monumento opera scultorea o architettonica, di rilievo storico e
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monumento opera scultorea o architettonica, di rilievo storico e
m monumento <opera scultorea o architettonica, di rilievo storico e perlopiù di valore artistico, eretta a ricordo, commemorazione di qualche persona o evento. es. 1. Furtwangen, “La targa, a pochi metri da questa panchina, indica la - una? - sorgente del Danubio e anzi sottolinea che si tratta di quella principale.” 2. Donaueschingen, “«Hier entspringt die Donau», qui nasce il Danubio, dice la targa nel parco dei Fürstenberg a Donaueschingen.” 3. Immendingen, “Là dove il fiume scompare nel suo letto, dopo i monumenti ad una nascita incerta ne costruiamo uno alla sparizione.” 4. Batina, “Il monumento sulla sommità del colle ricorda la battaglia di Batina fra Armata rossa e tedeschi. Di fronte la linea d’acqua del Danubio, al di là la Vojvodina, a nord l’Ungheria” 5. Vukovar, “Il centro storico accosta fregi barocchi a sfregi di guerra, monumenti alla rovina come la torre dell’acqua sul fiume e monumenti alla turboricostruzione come la chiesa francescana” 6. Porte di Ferro, “ Sulla riva opposta si intravede a stento la Tabula Traiana, ennesima testimone di un territorio che continua a rappresentarsi fra un di qua e di là.” 7. Galati, “ Il boulevard si apre nella piazza che si affaccia sul Danubio, laddove il dito della statua indica di proseguire” . sin. A[panchina -Furtwangen-, ponte -Novi Sad-, Fis -Bac, Osijek-, pallone segnalazione -Djerdap-, ponte di Traiano -Kladovo-, Ponte dell’Amicizia -Ruse-, municipio -Braila-, cimitero -Sulina, Vienna- ] m multiculturalità < fatto sociale statisticamente rilevabile, che implica il convenire, entro i confini di un medesimo spazio geopolitico, di differenti etnie o comunità o singoli individui provenienti da culture antropologiche differenti. es. 1. Bač, “La zuppa è affare di Milan che appende il paiolo sopra il fuoco di un bidone. Carpa, pesce gatto, luccio, paprika, pomodoro, acqua e altri ingredienti più o meno segreti. La ricetta è la stessa dall’Ungheria fino alle Porte di Ferro ma ognuno rivendica la propria come la migliore e così si apre la gara con Osijek. Questa sera il Danubio è una pentola, da fiš è diventato riblja ciorba, da linea di confine è diventato ricetta.” 2. Osijek, “Sandra è della bilancia, capello corto, faccia che ride, voce grossa. Pare che studi o qualcosa del genere, si dice “artigiana della vita”. E’ nata a Sarajevo e i suoi parenti abitano ancora lì, ha passato qualche anno in Germania e ora abita a Osijek. La madre è della Bosnia, il papà non si sa, “probabilmente da qualche parte di là, in Baranja”. Nikola è vegetariano, ha un atelier, nella Kazamat, lavora con la paglia, medita. Ogni tanto va a Lug in Baranja ad aiutare i genitori con la fattoria, cani, mucche, campi. La sua famiglia ha radici lontane in Germania, probabilmente nella Foresta Nera . Nato a Osijek, si è spostato con la famiglia a Straubing, in Baviera per poi andare a studiare a Belgrado poco dopo la guerra e infine ritornare a Osijek.” 3. Sulina, “Un muro basso in cemento spunta nel prato brullo poco fuori il paese. Una porta in ferro arrugginito con la stella di Davide nel mezzo e a fianco un altro recinto e un’altra porta, questa volta con croce, stella e mezzaluna. All’interno un vitello bruca l’erba fra lapidi incrinate e lontani nomi in arabo, ebraico e cirillico che parlano d’oriente e di viaggio.” disp. A[FIS -Ungheria, Slavonia, Vojvodina-, INSEDIAMENTO -Bač, Osijek-, CIMITERO -Sulina-, QUARTIERE -Braila-, ISOLA -Delta-, NAVE -Danubio-]