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ORANGE STyLE PROFESSIONAL MAGAZINE Numero 3 _ anno 2015 2 l L’editoriale il LINGUAGGIO DEL CORPO. 3 l dalla casamadre in SVIZZERA 4 l MUNGO POINT Mungo Point Certificato: Ferramenta Venerota. I FISSAGGI MUNGO NEL MONDO. 9 l UNA VETRINA SUL MONDO SIEXPO 2015: sostenibilità ed Innovazione. Mungo c’è. 10 l MORASsUTTI POINT. Morassutti Point: Astori Spa. 11 l NOTIZIE DAL GRUPPO. velcro: Il sistema di chiusura riapribile originale. 5 l L’EVENTO Klimainfisso di Bolzano. Una fiera dedicata alla filiera produttiva del serramento. 12 l meglio un giorno da leoni il bello, il buono e l’inedito . Edito da Mungo S.r.l. _ Via Germania 23 z.i. _ 35127 Padova _ T. +39 049 7623111_ [email protected] _ www.mungo.it 6 l LA TECNOLOGIA MUNGO DIVENTA ARTE con Luca Moretto. 8 l mungo BEST SELLERS Sua maestà l’ancorante chimico Mungo. L’editoriale Il tuo corpo mi parla così forte che non riesco a sentire quello che dici. Il corpo parla, il suo linguaggio è molto più importante e incisivo, a livello emotivo, di quello delle parole. Chi si occupa di comunicazione a livello scientifico ci dice che l’impatto psicologico della comunicazione verbale, cioè di quello che diciamo, corrisponde soltanto al 7% del totale. La comunicazione non verbale, cioè il linguaggio dei gesti (ciò che vediamo, ma che non sentiamo) corrisponde ben al 55%. Mentre il restante 38% è il linguaggio paraverbale, vale a dire il tono, il volume e il ritmo della voce. Difficile crederci? Basta fare una prova. Dì a qualcuno che conosci che sei felice di vederlo, ma dillo con una smorfia di disgusto e voce annoiata. Scommettiamo che non ti crederà affatto? Normale: non abbiamo forse detto che il contenuto equivale soltanto al 7%? La comunicazione non verbale è gestita dall’inconscio. Conoscerla serve per decodificare la comunicazione del nostro interlocutore: per capire, cioè, se è sincero. I segnali del corpo possono essere di gradimento o di rifiuto: vediamo i più importanti. La consapevolezza dei nostri atteggiamenti, dei nostri gesti e di “come” diciamo le cose fa la vera differenza. Talvolta non ci rendiamo conto che la nostra comunicazione trasmette segnali incongruenti, diciamo una cosa e inconsapevolmente con il corpo lanciamo segnali di smentita. Segnali di gradimento che l’argomento, o la mia persona, gli stanno causando una forte tensione. Come il linguino è il massimo segnale di Nel viso il centro del piacere è la bocca. Serve per gradimento, questo rappresenta invece il massimo segnale succhiare il latte materno, per mangiare, per provare di rifiuto. sensazioni piacevoli; quindi accarezzarsi le labbra, Si potrebbe obiettare: ma come, non ci si può grattare mordicchiarsele o, meglio ancora, passarci sopra la semplicemente perché il naso prude? Certo che sì. Ma il lingua indica un notevole gradimento da parte del nostro prurito è causato da una vasodilatazione dei capillari, che interlocutore. reagiscono a situazioni di stress. E se la persona che si Nei confronti di quello che stiamo dicendo, se il segnale gratta è stressata ci sarà pure un motivo. avviene in corrispondenza con una nostra parola, proposta Anche spostare il corpo indietro, lontano dall’interlocutore, o argomento, ci conviene approfondire quel tema per non è un buon segnale, equivale a prendere le distanze da suscitare approvazione nell’altro. Se invece il segnale lui. Così come spostare oggetti lontano da noi, significa che di gradimento viene dato in continuazione, ad esempio vogliamo allontanare l’argomento o la persona. Spolverare mordicchiandosi il labbro di continuo, meglio ancora, o spazzare via dagli abiti o dal tavolo polvere o briciole significa che il gradimento riguarda la nostra persona. ha un significato preciso: non voglio farmi carico di questi Altri segnali positivi sono succhiare un oggetto, spingere problemi. Mentre il colpo di tosse e il raschiamento della le labbra leggermente in fuori (il cosiddetto “bacio gola sono un rifiuto netto di quanto stiamo dicendo. analogico”), leccarsi le labbra, premere la lingua all’interno E’ noto che gambe accavallate e braccia conserte sono delle guance, accarezzarsi mento e collo (la cosa lo segnale di chiusura. Ma anche qui bisogna stare attenti. ingolosisce!). Non è detto che chi assume questa postura ci sia ostile, Spostare il busto o il corpo in avanti, verso di noi, forse si sta soltanto rilassando in una posizione comoda. simboleggia un avvicinamento psicologico nei nostri Serve trovare conferme alla nostra tesi. Come diceva confronti, insomma, gli piacciamo! Lo stesso vale per lo Sherlock Holmes, “un indizio è un indizio, due sono due spostamento di oggetti verso noi stessi, sono seduto a un indizi, tre sono una prova”. tavolo, l’interlocutore è dall’altra parte e avvicino a me una penna, un foglio, un bicchiere. Significa che l’argomento mi interessa e cerco simbolicamente di avvicinarlo a me. Puntare il piede, soprattutto il destro, verso qualcuno vuol Grattarsi il capo: chi lo fa ha un grattacapo, cioè un dire che siamo attratti da quella persona, o da quello che problema da risolvere. sta dicendo. Mentre tenere un atteggiamento aperto, con Grattarsi o massaggiarsi la fronte: in questo caso braccia aperte e gambe non conserte, denota cordialità e l’interlocutore non ha chiaro l’argomento della discussione disponibilità. e gradirebbe un chiarimento. Alcuni gesti hanno una valenza seduttiva: accarezzarsi i Grattarsi o massaggiarsi l’orecchio o la zona circostante: capelli o giocare con la collana, il bracciale o l’anello da esprime una pulsione sessuale inibita. parte delle donne; aggiustarsi la cravatta o toccarsi la fibbia Esempio: sto parlando di una donna con un amico, e della cintura dei pantaloni da parte degli uomini. lui comincia a grattarsi l’orecchio, potrebbe, ripetiamo, Segnali specifici potrebbe significare che ne è attratto sessualmente, ma esiste un vincolo all’appagamento; se si gratta l’orecchio destro vuol dire che è lui a porsi delle remore; se si gratta il Il naso è il centro dello sgradimento. Se mentre sto parlando sinistro è l’amica che non ci sta! l’interlocutore si gratta il naso ripetutamente può significare Segnali di rifiuto 2l In conclusione qual’è l’Invito all’Azione che ne deriva? Accresciamo la consapevolezza del linguaggio del corpo, nostro e dei nostri interlocutori; maggiore attenzione non solo a ciò che diciamo ma anche a come lo diciamo, maggiore osservazione dei segnali del corpo dei nostri interlocutori (i loro feed-back alla nostra comunicazione ). Curiamo al meglio il nostro “primo impatto”, per fare una buona prima impressione non abbiamo una seconda possibilità. Guadagniamoci sul campo la credibilità verso i clienti anche attraverso la congruenza della nostra comunicazione e la capacità di capire quanto e come viene percepito quello che stiamo comunicando. “Noi comunichiamo ciò che l’altro ha capito” Se dopo aver comunicato non accade nulla o succede qualcosa che non vogliamo, perché abbiamo comunicato? Diceva il filosofo Karl Jasper, “Tutto ciò che non si realizza nella comunicazione non esiste”. Buona Comunic_Azione a Tutti! Mauro Leoni ORANGE STyLE Dalla casamadre in svizzera I fissaggi Mungo nel mondo. L’arancio è il colore della solarità, della simpatia ma anche della sicurezza. Gli ancoranti Mungo “fissano” in sicurezza molti edifici e strutture importanti nei cantieri di tutto il mondo. Le altissime performances certificate dei fissaggi in nylon, dei fissaggi in metallo e degli ancoranti chimici garantiscono un perfetto connubio con tutte le strutture e i materiali di supporto utilizzati nei diversi paesi. 1 _ Skolkovo Innovation Center Moscow 2 _ Nile House Czech Republic 3 _ Danubehouse Czech Republic 4 _ JW Marriot Marquis Hotel Dubai 3l MUNGO POINT Ferramenta Venerota srl. Mungo Point Certificato: un Progetto di Partnership che crea valore. La Ferramenta VENEROTA, rivenditore professionale prevalentemente orientato al settore del serramento, è conosciuta soprattutto per la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, ma anche per la capacità di fare e portare innovazione. Presente in tutta la Lombardia, oggi conta su 42 collaboratori con elevate competenze. Dalla moderna e funzionale sede di Lecco ogni giorno affianca i suoi clienti nella scelta delle migliori soluzioni applicative. Molti sono i riconoscimenti che la Ferramenta VENEROTA ha ricevuto da importanti e autorevoli fornitori internazionali con marchi di prestigio. Premiata dai collaboratori che hanno sposato la filosofia dell’azienda e ne hanno condiviso i valori e dai clienti che apprezzando la qualità dell’offerta, la consulenza delle risorse ed il livello di servizio ne hanno consentito la crescita continua fino ad oggi. Le radici profonde di VENEROTA prendono vita dal sogno del suo fondatore Amedeo Rota e oggi sono con passione e dedizione portate avanti dai figli Nicoletta e Massimo con la collaborazione di Marco Milani, instancabili pilastri portanti dell’azienda nei rapporti con i partner fornitori, con i clienti e con i collaboratori. Nel 2012 con il Progetto Mungo/CSI a Ferramenta Venerota viene rilasciato il Patentino e l’attestato di “Distributore Certificato” Gold Class a seguito di corsi di formazione mungo e verifiche ispettive dell’ente riconosciuto di certificazione CSI di Bollate (MI). 4l La parola d’ordine di VENEROTA è: “Quello che ti serve e quando ti serve...”. Tutto ciò è reso possibile da un ampio e moderno magazzino sempre fornito e da una tecnologia all’avanguardia che garantiscono un servizio eccellente. Nel 2006 nasce Accademia VENEROTA, un progetto di formazione continua per i clienti, sia sulle evoluzioni normative e sulle dinamiche applicative che su moderne visioni di marketing e di vendita, con il supporto di consulenti competenti e dei migliori partners del settore come Mungo. Un team vincente di collaboratori e una fattiva partnership con i fornitori più qualificati per affrontare con successo le sfide quotidiane e future e poter essere sempre più vicini ai clienti, difendere il loro lavoro e valorizzarne l’attività. ORANGE STyLE L’evento Klimainfisso di Bolzano. Una fiera dedicata alla filiera produttiva del serramento. La manifestazione si rivolge in particolare a produttori, posatori di serramenti e rivenditori specializzati del settore oltre a professionisti del mondo della finestra e dell’edilizia. Mungo, con il progetto PQS posa qualificata del serramento, in collaborazione con Legno Legno partecipa attivamente all’evento presentando nuovi prodotti per soluzioni applicative all’avanguardia all’interno di una mostra tematica dedicata alla posa con dimostrazioni pratiche. Quest’attività, oltre ad essere un momento formativo e informativo,rappresenta un’occasione di incontro, di confronto e di scambio tra serramentisti, distributori, progettisti e operatori della filiera. Mungo è il Partner per la posa in opera di Anfit, il difensore delle finestre made in Italy. Chi è - A.N.F.IT L’Associazione nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy, raggruppa come propri associati numerose aziende italiane produttrici di serramenti e, in qualità di associati sostenitori, aziende produttrici di profilati in PVC destinati alla fabbricazione del serramento e aziende fornitrici di servizi e componenti per la costruzione dei serramenti. Scopo primario dell’Associazione è la tutela del mercato italiano e della filiera di produzione Made in Italy, nel rispetto delle norme vigenti di riferimento del settore serramentistico e nel rispetto delle verifiche sulla qualità. CHE COSA FA ANFIT? Tutela e difende le produzioni italiane di infissi. Qualifica e promuove la filiera nazionale del serramento. Sono questi gli obiettivi primari di ANFIT, l’Associazione nata tre anni fa per volere di un folto gruppo di serramentisti per difendere e promuovere il prodotto nazionale nel rispetto delle leggi e delle norme nazionali ed europee. Gestita in prima persona dai soci serramentisti, ANFIT, l’Associazione per la Tutela della Finestra Made in Italy, sta diventando un crescente punto di riferimento per il settore. ANFIT è associata a FINCO e partecipa attivamente alle riunioni riguardanti la vita politica su temi di grande interesse come le costruzioni e i regolamenti edili, gli appalti e la loro riorganizzazione, l’efficientamento energetico e i suoi parametri. Essendo socio UNI, partecipa attivamente alle riunioni dei gruppi di lavoro sulle normative di prodotto. CONSULENZA Pur giovane, ANFIT è già riconosciuta anche in Europa quale rappresentante italiano in EPW, la Federazione Europea delle finestre in pvc, che per il tramite di Eurowindoor tutela gli interessi dei produttori del continente a Bruxelles presso la Commissione europea. Ai produttori di serramenti ANFIT offre non solo la tutela del lavoro italiano ma anche concreti strumenti operativi come l’aggiornamento tecniconormativo sulle sempre più numerose e complesse leggi, circolari, norme e direttive europee che regolano la vita del comparto, la consulenza per la qualificazione del prodotto, del personale e delle aziende e la consulenza di tipo legale e amministrativo. INIZIATIVE ANFIT illustra tre importanti progetti: l’etichetta energetica, il Marchio Quality e il Manuale della Posa in opera. Sono tre iniziative apparentemente diverse ma fortemente collegate che ben esprimono la missione dell’Associazione, nata per promuovere la qualità, la sicurezza nell’uso dei serramenti e la certezza della loro realizzazione sul territorio nazionale Italiano. Sul Marchio Quality e sull’etichetta energetica degli infissi veglierà la stessa Associazione che tutelerà gli interessi di consumatori finali e progettisti e sarà garante di imparziale trattamento tra i soci ANFIT. 5l la tecnologia mungo diventa arte Silicone: marmo del terzo millennio. Grazie a Luca Moretto e a Mungo. di Francesco Tadini Cosa rende un’azienda leader un marchio che si ricorda nel tempo? L’efficacia e la durata dei prodotti e la partecipazione ad un’impresa collettiva che chiamiamo, comunemente, civiltà. E quali sono i segni delle civiltà che hanno fatto veramente storia? Li abbiamo sotto gli occhi, tutti i giorni, viaggiando o anche solo girando il mondo con internet: i manufatti dell’arte. I generali e gli eserciti, spesso, vengono dimenticati. I grandi artisti e gli architetti - e gli ingegneri! - che hanno dato forma alla città che abitiamo, vivono nella nostra quotidianità. Non solo nella memoria: nel presente. Di queste forme quotidiane fanno parte le piramidi come i grattacieli, la Cappella Sistina come i grandi aeroporti internazionali. Davanti alle grandi opere alziamo lo sguardo, attoniti e compiaciuti di quanta capacità abbia l’uomo di dare forma concreta all’immaginazione. A ciò che, prima, non esisteva e non si poteva ancora vedere. Viene da citare Picasso “..paradossalmente dipingere è il mestiere di un cieco. Egli non dipinge ciò che vede, ma ciò che pensa”. Quando parliamo delle grandi opere, spesso, dimentichiamo tutto l’immane sforzo che è servito per costruirle. Non sempre vediamo tutto quel pensiero e quella manualità che stanno dietro al progetto dell’architetto, o del grande scultore. 6l Come non vediamo ciò che tiene insieme un edificio che sfida la forza di gravità fino all’inverosimile, o che lo protegge dagli agenti atmosferici. I fissaggi, le sigillature, gli isolamenti termo acustici stanno a molti simboli architettonici contemporanei come la punteggiatura al poeta o allo scrittore: non starebbero insieme i versi, le proposizioni - i racconti – senza qualcosa che ancori le parole tra di loro. Il senso di ciò che diciamo sta nel modo in cui fissiamo le unità minime del discorso, congiungendole o separandole. Isolandole dal vento gelido della follia ... Parlando con Mauro Leoni - colpito come me dell’opera di un grande artista come Luca Moretto – è scaturita l’idea di una mostra che parli, in fondo, di cose semplici. L’emozione innanzi tutto - di guardare una cascata di colori di straordinaria intensità con i quali Moretto trasforma molti oggetti di design. La materia delle sue creazioni, il silicone, che l’artista riesce a trattare come una sorta di marmo del terzo millennio. E, poi, la verità di tale materia: la possibilità che un mezzo del quale le più grandi creazioni dell’architettura contemporanea si servono in abbondanza - e senza la quale non sarebbe possibile nemmeno pensarle – diventi sostanza di una originalissima visione d’arte. Con soluzioni applicative d’avanguardia unite alla creatività e all’esperienza di un artista che unisce sostanza e forma in icone della modernità - così piacevoli al tatto da far sembrare la vista un organo secondario - la “rivoluzione arancione”, alla Casa Museo Spazio Tadini di Milano è già cominciata. Luca Moretto (Jesolo, 1976) esporrà a Milano dal 14 aprile 2015 alla fine di maggio. Dal Salone del Mobile al primo mese di Expo l’artista - già presente in collezioni private e in esposizioni museali permanenti – sarà protagonista di un ciclo di mostre alla Casa Museo Spazio Tadini. ORANGE STyLE La TECNOLOGIA Mungo e Il DESIGN Staygreen incontrano l’ARTE con Luca Moretto. Ecoarredi in cartone trasformati in opere d’arte con l’applicazione creativa di siliconi eco-compatibili mappati LEED . ® Salvaguardia dell’ambiente e innovazione tecnologica si fondono in un progetto originale che vede la creatività dell’artista veneziano Luca Moretto trasformare in opere d’arte gli eco-arredi di design ideati da Staygreen attraverso l’applicazione dei nuovi siliconi Mungo in sintonia con la sostenibilità ambientale. Mungo, azienda multinazionale svizzera leader nella progettazione e produzione di tecnologie per il fissaggio, la sigillatura e l’isolamento termo-acustico. Con l’adozione delle più evolute tecnologie produttive e grazie all’avanzato laboratorio chimico, Mungo sviluppa una nuova generazione di polimeri siliconici mappati LEED®. Nel 2012 diventa il primo centro di competenza accreditato sul LEED® in Italia per la sostenibilità ambientale. Prodotti unici, disegnati da Roberto Pamio & Partners e realizzati artigianalmente interamente in Italia, gli arredi Staygreen sono frutto di un’attenta ricerca sui materiali che esprime un nuovo modo di vivere il design all’insegna dell’ecosostenibilità. Sedute, poltrone, divani, letti, tavoli e librerie sono creati unendo la carta e il cartone ad altri materiali alternativi e selezionati, capaci di incarnare un design pulito e naturale nelle forme. Luca Moretto (Jesolo,1976) mette insieme amore per i colori puri con una materia dalla assoluta plasmabilità e piacevolezza tattile, di origine naturale, ipermoderna, come il silicone. Con tale materia reinventa un equilibrio di colori e forme di esorbitante vitalità, capaci di coinvolgere un pubblico vasto in un gioco generativo che lo ha portato a reinventare e dare un volto nuovo anche a simboli di intere generazioni, come la Vespa e la Bugatti. La sua attenzione si volge alla tela come agli oggetti di design quotidiano: l’arte non ha confini. Gli oggetti di Luca Moretto, opere d’arte simbolo del sodalizio tra tecnologia e natura, saranno esposti a Milano sia in occasione del Salone del Mobile che dell’Expo 2015. Le sedi prestigiose che le ospiteranno: dal 14 Aprile al 19 Aprile lo showroom Spazio Seventy in via Pontaccio10 e il negozio Seventy in via Manzoni 46 Milano La Casa Museo Spazio Tadini in via Jommelli 24 Milano, a due riprese: dal 14 aprile al 5 maggio e dal 8 al 23 maggio. 7l MUNGO BEST SELLERS Sua Maestà l’ancorante chimico Mungo: il prodotto certificato più idoneo per ogni specifica soluzione applicativa. Mungo ha sviluppato una gamma di ancoranti chimici certificati che oggi è la più completa del mercato per soddisfare ogni specifica esigenza applicativa con la massima affidabilità, dall’ancoraggio su mattone pieno e/o forato, all’ancoraggio strutturale su calcestruzzo, con una gamma di prodotti pluricertificati: dall’inghisaggio di ferri da ripresa, ad interventi dove sia richiesta la certificazione antisismica, Mungo c’è. LEED tested ESR-3411 IEA AA-707 MIT SP Cert MIT Gold MIT SE MIT Cool MIT SP Cert ancoranti chimici in poliestere/ metacrilato certificati CE opzione 7 per applicazioni medio pesanti su murature piene e forate. MIT Gold ancorante chimico in poliestere/ metacrilato certificato opzione 7 e mappato LEED® particolarmente adatto per applicazioni nella serramentistica di cardini e altri particolari. Colore bianco pitturabile. MIT SE ancoranti chimici in vinilestere/ epossiacrilato pluricertificati CE opzione1 per zone tese e fessurate. Idonei per applicazioni strutturali, ferri da ripresa e certificati per zone sismiche. MIT Cool ancorante chimico in vinilestere/epossiacrilato certificato CE opzione 7 per applicazioni strutturali alle basse temperature (fino a - 26° C). 8l ORANGE STyLE una vetrina sul mondo SiExpo è un catalogo di prodotti sostenibili messi a disposizione dei Paesi Partecipanti e di tutto il pubblico di Expo2015. SiExpo è un’occasione importante per le imprese italiane che vogliono misurarsi con l’Esposizione Universale. Sostenuto da Camera di Commercio di Milano ed Expo 2015 SpA, e realizzato da Remade in Italy e Material ConneXion Italia con l’aiuto di Conai e FederlegnoArredo, è nato con l’obiettivo di proporre alle imprese italiane green di candidarsi agli espositori della rassegna internazionale con i loro prodotti e con i materiali sostenibili per realizzare il grande evento. “Il catalogo nasce dall’esigenza di dare un contributo qualificato all’ambiente” - dice Rodrigo Rodriquez, Presidente del Consorzio SiExpo2015, Sustainability and Innovation for Expo 2015 - e si è pensato ad uno strumento in grado di suggerire l’utilizzo di materiali ecosostenibili, tenuto conto del fatto che la gran parte delle strutture di Expo avranno la durata dell’evento. Si tratta di uno strumento coerente con la missione di Expo”. Attualmente il catalogo contiene circa 350 articoli, distribuiti nelle 5 categorie di prodotti: Costruzioni e allestimenti, Arredo per interni, Arredo urbano, Imballaggi e Complementi fieristici. Ciascun prodotto viene presentato con immagini, descrizioni e caratteristiche di sostenibilità, di cui vengono evidenziate le specifiche e le eventuali certificazioni. Uno strumento per valorizzare le imprese che puntano sulla sostenibilità e il rispetto dell’ambiente. SiEXPO: sostenibilità ed innovazione. Mungo c’è. Si expo è una vetrina internazionale sul mondo delle imprese e dei progettisti. Si expo è aperto a tutti i prodotti in grado di soddisfare criteri di sostenibilità ambientale e innovazione valorizzandone l’eccellenza attraverso meccanismi volti ad evidenziare queste caratteristiche. Mungo è tra le aziende partecipanti in particolare con la nuova gamma di prodotti mappati LEED® ecocompatibili, innovativi e con caratteristiche di sostenibilità ambientale. 9l MORASSUTTI POINT Astori Spa. Morassutti Point, prodotti professionali di qualità e servizi innovativi nei migliori punti vendita. 100 ANNI e non li dimostra. Astori S.p.A grossista in ferramenta operante nella zona di Montichiari, in provincia di Brescia, nata come azienda specializzata nella trebbiatura del grano, arriva nel giro di un secolo a commerciare nel settore della ferramenta con numeri significativi: 77 mila mq di superficie occupata, 70 mila referenze, ed un fatturato che negli ultimi 2 anni ha fatto segnare un aumento significativo. PARLIAMO DELLE ORIGINI Nel 1907 Ernesto Astori fonda questa azienda, inizialmente specializzata nella trebbiatura del grano e del frumento per conto terzi. Nel 1928 Astori iniziò a trattare carboni e vegetali in un locale dell’abitazione adibito alla vendita. Successivamente si sviluppò ulteriormente il commercio nel settore della ferramenta, colori ecc... Dopo Ernesto è subentrato il figlio Girolamo Astori, che ha iniziato a seguire la ferramenta e l’officina meccanica fino agli anni ‘70. Poi nel 1975 è stata creata la Astori S.p.A. ed ha fatto il suo ingresso in azienda Giuseppe Astori, che è diventato il nuovo punto di riferimento. Due anni fa, da Carpenedolo, l’Azienda si trasferisce a Montichiari nella nuova sede inaugurata ufficialmente il 2 aprile 2005. Si tratta di una location di 77 mila mq, di cui 25 mila mq coperti. Il capannone è suddiviso in due sezioni. Un reparto è destinato al ferro; tubolari, lamiere, travi, e si effettua la foratura ed il taglio a misura degli stessi. Un settore che negli ultimi anni ha assunto un importanza del 30% del fatturato ed è tuttora in espansione, in virtù del crescente bisogno di servizi del Cliente. Nella sezione ferramenta invece è presente un’esposizione di circa 4 mila mq, dove è possibile trovare sia il prodotto self service, sia la vendita assistita, con oltre 70.000 articoli che si possono così riassumere: 10 l PRODOTTI ED ATTREZZATURE AGRICOLE PRODOTTI IDRAULICI UTENSILERIA MANUALE ED ELETTRICA FISSAGGI – VITERIA BULLONERIA PRODOTTI ANTINFORTUNISTICI ABBIGLIAMENTO DA LAVORO PRODOTTI PER FALEGNAMI CASALINGHI ELETTRODOMESTI ARTICOLI DA REGALO MAGAZZINO FERRO – TUBOLARI – LAMIERE – TRAVI TAGLIATE E FORATE A MISURA. Ogni reparto vendita ha il proprio personale specializzato in grado di soddisfare ogni esigenza del cliente che da Astori puà trovare la consulenza adeguata e le migliori soluzioni applicative. Una specifica area didattico espositiva è stata dedicata ai marchi Morassutti Group. ORANGE STyLE NOTIZIE DAL GRUPPO Il sistema di chiusura riapribile originale. Il Velcro fu inventato nel 1941 da Georges de Mestral quando durante una passeggiata in campagna con il suo cane notò come le lappole rimanessero attaccate in modo stabile sia ai suoi pantaloni che al pelo del suo fidato amico. Pensò di riprodurre a livello industriale il sistema di aggancio di questo frutto e da lì il brevetto che risale al 1955. La parola “Velcro” ha la sua origine dalle iniziali di VELours (velluto) e CROchet (gancio). Oggi Velcro è multinazionale con più di 2.200 dipendenti nel mondo e da 50 anni è leader mondiale nei sistemi di fissaggio. Velcro è proprietaria di oltre 300 brevetti mondiali: dal medicale al personal care, dal packaging al fai da te, dall’automotive alle costruzioni e all’industria. La qualità del Velcro originale è talmente superiore rispetto a prodotti similari che un quadrato di 12 cm per lato può resistere a 1 tonnellata di peso a scorrimento. Proprio per questa caratteristica i tecnici aerospaziali della NASA hanno pensato di equipaggiare gli astronauti di questa invenzione per fissare temporaneamente tutti gli oggetti all’interno dell’abitacolo in fase di partenza e di atterraggio. Morassutti Group è oggi il partner ufficiale di Velcro in Italia. 11 l MEGLIO UN GIORNO DA LEONI IL BELLO, IL BUONO e L’INEDITO Casa Museo Spazio Tadini e Mungo con la mostra di Luca Moretto a Milano. La Casa Museo Spazio Tadini di Milano ospiterà due mostre consecutive dedicate a Luca Moretto. Dal 14 aprile al 5 maggio e dal 8 al 23 maggio. Per informazioni in dettaglio www.spaziotadini.com Dal Fuorisalone al primo mese di Expo: il progetto è imperniato sull’utilizzo artistico della materia ecosostenibile del silicone che, grazie alla creatività di Moretto – già presente in collezioni private e in esposizioni museali permanenti – da vita a quadri e sculture di assoluta originalità. L’intesa con Mungo traccia una linea che congiunge arte e cultura materiale, tecnologia e design in un unico filone di ricerca. Spazio Tadini si colloca in uno dei primi edifici in cemento armato del Novecento, tra le mura di una ex tipografia storica della città e dello studio che fu di uno dei più amati pittori e scrittori milanesi: Emilio Tadini. Oggi è un luogo che da spazio all’arte, alla musica, alla narrativa, alla poesia, alla saggistica, al teatro, alla danza e ai dibattiti culturali. Qui si sono incontrati decine di artisti e sono nate idee e progetti che hanno messo in relazione arti diverse in una dimensione umana e temporale che ricorda quella Milano della ricostruzione del dopoguerra e del boom economico in cui nascevano case editrici, riviste e grandi e piccoli luoghi d’arte che vennero imitati anche all’estero. Spazio Tadini nasce in omaggio all’amore di Emilio Tadini per la cultura e l’arte su iniziativa di Francesco Tadini, suo figlio, e Melina Scalise. In questo luogo, c’è molto di lui, ci sono i suoi quadri, la sua nicchia dello studio con il lavello e i pennelli ancora intatta, ma tutto ciò che sta intorno è cambiato. Non è un luogo della memoria, ma è vitale e propositivo aperto agli artisti e alla cultura così come lui era attento ai giovani e alle avanguardie. Oggi il suo atelier ospita opere di artisti giovani e meno giovani, noti e meno noti, italiani e stranieri. L’ecletticità che ha contraddistinto il suo lavoro è stata traslata in un luogo fisico: Spazio Tadini. Il successo di Spazio Tadini si misura dal numero di eventi e dalle migliaia di iscritti alla newsletter che, ogni settimana, ricevono il calendario degli appuntamenti culturali. Sono passati da Spazio Tadini artisti di talento a livello internazionale. Sono passati decine e decine di scrittori. Ha ospitato compagnie teatrali e dato luogo a dibattiti e approfondimenti. Promettenti artisti contemporanei hanno avuto occasione di esporre la loro arte davanti ad un pubblico molto numeroso. In un unico luogo le persone possono trovare più proposte e stimoli artistici. Si può visitare una mostra personale, una collettiva, ascoltare musica, vedere uno spettacolo, discutere sull’argomento di un libro, partecipare ad un dibattito sui temi di attualità. E’ un luogo di comunicazione tra gli artisti e tra le arti. Al progetto culturale di Francesco Tadini e Melina Scalise, nel 2010, si è unita ufficialmente, divenendo socia e responsabile danza-teatromusica, Federicapaola Capecchi, fondatrice e coreografa di OpificioTrame, che con loro porta avanti una proficua collaborazione artistica già dal 2008, attivando un lavoro di ricerca, qualità, accessibilità e valorizzazione della danza, del teatrodanza, del teatro e dello spettacolo dal vivo. WWW.MILANOARTEXPO.COM Milano Arte Expo è magazine online d’arte, design e gusto fondato nel 2011 da Spazio Tadini. Nel panorama editoriale digitale specializzato si colloca al secondo posto a livello nazionale con più di 5000 lettori quotidiani. Vi collaborano prestigiose firme della critica d’arte, fotografica e letteraria, così come decine di giovani blogger. LA GALLERIA La galleria espositiva di Spazio Tadini ha ospitato artisti provenienti sia dall’Italia che dall’Estero, numerose mostre e presentazioni di pittori, scultori e fotografi. Offre opportunità di visibilità all’arte contemporanea. EVENTI Spazio Tadini ospita eventi culturali. Dalla fondazione più di 500 serate dedicate alla musica, al teatro, alla danza, alla poesia, alla letteratura, ai temi di attualità. Tra i protagonisti noti si possono citare per il teatro Lella Costa, Moni Ovadia, Franco Branciaroli, Mario Cei, Max Pisu, Elio De Capitani, Dario Fo; per la musica Enrico Intra, Enrico Rava, Giovanni Falzone, Giacomo Manzoni, Andrea Padova, Annamaria Morini, Antonio Zambrini, Michele Dall’Ongaro, Joyce Silvera Moreno, Luca Ciarla, Luca Francesconi; per il giornalismo Giancarlo Santalmassi, Giorgio Rivieccio, Luigi Mascheroni, Felice Bonalumi, il sociologo Francesco Alberoni e tanti altri. Spazio Tadini ha ospitato anche molti eventi a supporto di altre associazioni culturali o benefiche tra le quali Amnesty International, Emergency, Terres des Hommes e l’Associazione Musica e Realtà con la collaborazione di Luigi Pestalozza nella programmazione di molti concerti avvenuti allo Spazio Tadini. Parliamo un po’di vino. meno dolce, con quelle intriganti bollicine che tutt’oggi caratterizzano lo Champagne e tutti gli spumanti. A cura di Roberta Tonazzo, sommelier de La Cantinetta – Limena ( PD) Cos’era successo e perché? La produzione di abbondante anidride carbonica aveva inibito un’ulteriore rifermentazione, conservando la dolcezza del vino. Ricordiamo che lo Champagne, per tutto l’Ottocento, era apprezzato soprattutto nella versione dolce. Sarà Pasteur, eclettico scienziato, a scoprire, nella seconda metà del 1800, che nel mosto sono presenti dei microrganismi, i saccaromiceti (letteralmente funghi dello zucchero), che per il loro metabolismo trasformano gli zuccheri in alcol e anidride carbonica. Pur ignorandolo e involontariamente, Dom Pérignon li aveva fatti moltiplicare all’interno delle sue bottiglie! Definire il vino non è cosa semplice. L’uomo è sempre stato affascinato dal modo in cui il succo d’uva si trasforma in vino. Un liquido dolce che diventa secco, che cambia colore e gusto, che si riscalda e sembra bollire senza l’intervento di una fonte di calore suscita curiosità. E una volta bevuto, dà nutrimento, disinibisce e può addirittura far perdere la ragione. Tutto ciò era sufficiente affinché, fin dalle epoche più remote, l’uomo lo considerasse un liquido benigno o maligno, ma comunque soprannaturale. Non a caso, secondo la Bibbia, la prima vinificazione è da attribuire a Noè e, proprio lui, fu il primo a subire gli effetti degli eccessi del vino. Certamente, nessuno in quegli anni poteva conoscere la fermentazione alcolica dal punto di vista biochimico e questo mistero perdurò secoli, addirittura millenni, tanto che, a metà del 1600, un frate benedettino della piccola abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, nella regione francese della Champagne-Ardenne, cercò di capirne di più. Era Pierre Pérignon, meglio noto come Dom Pérignon al quale, convenzionalmente, si attribuisce la paternità dello Champagne. Tuttavia, il suo tentativo era rendere più dolce il vino che veniva prodotto in quei territori piuttosto freddi. A quel tempo, dopo la scoperta dell’America, Pierre aveva a disposizione lo zucchero a basso costo e soprattutto delle resistenti bottiglie di vetro prodotte in Inghilterra, frutto di nuove tecnologie. Aggiunse, così, lo zucchero al vino nelle bottiglie, le richiuse ermeticamente e, dopo poco tempo, si accorse che il vino all’interno era torbido e per niente dolce. Furono i suoi successori a perfezionare la tecnica: ispirandosi ai leggii presenti nelle chiese, costruirono un cavalletto, detto pupitre, nel quale le bottiglie venivano riposte con il collo inclinato verso il basso. Successivamente, le stesse venivano stappate e rapidamente capovolte verso l’alto. Si trattava del dégorgement, un’operazione che permette, con il poco vino fuoriuscito, di eliminare i depositi accumulati. Il vino era nuovamente limpido e molto effervescente ma, ahimè, ancora molto secco! I caparbi successori di Dom Pérignon non si diedero per vinti: rabboccarono le bottiglie con vino nuovamente zuccherato e rimasero in paziente attesa. Questa volta, finalmente, il vino non si intorbidiva e poteva essere gustato anche a distanza di tempo, più o Con la spiegazione scientifica di Pasteur il vino non ha certo perso il suo fascino e ha ancora molto da raccontare, vino dopo vino, vigna dopo vigna, territorio dopo territorio. Da Noè ai giorni nostri il vino è senz’altro cambiato; atmosfere, gusti e conoscenze si sono radicalmente modificati. Una cosa è certa: è e rimane comunque uno dei grandi piaceri dell’uomo. E’ occasione d’incontro con sé stessi e con gli altri. Possiamo allora tentare di definirlo, il vino? E’ storia, cultura, tradizione, innovazione, arte, emozione e molto, molto ancora! E sa anche viaggiare in tutto il mondo. Non perdiamolo di vista! Il vino è un composto di umore e luce. ( Galileo Galilei )