Gestione e recupero del nella crisi del sistema

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Gestione e recupero del nella crisi del sistema
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Consulenza - capitolo 4
Gestione e recupero del
nella crisi del sistema
NEL CONSUETO
APPUNTAMENTO
CON I DIRIGENTI
DELLA SIRFIN,
SOCIETÀ CHE
SI OCCUPA
DI GESTIONE
E RECUPERO DEI
CREDITI, STAVOLTA
ABBIAMO
INCONTRATO
IL DIRETTORE
COMMERCIALE,
GIOVANNI CAMPETI,
ESPERTO
DI ECONOMIA
AZIENDALE.
Nel perdurare della crisi economica, cosa è cambiato per le imprese rispetto al passato? Intanto è
mutata la normativa: le misure – benché necessarie – adottate dal Governo italiano per sanare il bilancio
dello Stato e arginare la speculazione
internazionale sul debito pubblico
possono aumentare le difficoltà di ripresa dei consumi e quindi inibire la
crescita economica.
In secondo luogo, è aumentata la vi-
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Nella foto Giovanni Campeti,
Direttore Commerciale della Sirfin.
schiosità dei meccanismi della globalizzazione, generatrice di un sistema
di universale dipendenza in virtù del
quale ogni crisi locale rischia di produrre un effetto domino sull’economia dell'intero pianeta. E, poi, se da
una parte il capitalismo asiatico –
sfruttando il bassissimo costo del lavoro – mette in difficoltà le nostre imprese, d’altra parte non è possibile
affrontare la concorrenza riducendo
le tutele dei lavori. I lavoratori, in
un’economia di mercato matura,
sono i migliori alleati delle imprese, in
quanto sono loro e le loro famiglie a
generare il consumo di beni e servizi.
La precarizzazione del lavoro, generando incertezza sul futuro, spinge
i consumatori a far tesoro dei loro
redditi, riducendo le spese che non
siano strettamente necessarie.
Infine, la lenta e ipertrofica pubblica
amministrazione italiana rischia di
schiacciare, con conseguenze disa-
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credito
economico globale.
strose per l’intera economia nazionale, gli operatori economici che le
forniscono beni e servizi. I ritardi nei
pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche sono, infatti, diventati intollerabilmente lunghi e di
difficilissima gestione per qualsiasi
impresa.
In conclusione, nel quadro macroeconomico italiano, in cui agiscono,
prevalentemente, tre operatori – imprese, amministrazioni pubbliche e
famiglie – non è possibile ritenere di
poterne sacrificare uno salvando gli
altri: simul stabunt, simul cadent.
Il quadro non è certo esaltante.
Che cosa può fare un'impresa per
assicurarsi il futuro? Può tenere
sotto controllo i conti e, soprattutto,
un elemento al quale, spesso, non si
presta la dovuta attenzione: il patrimonio netto.
Ci spieghi meglio di cosa si tratta.
Il patrimonio netto viene evidenziato
in bilancio come la somma di capitale
sociale, riserve e utili e deve essere
sempre in equilibrio con la situazione
di indebitamento dell’impresa, visto
che, altrimenti, i soci rischiano la perdita del loro investimento e – laddove
un esercizio venisse chiuso in perdita
– la società si troverebbe di fronte al
bivio della ricapitalizzazione o della liquidazione.
Per evitare di trovarsi in simili difficoltà, lei cosa consiglia di fare? In
primo luogo giova precisare che ri-
correre al credito bancario in questo
momento – vista anche la difficoltà di
avere accesso a finanziamenti a condizioni favorevoli – non è opportuno.
L'ottenimento o l’ampliamento di un
fido pur essendo un'iniezione di liquidità, può rivelarsi fatale per un’impresa in difficoltà, visto che attingere
ad un finanziamento significa aumentare l’indebitamento.
E ciò è opportuno per supportare
un'espansione dell'attività, non per
sanarne le sofferenze.
In secondo luogo è necessario curare
al massimo i flussi di cassa, con particolare riguardo alla riscossione dei
crediti scaduti e non pagati, perché
un cliente che non rispetta i termini
di pagamento pattuiti non è più una
risorsa ma una zavorra.
Ma come si fa a stabilire quando è
giunto il momento di non accettare
più i ritardi del cliente moroso? Qui
in SIRFIN riteniamo che superati i
120 giorni dallo spirare del termine
previsto per il pagamento il debitore
vada opportunamente sollecitato. Noi
che ci occupiamo da anni della gestione di tali attività – dall’invio di una
diffida di pagamento scritta alla riscossione domiciliare – abbiamo
compreso che l'attendismo non aiuta
nessuno: non l’impresa creditrice che
riduce, con il passare dei mesi, la
possibilità di riscuotere il credito; non
il debitore, che, se non sollecitato,
può pensare di prendersela comoda.
Quali sono, dunque, i vantaggi che
l’impresa può trarre nell'affidare alla
SIRFIN la gestione dei crediti non
riscossi? In primo luogo, l’impresa
creditrice può riallocare opportunamente le risorse umane fino ad allora
impegnate nel recupero crediti e consentire all'amministrazione aziendale
di concentrarsi sui processi produttivi
e gestionali. In secondo luogo, esternalizzando l’attività di recupero del
credito, l’impresa ha la possibilità di
aumentare – noi stimiamo di un 20%
circa – i flussi di cassa in ingresso,
con una netta diminuzione sia dei
tempi di recupero dei crediti sia delle
relative spese legali. Inoltre, ma se
ne è già parlato con la nostra consulente economica Dorella Chiarella, in
caso di mancato recupero del credito
la SIRFIN fornisce la certificazione di
inesigibilità ai fini della deducibilità fiscale dell'importo non riscosso. Da
ultimo, ma non certo per importanza,
si ha la garanzia di aver affidato la gestione delle pratiche di riscossione a
professionisti scrupolosi e di comprovata esperienza.
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