Credit Village
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Credit Village magazine Poste Italiane spa - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB La Spezia. Anno 4 n° 5 settembre\ottobre 2009 € 9,00 STORIA DI COPERTINA Forum dell’Osservatorio Credit Village. La gestione dei crediti in tempo di crisi. DOSSIER Il recupero crediti in tempo di crisi. Il Credito bancario. INTERNATIONAL OVERVIEW Il recupero crediti nei mari del Nord. Con il Patrocinio del Ministero delle Comunicazioni. Non accatastiamo crediti... ma li monetizziamo! credit village magazine 2 ROSS ACTOR CROSS FACTOR CROSS FACTOR nasce nel 1993, allo scopo di offrire al sistema bancario servizi finanziari dai contenuti innovativi. La società opera in base alla legge 21/02/91 n.52 di cui soddisfa i requisiti per quanto concerne il capitale sociale, l’iscrizione all’albo U.I.C., la certificazione dei bilanci, l’esperienza ed onorabilità degli amministratori. CROSS FACTOR Spa si è specializzata nell’attività di acquisto pro soluto di portafogli di crediti chirografari e ipotecari e nella loro gestione. A questo servizio, su richiesta di alcune banche e società finanziarie, si è da tempo affiancata CROMA Srl per la gestione di crediti problematici. Essa opera con la massima professionalità per soddisfare le esigenze di una clientela consolidata. Per entrambi i servizi le società utilizzano una rete di propri collaboratori diretti e di partners convenzionati presenti su tutto il territorio nazionale, muniti di esperienza pluriennale nel settore, coordinati e controllati da procedure gestionali efficienti supportate da un software “proprietario”, in costante evoluzione. CROSS FACTOR Spa Via Giuseppe Colombo 24 20133 Milano Tel.: 02.76116723 - 02.76116724 Telefax: 02.76116728 - 02.76116737 E-mail: [email protected] CROMA Srl Associata U.N.I.R.E.C. Via Giuseppe Colombo 24 20133 Milano Tel.: 02.76116738 Telefax: 02.76116757 E-mail: [email protected] www.cromaservice.it SOMMARIO ■■■■6 STORIA DI COPERTINA Forum dell’Osservatorio Credit Village. La gestione dei crediti in tempo di crisi. a cura della Redazione Credit Village Magazine. ■ ■ ■ ■ 14 DOSSIER Il recupero crediti in tempo di crisi. Il Credito bancario. a cura di Gianpaolo Luzzi, Direttore Editoriale Credit Village Magazine. ■ ■ ■ ■ 24 international overview Il recupero crediti nei mari del Nord. a cura di Mariacristina Bulgari e Roberto Spelta. ■ ■ ■ ■ 26 MASS COLLECTION E ONE TO ONE COLLECTION. Segmentazione e risorse umane nel recupero telefonico. a cura di Giuseppe Chionetti. ■ ■ ■ ■ 28 Il collegamento negoziale tra vendita e finanziamento nel credito al consumo, alla luce della recente pronuncia della corte di giustizia e delle previsioni della direttiva. a cura di Daniele Fiorelli Credit Village Magazine Pubblicazione bimestrale con il Patrocinio Ministero delle Comunicazioni Numero 5 – Anno IV – Settembre\Ottobre 2009 Sped. abb. post. Iscritto al Tribunale di La Spezia n. 12 Registro operatori di comunicazione n. 11919 Direttore Responsabile: Sergio Camicioli Direzione Editoriale: Gianpaolo Luzzi [email protected] Direttore Generale: Roberto Sergio [email protected] Responsabile Segreteria di Redazione: Chiara Riefoli [email protected] 3 credit village magazine Credit Village magazine ■ ■ ■ ■ 30 FORUM “Indebitamento delle famiglie italiane – risposte alla crisi e nuove tutele” a cura della Redazione Credit Village ■ ■ ■ ■ 34 La formazione e l’aggiornamento professionale degli associati unirec. Intervista al vicepresidente Marco Alborghetti. a cura di Marco Recchi ■ ■ ■ ■ 36 Consumatori e imprese insorgono contro la riforma forense che propone l’abrogazione della conciliazione extragiudiziale gratuita. a cura della Redazione Credit Village Magazine. ■ ■ ■ ■ 40 CORSI EVENTI INIZIATIVE ■ ■ ■ ■ 42 RECENSIONE LIBRI ■ ■ ■ ■ 44 BESTIARIO DELLA GESTIONE DEI CREDITI ■ ■ ■ ■ 46 RUMORS & NEWS CVM Direzione e Redazione: Via Privata Oto, 3 - 19126 La Spezia Tel.: 0187 503319 - Fax: 0187 519337 [email protected] Abbonamenti tel. 0187 1870818 Un numero € 9; annuo € 50; due anni € 92; tre anni € 130. Le copie arretrate possono essere richieste tramite email a [email protected] Editore: WWW.Credit Village srl www.creditvillage.it Amministratore Delegato: Roberto Sergio [email protected] Realizzazione editoriale: MC Editing, Via Vincenzo Tiberio, 64 - 00191 Roma [email protected] Direttore: Pietro Ciccolini Stampa: SEA s.r.l. - Roma Progetto grafico e impaginazione: Stefano Minio credit village magazine 4 EDITORIALE L a storia di copertina di questo numero non poteva che essere dedicata all’evento dell’anno nel mondo della gestione dei crediti: il Crediti Village Day del 5 novembre scorso a Milano: 337 gli intervenuti oltre lo staff, per un totale di quasi 350 persone… Francamente non si era mai vista tanta partecipazione a convegni del genere. Se un pazzo kamikaze anarco insurezionalista, appartenente a qualche fronte integralista pro-debitori, si fosse fatto esplodere quel giorno all’Ata Hotel, avrebbe decapitato, in un colpo solo, i 2/3 del mondo del recupero crediti di banche, finanziarie, leasing e service di recupero in Italia… ma per fortuna l’evento è stato invece un vivace momento di scambio di idee e crescita professionale. Reso fluido e piacevole dall’ottima direzione di una Debora Rosciani, in gran forma, che ha saputo condurre i lavori con un vellutato polso fermo. Ma l’evento è stato anche (e per molti, soprattutto) un importante momento di incontri professionali. Quest’ultimi mi hanno colpito in modo particolare. In sala non ci sono mai state presenti più di 280-300 persone. E questo perchè nella sala antistante quella del convegno, nei vari vestiboli e la terrazza dell’albergo, vi erano decine e decine di persone che approfittavano dell’occasione per incontrarsi per la prima volta e conoscersi, rincontrarsi, parlare, concludere affari, alleanze, darsi nuovi appuntamenti e, perché no, spettegolare… Insomma, un evento veramente notevole, che è riuscito a superare se stesso, ossia il primo convegno dell’Osservatorio CVM del maggio 2008 che vide la partecipazione record (per l’epoca) di 252 persone. Che dire? Grazie! 5 credit village magazine Grazie a tutti voi e a tutte quelle persone che insieme a voi hanno deciso di darci fiducia e incoraggiarci a perseguire nel nostro intento di divulgare la cultura della gestione del credito. Ma adesso basta autocelebrazioni e proseguiamo nel redazionale. Il dossier di questo numero prosegue l’inchiesta sul recupero in tempo di crisi e, dopo leasing e finanziarie al consumo, è dedicato al mondo delle banche con interviste a Oreste Vidoli di Unicredit Banca; Enrico Bottoli di UBI Banca; Riccardo Taddei di Banca Carige; Maurizio Panini di Banca Etruria e Andrea Nacci di Cassa Risparmio di Volterra. Il giornale prosegue con l’International Overview, sul recupero crediti nei mari del Nord curato da Mariacristina Bulgari e Roberto Spelta, a seguire Giuseppe Chionetti con un interessante approfondimento dal titolo “Mass collection e one to one collection”, mentre Daniele Fiorelli ci parla del collegamento negoziale tra vendita e finanziamento nel credito al consumo. E ancora: la diatriba sul codice deontologico Pattichiari dei mediatori creditizi, curato da Antonio Iuri Donati, l’intervista al Vice Presidente Unirec a cura di Marco Recchi, e il punto fatto dalla nostra redazione su consumatori e imprese contro l’abrogazione della conciliazione extragiudiziale gratuita e tanto altro ancora. Auguro a tutti una buona lettura e un arrivederci a presto. n Gianpaolo Luzzi Direttore Editoriale credit village magazine 6 COPERTINA a cura di Laura Donati Redazione Credit Village Magazine 337 Partecipanti; 11 Relatori; 14 Sponsor; 10 persone dello staff. Con questi numeri (e non solo) il 3° Appuntamento dell’Osservatorio CVM, “ Forum Credit Village: la gestione dei crediti in tempo di crisi” si è confermato il più importante evento dell’anno nel settore della gestione del credito. Proprio per questo motivo, esponenti di rilievo del mondo delle Banche, Finanziarie e Leasing, dei Service di recupero crediti, di B2B e Utility, dei Service di informazioni & Investigazioni, dei Consulenti e legali di Acquisto crediti/ cartolarizzazioni, dei Consulenti e di Software House, hanno gremito la sala dell’Ata Hotel Executive, portando in dote tutto il loro bagaglio di esperienze e professionalità. Non c’è stato un intervento che non abbia destato l’interesse dei partecipanti; logica conseguenza dell’alto livello dei relatori che si sono susseguiti sul palco, magistralmente coordinati dal Chairwoman Debora Rosciani, nota giornalista di Radio 24: Riccardo Mazzoni di Pirelli Tyre spa con”Il processo di gestione e controllo dei crediti del gruppo Pirelli Tyre a livello internazionale”; Simone Capecchi di Crif spa con “L’affidamento responsabile e il recupero della relazione: il valore aggiunto delle informazioni”; Mauro Geneletti di Findomestic Banca spa con: “La gestione dei crediti non performing”; Danilo Caloca di Euler Hermes Siac spa e “La tutela del credito, valore aggiunto nell’assicurazione dei crediti nel mondo”; Sergio Bommarito di Fire spa con “Strategie e tecniche di recupero che producono risultati”; ha ciuso la mattinata dei lavori Luca De Pace di Ribes spa con “Le indagini preazione legale per l’individuazione del debitore e dei beni aggredibili”. Il pomeriggio ha visto protagonisti: Gianpaolo Luzzi di Credit Vilage Magazine srl con ”Una professione vecchia, anzi nuovissima: il negoziatore di crediti problematici”; Giorgio Nicastro di Engenial srl con “Genial Scouting: tutto quello che devi sapere sul reclutamento degli addetti al recupero”; Fabio Tavarelli di BlueFactor “Soluzioni contrattuali innovative per fronteggiare un mercato del credito stretto dalla congiuntura economica”; l’avvocato Davide Romani dello Studio Guardamagna e Associati sul “Recupero giudiziale: solo un costo fisso o valido strumento di gestione?”. Ha chiuso l’Evento Gaetano De Vito, Esperto Fiscale Sole 24 ORE con “Gli aspetti fiscali della cessione dei crediti inesigibili”. Offrendo spunti di riflessione e di confronto, le tematiche approfondite, hanno dato vita ad un interessante dibattito tra i partecipanti, favorendo lo scambio dei molteplici punti di vista, rivisitando l’intero ciclo del credito, alla ricerca di nuovi strumenti e innovative idee. n 7 credit village magazine Forum Credit Village 2009 LA GESTIONE DEI CREDITI IN TEMPO DI CRISI. a cura di Antonio Iuri Donati Redazione Credit Village Magazine Il 5 novembre, presso l’Ata Hotel Executive di Milano, si è tenuto il “Forum Credit Village: la gestione dei crediti in tempo di crisi”. L’evento, il terzo di una fortunata serie, è stato salutato da un’amplissima partecipazione di pubblico, attratto dalla presenza di relatori di rilievo del mondo bancario e finanziario, del recupero crediti, dei credit bureau e dei service legali e di informazioni, che hanno portato in dote tutto il loro bagaglio di esperienze e di professionalità. “L’attenzione dei partecipanti è stata letteralmente rapita dall’alta qualità degli interventi in scaletta, per merito indiscutibile degli ec- cellenti relatori che hanno dato pregio al forum, coadiuvati dalla splendida chairwoman Debora Rosciani, distolta per un giorno dai microfoni di Radio24.” Il file rouge che ha accomunato tutti gli interventi è riassumibile con un unico concetto: la trasformazione. In un contesto congiunturale difficilissimo, già caratterizzato dalla peggiore crisi economica dal ’29 ad oggi, mutano le caratteristiche, le metodologie, gli skills, le competenze necessarie per la gestione del credito. Secondo Riccardo Mazzoni di Pirelli Tyre, la crisi ha spinto le imprese, anche quelle operanti in ambito non finanziario, alla centralizzazione ed al contestuale rafforzo dei presidi interni per la valutazione della clientela e per la concessione del credito; è riduttivo riassumere questo atteggiamento come una chiusura o un irrigidimento nei confronti del mercato, ma va interpretato piuttosto in chiave di una accresciuta attenzione al monitoraggio della clientela, nell’ottica di fare un credito migliore e più responsabile. Il concetto viene ripreso da Mauro Geneletti di Findomestic Banca Spa, il quale ha evidenziato come la gestione dei crediti non performing in ambito bancario si sta evol- f copertina credit village magazine 8 vendo verso un rafforzamento dell’azione preventiva, oltre che in un irrigidimento dei criteri di erogazione del credito. Particolarmente interessante l’analisi dei dati forniti dal relatore, che ha messo in luce, fra l’altro, l’aumento di ben 9 punti del tasso di rifiuto nei primi sei mesi del 2009 (tav.1): flessione delle richieste di prestito personale, finalizzato e non. In un contesto simile è lapalissiano che il recupero del credito e la prevenzione delle insolvenze acquistino una sempre maggiore importanza all’interno del ciclo creditizio. Ancor più significativo il peggioramento delle performance di regolarizzazione nello stesso periodo (tav. 2): “Abbiamo vissuto una ‘tempesta perfetta’” secondo Danilo Caloca di Euler Hermes Siac Spa. I principali indicatori economici L’evidenza del peggioramento della qualità del credito è oggetto dell’intervento di Simone Capecchi di Crif Spa. “Ho notizie certe e purtroppo cattive” esordisce Capecchi; in tempo di crisi l’importanza dei credit bureau aumenta, sia per quanto riguarda il monitoraggio della situazione generale, che in particolare per la conoscenza preerogazione. I dati Crif mettono in luce il forte peggioramento dei dati delle perdite su crediti rispetto al 2008 (+125%), e l’aumento complessivo delle sofferenze (tav. 3). Come già evidenziato dal bollettino trimestrale della Banca d’Italia, la percentuale del reddito degli italiani destinato al pagamento dei debiti è fortemente aumentata (al 48%), ma soprattutto lo ha fatto in un periodo che vede una dimostrano come l’attuale recessione sia la peggiore mai registrata dal ’29 (tav. 4). La situazione dei pagamenti è disastrosa in tutti i settori, cresce esponenzialmente l’attenzione delle imprese ai servizi di prevenzione delle insolvenze, e per l’assicurazione del credito. “Euler Hermes, società del Gruppo Allianz, è il primo Gruppo mondiale dell’assicurazione crediti” e presenta soluzioni innovative e personalizzabili per le imprese, volte a garantire la stabilità dei flussi ed una gestione flessibile e quanto più indolore possibile degli insoluti. Molto interessante il ‘barometro’ EHSIAC sull’andamento dei pagamenti e sull’analisi dei singoli settori merceologici, un sicuro strumento per valutare la rischiosità del mercato in evoluzione. 9 credit village magazine “Così come si evolve rapidamente il mercato, anche la professione del recuperatore di crediti non poteva rimanere ferma agli stereotipi del passato” così Gianpaolo Luzzi, Direttore Editoriale di Credit Village Magazine, presenta il progetto ‘Negoziatore Crediti Problematici’; “le abilità e le competenze necessarie al recuperatore di crediti sono in continuo aumento, e la formazione è sicuramente essenziale per il conseguimento ed il mantenimento di determinati standard qualitativi”. Il progetto NCP nasce per met- tere in risalto ed in nuova luce il recupero crediti stragiudiziale, proponendosi di formare una generazione di professionisti, ed aggiornando chi già lavora nel settore, creando un nuovo lustro professionale che si allontani dalla demonizzazione popolare che ancora vede ne “l’esattore” una figura dai contorni a tinte cupe. “Il mondo è un mercato e tutti gli uomini sono venditori” così, parafrasando Shakespeare, Giorgio Nicastro di Engenial srl lancia il progetto di recruting degli “esattori 2.0” – strettamente collegato ed in partnership al progetto “Negoziatore Crediti Problematici”, sottolineando il ruolo fondamentale che gioca la comunicazione nell’ambito del processo di recupero. “Abbiamo una sfida: formare una nuova generazione di recuperatori che superino e abbattano gli stereotipi del passato, e siano pronti ad affrontare le sfide del futuro”. Nicastro introduce il progetto, che vedrà la partecipazione dei maggiori service di recupero crediti italiani, e Sergio Bommarito, Fire Spa Danilo Caloca, Euler Hermes Siac Spa Gaetano De Vito, Esperto Fiscale Sole 24 Ore Mauro Geneletti, Findomestic Spa Debora Rosciani, Radio 24 Gianpaolo Luzzi, Credit Village Magazine copertina credit village magazine 10 rimanda per un maggiore approfondimento ad un nuovo evento, presso le medesime strutture dell’Ata Hotel Executive di Milano, il 26 novembre. “Il ruolo del recupero crediti all’interno delle aziende è cambiato e sta cambiando” prosegue Sergio Bommarito di Fire Spa “le aziende di recupero crediti non sono più un soggetto scomodo ma necessario, ma piuttosto un partner fondamentale nella gestione dei clienti, con particolare riferimento ai clienti morosi”. Si evince da questo approccio l’importanza per le aziende di affidarsi a partner per il recupero che siano altamente qualificati, all’avanguardia per quanto riguarda la formazione e la tecnologia, che dispon- Anche il recupero giudiziale non poteva non evolvere, sotto la spinta delle richieste del mercato della gestione del credito. Davide Romani dello Studio Guardamagna e Associati, ha sottolineato l’importanza del recupero giudiziale, specie in fase pre-legale, al fine di limitare le azioni inutili. Dalla statistica si evince il peggioramento complessivo delle azioni di recupero giudiziale, nel contesto di endemica lentezza dei procedimenti; il recupero giudiziale si conferma comunque strumento indispensabile nel ciclo del credito, talora insostituibile e la cui importanza si accresce nei recuperi transfrontalieri. “Per un buon recupero, sono necessari ottimi partner” questo secondo Luca De Pace di Ribes Spa. Il debitore si sta sempre più evolvendo, e se da un lato si fa più insensibile alle azioni stragiudiziali, dall’altro è sempre più abile nello sviare i tentativi di recupero; fondamentale diventa quindi l’importanza delle indagini pre-azione legale per l’individuazione del debitore e dei suoi beni aggredibili. Simone Capecchi, Crif Spa Luca De Pace, Ribes Spa Fabio Tavarelli, Blue Factor Spa Davide Romani, Studio Guardamagna e Associati Riccardo Mazzoni, Pirelli Tyre Spa Giorgio Nicastro, Engenial srl gano di buoni back office, etici; il recupero crediti non è più un semplice lavoro di incasso, ma è diventato parte integrante del ciclo del credito aziendale. “Il recupero del credito è oggi come la composizione di un’opera per pianoforte, se è vero che i tasti sono sempre gli stessi 88, la bellezza della musica sta nel come li si sa usare” conclude Bommarito. 11 credit village magazine Ribes lo sa bene, per questo offre la massima personalizzazione del supporto al recupero, e lo fa con formule di servizio flessibili, modulari e commisurabili per articolazione, volumi e intensità alle più specifiche esigenze di ogni Cliente. “Il recupero giudiziale è propedeutico e spesso indispensabile per la messa a perdita dei crediti, anche di quelli ceduti” sancisce Gaetano De Vito, Esperto Fiscale Sole 24 ORE. La cessione del credito è strumento importante ed utilissimo, al fine di garantire la trasparenza dei bilanci e la messa a perdita dei crediti inesigibili, ma spesso abusato. La mera cessione dei crediti potrebbe difatti essere contestata dal fisco, al fine della determinazione delle imposte, se non preceduta da azione legale o da altro procedimento che certifichi l’inesigibilità del credito; da qui l’importanza, anche per la cessione del credito, di affidarsi a professionisti esperti del settore. Blue Factor Spa Unirec credit village magazine 12 Abbrevia srl I.na.ge.c. srl P&P Investigazioni srl Ribes Spa Acmi Lo staff di Credit Village “La cessione del credito può costituire uno strumento all’avanguardia per garantire alle imprese vantaggi fiscali, patrimoniali, economico-finanziari” per Fabio Tavarelli di Blue Factor Spa, società che esercita professionalmente l’attività di acquisto e gestione di crediti rivenienti dal settore bancario e dell’intermediazione finanziaria, privilegiando quelli di natura chirografaria. “Proponiamo ai nostri clienti una soluzione innovativa per la cessione del credito, il contratto di cessione pro-soluto con partecipazione all’utile della valorizzazione”; questo tipo di contratto consente ai clienti, fra l’altro, l’immediato incasso di acconti minimi garantiti, flussi di liquidità costanti, il recupero delle risorse per la gestione delle sofferenze, e la diminuzione delle anticipazioni per la valorizzazione dei crediti. Il Forum ha segnato quest’anno un’altra importante pietra miliare, affermandosi come uno degli appuntamenti più vivaci e produttivi nel panorama della gestione del credito. n copertina LA TECNOLOGIA AL VOSTRO SERVIZIO INNOVAZIONE La tecnologia al servizio delle tue esigenze. Oggi Age Credit grazie alla sua innovativa piattaforma web è in grado di offrire ai clienti un servizio innovativo e affidabile, una piattaforma multimediale che crea una relazione diretta con tutta Italia. AGECREDIT, IL METODO OLTRE IL RISULTATO www.agecredit.biz ORGANIZZAZIONE INNOVAZIONE AFFIDABILITA’ FLESSIBILITA’ ETICA DOSSIER credit village magazine 14 L OSSERVATORIO CVM: Il recupero crediti in tempo di crisi IL CREDITO BANCARIO a cura di Gianpaolo Luzzi Direttore Editoriale Credit Village Magazine [email protected] a Banca d’Italia, con i suoi bollettini trimestrali, ci da un quadro piuttosto puntuale della salute economica-finanziaria del nostro Paese. Nel bollettino del luglio 2009 afferma che “la fase recessiva dell’industria, iniziata nella primavera del 2008, si è bruscamente aggravata nel quarto trimestre dello scorso anno e nel primo del 2009, registrando la caduta dell’attività più pesante dagli anni settanta, pari complessivamente, dall’aprile 2008 al marzo 2009, al -25,3 %” (vedi fig. 1), anche se la contrazione dell’attività si sarebbe arrestata nel corso del secondo trimestre con un lieve rialzo in aprile (per la verità più della fiducia che della produttività vera e propria). Anche gli investimenti sono ovviamente diminuiti, ma il fabbisogno finanziario è rimasto sostanzialmente invariato sui valori massimi del decennio. Segno evidente che le imprese si indebitano per sostenere le spese correnti. In ogni caso, i debiti finanziari delle imprese, pur ral- Fig. 1 - Fonte: Banca d’Italia lentando, sono aumentati e hanno superato l’80% del PIL, ossia + 5% rispetto al dicembre del 2007 (fig. 2). Ma possiamo ancora considerarci “virtuosi” infatti nell’area dell’euro, dove il debito delle imprese è cresciuto di oltre 4%, l’indebitamento delle imprese, a dicembre 2008, è pari al 96% del PIL. Il solo debito verso le banche è intorno al 70% di quello complessivo, e il suo tasso di crescita è del 3% su base annua (con un diminuzione rispetto all’anno precedente per le imprese più grandi e un lieve incremento per le più piccole). Secondo Banca d’Italia tale “qualità del credito ha iniziato a risentire del peggioramento ciclico … nel corso del terzo trimestre del 2008, al netto della componente stagionale, il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti è aumentato. La crescita è stata più forte per il credito erogato nel Mezzogiorno e, a livello settoriale, per quello concesso alle imprese di costruzioni”. Fig. 2 – Fonte: Banca d’Italia Fig. 3 – Fonte: Banca d’Italia Per quanto riguarda invece le famiglie consumatrici, nel bollettino del gennaio 2009 si leggeva che “nel terzo trimestre del 2008 il debito delle famiglie in rapporto al reddito disponibile era al 49%”. Ma con il bollettino del luglio 2009 la Banca d’Italia rileva che “il debito delle famiglie in rapporto al reddito disponibile è attorno al 57%” (Fig. 3) contro una media europea del 93%. Tale vistoso incremento è passato inosservato sulla stampa nazionale, tuttavia a me appare molto grave. Infatti fa capire come sta picchiato duro questa crisi in Italia: a metà 2008 l’indebitamento delle famiglie italiane era solo 1/2 dell’indebitamento medio europeo. Meno di un anno dopo, con tutta la stretta creditizia e la flessione dei finanziamenti, è galoppato fino ai 2/3. Ma poichè ciò è accaduto in un periodo di erogazioni sostanzialmente bloccate, significa che sono i redditi degli italiani ad aver subito una flessione tale da far crescere il rapporto debiti/ reddito di 8 punti in pochi mesi! Relativamente alle sofferenze, “nel quarto trimestre del 2008 è proseguito il peggio- catori generali indicano che la “qualità degli attivi bancari si è ulteriormente deteriorata nei primi mesi dell’anno in corso”. Nel primo trimestre 2009, infatti, il rapporto tra il flusso delle nuove sofferenze e i prestiti complessivi, al netto dei fattori stagionali, è stato pari all’1,6% su base annua (contro 1,0% nell’intero 2007). Ma “il deterioramento della qualità del credito è proseguito anche nei mesi successivi. Sulla base di informazioni preliminari, l’esposizione complessiva dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza nel secondo trimestre del 2009 è più che raddoppiata rispetto al valore registrato nel corrispondente periodo del 2008”. Non solo, anche gli incagli (che dovrebbero essere indice di difficoltà temporanea) delle imprese sono balzati alla cifra record del 3,5% del totale dei prestiti contro il 2,2% del 2008. A completare questo quadro, è interessante riportare i dati Istat sull’occupazione del secondo trimestre del 2009 che è diminuita dell’1,6% rispetto al 2008 registrando un calo di 378.000 unità, dato peggiore dal secondo 15 credit village magazine 137.000) pari al +8,1% rispetto al secondo trimestre 2008. Rispetto alla caduta dell’occupazione e alla crescita più contenuta della disoccupazione, l’Istat segnala un incremento sensibile dell’inattività con 434.000 unità in più (+3%) concentrato nelle regioni meridionali. Secondo i tecnici Istat, la crescita contenuta del tasso di disoccupazione è dovuta in gran parte a fenomeni di scoraggiamento e quindi alla mancata ricerca di lavoro di molte donne e al ritardato ingresso dei giovani nel mercato. I posti di lavoro sono stati perduti soprattutto nel Mezzogiorno (271.000 sui 378.000 complessivi) mentre il Nord ha perso 117.000 occupati e il Centro appena 10.000. Il tasso di disoccupazione totale sale al 7,4% con differenze significative tra nord (5%), centro (6,7%) e Mezzogiorno (12%). L’Istat segnala anche che la caduta della occupazione è dovuta in gran parte al calo della componente italiana, mentre prosegue la crescita dell’occupazione degli stranieri (+ 89.000 maschi e + 95.000 femmine). Ma come si muovono le direzioni crediti delle Oreste Vidoli, 50 anni, laureato in discipline della comunicazione, dirigente del Gruppo UniCredit Banca, Responsabile del Customer Recovery Department. Nel dicembre 2007 la Struttura ha un significativo upgrade e cambia denominazione; Ge.Mo (acronimo di Gestione Morosità) diventa Customer Recovery Unit. Nel settembre 2009 Customer Recovery Unit si rafforza ulteriormente all’interno della struttura Retail Network Italy Risks, divenendo Department con la responsabilità di gestire i crediti morosi nei confronti di clienti Privati non ancora classificati a default per conto delle diverse Banche del Gruppo (UniCredit Family Financing Bank, UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma, Banco di Sicilia), ma anche le morosità, in particolare sul rateale, delle Piccole Imprese gestite dal network domestico del Gruppo.. I flussi complessivamente gestiti sono rilevanti: nella fase di Soft Collection oltre 1,5 milioni di contatti annui, nella fase di esazione domiciliare, si avvale precipuamente di Società Specializzate aderenti a UNIREC con volumi previsti per il 2009 di oltre 180 mila mandati. ramento della qualità del credito. Il flusso di nuove sofferenze (fig. 5) rettificate in rapporto ai prestiti è salito all’1,5% (1,2% nel terzo trimestre del 2008), il valore più alto dal 1999 (se si esclude il picco del quarto trimestre del 2003 dovuto al fallimento del gruppo Parmalat). Ma la Banca d’Italia, nel bollettino del luglio 2009, avvisa che gli indi- trimestre 1994. Rispetto al primo trimestre, in termini destagionalizzati, il calo è dello 0,3% (- 58mila unità). Il tasso di occupazione nel secondo trimestre è sceso al 57,9% dal 59,2% del secondo trimestre 2008. Il numero delle persone in cerca di occupazione è salito a 1.841.000 (+ banche in questo contesto? Negli scorsi numeri, l’Osservatorio CVM ha indagato il mondo del leasing e del credito al consumo. In questo, parliamo invece delle banche e, ancora una volta, a fronte della massima disponibilità delle direzioni crediti, abbiamo avuto molte difficoltà ad ottenere il nulla osta alle interviste da parte delle direzioni generali. f credit village magazine 16 Che dire? La cautela regna sovrana… In ogni caso, anche questa volta il materiale raccolto appare di estremo interesse. Ai lettori il giudizio. CVM ■ Quale processo di gestione e recupero del credito viene adottata dalla sua azienda? Oreste Vidoli: La struttura Customer Recovery mette al centro della sua mission il raggiungimento degli obiettivi di recupero attraverso la centralità del fattore umano: soddisfazione e motivazione delle Risorse interne, raggiungimento degli obiettivi fissati dal Top Management, rispetto e cura del Cliente. Premesso che le diverse strutture di Collection interne DOSSIER sono fortemente integrate ed informatizzate, il processo prevede una fase di sollecito telefonico ed epistolare (Soft Collection) attuata secondo i più evoluti sistemi di mercato (segmentazione, scoring, “gestorizzazione” e portafogliazione dei Clienti). La fase successiva, definita di Advanced Collection, si avvale di operatori specializzati nella gestione e recupero dei crediti di determinate tipologie di Clientela (orientativamente quella con maggiori rischi reputazionali e ad alto valore); le restanti posizioni transitano direttamente dalla Soft Collection alla Door-to-door Collection (esazione domiciliare), ambito nel quale vengono incaricate società specializzate nella gestione stragiudiziale del Credito, aderenti a UNIREC. Infine, per i clienti con esito di recupero negativo, il Comparto di Analysis & Default Classification si occupa dell’invio delle lettere di diffida e messa in mora, con successiva classificazione a default. A completamento e integrazione del processo di recupero, sono attive strutture specializzate nella prevenzione del rischio di credito (Private Behavioural Monitoring); nel supporto dell’attività di Small Business Collection. Vincente e caratterizzante è la competenza di strutture di Collection Intelligence e Coordinamento delle Strategie di Collection che hanno fino ad oggi permesso a Customer Recovery di risultare il centro di eccellenza della gestione morosità sia internamente che esternamente al Gruppo Unicredit. Allo stato attuale non vengono utilizzati service esterni alla struttura. Relativamente al Servizio Sofferenze viene privilegiato l’approccio stragiudiziale – tramite corrispondenza, colloqui telefonici ma in particolare mediante incontri presso le varie sedi dislocate sul territorio e quando ritenuto necessario mediante accesso, preventivamente concordato, all’abitazione ovvero sede sociale/operativa in caso di aziende. Tale tipo di approccio viene attivato anche successivamente all’avvio di attività giudiziali incardinate e ritenute necessarie a tutela del credito delle banche (leggasi ad esempio richiesta di decreti ingiuntivi prodromi ad acquisire privilegi). Enrico Bottoli bresciano, classe 1951, dal 1974 in Banca Credito Agrario Bresciano SpA con percorso sempre all’interno del gruppo. Responsabile dell’Area Recupero Crediti di UBI Banca - Unione di Banche Italiane S.c.p.a. Tale area dipende gerarchicamente dalla Macro Area Crediti e Recupero Crediti il cui responsabile è il Vice Direttore Generale di UBI Banca, Giovanni Lupinacci. Dall’Area Recupero Crediti dipendono i servizi: Incagli; Sofferenze; Staff Contabilità e Reporting, per complessive 92 persone (compreso il responsabile dell’Area). In particolare il Servizio Sofferenze ha delle strutture dislocate presso tutte le sedi delle Banche rete del gruppo, per assicurare un servizio più efficiente. La struttura presidia il ciclo di vita del recupero crediti del Gruppo. Garantisce le attività di recupero crediti per le posizioni in incaglio e sofferenza della Capogruppo e delle nove Banche Rete, per le quali agisce in service attraverso uno specifico mandato (i crediti sono a tutti gli effetti sui libri delle Banche Rete), nel rispetto delle linee guida operative e commerciali del Gruppo Enrico Bottoli: L’attività del Servizio Incagli è, in primo luogo, rivolta alle filiali delle Banche Rete alle quali fornisce assistenza nella fase di trattativa con la clientela al fine di concordare – secondo le capacità dei debitori – un piano di rientro allorquando non abbia valutato, al contrario, la possibilità di un’azione tesa al ripristino in bonis della controparte. Nel caso le filiali non riescano più a interagire con la clientela, intervengono i gestori del Servizio sia attraverso invio di corrispondenza ai debitori che mediante colloqui telefonici ovvero ancora attraverso colloqui di persona, di norma presso la sede del Servizio od in particolari situazioni – che riguardano in genere aziende – anche presso la sede sociale/operativa dei clienti. Per crediti di modeste dimensioni vengono utilizzate società di recupero esterne specializzate sia nella fase di phone collection che di esazione porta a porta. Riccardo Taddei: La doverosa premessa, con riferimento alla mia esperienza nel settore, deve necessariamente partire dall’evoluzione avuta dal gruppo bancario per il quale lavoro, cresciuto nell’arco di tempo di pochi anni, da ca. 120 sportelli a ca. 700, con 4 banche che sono entrate a far parte del Gruppo, una società di credito al consumo e ben 4 operazioni di cartolarizzazione (2 non performing): abbiamo, quindi, avuto la possibilità di confrontarci con realtà differenti dalle nostre, con l’opportunità/necessità di uniformare le diverse culture, acquisendo, nel contempo, notevoli esperienze. In generale ritengo che ogni tecnica di recupero possa essere complementare all’altra, a seconda delle circostanze. Proprio per questo CARIGE ha optato per un mix di comportamenti, utilizzando sia le procedure di tipo giudiziale, sia gli accordi stragiudiziali. Questi ultimi, in particolare, hanno avuto un trend crescente perché presentano mediamente costi, tempi di recupero e perdite definitive inferiori rispetto alle procedure giudiziali, consentendo, laddove possibile, anche di andare incontro alle esigenze di clienti che si trovino i stato di momentanea difficoltà. Dal punto di vista organizzativo il recupero vata professionalità e dinamismo, con buona esperienza giuridica e notevole propensione commerciale / operativa; la disponibilità all’autoformazione ed un atteggiamento proattivo sono, altresì, caratteristiche fondamentali. Maurizio Panini: È fondamentale tenere sotto controllo tutta la filiera, fin dal manifestarsi dei primi sintomi di difficoltà con l’attivazione di iniziative di vario genere da parte di gestori specializzati, supportati da idonee procedure di verifica. L’obbiettivo è ovviamente quello di ricondurre l’operatività sui binari della normalità o dove se ne ravvisino i presupposti di procedere al recupero del credito in pre-contenzioso. Qualora ciò non fos- Riccardo Taddei si occupa di crediti non performing dal 1988 e attualmente sovraintende la Struttura Recupero che gestisce le posizioni Banca Carige e delle Banche entrate a far parte del Gruppo nel corso di questi anni. Ha altresì seguito direttamente le operazioni di securitisation di crediti non performing ex l. 130/99, poste in essere da Carige (mediante il veicolo Argo Finance One) e da Cassa di Risparmio di Savona (veicolo Priamar Finance). crediti è gestito dalla Banca in modo accentrato presso la Struttura Recupero Crediti e Contenzioso, che si occupa, come detto, di tutte le Banche del Gruppo e per i veicoli delle operazioni di cartolarizzazione che ad essa fanno capo. La Struttura si appoggia anche a professionisti esterni che curano la fase giudiziale: anche in questo ambito, mantiene la sua importanza il rapporto di collaborazione col personale interno: la “strategia” resta infatti sempre nell’ambito dei singoli uffici, che valutano le migliori opportunità di recupero e/o di gestione del rapporto, compresa la valutazione di eventuali proposte di rientro o transattive: è chiaro che, una scelta siffatta implica la necessità di avvalersi di personale interno di ele- se attuabile e lo stato dei fatti porti il credito ad essere classificato come “sofferenza”, gli specialisti del settore recupero crediti provvedono ad intraprendere le attività giudiziali, peraltro imprescindibili in presenza di procedure concorsuali, oppure ad intensificare l’azione diretta con il debitore. Andrea Nacci: La gestione dei crediti problematici è affidata a due strutture interne: Il Controllo Crediti, che segue le pratiche dal momento in cui manifestano sintomi di criticità marcati, fino all’incaglio e l’Ufficio Contenzioso che le cura dal passaggio a sofferenze in avanti. Ovviamente le “mission” dei due Uffici sono diverse per la natura intrinseca dello “status” delle posizioni che si trovano a gestire, ma in entrambe le fattispecie, i criteri DOSSIER 17 credit village magazine fondamentali sono l’analisi della situazione complessiva (anche reddituale) dei debitori, la posizione rispetto alle procedure concorsuali e alle revocatorie, la situazione delle eventuali garanzie, l’ammontare del credito, la presenza di titolo esecutivo, ecc. Un’altra variabile importante è il fattore tempo; il Controllo Crediti terrà conto del tempo di stazionamento in una situazione di criticità, mentre il Contenzioso porrà attenzione anche alla durata stimata della procedura di recupero. CVM ■ Utilizzate l’outsourcing? Ed eventualmente in quali delle fasi suddette? Oreste Vidoli: Siamo stati sempre convinti dell’importanza di confrontarsi con il mercato, di verificare l’efficienza della Collection interna rispetto agli standard e soprattutto alle “best in class” di settore. Fondamentale è l’approccio tendente a creare valore attraverso collaborazioni costruttive di vera partnership. Storicamente abbiamo attivato rapporti con outsourcer solo nella fase doorto-door. Negli ultimi anni, ancorché per mere esigenze legate alla gestione di picchi di lavoro interni e limitatamente ad alcune tipologie di prodotto, Customer Recovery ha arricchito la propria esperienza e competenza, creando un benchmark esterno di early collection con il quale confrontarsi. Questa ulteriore esperienza, ci ha arricchito sia per competenza tecnica sia per tensione motivazionale. Lavorare con partner esterni con un innovativo atteggiamento di co-sourcing, ovvero con una intensa e reale partnership che supera il mero outsourcing, ci ha permesso di condividere gli obiettivi più sfidanti e di affrontare insieme il cambiamento per far fronte a scenari sempre più complessi e competitivi. Enrico Bottoli: Si, ma esclusivamente per importi di modeste dimensioni allorquando il credito è contabilizzato a sofferenze e per non disperdere la professionalità dei gestori impegnati in attività di maggior livello. Riccardo Taddei: La nostra scelta è stata quella di esternalizzare soltanto il recupero delle sofferenze di minore entità sprovviste di garanzie utilmente escutibili; tuttavia, quando si ravvisano concrete possibilità di recupe- f credit village magazine 18 ro, vengono comunque esperiti i tentativi di recupero giudiziale ritenuti opportuni. Maurizio Panini: In questa struttura gestionale, l’utilizzo di outsourcing si è rivelato di estrema importanza in tutte le fasi del processo, con varie tipologie di intervento che vanno dal sollecito telefonico al tentativo di recupero “bonario” diretto su specifico mandato, con lo scopo di mantenere la snellezza ed l’efficienza della struttura stessa. rio per verificare le attuali condizioni economico/reddituali del debitore ed a condizioni assolutamente più efficaci ed economiche di quanto la Cassa avrebbe mai potuto esperire autonomamente. Infine, almeno un accenno merita la cessione pro-soluto a società specializzate di quei crediti – di norma modesti – per i quali i precedenti tentativi si erano rivelati infruttuosi. Ciò ovviamente consente un interessante rispar- Maurizio Panini , dopo la laurea in giurisprudenza e la pratica legale è entrato in Banca Etruria nel 1977 e ricopre ruoli in diverse Aree della Banca finché, con l’ultima ristrutturazione aziendale, diviene responsabile dell’Area Controllo e Recupero Crediti. L’Area, che opera anche per le Banche del Gruppo, è suddivisa in: gestione crediti anomali, per i crediti che presentano anomalie andamentali e gestionali fino allo “status” di incaglio, recupero crediti in contenzioso per le posizioni a “sofferenza” ed una struttura contabile ed amministrativa di supporto. Andrea Nacci: Il Controllo Crediti non si avvale di outsourcer, supporto che invece, in qualche misura, utilizza il Contenzioso. Quest’ultimo cura segnatamente i rapporti con i Legali esterni, a cui affida le azioni giudiziarie e ne indirizza le linee. Ciò avviene con l’utilizzo di strumenti informatici appositamente destinati che ne facilitano il monitoraggio. Una tipologia di outsourcer che il Contenzioso utilizza ricorrentemente è quella delle Società Specializzate di Recupero Crediti, quando si affrontano posizioni di modesto importo, magari non assistite da titoli esecutivi e per le quali non appare economicamente conveniente la richiesta di emissione di decreto ingiuntivo. Tale procedura di outsourcing viene esperita anche nel caso di esito negativo della notifica del precetto e/o del pignoramento, per mancato rinvenimento del debitore. Del pari si ricorre all’outsourcing per quelle posizioni di importo rilevante, non recuperate con precedenti azioni esecutive. A nostro avviso, tale intervento consente all’outsourcer un contatto diretto (e quindi migliore), necessa- mio di costi amministrativi, un alleggerimento dell’attivo dei crediti difficilmente esigibili ed una più proficua riassegnazione delle risorse a disposizione dell’Ufficio. CVM ■ Quale metodologia di scelta e governo dei processi di gestione dei crediti in sofferenza adotta la sua azienda? Oreste Vidoli: Siamo molto attenti e rigorosi nella scelta dei fornitori con i quali collaborare, anche per l’intensa partnership che vogliamo instaurare, siamo esigenti e scrupolosi nella verifica di tutti gli aspetti formali e sostanziali del partner. Le Società di recupero che utilizziamo sono tutte aderenti ad UNIREC. Abbiamo previsto all’interno dell’Accordo di collaborazione uno specifico Codice deontologico incentrato sulla riservatezza dei dati e correttezza nei rapporti con i Clienti gestiti per conto del Gruppo Unicredit. In sostanza siamo legati da un doppio vincolo formale con i nostri partner; da un lato quanto contrattualmente pattuito, dall’altro il codice deontolo- gico di categoria sottoscritto ed accettato da tutti gli associati UNIREC. Il governo del Service di recupero è cruciale e UniCredit è stata fra le prime a prevedere una figura professionale dedicata unicamente ai rapporti con i Service. Il compito è denso di contenuti che spaziano dal controllo qualità dell’operato delle Società di recupero alla cura dei rapporti commerciali con il management dei Service, alla verifica e monitoraggio dei dati di recupero per il raggiungimento dei livelli di servizio attesi, all’attività formativa ed informativa organizzata sul territorio La fitta Rete di Agenzie (circa 4.500 sul territorio nazionale) ci fornisce continui feedback sull’operato dei Consulenti dei Service, è inoltre attivo un sistematico controllo qualità operato dagli addetti di recupero crediti telefonico interni a Customer Recovery che, quando entrano in contatto con il cliente che avesse avuto contatti con Società di Recupero nel recente passato, a campione svolgono una vera e propria “survey” ponendo domande specifiche al cliente. Riccardo Taddei: Tutto quanto sopra ha consentito, nell’ambito delle posizioni attribuite alla nostra competenza di adottare strategie differenti a seconda della tipologia di credito e/o delle diverse situazioni contingenti, sempre con una doverosa “elasticità” nella gestione. Se devo sintetizzare per punti, posso elencare: ■ prevalenza del tentativo di accordo stragiudiziale per le posizioni meramente chirografarie e prive di garanzie utilmente escutibili; ■ tempestivo avvio delle iniziative volte al recupero coattivo del credito, pur mantenendo, anche in questo caso, la disponibilità, ad esempio in caso di posizioni ipotecarie, a rinegoziare il mutuo su basi differenti (allungamento e rinegoziazione del piano di ammortamento), qualora sia dimostrata la capacità di reddito, anche se inferiore a quella iniziale; ■ nell’ambito delle posizioni ipotecarie, abbiamo sperimentato con successo la partecipazione diretta alle aste, attività molto delicata ed impegnativa, che richiede una buona conoscenza del mercato, per evitare una mera traslazione di rischio, da rischio di credito a rischio sugli immobili. Maurizio Panini: La scelta delle Società che attualmente collaborano e l’analisi delle offerte che pervengono, si basa su molteplici fattori riconducibili comunque ad individuare il giusto equilibrio fra costi da sostenere e performance ottenibili su certi ambiti territoriali per le varie tipologie di intervento richiesto e non meno importante la possibilità di utilizzo di procedure informatiche che rendano puntuale ed efficace la comunicazione fra la Società stessa e la Banca. Andrea Nacci: Indubbiamente, nell’assegnare un incarico, il costo non va mai sottovalutato, ma la professionalità della controparte deve rappresentare la leva decisiva a cui riferirsi. Il governo dell’outsourcer viene affidato all’Uff. Contenzioso che opera in staff al Direttore Generale, ferme restando le competenze riservate sulla materia agli Organi e Funzioni di Controllo della Cassa. CVM ■ Vi sono state differenze nel recupero tra 2007 e il 2008/2009? Cosa è cambiato? Oreste Vidoli: Cambiamento? Non vorrei sembrare troppo incisivo ma quanto vissuto ultimamente assomiglia molto più a una radicale evoluzione del mercato che a un cam- Il forte rallentamento del PIL e la generale crisi nei consumi, costituiscono fattori rilevanti che hanno profondamente influenzato e, sovente, cambiato le abitudini degli italiani e dei clienti morosi che gestiamo. Il nuovo contesto macro-economico e sociale ci ha indirizzati verso iniziative e strumenti di recupero diversi da quelli tradizionalmente utilizzati. Ci siamo, pertanto, sforzati di elaborare soluzioni atte a sostenere le famiglie che maggiormente hanno subito l’effetto della crisi economica. Come? Con soluzioni ritagliate sulle reali esigenze del cliente, adeguando gli importi delle rate mensili al fine di creare concrete condizioni di sostenibilità del debito nel tempo. Nel contempo abbiamo profondamente rivisto ed adeguato i processi interni e le strutture di Collection al fine di poter gestire al meglio la profonda evoluzione del mercato. In sintesi possiamo dire che se negli anni precedenti il nostro lavoro si rivolgeva in larga parte a clienti che non volevano pagare, oggi abbiamo di fronte clienti che non possono pagare ed hanno bisogno di trovare soluzioni efficaci insieme alla Banca. Enrico Bottoli: Se ci riferiamo alle metodologie di recupero, le stesse sono rimaste sostanzialmente invariate. A decorrere dal terzo Andrea Nacci è il Vice Direttore Generale della Cassa Risparmi di Volterra Spa, una delle poche Banche storiche ancora autonome (il pacchetto azionario è detenuto al 75% dalla omonima Fondazione). La CRV opera in 7 province della Toscana, con 75 tra Filiali e sportelli di Tesoreria; occupa 540 dipendenti, ha raccolta per 2,43 mld di euro ed impieghi per 1,83 mld di euro, con una crescita sull’anno mobile, rispettivamente del 5,1% e del 7,1%. Il Total Capital Ratio è oltre l’11%. Nell’ultimo anno ha aperto 7.000 nuovi conti correnti. biamento. La percentuale dei disoccupati ha toccato livelli preoccupanti, così come il ricorso ad ammortizzatori sociali che hanno ridotto sensibilmente il reddito disponibile di decine di migliaia di lavoratori dipendenti. trimestre 2008 sicuramente – come per tutto il sistema bancario – abbiamo rilevato un aumento delle controparti in default ed abbiamo accentuato la strategia dell’approccio personale con la clientela, riuscendo in tal modo ad 19 credit village magazine ottenere risultati in termini di recupero stabili se non leggermente migliori rispetto al passato. Per quanto ovvio nel caso di rateazione del credito, abbiamo di norma ampliato i termini temporali delle dilazioni. Riccardo Taddei: Direi che nel corso dei primi mesi del 2008 hanno cominciato ad evidenziarsi segnali di crisi economica, anticipando quanto poi deflagrato dalla seconda metà di settembre… a mio modo di vedere, la difficoltà di piccole e medie imprese, ma anche (e spesso in diretta conseguenza) delle famiglie è qualcosa che ha preceduto il terremoto finanziario. Sul piano del recupero coattivo, abbiamo assistito, coerentemente con l’andamento del mercato immobiliare in generale, ad un calo di interesse per le aste giudiziali che raramente nel 2007 andavano deserte… Maurizio Panini: Se dovessimo analizzare i valori assoluti dei volumi di recupero o in generale dei risultati ottenuti, non si ravvedono sostanziali differenze tra il 2007 e il 2008, mentre è innegabile che a livello di valori relativi, soprattutto a fine 2008, abbiamo assistito ad un peggioramento dei dati, dovuto all’incremento repentino dei crediti “anomali” conseguente all’esplosione della negativa congiuntura economico-finanziaria dei mercati nazionali ed internazionali. Tale fenomeno è stato più volte sottolineato , confermando il coinvolgimento di tutte le realtà bancarie indipendentemente dalle dimensioni strutturali e dell’area di penetrazione. Andrea Nacci: Nel 2008 si è registrato un sensibile calo dei recuperi, mentre nel 2009 ci sembra di assistere ad una sostanziale stabilizzazione dei flussi. CVM ■ Prospettive future a breve e medio termine. Oreste Vidoli: Alla luce di questo particolare momento del settore, entra in gioco il famoso detto “o ti distingui o ti estingui”: il vero tratto distintivo della managerialità diventa la capacità di reazione al cambiamento, in termini temporali e soprattutto qualitativi. Cambiare per il solo gusto di poter dire che lo si è fatto, alla cieca e senza una meta precisa, potrebbe addirittura condurre in acque più burrasco- f credit village magazine 20 insormontabile: ridurre i tempi di recupero in un mercato in crisi. Enrico Bottoli: Ritengo che allo stato, pur rilevando dei modesti segni di ripresa economica, non abbiamo ancora raggiunto l’apice e per i prossimi mesi, temo che ci dovremo aspettare un aumento del default. Forse una schiarita la potremo apprezzare dalla seconda metà del 2010. Riccardo Taddei: Molti economisti sostengono che la fase recessiva sia al termine… francamente non sono in grado di esprimere valutazioni in merito, se non a livello di sensazione; tuttavia so che, qualora anche ciò fosse vero, gli effetti benefici potranno vedersi solo tra qualche tempo, che non mi pare di intravvedere necessariamente dietro l’angolo. In un articolo di qualche settimana fa su MF, Giacomo Vaciago evidenziava, su scala macroeconomica, come la crisi finanziaria abbia avuto ripercussioni anche sull’economia reale, “inducendo” un “rischio di controparte”, con pesanti ricadute, in particolare, nell’industria manifatturiera mondiale; se non c’è fiducia nella solvibilità di chi inoltra gli ordini, questi vengono cancellati: ad uno shock negativo prodottosi nell’arco di pochi mesi (il crack della Lehman sembra appartenere al secolo scorso, ma parliamo solo della metà di settembre 2008) non è facile trovare contromisure in breve tempo, così da tornare agli equilibri precedenti; per questo mi pare persino riduttivo focalizzarsi sul tentativo di capire se la crisi sia al termine, essendo quanto mai opportuno cercar di comprendere quanto lenta (o rapida) sarà la ripresa. Se passiamo agli scenari microeconomici con i quali abbiamo a che fare tutti i giorni, ritengo che in questo periodo di crisi (dove magari, strumenti di recupero tradizionali come la phone collection possono risultare meno efficaci di un tempo), non si debba assolutamente trascurare, nel novero delle strategie di recupero, la possibilità di “assistere” il cliente (penso che anche dal punto di vista semantico, sia opportuno continuare a chiamarlo “cliente” e non “debitore”), favorendo laddove possibile ristrutturazioni del credito (specie ipotecario) che permettano, allo stesso di attendere tempi migliori (che ci auguriamo arrivino quanto pri- ma), e al creditore di evitare azioni drastiche che magari in questa fase porterebbero solo ad uno svilimento del credito: non mi riferisco solo ai provvedimenti a carattere istituzionale o alla possibilità di sospendere le procedure esecutive già intraprese per 24 mesi, ma anche alla possibilità di rinegoziazioni concordate del credito. In questo senso, tra le doti necessarie a chi svolge la nostra professione, a volte ingrata, credo debba rientrare anche una certa empatia coi nostri interlocutori. Maurizio Panini: I riflessi della crisi economica sul mondo del credito potrebbero essere paragonati a quelli di uno tsunami che fa sentire i suoi effetti devastanti a distanza di tempo e di spazio, per cui nel breve periodo è presumibile che perdureranno fenomeni negativi, mentre, se e solo se, i timidi segnali di ripresa paventati dovessero trovare conferma, potremmo assistere nel medio periodo ad un sostanziale riequilibrio Andrea Nacci: Un fenomeno da sottolineare è il progressivo ricorso a procedure di concordato preventivo, anche con percentuali molto modeste di pagamento ai creditori chirografari. Ciò ovviamente è imputabile alle possibilità offerte dalle nuove disposizioni legislative in materia. Sul fronte delle esecuzioni immobiliari non ci attendiamo significative variazioni rispetto al passato, con un andamento delle vendite sostanzialmente correlato alla tipologia dei cespiti. Ciò, nel medio termine, potrà risultare influenzato dall’appetibilità o meno delle varie zone geografiche della Toscana. Qualche ulteriore criticità è da aspettarsi invece sui piccoli prestiti alle famiglie, per le difficoltà collegate alla precarietà del posto di lavoro. Se mi permette, vorrei comunque chiudere con un segno di positività. Il nostro Paese dispone di ingegni e di professionalità tali da consentirci di risalire la china. Quanto più saremo consapevoli di ciò, tanto prima troveremo le necessarie sinergie per riemergere. n DOSSIER se di quelle che si vuole lasciare. Serve cambiare con grande lucidità, capacità organizzativa, motivando e aggregando intorno a se le Risorse coinvolte nel cambiamento, lottando contro il tempo e analizzando le conseguenze. Cambiare mettendo in campo tutti i correttivi a supporto dei nuovi processi. Il cambiamento non deve essere sinonimo di avventura, ma di professionalità responsabile che guarda ai risultati di medio-lungo periodo. Un esempio concreto: sul perimetro door-todoor abbiamo deciso, in controtendenza col mercato, di ridurre i tempi di gestione ai Service esterni, al fine di contrarre le tempistiche tra le diverse fasi di Collection, aprendo lo spazio temporale per canali di recupero alternativi a quelli attuali. Il confronto con i nostri partner esterni è stato inizialmente critico, per portarli a bordo e concretare nei fatti il principio di “co-sourcing” abbiamo specificato che non ci saremmo limitati alla mera riduzione del periodo di gestione. Abbiamo così concordato con i Service un cambiamento incisivo del modo di fare “door to door collection”: inserendo un sistema incentivante per chi recupera in tempi più ristretti, mettendo a disposizione degli uffici amministrativi delle Società di Recupero un maggior numero di Addetti Specializzati interni a Custemer Recovery, e soprattutto, innovando radicalmente il rapporto fra UniCredit e le Società di Recupero tramite l’istituzione di un Numero Verde a disposizione di tutti i Consulenti accreditati dalle Mandatarie che lavorano direttamente sul territorio. Il numero verde rappresenta, quindi un servizio che la committente mette a disposizione della Società di Recupero, un prezioso e concreto supporto alla Rete di Consulenti che potranno così pianificare gli appuntamenti con i Clienti morosi beneficiando in tempo reale di tutte le informazioni aggiornate, necessarie a svolgere la loro attività. Stiamo poi sostenendo questo cambiamento con Road Show formativi e motivazionali per la Rete dei Consulenti esterni che riportano alle Società di recupero. In questo caso abbiamo la convinzione di aver condotto il cambiamento, creando un’area di opportunità in quella che, di primo acchito, poteva apparire come una difficoltà 21 credit village magazine credit village magazine 22 I.NA.GE.C. srl ll successo dell’azienda nelle persone che vi operano… L’ intervista a Floriana Ferro Amministratore di I.NA.GE.C. srl Azienda nasce nel 1980 ad Alba, città di salde radici storiche, nota per Il tartufo bianco, il vino e le sue enoteche e le tante realtà industriali di livello internazionale che costituiscono il tessuto imprenditoriale locale. Dalla prontezza determinante nell’accettare e gestire ogni giorno le istanze del mercato, Floriana Ferro fonda la I.NA.GE.C. Srl consolidando il sogno personale di creare un’azienda competitiva moderna e performante dove oggi operano quasi 100 collaboratori. Abbiamo incontrato la fondatrice e le abbiamo chiesto: articolo pubbliredazionale CVM n Che cos’è I.NA.GE.C. e quali sono i suoi punti di forza? Oggi I.NA.GE.C. Srl è un’azienda specializzata nell’analisi e risoluzione delle problematiche relative alla gestione ed al recupero dei crediti commerciali e finanziari. Competenza e professionalità hanno permesso di conquistare una posizione di leadership nel settore divenendo punto di riferimento importante per gli oltre tremila clienti distribuiti su tutto il territorio nazionale che grazie ad I.NA.GE.C. srl ottimizzano il cash flow aziendale, mantengono sotto controllo i rischi commerciali e di credito e concentrano le risorse umane sulla propria crescita aziendale. CVM n I.NA.GE.C. ha risentito della difficile crisi economica che stiamo attraversando e che sicuramente a investito anche il settore del recupero crediti? Nel contesto di crisi economica e recessione in cui viviamo, alcune aziende sono costrette a cessare l’attività creando una diretta disoccupazione contrariamente a quanto accade nel nostro settore in cui la richiesta dei servizi di recupero ed incasso è in costante crescita. 23 credit village magazine La pronta risposta alle istanze delle committenti ha contribuito sicuramente a stimolare la politica dell’outsourcing nella aziende, consentendoci così di valorizzare offerte diversificate rispetto al nostro core business; offerte finalizzate a favorire soluzioni personalizzate ed estese anche alla fase di prevenzione nel processo di gestione del credito come il servizio di Informazioni Commerciali, Servizio Info Camere e la Gestione in Soft Collection dei pagamenti post vendita. CVM n Quali sono i presupposti necessari per dare un buon servizio in materia di recupero crediti e quali quelli che determinano il successo della sua azienda? Il settore del recupero crediti fa parte del terziario avanzato che oggi mantiene e garantisce il livello occupazionale in Italia contro tendente rispetto alle aziende in cui la produzione sempre più viene invece esternalizzata nei paesi in cui il costo della manodopera è minore. Il nostro è un settore delicato che esige un lavoro professionale regolato da normative precise come quella sull’antiriciclaggio e quella sulla tutela della privacy. articolo pubbliredazionale Volendo effettuare una valutazione basata su dati reali, rileviamo che mentre nel 2008 la nostra azienda gestiva 100.000 posizioni, soltanto nei primi dieci mesi del 2009 i nostri numeri si sono più che raddoppiati raggiungendo il traguardo di 240.000 incarichi che si traducono in un valore economico di circa 30.000.000 di euro. Un incremento sostanziale che non ha messo in discussione le performances rese sino ad oggi, mantenendo posizioni di primato con tutte le mandanti, dimostrando così un’ottima capacità di adattamento alle richieste del mercato e di flessibilità nel sostenere volumi di lavoro sempre più consistenti. Grazie ad un management altamente qualificato e attento alla crescita professionale dei propri collaboratori, la Inagec si conferma regolarmente ai primi posti nelle classifiche delle perfomances a confronto con i propri competitors. Il risultato di questi dati non ha fatto altro che rafforzare un rapporto di fiducia reciproco e certificare l’importanza che questa attività rappresenta per il tessuto economico-sociale italiano. CVM n Cosa offrite ai vostri clienti? Il maggiore investimento per i nostri collaboratori si traduce nella formazione professionale cui poniamo la massima attenzione, attraverso seminari su quelli che sono gli obblighi formativi richiesti dalla normativa e mediante l’intervento di docenti qualificati e stimolanti che contribuiscono a dare valore ai progetti formativi dell’azienda. È innegabile che la formazione, se fatta bene e con criterio, diventa sinonimo di professionalità e di crescita aziendale, ovvero il raggiungimento degli obiettivi proposti come caposaldo dell’intero processo. Come azienda leader possiamo affermare che il nostro successo è determinato da un dinamico management team che lavora e si confronta con altre figure professionali con lo scopo di conquistare l’obiettivo di risultati eccellenti, attraverso un forte controllo della qualità. La capacità di controllare le varie attività nell’erogazione del servizio offre la garanzia al cliente che l’errore rappresenti un evento casuale non probabile. Infatti gli esperti della qualità che operano in seno al nostro team svolgono un lavoro capillare per la maggior parte dell’anno ed ogni aspetto dell’attività della nostra azienda è soggetto allo screening qualitativo. La certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001:2000 oltre alla certificazione CEPAS per l’amministratore, l’adesione all’UNIREC sin dalla sua costituzione sono corollario di quanto perseguito. CVM n Se da uno sguardo al futuro? Nel nostro futuro saremo fortemente impegnati con spirito positivo per consolidare quanto ottenuto fino a questo momento puntando sullo sviluppo e sulla crescita della nostra azienda e dei nostri collaboratori. n INTERNATIONAL OVERVIEW credit village magazine 24 A cura di Roberto Spelta e Mariacristina Bulgari RECUPERO CREDITI NEI MARI DEL NORD Roberto Spelta, laureatosi con 110 e lode all’Università di Pavia nel 1998, ha ottenuto un Master in contabilità, bilancio e controllo finanziario d’impresa nel 2000. Socio dal 2006 dello Studio Legale Sutti, nel quale è Responsabile del Recruitment, opera all’interno del Dipartimento di Diritto Pubblico dell’Economia. C Mariacristina Bulgari, laureatasi con lode all’Università di Brescia nel 2004, è divenuta Associato presso lo Studio Legale Sutti di Milano dal 2008, al quale è pervenuta dopo una lunga esperienza bresciana nel campo della consulenza aziendale focalizzata sul controllo finanziario di impresa e sul credit management.” osa ci si deve attendere dal recupero crediti nelle estreme latitudini del Nord Europa? Un viaggio un tempo avventuroso è oggi forse divenuto una crociera di piacere? Qualche secolo fa un mercante greco che avesse avuto un credito nei confronti di un celta o di un alemanno del profondo Nord non avrebbe avuto grosse alternative rispetto al ricorso ad una costosa (e improbabile) assistenza druidica ovvero alla sotto-posizione ad una qualche forma di giudizio ordalico. Fortunatamente oggi le cose sono lievemente cambiate; anzi, a ben vedere, gli elementi di esoticità presenti negli ordinamenti giuridici che andremo a considerare non sono poi così significativi e si segnalano semmai per il loro favor creditoris. Facendo focus sull’Inghilterra e sul Galles, la debt collection stragiudiziale inizia con il rituale iter diffida-telefonata da parte delle agenzie di recupero crediti e dei legali, i quali operano sulla base di un onorario no win, no fee, con corresponsione finale del 5-15% dell’importo effettivamente recuperato. Non conoscendo tali Paesi alcun procedimento monitorio per il recupero dei crediti ed essendo il recepito procedimento ingiuntivo europeo (Regolamento CE 1896/2006) “terra vergine”, una alternativa ad essi è costituita dalla statutory demand in insolvency: trattasi, in termini più semplici, di una richiesta inviata al Tribunale da un agente di recupero credito o da un avvocato ed avente ad oggetto crediti di importo superiore a 750 sterline non contestati dal debitore. Qua- lora il debitore non soddisfi la richiesta di pagamento o non presti garanzia entro i ventuno giorni successivi alla notifica della richiesta stessa, il creditore potrà procedere immediatamente con una istanza di fallimento. Si tratta quindi di un potente strumento giuridico per costringere anche il più riottoso dei debitori a ben meditare sulle conseguenze delle proprie azioni. Si noti, giusto per fare un po’ di diritto comparato, come in Italia sia molto più difficile - vuoi per la prassi giurisprudenziale che impone al creditore istante di fornire la prova di almeno una esecuzione andata a vuoto e vuoi per le barriere introdotte dall’ultima riforma in materia concorsuale - mettere all’angolo il debitore con la procedura fallimentare. Il procedimento giudiziale ha inizio con la notifica al debitore di una claim form, ossia di un modulo prestampato e standardizzato che può essere compilato dal creditore in persona, o da un suo rappresentante, quale un agente di recupero credito o un legale. Al debitore, a seguito di tale notifica, sono concessi quattordici giorni dalla notifica della claim form per prendere posizione attraverso un acknowledgement of service form oppure ventotto giorni per prendere posizione attraverso una defence. Il debitore potrà tenere tre comportamenti: non replicare entro il periodo concesso; ammettere la debenza del credito menzionato nella claim form; negarla in tutto o in parte. Nelle prime due ipotesi, la Corte statuirà senza ulteriori particolari formalità emetterà una sentenza a favore del creditore costituente titolo esecutivo. Nella terza ipotesi, ossia qualora il debitore predisponga un acknowledgement of service form da cui si evinca la sua intenzione di opporsi alla richiesta di pagamento o qualora presenti una defence contenente l’esposizione più articolata della sua posizione, il creditore, di concerto con il proprio avvocato, compilerà un modulo, allocation questionnaire, in cui saranno contenuti una stima del valore del debito e dei costi del processo nonché la linea difensiva che si intenderà tenere nel prosieguo del giudizio. Il valore del debito costituisce il criterio dirimente per la determinazione della competenza: al di sotto di 5.000 sterline le cause sono decise in camera di consiglio da una County Court in modo celere e per lo più informale, senza cioè la stringente vincolatività di precise norme 25 credit village magazine processuali in tema di prova; le claim forms il cui valore si attesta tra le 5.000 e le 15.000 sterline sono decise entro e non oltre le 30 settimane dalla data di inizio della procedura giudiziale da una County Court; infine, le cause il cui valore supera le 15.000 sterline sono decise dalla High Court of Justice che stabilisce discrezionalmente tempistica e scadenze processuali. Accanto a questa procedura “classica” l’ordinamento giuridico dell’Inghilterra e del Galles ha previsto una variante on-line (Money Claim on-line): fino a 100.000 sterline il creditore può adire Her Majesty’s Courts Service website ed ottenere che una claim form venga notificata al debitore. Ciò dà avvio ad una procedura analoga a quella sopradescritta che si segnala però per la sua celerità e per lo spostamento della competenza in una corte “fisica” solo in presenza di articolata difesa della parte debitrice. Spostando l’attenzione sull’Irlanda, il recupero del credito inizia con una tipica diffida di pagamento che, se inevasa, potrà comportare l’inizio di un’azione legale in una delle tre corti competenti. Esiste un procedimento sommario, esperibile presso tutte e tre le corti, che si colloca a metà strada tra il modello monitorio puro ed il modello monitorio documentale, bastando per l’emissione dell’ingiunzione la produzione di un affidavit. Nonostante non sia onere della parte creditrice produrre prova scritta, la prassi applicativa vuole che il legale procedente richieda al cliente-creditore copie dei contratti, fatture, dichiarazioni, ricevute di spedizione, riconoscimenti di debito, assegni respinti e ogni altro documento rilevante al fine di prevenire possibili eccezioni da parte del debitore. Qualora quest’ultimo si opponga alla richiesta del creditore, verrà fissata un’udienza con possibile audizione di testimoni. Anche nella penisola danese il tentativo di recuperare un credito inizia con una diffida di pagamento che presenta invero tratti del tutto peculiari: oltre, infatti, al classico avvertimento che in mancanza di pagamento entro un breve periodo si intraprenderà un’azione giudiziale viene allegato un documento di riconoscimento di debito contenente una clausola che conferisce al creditore il potere di presentare richiesta di esecuzione direttamente all’Ufficiale Giudiziario nel caso in cui il debitore che abbia sottoscritto tale documento confessorio non corrisponda il dovuto. Qualora il debitore non riscontri la diffida e non paghi, potranno adirsi le vie giudiziali ordinarie tramite presentazione di una claim form: quest’ultima dovrà contenere nome e indirizzo delle parti, la corte competente, la richiesta di pagamento con tutte le connesse specificazioni, il riferimento ai documenti pertinenti nonché la descrizione delle altre prove da produrre innanzi alla corte. Se il debito non eccede le 50.000 corone, il creditore dovrà compilare una claim form specifica che condurrà ad una procedura più semplificata e meno formale. In entrambi i casi, comunque, dovrà essere pagata una tariffa alla Corte che va da 500 a 75.000 corone a seconda del quantum dovuto. Per quanto i tempi processuali non siano proprio quelli biblici cui siamo abituati in Italia, possono passare diversi mesi per ottenere una sentenza da una corte danese; a tutto ciò si aggiunga che la Danimarca non ha ancora recepito né il regolamento sul procedimento ingiuntivo europeo né quello sul titolo esecutivo europeo, con la conseguenza che un titolo ottenuto in Italia dovrà essere sottoposto ad una procedura di exequatur prima di poter dar luogo ad una esecuzione in loco. Viaggiando verso latitudini più elevate, incontriamo la Norvegia che, in quanto non aderente all’UE, non conosce il procedimento ingiuntivo europeo. Ha un ordinamento però in cui le procedure giudiziali di recupero crediti sono in larga parte simili a quelle italiane, distinguendosi per la centralità che riveste la fase dell’esecuzione e la figura del Commissario dell’esecuzione, l’Execution and Enforcement Commisioner. Ottenute un’ordinanza di pagamento o una sentenza giudiziale, il creditore si rivolge al testé menzionato Commissario affinché proceda al pignoramento dei beni del debitore. L’esecuzione avrà formalmente inizio a far data dalla registrazione del pignoramento presso i registri del Commissario, con pos- sibilità per il debitore di proporre reclamo alla corte della contea avverso il provvedimento di pignoramento dei suoi beni sino a che quest’ultima non risulti definitivamente compiuta. Il Commissario ha altresì il potere di pignorare tutte le somme ed i proventi del debitore. Anche spostandoci verso il confine orientale dell’UE, segnatamente in Estonia, si incontra la usuale dicotomia tra azione legale ordinaria da un lato e procedimento sommario o accelerato dall’altro. Qualora il debito ecceda l’importo di Euro 6.390 o il debitore a seguito della notifica di un’ordinanza di pagamento emessa nell’ambito di un procedimento sommario vi si opponga, la questione sarà trattata in via ordinaria. In quest’ultimo caso la Corte potrà adottare misure conservative (quali il sequestro delle proprietà o il congelamento dei conti correnti bancari del debitore-convenuto etc.) se ritenga in pericolo la fruttuosità di una futura esecuzione. Il creditore ha altresì la facoltà di presentare una istanza di fallimento avverso il debitore in ipotesi specifiche, per esempio in ipotesi di debito scaduto da più di trenta giorni con mancato rispetto da parte del debitore dell’ulteriore termine dilatorio di pagamento concesso dal creditore contestualmente alla prospettazione della possibile instaurazione della procedura fallimentare in caso di violazione di tale ulteriore dilazione. Alternativamente, esistono degli accordi autenticati in cui il debitore acconsente ad assoggettarsi immediatamente alla procedura esecutiva in cambio, ad esempio, di tempo aggiuntivo per l’adempimento dell’obbligazione. In caso di mancato pagamento nel rispetto dell’ulteriore termine concesso, il creditore potrà azionare senza ulteriori indugi l’esecuzione. In conclusione, spingersi a recuperare i propri crediti nella estrema Thule dell’Europa ben può tradursi, salvo rare eccezioni, in una crociera di piacere; l’unico rischio è paradossalmente, a ben vedere, quello di approdare per breve tempo in una terra di delizie dalla quale il ritorno al bacino mediterraneo potrebbe non essere indolore... n credit village magazine 26 Giuseppe Chionetti. Dal 1989 dirige la società di consulenza e formazione Euroservice R&D. È membro del comitato certificazione professionalità di CEPAS, organismo accreditato SINCERT per la certificazione delle persone e della formazione (norma ISO 17024). MASS COLLECTION E ONE TO ONE COLLECTION segmentazione e risorse umane nel recupero telefonico di Giuseppe Chionetti L e competenze relazionali delle risorse umane nella gestione del colloquio con il debitore, figurano certamente nei i primi posti tra i fattori critici di successo nell’attività di phone collection assieme al sistema informatico, alle ricerche, al processo organizzativo e gestionale. Questa affermazione a prima vista può sembrare alquanto banale e scontata, però non sempre le società di recupero e i credit managers pongono la dovuta attenzione a questo aspetto. Un’adeguata segmentazione dei prodotti, delle pratiche e dei debitori (secondo parametri di complessità/difficoltà e redditività), mixata con un attento bilancio di competenze degli operatori addetti alla phone collection, è il presupposto indispensabile per ottimizzare le competenze delle risorse umane. A seconda della tipologia e delle variabili del prodotto sarà opportuno procedere ad una macro piuttosto che ad una micro segmentazione. In base ai risultati si deciderà di conseguenza se sia più conveniente la mass collection di tipo prevalentemente indifferenziato, oppure la collection differenziata, con diversi livelli di differenzazione sino all’one to one collection. Quest’ultima sarà caratterizzata dalla massima personalizzazione nella gestione delle varie fasi di recupero. Va da sé che alla minore o maggiore differenziazione dell’attività di recupero, dovranno corrispondere modalità e processi diversi nella gestione del colloquio di recupero. Conseguentemente, occorreranno comportamenti differenti nelle relazioni e comunicazioni con i debitori a cui, in modo coerente, dovranno corrispondere adeguate competenze degli operatori. Per pratiche relativamente omogenee, recenti e dagli importi non elevati (ad esempio le utenze private), dove le obiezioni e contestazioni sono alquanto simili e relativamente sempli- ci da gestire, la mass collection è senz’altro la modalità più efficace ed efficiente. Con questa tipologia di pratiche, i principali indicatori d’efficacia e d’efficienza saranno: il numero di chiamate/ora, la durata media delle chiamate, la percentuale di richiami, di mancate promesse, di pratiche chiuse positivamente, delle concessione di dilazioni e stralci (quando previsto dalla mandante), da cui derivano in modo consequenziale gli importi recuperati. Agli operatori sono richieste conoscenze di base relativamente facili da acquisire, unite però a spiccate capacità operative quali: celerità nella rotazione delle pratiche, resistenza nel condurre numerosi colloqui al giorno con frequente ripetizione di messaggi simili, determinazione e sintesi nella gestione del colloquio e nel rispondere alle obiezioni e contestazioni, precisione e tempestività nella chiusura evitando inutili dilazioni per “l’innamoramento” delle pratiche, efficienza nella gestione ottimale dei tempi. All’opposto, per un segmento di prodotti complessi con pratiche dagli importi elevati e dall’anzianità elevata (tipicamente le pratiche commerciali o finanziarie derivanti da cessioni), è opportuno adottare la collection individualizzata “one to one”. Con questa tipologia di collection, gli operatori devono aver acquisito approfondite conoscenze relative: agli aspetti legali che regolano le obbligazioni contrattuali (commerciali e finanziarie), al credito, al processo e agli strumenti di recupero stragiudiziale e giudiziale. Soprattutto devono possedere spiccate capacità relazionali e negoziali a cui devono corrispondere attitudini come la pazienza, tenacia e perseveranza nel perseguire l’obiettivo. Come s’evidenzia nella rappresentazione della curva di Gauss, il vantaggio competitivo nel recupero crediti si raggiunge nell’area delle pratiche più complesse, dove la professionalità delle risorse umane fa la differenza. Assumendo come assi cartesiani le due variabili, complessità delle pratiche - professionalità degli operatori, si darà origine alla corrispondente matrice con quattro quadranti che indicano l’ottimizzazione delle risorse umane. Se s‘impegnano risorse dall’elevata professionalità in pratiche ripetitive e dall’importo modesto, non è detto che i risultati siano sensibilmente migliori, ma certamente si correrà il rischio di demotivare e frustrare questi operatori. Oltretutto, a fronte di un ipotetico incremento di chiusure positive, i bassi importi e le provvigioni non elevate di queste pratiche determineranno margini di contribuzione minori rispetto a quelli raggiunti dalla stessa persona, in pratiche più complesse (dagli importi e provvigioni più elevate) dove, ad un incremento minore di chiusure positive, corrisponderà un aumento maggiore di redditività. n 27 credit village magazine Prosegue la diatriba sul codice deontologico Pattichiari dei mediatori creditizi. a cura di Antonio Iuri Donati, Redazione Credit Village Magazine I l consorzio Pattichiari ha emanato un proprio codice deontologico per la regolamentazione dell'attività dei mediatori creditizi, tutt'ora pubblicato e visibile sul sito internet www.pattichiari.it. Il codice stabilisce i requisiti e le regole che i professionisti che svolgono mediazione creditizia sono tenuti ad osservare nella loro attività di relazione con i clienti, ed in particolare nella prima pubblicazione sanciva anche i requisiti professionali per l'accesso e l'esercizio della professione, fissando anche un calendario periodico di esami per la verifica di tali requisiti. Le principali associazioni di categoria dei mediatori creditizi, in testa alle quali Fimec, hanno subito visto di cattivo occhio il documento, visto come un “guanto di sfida” lanciato da Pattichiari, a cui veniva contestato il fatto di regolamentare l'attività di una categoria professionale non da loro rappresentata ne' tutelata, ed inoltre il codice deontologico sarebbe andato contro il dettato del ddl 1078-B (all'epoca ancora in fase di approvazione) che già prevedeva in sé la regolamentazione delle attività di mediazione creditizia. Falliti i tentativi bonari di conciliazione, il 12 giugno scorso Fimec provvedeva a denunciare i presunti illeciti all'autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Con una nota di risposta del 22 settembre scorso, il Garante comunicava di aver già esaminato in precedenza il codice deontologico di Pattichiari nel novembre del 2008, ed in quell'occasione aveva già inviato una lettera al consorzio evidenziando le criticità che potevano essere ostative all'assetto concorrenziale del mercato, con particolare riferimento alle barriere all'ingresso della professione del mediatore creditizio, e all'assenza di qualsiasi riferimento all'instaurarsi di un rapporto concorrenziale fra le banche in termini di garanzie e responsabilità a tutela dell'utente finale. Pattichiari ha risposto al Garante il 6 agosto scorso, annunciando l'eliminazione dal proprio codice deontologico delle parti relative ad esami e corsi di formazione, parti potenzialmente in contrasto o in duplicazione di quanto previsto dalla normativa primaria in via d'emanazione. La diatriba si è dunque, per adesso, arrestata con un leggero passo indietro di Pattichiari, troppo breve però per essere considerato una vittoria delle associazioni dei mediatori. Certamente i fatti sono significativi dell'accresciuto interesse verso le dinamiche ed i professionisti che ruotano intorno all'intermediazione finanziaria e, invero, sono significativi di un certo nervosismo di tutta una categoria professionale, quella dei mediatori creditizi, finita repentinamente fra le spire di una normativa stringente la quale, contestualmente alla crisi economica in corso, rischia di far sparire la mediazione creditizia così come la conosciamo oggi. n Credit Village Magazine credit village magazine 28 Il collegamento negoziale tra vendita e finanziamento nel credito al consumo, alla luce della recente pronuncia della corte di giustizia e delle previsioni della direttiva a cura di Daniele Fiorelli Avvocato e Responsabile della Direzione Affari Legali e societari della Fiditalia. Da oltre 15 anni, a più riprese, viene posta la questione del collegamento negoziale tra vendita e finanziamento nel credito al consumo. La questione, sotto il profilo meramente giuridico, non è di quelle che appassionano. Ciò che realmente tiene vivo l’interesse sul punto, sono le migliaia (40.000/50.000 l’anno) di controversie che ogni anno si registrano nel mercato del credito al consumo e che purtroppo non trovano una immediata o bonaria composizione a causa, anche ma non solo, di una ormai cronica distonia che si registra tra la normativa che si è succeduta in questi anni e la giurisprudenza che nei medesimi si è andata formando. Trattasi di controversie che attengono esclusivamente al contratto di vendita, ma che finiscono per riverberarsi sistematicamente sul contratto di finanziamento in virtù o a causa del preteso collegamento negoziale tra i due contratti. Per cominciare ad inquadrare il fenomeno è bene ricordare che nel credito al consumo sono sostanzialmente individuabili tre rapporti bilaterali : - quello tra consumatore e fornitore, per l’acquisto del bene o del servizio; - quello tra creditore e consumatore, per il finanziamento dell’acquisto del bene o del servizio; - quello tra fornitore e creditore, per consentire ai clienti del primo di finanziare gli acquisti. C’è chi sostiene che tra tali rapporti esista un collegamento causale tale per cui “l’esistenza, la validità, l’efficacia e l’esecuzione dell’uno influisce sulla validità, sull’efficacia e sull’esecuzione dell’altro”. Nella prassi ciò accade, ma solo in un senso, ovvero, le controversie che attengono al rapporto di vendita quasi sempre influiscono sul rapporto di finanziamento e, a cascata, su quello di convenzionamento; mentre le controversie che attengono al rapporto di finanziamento e di convenzionamento normalmente nascono e si esauriscono ciascuna all’interno del rapporto che le ha generate. Sotto il profilo normativo vediamo, dunque, come il legislatore in questi oltre 15 anni ha inteso dare tutela al consumatore nel credito al consumo. Evoluzione normativa. L’art. 125 IV co. del Testo Unico delle Leggi in materia Bancaria e Creditizia (d.lgs n.385/93) prevedeva che “Nei casi di inadempimento del fornitore di beni e sevizi, il consumatore che abbia effettuato inutilmente la costituzione in mora ha diritto di agire contro il finanziatore nei limiti del credito concesso, a condizione che vi sia un accordo che attribuisce al finanziatore l’esclusiva per la concessione di credito ai clienti del fornitore.” Nelle intenzioni del legislatore nazionale, la tutela del cliente si realizzava dunque attraverso l’introduzione di una responsabilità sussidiaria del creditore, subordinata però alla duplice condizione che il cliente avesse costituito inutilmente in mora il fornitore e che tra quest’ultimo ed il creditore vi fosse una rapporto di convenzionamento in regime di esclusiva. Nel tempo, tale tutela si è purtroppo dimostrata di assoluta inefficacia, posto che nel credito al consumo il regime di esclusiva nei rapporti di convenzionamento, tra creditore e fornitore, costituisce l’eccezione e non la regola. Risultato: nelle migliaia di controversie di cui si parlava in premessa, il cliente non ha trovato soddisfazione né da parte del fornitore, poiché inadempiente, né da parte del creditore, al quale tali contestazioni non erano opponibili. Successivamente, nel 2005, la materia della tutela del consumatore è stata attratta dal Codice del Consumo (d.lgs n.206/2005) il cui art. 42 dispone che:“Nei casi di inadempimento del fornitore di beni e sevizi, il consumatore che abbia effettuato inutilmente la costituzione in mora ha diritto di agire contro il finanziatore nei limiti del credito concesso, a condizione che vi sia un accordo che attribuisce al finanziatore l’esclusiva per la concessione di credito ai clienti del fornitore. La responsabilità si estende anche al terzo, al quale il finanziatore abbia ceduto i diritti derivanti dal contratto di concessione del credito.” Esaminando la normativa nazionale, sotto il profilo evolutivo, possiamo serenamente dire che non si registra evoluzione alcuna. L’impianto normativo del 93, che ha introdotto, appunto, la responsabilità sussidiaria del 29 credit village magazine creditore, è il medesimo ripreso nel 2005 dal Codice del Consumo con tutti i limiti in termini di efficacia di cui si è già detto. Con riferimento sempre al Codice del Consumo va poi annotato un fatto davvero curioso. Nel codice del consumo non troviamo la disciplina sul credito al consumo, che resta dunque quella del TUB, cui il codice del consumo stesso conclusivamente vi fa rinvio con l’art. 43. È dunque lecito porsi la questione su quale sia stato il criterio adottato per scegliere le disposizioni da inserire e riprodurre nel contesto del codice. Il problema in realtà lo pone il solo art 42, posto che l’art. 40 e 41 si riferiscono a norme mai recepite dal TUB (trattasi infatti di due articoli del d.lgs 63/200, recante attuazione della direttiva n. 98/7CE, che ha introdotto un unico metodo di calcolo del taeg), mentre l’art. 43, come si diceva, rinvia alla disciplina del TUB. L’art. 42, invece, riproduce puntualmente e senza modifica alcuna due commi di un art. del TUB (art 125 IV e V co) e non si comprende per quale ragione si sia voluto dare risalto a tale norma, anziché ricomprenderla nel generale rinvio operato dal successivo art 43. È possibile che originariamente l’art. 42 dovesse avere un contenuto innovativo rispetto alla disciplina del TUB, mentre poi nel corso dei lavori deve essere evidentemente prevalso l’orientamento di mantenere inalterata quest’ultima. Se anche così fosse, il risultato ottenuto non è certo dei migliori: il codice del consumo dando risalto ad una norma che avrebbe tranquillamente potuto omettere, posto come si diceva il rinvio generale cui si faceva cenno, ha probabilmente ottenuto l’effetto di frustrare quegli orientamenti giurisprudenziali e dottrinali, di cui diremo dopo, che avevano già trovato espressione prima del 2005 e che vedevano proprio nella formulazione dell’art 125 IV co del TUB un forte limite alla tutela del consumatore, per non parlare poi delle numerose istanze provenienti dal mondo delle associazioni consumeristiche rimaste inascoltate. Arriviamo dunque alla Direttiva 2008/48/ CE il cui art. 15 con il solo titolo “Contratti di credito collegati” sembra spazzare anni di dubbi e di contraddizioni sulla questione del collegamento negoziale. Tale articolo dispone: “Il consumatore che abbia esercitato un diritto di recesso basato sulla normativa comunitaria riguardo a un contratto per la fornitura di merci o la prestazione di servizi non è più vincolato da un eventuale contratto di credito collegato. Qualora le merci o i servizi oggetto di un contratto di credito collegato non siano forniti o siano forniti soltanto in parte o non siano conformi al contratto per la fornitura degli stessi, il consumatore ha il diritto di agire nei confronti del creditore se ha agito nei confronti del fornitore o prestatore, senza ottenere la soddisfazione che gli spetta ai sensi della legge o in virtù del contratto per la fornitura di merci i la prestazione di servizi. Gli stati membri stabiliscono in che misura e a quali condizioni possono essere esperiti tali rimedi.” Rispetto alla previsione del TUB è di tutta evidenza la volontà del legislatore comunitario di ampliare la tutela del consumatore attraverso l’introduzione di una responsabilità del creditore, pur sempre sussidiaria, ma non più subordinata alla condizione che vi sia un regime di esclusiva nel rapporto di convenzionamento tra questi ed il fornitore. Condizione questa che, come abbiamo potuto constatare nell’esperienza italiana, di fatto rendeva inapplicabile la norma stessa. Nonostante l’indubbia portata innovativa, la norma, che per il resto ricalca quella del Codice del Consumo, si espone alle medesime critiche o quantomeno propone i medesimi dubbi. Posto che la condizione perché il cliente possa agire nei confronti del creditore è comunque l’aver agito nei confronti del fornitore o prestatore, senza ottenere la soddisfazione che gli spetta ai sensi della legge o in virtù del contratto per la fornitura di merci i la prestazione di servizi, ci si domanda se per quell’ aver agito si deve intendere l’accertamento giudiziale del buon diritto del cliente; o forse, come previsto nell’attuale codice del consumo, continuerà ad essere sufficiente l’inutile costituzione in mora del fornitore? Se ci dovessimo trovare nuovamente in quest’ultima ipotesi la norma per come è scritta rischierebbe di risultare quantomeno apodittica nella parte in cui dispone che il diritto del cliente deriverebbe non già dall’accertamento giudiziale dell’inadempimento del fornitore, bensì dal solo fatto che il consumatore abbia effettuato inutilmente la costituzione in mora del fornitore, ma questo equivarrebbe a sostenere che qualunque costituzione in mora sia sempre e comunque fondata, ovvero che il consumatore abbia sempre e comunque ragione per il solo fatto di aver costituito in mora il fornitore. E se anche così fosse, in ogni caso la norma, per come formulata, non sarebbe in grado di disciplinare efficacemente tutta la casistica: cosa succederebbe, per esempio, nel caso di inadempimenti parziali o di inadempimenti di scarsa importanza che non legittimerebbero neppure la risoluzione del contratto di acquisto? cosa succederebbe se a fronte della costituzione in mora del fornitore questi dovesse replicare eccependo la correttezza della propria condotta contrattuale? Più in generale come potrà il creditore valutare, e a che titolo, le vicende contrattuali a lui estranee non perché non vi sia il collegamento funzionale tanto invocato, ma banalmente perché attengono a soggetti diversi dallo stesso creditore, oltre che a dinamiche nelle quali non ha avuto ruolo alcuno? L’impressione che si ha, è che la responsabilità sussidiaria del creditore dovrebbe essere circoscritta ai soli casi di inadempimento totale da parte del fornitore (mancata consegna del bene) ed ai casi di recesso da parte del cliente, non anche agli eventuali vizi della cosa venduta, che non sono minimamente valutabili da parte del creditore. Se così fosse, lo stesso creditore sarebbe in grado di valutare autonomamente la mancata consegna del bene o la correttezza dell’esercizio del diritto di recesso, senza la necessità di un giudizio di accertamento e dunque in tempi estremamente brevi e senza costo alcuno. n (fine prima parte) FORUM credit village magazine 30 “Indebitamento delle famiglie italiane – risposte alla crisi e nuove tutele” a cura della Redazione Credit Village L'evento si è tenuto lunedì 12 ottobre scorso, organizzato da Adiconsum, presso la sede del CNEL di Roma, alla presenza di una nutrita rappresentanza di esponenti del mondo finanziario e creditizio, oltre che consumeristico. Adiconsum ha aperto il forum presentando il proprio ultimo lavoro: l'indice di rischiosità delle famiglie italiane. Partendo da un'accurata analisi dell'indebitamento degli italiani, l'associazione ha individuato 12 indici, di cui 6 economico sociali e 6 di tipo finanziario, per inciso: 1) reddito medio pro-capite 2) PIL pro-capite 3) occupazione 4) povertà 5) spesa media mensile 6) sfratti 7) prestiti 8) credito al consumo 9) finanziamenti per acquisto abitazioni 10) sofferenze 11) depositi bancari 12) protesti Gli indici sono stati usati senza dare alcuna interpretazione o manipolazione ai dati, esclusa la ponderazione rispetto alla popolazione della regione. Il risultato è stato la redazione di una vera e propria classifica delle regioni a maggior rischio di sovraindebitamento; la risultanza ha visto il triste primato della Sicilia, seguito da Campania e Calabria, con un quarto posto un po' a sorpresa aggiudicato al Lazio. Tra i dati negativi riscontrati durante l'elaborazione, spicca il quasi 30% di povertà relativa in Sicilia, il raddoppio dei protesti in un solo semestre e l'aumento del loro importo medio, la forte riduzione del risparmio delle famiglie e l'aumento delle sofferenze bancarie. La discussione del lavoro citato, ha dato l'avvio ad un ampio dibattito in merito al problema del sovraindebitamento degli italiani, ed alle misure necessarie a livello istituzionale per prevenirlo e combatterlo. La ricetta di Adiconsum prevede un forte intervento nel comparto finanziario-creditizio, vedendo di buon occhio le norme già varate che entreranno in vigore tra oggi e l'aprile 2010, con riferimento alla riforma del credito al consumo e della mediazione creditizia. Più in particolare per aiutare le famiglie Adiconsum chiede ulteriori misure concrete quali: l'estensione della moratoria già approvata per le imprese, sui mutui e sulle bollette delle utenze domestiche alle famiglie, la rapida attuazione delle norme già emanate (v. fondo Gasparrini per la sospensione delle rate dei mutui), la riattivazione del Fondo di garanzia sul credito al consumo (del Ministero dello Sviluppo Economico) ampliandone il ricorso oltre il limite dei 3000 eur, la creazione di un fondo per l'accesso al credito dei lavoratori precari. I toni alquanto allarmistici dell'associazione dei consumatori sono stati condivisi anche dalle associazioni di categoria del mondo creditizio, pur con alcuni distinguo. In particolare ABI (Associazione Bancaria Italiana) per voce di Messina, responsabile del settore crediti retail, individua che il livello di indebitamento degli italiani resta basso in confronto agli altri stati membri dell'UE, senza doversi necessariamente andare a confrontare con i livelli record d'oltreoceano, ma con un lieve e pur significativo trend di crescita. Gli eventuali approcci normativi dell'attività bancaria e creditizia devono essere effettuati con estrema attenzione, onde evitare ricadute sui consumatori negative, oltre che controproducenti per l'intera economia. Messina cita la consultazione già in atto presso l'Unione Europea, che avrebbe quale oggetto la discussione della possibilità di emanare una direttiva volta a limitare la finanziabilità per l'acquisto di immobili da parte di privati al 40% del valore stimato del bene, tale direttiva se emanata avrebbe ripercussioni deleterie per il sistema bancario italiano, oltre che per l'economia e per i moltissimi consumatori che vedrebbero naufragare ogni speranza di acquisto dell'abitazione. ABI critica inoltre lo spirito troppo filantropico ed assistenzialista, con il quale troppo spesso le associazioni dei consumatori e le istituzioni si approcciano nella gestione di questo tipo di problemi, come per esempio ogni volta che si parla di microcredito. Assofin, per voce del segretario generale Umberto Filotto, critica innanzitutto l'indice creato da Adiconsum, giudicando errati aspetti di tipo metodologico nella redazione dell'indice, oltre ad intravedere una ridondanza dei dati usati per la generazione della statistica. I criteri di erogazione del credito ad oggi in vigore sono, sempre secondo Filotto, adeguati a garantire una buona qualità del credito ed ogni tentativo di modifica potrebbe portare esattamente nella direzione opposto a quella desiderata, ovvero al crollo delle erogazioni, questo in un contesto dove la plafonatura dei tassi di interesse legata alle norme antiusura nega di fatto la possibilità di arrivare ad un criterio di erogazione direttamente proporzionale al merito creditizio di ogni cliente. Per quanto riguarda le moratorie, Assofin non ne nega l'utilità, a patto che si tratti di provvedimenti ben mirati e che non riguardino indiscriminatamente la totalità dei consumatori. Particolarmente interessante, e fuori dalla diatriba, l'intervento di Soldi, presidente di ANCC – Coop (Associazione Nazionale Cooperative Consumatori), che con molta preoccupazione e pragmaticità ha sostenuto, con riferimento alla crisi economica in atto, che “il peggio non è ancora passato, il peggio si trova davanti a noi”, andando ad argomentare la propria tesi con dovizia di dati inerenti i consumi delle famiglie, fotografati dal punto di vista privilegiato delle Coop. “La crisi ha accentuato il divario fra ricchi e poveri, fra Nord e Sud, fra vecchi e giovani”, secondo una ricerca effettuata da Coop 1/4 delle famiglie italiane ha problemi a pagare tutte le bollette delle utenze domestiche a fine mese: cresce la percentuale di famiglie in difficoltà e diminuiscono in parallelo i consumi; da luglio scorso coop ha rilevato un sensibile calo nelle vendite al dettaglio, calo che si è fatto più vistoso nei mesi di agosto e settembre appena trascorsi. Per alcuni tipi di consumo si parla di vero e proprio crollo (es. il comparto no-food). Cala anche il consumo dei generi alimentari, con una particolarità, si registra infatti il calo di vendite per valore, ma non per quantità, anzi in contrasto accentuandosi il fenomeno di polarizzazione delle vendite (aumenta il consumo di beni di basso e bassissimo costo, ma anche quello di alta qualità ed alto prezzo). Tale dato, comparato con la diminuzione dei redditi a disposizione delle famiglie, evidenzia come i consumi siano calati più di quanto siano calati i redditi delle famiglie: la crisi della fiducia dei consumatori è in atto, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. L'intervento molto pragmatico di Soldi, lancia uno spunto per una riflessione di carattere generale: si può cercare una soluzione finanziaria ad una crisi che sta dando i suoi peggiori effetti in ambito economico, o sarebbe solo il tentativo di dare un palliativo ad un malato grave? Il forum è terminato con le conclusioni di Landi, segretario generale Adiconsum, che ha più volte rimarcato l'importanza di un intervento immediato e deciso in favore dei consumatori, onde evitare, o quantomeno arginare, gli effetti più nefasti della crisi in essere. n Giuseppe Piano Mortari Credit Village Magazine Quello che i numeri non dicono 31 credit village magazine a cura di Giuseppe Piano Mortari Direttore Operativo di Assofin. A mio parere il merito del lavoro presentato da Adiconsum è quello di mettere insieme in maniera ordinata una serie di dati ufficiali. Come avviene in questi casi, ciò che è opinabile è invece l’interpretazione degli stessi e le conclusioni che derivano dal loro esame. Una prima, banale considerazione da fare sta nel limite intrinseco delle statistiche “ufficiali”. Se alcuni dati sono difficilmente contestabili, infatti, altri risentono invece del limite che deriva dalla presenza, nel nostro paese, di un’economia sommersa di notevoli dimensioni, che molti osservatori concordano nel ritenere stimabile in circa un 30% in più rispetto all’emerso. Poiché il “nero” per definizione non è mappato né mappabile, non esistono statistiche in grado di stabilire come esso si distribuisca sul territorio, ma si può ragionevolmente ritenere che si tratti di un fenomeno particolarmente diffuso proprio nelle regioni che si piazzano agli ultimi posti delle classifiche ufficiali relative al PIL pro capite, al reddito medio pro capite o alla percentuale di popolazione occupata. Non si tratta, come è evidente, di un motivo di sollievo ma di un elemento sul quale riflettere quando ci si cimenti nell’interpretazione dei numeri. Una seconda considerazione è che lascia molto perplessi, dal punto di vista della metodologia statistica, una classifica dell’indice di rischiosità per regione costruito su un mix di dieci indicatori tra loro molto diversi, ai quali venga affidato l’identico peso. A ciò si aggiunga che molti dei fattori considerati sono tra loro interdipendenti se non addirittura ripetuti (per esempio quale significato ha, nella costruzione dell’indice, prendere in considerazione il “credito al consumo pro capite”, i “finanziamenti pro capite per acquisto di abitazioni” e poi un terzo fattore che ingloba i primi due come i “prestiti pro capite delle famiglie consumatrici”?). La terza considerazione è che una classifica delle regioni a maggiore rischio di sovraindebitamento - ammesso che sia corretta - non chiarisce quanto il rischio sia effettivamente elevato, in generale nel paese e in particolare nelle regioni agli ultimi posti nel ranking. Pochi giorni prima del Forum organizzato da Adiconsum, il Sole 24 ore ha pubblicato un lungo articolo a firma di Marco Fortis dal titolo All’ombra del Pil c’è un’Italia che può sorridere, nel quale l’autore espone la tesi, ampiamente supportata da statistiche, secondo cui nell’analizzare lo stato di salute di una nazione bisogna considerare, accanto all’andamento del prodotto interno lordo ed al suo valore pro capite, indicatori quali la ricchezza netta pro capite e la ricchezza mediana per adulto, che vedono l’Italia in posizione assai meno critica rispetto a molti altri paesi. La quarta ed ultima considerazione riguarda il ruolo che il sistema bancario e finanziario italiano ha giocato nel determinare la struttura del bilancio delle famiglie ed il ruolo che può giocare a sostegno delle stesse in un momento di difficoltà quale quello attuale. Tutti i dati a disposizione confermano che l’esposizione delle famiglie nei confronti del sistema creditizio è in Italia largamente inferiore a quello di tutte le altre economie con le quali ha senso che il nostro paese si confronti ed i criteri di erogazione adottati dal sistema si sono rivelati largamente adeguati anche alla luce della pesante crisi che stiamo vivendo. Certo, la crisi ha determinato un aumento dei crediti non performing e questo avrà certamente un impatto sui bilanci delle aziende che erogano credito ma, come evidenziano le previsioni di quattro diverse fonti riportate nell’inchiesta su Lo stato di salute dei prestiti pubblicata sul Sole 24 ore di domenica 18 ottobre, le rettifiche di valore che dovranno essere apportate ai crediti iscritti in bilancio sono destinate a determinare una riduzione degli utili ma non ad intaccare il capitale degli intermediari. Lo stress test rappresentato dalla crisi che stiamo vivendo non ha determinato il dissesto di alcun istituto di credito nel nostro paese né la necessità di ricorrere ad aiuti pubblici, come è invece avvenuto in tutti i principali paesi europei, senza parlare degli USA dove un centinaio di istituzioni bancarie e finanziarie sono state costrette a chiudere i battenti. In un momento di difficoltà per le famiglie, infine, agli intermediari finanziari è richiesto di fare la loro parte, in ottica di responsabilità sociale. Ritengo che l’invito, nella proporzione consentita dalla situazione ed in maniera non indiscriminata, anche questa volta non resterà inascoltato. n credit village magazine 32 Un approccio intelligente al recupero crediti a cura di Lucio Caizzi, Amministratore Unico di IRS srl P uò sembrare semplice scrivere per raccontare l'impegno quotidiano nel rapportarsi con tutti gli elementi interni ed esterni all'azienda. Noi coltiviamo, in modo da far crescere tutti insieme, i soggetti appartenenti alla I.R.S. S.R.L, sia dal punto di vista umano-relazionale che da quello professionale. Credo che questo possa essere considerato senz’altro uno dei punti di forza della I.R.S., capacità relazionale da una parte e professionalità dall’altra. La professionalità e l'abilità della I.R.S. sta nel saper fornire più servizi tra loro complementari, in modo da offrire ai clienti la possibilità di trovare competenza e capacità tali da garantire un’assistenza completa ed adeguata per ogni loro esigenza. Della I.R.S. è già stato detto molto ma non è mai abbastanza per me. Proprio come un padre guarda orgoglioso, ogni giorno, la crescita del proprio figlio e si adopera per dare o ottenere il meglio, così io faccio con la I.R.S. Ma i figli non si crescono mai da soli. È grazie alla grande equipe di cui mi avvalgo che tutto è possibile. Cito solo alcuni nomi rappresentativi che, con grande forza e motivazione, mi supportano (e sopportano): Nicola Cusano, Direttore Operativo Italia; Monica Coppi Responsabile dell’interno e tutti i Responsabili Aree. Grazie a queste persone e a tutto lo staff della I.R.S., circa 80 persone tra interno ed esterno è stato e sarà possibile mantenere e migliorare le nostre performance. Nel corso degli anni e, in modo particolare in conseguenza delle dinamiche economiche di quest’ultimo periodo, i clienti e le mandanti sono sempre più esigenti, la I.R.S. con la professionalità del suo team dimostra sempre, con tutte le proprie forze, la capacità di far fronte alle loro esigenze in termini di tempistica e risultati. La sua carta vincente nel tempo è la capacità di mantenere l'elevata professionalità e l'abilità di modularsi ad ogni richiesta. n articolo pubbliredazionale I nostri servizi sono: Recupero crediti domiciliari; Recupero crediti leasing; Consulenza legale; Informazioni commerciali con partners; Phone collection. 33 credit village magazine CHI SIAMO Siamo una squadra molto motivata, costituita da elementi con buone doti di mediazione ed una solida preparazione tecnica, giuridica e finanziaria; capacità di trattare anche i casi più difficili perchè conosciamo le regole dell'approccio e gli argomenti più opportuni da utilizzare durante la trattiva, così da predisporre il debitore a considerare e/o valutare con favore l'estinzione del debito. I nostri funzionari durante la fase negoziale, non si dimenticano mai che una “leggerezza” non deve causare la perdita di un cliente in un momentaneo periodo di difficoltà. CHI NON SIAMO È un luogo comune piuttosto diffuso che i recuperatori di maggior successo siano individui dalle maniere forti, niente è più lontano dalla verità. I migliori recuperatori sono persone intelligenti ed abili nell'uso della migliore arma che hanno a disposizione: la diplomazia. I.R.S. Il funzionario I.R.S. si reca presso il domicilio del debitore o in qualsiasi luogo egli sia reperibile, per instaurare la trattativa che porti alla definizione stragiudiziale della pratica. I.R.S. invia all'Azienda committente estratto conto delle pratiche affidate con la rimessa degli importi recuperati (al netto della commissione stabilita). Per le pratiche irrisolte in fase stragiudiziale, diamo all'Azienda committente sintesi del verbale del debitore al momento della visita, ed elementi di valutazione sull'opportunità di una procedura Giudiziale. PROCEDURA GIUDIZIARIA La consulenza I.R.S. risulta preziosa in tutti gli stadi del rapporto con l'azienda. Per le pratiche che non hanno avuto o dato i risultati sperati I.R.S suggerisce l'azione Giudiziaria. Per tutto il contenzioso I.R.S. è in grado di offrire consulenza ed assistenza legale con interventi mirati alla risoluzione della vertenza permettendo così il recupero del credito, o di inserire l'ammontare delle insolvenze alla voce PASSIVO del bilancio societario. Informazioni commerciali Con il nostro partner interno, diamo informazioni commerciali, rintraccio debitore e altro. articolo pubbliredazionale Proprio come un padre che guarda orgoglioso ogni giorno la crescita del proprio figlio e si adopera per dare e ottenere il meglio, così io faccio con la I.R.S. Ma i figli non si crescono mai da soli. È grazie alla grande equipe di cui mi avvalgo che tutto è possibile credit village magazine 34 LA FORMAZIONE E L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE DEGLI ASSOCIATI UNIREC: INTERVISTA CON IL VICEPRESIDENTE MARCO ALBORGHETTI a cura di Marco Recchi, Segretario Generale UNIREC Q uesto è un anno di novità per l’attività formativa di UNIREC. Da settembre ha preso il via una serie di incontri che ha registrato un enorme successo sia per il numero dei corsi svolti sia per il numero dei partecipanti. Nell’intervista che segue il Dott. Marco Alborghetti, Vice Presidente di UNIREC, illustrerà queste importanti iniziative. consumatori che c’è in numero di iscritti) è la testimonianza della bontà del progetto formativo e della politica conciliativa che ispira l’UNIREC. Riteniamo infatti che il dialogo con i consumatori (destinatari finali della Nostra attività) sia un valore imprescindibile per svolgere bene questo mestiere. Ecco perché abbiamo ritenuto opportuno richiedere il patrocinio ad ADICONSUM,così come lo abbiamo richiesto a diverse aziende committenti (AGOS SPA – ARVAL-BNP PARIBAS GROUP - CENTRO LEASING BANCA SPA - COMPASS SPA - CREDITO COOPERATIVO FIORENTINO - CREDIT LEADER SPA - FIDITALIA SPA - FINDOMESTIC BANCA SPA - LINK FINANZIARIA SPA – TOSCANA FINANZA SPA - TRC SPA - UNICREDIT GROUP) nonché al CREDIT VILLAGE, che hanno aderito con entusiasmo, sposando questa filosofia. CVM ■ Dott. Alborghetti, ci può spiegare perché UNIREC ha deciso di organizzare queste giornate formative? Uno degli scopi della Nostra Associazione è promuovere la conoscenza sulle buone pratiche,nonché sulle regole che disciplinano il comparto della tutela del credito.Quando mi sono candidato avevo preso l’impegno di dare una svolta all’attività formativa della Nostra Associazione. CVM ■ Le giornate formative sono gratuite? UNIREC è molto attenta anche alle esigenze delle piccole imprese a Lei associate e per questo motivo il Consiglio Direttivo, nel deliberare questa iniziativa che avevo promesso agli associati, ha deciso di consentire la partecipazione gratuita di un rappresentante per ogni impresa associata nonché per i patrocinatori. E’ richiesto invece un piccolo contributo di 100 euro per ulteriori partecipanti mentre, per i non associati, la quota è di 200 euro dal primo partecipante. Questi prezzi “popolari” sono stati decisi per favorire al massimo la partecipazione degli addetti al Nostro settore. CVM ■ A chi sono aperte le giornate formative? Possono parteciparvi solo gli Associati? E chi sono i patrocinatori? Queste prime 6 giornate formative sono aperte sia agli associati UNIREC che alle altre imprese di comparto siano esse società di recupero crediti ovvero committenti (banche,finanziarie,società di telecomunicazioni,ecc.). Lo scopo è quello di condividere le regole del settore e promuovere la filosofia che ha sempre ispirato l’UNIREC sin dalla sua fondazione.La presenza tra i relatori di due massimi dirigenti di ADICONSUM (la principale Associazione a difesa dei CVM ■ Come si svolgono le giornate formative? Le giornate formative vengono organizzate e promosse a livello Macroregionale, grazie all’incisivo apporto dei Coordinatori a cui questo Consiglio ha dato particolare attenzione.Nel concreto, dopo una brevissima presentazione dell’iniziativa da parte del sottoscritto e del coordinatore di area, ci sono 3 relazioni: 1 l’Avv. Marco Recchi, Nostro segretario Generale, ripercorre, con l’ausilio di diapositive, le principali regole del settore (TULPS del ’31, Privacy e Anti-riciclaggio); 2 il Dr Fabio Picciolini, Segretario Nazionale di ADICONSUM, illustra la normativa che disciplina le “CENTRALI RISCHI”, evidenziando anche eventuali aree di attività che potrebbero essere svolte dalle imprese di recupero; 3 il Dr Pietro Giordano, Segretario Nazionale di ADICONSUM, illustra nel suo intervento, l’avviso comune che ADICONSUM e UNIREC stanno siglando, per promuovere, in un ottica di sussidiarietà, gli strumenti di analisi del Nostro settore, per elaborare dei progetti formativi per il comparto ed in generale per i cittadini. L’Ente Bilaterale che nascerà dall’accordo, si occuperà poi di promuovere delle nuove regole per il Nostro settore ed, infine, cercherà di realizzare un “Fondo di Solidarietà” per aiutare i lavoratori che rimangono disoccupati. Come vede, la 35 credit village magazine di coloro che hanno superato la prova nelle giornate sino ad ora svolte che verrà periodicamente aggiornato. Con l’occasione evidenzio che è stato creato un apposito “bollino” di qualità per coloro che hanno superato l’esame che potrà essere apposto sui documenti aziendali. CVM ■ Dove si svolgeranno le prossime giornate formative? Dopo le giornate di Novara, Firenze e Roma, i prossimi appuntamenti sono previsti a Padova, Napoli e Messina secondo il calendario presente sul sito associativo. Marco Alborghetti, Vice Presidente UNIREC giornata analizza “l’uovo” di oggi e spiega “la gallina” che nascerà domani. CVM ■ I partecipanti hanno a disposizione del materiale didattico su cui prepararsi? Ispirandomi ad una precedente iniziativa del 2003, quella del “patentino di agente esattoriale”,che prevedeva il superamento di un test a risposta multipla, ho redatto con l’ausilio del Comitato Scientifico all’uopo formato (e approfitto per ringraziarli singolarmente: Giampaolo Luzzi, Vittorio Colomba, Achille Tesseri e Marco Recchi) un testo che ho intitolato “L’ABC della gestione e tutela del credito - Le 100 domande che non puoi non conoscere se sei un imprenditore UNIREC”.In sostanza il volume, scaricabile nell’area riservata agli associati UNIREC del sito www.unirec.it,è una raccolta di domande che sintetizzano i principali argomenti che devono essere conosciuti da chi svolge il nostro lavoro. CVM ■ È prevista una fase finale di valutazione? Al termine della giornata formativa viene somministrato un “test” di 20 domande estrapolate dalle “100 domande”. Coloro che rispon- dono esattamente alla metà più una delle stesse possono fregiarsi del titolo “Qualifica UNIREC”. CVM ■ Ci può spiegare cos’è il “Certificato di Qualità UNIREC”? Qual è la sua validità? Il “Certificato di Qualità UNIREC” è una qualifica su base volontaria che abbiamo deciso di istituire per premiare che coloro che partecipando alla giornata formativa decidano di cimentarsi nell’esame già descritto.Ciò consente alla Nostra Associazione di verificare la preparazione professionale degli imprenditori e dei loro collaboratori del Nostro comparto. Pur non avendo validità legale in quanto l’UNIREC è solo un’Associazione di Categoria di parte datoriale, l’entusiastica partecipazione e la numerosa affluenza non solo degli iscritti ma anche delle committenti lo “promuove sul campo” come l’unico riconoscimento per la preparazione professionale di chi svolge questo mestiere. In ultimo vorrei sottolineare che la validità del certificato è annuale. CVM ■ È possibile consultare l'elenco delle persone che hanno già superato il corso? Sul sito www.unirec.it è già presente l’elenco CVM ■ Come crede che si potrà sviluppare in futuro la formazione per gli Associati? Ha già qualche idea in merito? Dopo questo “antipasto” di giornate formative e visto il successo che stanno riscontrando, è stato già approvato dal Consiglio Direttivo un programma di riorganizzazione complessiva per stimolare ed accrescere la formazione dei Nostri addetti. Infatti, oltre alla formazione degli imprenditori, UNIREC è molto attenta alla preparazione di tutti gli operatori del comparto, siano essi operatori domiciliari o telefonici. Saranno, infatti, in breve promossi due moduli formativi distinti per i due profili professionali di cui sopra curati dai professionisti che UNIREC ha selezionato in un apposito elenco. Si è stabilito che prossimamente verranno richiesti agli associati un minimo di CFP (Crediti Formativi Professionali) per la permanenza in associazione, così come già avviene ad esempio per la maggior parte delle categorie professionali in Italia nonché all’estero nelle principali Associazioni di categoria del Nostro mondo. Solo i CFP garantiscono all’associazione un livello minimo di conoscenza delle normative di settore che, se non rispettate (per es., privacy e anti-riciclaggio), comportano sanzioni ingenti in termini economici e penali. Infine saranno attribuite delle stelle di merito graduate sui CFP che gli associati guadagneranno anche partecipando agli aventi associativi. n credit village magazine 36 Consumatori e imprese insorgono contro la riforma forense che propone l’abrogazione della conciliazione extragiudiziale gratuita. a cura della Redazione Credit Village Magazine Il 18 ottobre 2009 è uscito su Repubblica un articolo sulla proposta di legge che di fatto abrogherebbe la conciliazione extragiudiziale gratuita nelle controversie tra aziende e consumatori, affidando tutto agli avvocati. Per Consumer’s Forum, promotori della protesta contro la proposta di legge, Credit Village ha intervistato Giustino Trincia, Segretario Generale dell’Associazione. CVM ■ Il ddl di cui si parla nell'articolo, è da intendersi abrogativo dell'art. 141 del codice del consumo? Desidero, preliminarmente chiarire che ci troviamo davanti a due testi differenti. Il primo è il Decreto Legislativo di attuazione dell'articolo 60 della Legge 18 giugno 2009 n.69 in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali che è il testo su cui noi siamo intervenuti presentando un apposito emendamento che le allego. Il secondo provvedimento, invece, è la riforma della professione forense, tema anche questo di straordinaria importanza che è attualmente in discussione e a proposito del quale in Senato è stato approvato un emendamento (Atto Senato n. 601, Art. n.2 n 5 e seguenti), in cui si afferma, cito testualmente che “Sono attività esclusive dell'avvocato, in quanto necessarie e insostituibili per la tutela del diritto alla difesa costituzionalmente garantito: l'assistenza, la rappresentanza e la difesa nei giudizi avanti a tutti gli organi giurisdizionali, nelle procedure arbitrali, nei procedimenti di fronte alle autorità amministrative indipendenti e ad ogni altra amministrazione pubblica, e nei procedimenti di mediazione e di conciliazione, salvo quanto previsto dalle leggi speciali per l'assistenza e la rappresentanza per la pubblica amministrazione”. E' chiaro quindi che formalmente il Decreto Legislativo non abroga formalmente l'art.141 del Codice del Consumo ma lo svuota nella sostanza perché non tiene conto delle controversie di consumo che sono regolate proprio da quell'articolo. L'intervento di Consumers' Forum è invece teso a salvaguardare proprio questa parte del Codice che è un vero e proprio architrave di tutto l'impianto della normativa quadro a tutela dei consumatori nel nostro Paese e in Europa. La posizione critica espressa il 21 settembre scorso dall'Antitrust su questo principio della esclusiva per gli avvocati, ci fa ben sperare in un profondo ripensamento di quell'emendamento approvato. CVM ■ Volendo interpretare, più in generale, il cuore del ddl in oggetto, si potrebbe 37 credit village magazine dire che ogni controversia da affrontare in via stragiudiziale dovrebbe essere gestita unicamente da avvocati? Questo avverrebbe non in base a questo ddl, ma in quanto effetto collegabile alla riforma della professione forense. In altri termini ciò si verificherebbe se, contrariamente a quanto noi di Consumers' Forum auspichiamo fortemente, venisse approvato definitivamente nel testo di riforma della professione forense, quell'emendamento sopra riportato che prevede l'esclusiva per gli avvocati in materia di assistenza, rappresentanza e tutela, ecc. . È anche vero che la Legge 69/2009 stabilisce un maggior coinvolgimento della figura dell'avvocato rispetto alla conciliazione e alle altre forme di risoluzione alternativa delle controversie, nel momento in cui prevede che è obbligo dell'avvocato informare preventivamente il cittadino di tutte le modalità esperibili per tutelare i propri diritti. Questo passaggio però è un fatto positivo perché consente di qualificare e responsabilizzare maggiormente una figura centrale, come appunto quella del legale. Noi quindi non abbiamo nulla contro gli avvocati ma chiediamo di evitare anacronistiche forme di monopolio nell'assistenza, nella rappresentanza e nella tutela del consumatore che corrono il rischio paradossale di cancellare o di limitare fortemente la possibilità per il consumatore stesso di dirimere in tempi rapidi e senza costi particolari, una notevole quantità di controversie spesso di importo piuttosto modesto. E' chiaro che molti, se per recuperare un danno che va dai 50 ai 200 euro, fossero costretti a rivolgersi ad un avvocato e a pagare quindi a questi anche anche una modesta parcella, rinuncerebbero a priori a qualsiasi tipo di azione. Dal lato delle aziende, invece, il rischio che si avrebbe, con la definitiva introduzione dell'esclusiva per gli avvocati, sarebbe quello di una forte escalation delle spese legali. Non dovrebbe essere difficile prevedere poi su chi si scaricherebbero gli aumenti di questo tipo di costi. Quello che invece noi chiediamo è d'integrare il sistema di tutela dei diritti dei consumatori, riconoscendo formalmente e finalmente uno di quei rari pezzi di giustizia che funzionano da più di quindici anni in Italia in materia di consumo, e che funzionano proprio perché basati sulla conciliazione paritetica, dove sono le due parti – associazioni dei consumatori e imprese - che sulla base del principio della libertà contrattuale, stabiliscono tempi e modi per dirimere questo tipo di controversie. CVM ■ Il ddl andrebbe a riguardare solo le liti/lamentele scoppiate dai consumatori nei confronti delle imprese, o sarebbe valido anche in direzione opposta (imprese vs. consumatori)? Rispondo ricordando che il Codice del Consumo stabilisce il principio del ricorso nelle controversie alle norme a maggior favore del consumatore. Questo è il sentiero da cui non ci si dovrebbe mai discostare allorquando si tratta di controversie tra consumatori ed imprese. CVM ■ Quali sono i possibili risvolti per chi si occupa professionalmente di composizione stragiudiziale delle controversie, come per esempio nel caso del Recupero Crediti Stragiudiziale? Certo pensando agli organismi preposti alla conciliazione che in base alla riforma del diritto societario, sono già stati accreditati presso il Ministero di Grazie Giustizia, è lecito chiedersi che fine faranno. Mi sembrerebbe molto saggio aspettare che “le bocce siano ferme”, cioè che il quadro normativo sia definitivo, prima di addentrasi sui possibili risvolti. Ho ricordato prima che in base alla Legge 69/2009 il governo deve emanare una serie di decreti attuativi e che su uno di questi noi siamo intervenuti con quell'emendamento qui riportato e che è in discussione la riforma della professione forense. Ci sono dunque molte variabili che potrebbero verificarsi e forse si rischia di fare più confusione di quella che già c'è, nell'andare oltre in questa situazione. CVM ■ Tecnicamente, qual è il punto oltre il quale una "lite/controversia" può definirsi tale - ed andrebbe quindi ad essere inquadrata nell'egida del ddl? Occorre che siano già stati spiccati degli atti giudiziari? Qui, in realtà, le cose sono molto più semplici. Infatti, è sufficiente trovarsi davanti ad un reclamo del consumatore inerente un qualche disservizio e al danno da esso subito. Questo è già il punto di partenza preso in considerazione dagli oltre 20 protocolli sulla conciliazione paritetica che in questi anni le Associazioni dei consumatori hanno sottoscritto con numerose Aziende di molteplici settori (es. telecomunicazioni, poste, assicurazioni, banche, energia) e rispetto ai quali Consumers'Forum chiede al Governo e al Parlamento di non disperdere il patrimonio di risultati e di indicazioni utili per il futuro, in termini di accesso alla giustizia, di tutela dei diritti, di soluzione rapida delle controversie e a bassi costi per i cittadini consumatori. E' troppo? n Credit Village Magazine credit village magazine 38 Intervista a Guglielmo Vovk Presidente di Italian Credit. Tavola rotonda Italian Credit 1989 2009 italian credit convention 2009 articolo pubbliredazionale CVM ■ Dopo la tre giorni all’Isola d’Elba dove avete festeggiato i Vostri 20 anni di attività, quali sono le novità che sono emerse dalla riunione del sabato mattina? Per prima cosa dobbiamo ringraziare per la loro fattiva collaborazione, tutti i responsabili delle nostre Società committenti, che hanno sicuramente apportato le loro esperienze nel settore del recupero domiciliare. Soprattutto nella tavola rotonda sono emerse alcune novità che daranno ai nostri recuperatori, strumenti appropriati per migliorare sempre di più il loro intervento presso i debitori. Mi viene in mente il “numero verde” che la Unicredit Banca ha instaurato presso i Suoi uffici, che è a completa disposizione delle reti esattive, per dare una risposta immediata alle problematiche che gli stessi agenti hanno prima e durante il loro intervento. La Leasint invece ha introdotto un nuovo sistema gestionale presso le Società di recupero per dare l’opportunità alle stesse di verificare immediatamente la posizione dei clienti debitori a loro affidati così da poter tenere sempre al corrente ed aggiornati i movimenti dei debitori. CVM ■ Abbiamo sentito parlare durante l’incontro anche di un “cruscotto” che la stessa Leasint ha inserito come novità gestionale. Cosa è esattamente e a cosa serve? Non so l’esatta natura del nome; posso immaginare che derivi proprio da un cruscotto di una autovettura, dove tutti gli strumenti che servono alla guida, sono sotto controllo. Ebbene questa novità voluta dai vertici della Società non serve altro che a monitorare costantemente le posizioni affidate alle società esterne, per relazionare settimanalmente la Mandante e per aiutare gli operatori della stessa nella verifica immediata di problematiche che insorgono durante il mandato affidato. CVM ■ Abbiamo notato anche un’altra novità che avete apportato alla Vostra Convention, e parliamo di un “motivatore” di persone quale è il dr. Borra Sergio. Perché avete fatto questa scelta e come pensate di “sfruttare” la Sua presenza nel futuro? Borra ci è stato “caldeggiato” da persone che avevano collaborato insieme in altre Convention e dobbiamo dire che è stata una piacevole sorpresa. Èstato brillante, convincente e persuasivo nell’esposizione delle Sue “teorie” sulla motivazione dei collaboratori. È piaciuto a tal punto che anche nel pomeriggio del sabato ci ha allietato con un intervento che ha monopolizzato l’attenzione di tutti i presenti. La nostra Società pensa di utilizzarlo ancora per degli interventi mirati sia verso i nostri collaboratori interni che quelli esterni. CVM ■ Per finire, secondo Voi, come è andata globalmente la Convention? Cosa cambiereste di quanto avete messo in piedi? Dobbiamo dire che è stata una delle Convention meglio riuscite grazie all’intervento di tutti i partecipanti, Società clienti, collaboratori e agenti recuperatori. L’unica cosa che avremmo voluto migliorare è stato il tempo; purtroppo la giornata di domenica è stata veramente pessima e non ha dato la possibilità a tutti di poter usufruire delle strutture esterne dell’Hotel (spiaggia, piscina, mare ecc.). Peccato perché il posto meritava senza dubbio migliore utilizzo da parte di tutti i nostri partecipanti. Comunque ci stiamo attrezzando per il prossimo anno. n 39 credit village magazine Oreste Vidoli CVM ■ Dott. Vidoli, UniCredit ha grande attenzione per Unirec nella scelta dei partner esterni di recupero crediti. Ci spiega le ragioni? La continua complessità della Credit Collection richiede partner di elevata professionalità ed esperienza. A nostro avviso è anche necessario poter contare su una strutturata organizzazione sottostante a cui le Società di Recupero Crediti facciano riferimento, Unirec garantisce l’adesione a un Codice Deontologico, una selezione delle associate basata su solide caratteristiche patrimoniali, un Collegio dei Probiviri per la composizione amichevole delle controversie. Tutte queste ci paiono caratteristiche distintive e indispensabili. Il Gruppo UniCredit nella Credit Collection ha esperienze radicate ed ha sempre favorito rapporti di forte collaborazione con i suoi fornitori. Unirec ha contribuito ad accorciare le distanze con chi lavora sul territorio, un esempio concreto è il patrocinio richiesto a UniCredit e ad altre aziende del settore del credito, su una importante iniziativa di Formazione Professionale rivolta ai Consulenti di recupero crediti che lavorano sul territorio. Intervista a oreste vidoli Responsabile Customer Recovery Department di Unicredit Banca. CVM ■ Quali sono i fattori distintivi nel rapporto con i vostri service? Avvalersi di partner proattivi e fidelizzati, con i quali abbiamo intrapreso un percorso virtuoso che ci consente un monitoraggio costante dei risultati. Il nostro sforzo è mirato al soddisfacimento degli obiettivi di trasparenza, lealtà ed equità condivisi nel Gruppo. In un business delicato come il nostro un grande elemento distintivo è nel valore delle persone, colleghi, consulenti che lavorano tutti i giorni per recuperare alla Banca il cliente ancora prima del credito. Abbiamo sempre puntato sulla motivazione, sulla professionalità e competenza delle risorse dedicate al presidio dell’attività dei Service esterni. articolo pubbliredazionale CVM ■ Dott. Vidoli, se le notizie in nostro possesso sono giuste, è più di 15 anni che si avvale della struttura di Italian Credit. Cosa la distingue da altre Società di recupero del credito? Si è così; è dal lontano 1993 che iniziai un rapporto di collaborazione con Italian Credit; a quel tempo ero in Credit Leasing e non avevo mai utilizzato risorse esterne per il recupero domiciliare. Poi, la stessa Società si è trasformata in Locat e successivamente sono passato in Unicredit Banca. Devo ammettere che in un primo momento non ero favorevole ad interventi esterni, ma mi sono dovuto ricredere in quanto, società come Italian Credit, hanno dato e stanno continuando a dare un valido contributo per tenere sotto controllo la morosità della nostra Banca. Se devo dare un giudizio sulla struttura di Italian Credit, penso che il complimento più consono è che il plus della società sono gli agenti recuperatori che operano con essa. Penso di conoscerli quasi tutti e devo ammettere che le Convention sono un momento importante perché si possa dialogare tra società mandanti e agenti esterni; non per niente essi sono il “braccio esterno” di noi aziende e conoscono direttamente i nostri debitori dandoci, oltre al recupero del credito, anche “notizie fresche” sulla loro situazione patrimoniale. Unicredit continuerà a puntare sempre di più su strutture come Italian Credit. n credit village magazine 40 CORSI EVENTI INIZIATIVE ■ ■ ■ ■ 19 novembre e 17 dicembre 2009 Gestione e recupero Crediti Confronto tra aziende sul processo amministrativo e finanziario di Gestione e Recupero del Credito Milano, 19 novembre e 17 dicembre 2009www.businessinternational.it/events/ ■ ■ ■ ■ 30 novembre 2009 Incontro formativo di UNIREC su normativa di settore, antiriciclaggio e privacy. Messina, 30 novembre 2009 [email protected] ■ ■ ■ ■ 1 e 2 dicembre 2009 Normativa Antiriciclaggio Milano, 1 e 2 Dicembre 2009 www.synergiaformazione.it/drupal ■ ■ ■ ■ 2 dicembre 2009 Aspetti Legali e Fiscali del Recupero credito Milano, 2 novembre 2009 www.iir-italy.it/t3498 ■ ■ ■ ■ 16 e 17 dicembre 2009 La gestione e il recupero del credito Treviso, 16 e 17 Dicembre 2009 www.ipsoa.it/Formazione ■ ■ ■ ■ 25 febbraio 2010 AIFIn, Associazione Italiana Financial Innovation, per il sesto anno consecutivo istituisce il premio “Cerchio d’oro dell’innovazione finanziaria”, riconoscimento annuale che si propone di essere: n un riconoscimento all'innovatività degli intermediari bancari, assicurativi e finanziari e alle loro capacità di anticipare e/o guidare i cambiamenti di mercato; n un riconoscimento ai manager che hanno attivato e gestito le iniziative innovative e al loro staff; n una 'guida' per il mercato delle iniziative più innovative e stimolo all'innovazione. All’edizione 2008 del Premio hanno partecipato 28 intermediari finanziari di diversa tipologia con 77 progetti. Il termine di iscrizione al premio è il 23 dicembre 2009. La proclamazione dei vincitori e la premiazione avverranno all’interno del convegno annuale AIFIn da titolo “Financial Innovation Day: l’innovazione come motore della crescita nel settore bancario, assicurativo e finanziario” previsto per il 25 febbraio 2010 a Milano. Per maggiori informazioni visitare il sito AIFIn:www.aifin.org o rivolgersi a Segreteria AIFIn - [email protected] 41 credit village magazine BOOK STORE I libri consigliati da Credit Village Magazine a cura di Erica Venditti SIAMO TUTTI DEBITORI Come proteggere la nostra famiglia dai debiti e vivere economicamente sereni Autore: Gianpaolo Luzzi Editore: Elliot Pag.: 198 I n Italia da diversi anni e in particolare nell’ultimo periodo, si è intensificato il settore dei finanziamenti alle famiglie, sia il comparto del finanziamento per l’investimento immobiliare, sia quello a sostegno del consumo. Per alcuni questo fattore è da ritenere positivo, come indicatore di sviluppo e ammodernamento del mercato finanziario; per altri questo elemento va connotato negativamente, come segnale di condizioni finanziarie indebolite, scarse capacità di risparmio da parte di coloro che fanno uso del credito, o come una sostanziale mancanza di consapevolezza e riflessione verso un riguardoso comportamento di spesa. I dati più recenti indicano come nel nostro Paese vi sia stato un crescente utilizzo del credito al consumo da parte delle famiglie italiane. Quando si parla di “credito al consumo”, utilizzando la definizione di Brucciani, si fa riferimento a quella tipologia di finanziamenti tramite i quali i consumatori finali soddisfano il proprio bisogno di beni e di servizi ricorrendo al differiamento nel tempo dei pagamenti, affrancandosi così dai vincoli imposti dal risparmio già costituito[1]. Le principali tipologie di finanziamento che rientrano in tale comparto sono: la vendita a rate, il prestito personale, il prestito con cessione del quinto dello stipendio e/o della pensione, le carte di credito. Il fenomeno ha caratteristiche ambivalenti: da un lato il ricorso al credito consente alle famiglie di mantenere un livello soddisfacente di consumi, dall’altro espone sempre più consumatori ai rischi notevoli correlati alla difficoltà di far fronte agli obblighi contratti con la finanziaria. L’Italia è in una situazione particolare, in quanto i dati statistici di comparazione con gli altri paesi, mostrano che l’indebitamento delle famiglie italiane è il più basso d’Europa. A livello di statistiche macro il fenomeno italiano del sovraindebitamento parrebbe un NON problema. Ma resta il fatto che il credito al consumo negli ultimi anni è aumentato considerevolmente. L’accelerazione dell’indebitamento, visti gli impegni finanziari delle famiglie sostanzialmente stabili nell’ultimo anno, è imputabile probabilmente sia alla crisi finanziaria in corso che ad una diminuzione dei redditi disponibili. Nel contesto di riflessione brevemente accennato, si inserisce il libro preso in esame che analizza il rapporto tra gli italiani e l’indebitamento. Sebbene l’autore non intenda demonizzare il credito al consumo, in quanto “esso consente oggettivamente una maggiore facilità e fluidità degli scambi”[p.25],egli si pone comunque l’obiettivo di far riflettere i consumatori sui loro budget di spesa al fine di poter reagire ad eventuali imprevisti. Giampaolo Luzzi, uno dei massimi esperti italiani di gestione e recupero crediti, nel testo indica infatti tra i motivi del sovraindebitamento una mancanza di alfabetizzazione finanziaria. Le famiglie troppo spesso si lasciano influenzare dalla politica commerciale ed aggressiva “messa in campo da alcune finanziarie e banche, che cercano di convincere i consumatori che indebitarsi sia facile, conveniente e senza conseguenze”[p.25], creando disagio economico specie a coloro che hanno una scarsa cultura finanziaria e creditizia. Luzzi sottolinea invece l’importanza di considerare la famiglia come una piccola azienda: “un’impresa in salute deve avere un flusso di cassa positivo. Per produrre ricchezza ed essere certa di 43 credit village magazine pagare tutti i debiti, sottraendo le uscite alle entrate deve ottenere un risultato positivo. La stessa cosa occorre che accada nel conto economico della famiglia”[p.57]; composto essenzialmente da due voci: entrate e uscite che devono essere tenute in considerazione quando si pianificano eventuali spese future. Per evidenziare i fattori più comuni che possono causare l’indebitamento, all’inizio del testo, l’autore riporta alcune storie di vita che ben esemplificano come diversi contesti familiari, anche quelli apparentemente sicuri, possano sfociare in situazioni di difficoltà economica. Le cause che possono condurre ad un mancato pagamento e quindi originare una situazione di sovraindebitamento possono essere volontarie o involontarie. Nel primo caso l’individuo mostra una propensione incontrollata al consumismo, che lo spinge a spendere senza avere risorse immediate e neanche future, affascinato da pubblicità che promettono la prima rata del rimborso solo dopo un anno dalla consegna del bene. Lo stesso Bauman critica lo snaturamento delle basilari leggi del buon senso, che dicono che è possibile desiderare, ma che illudersi di poter avere tutto ciò che si desidera senza poterselo permettere quantomeno non dovrebbe essere istituzionalizzato. Il consumatore è, come dicono gli inglesi, “run into debts” perché incauto e poco lungimirante sovrastima le proprie risorse e/o sottostima l’onere dei rimborsi. Nel secondo caso invece l’indebitamento può essere causato da fattori inattesi ed estranei alla volontà delle famiglie come la perdita del posto di lavoro, una separazione, l’insorgere di gravi malattie che colpiscono direttamente la fonte di reddito famigliare. La descrizione di questi effetti imprevisti riporta alla mente il libro delle autrici statunitensi Warren sulla trappola delle famiglie bireddito. L’aver impegnato il reddito di entrambi i coniugi per il budget famigliare sembra aver reso anche le famiglie italiane più vulnerabili. Altri tipi di indebitamento a orologeria, misto e deliquency vengono ampiamente trattati nel testo fornendo una panoramica dettagliata di quegli eventi “spiazzanti” che pos- sono portare la famiglia a non essere in grado di rimborsare i debiti contratti. L’originalità del libro recensito consiste però nel fornire una duplice linea di lettura adatta sia a coloro che si sono appena avvicinati al tema dell’indebitamento sia a coloro che risultano già sovraindebitati. I primi, leggendo il testo, avrebbero modo di sfogliare una specie di decalogo per approcciare ad un indebitamento responsabile e informato, citando l’autore, “chi ha intenzione di indebitarsi, e decide di farlo in maniera consapevole, deve assolutamente conoscere le regole del gioco” ”[p.79]. Il credito al consumo se usato razionalmente potrebbe delinearsi come elemento funzionale nell’attuale sistema economico di cui è considerato un fattore trainante; una persona, così come un’azienda, è anche attraverso l’opportunità di ottenere un prestito che può programmare in termini economici il proprio futuro. I secondi, invece, attraverso la lettura del libro, scritto in modo chiaro e scorrevole, avrebbero modo di capire se il problema esiste davvero e quanto è grande e se si tratta di una situazione cronica o temporanea. Il testo in questi ultimi capitoli assume la forma di un manuale di autodifesa per le famiglie sovraindebitate. La lettura di questo libro stimola il lettore ad una riflessione puntuale sulla situazione debitoria italiana, e si pone l’obiettivo di indurre il consumatore ad una maggiore capacità critica nella pianificazione delle proprie spese future. Bauman intervistato sulla crisi economica risponde che “quel che è allegramente dimenticato è che le modalità dell'umana sofferenza parlando della vita a credito sono determinate da come gli uomini vivono. Le radici della sofferenza lamentata oggi, come le radici di ogni male sociale, affondano in profondità nel nostro modo di vivere”.[2] n Erica Venditti Università di Torino Erica Venditti si è laureata nel 2006 con lode e menzione in Scienze Politiche, titolo della tesi “Crisi del ceto medio? Una panoramica sulle condizioni economiche delle famiglie italiane”. Da settembre 2006 a dicembre 2008 ha collaborato al progetto di ricerca “I cambiamenti nella transizione alla vita adulta” presso il dipartimento di Scienze Sociali di Torino. Dal 2008 è dottoranda in ricerca sociale e comparata presso l’Università di Torino dove svolge la sua attività di approfondimento nel campo della sociologia economica. Nell’ultimo anno ha focalizzato i suoi interessi di ricerca verso il fenomeno del credito al consumo, il suo progetto di tesi è intitolato: “Vivere nel consumo a costo di ricorrere al credito. L’indebitamento fra progetto, necessità e dissipazione”. Il progetto si pone l’obiettivo di comprendere l’entità del fenomeno ed il motivo del ricorso all’indebitamento delle famiglie italiane progetto si pone l’obiettivo di comprendere l’entità del fenomeno ed il motivo del ricorso all’indebitamento delle famiglie italiane. La recensione pubblicata è stata inserita all'interno della sua tesi di laurea." BOOK STORE 1) Cfr.S.Brucciani, Gestioni bancarie e credito al consumo, in “Banche e banchieri”, n.11,1988 2) "La vita a credito": intervista a Zygmunt Bauman sulla crisi economica, Movimento zero, 11/10/2008 credit village magazine 44 IL BESTIARIO DELLA GESTIONE DEI CREDITI P rosegue la pubblicazione delle cose più buffe, astruse, incredibili o carognesche accadute ai lettori nell’ambito del proprio lavoro quotidiano di gestione dei crediti (propri o altrui) e della riscossione. Il lettore che avrà inviato la segnalazione più gustosa, verrà premiato con l’omaggio di un abbonamento annuale a Credit Village Magazine. Invitiamo dunque i lettori a inviare le loro segnalazioni a: [email protected], cercheremo di pubblicarle tutte. ■ Pubblichiamo in questo numero i commenti del lettore che ci ha inviato questa lettera ricevuta da una finanziaria dopo il saldo dell’ultima rata di un suo prestito al consumo regolarmente pagato tramite RID. “Appena ho letto l’oggetto della lettera, in un primo momento mi sono allarmato ed ho pensato che per un disguido della mia banca non fosse avvenuto il pagamento del RID. Pertanto questa era una comunicazione ultimativa per la decadenza del beneficio del termine con la minaccia di eventuali azioni legali. Solo leggendo il testo mi sono reso conto che invece era una lettera di “fidelizzazione”, in cui mi veniva comunicato che avevo regolarmente finito di pagare il prestito e che mi scrivevano solo ed esclusivamente perché era previsto da una norma di legge, altrimenti ne avrebbero fatto volentieri a meno. Si premuravano anche di specificare che questa era la loro ultima comunicazione. Questo mi ha indotto a pensare che non volevano più saperne di me e se mi toglievo dai piedi facevo loro un favore. Se questa finanziaria impiega un simile stile per comunicare ai suoi clienti il regolare saldo di un prestito, non oso pensare come possa essere il tono di una sua lettera di sollecito per un ritardo di qualche giorno nel pagamento di una singola rata!” regalati e regala Credit Village Credit Village Credit Village magazine magazine magazine 1 Intervista a Sergio Bommarito. Presidente di U.N.I.R.E.C DOSSIER Superare il sovra indebitamento: i modelli USA, Francese e la proposta italiana. INTERNATIONAL OVERVIEW Chi comincerà la guerra dei moduli? Riflessioni sul procedimento di ingiunzione europea e dintorni. 1 Con il Patrocinio del Ministero delle Comunicazioni. STORIA DI COPERTINA Intervista a Paolo Livi, Presidente di Afin Associazione Finanziarie Italiane. DOSSIER Immigrati e cittadinanza economica. Stili di consumo e accesso al credito nell’Italia multietnica. INTERNATIONAL OVERVIEW Est! Est!! Est!!! Con il Patrocinio del Ministero delle Comunicazioni. credit village magazine Anno 4 n° 3 maggio\giugno 2009 ` 9,00 Poste Italiane spa - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB La Spezia. STORIA DI COPERTINA credit village magazine Anno 4 n° 2 marzo\aprile 2009 ` 9,00 Poste Italiane spa - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB La Spezia. Poste Italiane spa - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB La Spezia. Anno 4 n° 1 gennaio\febbraio 2009 ` 9,00 STORIA DI COPERTINA Intervista al Comandante Generale della Guardia di Finanza COSIMO D'ARRIGO.. DOSSIER Il recupero crediti in tempo di crisi. INTERNATIONAL OVERVIEW Debt Recovery in estremo oriente. Alla ricerca delle sorgenti del procedimento di ingiunzione europeo? Con il Patrocinio del Ministero delle Comunicazioni. Abbonamento per un anno e 50,00 anzichè e 54,00 Abbonamento per due anni e 92,00 anzichè e 108,00 Abbonamento per tre anni e 130,00 anzichè e 162,00 Singola uscita 9,00 euro, 6 numeri l’anno Credit Village magazine per abbonarsi modulo di abbonamento Sì, desidero abbonarmi a Credit Village Magazine per la durata di anni ……… Non invierò denaro ora, pagherò succesivamente con le modalità che mi indicherete. I MIEI DATI Nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cognome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ragione sociale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P.I. e C.F. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Indirizzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . CAP . . . . . . . . . . . . . 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Al fine di rendere i consumatori consapevoli dei propri diritti e delle relative tutele, si intraprenderanno specifiche iniziative che facciano accedere i consumatori ad un’informazione semplice, trasparente. Saranno organizzati corsi di formazione del personale e sarà pubblicato del materiale informativo ed educativo indirizzato ai consumatori. Il Protocollo prevede, inoltre, l’instaurazione di uno specifico canale Agos-Adiconsum per la risoluzione in via conciliativa e stragiudiziale delle controversie insorte tra i consumatori e la società finanziaria. n Fonte: Adiconsum ■■■■ CREDITO, USA: CRESCE L’ESPOSIZIONE DELLE CATEGORIE A RISCHIO INSOLVENZA Negli Stati Uniti cala la quota dei creditori più affidabili e aumentano i debiti contratti da consumatori a rischio. Banche e finanziarie sempre più prudenti. L’esposizione finanziaria delle famiglie americane a maggior rischio di insolvenza (subprime e deep subprime) è cresciuta del 33% negli ultimi tre anni. Sul dato ha influito molto la migrazione alle fasce subprime di un 10% di famiglie prima ritenute affidabili (superprime).L’indagine rileva anche che l’incremento dell’attivazione di nuovi finanziamenti è risultato in netta crescita nel primo trimestre del 2009 (+38% rispetto all’ultimo trimestre del 2008). Questo però per effetto delle rinegoziazioni e rifinanziamenti di rapporti preesistenti, relativi alle sole categorie ritenute più affidabili, le uniche a poter approfittare delle opportunità di respiro offerte da banche e finanziarie, che si rivelano sempre più prudenti. n Fonte: Redazione Credit Village ■■■■ GESTIONE DEI CREDITI PROBLEMATICI: NUOVO INDICATORE EXPERIAN Si chiama Delphi for Collection. Si applica ai rapporti di credito con ritardi nei pagamenti. Stima la probabilità di rientro o di un ulteriore peggioramento. Permette di avviare con tempestività azioni di collection e ridurre gli insoluti. La soluzione genera un indicatore (Repayment Index) predittivo dell’evoluzione dei rapporti di credito problematici nei 6 mesi successivi al manifestarsi delle prime criticità, attribuendo a ognuno di essi un punteggio sulla probabilità che il credito rientri in bonis o siano urgenti azioni specifiche. L’indicatore si basa sulle più avanzate tecniche di analisi statistica, che tengono in conto le caratteristiche del rapporto di credito “incagliato” e le referenze creditizie del debitore presenti nel Credit Bureau di Experian, per oltre 200 variabili. n Fonte: Experian ■■■■ PRIMO MASTER IN CREDIT RISK MANAGEMENT L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano presenta la prima edizione del Master in Credit Risk Management, che prenderà il via a novembre 2009. Il programma del Master prevede una prima fase di formazione tecnico-giuridica sulla gestione del rischio di credito, a cui seguirà un periodo di inserimento lavorativo presso le aziende partner. Secondo Mario Anolli, Preside della Facoltà di Scienze Bancarie Finanziarie e Assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano “Il Master in Credit Risk Management, primo in Italia, nasce con lo scopo di fornire una visione multidisciplinare del rischio di credito, della sua gestione e del suo controllo. Grazie anche al supporto delle aziende partner, siamo in grado di fornire ai nostri studenti un’offerta completa, corredata da un piano di inserimento lavorativo in realtà di primo piano a livello internazionale. Prevediamo inoltre la possibilità di assegnazione di borse di studio per gli studenti più meritevoli” n Fonte: Redazione Credit Village