i neuroni
Transcript
i neuroni
UNIVERSITA G. d ANNUNZIO -CHIETIPESCARA DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE Sezione di Terapia Medica CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN MEDICINA BIOINTEGRATA www.centrostellamaris.it Programma AA.2010-2011 • Definizione di PNEIG. Cenni introduttivi al Sistema nervoso: le cellule del SN e loro connessioni; il tronco encefalo, diencefalo, SNV. Cenni introduttivi al Sistema endocrino: gli ormoni, loro funzioni e comunicazioni. Controllo cerebrale sul Sistema endocrino. Assi neuroendocrini: ipotalamo-ipofisi, ipotalamo-ipofisi-surreni, ipotalamo-ipofisi-tiroide, ipotalamoipofisi-gonadi. Cenni introduttivi al Sistema immunitario: cenni di immunologia (teoria della selezione clonale, immunità naturale ed acquisita, sistema HLA, sistema immunitario come organo di senso, produzione di ormoni da parte del sistema immunitario che fungono da mediatori tra cervello e sistema endocrino). Cenni introduttivi alla genetica:.elementi di biochimica e di biofisica e per la comprensione delle dinamiche molecolari del DNA, genetica, genomica, tecniche per l analisi delle varianti genetiche. Cervello e psiche. La grande connessione: Sistema nervoso ed immunità; sistema dello stress; sistema endocrino e cervello. Endocrinosenescenza e P.N.E.I.G. DCA come prototipo clinico di P.N.E.I.G.. Condizionamento Epigenetico Il sistema nervoso Gli studi condotti dagli anni settanta ad oggi, hanno portato alla individuazione di particolari proteine, i neuropeptidi. La loro scoperta giustifica l integrazione dei SN, SE e SI, nello scopo comune di adattare sempre meglio l organismo all ambiente. La loro produzione contemporanea sia a livello centrale (SN), con funzioni di neuromodulazione, che a livello periferico (SI e SE o digerente), pone il problema del loro significato funzionale. I neuropeptidi e i rispettivi recettori, hanno messo in discussione i principi basilari della neurotrasmissione classica. La trasmissione nervosa avviene tramite la trasformazione dell impulso da elettrico in chimico a livello delle sinapsi, ma si supponeva che le sostanze chimiche coinvolte fossero di un solo tipo, i neurotrasmettitori, molecole semplici, eccitatrici o inibitrici, a struttura non polipeptidica e a rapida inattivazione, attualmente identificate in noradrenalina, adrenalina, serotonina, acetilcolina, Gaba (acido gamma amino butirrico), dopamina. Ma la cellula nervosa libera anche neuropeptidi ("cotrasmissione"), molecole più grosse e più complesse, con una vita più lunga, così che ogni impulso, durante il suo tragitto, viene modulato, ossia arricchito di sfumature al variare dei neurotrasmettitori, dei neuropeptidi e del tipo dei recettori coinvolti. Ma la distinzione tra neurotrasmettitori e neuropeptidi a volte è impossibile: ad es. la vasopressina, è al tempo stesso un neuropeptide, un ormone, e un neurotrasmettitore a seconda della sede e della funzione presa di volta in volta in considerazione. Non si parla più di accesospento ON-OFF ma di "neuromodulazione". • Per lo psicofisiologo francese Lambert, i neuromodulatori neuropeptidici hanno durata relativamente lunga, sono così numerosi e con funzioni tanto integrate che si parla di sistemi neuropeptidici. Essi agiscono su aree sinaptiche assai vaste armonizzando e modulando insieme le centinaia di migliaia di impulsi elementari che transitano nelle vie nervose, così da influenzare funzioni sempre più complesse, e in ultima analisi il comportamento stesso. • Possiamo dunque dividere le molecole che garantiscono la comunicazione all interno del sistema nervoso in tre grosse categorie: • Neurotrasmettitori di 1° tipo (aminoacidi) Neurotrasmettitori di 2° tipo (sintetizzati nel neurone a partire da un aminoacido o da una molecola semplice come la colina); • Neuromodulatori (Neuropeptidi, Lipidi, Nucleosidi, Gas solubili*); • Ormoni (Angiotensina, Ossitocina, Vasopressina,etc). • Con il compito di attivare comportamenti più o meno complessi, che riguardano funzioni vitali come la fame, la sete, la libido, la percezione del dolore, il sonno, il freddo, il caldo, etc. • *nell intolleranza primaria al lattosio (PLI) si libera idrogeno. EMBRIOGENESI • Il SNC prende origine da un foglietto di tessuto, ectodermico, il disco neurale, sulla superficie superiore dell'embrione • I settori laterali del disco neurale si ispessiscono come due onde che sono denominate creste o pieghe neurali, che confluiscono nell'asse mediale, dove formano il tubo neurale • (Fig. B). La porzione cefalica del tubo neurale si sviluppa nell'encefalo, e la porzione caudale nel midollo spinale. • Le cellule della cresta neurale si separano dalle creste stesse e danno origine al sistema nervoso periferico. La porzione del tubo neurale che diventerà l'encefalo forma una serie di tasche. La serie di tasche dà origine alle varie parti dell'encefalo adulto, e le loro cavità si trasformano in ventricoli contenenti il liquido cerebrospinale. I ventricoli sono in comunicazione con il canale centrale del midollo spinale, anch'esso derivante dalla cavità centrale del tubo. Il tubo neurale subisce inoltre delle pressioni, che fanno sì che l'encefalo sia orientato a circa 90° rispetto al midollo spinale. Nell'embrione in fase iniziale si possono distinguere tre regioni principali dell'encefalo: il proencefalo, il mesencefalo e il romboencefalo. • Nell'arco di breve tempo il proencefalo si trasforma nel telencefalo, che diverrà il cervello propriamente detto e il diencefalo. Il mesencefalo rimane una struttura a sé, mentre il romboencefalo si divide in metencefalo, che a sua volta si dividerà in ponte e cervelletto, e in mielencefalo che diverrà il midollo allungato. • Il sistema nervoso, sede delle capacità più avanzate dell intelletto, regola sia le funzioni della vita di relazione (quelle cioè che mettono in rapporto il nostro organismo con il mondo che lo circonda), sia quelle della vita vegetativa (che riguarda il funzionamento "silenzioso" di organi e apparati). • Distinguiamo: • il Sistema Nervoso Centrale (SNC) composto dal cervello e dal midollo spinale; • Il Sistema Nervoso Periferico (SNP) composto organi sensoriali e fasci di fibre nervose che trasportano informazioni nei centri importanti del Sistema Nervoso; • Il Sistema Nervoso Vegetativo, (SNV) simpatico e parasimpatico, localizzato alla base del cervello, nel tronco encefalico e nel midollo spinale. • Questa classificazione non è una differenziazione rigida, infatti le fibre nervose collegano strettamente i vari sistemi tra loro e ne coordinano le funzioni. • il SNC continua con il midollo spinale posto nella colonna vertebrale. Il midollo, sensibilmente più piccolo del canale vertebrale, è avvolto dalle meningi al cui interno circola il liquor che agisce da cuscinetto fluido. Il midollo è costituito da una parte centrale, sostanza grigia, circondata dalla sostanza bianca da cui partono le fibre nervose. Simmetricamente da una parte e dall altra del midollo, fuoriescono i nervi spinali che sono 31 paia e vanno ad innervare la pelle e i muscoli del corpo. Il midollo rappresenta un importante via di transito dei messaggi nervosi. Tessuto nervoso • Il tessuto nervoso ha la funzione fondamentale di ricevere, trasmettere ed elaborare gli stimoli interni ed esterni del corpo, permettendo quindi ad un organismo di relazionarsi con il proprio ambiente. Il tessuto nervoso è inoltre responsabile, tramite meccanismi ancora in parte sconosciuti, delle funzioni psichiche ed intellettive degli esseri umani, quali la memoria, la conoscenza, la coscienza, che formano la personalità di un individuo. • Il tessuto nervoso è composto essenzialmente da due tipi di cellule: i neuroni, veri responsabili della ricezione e della trasmissione degli impulsi nervosi, e le cellule della nevroglia, che svolgono funzioni di sostegno, supporto e nutrimento dei neuroni. tessuto nervoso I neuroni 1 • I neuroni sono cellule caratterizzate da due proprietà fondamentali: l'eccitabilità e la conducibilità. Eccitabilità è la capacità di reagire agli stimoli provenienti dall'ambiente esterno, trasformandoli in impulsi nervosi. La conducibilità invece è la capacità di trasmettere i segnali nervosi ad altre parti del neurone o ad altri neuroni o ad altri tipi di cellule (muscolari, ghiandolari ...). neurone I neuroni 2 • I neuroni sono costituiti da un corpo cellulare detto pirenoforo e da lunghi prolungamenti cellulari, i dendriti e gli assoni. Attraverso questi prolungamenti ogni neurone è collegato con altri neuroni o altre cellule attraverso le sinapsi, strutture specializzate a trasmettere l'impulso da una cellula all'altra. Attraverso le sinapsi ogni neurone può essere collegato con migliaia di altri neuroni. neurone I dendriti e l'assone • I dendriti sono prolungamenti relativamente corti, estremamente ramificati, presenti in gran numero sul corpo cellulare. Normalmente nei dendriti l'impulso nervoso viaggia in direzione centripeta (verso il corpo cellulare). • L'assone è invece un prolungamento cellulare normalmente molto più lungo dei dendriti (nell'uomo gli assoni più lunghi arrivano ala lunghezza di 1 metro). Lungo l'assone l'impulso nervoso viaggia normalmente in direzione centrifuga, dal corpo cellulare verso l'estremità dell'assone, in contatto con i dendriti di altri neuroni o con altre cellule. Spesso gli assoni presentano, nel loro ultimo tratto, una serie di ramificazioni come la chioma di un albero. Tutti i neuroni hanno un solo assone, ma possono avere anche molti dendriti. • Questa descrizione generale, pur valida per la maggior parte dei neuroni, non è tuttavia universale: all'interno di un organismo la forma dei neuroni può variare notevolmente. Troviamo infatti neuroni unipolari, con un solo assone e nessun dendrite, bipolari se possiedono l'assone e un solo dendrite e multipolari se, oltre all'assone, posseggono più di due dendriti. tipi di neuroni Trasmissione dell'impulso nervoso • Tra la superficie esterna e quella interna della membrana cellulare esiste una differenza di potenziale elettrico, detta potenziale di membrana a riposo: l'interno della cellula è caricato negativamente rispetto all'esterno. Questa differenza è dovuta alla diversità nella concentrazione di ioni, in particolare ioni sodio (Na+) e ioni potassio (K+), a sua volta dovuta soprattutto a meccanismi di trasporto attivo degli ioni attraverso la membrana: la pompa sodio-potassio porta attivamente all'esterno della membrana 3 ioni Na + e contemporaneamente all'interno 2 ioni K+, per cui all'esterno della membrana si accumulano cariche positive. Il potenziale di membrana a riposo è pari a -70 milliVolt. potenziale d'azione • L 'impulso nervoso determina una variazione del potenziale di membrana a riposo che prende il nome di potenziale d'azione, dovuto ad una temporanea variazione della permeabilità della membrana ai diversi ioni. • Durante la fase ascendente del potenziale d'azione aumenta la permeabilità spontanea agli ioni Na+ che quindi rientrano nella cellula, mentre una modesta quantità di ioni K+ l'abbandona. In questa fase il potenziale di membrana si inverte, diventando positivo all'interno e negativo all'esterno della cellula. (2) (1) (3) • Successivamente diminuisce bruscamente la permeabilità agli ioni sodio, mentre aumenta quella agli ioni potassio, che fuoriescono in parte dalla cellula sottraendo cariche positive. • La somma totale di questi avvenimenti ripristina la negatività del potenziale di membrana. • Il potenziale di azione innesca la formazione di un potenziale analogo in una zona limitrofa della membrana cellulare della fibra nervosa; questo processo si ripete fino a determinare una sequenza di depolarizzazioni e ripolarizzazioni che costituiscono il segnale nervoso nella sua interezza. Sinapsi • I neuroni sono collegati tra loro e con altre cellule o elementi (ad es. con le fibre muscolari) mediante particolari giunzioni, le sinapsi ( o giunzioni sinaptiche o bottoni sinaptici) (dal greco συνάπτειν (synàptein), composto da σύν (con) e ἅπτειν (toccare), vale a dire "connettere"), che si stabiliscono tra la terminazione di un assone di un neurone e un dendrite, un altro assone o il pirenoforo di un altro neurone. A livello della sinapsi l impulso nervoso viene trasmesso da un neurone all elemento successivo, in una sola direzione, cioè senza che possa ritornare al primo neurone. Esistono due tipi di sinapsi: le sinapsi elettriche e le sinapsi chimiche. Sinapsi elettrica • Nella sinapsi elettrica, due cellule stimolabili sono tra loro connesse mediante delle giunzioni comunicanti che consentono il passaggio diretto di correnti elettriche da una cellula all altra. In questo modo l'impulso nervoso passa da una cellula alla successiva direttamente, senza la necessità di passaggi intermedi. In genere le sinapsi elettriche, al contrario di quelle chimiche, consentono la conduzione in entrambe le direzioni. Sinapsi chimica • • • • • La sinapsi chimica è costituita da tre componenti: 1) la membrana presinaptica; 2) la fessura sinaptica; 3) la membrana postsinaptica. Quando l'impulso nervoso arriva alla sinapsi, determina l'apertura dei canali del Ca+, lo ione entra all'interno della membrana e determina la fuoriuscita nella fessura sinaptica delle vescicole presenti nel bottone sinaptico con la conseguente liberazione dei neurotramettitori contenuti (serotonina, acetilcolina, adrenalina,...). Questi si legano ai recettori presenti sulla membrana postsinaptica e ne provocano la depolarizzazione, facendo quindi ripartire l'impulso nervoso. sinapsi chimica • Esempio di sinapsi interneuronale asso-somatica. All'arrivo del potenziale d azione, la depolarizzazione della membrana del terminale sinaptico determina la fusione delle vescicole sinaptiche con la membrana presinaptica. Il mediatore viene rilasciato nello spazio sinaptico, interagisce con recettori presenti sulla membrana postsinaptica del secondo neurone e determina effetti p.es. apertura di canali ionici, risposte metaboliche, etc. Il mediatore viene rimosso dallo spazio sinaptico e la sinapsi è pronta ad un nuovo ciclo. Neuromediatori sinaptici • L acetilcolina (Ach) è l unico mediatore che agisce nella giunzione neuromuscolare, ma anche nelle sinapsi del SNC e del SNP. • Le sinapsi il cui mediatore è l ACh sono dette colinergiche. • L'acetilcolina viene distrutta dall'enzima acetilcolinesterasi • Le monoamine sono mediatori che presentano il gruppo funzionale (–NH2). Dopamina (DA), noradrenalina (NA) e adrenalina sono caratterizzate dal catecolo, perciò sono dette catecolamine, e sono presenti nelle sinapsi di SNC e SNP. Sia l'adrenalina (detta anche epinefrina) che la noradrenalina (norepinefrina) si ritrovano nel circolo sanguigno, agendo anche come ormoni. I neuroni che utilizzano le monoamine sono detti aminergici e le monoamine vengono distrutte dal complesso delle monoaminossidasi (MAO). La serotonina o 5-idrossitriptamina deriva dal triptofano ed è utilizzata in alcune regioni del SNC come quella ippocampica. • Aminoacidi come Glutammato, glicina e acido 5-idrossibutirrico o GABA (derivato dal glutammato per perdita di COOH operata dal GAD). Glicina e GABA sono inibitori a livello delle sinapsi del SNC, infatti si legano sempre a una classe di recettori che provoca effetti inibitori (GABRA). • I mediatori trattati fin ora sono monomeri, cioè mediatori a piccola molecola. Per tali mediatori vale il principio di Dale: ogni neurone è in grado di sintetizzare esclusivamente una sola classe di mediatori a piccola molecola. • I peptidi neuroattivi sono polimeri di un numero limitato di aminoacidi (da 7 a 33-34). Questi peptidi neuroattivi sono sintetizzati all interno del soma (a differenza dei monomeri di minute dimensioni); sono poi trasportati lungo l assone fino al bottone sinaptico. Alcuni sono prodotti nelle cellule nervose, altri in altre cellule. Il peptide inibitore gastrico è prodotto da una parte delle cellule intestinali, funziona come ormone ma ha anche funzione neuroattiva. Ogni neurone può produrre una classe di mediatori a piccola molecola (liberati anche solo con un potenziale d azione) e uno o più peptidi neuroattivi (liberati dopo più potenziali d azione ad elevata frequenza). Recettori postsinaptici • Sono molecole proteiche localizzate sulla membrana post-sinaptica. • Recettori ionotropici: sono essi stessi canali attraverso i quali passano ioni. Una porzione della molecola accoglie il mediatore, mentre il resto fa da canale attraverso il quale passano ioni. L'interazione fra il neurotrasmettitore ed il recettore ne facilita l'apertura per il passaggio degli ioni. Es. recettori colinergici di tipo nicotinico. • Recettori metabotropici: il loro legame col mediatore apre più canali alla fine di reazioni a cascata che modificano il metabolismo della cellula. Es. recettori colinergici di tipo muscarinico. • I recettori metabotropici agiscono attraverso l intervento di proteine G di membrana costituite da tre subunità (α, β, γ). Quando il mediatore si lega al recettore e lo attiva, la subunità α della proteina G rilascia il GDP, si lega al guanosin trifosfato (α-GTP) e si dissocia dal complesso βγ. L α-GTP si lega ad una proteina effettrice, che scatena una risposta a cascata, mentre il GTP si idrolizza spontaneamente in GDP + P. La molecola effettrice può essere un canale ionico che a contatto con l α-GTP si apre. Questa via è breve. • Consideriamo il caso in cui la molecola effettrice sia un enzima. Adrenalina e noradrenalina possono legarsi a 4 tipi di recettori (α, α2, β, e β2). Se la noradrenalina (primo messaggero) si lega al β attivante, la proteina G si dissocia e l α-GTP si lega alla molecola effettrice che è un enzima (nella maggior parte è l adenilico ciclasi) che trasforma l ATP in cAMP (secondo messaggero) che agisce su proteine chinasi che servono a fosforilare le proteine. Avvengono così fosforilazioni e reazioni chimiche a cascata il cui effetto ultimo è l apertura di canali ionici. Ci sono due tipi di proteine G di membrana: • Attivanti (ad esempio quelle vicine al recettore β attivante): se attivate l α-GTP attiva l adenilico ciclasi. • Inibenti (ad esempio quelle vicine al recettore α2 inibitorio): se attivate l α-GTP inibisce l adenilico ciclasi • Il meccanismo con cui α-GTP agisce sull adenilico ciclasi è sempre lo stesso. L inibizione dell adenilico ciclasi causa una diminuzione di cAMP e quindi una diminuzione della velocità delle reazioni a cascata. Conseguentemente a questo meccanismo uno stesso mediatore può avere sia un effetto attivante che un effetto inibente. Un mediatore che si lega a un recettore ionotropo può avere sempre e solo effetto attivante o sempre e solo effetto inibente. I mediatori che si legano a recettori metabotropi possono avere entrambi gli effetti, a seconda del tipo di recettore al quale si legano. Il legame del mediatore a un recettore metabotropo comporta un ritardo di 50-100 msec dell apertura dei canali, al contrario degli ionotropi. • La cascata di reazioni innescata da un singolo mediatore (che si lega a un singolo canale) comporta l amplificazione del segnale cioè comporta l apertura di più canali, al contrario di quanto accade per gli ionotropi (in cui ogni mediatore apre un solo canale). L effetto complessivo in seguito all attivazione di un recettore metabotropo è una modulazione dell elemento postsinaptico, poiché il segnale è ritardato, prolungato nel tempo e generalizzato. La nevroglia • Le cellule della nevroglia hanno funzione protettiva e nutritiva per i neuroni. • Fanno parte della nevroglia le cellule di Schwann, che proteggono le fibre nervose e facilitano la trasmissione dell'impulso nervoso. Queste cellule avvolgono con più strati di membrana cellulare alcune fibre nervose, costituendo dei rivestimenti detti guaine mieliniche (costituite da materiale lipo-proteico). Queste guaine isolano le fibre nervose e permettono una maggiore velocità di trasmissione dell'impulso nervoso. Il rivestimento isolante non è tuttavia continuo, ma interrotto da delle strozzature dette nodi di Ranvier. • Grazie alle doti di isolante elettrico, la mielina aumenta la capacità di conduzione degli assoni stessi. guaina mielinica (verde) di assoni (giallo) L ORGANIZZAZIONE ANATOMO FUNZIONALE DEL SNC • Il sistema nervoso centrale (SNC) è costituito dall'encefalo e dal midollo spinale. • L'encefalo è la parte del SNC contenuta nella cavità cranica; in esso possono distinguersi diverse porzioni: il cervello, il diencefalo, il tronco encefalico, il cervelletto. Cervello • Il cervello, denominato anche telencefalo, rappresenta la porzione più voluminosa dell'encefalo. E costituito da due grandi masse bilaterali, gli emisferi cerebrali, connesse tra loro da un insieme di fibre che si organizzano principalmente in due formazioni: il corpo calloso e la commissura anteriore. • Queste formazioni garantiscono un continuo scambio di segnali tra i due emisferi: infatti, allorché per qualche ragione sono interrotte, i due emisferi prendono a funzionare indipendentemente l'uno dall'altro, come entità separate. • Sulla superficie degli emisferi cerebrali si osserva una serie di solchi delimitanti dei rilievi, le circonvoluzioni cerebrali. Questo tipo di organizzazione ha il vantaggio di triplicare l'area della corteccia cerebrale rispetto a quella che si avrebbe se la superficie fosse liscia. Alcuni solchi più ampi e profondi, denominati scissure, separano tra loro porzioni relativamente estese degli emisferi, che prendono il nome di lobi. La struttura interna del cervello presenta aree di colore grigio, la sostanza grigia, e aree di colore bianco, che costituiscono invece la sostanza bianca. • All'interno degli emisferi cerebrali, la sostanza grigia costituisce diverse aree ben individuabili, dette nuclei. Tra i nuclei sono compresi i gangli della base (STRIATO), che fanno parte del cervello, e il talamo, che appartiene invece al diencefalo. • I principali gangli della base: • lo striato dorsale: nucleo caudato e putamen; • lo striato ventrale: tubercolo olfattorio e n. accumbens • il globo pallido • hanno tutti strette connessioni anatomiche e funzionali con altri due nuclei sottocorticali: il nucleo subtalamico, appartenente al diencefalo, e la substantia nigra (f. reticolare mesencefalica), situata nella porzione più alta del tronco encefalico. • Tutti questi nuclei partecipano al controllo del movimento insieme al cervelletto, al sistema cortico spinale e ai nuclei motori del tronco encefalico. • I gangli della base ricevono segnali soprattutto dalla corteccia, dal talamo e dalla substantia nigra e ne inviano principalmente alla corteccia attraverso il talamo. Sempre a livello dell'encefalo, la sostanza bianca forma il centro degli emisferi cerebrali (il cosiddetto centro semiovale) ed è costituita da tre tipi di fibre: fibre di proiezione, che trasportano impulsi dalla corteccia a stazioni lontane oppure da stazioni lontane alla corteccia; fibre di associazione, che collegano varie regioni corticali dello stesso emisfero; fibre commissurali, che collegano regioni corticali corrispondenti dei due emisferi e che costituiscono il corpo calloso e la commissura anteriore. • • Lo striato è una componente sottocorticale del telencefalo. Diencefalo Il diencefalo (dal greco, letteralmente, in mezzo al cervello) comprende un complesso di formazioni situate in profondità nell'encefalo, tra gli emisferi cerebrali e il tronco cerebrale. Nel diencefalo si distinguono il talamo, l'epitalamo, l'ipotalamo, il subtalamo. • La massa nucleare più ampia del subtalamo è costituita dal nucleo subtalamico, che funziona in stretto rapporto con i gangli della base. • La principale formazione dell'ipotalamo è costituita dall'epifisi (o ghiandola pineale), che produce un ormone, la melatonina, implicato in diversi processi tra i quali il controllo dei bioritmi e meccanismi immunitari. • Il talamo costituisce una voluminosa struttura di forma ovoidale, pari e simmetrica, situata ai due lati del III ventricolo, proprio sopra il mesencefalo. In sostanza tutti i segnali provenienti dal tronco encefalico e dal midollo spinale fanno stazione a livello del talamo prima di essere inviati alla corteccia cerebrale. • Arrivano al talamo, tra gli altri, tutti i segnali della cosiddetta sensibilità somestesica (tatto, dolore, pressione, temperatura, ecc.); i segnali visivi, provenienti dalla retina, che poi andranno alla corteccia occipitale; i segnali uditivi, diretti poi alla corteccia temporale; i segnali relativi all'equilibrio; i segnali gustativi e olfattivi; i segnali per il controllo motorio provenienti da cervelletto, mesencefalo e altre strutture e diretti alla corteccia motoria e ai gangli della base. • Il talamo riveste, quindi, un ruolo chiave fornendo segnali sensoriali alle aree primarie della corteccia cerebrale e le informazioni sui movimenti in atto alle aree corticali. • L'ipotalamo è una formazione poco voluminosa, ma formata da più nuclei, situata al di sotto del talamo. Pur essendo di dimensioni minime, svolge molteplici azioni d'importanza fondamentale per l'organismo. • In primo luogo, è implicato nella conservazione dell'omeostasi dell'organismo soprattutto attraverso la regolazione della temperatura corporea, della concentrazione degli elettroliti nel sangue, dell'assunzione di cibo e liquidi, della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. • Un'altra importante funzione dell'ipotalamo è il controllo del sistema endocrino, essendo in stretto rapporto anatomico e funzionale con l'ipofisi, cui è connesso dal peduncolo ipofisario. L'ipotalamo controlla il sistema endocrino in due modi: uno diretto, l'altro indiretto. • Secondo la modalità diretta, gli ormoni prodotti dai neuroni ipotalamici sono rilasciati direttamente a livello dei vasi sanguigni della parete posteriore dell'ipofisi (neuroipofisi) e da qui raggiungono il circolo sistemico. • Sono secreti in questo modo : l'ossitocina, capace di indurre contrazione uterina ed eiezione del latte, e la vasopressina, che svolge funzioni di vasocostrizione e riassorbimento idrico a livello renale. • Secondo la modalità indiretta, invece, l'ipotalamo rilascia alcuni ormoni regolatori (con funzione stimolante o inibente) in un plesso sanguigno locale (plesso portale). Da qui raggiungono, per via ematica, le cellule endocrine dell'ipofisi anteriore (adenoipofisi). Queste ultime, a loro volta, producono specifici ormoni che, liberati nel circolo sistemico, raggiungono le ghiandole bersaglio. • I neuroni ipotalamici implicati nel controllo endocrino appartengono a un tipo particolare di cellule, chiamate cellule neuroendocrine. Come i neuroni, sono, infatti, capaci di ricevere e trasmettere messaggi elettrici e nello stesso tempo, come le cellule endocrine, sono in grado di rilasciare ormoni nel torrente circolatorio. • Un'ultima importante funzione dell'ipotalamo è connessa al comportamento emozionale. L'ipotalamo, infatti, grazie alle sue connessioni funzionali con il sistema limbico, integra e coordina l'espressione comportamentale degli • In condizioni di STRESS l ipotalamo interviene con il contemporaneo avvio di tre reazioni omeostatiche immediate: • a) la secrezione di cortisolo, mediata dall Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene (HPA), e quella decuplicata di adrenalina e noradrenalina, attivata attraverso la via ortosimpatica dei nervi splancnici (viscerali) che collegano direttamente il cervello alle ghiandole surrenali, e contrassegnata da irrequietezza e deconcentrazione mentale dovuta ad accelerazione del ritmo cerebrale (onde beta), privilegiando le funzioni inferiori ma vitali; • b) la stimolazione simpatica di numerosi organi (vasi, muscolatura liscia, ghiandole varie ecc.) con inibizione della motilità e delle secrezioni dell'apparato digerente; • c) la produzione di betaendorfine, gli antidolorifici endogeni che consentono, innalzando la soglia del dolore, di resistere a forti tensioni psico-fisiche. TOPOGRAFIA FUNZIONALE delle AREE e CIRCUITI CEREBRALI implicati nei DCA: NETWORK PREFRONTALE ORBITO-MEDIALE CLSPTs (Sistema Cortico-Limbico-Strio-PallidoTalamico) connette la PFCOM (Corteccia PrefrontaleOrbito-Mediale) all Amigdala (x apprendimento emotivo delle avversità), al NAC (N. Accumbens nello Striato Ventrale x gratificazione e piacere), al Pallido Ventrale e al Talamo. NETWORK PREFRONTALE VENTRO-MEDIALE, connette la PFCvm al soma tramite l output ipotalamico e il Grigio Periacqueduttale (PAG) (x risposta autonomica viscero motoria e neuroendocrina a stimoli emotigeni e stress) La Corteccia Cingolata Anteriore (ACC), nella sua porzione sub-genuale, partecipa alla regolazione dell attività emozionale, autonomica e comportamentale, anche in rapporto alle variazioni delle contingenze ambientali. ACC NPY CC+EA Y1;Y2 rs ↑stress BDNF Met+EA↓GM Flusso sanguigno cerebrale: (A) durante l'esecuzione di un compito stressante; (B) in situazione normale. Rpfc: corteccia prefrontale destra; ACC: corteccia cingolata anteriore (la Repubblica.it ) Tronco encefalico Disposizione del tronco encefalico rispetto alle altre principali parti del SNC. • Il tronco encefalico costituisce la zona di transizione tra il midollo spinale e il cervello. In esso si distinguono tre porzioni; dall'alto in basso esse sono: il mesencefalo, il ponte e il bulbo. • Per il tronco encefalico transitano diversi fasci nervosi: alcuni trasmettono segnali sensoriali provenienti dal midollo spinale e destinati principalmente al talamo; altri, invece, trasmettono al midollo segnali motori dalla corteccia cerebrale (fasci corticospinali). Il tronco encefalico contiene, inoltre, i nuclei d'origine (motori, sensitivi e in parte misti) delle dodici paia di nervi cranici, per la maggior parte implicati nel controllo delle strutture del capo e del collo. • Le connessioni tra cervello e cervelletto e tra quest'ultimo e il midollo spinale avvengono attraverso il tronco encefalico. Esso contiene, infine, numerosi centri di notevole valore funzionale per la regolazione di molteplici attività fisiologiche, tra le quali la respirazione, la pressione arteriosa, il livello di vigilanza, il ciclo sonno-veglia. • Una delle strutture più importanti del tronco encefalico è la formazione reticolare. Quasi tutti i neuroni che la compongono hanno una diffusa rete di connessioni e una distribuzione dei loro assoni sia in direzione rostrale che caudale. • La formazione reticolare è implicata nell'induzione e nel mantenimento dello stato di veglia. Inoltre, tramite vie discendenti dirette al midollo spinale, da un lato concorre a controllare il tono muscolare, dall'altro modula le sensazioni dolorose regolando il flusso di informazioni nocicettive in arrivo dalla periferia. Infine, la formazione reticolare è implicata nella regolazione dei movimenti respiratori e dell'attività cardiaca. • All'interno della formazione reticolare sono stati individuati alcuni raggruppamenti neuronali specifici: • 1) il nucleo gigantocellulare: è uno dei componenti principali del sistema reticolare attivatore; i suoi neuroni liberano acetilcolina come trasmettitore eccitatorio; • 2) la substantia nigra: è situata nel mesencefalo; invia i suoi assoni, che liberano dopamina (quì modulata dal DAT1- con VNTR 9/9 ipoespresso e attivante:J Neurosci Feb 2006; 26(5) :1407-17), a livello dei gangli della base, in associazione con i quali opera per il controllo del movimento; altri raggruppamenti di neuroni dopaminergici inviano le loro terminazioni a livello della corteccia frontale e di diverse strutture del sistema limbico; • 3) i nuclei del rafe: sono situati in corrispondenza della linea mediana a livello del bulbo e della porzione inferiore del ponte; inviano fibre al diencefalo e al midollo spinale. Alcuni di questi neuroni contengono solo serotonina, altri contengono anche un neuropeptide; • 4) il locus coeruleus: è costituito da neuroni che liberano noradrenalina a livello di diverse strutture del diencefalo e del cervello (vie adrenergiche centrali). Inviano assoni anche alla corteccia del cervelletto. Cervelletto • Il cervelletto è una formazione situata inferiormente al lobo occipitale del cervello e posteriormente al tronco encefalico, cui è connesso dai tre cosiddetti peduncoli cerebellari. Morfologicamente è costituito da una porzione mediana, detta verme, e da due emisferi cerebellari, ciascuno dei quali può essere diviso in una zona intermedia e in una zona laterale. Due profonde scissure, presenti sulla superficie cerebellare, consentono di individuare tre lobi: anteriore, posteriore e flocculonodulare. • La struttura interna del cervelletto, come quella del cervello, è costituita dalla corteccia cerebellare, dalla sostanza bianca sottocorticale (composta di fibre) e infine da alcuni nuclei profondi: nucleo del tetto, nucleo globoso, nucleo emboliforme e nucleo dentato. • Il cervelletto è connesso in entrata sia con l'encefalo (corteccia motoria, formazione reticolare, nuclei vestibolari) che con la periferia, da cui riceve informazioni circa l esecuzione del movimento in corso; in uscita è collegato con il tronco encefalico e, tramite il talamo, con la corteccia cerebrale. • La zona laterale dell'emisfero cerebellare svolge un ruolo fondamentale nel controllo della coordinazione motoria, determinando la sequenza temporale di contrazione dei differenti muscoli durante l'attuazione dei movimenti complessi. La zona intermedia, invece, è implicata nella regolazione dell'attività dei muscoli agonisti e antagonisti dei segmenti distali degli arti nel corso di prestazioni motorie fini. Il verme opera principalmente in associazione con il tronco encefalico e il midollo spinale per coordinare i movimenti stereotipati e subcoscienti. Il lobo flocculonodulare, infine, lavora in stretta associazione con l'apparato vestibolare nel controllo dell'equilibrio e della postura. Sistema Nervoso Vegetativo • Nel tronco encefalico e nel midollo spinale, originano le comunicazioni nervose con gli organi interni e le ghiandole (sistema nervoso autonomo o neurovegetativo). Il sistema nervoso autonomo controlla le funzioni della vita vegetativa in modo automatico ed inconsapevole, apparentemente senza controllo della volontà, al contrario dell altro sistema che è chiamato di relazione perché riceve informazioni dagli organi di senso, dai recettori del dolore e della temperatura ed invia le sue informazioni al sistema muscolo - • I due sistemi non sono due entità separate, bensì strettamente connesse e talvolta sovrapposte. Quasi tutte le funzioni viscerali, che sono sotto il controllo neurovegetativo, possono essere controllate volontariamente dopo un opportuno addestramento. La tecnica che viene usata nei laboratori occidentali si chiama biofeedback. Tutto ciò è possibile grazie ai collegamenti molto stretti tra aree del cervello, ipotalamo e tronco encefalico in particolare, e sistema nervoso autonomo. • Il Sistema Nervoso Vegetativo è diviso in due grandi sezioni: • Il Simpatico che emerge dalla parte centrale del midollo spinale, dalla prima vertebra toracica fino alla terza, quarta lombare. • Il Parasimpatico, che invece, è costituito da due gruppi di fibre nervose collegate alle due estremità della colonna: in alto abbiamo la parte craniale e in basso quella sacrale. • La caratteristica principale del Sistema Nervoso Vegetativo è che le fibre nervose non arrivano direttamente negli organi che innervano, ma si arrestano prima e formano delle sinapsi con altri neuroni in strutture chiamati gangli (formazioni nodulari costituite da cellule nervose) da cui fuoriescono altre fibre nervose che arrivano all organo. La parte simpatica del sistema forma gangli molto vicini alla colonna vertebrale che, succedendosi dall alto al basso e unendosi tra loro tramite fibre longitudinali, costituiscono un vero e proprio tronco chiamato catena paravertebrale. • Quella parasimpatica invece, forma sinapsi molto distanti dalla colonna e quindi più vicine agli organi che va ad innervare. La gran parte degli organi interni viene innervata sia dal simpatico che dal parasimpatico. La loro azione è per lo più antagonista. Il simpatico svolge azione eccitatoria e preparatoria allo stress, per esempio produce un aumento della frequenza cardiaca, un aumento della pressione arteriosa, una mobilitazione delle riserve di energia del corpo. Il parasimpatico, invece, svolge un azione rilassante. Tutte le fibre del parasimpatico usano come mediatore chimico l acetilcolina che viene usata dal simpatico solo per le sue fibre pre-gangliari. Sistema Nervoso Simpatico e Parasimpatico Simpatico: neuroni colinergici pregangliari neuroni noradrenergici postgangliari Parasimpatico: neuroni colinergici pre e post-gangliari • Per le post-gangliari il simpatico usa l adrenalina e la noradrenalina. La midollare del surrene viene innervata, attraverso i nervi splancnici, da fibre nervose pregangliari del simpatico che non si interrompono, ovvero che non formano sinapsi con i gangli della catena paravertebrale dell'ortosimpatico, ma che si connettono direttamente a un determinato gruppo di cellule della midollare, cellule cromaffini (formando in sostanza un ganglio interno), stimolandole a produrre le catecolamine adrenalina, noradrenalina e, in minima quantità, dopamina. • Ci troviamo qui di fronte a una via direttissima che collega il cervello, tramite il sistema nervoso simpatico, alle surrenali. La visione del pericolo, infatti, mette in funzione questa via immediata (fase di allarme della reazione di stress), inducendo a produrre, da parte delle cellule della midollare del surrene, una miscela allarmante composta per l 80% di adrenalina e il 20% di noradrenalina, in quantità dieci volte maggiore del normale. Se però il pericolo perdura (fase di resistenza della reazione di stress), allora entreranno in scena ulteriori significativi cambiamenti (attivazione asse HPA) che coinvolgeranno ancora una volta le surrenali (questa volta la zona corticale), organi primari della reazione di stress. • Gli effetti del sistema nervoso ortosimpatico sono facilmente comprensibili se interpretati in relazione alla "reazione di attacco o difesa" (stress fisico e psichico): aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della ventilazione (con dilatazione dei bronchi), del tono dei muscoli scheletrici, dilatazione delle arterie coronariche e dei vasi dei muscoli scheletrici, contrazione dei vasi sanguigni periferici (cute) e degli organi viscerali (tranne cuore e polmoni), dilatazione delle pupille e accomodamento per la visione lontana (tramite rilassamento del muscolo ciliare), rallentamento dei processi digestivi e dell'attività del sistema immunitario, "annebbiamento" dell'attività cognitiva ecc. (schema reazione di stress). ll sistema nervoso parasimpatico è suo antagonista contrastandone e bilanciandone gli effetti. • il sistema simpatico, come anche il sistema nervoso parasimpatico (o cranio-sacrale) rientra nel sistema nervoso vegetativo o autonomo del sistema nervoso periferico ed è regolato dall'ipotalamo. • Le fibre pregangliari ortosimpatiche utilizzano come neurotrasmettitore l'acetilcolina e il peptide vasointestinale (VIP), quelle postgangliari la noradrenalina, l'adrenalina, la dopamina (prodotte dalla midollare del surrene sotto lo stimolo dall'acetilcolina) e il neuropeptide Y (NPY); il sistema nervoso simpatico è noto anche come sistema adrenergico. La maggior parte degli organi ha innervazione ortosimpatica e parasimpatica. Alcune parti del corpo però ricevono solo quella simpatica. Tra queste vi è il fegato e la porzione midollare delle surrenali . • Sul piano sperimentale, si è ampiamente potuto osservare che i dialoghi interneuronali possono essere di tipo eccitatorio o inibitorio. Questo dipende non solo dal tipo di mediatore chimico ma anche dal tipo di recettore. • Ad esempio, l acetilcolina (ACh), captata dai recettori muscarinici (così definiti perché "legano" una sostanza che si trova nel fungo muscarius) delle fibre cardiache (bradicardia), svolge un ruolo inibitorio; lo stesso mediatore, captato dai recettori nicotinici (così chiamati perché "legano" la nicotina), svolge una funzione eccitatoria (peristalsi). • Nel passato, neanche tanto lontano, si riteneva i neurotrasmettitori fossero di cinque o sei tipi in tutto e che un neurone liberasse solo un tipo di neurotrasmettitore.