 2682 del 29 marzo 2001, a
seguito della presentazione, da parte dell’ATERP di Reggio Calabria, della documentazione
concernente la rimodulazione della proposta di PRU, richiesta per la verifica della corrispondenza
alle norme del bando e la sua compatibilità con i finanziamenti pubblici e privati a disposizione
degli stessi comuni, è stata confermata l’assegnazione a favore dell’ATERP di Reggio Calabria
dell’importo previsto a titolo di finanziamento provvisorio pari a L. 14.000.000.000 (euro
7.230.396,59) ed è stato concesso il finanziamento di euro 433.823,80 (L. 840.000.000), nella
misura del 6% del finanziamento complessivo provvisorio, (3% per «rilievi ed indagini» e 3% per
«progettazione esecutiva») a titolo di anticipazione sul finanziamento definitivo da detrarsi
sulle rispettive voci di «rilievi e indagini» e «spese tecniche e generali» del quadro
economico degli interventi pubblici da realizzare.
- Con successiva nota n. 2350 del 5 febbraio 2004 ed allegata delibera n. 39 del 28/1/2004
l’ATERP di Reggio Calabria, dopo l’intervenuta conclusione della conferenza dei servizi
(convocata dall’ATERP nei giorni 25/11/2002, 20/12/2002 e 3/2/2003) considerazione che il
Programma di Recupero Urbano comporta variante urbanistica:
- ha avanzato, in nome e per conto dei Comuni di Locri e di Siderno, richiesta di
promozione dell’Accordo di Programma indicando i sotto elencati interventi comportanti variante
urbanistica:
— Asse di conurbazione Locri-Siderno;
— Opere di Urbanizzazione primaria e secondaria (Impresa Parisi);
- ha indicato la sotto riportata elencazione degli interventi che costituiscono la definitiva
Articolazione del PRU:
Comune di Locri:
a) Interventi Pubblici:
1. Impianto sportivo (campo di calcio);
63
Supplemento straordinario n. 10 al B. U. della Regione Calabria - Parti I e II - n. 19 del 16 ottobre 2004
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2. Centro di Aggregazione Sociale;
3. Strada (quota parte) asse conurbazione Locri-Siderno;
b) Interventi Privati:
4. Chiesa con annesso Centro Pastorale;
c) Interventi pubblici finanziati con altri fondi pubblici:
5. Palestra Polifunzionale.
Comune di Siderno:
a) Interventi Pubblici:
1. Teatro;
2. Strada (quota parte) asse conurbazione Locri - Siderno;
3. Strada di collegamento Corso Garibaldi − Asse di conurbazione
Locri - Siderno;
4. Isole di sosta (attrezzature servizi trasporto su Gomma);
5. Opere di Urbanizzazione primaria e secondaria;
b) Interventi Privati:
6. residenziale + opere di urbanizzazione primaria e secondaria;
c) Interventi pubblici finanziati con altri fondi pubblici:
7. Interventi di Risanamento su fabbricati di Edilizia Residenziale
Pubblica.
Tutti i progetti costituenti il PRU sono esecutivi.
G li interventi per opere pubbliche di interesse comunale saranno realizzati a cura dei
Comuni stessi e che l’intervento sovracomunale per la realizzazione dell’asse di conurbazione
Locri − Siderno sarà realizzato a cura dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria.
- variazione del Soggetto Attuatore da ATERP di Reggio Calabria a: Comune di Locri,
Comune di Siderno ed Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria ognuno per la quota
finanziaria di propria pertinenza.
- L’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria con deliberazione della Giunta
Provinciale n. 193 del 4/4/2004 ha confermato l’intendimento dell’Amministrazione di intervenire,
nella qualità di soggetto attuatore, in tutte le attività tecniche ed amministrative, nessuna esclusa,
finalizzate alla realizzazione degli interventi (appalto dei lavori, esecuzione e collaudo degli stessi),
progettati dalla Provincia e ricompresi nel Programma di Recupero Urbano).
- variazione del soggetto attuatore da ATERP di Reggio Calabria a: Comune di Locri,
Comune di Sidereo ed Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, ognuno per la sotto
elencata quota finanziaria di competenza:
— Comune di Locri L. 350.000.000 (euro 180.759,91)
— Comune di Siderno L. 4.680.000.000 (euro 2.417.018,29)
— Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria L.8.970.000.000 (euro 4.632.618,38).
Stato di attuazione
…
COMUNE DI ACRI
RUP del Programma
Area di intervento
Finanziamento
Euro 4.116.120,00
Stato di attuazione
…
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COMUNE DI ROSARNO
RUP del Programma
Area di intervento
L’area di intervento comprende la parte edificata del centro urbano di Rosarno, restando
escluse la frazione “Bosco” e le case sparse.
Finanziamento
Stato di attuazione
…
COMUNE DI REGGIO CALABRIA (RIURB) ?
RIURB (art. 35 della legge regionale n 19/2002)
RUP del Programma
…
L’area di intervento
Ravagnese / Arangea
Finanziamento
Stato di attuazione
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PROPOSTE PER L’ISTITUZIONE DEGLI URBAN CENTER
La proposta qui descritta tende a rendere strutturali tutte le sperimentazioni della partecipazione che tutti i gli
Enti hanno messo in campo attraverso l’istituzione di laboratori variamente organizzati.
Come già ampiamente specificato la partecipazione passa attraverso diverse classificazione di forme di
sviluppo degli Urban Center per i quali risulta difficile stabilire una prassi consolidata per la formazione di tali contenitori
partecipativi. Se n deduce che quanto segue debba essere interpretato come suggerimenti mutuati dalle esperienze in
atti in Italia ed internazionali che precedentemente si sono descritti.
Tipologie di laboratori
Le forme di Urban Center, appresso indicate sinteticamente, sono sempre da considerare una forma
sperimentale di partecipazione. Quest’ultime assumono, quindi, inizialmente una forma educativa della partecipazione
sia nei confronti dei cittadini e sia nei confronti della politica, che notoriamente è abituata alla democrazia elettiva e non
a quella partecipativa.
•
•
•
Comunicazione: un servizio (anche non fisicamente individuato in un luogo) che faccia da interprete
dei progetti e piani dell’Ente pubblico e li esplichi ad un target non tecnico attraverso un linguaggio
facile e realizzato con manifesti pubblicitari, depliant, giornali ad hoc ed infine manifestazioni
pubbliche.
Centro Culturale o Casa della città: un contenitore fisico in cui la collettività riconosce il luogo di
scambio di informazioni amministrative di tipo progettuale e di sviluppo economico collettivo. Tale
centro, fisicamente individuato in un contenitore immobiliare64, con tutte le prerogative tecniche del
saper comunicare ha anche al suo interno un settore che promuove forme di partecipazione, ad
iniziare dagli opinion leader da invitare personalmente dal politico di turno, che accompagnano il
Progetto o il Piano fin dalla sua formazione tecnica e attraverso forme di “Comitati civici” 65 che
sottintendano alla processo di costruzione e realizzazione del Piano.
Pianificazione Strategica, un contenitore fisico in cui la collettività riconosce la fabbrica aperta,
ovvero il produttore del piano o progetto ed interviene autonomamente, o su richiesta espressa, per
partecipare sia alla formazione tecnica dell’atto amministrativo e sia per apportare le vicissitudini dei
reali cittadini utilizzatori dell’opera o piano. Naturalmente tale tipologia di Urban center ricomprende
espressamente le prime due.
Modello gestionale
•
•
•
Pubblico: si tratta di un servizio creato appositamente presso un assessorato che con una minima
dotazione di personale ed economica realizza le azioni di accompagnamento partecipativo di tutti i
Piani ed i Progetti dell’Ente;
Pubblico-Privato: si tratta di servizio pubblico o di un’associazione culturale esterna all’Ente pubblico
che formata con finanziamenti sia privati che pubblici operi le forme di accompagnamento
partecipativo di tutti i Piani e Progetti decisi dall’accordo. Solitamente tale forma di Urban center è
governata da un Comitato Partecipativo.
Privato: si tratta di un’associazione culturale che ad opera di privati organizza la partecipazione sui
progetti pubblici in itinere.
Aspetti organizzativi ed economici
Pubblico:
64
Solitamente al centro della città;
Comitati non tecnici e che seguono la rispondenza culturale e la progressione del progetto secondo gli obiettivi
politici iniziali.
65
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•
competenze minime: manager comunication, segreteria, addetto alla comunicazione (sito internet e
mezzi pubblicitari);
• costi minimi: n.3 figure professionali annuali + costo comunicazione66
• Regolamento istitutivo: occorre regolamentare se e quali parti amministrative dell’Ente si conformano
alla metodologia dell’urban center.
Pubblico-Privato:
• competenze minime: manager comunication, segreteria, addetto alla comunicazione (sito internet e
mezzi pubblicitari);
• costi minimi: n.3 figure professionali annuali + costo comunicazione67
• Regolamento istitutivo: occorre regolamentare le modalità di rapporto pubblico-privato e le ricadute
amministrative e quali parti amministrative dell’Ente si conformano alla metodologia dell’urban center.
Privato: non trattato in questa sede
Come si vede il servizio dell’Urban center può nascere anche con costi minimi che solitamente non hanno mai
superato i 60-70.000 euro iniziali oltre alle spettanze professionali.
66
67
Solitamente il 2-4% del costo del progetto oggetto della metodologia partecipativa
Idem,
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Schema regolamento Urban Center Pubblico/Privato
Si propone uno schema di riferimento al fine di agevolare la fase iniziale di definizione dei ruoli degli associati
al progetto di partecipazione. Lo schema è stato estratto da quello predisposto per l’urban center di Ferrara ed è
comunque riferito a quella tipologia di urban center che può essere definita di “comunicazione ed informazione” che
vede la presenza nella gestione sia pubblica che privata.
Art. 1 (Contenuto del Regolamento)
Il presente Regolamento disciplina la formazione ed il funzionamento dell’Urban Center.
Art. 2 (Strumenti dell’informazione)
Per conseguire le finalità informative dell’Urban Center il Comune di _______ renderà disponibile, un apposito
sito informatico, in cui sia disponibile il quadro normativo urbanistico statale, regionale e comunale ed ogni atto di
pianificazione e di progettazione, pubblica e privata, che prefiguri una significativa trasformazione del territorio, prima o
contemporaneamente all’iter di approvazione dei relativi progetti.
Nell’ambito delle attività dell’Urban Center sarà promossa la creazione di una rete per la diffusione delle
informazioni. Inoltre sarà attivato un forum che ospiterà i contributi scritti dei cittadini.
La documentazione che illustrerà i progetti edilizi o urbanistici è quella prevista dal Regolamento Edilizio ed
Urbanistico e sarà resa disponibile in formato elettronico secondo le indicazioni contenute nell’Allegato al presente
Regolamento.
Art. 3 (Strutturazione della partecipazione)
L’attività di partecipazione e di discussione è organizzata attraverso la creazione di un Comitato Partecipativo. Il
Comitato è composto da:
• Organizzazioni economiche e sociali;
• La Consulta per l’Edilizia e il Territorio;
• Una rappresentanza delle Associazioni costituite per la tutela del patrimonio storico, culturale e ambientale;
• E’ invitato un rappresentante dell’Università, indicato, di volta in volta, dal Rettore di riferimento;
Il Comitato Partecipativo è presieduto dall’Assessore competente per la materia oggetto di discussione.
Art. 4 (Compiti del Comitato partecipativo)
Il Comitato partecipativo è la sede principale di discussione dei piani e dei progetti, pubblici e privati, relativi alla
gestione e alla trasformazione del territorio. Il Comitato partecipativo non dovrà approvare o respingere i progetti
presentati, ma promuovere, in relazione al rilievo e alla specificità dell’argomento, le forme di partecipazione ritenute più
idonee.
Obiettivo della attività di partecipazione è la raccolta dei contributi di competenze specifiche per la valutazione
delle scelte, la massima trasparenza delle scelte stesse, la prevenzione delle ragioni di conflitto in materia di
trasformazione del territorio, a partire dalla costruzione di percorsi di condivisione del quadro di informazioni che
sottendono le scelte stesse, il trasparente coinvolgimento degli operatori, pubblici e privati, per il raggiungimento degli
obiettivi esplicitati dalla Amministrazione.
A tal fine al Comitato partecipativo saranno sottoposte le proposte relative a:
- scelte urbanistiche generali e settoriali,
- piani attuativi di iniziativa pubblica e privata.
- progetti di opere pubbliche e di viabilità di rilevante interesse.
Art. 5 (Funzionamento del Comitato partecipativo)
Il Comitato è convocato e presieduto dall’Assessore competente secondo un regolamento di funzionamento
approvato dalla maggioranza di ognuna delle diverse componenti.
I materiali propedeutici alla discussione saranno resi disponibili con congruo anticipo. I piani e i progetti di
iniziativa privata sono, in via ordinaria, presentati dai progettisti, a loro richiesta, anche prima dell’avvio formale dell’iter
istruttorio, o preferibilmente all’inizio della istruttoria e comunque sempre prima della pubblicazione. Se il progettista o la
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proprietà si rifiutano la presentazione avverrà a cura del responsabile del procedimento, o da un funzionario tecnico
dallo stesso designato, prima della pubblicazione.
Della discussione di piani e progetti è redatto un verbale che viene reso pubblico assieme al piano o al
progetto, e lo accompagna nell’iter istruttorio fino alla approvazione da parte degli organi competenti.
Ogni Associazione aderente all’Urban Center ha diritto di usare la rete di informazione dell’Urban Center per
promuovere proprie iniziative e diffondere proprie informazioni e posizioni, in relazione ai progetti e piani proposti.
Le riunioni del Comitato sono pubbliche e non sono previsti compensi o gettoni di presenza.
Art. 6 (Archivio dei progetti e loro consultazione)
I piani e i progetti oggetto di discussione restano consultabili presso l’Urban Center e sul sito internet di
riferimento fino alla loro approvazione. Dopo l’approvazione i piani e i progetti costituiranno un archivio, presso l’Urban
Center, delle trasformazioni in corso, sempre accessibile. I progetti verranno aggiornati con le successive eventuali
varianti significative, fino al collaudo e cessione delle opere infrastrutturali e di urbanizzazione.
I piani e i progetti ultimati costituiranno un archivio storico consultabile per estratto riassuntivo.
ALLEGATI
Documentazione di accompagnamento ai progetti da presentarsi in formato elettronico
per l’illustrazione all’Urban Center ai sensi dell’art 2 del Regolamento
(si fa riferimento alla documentazione prevista per l’istruttoria tecnica amministrativa,
come definita negli specifici articoli del Regolamento Edilizio)
- Per gli strumenti urbanistici attuativi: ….secondo il REU
- Per interventi edilizi diretti: …. Secondo il REU
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Rete regionale dei laboratori
Al fine di stabilizzare la nascita, e successivamente l’operatività, degli Urban Center calabresi si propone di
riunire i laboratori di partecipazione esistenti e tutti gli Urban Center in una rete calabrese che, con il supporto
dell’assessorato al Governo del Territorio della Regionale Calabria, possa essere di aiuto a tutti agli Enti che si
apprestano a tale formazione.
La rete degli Urban Center, denominata “Partecipazione è Legalità” , con sede presso lo stesso assessorato
avrebbe il compito di elaborare strategie e supporti di comunicazione e formazione sia per gli Enti aderenti e sia per i
piccoli Enti che non istituiranno un Urban center, ma che vogliano usufruire di servizi di accompagnamento partecipativo
di piani e/o di progetti.
La forma di rete Urban Center dovrà essere codificata con un regolamento che stabilisca le sue forme
esplicative, gli obiettivi e la sua operatività anche in previsione di aderire alla rete nazionale in via di formazione in questi
mesi.
La rete, qui ipotizzata, farà riferimento al link Urban Center presente nel sito internet www.regione.calabria.it
link Urbanistica e governo del territorio.
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