Donna Lavoro Maternità - Associazione Dialogare Incontri

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Donna Lavoro Maternità - Associazione Dialogare Incontri
Per i 10 anni del Consultorio Sportello Donna
Presentata la pubblicazione
Donna lavoro maternità
1130 le persone che si sono rivolte al Consultorio Sportello Donna, 1852 i colloqui effettuati.
Queste le cifre più significative che segnano i dieci anni di storia del Consultorio dell’Associazione
Dialogare, attivo nella sede di Massagno dal 1997. A queste cifre occorre aggiungere le
consulenze telefoniche brevi che nello spazio di un solo anno (2006), sono salite a quota 375.
Sono 75 infine i bilanci di competenze professionali e personali assicurati dal 2003.
Questo breve ritratto in cifre è in realtà il risultato di dieci anni di costante impegno e di intensa
attività che l’Associazione Dialogare-Incontri ha voluto ricordare con una pubblicazione dedicata
al tema Donna Lavoro Maternità. Una triade che non solo caratterizza le trame di vita della
maggior parte delle donne, ma rappresenta anche il senso di esistere del Consultorio Sportello
Donna.
Una pubblicazione, dunque, per riflettere sui ruoli della donna, sui cambiamenti del mondo del
lavoro, sulle scelte della maternità, sulla centralità o meno della famiglia, sulla conciliabilità tra i
tempi della cura e i tempi del lavoro. Una pubblicazione che raccoglie il contributo di una
quarantina di autrici ed autori che, nella loro pratica professionale e personale, si occupano o si
sono occupati della condizione femminile in tutte le sue sfaccettature. “Donne Lavoro Maternità”
ospita dunque contributi di professionisti attivi in diversi settori (diritto, psicologia, sociologia,
economia, politica, comunicazione, educazione, filosofia, antropologia) che sono espressione di
tendenze e approcci diversi nel leggere, interpretare e presentare l’universo femminile. Nella loro
voluta eterogeneità costituiscono pertanto una sorta di caleidoscopio della realtà.
La pubblicazione – che ospita diverse prefazioni, tra cui quelle della consigliera di Stato Laura
Sadis e dell’ex consigliera federale Ruth Dreifuss - non fornisce delle risposte, non districa i nodi
della complessa matassa della vita, ma propone delle piste di riflessione, suggerisce delle ipotesi
di lavoro, fornisce possibili chiavi di lettura. Nel corso della presentazione alla stampa, la
sociologa Marina Piazza – autrice di libri di successo sulla condizione femminile – ha messo in
evidenza sfide, difficoltà, risorse e paure insiste nei passaggi e nelle tappe della vita. Ogni snodo
esistenziale ridisegna spesso anche i rapporti tra donne e uomini, non solo dunque il percorso
individuale della donna in seno alla società. Facili ricette di felicità non esistono, ma gli strumenti
per comprendere la realtà – come quelli illustrati nella pubblicazione - possono sicuramente
aiutare.
Infine, ma non da ultimo, “Donna Lavoro Maternità” è dedicato alla memoria di Carla Agustoni,
scomparsa lo scorso 29 agosto. Una dedica doverosa poiché questa pubblicazione è frutto di una
sua idea, alla quale ha lavorato fin quando ha potuto, come ricorda nella sua prefazione Osvalda
Varini-Ferrari, presidente dell’Associazione Dialogare-Incontri.
La pubblicazione, curata dalla giornalista Françoise Gehring, è distribuita dall’Associazione
Dialogare-Incontri ed è in vendita al prezzo di Franchi 25.-
Ricordando Carla
Si è spenta ieri sera in una clinica luganese, Carla Agustoni. Nata ad Asti nel 1940 e rifugiatasi in
Svizzera a causa della guerra, dopo aver militato nel movimento femminista, Carla Agustoni entrò
in politica nel 1977 tra le file del partito socialista autonomo. In seguito proseguì la sua carriera
nel PSU e infine nel partito socialista. Eletta in Gran Consiglio nel 1979 ne divenne Presidente nel
1992. Carla Agustoni si è pure impegnata in diverse associazioni umanitarie, tra cui Amnesty
International e Aiuto al Centro America.
Questo l’annuncio che la Radio della Svizzera italiana ha dato la mattina del 30 agosto scorso.
Poche frasi, limitatamente al poco tempo a disposizione. Una breve scheda biografica, che
stimola ad interrogarci sulla modalità adottata da Carla per concretizzare l’impegno per il
movimento femminista, l’impegno politico, l’impegno umanitario e aggiungerei l’impegno sociale.
Se ci fermassimo su ognuna di queste parole, potremmo scrivere dei libri, potremmo parlare dei
tanti traguardi raggiunti, potremmo ammirare il grande lavoro svolto con convinzione, onestà e
spirito critico. E ritroveremmo Carla, come l’abbiamo conosciuta, in un ruolo di grande generosità
e disponibilità e competenza. Un ruolo materno svolto sempre con sensibilità e amore. La perdita
di Carla, ci fa sentire orfani e non trovo le parole per esprimere la mia tristezza.
Ho conosciuto Carla dapprima attraverso i mass media, come personaggio pubblico, una
personalità un po’ lontana da me, che di politica mai mi sono occupata. Ho poi avuto la fortuna di
conoscerla personalmente, attraverso l’Associazione Dialogare, che le chiedeva un aiuto nella
sua qualità di grafica. Sono così trascorsi 10 anni da quel primo incontro, dieci anni che hanno
dato il via ad un sodalizio di lavoro e di amicizia, caratterizzati da entusiasmo, vivacità, creatività.
Lavorare con Carla è stato un vero piacere, perché con lei ci si avventurava su terreni inesplorati,
fuori dagli schemi e dai luoghi comuni, camminando per strade a volte anche faticose, sempre
accompagnate però dalla gioia per quanto si stava facendo.
Numerose sono le iniziative realizzate grazie a questa collaborazione, il sito www.dialogare.ch, il
Premio Dialogare, la nuova impostazione grafica dei seminari, il rinnovamento dell’immagine del
Consultorio Sportello Donna, l’esposizione I falsi volti al Castelgrande, e adesso questo
Quaderno: l’ultimo lavoro di Carla. Un’idea sua, che le stava molto a cuore e al quale ha lavorato
ancora nelle ultime settimane di vita.
Per tutto questo e per l’amicizia che ci legava, desidero esprimere il mio e nostro ringraziamento
a Carla, alla quale dedichiamo il Quaderno, per ricordarla a quanti l’hanno conosciuta,
apprezzata, amata.
Donna, lavoro maternità, sottolinea i 10 anni di attività del Consultorio Sportello Donna, creato nel
1997, e rimane a testimoniare l’impegno dell’Associazione Dialogare per la promozione
femminile.
Un grazie all’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo e ai numerosi sponsor, che con
un aiuto concreto ci hanno permesso di realizzare questa pubblicazione. Un grazie agli autori e
alle autrici dei vari articoli. Un grazie a tutte le mie collaboratrici, in particolare a Daniela,
Françoise e Pamela, che con me hanno creduto in questo progetto e che con grande
determinazione mi hanno aiutato a portarlo a termine. “Il Quadernone”, come desiderato da Carla.
Osvalda
La vita
delle donne
moltiplicata
per due
di Françoise Gehring
Moltiplicata per due? Sì per il lavoro, per la maternità. L’idea della moltiplicazione (dei ruoli) e
della molteplicità (delle esperienze) come segno distintivo della vita delle donne, percorre la
pubblicazione “Donne Lavoro Maternità” in tutti i cinque capitoli che la compongono. Come sono
molteplici anche le storie raccolte in dieci anni di attività del Consultorio Sportello Donna, un
servizio proposto dall’associazione Dialogare. Le donne, confrontate con gli ostacoli della vita
familiari e professionali, sono pertanto il punto di partenza di un volume scritto a più mani
nell’intento – voluto e cercato - di proporre diverse letture e diverse analisi della condizione
femminile.
“Donne Lavoro Maternità” ospita dunque contributi di professionisti attivi in diversi settori (diritto,
psicologia, sociologia, economia, politica, comunicazione, educazione, filosofia, antropologia) e,
soprattutto, direttamente coinvolti – seppure in forme diverse
– nella vita delle donne. Gli
interventi raccolti in questa pubblicazione sono espressione di tendenze e approcci diversi nel
leggere, interpretare e presentare l’universo femminile. Costituiscono pertanto un singolare
mosaico in cui le tessere che lo compongono (i testi) non sono mai uguali l’una all’altra, per
dimensione, per colore, per forma. Eppure, nella loro voluta eterogeneità, sono specchio della
realtà, di una realtà declinata in tutta la sua complessità e molteplicità. In questa pubblicazione si
è anche voluto dare spazio ad alcuni servizi e centri di consulenza attivi sul territorio: sono un
osservatorio prezioso affacciato direttamente sulla quotidianità, sui problemi reali delle persone.
Ma si è voluto dare voce anche all’esperienza diretta, proponendo le testimonianze di cinque
donne, madri e lavoratrici, che raccontano come vivono, nella loro quotidianità, la grande sfida
della conciliazione dei ruoli.
I capitoli (il primo dedicato alle basi legali e alla presentazione della situazione delle donne in
Svizzera,. il secondo alla maternità, il terzo al lavoro, il quarto ai mutamenti sociali e il quinto alla
presentazione dei servizi) presentano tutti una duplice visione, nel senso che l’analisi e la lettura
dei dati attuali vengono inseriti in una dimensione prospettica, nell’intento di proporre possibili
piste di riflessione.
Parlare delle donne e dei loro problemi, è parlare dei problemi di tutta la società. Parlare delle
donne nel lavoro, all’interno delle famiglie, nella vita dei partiti e delle istituzioni, significa
affrontare il tema della discriminazione e dell’esclusione sociale delle donne. Significa riproporre,
una volta ancora, il tema della conciliazione dei ruoli, fondamentale nel percorso di
emancipazione femminile e maschile.
L’impresa è tutt’altro che facile. In un contesto che ci impone di pensare a nuovi modelli di vita al
passo con il mutare della società in tutti i campi della vita, in un contesto in cui il mondo del
lavoro e l’organizzazione del lavoro sono cambiati,
c’è ancora chi pensa di poter offrire la
soluzione alla crisi economica e occupazionale lasciando a casa le donne perché in fondo “ogni
posto occupato da una donna è uno in meno per un uomo”. Insomma l’invito di “stare o “tornare ai
fornelli” ha un sapore di restaurazione culturale che dal passato recupera modelli discriminanti e
riduttivi.
Non si tratta di mettere in discussione la libera e legittima scelta femminile di dedicarsi
esclusivamente alla cura della casa, della famiglia. Ma di garantire la libera e legittima scelta a
tutte le altre che optano per soluzioni diverse. In assenza di una visione condivisa di un modello di
relazioni nuove all’interno delle famiglie e di un rapporto innovativo fra famiglia e lavoro, tutto
deve essere pensato, ripensato, progettato, costruito.
Il cantiere, per fortuna, è aperto. A livello di Unione europea la conciliazione è concepita come un
elemento di innovazione del sistema produttivo e del tessuto sociale attraverso un sistema
integrato di politiche organizzative d’impresa, di politiche formative e sociali e di politiche del
territorio, rispondenti ai reali bisogni di donne e uomini. In questa pubblicazione il lavoro occupa
pertanto un posto centrale: si sofferma sulle attuali discriminazioni, sulla differenza di genere e
sulla necessità di valorizzare all’interno della aziende, tanto le caratteristiche femminili quanto
quelle maschili, in un’ottica di pari opportunità e di investimento per il futuro.
“Donna Lavoro Maternità” ha volutamente posto l’accento sul ruolo della maternità, che nella vita
di molte donne è un punto di svolta, una cesura, una nuova partenza, comunque un grande
cambiamento. La maternità, così intima e personale, viene riproposta come tema politico. In un
certo senso come nuova affermazione dell’essere donna, madre, cittadina, soggetto. Scrive la
filosofa Hanna Arendt in Le origini del totalitarismo: “È proprio perché nasciamo effimeri, mortali e
differenti che siamo liberi. Tramite la maternità, il corpo femminile diventa una condizione della
libertà. Tale riflessione andrebbe ricordata a quelle femministe che in passato hanno considerato
la maternità solo come un aspetto della sottomissione al potere maschile”. Maternità come atto di
libertà, dunque, che molte donne continuano tuttavia a pagare a caro prezzo in termini di difficoltà
nell’assunzione di più ruoli.
Maternità significa anche famiglia, trascinata nel turbinio delle trasformazioni e dei cambiamenti,
fatti di conquiste, ma anche di smarrimenti. La famiglia, spesso al centro della corsa ad ostacoli
delle donne,
può
anche essere una formidabile risorsa, specialmente quando le trame
generazionali sono legate dal filo della vita e della condivisione. Il recupero dei padri, dei nonni,
delle donne e di altre figure affettive, assicura, in qualche modo, una porzione di terra ferma dove
i punti di riferimento sono riconoscibili. Luce Irigaray, in Sessi e genealogie, pone accanto alla
necessità di costruire un mondo etico tra donne, l'esigenza della costruzione di un mondo etico di
donne e uomini insieme. Due prospettive non
in contrapposizione, poiché coniugano la
molteplicità della vita.
Dare spazio alla diversità e alla pluralità è stato il desiderio di Carla, con la quale ho avuto il
privilegio di lavorare a questo “Quadernone” fino a poco tempo prima della sua scomparsa. A lei
devo molto. Non si dovrebbe dire in un’introduzione “vera”. Ma l’iniezione di fiducia, di coraggio, di
voglia di lottare puntando sempre lo sguardo verso vasti orizzonti e oltre gli steccati, non l’ha data
solo a me. E sono sicura che in questo “Quadernone”, come lei lo ha chiamato, molte di noi femministe e non – si riconosceranno.
Françoise Gehring
giornalista e consulente
Dieci anni di storia,
dieci anni di storie
“Il Consultorio mi ha offerto l’opportunità di fare un Bilancio personale e professionale
e così ho cominciato un bellissimo percorso che mi ha permesso di guardarmi a 360°
rimanendo sorpresa di vedere quante delle mie potenzialità restavano nascoste”.
Dopo dieci anni d’intensa attività, il Consultorio Sportello Donna ha ormai una sua storia da
raccontare. Questo servizio non nasce per caso, non parte come un progetto concepito a tavolino
e tanto meno calato dall’alto. Il consultorio è stato pensato e voluto partendo dall’esperienza
concreta dell’Associazione Dialogare-Incontri, che ne è stato l’ente promotore. Un’esperienza
iniziata nel 1991 e inserita nel quadro dei corsi collettivi di orientamento e reinserimento
professionale con e per le donne e, a partire dal 1993, con tutte le persone disoccupate iscritte
presso agli uffici di collocamento cantonali.
Una storia, dunque, composta di storie. Storie vere, personali, vissute, tormentate che hanno
contribuito, e contribuiscono, alla ricchezza del Consultorio Sportello Donna, nato anche come
progetto concreto per promuovere le pari opportunità attraverso la Legge federale sulla parità dei
sessi LPar. Il progetto - inoltrato nel 1996 all’Ufficio federale per l’uguaglianza tra donna e uomo e
sostenuto da Marilena Fontaine, Delegata per le pari opportunità - è stato inizialmente accettato
come programma promozionale e sperimentale: l’anno dopo, nel mese di febbraio del 1997,
diventa un vero e proprio consultorio.
Lo Sportello Donna è un servizio di consulenza individuale, che si rivolge a un pubblico ampio di
donne e uomini, confrontate/ti nelle diverse fasi della vita con la ricerca di un lavoro, la scelta di
una nuova professione e/o di una nuova formazione, il bisogno e/o la volontà di un cambiamento
o rinnovamento professionale, la disoccupazione, lo sviluppo professionale e di carriera, la
conciliabilità lavoro/formazione e famiglia.
La consulenza, che avviene in un contesto di assoluta discrezione e nel vincolo del segreto
professionale, permette di fare il punto della situazione, di prepararsi alla ricerca di un lavoro, di
orientarsi e ottenere informazioni, di gestire i tempi e i ruoli della vita, di essere seguite e
accompagnate in un percorso di cambiamento. E la dimensione dell’accompagnamento riveste
spesso un’importanza fondamentale in un momento di ripensamento.
“Mi sono sentita molto sostenuta e incoraggiata. Questo mi ha reso serena e positiva, sono felice
che potrò far crescere mio figlio senza essere demoralizzata e poter garantire nel futuro una
tranquillità finanziaria. Ho una bella sensazione che dopo aver battuto il chiodo, con il mio grande
impegno ci sono riuscita e la mia autostima si è sollevata e sono serena. Grazie per il suo aiuto”.
Il bagaglio di esperienza maturato dal consultorio è anche quantificabile in cifre. Dal 1997 ad oggi
le persone che si sono rivolte allo Sportello sono state 1282, per la maggior parte donne, mentre i
colloqui effettuati sull’arco di questi dieci anni sono stati i 2189. A queste cifre occorre anche
aggiungere le consulenze telefoniche brevi che, nel corso degli anni sono aumentate fino a
raggiungere, nello spazio di un solo anno (dal 2006 al 2007), la cifra record di 755. Dal 2003,
inoltre, il consultorio offre la possibilità del bilancio di competenze professionale e personale; dalla
sua introduzione ne sono stati realizzati 75.
“Il bilancio è ormai lontano, ma non l’ho dimenticato e credo che è sicuramente stato il primo
passo che mi ha permesso di ripartire e di arrivare fin qui. E’ l’input che ancora oggi mi incita ad
ascoltarmi, ad incoraggiarmi e che mi spinge ad andare oltre, a fare altre cose”.
Queste cifre indicano indubbiamente l’utilità dello Sportello Donna, che si afferma come punto di
riferimento neutrale per le donne del canton Ticino. Le indicazioni quantitative del consultorio
permettono infine di farsi un’idea concreta sulla grande esperienza maturata dalle nostre
consulenti nel campo dei problemi legati al mondo femminile. Le persone che si sono rivolte allo
Sportello Donna durante questi dieci anni sono, infatti, prevalentemente donne. Donne che, dopo
la pausa dedicata alla crescita dei figli, desiderano riprendere la loro attività professionale. Ma ci
sono anche coloro che devono tornare a lavorare a causa di una separazione o di un divorzio.
Allo Sportello Donna si rivolgono però anche numerose donne che, pur avendo un’occupazione,
sono preoccupate per il loro sviluppo professionale: siamo confrontate con donne capofamiglia,
ma anche e soprattutto con donne che svolgono lavori precari con contratti a termine, su
chiamata, ausiliarie, con salari sottocosto, disoccupate o in assistenza.
Nel 1997 la motivazione che ha spinto numerose donne a rivolgersi al nostro servizio, consisteva
soprattutto nel desiderio d’indipendenza economica. Altre, insoddisfatte del ruolo di casalinga,
volevano trovare un’occupazione più corrispondente ai propri interessi. Oggi ad avvicinare
maggiormente le donne al consultorio è soprattutto la necessità di avere un salario per poter
assumere la responsabilità familiare, come nel caso delle famiglie monoparentali. In un mondo
del lavoro dove la garanzia dell’impiego non è più scontata, le donne sposate che rientrano nel
mondo del lavoro perché il marito è disoccupato o a rischio di licenziamento, sono piuttosto
numerose.
In dieci anni di storia è cambiata l’utenza, ma anche l’atteggiamento nel porsi di fronte alle sfide
della vita. All’apertura dello Sportello le donne avevano un’età che oscillava tra i quaranta e i
cinquant’anni, oggi si rivolgono al nostro servizio donne fra i trenta e i quaranta anni. Fra queste
giovani (per fortuna un numero contenuto) ne troviamo alcune con un alto livello di formazione
che faticano ad inserirsi professionalmente. Ma, dicevamo, il nostro osservatorio ci ha permesso
di constatare un nuovo modo di affrontare le sfide: le donne, generalmente, assumono un ruolo
più attivo nel progettare il proprio futuro professionale e personale. Risulta tuttavia più difficile
conciliare progetto familiare e progetto professionale, perché gli scenari del mercato del lavoro,
dell’economia cambiano abbastanza velocemente. Questi cambiamenti impongono, direttamente
o indirettamente, anche un adattamento agli scenari relazionali e sociali.
I frutti di questi anni di lavoro sono anche figli della fiducia. Dal 1997, infatti, l’Ufficio federale di
uguaglianza tra donna e uomo (UFU) ha rinnovato, anno dopo anno, la fiducia all’associazione
Dialogare, permettendo così al Consultorio di esistere e di dare un aiuto concreto ad un’utenza in
prevalenza femminile. Aiuto che ha permesso a molte donne di ricollocarsi nel mondo del lavoro,
di intraprendere una nuova formazione, di ritrovare maggiore autostima e di riconoscere il proprio
valore personale e professionale.
“Vi comunico con gioia che il concorso a cui ho partecipato, dove voi mi avete aiutato con lettera
e curriculum, è stato accolto positivamente. Dal 1° dicembre inizierò a lavorare. Grazie di cuore
per l’aiuto e il sostegno che mi avete sempre dato in questo periodo. Ora ho una base da dove
partire per una mia vita futura”.
Ma nulla è scontato. Lo Sportello Donna, per poter ricevere l’aiuto finanziario da parte dell’UFU,
deve rispondere a criteri precisi e a richieste formali. Annualmente viene stilato un rapporto di
attività dove sono documentati gli sforzi intrapresi per valutare il lavoro. L’attività svolta dallo
Sportello Donna tra il 2005 e il 2006, è stata giudicata qualitativamente e quantitativamente
dall’UFU che ha sottolineato l’elevata qualità del servizio offerto ed evidenziato i traguardi ottenuti
dalle donne che ne hanno usufruito. E all’UFU non è neppure sfuggita la grande determinazione
di tutte coloro che lavorano all’interno dell’associazione nel perseguire gli obiettivi in favore
dell’uguaglianza tra donna e uomo.
Le risorse dell’Ufficio federale sono purtroppo limitate. Tutti i consultori presenti sul territorio
nazionale - e quindi anche il nostro - sono pertanto stati invitati a cercare nuovi contributi
finanziari presso enti esterni, pubblici e privati. L’associazione Dialogare può contare su un lavoro
di volontariato, (quindi non remunerato), ma questo non basta per assicurarne il futuro. In nome
della parità, e soprattutto in nome di un servizio utile a tutta la società, abbiamo il dovere di
lanciare un appello a chi - sensibile ai principi di equità e solidarietà – può dare un aiuto concreto
al Consultorio Sportello Donna.
Non possiamo non citare, infine, chi collabora e che ha collaborato con Dialogare dal 1990 ad
oggi. Per quel che riguarda l’Associazione Dialogare ci sono stati alcuni avvicendamenti: a
Renata Raggi-Scala è subentrata Monica Muto-Kinsel, mentre per il segretariato Nadia
Pagnamenta ha sostituito Loredana Bertola. Nella consulenza a Daniela Peduzzi, diventata ora
responsabile dello Sportello, è subentrata Roberta Cecchi, impiegata al 50%. Katia Fonti ha sin
dall’inizio allestito, curato e aggiornato la documentazione.
Daniela Peduzzi,
consulente
Roberta Cecchi
consulente
Daniela Peduzzi e Roberta Cecchi
Lugano - novembre 2007