testi brevi 2 abstracts - Phil.

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testi brevi 2 abstracts - Phil.
| TESTI BREVI 2 ─ ABSTRACTS |
Donella Antelmi (Pavia/Milano):
Se mi piaci, ti sposo. Ethos e identità in 500 caratteri _________________________________ 3
Massimo Arcangeli (Cagliari/Roma):
Il testo breve nell'era digitale. Teoria e applicazioni __________________________________ 3
Monica Ballerini / Fabiana Fusco (Udine):
La notizia 'in breve': il caso delle civette esposte dalle edicole __________________________ 4
Gerald Bernhard (Bochum):
I testi brevi della pubblicità: gli slogan e i 'body copy' ________________________________ 4
Lucia Bolzoni (Augsburg):
Quando la scienza chiama… il call for papers (CFP) nei congressi di linguistica italiana _____ 5
Andreas Bschleipfer (Augsburg):
"La parola ai lettori": le lettere al direttore della Gazzetta di Parma sul caso Parmalat _______ 5
Paolo D'Achille (Roma) / Domenico Proietti (Modena / Reggio Emilia):
Le voci enciclopediche nell’era multimediale: il caso di Wikipedia ______________________ 6
Elisa De Roberto (Roma):
La quarta di copertina: tra letteratura, mediazione editoriale e marketing__________________ 7
Giuliana Fiorentino (Campobasso):
Meccanismi di coesione e coerenza nei commenti ai post sul web 2.0 ____________________ 7
Gianluca Frenguelli (Macerata):
Testualità e intertestualità del messaggio pubblicitario ________________________________ 8
Hans Giessen (Saarbrücken):
La funzione di combinazioni accattivanti in una campagna multimediale di marketing _______ 9
Claudio Giovanardi (Roma):
Cronache calcistiche brevi ______________________________________________________ 9
Cristiana Guidobaldi-Pretzsch (Salzburg):
Inizio e fine nella narrazione fumetto – colpi brevi in complessa connessione multimodale ___ 9
Gudrun Held (Salzburg):
Il "testo breve" in chiave di 'linguistica dei media' ___________________________________ 10
Katarína Klimová (Banská Bystrica):
L’abstract tra funzionalità e pragmatismo nell’odierno paesaggio comunicativo ____________ 11
Bettina Lindorfer (Berlin):
Barzelletta – un testo breve. Modalità e strategie della produzione_______________________ 11
1
Giulio Lughi (Torino):
Non solo breve: frammentazione e ricomposizione nella testualità dei nuovi media _________ 11
Frank Paulikat (Augsburg):
Testi brevi nella comunicazione giuridica __________________________________________ 11
Adriana Pelo (Roma):
Foglietti illustrativi di cosmetici__________________________________________________ 12
Daniela Pietrini (Heidelberg):
Augurissimi di felicità e gioia! Il biglietto di auguri tra formularità e espressività ___________ 13
Daniela Pirazzini (Bonn):
Argomentazione in 2 minuti_____________________________________________________ 13
Elena Pistolesi (Trieste):
Frammenti di un discorso ordinario: per un’analisi pragmatica degli SMS_________________ 14
Nelson Puccio (Heidelberg):
"Tutto lo sport in un testo per minuto" – La diretta web scritta come genere testuale ibrido ___ 15
Ursula Reutner (Augsburg):
Cambiamento del mezzo di comunicazione = cambiamento di stile? Ruolo e tipo di cortesia
verbale nella posta ____________________________________________________________ 15
Francesca Santulli (Milano):
La guida turistica: dal quadro al mosaico___________________________________________ 16
Sabine Schwarze (Augsburg):
Il "testo breve" in chiave di linguistica testuale ______________________________________ 17
Antonella Stefinlongo (Roma):
Ipse dixit. Aforismi, citazioni, motti e facezie dell’era mediatica ________________________ 18
Maria Zalesca (Varsavia):
"Mi presento brevemente. Sono…" I siti personali degli studiosi come genere testuale
emergente ___________________________________________________________________ 19
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Donella Antelmi (Pavia/Milano)
Se mi piaci ti sposo. Ethos e identità in 500 caratteri
Da 50 a 500 caratteri è più o meno la lunghezza della propria autopresentazione da parte degli
inserzionisti nei siti di incontri a scopo sentimentale o matrimoniale. Poche parole attraverso
le quali catturare l’attenzione dei visitatori, dare una bella immagine di sé, e suggerire o
costruire una identità virtuale adeguata allo scopo che l’inserzionista si prefigge
(matrimoniale o di intrattenimento sentimentale-erotico).
Tra i molti nuovi generi – o generi ri-mediatizzati – l’”annuncio personale” sui portali
di incontri specializzati presenta significative differenze col suo immediato antenato:
l’annuncio (matrimoniale) su carta. Infatti, pur mantenendo il carattere di brevità che quello
aveva (soprattutto a causa dei costi di inserzione), l’annuncio sul web si avvale di un apparato
semiotico più vasto che permette, grazie anche alle foto ed alle informazioni accessorie
predisposte dalla organizzazione stessa (il portale di incontri), di delineare in modo più ricco e
convincente la propria identità.
La parte linguistica di autopresentazione che si aggiunge al profilo determinato
attraverso il questionario del portale ha uno spazio a disposizione certamente maggiore di
quello delle inserzioni tradizionali, e dunque permette di esprimere con maggiore creatività
ciò che di sé si desidera comunicare al lettore. Non di rado l’enunciatore ricorre ad immagini
poetiche o citazioni per raccontare se stesso, o per indicare, attraverso un elenco di “affinità
elettive”, ciò che si aspetta dal ricercato compagno/compagna.
L’analisi proposta si basa su un campione tratto da tre portali di incontri (meetic,
parship e be2) che sarà analizzato prendendo in esame sia i tratti semiotici, sia le
caratteristiche funzionali e testuali che serviranno a delineare una prima classificazione.
Inoltre, poiché l’autopresentazione può essere considerata come appartenente al genere
epidittico, si analizzeranno e valuteranno i tratti enunciativi attraverso i quali gli inserzionisti
esprimono il proprio ethos ideale e mostrano un ethos discorsivo, non necessariamente
coerente col primo.
Massimo Arcangeli (Cagliari / Roma)
Il testo breve nell'era digitale. Teoria e applicazioni
L’intervento si propone di descrivere le diverse tipologie di “testo breve” che si rendono
disponibili sui nuovi media, ricavandone considerazioni più generali anche in rapporto
all’immediato e meno immediato passato. Non solo testi digitali (sms, e-mail, threads di
discussione sui più diversi argomenti, etc.) ma anche testi declinati nei più svariati ambiti e
settori. Non ultimo l’ambito, sempre più consistente, delle “parole esposte”: messaggi verbali
riprodotti su manifesti e insegne, avvisi e cartelloni pubblicitari, muri, volantini, t-shirt e
tanti altri luoghi fisici in cui la parola trova oggi accoglienza nelle nostre città (ma anche
altrove). Testi brevi che contengono usi o parole interessanti (neologismi, regionalismi,
tecnicismi), che registrano innovazioni, che anticipano tendenze. Ma soprattutto, nel
millennio aperto dal boom di Facebook, Second Life e Youtube, testi che riflettono la logica
della crescente “videalizzazione” e spettacolarizzazione di saperi ed esperienze,
accompagnandoci ormai quotidianamente.
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Monica Ballerini / Fabiana Fusco (Udine)
La notizia ‘in breve’: il caso delle civette esposte dalle edicole
Nel Gradit sotto la voce civetta troviamo la seguente definizione: “foglio con i titoli più
importanti di un quotidiano o una rivista, esposto davanti alle edicole per attirare l’attenzione
del pubblico; richiamo pubblicato nella prima pagina dei quotidiani, per anticipare articoli
contenuti all'interno del giornale”. A noi non sono noti studi sulle ‘civette’ dei quotidiani,
forse perché sono distribuite in modo disomogeneo sul territorio nazionale o forse perché
sono percepite come un aspetto secondario del quotidiano stesso, riteniamo però che, da un
punto di vista linguistico, siano oggetto di interesse e meritino di essere studiate, se non altro
perché costituiscono uno strumento di comunicazione diffuso.
A partire da una riflessione sull’italiano dei giornali, intendiamo qui presentare i primi
risultati di una ricerca comparativa in un corpus di locandine raccolto in modo continuo da
ottobre a dicembre 2008 riconducibile a due testate diverse, “La Nazione” di Firenze e “Il
Messaggero” di Udine, con l’obiettivo di documentarne i tratti distintivi ovvero quelli comuni
a più livelli, da quello grafico a quello comunicativo-pragmatico, da quello morfo-sintattico a
quello lessicale. E’ nostro intendimento intervistare nella redazione coloro che si occupano
della stesura di tali testi brevi, per capire quali strategie di “condensazione” vengano
utilizzate.
Gerald Bernhard (Bochum)
I testi brevi della pubblicità: gli slogan e i 'body copy'
I testi brevi della pubblicità per alimentari (salumi, formaggi, latticini, biscotti ecc.) spesso
rivelano specificità culturali delle comunità linguistiche cui appartengono i consumatori.
Spesso si può osservare che il materiale fotografico (key visual) è identico in vari periodici
tedeschi, italiani o francesi mentre le componenti testuali (captino, headline, bodycopy) di
annunci seguono delle convenzioni culturali e testuali delle rispettive lingue.
Il contributo analizzerà gli slogan (headlines) e i ‘body copy’ di vari prodotti presentati
nella stampa italiana, francese e tedesca, e metterà in evidenza analogie e omologie nonché
differenze nella elaborazione testuale degli annunci presi in considerazione. Così, si potranno,
ad esempio, individuare la presenza e la frequenza di ‘parole guida’ quali piacere, sapore (e
derivazioni) nell’italiano o Energie, Kraft nel tedesco.
I testi brevi quali annunci pubblicitari potranno, dunque, fungere, fino a un certo
punto, da ‘evidenziatori’ (inter)culturali.
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Lucia Bolzoni (Augsburg)
Quando la scienza chiama... il call for papers (CFP)
nei congressi di linguistica italiana
Il „call for papers“ (CFP) è un testo breve usato in ambito accademico per invitare gli
scienziati di una certa disciplina a scrivere un articolo per una rivista o per presentare un
contributo a una conferenza.
Lo scopo di questo contributo è di prendere in considerazione il CFP in lingua italiana
e di cercare di delinearne alcune caratteristiche sia testuali che comunicative.
In particolare le domande cui intendiamo dare una risposta sono le seguenti:
1. Come viene organizzato il testo in un CFP? Vengono seguite norme tipiche di altri tipi
di testi (p.es la lettera formale o l'e-mail) o è possibile identificare delle convenzioni
testuali presenti esclusivamente nel CFP? Tali norme si avvicinano di più all'italiano
scritto o all'italiano parlato?
2. Quali strategie comunicative vengono impiegate per attirare l'attenzione del lettore e per
rendere interessante il tema proposto dalla conferenza?
3. È possibile identificare dei criteri coi quali poter „misurare“ il grado di cortesia e di
emotività del CFP?
L'analisi si basa su un corpus di CFP realizzati per invitare gli scienziati a presentare un
contributo a congressi di linguistica italiana.
Andreas Bschleipfer (Augsburg)
„La parola ai lettori“: le lettere al direttore della Gazzetta di Parma
sul caso Parmalat
La lettera al direttore nella comunicazione giornalistica, che è di per sé caratterizzata da una
varietà molto vasta di realizzazioni di testi brevi, assume un ruolo particolare, rappresentando
un processo comunicativo in atto: quello di una comunicazione pubblica e dialogica tra lettori
oppure tra un lettore e la redazione. Per la redazione la „brevità“ (definita dal numero delle
righe) delle lettere ricevute è il fattore decisivo per la loro pubblicazione. Inoltre la redazione
si riserva di tagliare le lettere prima di pubblicarle: guadagnando spazio all'interno della
rubrica il giornale è in grado di dare a più lettori la possibilità di esprimere la stessa opinione
in un mezzo di comunicazione pubblico. Sono quindi esigenze interne alla produzione del
giornale come i fattori 'spazio' e 'impaginazione' a definire la caratteristica tipica della lettera
al direttore: la sua brevità – una caratteristica che allo stesso tempo si manifesta anche a
livello stilistico, per esempio nelle espressioni argute e nelle strutture argomentative
metaforiche o abbreviate. Un altro tratto caratteristico delle lettere al direttore è l'uso
dell'intertestualità come elemento fondamentale della costruzione di testualità. La lettera al
direttore quasi sempre fa ricorso a testi già pubblicati prima (nello stesso giornale). La
strategia comunicativa predominante è l'espressione della propria opinione, che spesso viene
realizzata attraverso vari atti linguistici come il criticare, il commentare e l'appellarsi.
Basandosi su un argomento di discussione pubblica ben definito sia sotto l'aspetto
temporale che tematico (il „caso Parmalat“ dell'inverno 2003/2004, corpus composto da 77
lettere al direttore pubblicate nei mesi dicembre/gennaio), il contributo analizzerà i tratti
formali di un possibile modello testuale „lettera alla redazione di un giornale (regionale)“
nonché la loro variazione. Inoltre verrà analizzato l'uso dei diversi tipi del ricorso
intertestuale. Infine saranno proposte alcune riflessioni su eventuali tendenze di
standardizzazione del tipo di testo „lettera al direttore del giornale regionale“.
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Paolo D’Achille (Roma) / Domenico Proietti (Modena / Reggio Emilia)
Le voci enciclopediche nell’era multimediale: il caso di Wikipedia
1. Wikipedia (promossa e gestita dalla Wikimedia Foundation, organizzazione senza fini di
lucro) è, come è noto, il più vasto e consultato repertorio enciclopedico ad accesso libero
disponibile in Internet (KLOBAS 2007; ORTOLANI 2007; RIDI 2008). Nata nel gennaio 2001,
attualmente è uno dei dieci siti più visitati al mondo (con circa 60 milioni di accessi al
giorno). Nell’aprile 2008 ha raggiunto i 10 milioni di voci, pubblicate in 250 lingue (per un
totale di 34 milioni di pagine, modificate 470 milioni di volte, e 11 milioni di utenti
registrati); l’edizione con il maggior numero di voci è quella lingua inglese.
Wikipedia in italiano (spesso indicata abbreviatamente it.wikipedia, it.wiki o it.wp,
indirizzo Internet: http://it.wikipedia.org/wiki/), progettata nel maggio 2001 e in rete dal
gennaio 2002, è la sesta per numero di lemmi (agli inizi di dicembre 2008 risulta costituita da
circa 521.000 voci). Va precisato che essa non è la traduzione della versione inglese, ma è
costituita per la maggior parte da voci redatte appositamente da collaboratori volontari, utenti
dell’italiano come lingua madre o acquisita. Caratteristica principale di tutte le versioni di
Wikipedia, infatti, è che le voci sono redatte dagli stessi utenti dell’enciclopedia che possono
inserire lemmi nuovi o correggere quelli esistenti attraverso un sistema di modifica e
pubblicazione aperto.
2. Ancora poco studiata dal punto di vista linguistico (con l’eccezione di qualche contributo
sulla edizione inglese: BARON 2008, ELIA 2006 e 2008), Wikipedia presenta invece diversi
motivi di interesse, in particolare nella sua versione in italiano. Nel nostro contributo
intendiamo confrontare sul piano testuale, sulla base di qualche lemma campione, le voci di
questa enciclopedia in rete con quelle che si possono leggere in un’enciclopedia su supporto
cartaceo e in un repertorio su cd-rom (informatizzato, ma “chiuso”, cioè non modificabile) .
Al tempo stesso, però, l’analisi punta a un confronto testuale interlinguistico tra versioni di
una stessa voce di Wikipedia in diverse lingue, per cogliere eventuali specificità.
Riferimenti bibliografici
BARON 2008 = Naomi S. BARON, The People’s Encyclopedia: Wikipedia, in EADEM, Always
on: Language in an Online and Mobile World, Oxford - New York, Oxford University
Press: 116-125.
ELIA 2006 = Antonella ELIA, An Analysis of Wikipedia Digital Writing in Proceedings of the
11th Conference of the European Chapter of the Association for Computational
Linguistics - Atti dell’11. Convegno EACL (Trento, 3-7 aprile 2006): 16-21
(consultabile
in
rete
all’indirizzo:
http://www.aclweb.org/anthologynew/W/W06/W06-2804.pdf).
ELIA 2008 = Antonella ELIA, «Cogitamus ergo sumus». Web 2.0 encyclopaedi@s: the case of
Wikipedia, Roma, Aracne.
KLOBAS 2007 = Jane KLOBAS, Oltre Wikipedia. I Wiki per la collaborazione e l’informazione,
Milano, Sperling & Kupfer.
ORTOLANI 2007 = Cristina ORTOLANI, Wikipedia. L'enciclopedia sul Web, Pordenone, Ialweb.
RIDI 2008 = Riccardo RIDI, Biblioteche, enciclopedie e web: utopie convergenti, in Pensare le
biblioteche. Studi e interventi offerti a Paolo Traniello, Roma, Sinnos, pp. 385-402.
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Elisa De Roberto (Roma)
La quarta di copertina: tra letteratura, mediazione editoriale e marketing
Tra le componenti del paratesto, e in particolare del peritesto, la quarta di copertina
rappresenta un oggetto complesso, dotato di diverse funzioni. A una prima funzione
referenziale (illustrare in poche parole il contenuto del libro), si aggiunge una funzione
pubblicitaria o promozionale: uno degli scopi della quarta di copertina consiste nel completare
il processo di “attrazione” del potenziale lettore, processo del resto già avviato dalla prima di
copertina. Tuttavia, mentre quest’ultima agisce principalmente a livello visivo (l’aspetto
cromatico, le immagini, la materialità stessa del volume istituiscono un primo legame – quasi
sensoriale – con l’acquirente, confermato poi dal titolo, che deve saperne stimolare la
curiosità), la quarta di copertina deve coinvolgere il lettore dal punto di vista cognitivo ed
emotivo. Inoltre, tale tipo di testo può essere connotato da una vocazione più specificatamente
letterarie. Soprattutto nei casi in cui l’autore interviene nella redazione della quarta di
copertina, questa diviene il luogo per enunciare dichiarazioni di poetica o per riflettere
sull’opera letteraria. Allo stesso modo, può accadere che nella quarta si sveli la voce
dell’editore, il quale, anche attraverso l’aiuto di redattori-critici, motiva la scelta di pubblicare
l’opera. In tali casi, la quarta di copertina appare in grado di guidare il potenziale lettore in
modo più profondo, suggerendo un percorso o una chiave di lettura.
Negli ultimi anni l’editoria ci ha abituato a quarte di copertina difformi per lunghezza,
contenuto e finalità. Mi propongo dunque di individuare una tipologia della quarta di
copertina basata su vari criteri (rapporto con il paratesto, funzione perseguita, strategie
linguistiche più ricorrenti). A tal fine, procederò a un confronto tra due corpora di quarte di
copertina di opere narrative del Novecento, pubblicate, in edizione economica, nei due
decenni 1970-1980 e 1998-2008.
Bibliografia
GENETTE, GÉRARD (1987). Seuils, Paris, Seuil.
SGHIAVETTA, BARBARA (2008). Editoria a testa alta. Le quarte di copertina de “Gli Struzzi”,
Bologna, Pàtron.
VANNONI, DAVIDE (1998). Il Velo di Maya. Semiotica e grafica editoriale. In Guido Ferraro
(a cura di), L’emporio dei segni, Roma, Meltemi, pp. 77-110.
Giuliana Fiorentino (Campobasso)
Meccanismi di coesione e coerenza nei commenti ai post sul web 2.0
Tra i prodotti di scrittura nati grazie alla comunicazione mediata dal computer uno dei più
recenti, nato nel 1997 ma utilizzato massicciamente a partire dal 2001, è il blog, un diario
pubblicato sul web.
Come noto, la gestione di un blog implica che il suo autore invii con cadenza variabile
e autonomamente definita dei testi, chiamati post affinché il pubblico li legga. Spesso al
lettore, a qualunque lettore, anche senza essere registrato, si offre la possibilità di lasciare un
commento al post. Da questa attività congiunta, scrittore –lettore che diventa a sua volta
scrittore, emerge un prodotto scrittorio altamente interattivo che consente ad autori di testi e
lettori di aprire un dialogo immediato su un testo ‘postato’.
Non necessariamente un post e il relativo commento sono testi brevi. Quando ciò
avviene i meccanismi di coerenza e coesione tra il post e in relativi commenti mettono
particolarmente in luce come gli interagenti coinvolti in questo particolare processo di
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scrittura e comunicazione percepiscano il testo dell’interlocutore come vero e proprio cotesto, a cui fare riferimento in modo del tutto naturale e quasi indessicale.
Nel mio intervento utilizzando materiali ricavati da diversi blog e, partendo da una
precedente ricerca sul modo specifico in cui, rispetto a scritture tradizionali e cartacee, si
possono costruire coesione e coerenza nelle catene di messaggi di posta elettronica
(Fiorentino 2002), discuterò ancora di meccanismi messi in atto dai frequentatori di blog per
costruire commenti brevi, coesi e coerenti rispetto ai post.
Bibliografia
Giuliana Fiorentino 2002. “Computer-Mediated Communication: lingua e testualità nei
messaggi di posta elettronica in italiano”. In: Bauer, Roland/Goebl, Hans (Hgg./a cura
di), Parallela IX. Testo, variazione, informatica / Text, Variation, Informatik.
Wilhelmsfeld, Egert: 187-208 (= pro lingua, 35).
Giuliana Fiorentino in preparazione. Forme di scrittura in rete: dal web 1.0 al web 2.0.
Gianluca Frenguelli (Macerata)
Testualità e intertestualità del messaggio pubblicitario
Tra le varie strategie che entrano in gioco nella produzione di un testo pubblicitario, quelle di
carattere testuale hanno da sempre avuto un’importanza centrale. Ma negli ultimi anni,
nell’allestimento di una campagna pubblicitaria, il procedimento intertestuale è tra quelli
privilegiati per rendere più accattivante il messaggio, e dà luogo a una grande varietà di
realizzazioni. Per tale motivo si propone un’analisi dei diversi tipi intertestualità del
messaggio pubblicitario, basata su un corpus multimediale composto da spots televisivi e
annunci a stampa. Scopo dell’analisi è individuare i diversi modi nei quali tale procedimento
è messo in atto all’interno del messaggio.
A una prima ricognizione, l’intertestualità pubblicitaria si svolge secondo tre percorsi, che a
loro volta si possono raggruppare in due tipi fondamentali:
1) Intertestualità "primaria": un messaggio pubblicitario rimanda a un altro messaggio
compreso nella stessa campagna. In questo caso si hanno due differenti modalità, che
presentano differenti caratteristiche: 1a) la campagna pubblicitaria “a puntate”, dove uno
stesso prodotto è reclamizzato in più episodi, ciascuno dei quali riproduce la stessa situazione
e presenta gli stessi protagonisti del primo spot della serie; 1b) pubblicità di uno stesso
prodotto o di una stessa azienda proposta su mezzi di comunicazione differenti (per lo più TV
e stampa); in questo caso l’annuncio su carta stampata si riferisce quasi sempre allo spot
televisivo.
2) Intertestualità "secondaria": si attua mediante il riuso di elementi provenienti da
altri tipi di testi (cinematografici, letterari, ecc.) Il titolo di un famoso saggio di Carlo Levi si
ritrova nello slogan «Grappa Piave ha il cuore antico». I versi di Catullo a Lesbia (Dammi
mille baci, poi cento/ poi altri mille, poi ancora cento/ poi altri mille, poi cento ancora, CS,
03/02/2007, p. 33) promuovono la pubblicazione, sull’inserto “Speciale San Valentino” del
“Corriere della Sera” delle più belle poesie d’amore create dai lettori.
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Hans Giessen (Saarbrücken)
La funzione di combinazioni accattivanti in una campagna multimediale di
marketing
Il contributo prende in esame la campagna multimediale di marketing per l’anno 2006
dell’Ente del turismo della regione tedesca del Saarland. La campagna era centrata sull’uso di
combinazioni di parole attraenti, finalizzate ad ampliare e precisare dal punto di vista
connotativo il concetto stesso di Saarland. L’uso di tali espressioni consentiva di espandere i
nuclei semantici prescelti al tempo stesso sintetizzandoli nella forma di titoli.
La campagna non ha, però, avuto il successo sperato: l’analisi dei testi, condotta con
gli strumenti propri della linguistica e della teoria della comunicazione, porterà alla
formulazione di ipotesi relative alle ragioni di tale fallimento, per verificare in primo luogo se
non sia stata la mancanza di una sufficiente variazione lessicale – con il conseguente
potenziale allusivo e associativo – a determinare un risultato così poco soddisfacente.
Claudio Giovanardi (Roma)
Cronache calcistiche brevi
La cronaca calcistica sulla stampa ha subìto, negli ultimi anni, la concorrenza sempre più
agguerrita della televisione. Il calcio professionistico è oramai presente ogni giorno nei
palinsesti televisivi. Ciò ha comportato una necessaria modificazione nella cronaca per i
giornali, che deve tener conto del fatto che l’evento sportivo raccontato è già noto ai più
attraverso la televisione. Le cose stanno in modo diverso per le cronache sportive del calcio
minore, quello che non è sotto i riflettori televisivi. Questi testi, generalmente piuttosto brevi,
presentano caratteri interessanti. Essi mantengono alcuni caratteri della cronaca sportiva
tradizionale: tendenza ai luoghi comuni, uso di metafore e di altre figure, uso di un lessico
tecnico. In più, essendo gli articoli scritti da giovani che si avviano alla carriera di giornalisti,
molto spesso al loro interno emergono lacune sintattiche e incertezze testuali che
caratterizzano la scrittura giovanile diversamente orientata. Ci si fonderà su un corpus di
giornali specializzati nel calcio dilettantistico e giovanile.
Cristiana Guidobaldi-Pretzsch (Salzburg)
Inizio e fine nella narrazione fumetto – colpi brevi in complessa
connessione multimodale
Il fumetto è un icono-testo a più strati: figlio della caricatura, passa dalla striscia giornaliera o
settimanale che contiene 4-5 vignette e sfocia nella storia a più tavole. Pur seguendo vari
sviluppi nel corso di ormai 100 anni e più, esso rimane un fitto tessuto di tipi testuali fra cui
possono distinguersi due unità di base: l'unità minima di espressione, la vignetta, e l'unità
massima di espressione, cioè la tavola. Concorrendo obbligatamente alla formazione del
fumetto, anche se in alcuni casi non inequivocabilmente presenti, esse lo rendono un
complesso prodotto multimodale dove tutto, codici e dimensioni spaziali, sono
apparentemente collegati al servizio di un preciso significato artistico. Ora, nella sequenzialità
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narrativa ci sono parti che fanno più colpo di altre, tra cui il titolo e la parola fine. In base alla
teoria attuale della semiotica testuale la relazione si propone di analizzare questi due elementi
che svolgono delle funzioni particolari rappresentando caratteristiche tipiche dello 'scritto
disegnato'. Soprattutto quando realizzati graficamente, questi elementi fondamentali passano
dalla struttura superficiale a quella profonda, diventando portatori di senso e costituenti del
rapporto di coesione e di coerenza con i contenuti della storia.
L'analisi si riferisce a dati specifici tratti sia dalla produzione Disney italiana delle
storie di Paperino e Zio Paperone, sia dal fumetto d'autore, genere artistico che supera
appositamente i limiti tradizionali tra tempo e spazio, tra lingua e immagini, tra linearità e
modularità comprimendo il massimo di azione narrativa in una densa configurazione
semiotica.
Gudrun Held (Salzburg)
Il “testo breve” in chiave di ‘linguistica dei media’
In complementarità alla linguistica testuale la linguistica dei media – disciplina in evidente
via di sviluppo – considera il testo breve (TB) nella sua indispensabile dialettica tra
minimizzazione di tempo e spazio e massimizzazione di informazione e attrazione, cercando
di spiegare questo rapporto da due punti di vista interrelati: il medium da un lato, il codice
dall’altro. Influenzata dallo sviluppo delle componenti tecnologiche e dalla differenziazione
tra i vari media, non è però più la lingua ad avere il ruolo primario di mediazione, bensì la sua
crescente simbiosi con altre risorse semiotiche che, diversificandosi sempre di più, rendono
un testo innanzitutto una veloce impressione accattivante di carattere visuale-ottico. Nel
contesto della società di consumo e della cultura di massa sono dunque i TB a dominare il
sazio mercato dell’informazione svolgendo, nelle forme e configurazioni più svariate, nel
modo più efficace e complessivamente economico, una funzione prevalentemente
promozionale. In prospettiva mediatica ci interessano i particolari processi di codificazione e
le strategie di brevità in immediata connessione con il contesto socioculturale, considerando
prima di tutto l’aspetto commerciale dei media che trasforma l’informazione in una merce
concorrenziale, sottomettendo globalmente il discorso pubblico a regole di potere che si
riflettono nella testualità.
Questo contributo di carattere introduttivo intende avviare prime riflessioni teoriche
sull’abbreviazione testuale, intendendola come processo volutamente destinato a velocizzare
produzione e ricezione dell’informazione mediatica. In questo senso brevitas va considerata
come trasformazione intrapresa non solo per ridurre e tagliare una notizia, ma per ottimizzare
sia il suo contenuto che il suo impatto. Nella sua forma più comune e più efficace, il testo
mediatico potrebbe allora interessare la linguistica sotto i seguenti punti di vista: focalizzando
sul medium: l’influenza tecnologica, il continuo mutamento della situazione mediatica
(remediation) e il rapporto d’intermedialità; la gestione di tempo e spazio tramite processi di
frammentazione, parcellizzazione, condensazione o estrazione; l’attivazione e la provocazione
degli utenti per via di processi creativi quali teatralizzazione, straniamento e
deautomatizzazione; infine, lo sviluppo e la costituzione di forme brevi tipiche di certi media
o di certe circostanze comunicative con caratteristiche semiotiche e retoriche proprie.
Focalizzando sul codice: vanno rilevati innanzitutto i mezzi di salienza ‘plastica’ che
non riguardano solo l’apparato iconografico, bensì anche una spiccante messa in scena delle
dimensioni e strutture testuali e un uso cosciente ed immaginifico dei segni verbali.
Trattandosi di fitti tessuti fondamentalmente multimodali i TB dell’attuale discorso pubblico
dimostrano forme di coesione densa e di coerenza sofisticata, il cui potenziale percettivo e
emotivo aspira a rapidi effetti ricettivi. In conseguenza di questa sincreticità che funge da
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pittogramma semplificante oppure colpisce tramite un ricercato intreccio fra immagine e
lingua, l’analisi del TB trasmesso richiede un complesso approccio semiotico. Sarà la
linguistica però che, insieme alle scienze di comunicazione, dovrebbe fornire gli strumenti sia
teorici che metodologici e contribuire così – proprio attraverso l’esemplarità e la multiformità
del genere breve – a creare un solido fondamento per questo nuovo ambito della disciplina –
la linguistica mediatica – il cui oggetto di ricerca è il discorso dei media in quanto infinita
trascrizione testuale.
Katarína Klimová (Banská Bystrica)
L’abstract tra funzionalità e pragmatismo nell’odierno
paesaggio comunicativo
L’abstract è diventato nell’era elettronica, caratterizzata dal continuo flusso di informazioni,
uno strumento indispensabile per l’orientamento rapido ed efficace nella vasta gamma della
produzione scientifica. Il contributo intende sviluppare alcune riflessioni sulle strategie di
realizzazione di questo modello testuale dal punto di vista linguistico e culturale (strategie
uniformanti guidate dalla tendenza alla omogeneizzazione e alla standardizzazione vs.
abitudini e standard nazionali), nonché sulla sua flessibilità e sulle sue possibili variazioni
all’interno di un’apparente rigidità dei canoni redazionali.
Bettina Lindorfer (Berlin)
La barzelletta – un testo breve. Modalità e strategie della produzione
La barzelletta è uno dei generi più vecchi e sempre divertenti ai quali in fondo non viene
attribuita un'importanza storica. Ciò sembra essere confermato dal fatto che molte storielle
basate su un effetto comico e utilizzate nei cabaret e in rete esistevano in passato in forma più
o meno identica come farsa. Il motto „Non esistono barzellette nuove, ma solo nuovi uomini
che non conoscono ancora le barzellette vecchie“ fa sì che questi testi appaiano come fatti su
misura per i nuovi mezzi di comunicazione: rapidi, ricchi di stimoli e riutilizzabili. Sulla base
di esempi scelti ci proponiamo di illustrare le strategie e le modalità di produzione di questa
forma di racconto orale nell'odierno panorama dei mezzi di comunicazione e di individuare
eventuali contrasti tra le strategie attuali e quelle del passato.
Giulio Lughi (Torino)
Non solo breve: frammentazione e ricomposizione nella testualità
dei nuovi media
Il contributo intende esaminare il fenomeno delle "forme brevi" non solo e non tanto per la
loro dimensione, quanto piuttosto per la loro rispondenza a caratteristiche tecnologiche
peculiari delle forme odierne di testualità, e di conseguenza ai contesti d'uso sociali e culturali
entro cui avviene il passaggio (nella continuità e nella discontinuità) tra old e new media.
Saranno presi in esame diversi esempi (soprattutto dal web, ma non solo) di testualità
letteraria, filmica, musicale, iconica, etc., dove la brevità - oltre ad essere la conseguenza di
precise scelte estetiche, ed eventualmente del recupero di generi e stili del passato - risponde a
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quei requisiti di granularità, modularità, gestibilità, programmabilità che secondo alcuni
studiosi costituiscono la base della cosiddetta "logica del database"; una logica intimamente
connessa con il funzionamento profondo, strutturale, delle ICT (Information and
Communication Technologies) ma non sempre percepibile a livello fenomenologico da chi ne
fruisce semplicemente le emergenze testuali visibili e di superficie.
In particolare verranno considerati alcuni aspetti legati alla produzione di testualità "dal
basso", nonché al diffondersi di dispositivi mobili e quindi all'organizzazione di forme
complesse che trovano modo di svilupparsi nel gioco di rimandi tra schermi e spazi fisici
reali.
Frank Paulikat (Augsburg)
Testi brevi nella comunicazione giuridica
I tipi di testi giuridici vengono classificati corrispondentemente alla loro funzione e
generalmente sono sottoposti a una standardizzazione rigida. A questo proposito è necessario
distinguere tra una funzione deontica (obbligo, permesso, divieto) e una funzione definitoria
(x nel senso di y è...). La struttura linguistica deriva da queste caratteristiche funzionali e dal
grado di astrazione del tipo di testo.
Poichè si tratta per lo più di testi relativamente brevi, sembrerebbe naturale condurre
un'analisi di tipo linguistico-testuale. Eppure fino ad ora sono stati condotti pochi studi in
questo campo.
Questo contributo intende presentare delle possibiltà di una linguistica testuale del
linguaggio giuridico sulla base di alcuni tipi di testi brevi. Una particolare attenzione sarà data
inoltre all'aspetto diacronico del linguaggio giuridico partendo da formulazioni di tipo
imperative tipiche del passato fino ad arrivare all’odierna deduzione di un effetto giuridico
sulla base di uno stato di fatto.
Adriana Pelo (Roma)
Foglietti illustrativi di cosmetici
Il foglietto illustrativo, testo «mediamente vincolante», assimilabile alla più generica
categoria delle “istruzioni per l’uso” (Sabatini 1999 e Mortara Garavelli 1988:165),
affianca al principale scopo prescrittivo una finalità di tipo espositivo-informativo. In
particolare, il foglietto illustrativo dei cosmetici, di cui intendo occuparmi in questa
occasione, per le sue caratteristiche strutturali di concisione ed essenzialità, trova una sua
collocazione anche nell’ambito dei testi brevi. Si esaminerà pertanto un corpus di
foglietti illustrativi inclusi nelle confezioni di prodotti cosmetici di numerose marche in
commercio, e destinati a un pubblico femminile, al fine di analizzare i vari aspetti del
linguaggio di tale tipo di testo. Si tratta, in altre parole, di evidenziarne le modalità
dell’esposizione e le strategie comunicative, le quali, è evidente, appaiono
pragmaticamente rivolte al destinatario e mirate a soddisfarne le aspettative.
Un riferimento d’obbligo sono gli studi di Serianni (1989, 2003, 2005 e 2007) sul
linguaggio dei foglietti illustrativi dei medicinali e Stefinlongo (2005) su quello dei
manuali di istruzione per l’uso.
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Bibliografia
MORTARA GARAVELLI, BICE, 1988, “Textsorten / Tipologia dei testi”. In: Holtus, Günter /
Metzeltin, Michael / Schmitt, Christian (a cura di), Lexikon der Romanistischen
Linguistik (LRL), vol. IV, Italienisch, Korsisch, Sardisch (Italiano, Corso, Sardo).
Tübingen: Niemeyer: 157-168.
SABATINI, FRANCESCO, 1999, «Rigidità-esplicitezza» vs «elasticità-implicitezza»: possibili
parametri massimi per una tipologia dei testi. In: Skytte Gunver / Francesco Sabatini
(a cura di), Linguistica testuale comparativa. Atti del Convegno interannuale della
Società di Linguistica Italiana (Copenaghen, 5-7 febbraio 1998). Copenaghen,
Museum Tusculanum Press [= Etudes Romanes 42]: 141-172.
SERIANNI, LUCA, 1989, Tecnicismi medici e farmacologici contemporanei. In: Id., Saggi di
storia linguistica italiana. Napoli: Morano: 381-420.
SERIANNI, LUCA, 2003, Italiani scritti. Bologna: Il Mulino.
SERIANNI, LUCA, 2005, Un treno di sintomi. I medici e le parole: percorsi linguistici nel
passato e nel presente. Milano: Garzanti.
STEFINLONGO, ANTONELLA, 2005, Istruzioni per l’uso. Strategie e forme della comunicazione
commerciale plurilingue. In: KORZEN, IØRN (a cura di), 2005, Lingua, cultura e
intercultura: l’italiano e le altre lingue. Atti del VIII Convegno S.I.L.F.I. - Società
Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana (Copenhagen, 22-26 giugno 2004).
Frederiksberg (København): Samfundslitteratur Press, 2 voll. + cd-rom
[ = Copenhagen Studies in Language 31]: contributo in cd-rom.
Daniela Pietrini (Heidelberg)
Augurissimi di felicità e gioia! Il biglietto di auguri tra formularità e
espressività
Il rapido sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione simultanea (cellulari, mail, chat) ha
inciso notevolmente sulla lettera privata determinandone, se non la crisi, almeno lo
slittamento a forma secondaria della comunicazione a distanza. Unico a resistere tra i generi
della corrispondenza manoscritta sembra essere il biglietto d’auguri, breve messaggio vergato
a mano su cartoncini colorati o anche semplici biglietti da visita, solitamente destinato ad
accompagnare un regalo. Natali e compleanni, matrimoni o battesimi, ogni occasione si presta
alla rapida stesura di un biglietto d’auguri spiritoso o sentimentale, stravagante o
convenzionale. Questo studio si propone di analizzare il biglietto di auguri, testo breve per
eccellenza, mettendone in evidenza le caratteristiche di genere testuale ibrido, in bilico tra la
ricerca dell’originalità scherzosa e espressiva e la formalità e formularità dettata dai
tradizionali manuali di ars dictaminis, tra oralità e scrittura, tra vicinanza e distanza
comunicativa.
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Daniela Pirazzini (Bonn)
Argomentazione in 2 minuti
Oggetto della nostra analisi è il tipo di testo giornalistico Notizie in 2 minuti del Corriere
della Sera. L'analisi preliminaria che abbiamo condotto su un corpus limitato ci ha permesso
di constatare che un numero considerevole di tali testi contiene sequenze di carattere
argomentativo. L'obbiettivo del contributo sarà dunque di presentare l'uso e le funzioni degli
operatori e connettori argomentativi. La nostra ipotesi è che la necessità di verbalizzare una
struttura argomentativa, di per sé complessa a livello testuale, in un testo estremamente breve
vincoli fortemente le scelte lessicali e strutturali dell‘autore.
Bibliografia
Adamzik, Kirsten (2004): Textlinguistik. Eine einführende Darstellung, Tübingen.
Ducrot, Oswald (2004): "Argumentation rhétorique et argumentation linguistique", Doury,
Marianne/Moirand, Sophie (eds.): L’argumentation aujourd’hui. Positions théoriques
en confrontation, Paris, 17-34.
Ducrot, Oswald (sous presse): "Theorie der Semantischen Blöcke: eine
Überblicksdarstellung", Pirazzini, Daniela/Atayan, Vahram (eds.): Argumentation:
Sprache(n) – Text – Kommunikation/Argumentation: langue – langage(s) – texte –
communication, Frankfurt.
Lo Cascio, Vincenzo (1991): Grammatica dell'argomentare. Strutture e strategie, Firenze.
Stati, Sorin (2002): Principi di analisi argomentativa. Retorica, Logica, Linguistica, Bologna.
Elena Pistolesi (Trieste)
Frammenti di un discorso ordinario: per un'analisi pragmatica degli SMS
La relazione contiene alcune proposte per una lettura pragmatica dello scambio di SMS (Short
Message Service). Le osservazioni sulla deissi, sulla forza illocutiva e sulle funzioni dei
messaggi saranno orientate a una definizione del contesto comunicativo più articolata, e in
parte diversa, rispetto a quella offerta fino ad oggi dalla letteratura.
Gli Sms sono frammenti di un dialogo potenzialmente infinito, sono parte di un
meta-testo costruito da due o più scriventi/parlanti, che si può sviluppare con modalità
distinte, attraverso canali diversi in base alle scelte disponibili e al tenore del messaggio.
La comunicazione intermittente per frammenti ci induce a ripensare i confini, fino
ad oggi netti, fra cotesto e contesto, fra testualità conclusa e fattori extralinguistici.
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Nelson Puccio (Heidelberg)
“Tutto lo sport in un testo per minuto” –
La diretta web scritta come genere testuale ibrido
La continua corsa all’informatizzazione totale e istantanea nella società multimediale
contemporanea contribuisce notevolmente alla creazione di nuovi generi mass-mediali. Da
questo punto di vista è soprattutto internet a rendere necessaria l’elaborazione di nuovi
linguaggi e nuove forme di mediazione e consumazione dell’informazione rivoluzionando
così l’ambiente comunicativo. A riprova di ciò si consideri l’avvento recente della cosiddetta
‘webcronaca sportiva’, tipo di testo innovativo (ancora non codificato) difficile da collocare
stabilmente all’interno della tipologia testuale finora conosciuta. Si tratta della trascrizione in
diretta di avvenimenti sportivi non coperti da radio e televisione o comunque rivolta a lettori /
utenti privi di un accesso diretto a radio o tv (tipicamente sul luogo di lavoro). L’evento viene
raccontato in tempo (quasi) reale: attraverso la continua aggiunta di brevi aggiornamenti in
ordine cronologico si costituisce un testo sempre in movimento. Dall’insieme di tali microtesti nasce quindi una forma di ‘diretta testuale’ completa.
Questo studio focalizza l’attenzione sugli aspetti formali e funzionali di questo nuovo
genere testuale evidenziandone il carattere altamente ibrido tra scrittura e oralità, tra
informazione e intrattenimento, tra ipertestualità e lettura lineare, tra mera descrizione dei fatti
e racconto-commento soggettivo. L’analisi si concentra prevalentemente sulle interferenze e
sui problemi collegati alla narrazione e rappresentazione coerente di un avvenimento nel suo
stesso svolgersi imprevedibile e con esito aperto, in modo da mostrare le tecniche di una
produzione, strutturazione e progettazione testuale in atto.
Ursula Reutner (Augsburg)
Cambiamento del mezzo di comunicazione = cambiamento di stile?
Ruolo e tipi di cortesia nella posta elettronica
Rapidità, virtualità ed economicità sono parametri tipicamente attribuiti alla posta elettronica
e frequentemente citati a proposito delle differenze tra comunicazione elettronica e
corrispondenza epistolare. Senza dubbio, ciò non significa che l’e-mail costituisca un tipo
testuale senza norme, le quali si definiscono in maniera diversa a seconda del mezzo di
comunicazione usato. Visto che le differenze non mancano neanche all’interno della nuova
tradizione discorsiva, esse non si possono individuare in maniera generale, ma solo a partire
da un gruppo di testi che occupano la stessa posizione nel continuum, il quale si estende dallo
scambio professionale tra sconosciuti fino a quello amichevole e confidenziale. Con il
presente contributo, ci proponiamo di analizzare un corpus costituito da e-mail ricevute da
linguisti italiani che rispondono positivamente a un questionario senza conoscere il
destinatario personalmente. Si tratta quindi di un corpus il più omogeno possibile, che si
presta particolarmente bene all’indagine linguistica. Centro di interesse sarà quello della
cortesia considerata in senso largo. Senza limitarsi al concetto di cortesia linguistica proposta
da Brown/Levinson, l’analisi contribuirà non solo a determinare i parametri di cortesia in una
situazione specifica come quella della comunicazione elettronica, ma anche ad approfondire il
concetto di cortesia in un contesto più ampio.
Bibliografia
Brown, Penelope / Levinson Stephen ([1978] 1987): Politeness. Some universals in language
usage. Cambridge: University Press (Studies in interactional sociolinguistics 4).
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Francesca Santulli (Milano)
La guida turistica: dal quadro al mosaico
Tra i generi testuali di origine relativamente recente attenzione particolare merita la guida
turistica, innanzi tutto perché rappresenta in modo evidente le caratteristiche più significative
della nozione stessa di genere, comunque si voglia intenderla: nel manuale di viaggio si
individua difatti facilmente la presenza di scopi ricorrenti (ancorché plurimi e diversamente
enfatizzati nei singoli esemplari) che corrispondono ad attese altrettanto condivise – sempre
nei loro aspetti più generali - dei destinatari; inoltre, al di là delle costanti pragmatiche che
definiscono questo prodotto testuale, vi sono numerosi tratti formali, che non riguardano solo
l’organizzazione generale del testo ma si estendono fino ad includere caratteristiche minute
delle strutture linguistiche prescelte, sostanzialmente stabili. Ciò non esclude naturalmente la
variazione e la varietà: sia nella evoluzione diacronica sia nella dimensione sincronica, la
guida turistica si realizza infatti in forme che mostrano evidenti diversità, riflettendo da un
lato i mutamenti culturali e linguistici e dall’altro la stratificazione di un pubblico di
viaggiatori con obiettivi specifici ed esigenze comunicative ampiamente differenziati.
Tra i mutamenti più appariscenti, che investono innanzi tutto l’asse diacronico ma
hanno comunque rilevanza sincronica in quanto le tendenze più recenti si affermano senza
sostituirsi completamente alle forme più antiche, si può sicuramente menzionare
l’organizzazione topologica della pagina, rivoluzionata dalla presenza sempre più sistematica
di immagini di vario tipo che interagiscono significativamente con una distribuzione del testo
verbale sempre più orientata a superare il principio della linearità. Questa evoluzione
rappresenta un esempio particolarmente evidente e significativo di mutamento delle testualità,
non solo per l’affermazione dei principi della visualità e della multimodalità, bensì anche
nella direzione di una brevità del testo verbale che non necessariamente coincide con la
concisione, ma piuttosto si realizza come frammentazione di una sequenza nei testi meno
recenti coesa e progressiva. In tal modo, il tradizionale percorso di visita si trasforma in una
successione di lemmi, presentati in forma di elenco: il quadro unitario si spezzetta in una serie
di minuscole tessere che, solo se ricomposte dal lettore, riescono a rendere l’insieme della
rappresentazione.
La relazione, attraverso l’analisi comparativa di alcuni testi esemplari di questa
tendenza, cercherà di mettere in luce come l’evoluzione del concetto stesso di testo si
manifesti anche in un genere non innovativo e fondato su un canone ancora ampiamente
condiviso. Se le classiche guide borghesi delle origini (peraltro ancora oggi rappresentate in
linee editoriali più tradizionali), si privavano del tutto del ricorso all’immagine se non per
riprodurre carte stradali e piante, oggi predomina la multimodalità, sovente in combinazione
con una tendenza all’ipertestualità (seppur realizzata nella bidimensionalità della pagina), con
conseguenze non irrilevanti anche sulle caratteristiche più strettamente linguistiche del testo.
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Sabine Schwarze (Augsburg)
Il “testo breve” in chiave di linguistica testuale
Questo contributo di carattere introduttivo intende in primo luogo dare uno sguardo
retrospettivo allo sviluppo di tipologie testuali in chiave linguistica, i cui approcci rilevanti
provengono per lo più dalla linguistica testuale germanofona (cf. Textsortenlinguistik cf.
Heinemann 2000), e in secondo luogo focalizzare alcuni problemi attuali derivanti dalla
scritturalità basata sui mezzi di comunicazione elettronica.
Negli ultimi tre decenni la linguistica testuale si è concentrata su due aspetti
fondamentali: la testualità, cioè le condizioni generali che fanno sì che un testo venga
strutturato come tale da un punto di vista linguistico, e le caratteristiche che consentono di
identificare un determinato testo come esemplare di uno specifico tipo testuale (Textsorte).
Per “Textsorten” si intendono comunemente classi di testi (virtuali) che vanno considerate
come modelli convenzionali e attribuite, sulla base di caratteristiche pertinenti, a determinati
atti linguistici complessi e che sono quindi ben distinguibili fra di loro. Sulla base di corpus le
analisi tipologiche focalizzano la specificità dell’elaborazione di caratteristiche testuali
generali. Visto che in un primo tempo tali tipologie si sviluppavano per via induttiva in
conformità a corpus cartacei “tradizionali”, i tipi testuali si riducevano ovviamente a quelli
scritti. In seguito la tipologia testuale si è ampliata grazie alla discussione sullo stato dei testi
orali. Per tale ampliamento si è rivelato utile il modello di vicinanza/distanza di
Koch/Oesterreicher, il quale permette di distinguere all’interno di un continuum un novero
illimitato di testi (realizzati con il codice grafico o fonico). È la produzione di testi elettronici
attraverso l'applicazione di tecnologie comunicative innovative a rendere ora necessaria una
revisione dei modelli tradizionali, dato che nelle nuove forme comunicative
(Kommunikationsformen), in cui si presentano attualmente innumerevoli tipi testuali fictional
e non-fictional, il medium influisce sull’intero processo testuale (sia sulla produzione che
sulla ricezione).
Questo sviluppo riguarda in modo concreto il principio della brevità e la sua rilevanza
tipologica: all'interno della tipologia testuale tradizionale gran parte degli studi empirici si è
concentrata su “testi brevi” (cf. Kleingattungen in Raible 1996, Kleintexte in Adamzik 2000)
come annunci o istruzioni per l'uso a causa della loro dimensione ristretta e della loro struttura
regolare e standardizzata. Tuttavia la struttura minimalistica – a prescindere da concetti
retorici generali come la brevitas o la brachylogia – non ha mai costituito un criterio
significante per i modelli tipologici. Nel panorama comunicativo attuale la brevità (ora nel
senso “transitivo” di ‘riduzione’) assume invece un ruolo costitutivo: brevità/riduzione come
trasformazione che mira all’ottimizzazione del messaggio. In altre parole, la differenza (più o
meno essenziale) dei testi tradizionali (manoscritti, dattiloscritti oppure stampati su carta)
rispetto ai testi mediati da mezzi elettronici costringe la linguistica testuale a considerare in
maggior misura le condizioni mediatiche. Modelli e strumenti interpretativi esistenti (in ogni
caso poco coerenti) necessitano di precisazioni.
Bibliografia
Adamzik, Kirsten (ed.) 2000: Textsorten. Reflexionen und Analysen, Tübingen: Stauffenburg
[2. Auflage 2007]
Heinemann, Wolfgang 2000: “Textsorten. Zur Diskussion um Basisklassen des
Kommunizierens. Rückschau und Ausblick”, in: Adamzik, Kirsten (ed.): Textsorten.
Reflexionen und Analysen, Tübingen: Stauffenburg, 9-29
Raible, Wolfgang 1996: “Wie soll man Texte typisieren?”, in: Michaelis, Susanne/Tophinke,
Doris (ed.): Texte – Konstitution, Verarbeitung, Typik, München: Lincom, 59-72
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Antonella Stefinlongo (Roma)
Ipse dixit. Aforismi, citazioni, motti e facezie dell’era mediatica
Nel contributo viene presa in esame una tipologia di testi caratterizzati dalla loro estrema
brevità, sinteticità e pregnanza semantica quali, per esempio, gli aforismi, le citazioni, le
battute, i motti e i modi di dire che circolano in Internet e negli altri mezzi di comunicazione
di massa e che godono oggi di una riconosciuta popolarità.
L’interesse per queste forme testuali ha due motivazioni. La prima è di natura sociolinguistica o, se si vuole, più latamente culturale, e nasce dalla constatazione della loro
progressiva diffusione nel sistema dei media (con particolare riguardo a internet) e della
frequenza con cui, da questi contesti, vengono riprese per apparire nel discorso comune,
parlato, scritto o trasmesso.
La seconda motivazione attiene direttamente al sistema lingua italiana e alle modifiche
che l’uso allargato (diafasicamente e diastraticamente) e diversificato (in particolare sotto il
profilo diamesico) determina nel processo di elaborazione concettuale e di produzione di testi.
L’ipotesi è che l’assunzione di un formulario già precostituito e “preconfezionato”, quale
appunto si configura l’insieme dei nostri testi, contribuisca a spingere ulteriormente l’italiano
in direzione di una sua maggiore stereotipizzazione e analiticità, già segnalata, del resto, in
vari settori del sistema: vedi il caso delle di unità lessicali superiori e dei sintagmi fissi
complessi.
Nel corso della relazione verranno considerati separatamente gli aforismi, in genere di
consistenza ed elaborazione maggiore e di cui è spesso rintracciabile la paternità; quindi le
citazioni, le battute e i modi di dire diffusi nella narrativa, nel cinema, nella pubblicità, nel
trasmesso radio-televisivo, nel web.
Bibliografia (provvisoria)
Casadei, Federica, Metafore ed espressioni idiomatiche. Uno studio semantico dell’italiano,
Roma, Bulzoni 1996.
Cherdantseva, Tamara, Semanica e grammatica dei modi di dire in italiano, «Studi di
Lessicografia Italiana», XIV (1997), pp. 347-411.
Dardano, Maurizio, La formazione delle parole nell’italiano d’oggi. Primi materiali e
proposte, Roma, Bulzoni 1978.
Dardano, Maurizio, Aspetti della lingua italiana d’oggi, «Horizonte. Italienische Zeitschrift
für Kulturwissenschaft und Gegenwortliteratur», VI (2001), pp. 93-117.
Fiorentino, Giuliana, Computer-mediated communication. Lingua e testualità nei messaggi di
posta elettronica in italiano, in Bauer, R. / Goebel, H. / Bachleitner-Held, G. (a cura
di), Text Variation Informatik / Testo Variazione Informatica. Atti dell’incontro italoaustriaco «Parallela IX» (Salzburg, 1-4 novembre 2000), Salzburg, Institut für
Romanistik 2002, pp. 187-208.
Lurati, Ottavio, Modi di dire. Nuovi percorsi, Macchione ed., 2001
Renzi, Lorenzo, Tendenze dell’italiano contemporaneo. Note sul cambiamento linguistico nel
breve periodo, «Studi di Lessicografia Italiana» XVII (2000), pp. 279-319.
Rigoni, Mario Andrea, La brevità felice, Marsilio 2006.
Salvi, Giampaolo, Espressioni idiomatiche e verbi supporto di frasi semplici, in L. Renzi, La
grande grammatica italiana di consultazione, Bologna, il Mulino, vol. I, 1988, pp.7783.
Trovato, Salvatore, C. (a cura di), Proverbi locuzioni modi di dire nel dominio linguistico
italiano. Atti del I Convegno di Studi dell’Atlante Paremiologico Italiano (API)
(Modica. 26-28 ottobre 1995), Roma, Il Calamo 1999.
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Maria Zaleska (Varsavia)
"Mi presento brevemente. Sono…" I siti personali degli studiosi come
genere testuale emergente
Prima dell'avvento di Internet, farsi conoscere dai colleghi della propria disciplina prendeva
tempo e dipendeva parzialmente dal caso. Essere noti significava essere letti e seguiti; invece,
spesso risultava difficile essere al corrente di tutti i contributi di uno scienziato pubblicati
presso svariatissime riviste e case editrici. Internet ha offerto modi alternativi di farsi
conoscere, in una maniera più controllata e più efficace. Uno di essi è il sito personale dove lo
studioso fa una sua autopresentazione tramite quanto ha pubblicato e/o addirittura rendendo
consultabili alcuni dei suoi testi. La costruzione dei siti personali degli studiosi offre un punto
di vista privilegiato sulle nuove pratiche comunicative nell'universo accademico. Il contributo
intende illustrare in quali modi, nei siti personali, viene sfruttato l'attributo della brevità.
L'analisi mostra il ricorso alla brevità a livello spazio-temporale, (ossia la correlazione tra la
brevità spaziale del testo e la brevità del tempo dedicato alla sua lettura), ma anche a livello
della gerarchizzazione dell'informazione (la brevità del testo principale, corredato da rimandi
ai testi lunghi che servono come approfondimento). Questo, a sua colta, ha conseguenze per
quanto riguarda la gestione dell'attenzione di chi consulta il sito come un biglietto da visita
dello scienziato.
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