CLASSE 3B ITALIANO a.s. 2014-2015 INDICAZIONI DI LAVORO
Transcript
CLASSE 3B ITALIANO a.s. 2014-2015 INDICAZIONI DI LAVORO
CLASSE 3B ITALIANO a.s. 2014-2015 INDICAZIONI DI LAVORO PER GLI STUDENTI CON LA SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO PROGRAMMA DI LETTERATURA ITALIANA PER LA VERIFICA DI SETTEMBRE La mentalità medioevale Il teocentrismo Il simbolismo L’ allegorismo L’ enciclopedismo 8 8 9 9 I poeti delle origini La poesia religiosa Francesco d’ Assisi Spirituali e conventuali Voi ch’ avete mutata la mainera Al cor gentile rempaira sempre amore (discorso generale) Io voglio del ver la mia donna laudare Laudes creaturarum ( Cantico delle creature) 49 49 67 55 57 61 63 Lo stilnovo La poetica I poeti dello stil novo I contenuti Lo stile Guido Cavalcanti Chi è questa che vèn, ch’ogn’ om la mira 71 72 73 73 74 76 DANTE ALIGHIERI La vita ( quadro generale nelle sue varie fasi) Tra sperimentalismo, difesa del volgare e politica 107-111 114 Le Rime - una produzione non organica le rime della giovinezza le rime della maturità le rime dell’ esilio 116 - la struttura, i modelli l’ invenzione dello Stilnovo - Il Convivio un progetto non portato a termine una filosofia in volgare La Vita nova 118 121 - l’ allegoria filosofica e il tema della nobiltà - Il De vulgari eloquentia un trattato dedicato al volgare l’ invenzione dell’ italiano - un’ opera di datazione incerta i contenuti 123 Il De monarchia 125 La Commedia - la genesi dell’ opera - il titolo - struttura e argomento ( discorso generale) - le fonti letterarie e filosofiche ( discorso generale) - topografia del mondo ultraterreno ( discorso generale) - I quattro sensi delle scritture e la Commedia - l’ interpretazione figurale Il plurilinguismo, la Commedia come superamento dei tre stili, uno stile in accordo con la situazione descritta -Dante personaggio e Dante autore 126 127 128 130 131 136 137 138 140 Vita nova Il proemio Il primo incontro con Beatrice A ciascun’ alma presa e gentil core Beatrice toglie il saluto a Dante Donne ch’ avete intelletto d’ amore Tanto gentile e tanto onesta pare 164 165 168 174 175 179 Convivio Il proemio I quattro sensi delle scritture 184 191 De vulgari eloquentia Definizione di volgare illustre 197 De Monarchia I due poteri 200 Epistole La lettera a Cangrande della Scala 203 BOCCACCIO notizie generali sulla vita una personalità complessa e contraddittoria il valore della letteratura il costante e rivoluzionario sperimentalismo il Decameron 169-173 174 174 175 il titolo e le sue implicazioni la struttura e gli aspetti della narrazione i nuclei dell’ opera l’ uomo e la fortuna le virtù operative i volti dell’ amore la comicità un quadro sociale articolato e complesso l’ intento dell’ opera: diletto e ammaestramento 188 Ser Ciapelletto Lisabetta da Messina Cisti fornaio Chichibio e la gru Guido Cavalcanti 182 183 185 185 186 186 186 187 214 246 264 268 272 PETRARCA L’ uomo e il suo mondo 61-67 Un amore totalizzante per la letteratura 68 - Inquietudine - La lezione degli antichi - La passione per la sua biblioteca - L’ intreccio vita-letteratura - La rielaborazione dei modelli classici - L’ umanesimo civile la conciliazione tra mondo classico e valori cristiani - La vicenda amorosa elevata a simbolo della condizione umana Lingua e cronologia delle scritture petrarchesche 70-71 Canzoniere, dai frammenti al libro: l’ opera come specchio dell’ io 71 I tre livelli di lettura 72 - L’ amore per Laura - La vita interiore Il ruolo della poesia La struttura simbolica dell’ opera 73 La modernità del Canzoniere 74 - Un’ operazione letteraria nuova Dalla passione terrena all’amore spirituale 74 - L’ ambiguità del sentimento petrarchesco - La perdita della donna amata - L’ amore spiritualizzato L’ autore e i suoi lettori 75 - Esperienza reale e sublimata - Un messaggio universale Le scelte linguistiche. L’ Unilinguismo 76 Alle origini della poesia moderna: il fascino e l’ ambiguità dell’ opera 77-78 Le opere morali e filosofiche. Il Secretum 82 Il Canzoniere ( Rerum Vulgarium Fragmenta ) Voi ch’ ascoltate in rime sparse il suono 1 Era il giorno ch’ al solo si scoloraro 3 Solo e pensoso i più deserti campi 35 88 91 95 Benedetto ‘l giorno,’l mese et l’anno 61 Padre del ciel dopo i perduti giorni 62 Chiare, fresche e dolci acque 126 La vita fugge e non s’ arresta una hora 272 Zephiro torna, e’l bel tempo rimena 310 Quel rosignuol, che sì soave piagne 311 Tennemi Amor anni ventuno anni ardendo 364 I’vo piangendo i miei passati tempi 365 La scalata al Monte Ventoso( IV,1) Analisi del testo - Un testo compesso e stratificato: il piano letterale - Le implicazioni dotte - Il significato morale - Tra sant’ Agostino e sant’ Antonio abate - L’ umanesimo cristiano di Petrarca fotocopia 98 105 121 127 130 fotocopia 131 134-139 140 MACHIAVELLI Il tempo della militanza 111-117 L’ arte della forza e dell’astuzia 118 Un metodo induttivo 118 - L’ importanza dell’ esperienza e della lettura della storia - Dai fatti concreti ai principi generali Il bene dello stato e la morale 120 - Radicale pessimismo antropologico - Il bene dello stato al di sopra di tutto Gli scritti del cancelliere 121 Il Principe . le vicende compositive 123 La struttura e i contenuti dell’ opera 124 La suddivisione del testo in parti. I-XI, XII-XIV, XV-XIX, XX-XXIII, XXIV-XXVI Lo stile e la lingua 129 - Procedimento dilemmatico - Comunicare e persuadere - La varietà del lessico I discorsi sopra la prima deca di Tito Livio 131 - Composizione e datazione dell’ opera 131 - I nuclei ideologici 132 Il Principe La composizione del Principe. Lettera a Francesco Vettore, 10 dicembre 1513 140 La dedica a Lorenzo de’Medici 145 Il sommario dell’ opera 1 147 La virtù e la forza dei principi nuovi 6 149 L’ esempio di Cesare Borgia 7 154 L’ etica del principe 15 162 La forza e l’ astuzia del principe 18 165 La crisi politica italiana: le cause e i protagonisti 24 169 Virtù e fortuna nella lotta politica 25 172 Il manifesto del pensiero politico di Machiavelli 26 178 I Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio Le lezione degli antichi ( I, proemio) 183 DANTE, DIVINA COMMEDIA Inferno. Canto I II ( vv. 1-57 ) III IV ( vv. 1-22, per il resto conoscenza generale del contenuto ) V VI VII ( vv. 1-87 ) X XIII XV XIX ( vv. 1-117 ) XXVI ( vv. 1-12, 49-142 ) XXVII ( vv. 19-30, 61-129 ) XXXIII ( vv. 1-90) Il docente Prof. Alessandro Faruffini CLASSE 3B ITALIANO a.s. 2014-2015 INDICAZIONI DI LAVORO PER GLI STUDENTI CON LA SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO TRACCE DI TEMI DI ESERCIZIOPER LA PREPARAZIONE ESTIVA. Si tratta di riprendere le tracce già assegnate e rifarle con più attenzione, tenendoconto delle indicazioni date sullo svolgimento dei temi di tipologia B. Se possibile inviare gli elaborati a [email protected] per la correzione. Indicazioni ministeriali per la tipologia B, valide per tutte le tracce.: TIPOLOGIA B: REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE” Sviluppa l’ argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del “saggio breve” argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, indica il titolo dell’ articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare le cinque colonne di metà di foglio protocollo 1) TIPOLOGIA B: ambito socio-economico La febbre del gioco in Italia 1) Secondo l’Ifc-Cnr di Pisa, sono circa 15 milioni gli italiani, che giocano, vale a dire il 38,3% della popolazione. Il giocatore tipo è di sesso maschile, istruito, single, con un’età compresa tra i 25 e i 44 anni. Un trend che può essere ricondotto all’ampia diffusione di opportunità per giocare, tabaccherie, bar, internet. L’Ifc rileva che tra i 15-19enni la ludopatia coinvolge il 58,1% dei maschi (di cui il 16,3% rientra nel profilo di giocatore patologico) e il 36,8% delle femmine. Negli adulti tra i 55 ed i 64 anni coinvolge il 45% degli uomini, con il 6% di giocatori patologici e il 20,2% delle donne. [Paolo Capasso, Nuove dipendenze sempre più diffuse fra i giovani, 27 giugno 2013, area.it] 2) Sebbene giochino meno in generale, i giovani presentano più frequentemente rispetto agli adulti situazioni di gioco problematico.” Il problema è la manipolazione semantica che ci sta dietro – spiega il sociologo Maurizio Fiasco – cioè lo scambio di significati. Il gioco d’ azzardo è un gioco totalmente aleatorio, casuale, e invece viene fatto passare ai minori come qualcosa che dipende dalle loro abilità. Per i ragazzi, in pratica, diventa un’ esperienza che può attribuire loro un ‘ identità, uno statuto. […] L’ unica arma per combattere il rischio della dipendenza è la cultura: è necessario spiegare ai ragazzi che, matematicamente, con il gioco d’ azzardo si perde sempre e non si vince mai, che tenere sotto controllo entrate e uscite è fondamentale e soprattutto far capire che ci sono altri modi di giocare, di passare il tempo. […] Le ragazze preferiscono giochi istantanei come il gratta&vinci e il lotto istantaneo, i maschi scelgono il poker, soprattutto on line, e le scommesse sportive. “Le scommesse sportive hanno sostituito il vecchio totocalcio – commenta Daniela Capitanucci dell’ ass. Azzardo e nuove dipendenze ( AND) - , ma a differenza di quest’ultimo, che non ha mai generato patologie da dipendenza, le scommesse espongono di più al rischio” […] Anche se le ricerche intercettano solo in parte il fenomeno, gli operatori rilevano in crescita esponenziale l’uso delle app sul cellulare. Spiega Daniele Albanese della Caritas di Biella: “ Hanno lo scopo di illudere che vincere sia facile e iniziano alla dipendenza”. [ Marta Zanella, Baby-azzardo, i ragazzi della macchinetta, Scarp de’ tenis, marzo 2014 3) In base al sistema diagnostico ufficiale il gioco d’azzardo patologico rientra nel novero dei comportamenti ossessivo-compulsivi, cioè di comportamenti ripetitivi, coercitivi e totalizzanti al di là di ogni ragionevolezza e problematici sia per la persona che li attua che per chi gli sta intorno. […].Il gioco d’azzardo patologico sta assumendo contorni e caratteristiche ancor più preoccupanti con internet e il dilagare di poker e siti di scommesse on-line: basta avere a disposizione un pc e una carta di credito rimanendo comodamente nel proprio appartamento senza neanche più doversi recare al tavolo da gioco; condizioni, queste, che aumentano anche l’isolamento sociale in cui il giocatore viene a trovarsi. [Cristina Rubano, Il gioco d’ azzardo patologico nell’ era delle netdipendenze, www.crescita-personale.it] 4) Il mondo del gioco d’azzardo è un vero e proprio affare della criminalità organizzata. Spesso gestito in regime di monopolio. […] La rete di associazioni di Libera racconta in un passaggio del dossier “Azzardopoli” la costante e penetrante presenza delle mafie e del malaffare in quella che le cifre testimoniano essere la “terza impresa” del paese con un giro di affari di 86mld di euro. […] L’analisi di Libera affronta il tema a partire da tutti gli aspetti che lo caratterizzano: la dipendenza dal gioco e del gioco d’azzardo in particolare, il controllo da parte della criminalità organizzata di stampo mafioso di questo settore ma anche il disagio sociale e l’impoverimento delle famiglie che spesso finiscono per diventare vittime di questo business sempre più gestito dai clan. Secondo il rapporto gli italiani spendono circa 1260 euro procapite per tentare la fortuna, per raddoppiare i soldi; […] Quella del gioco d’azzardo è una forma di corruzione della speranza: nei dati che emergono dal rapporto emerge soprattutto un problema di natura etica, culturale, morale e politica. […]Libera ha realizzato una ricerca sulle abitudini al gioco d’azzardo stimando circa un 1 milione e 720 mila giocatori a rischio e ben 708.225 giocatori adulti patologici, ai quali occorre sommare l’11% dei giocatori patologici minorenni e quelli a rischio Il che significa che vi sono circa 800 mila dipendenti da gioco d’azzardo all’interno di un’area di quasi due milioni di giocatori a rischio. I giocatori patologici dichiarano di giocare oltre tre volte alla settimana, per più di tre ore alla settimana e di spendere ogni mese dai 600 euro in su, con i due terzi di costoro che addirittura spendono oltre 1.200 euro al mese. [Il Paese del gioco d’azzardo dove a vincere sono solo le mafie, 9 gennaio 2012,www.liberainformazione.it] 5). Un’ordinanza del Comune di Milano che introduce limiti di orario per l’attività di sale gioco e scommesse e per le slot installate nei locali pubblici è stata emessa Palazzo Marino che ha varato un nuovo provvedimento contro il gioco d’azzardo. Da giovedì 16 ottobre le sale non potranno più restare aperte 24 ore su 24, ma solo dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23. L’obiettivo è «ridurre la possibilità di accedervi, con particolare attenzione agli orari di uscita dalle scuole e al tempo libero delle fasce più fragili della cittadinanza, in primo luogo giovani e anziani». Stesse limitazioni orarie sono state fissate per il funzionamento degli apparecchi per il gioco presenti anche in tabaccherie, ricevitorie del lotto, bar, ristoranti, alberghi. Naturalmente contraria all’ordinanza di Palazzo Marino è la Federazione Sistema Gioco Italia di Confindustria : «Come operatori - ha dichiarato il Vice Presidente Giovanni Emilio Maggi - siamo i primi a voler contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico, fenomeno che va stimato in modo obiettivo e scientifico così da poterlo affrontare al meglio, e non con ordinanze populiste e di dubbia applicazione. È un provvedimento completamente fuori fuoco. Il provvedimento, così come formulato avrebbe come risultato certo non solo un danno all’erario e l’abbattimento dell’iniziativa imprenditoriale ma, sostanziandosi in una limitazione arbitraria e forzata, porterà a un non voluto, ma reale, via libera al gioco illecito che andrebbe a sostituirsi così all’offerta lecita. Faremo ricorso. [Stop alle sale giochi aperte 24 ore su 24, www.corriere.it, 15 ottobre 2014] 6). I ludopatici che bruciano il denaro in slot e video-poker sono la nuova emergenza sociale. […] Milano è in prima linea nella battaglia con le sue 103 sale gioco dislocate ovunque. A segnalare l’ emergenza è anche la Caritas ambrosiana che ha condotto un indagine sui cittadini più disagiati. Da una a 20 persone in un anno si sono rovinate con il gioco. Il 71% dei centri di ascolto e di aiuto ha rilevato che “la mania per il gioco è molto o abbastanza diffusa tra i propri utenti e il 48% dichiara di “aver ricevuto più di un ludopatico”. Le vittime che finiscono nel vortice sono proprio le persone con minori risorse economiche che, oltre a sperperare ciò che posseggono, contraggono debiti, appesantendo il grado di sofferenza sociale della diocesi. [Michela Coma, Sindaci e Caritas contro le slot, Leggo, 15 gennaio 2013] 7) Un bar che ha molte macchinette non è più un luogo di socialità come tradizionalmente lo sono i bar italiani di quartiere o di paese.[…] Osserva Daniele Albanese : “se siamo in tanti a decidere di frequentare locali senza giochi d’ azzardo, i gestori dei bar possono rendersi conto che non avere quella che sembra una fonte di introiti facili in realtà porta più clienti. E che quindi oltre che etico può essere anche conveniente fare la scelta coraggiosa di togliere l’ azzardo [ M.Z. Barista, rinunci ad incassi facili? ti premiamo con lo slot mob, Scarp de’ tenis, marzo 2014] 2) TIPOLOGIA B: ambito socio-economico: L’apertura festiva dei negozi. 1 In Italia, a partire dalla metà degli anni Ottanta, il nuovo consumismo ha trasformato una società di massa, basata sull'omologazione, in una società individualistica di massa, basata sulla distinzione. Più in generale, si è passati da una società della produzione a una società che forma i propri membri affinché essi svolgano il ruolo primario di consumatori. Comprare non è più una semplice necessità, è uno stile di vita. Gli spazi destinati al commercio e al consumo si trasformano così da luoghi di transito in non-luoghi di aggregazione finalizzati alla celebrazione del prodotto: le periferie delle città si riempiono di cattedrali del consumo vere e proprie città dello shopping dove si può, teoricamente, passare la vita. e vi si passa spesso la domenica…[Qualche parola su consumo, consumismo, marketing, Livorno, - www.tuttiacasa.splenger.com] 2 I lavoratori della domenica sono la categoria del momento. Si tratta di giovani, per lo più studenti, messi sotto contratto solamente per un giorno a settimana, quello festivo. E ieri i primi hanno cominciato la loro nuova esperienza. Il fenomeno, in espansione in tutta la città, nasce grazie alle aperture domenicali, concesse dal decreto sulle liberalizzazioni, tanto avversate dalle associazioni di categoria, che stanno di fatto creando nuove opportunità lavorative per ragazzi desiderosi di guadagnare un piccolo gruzzolo. Questi contratti limitati alla domenica, o al week end, stanno diventando sempre più diffusi e spesso sulle vetrine dei negozi è possibile trovare l'avviso di richiesta di personale per il settimo giorno della settimana. La ricerca si rende necessaria per coprire la turnazione degli altri dipendenti e garantire il riposo a chi invece lavora nel resto della settimana. In genere alla fine del mese si arrivano a guadagnare poche centinaia di euro, si parla di massimo 400 euro, eppure è già qualcosa, specialmente per chi vive ancora con i genitori, non ha grosse spese ed ha solo voglia di mettere da parte qualche soldo avendo così un minimo di indipendenza. Al centro commerciale Le corti venete, di San Martino Buon Albergo, ieri tre giovanissime ragazze hanno sostenuto il primo turno di lavoro impiegate alla cassa o in altri compiti base, data la poca esperienza. Ma la necessità di personale rimane, perché con tutte le domeniche da coprire, è necessario per gli esercizi commerciali assumere, anche se con contratti occasionali. Contrattini, che certo non consentono di sentirsi sicuri per il futuro, ma di questi tempi, con la disoccupazione giovanile alle stelle, per i ragazzi può essere forse già un inizio. [Elisa Innocenti Dopo il decreto del governo Monti sulle liberalizzazioni, molti ragazzi e ragazze hanno una nuova opportunità. L’ Arena.it , Verona] 3 Altro che «dì di festa». Oramai per i lavoratori del commercio la domenica è la giornata peggiore, passata dietro al bancone invece che in famiglia. Pasquetta, 25 aprile, 2 giugno? Festività abolite in nome dello scontrino. E anche il Primo maggio è divento un giorno come tutti gli altri. I sindacati sono sul piede di guerra, la diocesi ricorda la sacralità della festa, i lavoratori mugugnano. Ma alla fine i centri commerciali rispondono mostrando gallerie stracolme e fatturati da capogiro: «Le aperture festive? È quel che vuole la gente». Già. Ma il dibattito resta aperto. È giusto che il commercio sia al servizio del cliente 365 giorni l'anno, come vuole il decreto sulle liberalizzazioni? Al Franciacorta Outlet Village alcune commesse hanno detto no. «Per far fronte alla crisi si è deciso di aprire il centro anche il 1° Maggio» scrivono in una lettera. «Speriamo che quel giorno il Centro sia affollato ma una domanda sorge spontanea: non siamo lavoratori anche noi»? «Vogliamo richiamare l'attenzione sui diritti di chi lavora nel commercio. Per il 65% si tratta di donne e madri che non riescono a conciliare i tempi della vita con quelli del lavoro» spiega Alberto Pluda, segretario della Fisascat Cisl. Dall'altra parte della barricata replicano con i numeri. Teniamo aperto perché conviene, e la gente viene in massa, spiegano. Ma non tutte le cattedrali dello shopping sono uguali. I centri commerciali cittadini, il 1° maggio resteranno chiusi. Non così il Leone di Lonato. Porte spalancate ovunque invece il 25 aprile e il 2 giugno. «Siamo in una località turistica e le aperture festive garantiscono un cassetto che in alcuni casi vale l'intero mese» spiega Rodolfo Manenti, direttore de Il Leone. «La domenica non scendiamo mai sotto le 28mila presenze, per il 1° maggio stimiamo di superare le 40mila».E poi, aggiunge Michele Stillavato, direttore delle o le Porte Franche di Erbusco, «noi offriamo una meta alternativa alle famiglie. La domenica è la seconda giornata come fatturato dopo il sabato. Se ci scelgono ci sarà un motivo». Nessun malumore tra i dipendenti? «Lavorare nel commercio vuol dire adeguarsi alle esigenze. Anche la domenica o la festa». E poi c'è sempre il tema lavoro. Perché in questo periodo a qualcuno può pesare, ma ad altri può far comodo lavorare i festivi. Per arrotondare. O per tirar su qualche soldo, come i 50 studenti che al Pam di Brescia hanno lasciato i curricula per un impiego domenicale. [Brescia - Lavoro festivo,la città si divide, Corriere della sera, 19 aprile 2012] 4 «I negozi aperti la domenica sono un’opportunità per i consumatori. E devono essere un’opportunità anche per i lavoratori: quindi siamo favorevoli alla liberalizzazione degli orari di vendita se crea nuovi posti di lavoro, magari per i giovani, ma ci opponiamo fermamente se diventano strumento di ricatto per i dipendenti, in particolare per le donne e i precari». Il presidente di Adico Associazione Difesa Consumatori Carlo Garofolini entra nel dibattito sulle aperture domenicali e festive, che con le polemiche che hanno preceduto il 25 aprile e in vista dell’1 maggio si fa più caldo che mai. E proprio a proposito della Festa dei Lavoratori, Garofolini ci tiene a mettere subito nero su bianco la sua opinione: «Adico è contraria all’apertura dei negozi e dei centri commerciali nei giorni festivi: non abbiamo bisogno di “svendere” anche questo nostro tempo libero al consumismo e riteniamo continui a essere più sana una passeggiata al parco o una giornata a giocare con i propri figli che un giro al centro commerciale, che il più delle volte accresce la frustrazione di famiglie che tanto non possono permettersi di comprare alcunché, quindi la prospettata crescita dei consumi resta solo sulla carta». [Adico. 26 aprile 2012] 5 Uno dei decreti del governo Monti ha tolto ogni limite all’apertura dei negozi nelle 24 ore, domeniche e festivi compresi. Si completa così il percorso iniziato nel 1998 con le prime leggi in materia. Insistere sulla necessità del consumo davanti alla crescente povertà e fragilità delle famiglie sembra irragionevole, fa notare l’economista Luigino Bruni. Vuol dire curare il male con la stessa medicina che l’ha provocato. Eppure una logica esiste. Uno studio del 2006 dell’Università Bocconi viene sempre tirato in ballo quando si tratta dell’apertura domenicale dei negozi: la rigidità degli orari di apertura farebbe perdere 23 miliardi di euro al settore del commercio.[ La domenica non ha prezzo, 23-4-2012, Carlo Cefaloni, Città Nuova] 6..Sabato era arrivata la difesa di Giuliano Pisapia. «Oltre che il diritto al lavoro, c'è anche il diritto al riposo», aveva detto il sindaco al XXIV Congresso delle Acli, ricevendo un caloroso applauso. E domenica è arrivato l'appello del cardinale Angelo scola. «Pensiamo al senso del lavoro, alla fatica di questi tempi, all'importanza del riposo festivo, è giusto conservare questo spazio che è spazio di comunione, così come la festa è un luogo sociale» ha sottolineato l'arcivescovo di Milano «Se in una famiglia il papà fa riposo un giorno, la mamma un altro, il figlio un altro ancora - ha aggiunto il cardinale - non si attinge il riposo in senso forte». «È giusto conservare questo spazio di comunione - ha detto ancora -. La festa è un luogo sociale». [Il cardinale Scola. Il riposo è un diritto . E’occasione di incontro per la famiglia, Corriere.it, 11 marzo 2012] 7… La domenica…aprono i centri commerciali ed è un gran bene. Per esempio, dal momento che l’unico negozio di dischi e cassette aveva chiuso le saracinesche, il centro commerciale diventava la prima risorsa, tanto desiderata, anche perché in pochi potevano permettersi l’adsl, e scaricare per giorni una sola canzone era deprimente. Dicono che la provincia, adesso, si riversi interamente lì dentro, sia quando si avvicinano le feste, sia nel periodo dei saldi. Ormai ci andiamo tutti lì dentro e non facciamo più caso alle storie di mafia che ci stanno attorno. I negozi del corso sembrano un po’ perderci. E’ così comodo passare da un negozio all’altro senza rientrare in macchina e fare la strada in mezzo al traffico e poi cercare posteggio e di nuovo per tante volte. “E’ così bello”, dice la bambina, “ci sono le scale mobili, il tetto di vetro, il negozio di giocattoli più grande che avevo mai visto, dove trovo la tartaruga gigante che voglio per Natale”.[…] La domenica a Castelvetrano si passa al centro commerciale, dove, a pranzo, non cucina la nonna o la mamma, così almeno non si affaticano, ma ti accontenti del menù del giorno su un tavolino di plastica, attorno neanche una finestra che dia sulla città, che ti possa far esclamare “oh che bella giornata!”. Al massimo puoi vedere l’autostrada. [ Giaramita, blog Palermo, 12 dicembre 2009] 3) TIPOLOGIA B: ambito socio-economico: La raccolta differenziata: un bene per l’ economia e per i cittadini. 1) Il concorso dei “Comuni ricicloni” nato nel 1994, è oramai un appuntamento consolidato, a cui aderiscono un numero sempre maggiore di Comuni, che vedono nell'iniziativa di Legambiente un importante momento di verifica e di comunicazione degli sforzi compiuti per avviare e consolidare la raccolta differenziata, e più in generale un sistema integrato di gestione dei propri rifiuti. […] Premia le comunità locali, amministratori e cittadini, che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti: raccolte differenziate avviate a riciclaggio, ma anche acquisti di beni, opere e servizi, che abbiano valorizzato i materiali recuperati da raccolta differenziata. […]La distribuzione dei riconoscimenti avviene per classi di grandezza demografica dei comuni e sulla base di macro-fasce geografiche: le regioni del nord, quelle del centro e del sud. [ Legambiente, news] 2) L'avvocato generale della Ue ha richiesto alla Corte di Giustizia Europea di condannare l'Italia al pagamento di 158mila euro al giorno (a partire dal passaggio in giudicato della causa avviata a fine marzo per i rifiuti della Campania e fino alla piena esecuzione della sentenza del 2007) per il continuo ricorso all'uso di discariche abusive. A questa, ha aggiunto la richiesta di una sanzione forfettaria di 60 milioni di euro. La richiesta iniziale della Commissione era di quasi 257mila euro al giorno, la richiesta costituisce dunque una sorta di sconto nei nostri confronti. […] Secondo l'avvocato, il nostro Paese non ha rispettato l'obbligo di creare una rete integrata di impianti di smaltimento dei rifiuti, così come richiedeva la direttiva europea del 2006. E' del 2010 la prima sentenza che ha censurato l'Italia, seguita nel 2013 dalla decisione della Commissione di non versare più i contributi per la gestione dei rifiuti campani che ci è costata circa 50 milioni di euro. Le norme violate dall'Italia riguardano la vecchia direttiva in materia di rifiuti, quella relativa ai rifiuti pericolosi e quella sulle discariche. Secondo la Commissione nel nostro Paese erano presenti 422 discariche illegali anche se, alla fine, ha contestato solo l'impiego di due impianti illegali (una discarica in Calabria e una al confine tra Puglia e Basilicata). In questo procedimento non rientrano invece le discariche della Campania attivate per affrontare la situazione emergenziale e di Malagrotta, oggetto di separati procedimenti d'infrazione. Dobbiamo dunque aspettarci ulteriori sanzioni per questi altri due casi non affrontati dal governo italiano che andranno a sommarsi a quelle appena annunciate [Ecoblog] 3) In crescita il dato relativo al recupero complessivo di imballaggi di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro che registra un incremento dell’1,3% sui volumi rispetto all’anno precedente, attestandosi al 76,7% dell’immesso al consumo, equivalente a 8,74 milioni di tonnellate di imballaggi recuperate su 11.392.000 tonnellate immesse al consumo. Il riciclo complessivo è stato invece del 66,5% dell’immesso al consumo, in lieve aumento rispetto all’anno precedente. […] Sono oltre 7000 i Comuni serviti dalle convenzioni ANCI-CONAI, con un coinvolgimento di oltre 57 milioni di cittadini, pari al 90% della popolazione. I benefici economici derivanti dal riciclo dei materiali, nonostante la crisi e la contrazione dei consumi, continuano a crescere: in oltre 15 anni sono sorte circa 1.100 nuove imprese per la gestione delle fasi di raccolta e selezione degli imballaggi; salgono così a 42.000 gli addetti che lavorano nel settore, se si considera anche chi si occupa della fase del riciclo. Si stima, inoltre, che le ricadute del riciclo degli imballaggi sia attestino su circa di 10 miliardi [CONAI- consorzio nazionale imballaggi] 4) “La prima novità della classifica di quest’anno -ricorda Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente che ha coordinato la giuria- è il lento spostamento al centro sud della distribuzione geografica dei “ricicloni”, ancora saldamente insediata nel Nord Est, con metà dei comuni virtuosi. In particolare grazie alla crescita dei comuni marchigiani, che hanno applicato un sistema moderno di raccolta (porta a porta) e che usufruiscono degli sconti per lo smaltimento in discarica in base alle performance di differenziata. La seconda novità è la crescita del Comune di Milano: sfiora nel 2013 il 50 per cento di differenziata. Con oltre un milione di abitanti serviti dal porta a porta, Milano è così la prima in Italia e la seconda in Europa dopo Vienna. Insomma, in una Italia bloccata, da riformare nella gestione dei rifiuti, anche questi comuni virtuosi crescono ed evidenziano chiaramente una virtuosa direzione di marcia per tutti gli altri, grandi e piccoli, comuni d'Italia”.“I 300 comuni “Rifiuti free”, dove cioè la popolazione riduce e ricicla più del 90% dei rifiuti che si producono mediamente per ogni italiano, dimostrano chiaramente che è possibile trasformare una vergogna in una eccellenza nazionale, anche nel ciclo dei prodotti e dei rifiuti –dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente-. [ Legambiente, news ] 5) In un mondo che produce sempre più rifiuti, non sappiamo più come fare a sbarazzarcene: eppure la Terra ha provveduto, per miliardi di anni, a smaltire "da sola" i rifiuti prodotti, senza arrecare alcun danno all'ambiente. In Natura il concetto di rifiuto non esiste: tutto ciò che viene scartato, se ha caratteristiche naturali, viene assorbito dall'ambiente e rimesso in circolo; questa è la lezione che dobbiamo imparare dalla natura: produrre oggetti e beni che possano essere assorbiti dall'ambiente una volta terminato il loro utilizzo. Ma fino a che ciò non sarà possibile, dobbiamo abituarci a valorizzare, anzichè gettare, i rifiuti che produciamo. La soluzione è, innanzitutto, cercare di produrne il meno possibile e cercare di far durare il più a lungo possibile ciò che utilizziamo e, in seguito, valorizzare ciò che scartiamo riutilizzando tutti i materiali che possono essere riciclati con la raccolta differenziata: la raccolta differenziata è infatti oggi il modo più sostenibile per smaltire i nostri rifiuti. [ bollettino eco green] 6) Agli Istituti Secondari di Secondo grado sono stati forniti, da parte del Servizio Ambiente del Comune di Trento, tre contenitori per la raccolta differenziata da collocare all’interno di ogni classe (raccolta carta, imballaggi leggeri e residuo). Il progetto è in corso di estensione anche a tutti gli istituti delle scuole dell'obbligo cittadine. [notiziario comune di Trento dicembre 2010] 7) La raccolta differenziata entrerà a far parte delle buone pratiche attuate nell’organizzazione scolastica di Cesena. Si tratta di una scelta significativa da un punto di vista quantitativo: numericamente, il coinvolgimento degli istituti scolastici porterà a risultati paragonabili a quelli dell’estensione del sistema di raccolta differenziata a un intero quartiere della città. Ma lo è soprattutto da un punto di vista qualitativo, perché il mondo della scuola, dal nido fino alle secondarie, è il luogo principe in cui porre le basi dell’educazione civica e dei comportamenti virtuosi a vantaggio dell’intera comunità, e il suo coinvolgimento in un’azione di questo tipo potrà riflettersi beneficamente non solo nell’ambito delle strutture coinvolte, ma anche nelle famiglie dei bambini e dei ragazzi.[ Assessorato all’ Istruzione Comune di Cesena, settembre 2009] 4) TIPOLOGIA B: ambito socio economico: La Milano dei senza fissa dimora 1) Pronto il piano antifreddo del Comune e pronte anche le “Unità mobili sociali” che debutteranno il prossimo 15 novembre prossimo per aiutare i clochard, dalle 20 alle 24, nelle zone più battute della città e sui mezzi pubblici (in particolare lungo la linea 90/91, sui bus che gravitano intorno a Via Padova e nei treni della metropolitana). […] Il piano antifreddo prevede intanto l’ aumento dei posti letto disponibili da 2500 a 2700: in viale Ortles, in via Saponaro, in alcuni enti del privato sociale.[…], Il piano oltre che a fronteggiare l’emergenza freddo, punta a contrastare le forme più estreme di povertà Per sabato prossimo, poi, è prevista una raccolta straordinaria di indumenti pesanti, in collaborazione con alcune associazioni di volontariato. [Pierpaolo Lio, Palazzo Marino: Ronde sociali: via al piano contro il freddo, Corriere della sera, 19 ottobre 2013] 2) Il sindaco Giuliano Pisapia ha invitato, attraverso Twitter, i cittadini a segnalare persone in difficoltà al centralino del Comune. «Invitiamo i cittadini a segnalarci casi di persone che dormono per la strada e che potrebbero trovarsi in difficoltà a causa dell'ondata di freddo che ha coinvolto anche la nostra città» ha ribadito l`assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute Pierfrancesco Majorino. […]Per segnalare casi di senzatetto o per avere informazioni sui servizi offerti dal Centro è possibile chiamare appositi numeri di telefono. [www.ecodimilano, Milano: allerta meteo, via al piano anti-freddo per i senza tetto. Info e numeri utili , 31 ottobre 2012] 3). Al centro di accoglienza della stazione sorgerà un luogo di ristoro per chi non entra nei dormitori "In due anni abbiamo raddoppiato i posti per i senza dimora". L'assessore alle politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino presenta così il nuovo Piano antifreddo per il 2012. Dai 1.300 clochard accolti nell'era Moratti, si arriva a 2.500, un quinto di posti in più rispetto alla versione dell'anno scorso. "Non abbiamo registrato un aumento nel numero dei senza dimora in questi tre anni - aggiunge -. Semplicemente riusciamo a lasciarne meno in strada". Palazzo Marino punta molto sul centro del Centro di aiuto in Stazione Centrale, uno dei luoghi più frequentati nelle notti di vagabondaggio dei senza dimora. Lo scorso inverno a frequentarlo sono state 2.082 persone. Qui sorgerà anche un Punto caldo, un luogo di ristoro per chi non entra nei dormitori. Non si parla solo di emergenza con il Piano antifreddo: un bando sarà anche dedicato all'accoglienza diurna, in modo da attivare percorsi per favorire l'uscita dalla strada. [ Lorenzo Bagnoli, Milano: Al via il Piano antifreddo. A Milano aumentano i posti per i senza dimora., Repubblica.it, 31 ottobre 2012] 4) Milano, Piazza Santo Stefano, sabato 19 ottobre 2013 dalle ore 16. È questo l’appuntamento di quest’anno con la Notte dei Senza Dimora, evento che mira a sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni sul problema dell’emarginazione sociale e delle persone senza dimora. Nato 14 anni fa, l’evento è organizzato da Insieme nelle Terre di Mezzo Onlus che coordina numerose associazioni di volontariato attive sul territorio[…]L’avvio all’evento sarà dato dalla biciclettata che partirà dal dormitorio di viale Ortles alle ore 17 e raggiungerà Piazza Santo Stefano. […] La manifestazione avrà poi il suo culmine nella dormita all'aperto, sul sagrato della chiesa, a cui si invitano tutti i cittadini a prendere parte per l’intera durata della notte. Nella scorsa edizione del 2012, la Notte dei Senza Dimora ha visto la partecipazione di 17 associazioni, 1000 presenze, 600 pasti distribuiti, quasi 100 persone rimaste a dormire in piazza. Secondo una ricerca Istat (realizzata lo scorso anno per Fiopsd -Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora) in Italia ci sono quasi 60.000 persone senza dimora, di cui 14.000 nella città di Milano, 4 su 10 sono di nazionalità italiana. […] La Notte dei Senza Dimora è un evento che denuncia, informa, condivide e propone. Denunciare è necessario affinché i senza dimora non scompaiano nel “dimenticatoio” della comunità cittadina. Informare i cittadini evidenzia una condizione di solito ignorata, se non durante l’emergenza freddo. Condividere con i senza dimora una notte all'aperto è un gesto di solidarietà per chi vive questa condizione e di sollecitazione per chi non la vive. [Dormire in strada è un supplizio. La notte dei senza dimora 2013, Terre di mezzo.it , ottobre 2013] 5) Il grande porticato dello stabile di via Napo Torriani all'angolo con piazza Duca d'Aosta è la casa dei clochard slavi da mesi. […] Il palazzo dovrebbe diventare un nuovo albergo. Ma al pianterreno c'è già l'hotel dei senza fissa dimora. Ogni vetrina corrisponde a una stanza: di giorno materassi e valigie sono accatastati, fissati con corde alle saracinesche, man mano avanza la notte l'intero porticato viene occupato. Tocca alla squadra di Amsa dare la sveglia e il buongiorno ogni mattina, alle 6 in punto. Tra i senzatetto (o rough sleepers , come vengono chiamati coloro che dormono per strada nel senso stretto del termine e rifiutano qualsiasi ricovero) e gli operatori ecologici c'è un patto non scritto. I primi traslocano per consentire la pulizia e bonifica dell'area, con potenti detersivi biologici. Profumano l'aria in tempo per l'arrivo dei pendolari che attraversano il porticato […] a volte senza accorgersi degli «invisibili». Tra piazza Repubblica e la Stazione Centrale vive un mondo di disperati, irriducibili. Una settantina di persone, dall'Est Europa ma anche africani e qualche italiano, poche donne, sopravvivono nei giardini antistanti i grandi alberghi in Repubblica, dove al tramonto spuntano piccole tende o case di cartone. [..]«Sono tutte persone che rifiutano un ricovero offerto dal Comune - spiega l'assessore ai Servizi Sociali, Pierfrancesco Majorino. […] Quando l'assembramento diventa continuativo e causa problemi ai residenti occorre un intervento delle forze dell'ordine». Anche questo non facile, «Non c'è un reato specifico - spiega l'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli e per questo stiamo ragionando su una ipotesi di ordinanza legata agli aspetti igienico sanitari. ». [Paola D'Amico, L'altra faccia della Centrale La «grande casa» dei clochard, Corriere della Sera, 29 maggio 2013] 6) La carta dei valori della Federazione associazioni per SDF ( Fio.PSD ) « considera la persona senza dimora come un soggetto in stato di povertà materiale ed immateriale, portatore di un disagio complesso, dinamico e multiforme, che non si esaurisce alla sola sfera dei bisogni primari ma che investe l’intera sfera delle necessità e delle aspettative della persona, specie sotto il profilo relazionale, emotivo ed affettivo » […] La grave emarginazione non è una scelta ma è l’adattamento alle conseguenze di un processo di esclusione che la persona subisce » Il disagio che coinvolge le persone senza dimora è caratterizzato dalla presenza di diversi fattori che si integrano e si auto alimentano. È anzitutto un disagio multidimensionale, ovvero che prevede la "presenza contemporanea di problemi e bisogni diversi" che sono tra loro senza un nesso di causalità. In secondo luogo, esso è caratterizzato da una progressione che nel tempo acuisce il disagio vissuto dalla persona tale da renderla non più in grado, da sola, di contrastare efficacemente il processo di esclusione in atto. Le persone inoltre tendono ad allontanarsi dai servizi poiché vi faticano a trovare risposte ritenute idonee. Ciò si realizza sia per l'elevata barriera d'accesso ai servizi percepita dai soggetti in relazione alla propria condizione, che per la difficoltà dei servizi stessi a riconoscere la persona come un possibile destinatario di attenzione e di cure. Da ultimo, la persona senza dimora si presenta particolarmente povera di relazioni significative e, a seconda del grado d'intensità del disagio, progressivamente meno idonea a strutturare e mantenere relazioni significative, sino al punto d'apparire caratterizzata da comportamenti anti-sociali. [Presentazione delle proprie attività sul sito della Fio PSD, 2010] 7) Un ex magazzino sotto i binari della Stazione Centrale di Milano dal 27 dicembre 2011 sarà un Rifugio notturno per uomini senza fissa dimora. Lo ha inaugurato il 16 dicembre l'arcivescovo della città, il cardinale Angelo Scola. Il Rifugio sarà gestito dalla Caritas Ambrosiana ed è stato messo a nuovo in cinque mesi, grazie alle risorse fornite da Fondazione Cariplo, Ferrovie dello Stato, Enel Cuore e Fondazione Milan. […] "L'edificio a qualche centinaio di metri dalla Stazione Centrale di Milano torna a ospitare gli ultimi della città : nelle stesse stanze, infatti, per trent'anni un religioso dal cuore grande come Fratel Ettore aveva accolto migliaia e migliaia di senza tetto, fidando soltanto sulle risorse della sua generosità, della Provvidenza e dei tanti volontari. Ma il luogo era stato chiuso nel 2009 per le infiltrazioni d'acqua e il deterioramento delle strutture. Il Rifugio sarà aperto dalle 18 alle 8,30, […] Fondamentale sarà poi l'apporto dei volontari: già in 30 hanno partecipato ai corsi di formazione di Caritas ambrosiana e sono pronti ad animare le serate e ai colloqui personali con gli ospiti. Nel progetto di Caritas, infatti, il ricovero al Rifugio non sarà tanto un punto di arrivo, quanto di partenza. Per gli ospiti si studieranno programmi personali per avviare un rientro nella società. Si stima che a Milano siano 3.500 i senza fissa dimora, mentre la città dispone per loro di 1.500 posti letto del pubblico e del privato sociale. Anche l'origine di chi arriva a vivere sulla strada è cambiata: una volta erano soprattutto alcolisti e malati psichici, ora si sono aggiunti uomini separati o che hanno perso il lavoro, immigrati che non hanno trovato un inserimento. [ dal sito della Caritas Ambrosiana, 17 dicembre 2011] 5) TIPOLOGIA B: ambito socio-economico: BULLISMO E CYBERBULLISMO. 1). Un comportamento da "bullo" è un tipo di azione (individuale o collettiva) che mira deliberatamente a ferire; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi e persino anni ed è difficile per coloro che ne sono vittime difendersi. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c'è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare.[…] Le vittime dei bulli hanno vita difficile, possono sentirsi oltraggiate, possono provare il desiderio di non andare a scuola. Nel corso del tempo è probabile che perdano sicurezza e autostima, rimproverandosi di "attirare" le prepotenze dei loro compagni. Questo disagio può influire sulla loro concentrazione e sul loro apprendimento. Alcuni ragazzi possono presentare sintomi da stress, mal di stomaco e mal di testa, incubi o attacchi d'ansia. […] Le conseguenze di tale situazione […] possono provocare strascichi anche in età di molto successive a quelle del sopruso stesso. [Dan Olweus, “Il bullismo”, Giunti Editore, 2010] 2).Computer, smartphone, Ipod, Ipad, televisione: gli adolescenti, ma anche i più piccoli, sono hi tech-dipendenti. sempre connessi, sempre rintracciabili, occhi allo schermo, mano sul mouse, cuffie alle orecchie, smanettano sul web che è un piacere. E guai a metter loro dei paletti. Pochi limiti, zero precauzioni, genitori che spesso non controllano e che neppure conoscono le password dei figli più piccoli. Eccoli i giovani di oggi, così come li ha fotografati un'indagine di Telefono Azzurro e Eurispes presentata oggi alla Camera dei Deputati. Le nuove tecnologie stanno trasformando i comportamenti degli adolescenti, nascono nuovi fenomeni, si amplificano i rischi di incappare in siti di immagini pedopornografiche (come è accaduto a un terzo degli intervistati) o in siti che incitano alla violenza, al razzismo, all'anoressia o al suicidio. Il bullismo nella rete dilaga, si chiama «cyberbullismo», e lo hanno subito in tanti. Se il 23,6 per cento degli interpellati ammette di aver trovato on line pettegolezzi o falsità sul proprio conto, ad altri è andata peggio: 1 adolescente su 5 ha scovato su internet proprie foto imbarazzanti. L'invio di testi, immagini e video a sfondo sessuale è un fenomeno in crescita. È il «sexting» e interessa allo stesso modo maschi e femmine tra i 16 e i 18 anni: c'è chi lo fa perché non ci vede nulla di male e chi perché spinto dal proprio partner (1 ragazza su 4). La maggior parte degli adolescenti si diverte nel ricevere questi messaggi o a inviare foto compromettenti e non ha la consapevolezza di maneggiare materiale pedopornografico che può arrivare in mano a persone malintenzionate. [Patrizia Tagliaferri “Cyberbullismo e sexting, le tecnologie cambiano i comportamenti dei minori dilaga il bullismo e la diffusione di foto e testi compromettenti”., “Il Giornale”, 16/10/2012] 3). I nostri figli. Li sapevamo immaturi, indifferenti, privi di iniziativa, forse ignoranti o anche maleducati: non perversi. D’ un colpo tutti questi giovani filmaker dei loro stessi orrori, neppure ancora maggiorenni, spesso soltanto adolescenti, sembrano essersi trasformati in adulti opachi, disfatti dalla noia,disfatti dalla noia, vecchi stanchi che, ormai estranei alla vita, si chiudono nelle loro buie stanze per guadare filmini oscenamente violenti o pornografici. Evidentemente infettati da una malattia che da tempo si sta allargando nella società, per cui esiste solo quello che si vede in televisione e tutto il resto è ininfluente e senza peso. Picchiano, stuprano, umiliano, ma , contemporaneamente immortalano o raccomandano di farsi immortalare, forse perché sentono che, se nessuno li guarda mentre esercitano le loro odiose sopraffazioni, se nessuno dei tenti confratelli di vizio li osserva, li approva, magari,anche, li invidia, rischiano di scoprire il nulla inconsistente di cui sono fatti. Non potendo andare in televisione, si arrangiano per finire almeno su internet, dove, c’è da immaginarlo, già sono diventati personaggi, quasi eroi: del male, è vero, ma per loro non si tratta certo di una controindicazione.[ Isabella Bossi Fedrigotti, “I piccoli registi delle nostre miserie (e la malattia di essere “visti”)”, “Corriere della Sera”, 16 novembre 2006] 4) AA.VV. “iI problemi degli adolescenti” , Franco Angeli, 2011. Il 23,6 per cento dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni è stato preso di mira dai cyber-bulli: sul web ha trovato pubblicati pettegolezzi o falsità su di lui.Al 20,5 per cento dei ragazzi è capitato di trovare online proprie foto imbarazzanti (uno su 10 nel caso dei bambini tra i 7 e gli 11 anni) e all'11,1 per cento video spiacevoli in cui era presente (6,7 per cento). Maltrattamenti. Quasi un adolescente su tre viene maltrattato dal proprio partner: al 29,1 per cento dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni è successo che il proprio partner urlasse contro di lui, uno su cinque (20,9 per cento) invece è stato insultato. Tra le minacce subite, quella più frequente è l'essere lasciati dal partner nel caso in cui non si faccia ciò che viene detto (8,7 per cento). Dai dati emerge che le violenze verbali prevalgono su quelle fisiche: il 5,4 per cento degli adolescenti dichiara che il proprio partner ha minacciato di picchiarlo. I ragazzi intervistati hanno ammesso di avere amici o amiche picchiati (14,7 per cento) o minacciati (13,5 per cento) dai loro partner. Il 6,2 per cento ha detto che i loro amici sono stati minacciati dal partner attraverso la pubblicazione di video o foto private online. [Isabella Bossi Fedrigotti, “I piccoli registi delle nostre miserie (e la malattia di essere “visti”)”, “Corriere della Sera”, 16 novembre 2006] 5) . Molti gli episodi di bullismo nelle scuole italiane. A Bari, per esempio, un ragazzino di tredici anni è stato ricoverato in ospedale per una lesione al timpano dopo che cinque suoi compagni di scuola lo hanno bersagliato con petardi che gli sono esplosi addosso. Sempre in una scuola di Bari altri sei ragazzini, tra cui tre ragazze, hanno costretto una ragazzina a fare docce fredde nei bagni degli spogliatoi della scuola. “Quando ho sentito tutto ciò, sono rimasta inorridita, per di più delusa dall’ atteggiamento di altri adolescenti che anno all’ incirca la mia età; sorpresa nel sapere che anche tra le ragazze c’è il fenomeno del bullismo” ha dichiarato un’ amica della vittima. Sono loro infatti che iniziano a creare i loro “gruppetti” fin dalle elementari e man mano che crescono diventano più cattive. Sembrerebbe che siano in “competizione” con i loro compagni maschi: infatti sono molto più aggressive e spietate. “Questi ragazzi diventano così prendendo esempio dai loro coetanei, fratelli o genitori stessi.- spiega lo psicologo dott. Leopoldo Grosso, da anni attivo su questi temi - Se un bambino cresce in mezzo all’ aggressività e alla cattiveria, sarà molto difficile che da grande sia buono e gentile. Sarebbe molto utile la presenza di un bravo psicologo nelle scuole: i ragazzi con questi problemi, segnalati dagli insegnanti e dal preside stesso, dovrebbero fare degli incontri in modo da capire il perché del loro atteggiamento irresponsabile e cercare di correggerlo. È importante correggere l’ atteggiamento dei bulli: prima si provvede, maggiore sarà la probabilità che il ragazzo o la ragazza cambi.” [Daniele Particelli, “Bullismo a Campobasso: si filmano mentre maltrattano e deridono un ragazzo disabile”, “Il Mattino”, 24 giugno 2008] 6). Il bullismo a scuola nasce anche sulle pagine di Facebook. Il grido di allarme è stato lanciato sabato mattina a Vittorio Veneto all’istituto tecnico commerciale di via Pasqualis a conclusione del corso di autodifesa e legalità. «Spesso le zuffe tra ragazzi hanno origine da scambi di battute su Facebook», ha spiegato il dirigente scolastico Domenico Dal Mas.«Occorre far capire le potenzialità e la pericolosità dei social network», gli ha fatto eco il comandante dei carabinieri Giancarlo Carraro. «Fate attenzione a quello che dite on line», ha aggiunto rivolgendosi agli studenti, «anche una frase offensiva può essere oggetto di denuncia. Destreggiarsi a livello psicologico attraverso la rete non è facile».«Su Facebook da una parola può nascere un conflitto», ha aggiunto Dal Mas, «la solitudine della rete amplifica le reazioni emotive. Manca la mediazione del trovarsi faccia a faccia e il riuscire a spiegarsi». Il corso ha coinvolto per due mesi, a costo zero, una settantina di studenti dell'ultimo anno di ragioneria, per la maggioranza ragazze. Nato per affrontare il fenomeno dello stalking, si è ben presto trasformato in un'esperienza che ha spaziato dall'autodifesa alla legalità. Coinvolti, oltre ai carabinieri, anche la scuola cittadina di taekwondo. «Non voleva essere una scuola di combattimento», hanno precisato gli istruttori, «il nostro intento non era di insegnare a darle, ma all'opposto a non prenderle. Per questo abbiamo puntato soprattutto sulle strategie per non arrivare a situazioni di pericolo. L'atteggiamento è importante. I bulli scelgono le loro vittime, se si trovano davanti una reazione decisa battono in ritirata. Abbiamo quindi puntato a sviluppare l'autostima e l'autocontrollo». «Non mettetevi in situazioni sgradevoli», ha invitato l'assessore comunale alla sicurezza Mario Rosset. «A Vittorio Veneto ci sono tante scuole e purtroppo ogni settimana ci arrivano segnalazioni di danneggiamenti e vandalismi. Non cercate di fare i giustizieri, ma abbiate fiducia delle forze dell'ordine e rivolgetevi a loro». Visto il successo del corso, l'intenzione è non solo di ripeterlo, ma di allargarlo ad altri istituti, coinvolgendo questa volta anche gli studenti delle quarte. [Francesca Gallo, “L’allarme del preside: ‘Il bullismo a scuola nasce su Facebook; una battuta di troppo in rete e scatta la violenza in classe’” “Il Gazzettino”, 24 dicembre 2012] 7) Il bullismo femminile è un fenomeno poco evidente. Questo tipo di bullismo per questo è stato paragonato a una forma di mobbing. Infatti, questo atteggiamento crea le condizioni perché la vittima non possa dimostrare nulla di ciò che è accaduto. Se la ragazza offesa trova il coraggio di chiedere spiegazioni, si trova di fronte a clamorose smentite e spesso finisce per essere accusata a sua volta( per esempio di narcisismo o di soffrire di manie di persecuzioni). Così, in preda alla frustrazione, spesso la vittima arriva addirittura a sentirsi in colpa. si scagliano contro le timide La vittima della bulla, in genere, è una coetanea, quasi sempre una compagna di classe, incapace di reagire, di ribellarsi o anche solo di denunciare l'accaduto. Ne mirino delle bulle finiscono più spesso le ragazze timide, con un sano rapporto familiare o molto diligenti. La vittima può essre spinta ad annientare la propria autostima, un problema che trascina con sé anche altri disturbi, come quello deò comportamento alimentare e gli attacchi di panico. In altri casi, nella ragazza oppressa scatta un processo di autodenigrazione, accompagnato dalla bramosia di entrare a far parte del gruppo di bulle. [Rosalia Cipollina, “anche le ragazze…” in "Viversani & Belli", agosto 2008] 8) Il cyberbullo può sentirsi protetto dal web e spingersi a superare limiti che, di persona, non varcherebbe per paura di mettersi nei guai. La relazione di cyberbullismo, addirittura, può più facilmente spingere la vittima a trasformarsi lui stesso in vessatore, proprio per la perdita di remore che il filtro del web sembra offrire. Gli studi e le statistiche in merito sono per la maggior parte stranieri. C’è uno studio italiano del 2008, molto citato in rete sul cyberbullismo nel nostro Paese. I nostri studi offrono una schematizzazione molto chiara del fenomeno. I numeri, in Italia, sarebbero stati, tre anni fa, questi: su un campione di 1047 ragazzi, di età compresa tra gli 11 e i 20 anni, studenti di scuole medie (702) e superiori (345), situate (per scelta casuale) nelle regioni di Sardegna, Lazio, Marche, Sicilia e Lombardia, il 14% degli studenti delle scuole medie (con una certa omogeneità tra i due sessi) ed il 16% delle superiori (qui più del 20% delle ragazze dichiara di avere subito aggressioni on line, mentre solo il 6% dei ragazzi riferisce di essere stato cyberbullizzato) hanno riferito di avere subito cyberbullismo.[ L. Pisano, M.E. Saturno, La prepotenze che non terminano mai, in Psicologia contemporanea, ottobre 2008] 9) Con triste regolarità la cronaca testimonia le drammatiche conseguenze che possono derivare dal bullismo e la necessità di valutare i comportamenti di prevaricazione non solamente in base alla percezione o all'intenzionalità di chi li agisce, ma soprattutto considerando le conseguenze per chi li subisce. La scuola conferma la sua importante funzione educativa e di socializzazione, in particolare nella costruzione dell'autostima e nello sperimentare ed acquisire abilità sociali. Non tutti gli episodi di bullismo avvengono all'interno della scuola, ma essa è l'ambiente dove più facilmente si possono contrastare e prevenire. E' fondamentale non considerare il bullismo come un fatto attinente soltanto alla sfera privata dei soggetti coinvolti, ma riportarlo con forza e decisione in una logica in cui prevalga la responsabilità condivisa. Anche se i singoli episodi di prepotenza coinvolgono pochi bambini o ragazzi, il bullismo è sostanzialmente un fenomeno sociale che coinvolge il gruppo dei pari e la comunità di appartenenza, pertanto la sua riduzione deve passare anche attraverso il rafforzamento della cultura della legalità e della responsabilità, individuale e collettiva. Tutti gli adulti di riferimento di bambini e ragazzi hanno la responsabilità di attivarsi, ognuno nel proprio ruolo e compito educativo. [Oliviero Facchinetti, Bullismo? No grazie!, in Rivista di psicologia adolescenziale, 2014] RIPASSARE LE INDICAZIONI GIA’ DATE QUEST’ANNO SULLA TIPOLOGIA B: ARTICOLO DA GIORNALE / TIPOLOGIA B (SCHEMA) Premesse: N.B. 1: ricordati che un articolo esige coerenza, coesione, un linguaggio preciso e corretto e un registro formale N.B. 2: non usare mai le stesse parole delle fonti, a meno che tu non stia riportando una citazione, ricorsati inoltre che le citazioni devono essere brevi e usate solo in caso di necessità, o per dare autorevolezza a quanto stai dicendo; riporta sempre la qualifica di chi viene citato N.B. 3: non citare mai te stesso, cioè non ripetere gli stessi concetti con le stesse parole in parti diverse dello svolgimento Articolo informativo-argomentativo. I ) destinazione editoriale ( nome del giornale o tipo di giornale) e titolo ( coerente con il testo, ma può essere ad effetto in modo intelligente per catturare l’ attenzione del lettore) II) svolgimento: A) Introduzione: 1) Il ‘lead’ che richiama l’ attenzione del lettore, anche in modo accattivante. 2) Attualizzazione: breve collegamento con un avvenimento reale ( una volta il Ministero ammetteva anche l’ avvenimento inventato: si può fare, ma con buon senso e senza incongruenze) che possa giustificare la pubblicazione di un articolo sull’ argomento. [nel riferire sinteticamente un fatto ricordati di rispettare la regola inglese delle 5W+H: who, where, when, what, why + how] B) Approfondimento: 1) Definizione del problema: informazioni essenziali. 2) Indicazione delle varie opinioni (riferite sinteticamente, ma con l’ indicazione dei rispettivi sostenitori; analisi della questione: cause, situazione attuale, conseguenze, eventuali interventi. Questo può bastare per un tema informativo, se è anche argomentativo si deve andare oltre: 3) Enunciazione della propria tesi ( = l’ opinione, dettagliata, che tu hai deciso di sostenere) 4) Prove a sostegno della propria tesi (tutti i dati e le informazioni utili, compresa lacitazione delle fonti favorevoli alla tesi prescelta) per convincere il lettore che il proprio punto di vista è più corretto. Pur se presenti un tuo punto di vista esprimiti in terza persona, evitando di dire “io penso”, a meno che non si tratti di una testimonianza personale (ma allora bisogna decidere “chi sei”, per chi pubblichi, come ti rapporti con i tuoi lettori… tutte cose da valutare con padronanza dei mezzi espressivi) 5) Confutazione delle tesi contrarie ( è una parte facoltativa, dipende dal tipo di testo) C) Conclusione: 1) efficace riassunto dello stato della questione, ( specie se è informativo) 2) prospettive per il futuro, 3) inserzione di una citazione significativa a cui viene affidato il “messaggio”. INDICAZIONI DI LAVORO 1) Leggere le fonti, comprendere il significato del messaggio di ciascuna, quali contenuti forniscono o mettono in evidenza, Può essere utile aiutarsi con l’ evidenziatore, scrivere brevi note riassuntive ecc….. Il foglio delle fonti è materiale di lavoro, anche se va restituito assieme all’ elaborato. 2) Confrontare l’ informazione e il parere dato dalle fonti con le proprie informazioni e i propri punti di vista. (la tipologia B presuppone uno studente informato, che legge e riflette sulla attualità) 3) Iniziare l’ articolo in modo significativo. La notizia, il problema d’attualità, il fatto in sintesi da cui prende spunto la trattazione ( vd. il ‘lead’). 4) Inserire le citazioni virgolettate (!) come una parola autorevole, per dire esattamente il punto di vista di un autore, per dare autorevolezza o chiarezza in un passaggio decisivo, senza abusarne. Ricordarsi che appena si usa una parola che è nelle fonti si è in citazione, quindi si deve virgolettare, se necessario si può “entrare” ed “uscire” dalla citazione inserendo parole proprie, ma si deve sempre segnalare con le virgolette dove iniza e dove finisce la citazione! 5) Tenere conto che in genere il lettore è poco informato, quindi occorre chiarire ogni dettaglio ( senza evidentemente dire inutilmente ciò che è di conoscenza comune: si tratta di trovare il corretto equilibrio). In particolare dire sempre la qualifica di ogni persona citata, in particolare quando viene citata per la prima volta nell’ articolo. 6) Pensare a come affrontare la conclusione: aperta? chiusa? mettervi una citazione o un riferimento culturale? Dove si vuole arrivare ? 7) Scegliere la destinazione editoriale fin dall’ inizio: essa può orientare in modo significativo (e salvare o condannare) la trattazione. Occorre sapere quale è il ‘target’ del lavoro, che tipo di lettore legge il giornale per il quale si immagina di scrivere. Tenere conto che conviene immaginare di pubblicare per un settimanale ( non è troppo legato alla cronaca immediata), o per le pagine di approfondimento di un quotidiano ( sarebbe utile dire anche in che parte del quotidiano si immagina di pubblicare, ma forse è troppo raffinato). Pensare di pubblicare sulla stampa locale è una soluzione interessante, ma bisogna conoscere veramente la situazione reale. 8) Evitare di dire “io”! Occorre tenere conto che è il lavoro di uno studente che immagina di pubblicare su un giornale: è in grado lo studente di immaginarsi nel ruolo di un grande editorialista che è autorizzato a dire “io” ? come pure: è in grado lo studente di immagine se stesso come adolescente che pubblica realmente su un quotidiano nazionale col proprio nome e cognome? E’ evidente che la formula dell’ impersonalità è l’ unica seriamente praticabile, tranne casi particolari, quale per esempio proporsi di pubblicare per un giornalino scolastico. Il punto di vista non deve emergere dal dire “io penso”, ma dal montaggio delle fonti, dal tipo di argomenti e di riferimenti che si fanno, dal taglio di una parola, di un aggettivo. 9) Occorre tenere conto delle indicazioni ministeriali che presentano delle differenze fra articolo e saggio breve e danno un limite alla lunghezza dell’ elaborato. 10) Rileggere alla fine con cura, controllando le citazioni, le scelte lessicali, la correttezza ortografica. Ricordarsi bene le INDICAZIONI MINISTERIALI che sono normalmente premesse ad ogni tipologia B. Tipologia B: redazione di un “saggio breve” o di un “articolo di giornale” Sviluppa l’ argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del “saggio breve” argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’ “articolo di giornale”, indica il titolo dell’ articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare le cinque colonne di metà di foglio protocollo. Il tema viene corretto secondo tre parametri: conoscenza ( = contenuto), competenze ( = struttura argomentativa), capacità espressiva ( = correttezza nell’ uso della lingua italiana e idoneità alla tipologia di testo). Un’ ultima importante notazione: la grafia sia sempre chiara e leggibile!!!