Diario di Elide, luglio 2014

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Diario di Elide, luglio 2014
Viaggio in Madagascar per l'Associazione UnicoSole-Onlus, dal 19 luglio
al 1 agosto 2014 - 8 agosto 2014
Programme de la visite a Madagascar du 19 juillet au 8 août 2014
19 : Départ de Milano Linate à 6,55 pour Paris, arrivée à Tana Ivato à 22,10
20 : Tanà, visite association du P. Pedro, change, achat d’artisanat, rencontre avec Bruno
21 : Tanà, visite de la ville, départ pour Ambositra
22 : Tsarasaotra visite lycée et rencontre avec le maire. Visite barrage Tsihitaloha et rencontre
avec les bénéficiaires. Visite école et adduction d’eau Andrainarivo. Artisanat chez Jean.
23 : A 8h00 Visite EPP Manarinony, rencontre avec les parentes de l’école et adduction d’eau.
Rencontre avec les parents d’élèves d’Ambositra.
24 : Départ pour Tsarafidy, visite de l’adduction d’eau et projet du licée, départ pour Fianara.
25 : Andoharanomaitso. Visité et réunion avec les élevés et parents. Fianara, visité des
association Miaraka Aminy et réunion
26 : Fianara, visité à Soanierana avec P.Maurice, l’après-midi visité du Centre Rainay et réunion
27 : Fianara, Messe et fête avec l’association Rainay et l’après-midi départ pour Ihosy
28 : Ihosy, prison, visite de l’élevage des poules pondeuses « Tsara atody ». L’après-midi les
autres personnes vont à Ranohira-Isalo-Ilakaka mine de saphir.
29 : Ihosy, évaluation et avenir de l’élevage des poules pondeuses; réunion avec René, Rainay
et UnicoSole. L’après-midi retour sur Fianara.
30 : Fianara, rencontre avec tous les élevés de l’association Miaraka Aminy
31 : Fianara - Tana
1 : Départ pour l’Italie à 01,10, reste à Madagascar P. Colombi
2 : Ihosy
3 : Ihosy
4 : Fianara
5 : Fianara
6°: Fianara
7°: Départ de Fianarantsoa pour Antananarivo
8°: Départ de Tanà à 01,10 arrivée à Paris à 11,00. Avion pour Milano L. à 14,40 arrivée 16,10
19 luglio 2014 sabato
Anche quest’anno, nonostante i
tanti altri problemi, mantengo
fede all’impegno e parto per il
Madagascar. Ci sono anche
Graziella con Aldo e Irene così mi
sento meno sola e soprattutto ho
il piacere di condividere
l’esperienza. OK i voli anche se il
Parigi – Antananarivo con gli orari
di giorno è una cosa eterna. Ci
accolgono Haja, Nirina e Franza.
Aspettiamo a lungo le valigie ma
poi tutto bene, anche per i
bagagli “particolari”,
specialmente quello con lo
stabilizzatore di corrente.
Facciamo l’esperienza di un
nuovo albergo, “I segreti di Tana”, niente di bello. Domattina sveglia alle 6.30 e colazione alle
7. Sono le 3 e vado finalmente a letto.
20 luglio2014 domenica
Sveglia alle 6.15 dopo un breve pisolino. L’albergo è quasi pulito (meglio dell’Anjara) ma non
serve neppure la prima colazione. Alle 7 quindi andiamo ad un ristorantino che sta di fronte e
con 24000 ariary (circa 8 euro) facciamo colazione in 9, perché ci hanno raggiunto Franza e
l’impresario, per parlare del progetto della scuola di Tsarafidj, e Nirina e Haja.
Poi si va alla messa da Padre Pedro. Con dispiacere apprendiamo che è in Europa: è in giro da
un mese per raccogliere fondi per i suoi nuovi lavori. Ad Akamasoa infatti ci sono molti cantieri
avviati. Anche con la sua assenza, la Messa è sempre uno spettacolo di folla e di fede: significa
che l’organizzazione funziona molto bene.
Arriviamo a cerimonia
iniziata e così padre
Colombi non officia e
rimane con noi a tradurci
un po’ di informazioni.
Graziella, Aldo e Irene
sono molto soddisfatti
dell’esperienza.
Stamattina a colazione
Aldo ha fatto la sua
dichiarazione di ateismo.
Offriamo all’Associazione
di padre Pedro 200 euro
della nostra cassa
comune.
Dopo la Messa facciamo un veloce giro al mercato della città per cercare dell’artigianato ma,
delusione, non c’è nulla di bello e vogliono tanto. Compriamo mandarini e banane.
Pranziamo allo stesso ristorante della mattina, di fronte all’albergo e poi ci dirigiamo al mercato
artigianale della Digue per alcune ore di quasi vacanza.
Irene si diverte a contrattare: è già diventata brava.
Siamo gli unici turisti presenti al mercato dei turisti!!!
Andiamo poi da Padre Noè a
lasciare le valigie che
rimangono in capitale e tutto
l’artigianato acquistato. Ci
mostra i lavori che sta facendo
per ampliare la scuola, perché
servono altre aule per le
scuole medie, e un laboratorio
di cucito e di informatica per le
ragazzi madri che vivono in
strada. Nella sua scuola ha ora
800 bambini.
Ci spostiamo al centro della
città per la cena in un
ristorante di proprietà del figlio
del deputato Ibrahim. Anche lui mangia con noi e ci raggiunge anche il dr. Bruno.
Ibrahim dice che con l’elezione del Presidente, che anche lui e il suo partito hanno sostenuto, si
è sentito tradito perché il nuovo Presidente si è fatto schiacciare dalle potenze straniere,
soprattutto dalla Francia. Anche Bruno conferma. Raccontano che la popolazione è talmente
disperata che ormai è apatica, indifferente. Chissà se si sta preparando una rivolta.
Il dr. Bruno ci propone di
costituire una nuova
associazione italo malgascia
per aiutare i giovani. Ci
manderà con mail qualche
ulteriore informazione. La
cosa mi pare molto
interessante, visto che con
Rainay noi mettiamo i capitali
ma loro non vogliono
interferenze
nella gestione!!!
21 luglio 2014 lunedì
Anche stamattina sveglia di buon’ora. Era prevista la visita di Tana a beneficio della famiglia
Biondo; in realtà si fanno dei giri per le commissioni. Si inizia acquistando le piante da frutto
per Ihosy, poi il tubo di gomma per il pozzo. Ogni cosa richiede come sempre tantissimo tempo:
anche comprare il tubo di gomma ci costa oltre un’ora. Nell’attesa, compriamo qualche giornale
in francese e in malgascio: costano 200 ariary ( 6 centesimi di euro) quelli in malgascio e 400
ariary (12 centesimi) quelli in francese.
La città si percepisce in
movimento: c’è molto traffico,
tante nuove costruzioni,
sembrerebbe un’economia in
rilancio, ma ieri sera ci hanno
spiegato che non è così.
Poi visitiamo la cava di
Akamasoa dove troviamo poche
persone al lavoro: oltre ad
essere domenica, ci spiegano
che lo Stato non fornisce la
dinamite per staccare i grossi
blocchi di granito da tagliare o
sbriciolare e quindi manca il
materiale. Chiediamo quanto si
guadagna: circa 5 euro a
settimana se lavorano la giornata intera. Ci sono sempre bimbi e ragazzini insieme con le
madri.
Faccio questa considerazione: le prime volte che andavo alla cava ero sempre sconvolta nel
vedere in quali condizioni ci si lavora; ora, dopo tante volte e tante informazioni in più, vedo le
cose con occhi più malgasci e quindi più sereni. Per loro è una conquista avere un lavoro e
sapere di avere un guadagno sicuro, seppure modesto.
Per la prima volta vedo a spaccare le pietre anche
un signore che dice di avere oltre 70 anni e di non
avere nessuna pensione.
Vistiamo poi il laboratorio dove lavorano la rafia e
acquistiamo alcune belle borse per l’Associazione.
Ci fermiamo in un paio di librerie, attraversiamo il
centro città, ci procuriamo mandarini, banane e cibo
per quando arriveremo a Fianarantsoa. Alle 12.30
circa partiamo per Ambositra, ma le tappe non sono
finite: si comprano altre piante da frutto per Ihosy,
fragole, ananas, carote, borse e animali di paglia…
Pranziamo verso le
14.30 nello stesso
posto in cui avevamo
mangiato lo scorso
anno: Le coin du pâté.
Arriviamo ad
Ambositra a notte
fonda: sono quasi le
otto ed è buio da circa
due ore.
Attraversiamo una
parte del paese
sempre bella e
interessante.
Graziella, Aldo e Irene
si stanno ambientando
e sono dei buoni
compagni di viaggio.
22 luglio 2014 martedì
Abbiamo appuntamento per le 8 con il sindaco e con il direttore didattico del Liceo di
Tsarasoatra. Incontriamo il direttore, il sindaco, il Presidente del FRAM (comitato dei genitori),
alcuni insegnanti e la classe dei ragazzi che si sta preparando all’esame di baccalaureat
(diploma).
Il direttore ci ringrazia, augura la pace per tutto il mondo, dà il benvenuto ai rappresentanti di
UnicoSole salutando anche a nome degli alunni e degli insegnanti.
Il presidente del FRAM, sig. Pierre , è stato eletto il 20 marzo 2014. Dopo i saluti di rito, ci dà
alcune informazioni: 92 genitori fanno parte dell’associazione, i loro impegni sono molto pesanti
perché devono pagare 7 dei 12 insegnanti, con un costo annuo a loro carico di 9 milioni di
ariary. Ogni famiglia deve pagare circa 100.000 ariary all’anno (30 euro) per ogni figlio. Perciò
per il Liceo non hanno potuto fare altro, neppure costruire i gabinetti, e i ragazzi continuano a
servirsi degli alberi. Sperano di poter fare qualcosa per l’anno prossimo, anche se temono che
la situazione non cambierà. Fanno 3 riunioni ufficiali ogni anno e stanno già predisponendo il
programma per l’anno scolastico che inizia a ottobre: si prevede che ci saranno 150-200 ragazzi
e 150 genitori, e le aule non saranno sufficienti. Dovranno fare lezione sotto gli alberi o in locali
di fortuna messi a disposizione dal Comune. Il Comune contribuire con 4 dei 9 milioni necessari,
ma non avendo ricevuto alcun contributo dallo Stato i genitori hanno dovuto sostenere l’intero
costo. Cercheranno di fare altre attività, ad esempio feste per raccogliere fondi.
Il sindaco saluta e parla a nome di tutta la popolazione. Suddivide il discorso in 3 parti:
1. Presentazione storica della situazione scolastica
2. Programma di lavoro
3. Gestione economica con i genitori e altro.
1. Nel Comune ci sono 28 villaggi con 33 scuole elementari pubbliche (EPP) e 5 scuole private;
2 villaggi non hanno scuole elementari. Ci sono 4 scuole medie (CEG) e faranno gli esami di
terza media 10 + 60 + 70 + 81, in totale 221 ragazzi.
2. Prima i ragazzi frequentavano il Liceo ad Ambositra e Antsirabè, ma nel 2011 hanno voluto
aprire il Liceo proprio perché il bacino di utenza è ampio. All’inizio si faceva lezione al Foyer
des jeunes, nella sala dei giovani del Comune, realizzata con fondi provenienti dall’estero. Il
Comune ha comprato 50 banchi e ha presentato la richiesta di finanziamento allo Stato,
indicando il luogo della costruzione (lo Stato richiede infatti una superficie di almeno 4
ettari). Il Comune ha comprato i mattoni: “se non ci fosse stato Rainay con UnicoSole
avremmo dovuto fare la scuola con i mattoni crudi”. E’ stato utilizzato il finanziamento del
FMI con il quale sono state pagate in natura le persone che hanno spianato l’esterno.
“Grazie a UnicoSole per la costruzione delle 3 aule”.
3.
Gestione
economica
Nel 2011/2012 e nel
2012/2013 il Comune
ha contribuito per il
50% degli stipendi
degli insegnanti FRAM;
ha inoltre dovuto
pagare 50 milioni per
la gestione
dell’Ospedale perché
lo Stato quest’anno
non ha versato nulla.
La legge prevede che
lo Stato si faccia carico
di santé, securité,
enseignement ma in realtà non finanzia nulla. Nel 2013 lo Stato ha riversato 12 milioni, e
nel 2014 non ha versato ancora nulla. I dipendenti comunali sono senza stipendio. C’è un
vuoto di potere e una grande crisi per tutti.
Il FRAM deve pagare i 7 insegnanti. Le famiglie sono state brave e possono continuare così
e, se lo Stato darà i 5 milioni previsti, li metteremo a disposizione della scuola per fare
investimenti.
Interviene Michel, presidente di Rainay, sottolineando come sia stata ben rappresentato la
situazione. Ci ringrazia perché siamo venuti in Madagascar spendendo tanti soldi. Poi fa
campagna elettorale invitando a rieleggere questo sindaco che si è impegnato tanto anche per
la scuola. Ringrazia molto gli insegnanti, che sanno far funzionare bene la scuola perché
lavorano anche senza o con poco stipendio per amore del proprio Paese e dei giovani. Ringrazia
anche i genitori che non si sono lasciati cadere le braccia, ma sono riusciti a finanziarsi: è un
onore – dice – avere a cuore l’istruzione e il futuro dei ragazzi.
Si rivolge poi ai ragazzi: Dio non aiuta chi dorme, dovete darvi da fare per essere promossi
all’esame; il vostro futuro è nelle vostre mani, dipende solo da voi e per questo è necessario un
grande impegno. Sarà triste se la quota di promossi sarà bassa. Se non dimostrate di meritarlo,
non avrete più nulla da nessuno.
Il rappresentante FRAM (genitori) sottolinea che i genitori devono pagare prima gli insegnanti
per fare studiare i figli e poi, quando i figli saranno a loro volta insegnanti, dovranno ancora
pagare perché lo Stato non fa assunzioni e la retribuzione a carico dei genitori non è sufficiente
per vivere.
Intervengo anch’io salutando e ringraziando come di rito e esprimendo apprezzamento ai
genitori per i loro sacrifici, al Comune per l’impegno. Invito i ragazzi a studiare molto, perché
questa è la condizione necessaria per continuare la collaborazione. La percentuale di
promozione che ci aspettiamo è del 100%.
Padre Colombi presenta Graziella, Irene e Aldo e parla dei concorsi in Italia per accedere ad
alcune facoltà universitarie. Aldo parla della scuola in Italia dopo aver premesso che si sente a
casa e che gli piacerebbe tornare per fare qualcosa con loro.
Il direttore ci ringrazia e fa gli auguri a Irene per il concorso universitario. Interviene un
insegnante di matematica (che come tanti malgasci è quasi completamente senza denti) che ci
ringrazia e si scusa per essere arrivato in ritardo. Dice che la nostra visita porta loro
incoraggiamento e speranza. Gli insegnanti hanno fatto tutto il possibile e ora tocca ai ragazzi
studiare per essere promossi numerosi. Michel ha dato la speranza che altri insegnanti possano
arrivare, e questo sarebbe utilissimo. Augura poi a tutti i ragazzi la promozione.
Prende la parola un ragazzo per
conto di tutti gli studenti. Ci
ringrazia di essere venuti e per
l’amore che abbiamo per tutti i
ragazzi di questo comune. Invita
Irene a rimanere con loro, così
possono imparare l’italiano.
Faranno il possibile per ottenere il
100% di promozioni per ripagare
il nostro amore, affidano a Dio i
loro progetti e ci chiedono una
preghiera. “Non lasciateci soli,
non abbandonateci” è la
conclusione del suo intervento.
Raccogliamo qualche dato.
I ragazzi che devono sostenere
l’esame per il BAC sono 26, di cui
16 per il Liceo letterario, divisi tra i due indirizzi: 3 letterario puro e 13 letterario misto; e 10
per il Liceo scientifico. Gli alunni del secondo anno sono 58, 54 dei quali sono stati promossi;
quelli del primo anno sono solo 15, di cui 14 promossi, perché nell’anno della più grave crisi
politica pochissime famiglie hanno iscritto i figli alle scuole superiori.
Il sindaco ci dà conto di quanto era stato detto lo scorso anno durante l’inaugurazione:
l’amministrazione ha presentato subito, lo scorso anno, il dossier con le richieste presentate
verbalmente ai parlamentari e al vice primo ministro che avevano presenziato, ma ad oggi non
hanno avuto nessuna risposta.
Chiediamo ai ragazzi del BAC e agli altri presenti cosa vorrebbero fare dopo l’esame.
Ecco i desideri:
1 assistente sociale, 3 ostetriche, 4 insegnanti, 4 medici, 1 pastore della chiesa protestante, 1
suora medico, 7 allevatori e coltivatori di campi, 2 avvocati, 3 agronomi, 1 sacerdote, 2 guide
turistiche, 1 aiuto ambasciatore, 1 ingegnere edile, 1 ingegnere informatico e 1 pilota.
Il direttore ci ringrazia nuovamente non solo per la scuola, ma soprattutto per la nostra visita.
Chiede ad Aldo di tornare per un mese a insegnare l’italiano, il prossimo anno.
Noi aggiungiamo che vorremmo aiutare i ragazzi che dopo il diploma si vogliono dedicare
all’agricoltura e proponiamo loro di preparare ognuno un progetto che il direttore ci inoltrerà.
Sceglieremo il migliore per offrire un aiuto concreto allo start up.
Il sindaco dice che servirebbero altre aule perché potrebbero arrivare 80-100 alunni. Siamo
perplessi. Avremo la prova nel pomeriggio, quando in 2 classi di terza media di Andrianarivo
chiederemo dove andranno a scuola: la maggioranza risponderà che frequenteranno il Liceo ad
Ambositra, mentre solo 10-15 ragazzi su 2 classi opteranno per la scuola di Tsarasoatra. Mi
domando: allora perché abbiamo speso 30.000 euro per costruire una scuola se poi i ragazzi
vogliono andare altrove? Forse era meglio continuare a sostenere 75 ragazzi che frequentano il
liceo ad Ambositra! Sono in assoluta crisi: non va più bene come stiamo lavorando, dobbiamo
trovare altri interlocutori locali con migliore capacità di raccogliere le istanze dal territorio e
gestirle bene, una volta avviate.
Dopo tanti calorosi saluti durante i quali il direttore
chiede ad Aldo di venire l’anno prossimo per un mese a
insegnare l’italiano e lui è d’accordo (cosa molto bella!),
partiamo alla volta di Ambohipia per capire la situazione
dei proprietari terrieri, beneficiari dello sbarramento per
le risaie.
Ci riuniamo nella scuola del villaggio. Il sindaco è
assente e ci riceve il vicesindaco, un’anziana signora che
si scusa per come sono andate finora le cose e ci
ringrazia per essere comunque ritornati. C’è come
sempre poca gente: oltre al vicesindaco, c’è un signore
giovane che è il vicepresidente dell’acquedotto e una signora che è il tesoriere del nuovo
Comitato per il barrage. Il presidente del nuovo comitato è assente perché, ci dicono, è andato
a trovare dei parenti malati. La nuova tesoriera riferisce di essere andata da tutti i proprietari
dei terreni che beneficiano della diga mostrando loro la lettera di rimostranze per la mancata
manutenzione, preparata lo scorso anno. E’ stato stabilito che ciascuno deve contribuire con 2
cantine di riso grezzo (8 kg), indipendentemente dall’estensione del terreno.
Per il momento hanno pagato in 27 su 40. Anche quelli che hanno meno terreno hanno pagato,
ma si sono lamentati. E’ evidente, e lo sottolineiamo, che si deve contribuire in proporzione
all’estensione dei terreni.
Nel 2013 hanno incassato da 30 proprietari 71.000 ariary.
Nel 2014 hanno versato solo in 27, 10 dei quali spontaneamente, mentre gli altri su richiesta.
I 71.000 ariary sono serviti per pagare la riparazione del canale danneggiato a causa dei cicloni.
Padre Colombi dice loro che è assurdo che abbiano speso l’intera somma per comprare un sacco
di cemento: e se si rompesse la diga come farebbero?
In questo momento hanno in cassa 36 cantine di riso grezzo, che una volta pilato si riduce a 70
kg di riso pulito. Il prezzo di una cantina di riso a gennaio, quando costa di più, è di 3.400
ariary. Ribadiamo che non possono pagare tutti nella stessa misura. Interviene Michel
sottolineando che anche gli altri 13 proprietari devono pagare. Che ci sono diritti e doveri. Il
sindaco ha affermato che i proprietari che non pagheranno non potranno richiedere più nulla al
Comune.
Uno dei responsabili sostiene che è necessario aumentare il contributo. La tesoriera aggiunge
che in passato alcuni proprietari avevano contribuito con del riso che poi è sparito: pare che
Michel sapesse, ma non ci ha detto nulla.
Ricordiamo che i proprietari, beneficiari della diga, si erano impegnanti a finanziare la mensa
per la scuola del villaggio e sosteniamo che a dicembre la mensa devono essere nuovamente
attivata. Nessuno però si impegna formalmente su questa linea.
Andiamo a pranzo a casa del fratello di Michel, quello che ha la macchina per pilare il riso. A
fine pranzo ci regalano un pollo vivo, cosa che sconvolge Irene.
Nel pomeriggio incontriamo i responsabili dell’acquedotto di Andrianarivo, quello che tre anni fa
(2011) abbiamo ripristinato, con 28 fontane, di cui 13 a Maneva, 11 a Andrianarivo e 4 a
Ambohipia. In questo villaggio abbiamo costruito anche una scuola media con 3 aule che
abbiamo inaugurato nel 2010.
L’incontro si tiene nella scuola costruita da noi. Ci sono 2 classi di ragazzi che si stanno
preparando all’esame di terza media. Facciamo due chiacchiere con loro e chiediamo anche a
loro come vogliono proseguire gli studi e a che scuola si iscriveranno. C’è un plebiscito:
rispondono quasi tutti che si iscriveranno al Liceo di Ambositra.
Il presidente del Fokontany ringrazia Dio perché ci ha riuniti oggi per scambiarci energia di vita
e ci ringrazia per la scuola e l’acquedotto.
Michel interviene per sottolineare
che siamo qui per verificare come
vanno le cose.
Il vicepresidente dell’acquedotto
dice:

le sorgenti sono molto buone
e danno acqua più che sufficiente
alle esigenze della popolazione;

c’è qualche problema per i
tubi divelti dai cicloni, perché messi
sempre troppo in alto;

qualcuno non ha mai pagato
e sono state chiuse alcun fontane;

alcune giunture sono
scoppiate perché c’era troppa acqua
(in passato le giunture erano state
fatte con la colla).
In base allo statuto dell’acquedotto, i soldi raccolti devono essere utilizzati per scopi sociali.
Questa la situazione che ci mostrano:
 al 16 luglio 2013 in cassa ci sono 438.250 ariary.
 dal 16 luglio 2013 al 17 luglio 2014 si sono incassati altri 431.200 euro, si è sostenuta una
spesa per una riparazione e in cassa ci sono 839.950. Hanno riunito tutti per chiedere, visto
che sono soldi loro, cosa volevano fare della somma. La decisione è stata di mettere per il
momento tutti i soldi in banca per cui 500.000 sono stati versati sul libretto della Cassa
Rurale.
Le 2 fontane per cui non è stato versato il contributo sono state chiuse e poi riaperte. I
beneficiari hanno un debito 208.450 ariary.
Michel afferma che sono stati bravi a depositare tutti i soldi in banca, che devono insistere per
far pagare tutti perché devono capire di essere parte di una comunità e che costi e benefici
vanno condivisi.
Si chiede di predisporre per ogni fontana un
prospetto degli utilizzatori con l’indicazione di
chi paga. Michel avverte che devono essere
attenti a non considerare tutto come un dono.
Devono essere attenti alle esigenze di tutti. I
soldi disponibili devono essere usati per la
comunità.
Prima di rientrare in albergo passiamo da Jean
per l’artigianato e per ordinare le pecore del
presepio di Carla.
Dopo cena ci facciamo spiegare da Michel
come sono strutturati i licei malgasci.
Liceo generale, suddiviso in A1, letterario
puro, AS scientifico, A2, D Matematica e
fisica; liceo tecnico, diviso per specializzazione, simile ai nostri istituti tecnici. Le “scuole
professionali” sono invece facoltà universitarie. Parliamo poi del barrage di Ambohipia,
dell’acquedotto di Andrianjato chiuso da un anno. Si affrontano tanti problemi senza risolvere
nulla. Per l’acquedotto di Andrianjato Michel racconta dei problemi del padre di Pacheretti, una
dei promotori di quel lavoro. Suo padre era considerato dagli altri “benestante”, c’era invidia,
era boicottato, si teme che sia morto per avvelenamento….insomma tante storie che però alla
fine hanno come risultato che tanti soldi investiti in questo momento non servono a nulla e
nessuno, visto che l’acquedotto è chiuso. Da questa esperienza dobbiamo trarre un
insegnamento: essere più attenti a come nascono i progetti e le richieste, essere sicuri che non
siano richieste di un singolo, ma che ci sia davvero l’esigenza e la voglia del villaggio di
partecipare. Il bisogno c’è sicuramente sempre, ma se poi non si riesce a gestire è meglio
cambiare l’area su cui operare.
23 luglio 2014 mercoledì
Stamattina passiamo di nuovo molto
presto da Jean per fare qualche
acquisto per l’Associazione. Nel negozio
a fianco ammiriamo ancora i grossi
“pentoloni” in legno intagliato, costruiti
utilizzando un unico pezzo di tronco. Mi
piacerebbe comprarne uno per me.
Poi si parte per Manarinony, dove
arriviamo abbastanza presto, in tempo
per andare a vedere gli altri lavori,
prima della riunione alla scuola: il
canale per l’irrigazione delle risaie, il
bacino dell’acquedotto e le fontane.
Facciamo un giro anche nel villaggio,
sempre assolutamente “disperato”, capanne in terra, bambini stracciati e sporchi…ma tanti
sorrisi. Irene, la più giovane, è quella che ha più successo tra i piccoli: si muove sempre con una
lunga coda di bimbi che imitano tutti i suoi movimenti come un gioco.
Troviamo 2 fontane che non funzionano e una che rimane sempre aperta, problema del quale
non eravamo stati informati da Michel.
Vediamo il progetto finanziato dagli USA per la costruzione di un lungo canale di irrigazione per
poter utilizzare terreni per piantare mais (l’altro anno ci lavorava JeanClaude, l’ex apicolture
Ci fermiamo a osservare e parlare con un gruppo di persone che stanno costruendo una casetta
in mattoni crudi. Ci facciamo dire il costo per i due piani, con una stanza sotto e una sopra: poco
più del corrispondente di circa 130 euro (per loro è un patrimonio, circa 400.000 ariary).
Poi riunione con le insegnanti e il comitato dei genitori (FRAM) della scuola elementare di
Manarinony. Iniziano i convenevoli. Michel saluta, dicendo tra l’altro, “io parlo, voi ascoltate:
ringrazio tutti di essere qui”, e ricorda che i bambini non vanno educati con le botte ma con
l’esempio. Poi presenta Aldo, Graziella e Irene, i nuovi del gruppo.
Interviene il presidente del Fokontany (pensionato delle poste malgasce), dandoci il benvenuto e
ringraziandoci per quello che diremo e per il lavoro che consiglieremo loro di fare. Un saluto
particolare ai nuovi.
Parla poi il Presidente della
FRAM, “Meno male che non vi
siete fatti male e non siete
inciampati in qualche zolla.
La vostra visita è una grande
cosa. Auguri di progresso per
la scuola”. Anche la direttrice
della scuola ci dà il
benvenuto.
Poi Padre Gianluigi chiede un
po’ di dati sugli alunni.
La direttrice ha tutto pronto.
Nell’anno scolastico 20132014 hanno frequentato la
scuola 192 alunni; i promossi
sono stati 85 e 87 i bocciati.
Dall’ultimo anno sono usciti
per la prima media 20 ragazzi
su 34.
Ci forniscono i dati di dettaglio
 cinquième: 20 promossi su 23 iscritti
 quatrième: 20 su 31 (i ragazii apprendono a fatica)
 troisième: 16 su 39 (non studiano storia, geografia e scienze)
 deuxième: 29 su 49 (molte assenze, scarsa collaborazione dei genitori)
 primière: 20 su 34 (molte assenze, spesso a casa per badare ai bimbi più piccoli)
Ci sono bambini che ripetono 3 volte la stessa classe.
Alla richiesta del perché tanti bocciati, risponde un’insegnante: l’istruzione dei ragazzi è fatta
dalla famiglia, dagli insegnanti e dai ragazzi stessi. I ragazzi non possono portare i libri a casa
perché sono proprietà dello Stato.
Padre Gianluigi chiede ai genitori qualche spiegazione. Michel insiste sulle loro responsabilità e
chiede ai docenti di personalizzare l’insegnamento.
Ci sono 3 insegnanti pagati dallo Stato, ed è una fortuna, e 2 pagati dal FRAM (genitori). Alcuni
bambini vengono a scuola solo nel periodo in cui c’è la mensa e Michel dice che, se dà problemi,
la mensa si può anche non fare più.
Interviene un genitore anziano: è vero che alunni e genitori devono collaborare. Il comitato
deve aiutare i genitori ad educare i figli, quindi deve lavorare di più con i genitori. A scuola c’è
poca disciplina, i bambini vanno seguiti anche durante la ricreazione. ognuno deve fare la sua
parte.
Il presidente del FRAM interviene dicendo che la contrapposizione tra insegnanti e genitori non
serve. Alcune famiglie non hanno pagato la loro quota di spese e gli insegnati non danno loro il
materiale.
Michel invita i genitori a fare da subito la programmazione per il prossimo anno.
Prende la parola la direttrice: “Sicuramente il coordinamento può dare risultati migliori; ci sono
alcuni genitori che non sono mai venuti alle riunioni a scuola durante l’intero anno scolastico.
Sembra he alcuni genitori non siano contenti di alcuni insegnanti. In mezzo alle discussioni
ricordiamo che ci sono i bambini. Cerco più collaborazione con le famiglie. Quest’anno va in
pensione un insegnante, non sarà nominato un sostituto e quindi resteranno in 4 con 5 classi e
non possono nemmeno assumere come FRAM! Questo fa molto male all’istruzione dei ragazzi.
Lo Stato non assume e non consente di assumere per 2 motivi: lo Stato recluta pochi supplenti
e sostituisce gli insegnanti FRAM, a volte vengono assunti soggetti non preparati. I genitori non
pagano le loro quote e gli insegnanti sono costretti a mandare i bambini a casa!”
Ci relazionano sulla mensa: è iniziata il 27 gennaio, è durata 7 settimane e 3 giorni. E’ iniziata
tardi perché alcuni genitori non avevano dato il loro contributo, e non si può lasciare quei
bambino senza mangiare. Alcuni bambini vengono a scuola quando c’è la mensa poi si
assentano.
Il nostro contributo è stato di 500 euro (1.516.500 ariary), altri 90.000 ariary versati da Padre
Colombi, e i genitori e l’acquedotto hanno contribuito con 604.500 ariary (anche le insegnanti
hanno versato la loro quota, 84 genitori e anche i 5 insegnanti hanno pagato 6.000 ariary,
l’acquedotto ha dato solo 70.000 arairy, ), in tutto 2.211.000 ariary (circa 720 euro). Ci
forniscono come sempre una relazione scritta puntuale, con l’indicazione di tutte le spese
ripartite per giornata e raggruppate per settimana.
La dieta della mensa è stata, come gli altri anni, diversificata: lunedì, mercoledì e venerdì, pane,
latte zuccherato; il martedì e il giovedì, latte, pasta con carne e legumi.
Il costo per ogni giornata di mensa per 192
bambini è mediamente di circa 19 euro(720
euro: 38 giorni), il che significa che per ogni
bambino il costo giornaliero è di 10 centesimi,
e per l’intero periodo per ogni bambino il costo
è meno di 4 euro. Dobbiamo insistere perché,
visto il costo e i benefici, dovremmo riuscire a
finanziare ogni anno tante mense!!!!
Michel è invece poco entusiasta e fa resistenza.
Il contributo delle famiglie è costituito anche
da 2 kapoche di riso per ogni bambino.
Le 84 famiglie pagano 500 ariary al mese per
la retribuzione dei supplenti.
La direttrice ci chiede nuovamente di far
iniziare la mensa in anticipo, a novembre, e di continuarla fino a marzo, per la durata di 18
settimane. Si impegna a parlare con i genitori per far aumentare il loro contributo. Riconosce
che noi abbiamo aumentato la nostra partecipazione economica e quindi anche i genitori devono
fare uno sforzo.
Parliamo poi dell’acquedotto. Il presidente del comitato riferisce che al 30 dicembre 2013 in
cassa c’erano 8950 ariary. Apprendiamo che il costo di un idraulico, per una giornata, è di 3.000
ariary.
7 fontane pagano, le altre 7 no, ma includono la fontana della scuola, quella della chiesa e le 2
non funzionanti. Hanno pensato di non dare acqua a chi non paga.
Hanno dovuto fare delle riparazioni al canale di irrigazione e ognuno ha versato 5.000 ariary. In
cassa hanno poco più di 100.000 ariary, mentre i 202 utilizzatori dovrebbero pagare 2.400
ariary a testa all’anno per un totale di 484.800 ariary.
Non ci lasciano i conti. Hanno finalmente
chiamato il tecnico per riparare le fontane
rotte. Sembra esattamente il copione di ogni
anno!! L’impegno era di sostenere la mensa
con il 50% del costo con gli introiti
dell’acquedotto e del canale, ma non si
riesce a mettere ordine.
Ci offrono poi un rinfresco e un regalo per
ognuno: un bellissimo cappello di paglia.
Lascio un po’ della cancellaria che Cinzia
Sassone mi aveva inviato, regalo i 5 orologi
che avevo portato alle 5 maestre e diamo
50.000 ariary della cassa comune come
contributo per pagare le supplenti FRAM.
Sono quasi le 3 quando arriviamo alla casa
del fratello minore di Michel, dove ci attendono per il pranzo i genitori degli ultimi 50 ragazzi del
progetto di Ambositra, e i genitori di alcuni dei ragazzi che sono alla casa famiglia di
Fianarantsoa. Aldo, Graziella e Irene apprezzano molto la novità del pranzo seduti a terra sulle
stuoie.
Dopo il pranzo incontriamo i genitori che ribadiscono il loro interesse a che i ragazzi possano
continuare a studiare, e il loro impegno e sacrifici per seguirli.
Prima della riunione con i genitori ci è venuta a parlare una ragazza che era alla casa famiglia di
Fianara e alla quale è morta da poco la mamma. Sono 5 fratelli, lei ha 22 anni ed è la più
grande: sia il papà che la mamma sono morti. La ragazza era alla casa famiglia da un anno, ha
frequentato il primo anno di un istituto professionale per taglio e cucito. L’anno scorso avevamo
contestato subito la sua presenza, ma ci era stato spiegato, e la ragazzo lo ha confermato, che
prima aveva lavorato come colf ad Antananarivo e rientrata a casa le avevano proposto di
riprendere la scuola. Lei
vorrebbe ancora stare a Fianara
per un anno, lasciando i fratelli
più piccoli a casa ad arrangiarsi
da soli. Le diciamo che adesso
tocca a lei portare avanti la
famiglia. La madre si manteneva
gestendo un piccolo negozio: le
proponiamo di aiutarla in
questo, o di comprarle una
macchina per cucire per avviare
una attività. Lei è confusa, ma
nei giorni seguenti, quando
padre Colombi la rivede durante
il suo viaggio di ritorno, si
presenta con la lista degli
acquisti per il negozio di oltre un
milione di ariary, e lui le dà
800.000 ariary. La ragazza quindi si impegna nella gestione del negozio e nel seguire la
famiglia. Una sorella è alla casa famiglia e frequenta il liceo.
Come sempre il buio arriva prima che ripartiamo: fortunatamente non siamo molto lontani
dall’albergo.
All’hotel di Ambositra siamo i soli ospiti e non possiamo non notare due nuovi ospiti, due ragazzi
. Scopriamo che sono italiani, di Prato, Lorenzo e Valentina, due insegnanti che stanno girando
soli. Sono arrivati con un taxi brousse da Antananarivo e sono al momento diretti a Fianarantsoa
per visitare la riserva della foresta equatoriale di Ranomafana. Poi proseguiranno verso sud per
tornare poi a nord in aereo. Dopo aver chiacchierato per un po’ del Madagascar, il padre gli
propone di venire con noi che siamo diretti a Fianarantsoa. Ci penseranno stanotte.
Prima della nanna si fanno le valigie perché Haja vuole iniziare a caricare.
24 luglio 2014 giovedì
Sveglia alle 5.30, alle 6.30 siamo pronti per partire con le valigie già tutte sistemate. Lorenzo e
Valentina hanno deciso di venire con noi.
Prima però andiamo di nuovo ai negozi di artigianato perché il padre ed io abbiamo deciso di
comprare il “pentolone” di legno. Come sempre ci vuole tanto tempo per contrattare, scegliere,
imballare, ma alla fine sono proprio contenta dell’acquisto. Anche Graziella acquista uno sgabello
e i nuovi compagni di viaggio vedono con piacere i lavori degli artigiani malgasci.
Compro anche due sciarpe di seta dalle solite ragazze.
Finalmente, anziché alle 6 come previsto, verso le 8 riusciamo a partire. Il nostro pullmino non
ha nulla da invidiare ai taxi brousse “veri”: abbiamo roba dappertutto, sopra, dentro, in ogni
buco!! Oggi è giornata di trasferimento: stasera dobbiamo essere a Fianrantsoa, alla casa
famiglia, ma il viaggio è lungo, le tappe molte e poi abbiamo un incontro importante con il
sindaco di Tsarafidy per la scuola da costruire.
La compagnia della famiglia Biondo, il diversivo dei 2 ospiti, ci aiutano a movimentare un po’ (se
ce ne fosse bisogno!!) le giornate e a farle passare più veloci.
Ci fermiamo a pranzo a mezzogiorno nel solito locale frequentato dai clienti dei taxi brousse:
Valentina trova uno scarafaggio nel riso.
Ripartiamo alla volta di Tsarafidy, abbiamo per la riunione circa 4 ore di ritardo, per fortuna che
i malgasci sono pazienti!!
A Tsarafidy ci aspettano: cominciamo subito la riunione con il Comitato dell’acqua. L’acquedotto,
inaugurato nel 2012, ha 9 fontane, un percorso di 10 km e la popolazione vorrebbe allungarlo.
Il sindaco ci saluta e ringrazia ed
esprime apprezzamento per il fatto
che torniamo a vedere i lavori già
realizzati. Esprime anche la sua
speranza che si possa fare
qualcosa per il Liceo, per il quale
sono presenti anche il Preside e il
presidente del comitato dei
genitori.
Michel lamenta di non avere avuto
alcuna relazione sulla situazione
dell’acquedotto. Ci informano che
l’acquedotto funziona bene: 2
tecnici del luogo curano la
manutenzione, l’acqua alimenta le
fontane, ogni 3 mesi viene pulito il
bacino di captazione come
consigliato da noi. Ogni responsabile delle fontane fa tutto quanto è nella sua responsabilità.
Con l’acqua disponibile alle sorgenti, l’acquedotto può essere raddoppiato. Delle 3 sorgenti
disponibili, ne sono collegate solo 2 perché altrimenti ci sarebbe troppa acqua. Le fontane sono
aperte dalle 6 alle 9 al mattino e dalle 3 alle 6 del pomeriggio.
Il tesoriere ci informa che in banca ci sono 757.000 ariary e ne sono stati prelevati 280.000 per
la manutenzione. Qualcuno non contribuisce; qualcuno versa in ritardo più mensilità in una sola
volta. Lo scorso anno erano state chiuse 3 fontane, subito riaperte perché i beneficiari hanno
pagato il dovuto. Utilizzano sempre questa tecnica: se qualcuno non paga, le fontane vengono
chiuse.
Ci forniscono l’elenco dei paganti per ogni fontana, ma non hanno l’elenco degli utilizzatori.
Fontana 1, paganti 17; fontana 2, paganti 17; fontana 3, paganti 40; fontana 4, paganti 37;
fontana 5, paganti 50; fontana 6, paganti 50; fontana 7, 40; fontana 8, 53; fontana 9, 50.
Faranno un nuovo censimento degli utilizzatori. Vogliono cercare di aggiungere altre 3 fontane
utilizzando i fondi disponibili e con il contributo delle famiglie interessate. Hanno già un
preventivo di 1.300.000 ariary, e 757.000 sono sul conto corrente.
Il sindaco cerca di rimanere fuori dalle questioni dell’acqua per lasciare onori e oneri in carico al
comitato e spingerlo ad operare.
Uno dei signori presenti interviene per ringraziarci e dire che spera nella costruzione del liceo:
passiamo quindi a questo argomento. Fuori diluvia. Valentina e Lorenzo partecipano con
curiosità e pazienza alla riunione.
Il progetto che Michel ha fatto predisporre prevede la nostra partecipazione per 71 milioni di
ariary, circa 21.000 euro.
Michel dice che noi ascolteremo quello che hanno da dire, ma che la decisione dello scorso anno
non è condivisa da Rainay, che vuole solo scuole belle e che durino nel tempo. L’associazione
francese non fornisce più cemento e lamiere per i quali si era impegnata. La popolazione deve
provvedere alle pietre per le fondamenta, al legno e ai mattoni ed è disponibile a farlo ma,
secondo lui, vuole le scuole come quelle del FID.
Il Presidente del FRAM ci informa che il personale del liceo è costituito da 18 persone: 10
insegnanti supplenti FRAM, 4 supplenti pagati dallo Stato e 4 persone che si occupano della
parte amministrativa
Le famiglie versano 5.000 ariary al mese che vengono utilizzati per la retribuzione dei supplenti.
Il comune partecipa con
l’acquisto dei banchi e di
altro materiale, e non
con il pagamento degli
stipendi.
Il direttore del liceo ci
informa che i supplenti
se ne vogliono andare
perché sono pagati solo
8.5000 ariary al mese
(meno di 30 euro),
troppo poco; gli studenti
vorrebbero una buona
scuola, anche con il
collegamento internet.
Né le scuole medie né il
Liceo dispongono di una
biblioteca.
Padre Gianluigi riferisce che avevamo pronto il finanziamento da inviare per il progetto
predisposto lo scorso anno e deliberato dall’Assemblea e dal Consiglio direttivo di UnicoSole.
Michel obietta che Rainay non collabora a progetti di scuole costruite non in cemento armato e
se verrà scelta la soluzione edilizia già discussa, il rapporto sarà direttamente tra il Comune e
l’associazione UnicoSole. Dopo una veloce consultazione con i presenti, il sindaco comunica la
scelta per la costruzione di tipo tradizionale perché il Comun non si può permettersi altro, vista
la scarsità di risorse economiche disponibili. Il presidente del FRAM replica che lui vorrebbe 3
aule in cemento armato. Padre Colombi risponde che il contributo de lComune è pari al 40% dei
74 milioni previsti dal progetto in cemento armato, e quindi 29.600.000 di ariary, UnicoSole ci
metterà il residuo 60% pari a 44.400.000. Il sindaco racconta che da 10 mesi non riesce più
neppure a pagare i 12 dipendenti comunali, che costano 1.300.000 al mese e sicuramente il
Comune non può finanziare questo progetto.
Si arriva alla conclusione: la scuola sarà costruita col metodo tradizionale, con 4 aule e 2 stanze
per gli uffici, con rapporto diretto tra il Comune e UnicoSole. Stipuleremo una convenzione
specificando tutte le regole. Il sindaco chiede un contributo di 35 milioni di ariary (circa 11.000
euro): noi abbiamo stanziato 10.000 euro.
Siamo tutti molto soddisfatti di questa soluzione.
Arriviamo a Fianara all’ora di cena. Accompagniamo Valentina e Lorenzo all’hotel Sofjia, dal
quale domattina partiranno con un taxi per il parco di Ranomafana.
Alla casa famiglia troviamo la tavola apparecchiata e la cena pronta: ci sono quasi tutti i ragazzi,
che ci aspettano e che ci vengono a salutare. La casa sembra pulita e in ordine.
Dopo cena riunione con Bruno, Michel, Haja e Hanitra per l’acquedotto di Andrianjato centre,
ormai chiuso da un anno.
L’incontro deve per forza essere fatto stasera perché poi Haja riparte per andare a prendere
Cinzia e la sua amica che arrivano dall’Italia. Sottolineiamo che sono stati spesi tanti soldi e
nessuno ne ha il benchè minimo beneficio, visto che l’acquedotto è chiuso da un anno. Il padre
chiede a Bruno (l’acquedotto si trova nel villaggio suo e della moglie, Pacheretti) se hanno già
fatto il punto della situazione. Bruno, dopo i consueti ringraziamenti, dice che il problema è nei
villaggi ed è un problema politico: il sindaco non vuole scontentare nessuno e quindi non fa
nulla, anche se lo scorso anno si era assunto l’impegno a farsene carico. Anche l’anno scorso il
sindaco aveva riferito che non poteva rischiare la non rielezione chiedendo alla gente il
pagamento del contributo per la sistemazione dell’acquedotto e l’utilizzo dell’acqua.
Un’ipotesi di soluzione potrebbe essere la ricostituzione del comitato di gestione con persone
capaci e di buona volontà. Michel afferma che noi non abbiamo nessun potere, perché dopo
averlo costruito, abbiamo consegnato l’acquedotto allo Stato. Ribadisco che, in uno spirito di
collaborazione, noi verifichiamo la funzionalità di tutte le opere realizzate e quindi anche di tutti
gli acquedotti. Michel racconta che anche Angelo con Elena ed Alessandro sono stati a
Andrianjato , ma non hanno potuto risolvere nulla. Hanitra propone di rivolgersi al Ministero
delle acque, che ha collaborato nella progettazione e nei lavori. Michel riferisce di esserci già
stato e di non avere concluso nulla, e afferma anche che il sindaco ce l’ha con Rainay perché
UnicoSole non ha costruito la scuola media. Poi ribadisce che noi non abbiamo nessun potere in
merito e che siamo in contrapposizione. Replico, abbastanza alterata, che se così fosse non
saremmo qui e che gli accordi presi per Tsarafidy lo scorso anno prevedevano la costruzione
della scuola con il metodo tradizionale e lui era presente a tutti gli incontri. E’ stato lui poi a
cambiare posizione, è lui che oggi ha detto che non se ne vuole occupare.
Per l’acquedotto si decide che è necessario andare al Ministero e chiedere la loro presenza ad
una riunione con il sindaco e la popolazione di Andrianjato.
25 luglio 2014 venerdì
Oggi si va ad Andoharanomaitso, villaggio dove vive la mamma di René e la sua famiglia
d’origine. Otto ragazzi della casa famiglia di Fianara vengono da questo villaggio.
Il nostro autista è ormai Julien, più dolce di Haja nella guida. Siamo come sempre in ritardo
perché passiamo prima in centro a Fianara per fare alcune commissioni.
Il viaggio ci consente di apprezzare i paesaggi malgasci con le risaie, i piccoli villaggi, le rocce
rotonde, la gente che cammina per le strade: la famiglia Biondo è entusiasta.
Lungo la strada troviamo la mamma di Renè e un’altra signora che ci stanno aspettando con
tanta pazienza, visto che il nostro ritardo è sempre di ore. Facciamo un giro del villaggio,
vediamo le scuole, le chiese, e incontriamo un missionario italiano gesuita che è in Madagascar
da 47 anni (don Bergero) e che è molto negativo nei confronti di questa popolazione.
Vediamo i lavori in corso per l’ampiamento dell’Ospedale e andiamo al vecchio ospedale, dove
troviamo una ragazzina con febbre altissima delirante in camera con una vecchia signora. In
maternità, troviamo la solita ostetrica che con lacrime di felicità prende i vestitini che Graziella
ha portato per i neonati. Ci sono due bimbi appena nati. Distinguono i maschi dalle femmine
(concetti astratti che i malgasci non utilizzano) chiamando le femmine quelle che piantano il riso
e i maschi quelli che tirano i buoi.
Pranziamo a casa di parenti
di Renè e ci sono anche i
genitori dei ragazzi che sono
alla casa. Parla la zia di tre
ragazzi che sono a Fianara,
è laureata ed è
un’insegnante. Ha messo in
piedi un asilo e fondato
un’associazione che aiuta le
donne nell’emancipazione:
fa fare loro dei lavori che lei
cerca di vendere. Interviene
Michel dicendo che i ragazzi
lunedì torneranno a casa e le
famiglie li devono seguire.
Ricorda che i bocciati non
potranno tornare alla casa
famiglia per il prossimo
anno. Il contributo per gli universitari verrà dato più avanti. Un ragazzo di qui che si è diplomato
e che era alla casa famiglia voleva fare all’università Economia gestionale ma non ha superato i
test; la ragazza che ha frequentato scienza della comunicazione si è laureata è seconda in
graduatoria e ora c’è un’associazione che recluta animatori rurali. Rainay spinge alla scelta di
scuole tecniche, con la maturità tecnica puoi lavorare.
Un ragazzo che è venuto alla casa lo scorso anno ha dovuto rifare la stessa classe che aveva già
frequentato al villaggio e dove era stato promosso. Michel ribadisce che è meglio che arrivino
alla casa studenti che devono frequentare la prima media: i ragazzi che hanno frequentato le
scuole medie al villaggio hanno una preparazione molto scarsa e al Liceo si trovano in difficoltà.
Osserva anche che la gestione dell’educazione dei ragazzi alla casa è complessa perché
provengono da posti diversi, hanno diverse età e diversi livelli di preparazione scolastica, ma
che all’interno della casa solitamente cercano di aiutarsi. Dice poi di consegnare a lui i dossier di
richieste di ammissione alla casa famiglia, perché Hanitra si occupa solo delle questioni
finanziarie. Un signore dice che se un ragazzo nuovo deve ripetere un anno per migliorare e
rafforzare la sua preparazione di base, va bene. Michel li invita a cercare anche ragazzi al di
fuori del loro clan familiare. Rainay vuole selezionare ragazzi preparati e con voglia di studiare.
Aldo sottolinea l’importanza dello studio delle materie tecniche per contribuire allo sviluppo
economico del loro Paese. Padre Colombi conferma che se un ragazzo non ha voglia di studiare
deve fare altro. Un genitore osserva che i ragazzi non vogliono più lavorare la terra. E pensare
che in Italia l’agricoltura è l’unico settore in crescita!
L’insegnante ci ringrazia moltissimo per la nostra visita e i nostri consigli: tutti ci vorrebbero
portare alle loro case per salutare gli altri parenti, ci chiede di salutare tutti gli amici e
sostenitori in Italia e chiede a Graziella che vive a Roma di salutare Papa Francesco. Ci regala le
carote dei loro orti e i cappelli particolari che intrecciano in questo villaggio.
Ripartiamo: il viaggio di ritorno è tranquillo, con uno splendido tramonto.
La giornata di lavoro non è però finita: dopo
cena avremo un incontro con madame Zoe e
Bruno, gli educatori della casa famiglia, e con
Razafy, la cuoca.
Prende la parola Madame Zoe e in primis
lamenta la mancanza di riunioni con
l’Associazione Rainay. Di fatto non se n’è fatta
nessuna. Il vice presidente non si vede più,
madame Pacheretti non c’è più e non sono stati
sostituiti. Si incontrano con Hanitra e con Haja,
mai con Michel, nessun incontro neppure con
Padre Maurice. Le relazioni sono sempre più
difficili e considera pertanto utile
andarsene per far cambiare aria.
Quest’anno è rimasta perché glielo
abbiamo chiesto noi come un favore.
Michel non si relaziona con loro, e
convoca i ragazzi a casa sua. Anche
ieri ne ha chiamato uno.
Bruno ci ringrazia perché parliamo
con loro, soffre perché non ci sono
riunioni con l’associazione Rainay, e lo
scorso anno Michel li ha sgridati perché lui e Madame Zoe ci hanno illustrato la situazione. Non
si fanno incontri neppure per esaminare i risultati trimestrali delle pagelle. Secondo Michel è
vero solo quello che dice e pensa lui: il pensiero degli altri è sbagliato.
Bruno ha cercato di inserire tutti i ragazzi nel Centro Diocesano (Oratorio locale) e Michel li ha
fatti levare. Sono stati tutti tolti dalla sanità diocesana e devono pagare tutto. Non vuole farci
discutere con Rainay ma a questo punto è meglio che si trovino altri educatori perché il
rapporto di fiducia di Rainay è venuto meno. Da anni non hanno avuto alcun aumento di
stipendio anche se non ne hanno mai fatto richiesta. Prima facevano una gita con i ragazzi ogni
3 mesi, ma Michel non vuole anche se non gli costava nulla perché si autofinanziavano. La
situazione è molto pesante: non c’è più fiducia. Michel da più fiducia ai ragazzi che a loro: infatti
sono i ragazzi ad avere la chiave del magazzino del riso, e non gli educatori.
La cuoca Razafy ci ringrazia perché li incontriamo e li ascoltiamo. Dice che in questi ultimi tre
mesi le cose sono molto cambiate con il Presidente: la chiave per il riso ce l’ha Teresia e qualche
volta lei si dimentica di dare alla cuoca il riso per la giornata e deve di corsa tornare da scuola.
E’ preoccupata: pensa che Michel non abbia più bisogno di lei.
Ci racconta che il 15 giugno è venuta sua figlia e che il 29 giugno hanno fatto il battesimo di 3
suoi nipotini. Michel non c’era e lei ha chiesto ad Hanitra il permesso per andare a casa il
venerdì. Quando Michel lo ha saputo glielo ha
revocato. Lei è andato comunque il sabato
mattina dopo il mercato ma quando è tornata è
stata molto sgridata e si è rattristata molto. In
questa situazione fa molta fatica a lavorare.
Bruno ci informa che siamo i primi a saperlo ma
loro non possono più lavorare in questo modo.
Potrebbero lavorare con Hanitra e Haja, ma non
con Michel, e quindi hanno deciso di dare le
dimissioni.
Li ringrazio per il coraggio di raccontarci la
situazione. Chiediamo qual è l’atteggiamento dei
ragazzi nei loro confronti e ci rispondono che i
ragazzi stanno tra due fuochi.
Prima lui e Mme Zoe erano apprezzati in tutte le
scuole che i ragazzi frequentano, mentre ora
non ci vanno neppure più. Michel non ha mai
chiesto loro un parere nella scelta dei ragazzi nuovi, decide sempre da solo. I ragazzi spesso
riportano quello che di negativo Michel dice di loro.
Chiediamo se hanno idea della cause di questa situazione e se hanno affrontato la questione con
Hanitra. Rispondono che non hanno idea dei motivi e non hanno parlato con Hanitra per non
creare attrito con suo padre. Sono preoccupati anche per noi, perché una volta apprese queste
notizie rischiamo di litigare con Rainay.
Chiedono a padre Colombi di celebrare domani la Messa per chiedere un aiuto alla soluzione dei
problemi. Madame Zoè ci confida che ha accettato di rimanere ancora per quest’anno, ma ha
sofferto molto e non se la sente di continuare in queste condizioni. Anche Razafy vuole dare le
dimissioni. Bruno dice che potrebbero rimanere se rimanessi io a gestire con loro la casa. Si
erano impegnati con noi a mandare le relazioni periodiche, ma Michel non gliele ha lasciate
inviare.
Madame Zoe ci dice che nel 2015 l’incontro nazionale dei giovani del Madagascar sarà a
Fianarantsoa e stanno cercando in ogni parrocchia posti per alloggiare i giovani. Hanno chiesto
ad Hanitra e lei gli ha detto di vedere. Loro utilizzeranno solo il pian terreno. Non hanno
acconsentito che celebrassero all’interno della casa la Messa di quartiere. Hanno avuto contrasti
anche per la compilazione di un questionario del Ministero della Popolazione.
Passiamo ad esaminare le pagelle: ne mancano ancora una parte.
I ragazzi sono 54, meno 1 che fa formazione professionale e 1 altro che è stato mandato via
perché non ha pagato la sua quota di riso. In conclusione, sono 52. Le pagelle ricevute per il
momento sono 34.
19 ragazzi frequentano il Liceo privato Les Semeurs: sono stati tutti promossi, con questi voti:
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9,29, ammesso alla terminal;
11,19, ammesso alla terminal
11,13, ammesso alla terminal
11,38, ammesso alla terminal
12,40, ammesso alla primière S
11,63, ammesso alla primière S
9,58 ammesso alla primière S
11,68, ammesso alla primière L
9,05, ammesso alla primière L
14,10, ammesso alla primière S
10,40, ammesso alla primière L
9,36 ammesso alla troisième
10,60, ammesso alla quatrième
6,47, ha frequentato solo 2
trimestri, è andato via perché non ha
pagato il riso
9,04, ammesso alla cinquième
13,79, ammesso alla cinquième
11,01, ammesso alla primière L (con oltre 1 mese di assenza per intervento)
Liceo San Giuseppe di Cluny (un solo studente)
14,31 ammesso alla sixième
Givelet (6 studenti) Scuola Media
 11,89, ammesso alla septième
 11,24, ammesso alla septième
 12,26, ammesso alla quatrième
 10,48, ammesso alla quatrième
 11,96, ammesso alla troisième

9,28, ammesso alla cinquième con “repechage”
Salesiani (scuola tecnica di formazione professionale)
 16,32 la ragazza che ha perso la mamma e che non tornerà
 14,24, ammesso al secondo anno
Sacro Cuore di Gesù (Ragioneria)
 10,42, ammesso alla terminal
 Nc, malata e si è ritirata da molto
tempo
 13,01, ammesso alla quatrième
 13,31, ammesso alla troisièmel

9,29, bocciata in cinquième

8,72 bocciata in primière S (lo
scorso anno promossa con
deliberation)

8,65 bocciata in primière L (lo
scorso anno promossa con
deliberation)

8,97 bocciata in primière S (lo
scorso anno promossa con
deliberation)

9,73 bocciata in primière L (lo scorso anno promossa con deliberation)
Mancano altre 9 pagelle oltre alle pagelle dei 5 ragazzi che devono sostenere gli esami di terza
media e dei 4 del BAC.
Lo scorso anno in terza media si sono stati 5 promossi su 5 e al BAC 3 promossi su 8
Con i dati del momento, i posti disponibili per nuovi ragazzi sarebbero
 4 che fanno il BAC
 5 bocciate
 3 andati via (1 per malattia, 1 per la morte dei genitori, 1 perché non ha pagato il riso)
 2 ragazzi esterni
per un totale di 14.
Chiediamo a Razafy il menu della settimana, oltre al riso, servito per colazione, pranzo e cena,
 lunedì fagiolini (20 capoche)
 martedì verdura e arachidi (5 capoche)
 mercoledì spezzatini con verdure (3 kg di carne)
 giovedì fagioli (20 capoche)
 venerdì verdure e arachidi
 sabato carote, fagiolini, patate
 domenica carne di zebù (8 kg)
Non viene mai servita frutta
26 luglio 2014 sabato
Andiamo a Soanierama da Padre Maurice per vedere le sue attività agricole e i suoi lavori.
Stanno scavando un pozzo per avere l’acqua anche per l’orto e i ragazzi stanno lavorando.
Hanno piantato la manioca e le ragazze la stanno raccogliendo. Continuano con la produzione di
salatini fritti da vendere. Hanno 50
galline ovaiole e riescono a
venderne le uova.
Le stanzette sono tutte affittate. La
produzione di olio di ravitzara
prosegue anche se hanno sempre
difficoltà a venderlo.
Padre Maurice è sempre in piena
attività.
Nel pomeriggio riunione con
Rainay. Siamo Padre Colombi ed
io, Hanitra e Michel: un po’ pochi di
Rainay!! Michel apre ringraziando
per la riunione che è per il bene
dell’Associazione e ci ringrazia
anche per aver trovato i soldi per
venire da loro. Si scusa se non
sempre è riuscito ad avere l’impegno dei beneficiari delle attività; si scusa per questi ultimi
giorni nei quali ci siamo trovati con idee differenti, ma l’importante è arrivare alle decisioni; si
scusa anche per l’assenza degli altri componenti del consiglio direttivo: Haja è a Tana, il
vicepresidente non risponde al telefono, sua sorella, la preside, ha gli esami lunedì ed è molto
presa. Ci informa che dal 29 giugno 2014 sono stati eletti 2 nuovi membri del comitato direttivo:
Razafymietry Claude Josè e sua moglie Ravulasanaka Eliane che però non sono presenti!! Se il
vicepresidente (che fa parte di tante associazioni e ha il lavoro di sostituto procuratore e non ce
la fa a seguire tutto), continua a non venire verrà sostituito da uno di loro.
Parla poi della casa famiglia e riferisce che i ragazzi sono 55, 53 residenti e 2 esterni. I 2 esterni
sono i nipoti di Madame Zoe per i quali si paga solo l’ecolage e il trasporto (ma per i quali noi
abbiamo dato 350 euro come gli altri!).
Durante l’anno una ragazza ha lasciato la casa per problemi di salute e un altro non ha più
potuto rimanere perché la famiglia non ha fornito il contributo in riso, così come l’anno
precedente; il padre lavora e quindi può pagare. A fine anno la situazione è 51 residenti e 2
esterni.
Hanitra stamattina ha detto al Padre Gianluigi che non riesce più a gestire la contabilità e ha
affidato il tutto a suo padre Michel, che però ha stretto i consumi di cibo.
Madame Zoe l’anno scorso aveva dato le dimissioni, ma poi ha accettato di rimanere per evitare
grossi problemi alla casa. Hanno cercato una persona che la sostituisse da fine anno: terminerà
a fine agosto. Con Bruno avevano discusso lo scorso anno ma tutto era rimasto sospeso, ma ora
anche lui ha detto che vuole “partire”. Così nella casa non rimane più nessun educatore.
Ci presentano le schede di due nuovi educatori che hanno trovato e che prenderanno servizio il
1° settembre: sono due ragazzi, lui nato nel 1980 e lei nel 1987, lui insegnante che continuerà
(pare) il suo lavoro e sarà quindi poco presente alla casa, lei insegnante di taglio e cucito che
invece dovrebbe essere presente. Non hanno alcuna esperienza di gestione di case famiglia.
Sottolineo il disagio dei ragazzi con il cambiamento di tutti gli educatori. Michel dice che anche
Madame Zoe e Bruno non avevano esperienza quando hanno iniziato e che ai nuovi educatori
saranno date le direttive (quali non è dato sapere). Faccio presente che sono molto giovani e
che non possiamo rischiare con la gestione della casa. Risponde che si trovano con il terreno
pulito e non sono influenzati. Hanitra aggiunge che ci sarà il passaggio di consegne. Michel fa
presente che sono loro i responsabili, e che daranno le direttive e li seguiranno. Chiedo come
sono stati scelti: si era proposto anche qualcun altro? Altre persone alle quali è stata fatta la
proposta non erano disponibili. Chiedo della coppia di Ambalavao di cui si era parlato lo scorso
anno e mi rispondono che non hanno lasciato la scuola. La retribuzione richiesta da lui è
105.000 ariary mensili, come quella di madame Zoe, con la differenza che lui continuerà ad
insegnare, e 90.000 a lei, come
Bruno. Inoltre avranno la casa e
tutti i consumi inclusi.
Degli ultimi soldi che ho inviato,
10.000 ariary, a loro sono stati
accreditati 9.964 che al cambio di
3.221 sono diventati 32.099.564
ariary. Jean Michel ha fatto il
preventivo per i lavori di
sostituzione delle imposte in legno
con quelle in alluminio di
20.774.000 più la posa pari al
30%. La prima fattura, pari a 6.482
euro, al cambio di 3.200, è già
stata pagata.
Vediamo insieme il prospetto
riassuntivo delle spese e facciamo
alcune domande.
Per l’assistenza sanitaria i ragazzi prima erano iscritti alla Cassa della diocesi e pagavano il 50%
del costo Ora siccome il costo è uguale per tutti, non hanno più iscritto nessuno e vanno al
C.S.B. (Centre de Santé de Base), dove le visite mediche costano 5.000 ariary.
Michel non ha preparato alcun rendiconto delle spese per le quali gli abbiamo mandato 300 euro
lo scorso anno.
Chiediamo che le spese di trasporto dei ragazzi siano sostenute in parte anche dalle famiglie: a
carico dell’associazione deve restare solo il viaggio di ritorno a casa, mentre devono essere a
carico delle famiglie le spese per venire alla casa famiglia. Si impegnano a seguire questa linea.
Chiediamo del contratto coi ragazzi sul profitto che avevamo previsto lo scorso anno. Hanitra
dice che lo aveva preparato e aveva chiesto ai ragazzi di trascriverlo e firmarlo. Alcuni ragazzi lo
hanno contestato, lei si è risentita e non ne hanno fatto più nulla. Sicuramente lo faranno per
quest’anno, con la media minima del 10.
Michel chiama la cuoca, la quale ribadisce che nel secondo semestre ci sono state difficoltà per
la gestione del riso e per il cibo e quindi vuole dare le dimissioni. Ci viene riferito che la proposta
di dare la chiave del deposito del riso ai ragazzi è venuta da lei, offesa perché accusata di avere
consumato più riso di quanto necessario. Michel dice che se ci sono problemi deve andare da lui!
Hanitra la invita a ponderare le decisioni e le chiede di restare perchè non ha mai avuto a che
dire con lei. Anche lei è genitore e quindi un educatrice. La invita a non seguire gli altri due, ma
a guardare la sua vita. Hanitra comprende il suo timore di lavorare con persone che non
conosce, ma che si è sempre trovata una soluzione ai suoi problemi. Le chiede di fermarsi e le
offre la chiave del riso.
Razafy dice che non ha preso consigli da nessuno, che la decisione è sua e che vuole andarsene
per stare con i suoi figli e i suoi nipoti. Hanitra ribadisce che i ragazzi le vogliono bene, che si
fidano di lei, che non si sono mai lamentati.
Michel e Hanitra dicono di dover parlare con lei. Razafy ricorda il problema del permesso negato
per il battesimo e Michel ribadisce che per i problemi deve parlare con lui.
Per affrontare l’argomento del profitto dei ragazzi vengono chiamati anche i 2 educatori.
Padre Colombi chiede ad entrambi perché se ne vogliono andare. Madame Zoe conferma la sua
volontà di andarsene, come aveva già deciso lo scorso anno. I problemi che ci sono rischiano di
rovinare i rapporti tra le famiglie, e lei non vuole creare problemi, nel rispetto del Fiahavanana.
Bruno chiede perdono se non ha fatto qualcosa che doveva. C’è bisogno di aria nuova, non vuole
più continuare anche se rimane vicino all’associazione e conferma di poter contare su di lui.
Ringrazia le associazioni per quello che hanno fatto per lui.
Padre Colombi, prendendo atto della loro volontà, chiede loro quali consigli possono dare per far
continuare bene il lavoro delle
associazioni.
Bruno ringrazia per la domanda,
affermando che è una fortuna per
loro avere questo posto dove
vengono educati i ragazzi. E
suggerisce per il futuro riunioni
più frequenti per parlare e
risolvere i problemi. Si superano
le difficoltà con buone relazioni.
Loro hanno cercato di seminare
al meglio.
Apprezzo la loro forza di darci
consigli in questo momento,
ribadendo che non possiamo
forzare le loro decisioni.
Hanitra piangendo dice che ha
parlato con loro e che c’è tanta
tristezza nella separazione. Li ringrazia per tutto quello che hanno fatto e dice del suo
dispiacere, afferma anche che è meglio perdere soldi che il fiahvanana. Chiede loro perdono per
tutto e la loro benedizione per poter continuare.
Anche Michel chiede perdono e dice che non bisogna guardare quello che non si è potuto fare
ma quello che si è fatto, quanto si è seminato di buono. Ringrazia per il consiglio della maggior
relazione, chiede aiuto e la loro disponibilità a continuare i rapporti e afferma, come Gesù:
“Quello che avete fatto ai più piccoli lo avete fatto a me…”
Bruno dice che la decisione di dare le dimissioni rende tristi ma l’hanno presa per migliorare la
situazione. Ci sono molti ragazzi che hanno bisogno di scolarizzazione ed è necessario un clima
sereno e non vogliamo creare problemi tra le 2 associazioni.
Madame Zoe dice che siamo una sola famiglia, saremo ancora vicini, non vi abbandoneremo. Ci
allontaniamo per aiutarvi.
Hanitra piange mentre Michel sembra assolutamente insensibile, estraneo a quello che si dice e
a quello che sta succedendo.
Padre Colombi ringrazia perché è difficile prendere decisioni, per il bene che hanno fatto dal
2006 in poi vivendo insieme con i ragazzi, educandoli, per la disponibilità a continuare la
collaborazione. Le loro dimissioni sono per la casa una grande mancanza, è importante che
vengano ancora qui, quando ci saranno i nuovi he non hanno esperienza, almeno mezza
giornata per un po’ di tempo. Bisogna continuare sulla linea da loro seguita per l’educazione,
avendo vissuto per anni con i ragazzi sanno come va e cosa fare.
Madame Zoe afferma di avere paura a considerare questo. Rainay deve decidere se dobbiamo
collaborare perché sembra che noi abbiamo fatto errori. Se si cerca aria nuova perché
dovremmo dare consigli forse Rainay vuole fare cose diverse.
Padre Colombi ribadisce la necessità di
costruire un collegamento, non c’è altro
modo per salvare le cose. Michel dice
che penseranno insieme le modalità di
collaborazione.
Si passa ad esaminare i risultati delle
scuole.
Dalle pagelle esaminate ci sono 6
bocciati e 1 repechage (esami di
riparazione).
Si ribadisce quello che si era già
concordato lo scorso anno:
se uno studente già nel primo trimestre
è gravemente insufficiente lo si manda
a casa subito. Anche per le promozioni
con medie inferiori al 10 occorre fare
una riflessione sull’opportunità di continuare.
Hanitra chiede che l’impegno che dovranno sottoscrivere sia per la media dell’11 e non del 12.
Bruno e madame Zoe dicono che le ragazze bocciate al liceo sono alla casa dal 2006 e
andrebbe offerto loro una nuova opportunità mentre dovrebbero essere mandati a casa quelli
promossi con le medie più basse di 10.
Ribadisco con fermezza che non sono d’accordo, ci siamo dati delle regole, si devono rispettare.
Se ci rendiamo conto di avere sbagliato regole le dobbiamo discutere e modificare ma devono
valere per il futuro e non per il passato. Michel propone di consentire ai ragazzi bocciati, per
quest’anno, di rimanere alla casa facendo firmare l’impegno per il prossimo anno. Ribadiamo
che non è possibile.
Ripetiamo per l’ennesima volte le regole per l’ammissione alla casa:
 ragazzi che frequentano la scuola elementare dalla terza in poi(riferimento italiano)
 ragazzi che frequentano le scuole medie (con esclusione di quelli che sono già all’ultimo
anno)
 ragazzi che frequentano il primo anno del liceo con età coerente rispetto alla classe
frequentata
 per tutti il massimo scarto di età ammesso rispetto alla classe frequentata è di 2 anni
 età massima di ammissione 18 anni
 per rimanere l’anno successivo, promozione con almeno 10/20
 firmare e mantenere l’impegno a raggiungere almeno la media di 10/20 in tutti i trimestri.
Per l’anno scolastico 2014-2015 alla casa ci sono 16 posti: 4 ragazzi al BAC, 7 bocciati, 2 ritirati
in corso d’anno, 2 esterni, 1 ragazza a cui è morta la mamma che non potrà tornare.
Michel dice che con i criteri stabiliti non riempiremo la casa. Dobbiamo riflettere molto
seriamente sull’utilità della casa famiglia così gestita. I tempi sono cambiati rispetto al momento
dell’apertura. Ora in tutti i villaggi ci sono le scuole elementari, i bambini stanno bene in
famiglia; le scuole medie sono più diffuse che in passato così come i licei. Forse è più utile
pensare a progetti tipo Ambositra dove
si da un aiuto alla famiglia per mandare
i ragazzi a scuola nella propria realtà.
La destinazione della casa può essere
ripensata. A Fianarantsoa ci sono
moltissimi universitari, potrebbe
diventare un residence a pagamento,
con quote da definire sulla base del
reddito della famiglia, per i ragazzi che
vengono da fuori.
La nostra riunione ha avuto l’intervallo della cena e poi abbiamo continuato fino quasi a
mezzanotte.
27 luglio 2014 domenica
Anche questa giornata è bella piena.
Di prima mattina incontriamo le 5 ragazze bocciate.
Ci facciamo raccontare la loro versione della situazione.
Volaha ha 19 anni, viene da Andoharanomaitso, ha frequentato il liceo letterario, è alla casa
famiglia dal 2006. Aveva problemi in francese e inglese, è stata ammalata a dicembre di
bilarziosi ed è stata assente 15 giorni da scuola durante gli esami. Ha cercato di recuperare ma
è arrivata solo alla media del 10. L’anno scorso era stata promossa “avec deliberation” che era
già un segnale di pericolo. Padre Colombi sottolinea come non avendo altro da fare che studiare
dovrebbero avere ottimi risultati. Lei ci dice “Ho fatto di tutto per prendere la vita, ma non ce
l’ho fatta”. Dice che vuole continuare a studiare, starà dove i suoi genitori decideranno ma non
si vuole fermare.
Faniri ha 18 anni,
viene da Ambostra, ha
frequentato il liceo
scientifico, è alla casa
famiglia dal 2006.
Aveva le materie
scientifiche
(matematica e fisica)
con la media bassa.
Dice che a scuola
capisce ma va in crisi e
non capisce più
quando ci sono le
prove, durante le quali
ha paura, trema. Vuole
continuare a studiare
ma non sa come potrà
fare.
Claudine ha 19 anni,
viene da Andoharanomaitso, ha frequentato il liceo scientifico, è alla casa famiglia dal 2006.
Aveva problemi con le materie scientifiche. Alla domanda del perché aveva scelto questo tipo di
studi, risponde che era il suo obiettivo. Si è sforzata ma non ce l’ha fatta. Cercherò di
continuare, il come dipende dai miei genitori, ha dei parenti a Fianara.
Lala ha 13 anni, viene da Ambositra, è la figlia del fratello minore di Michel, il suo nome
completo è Raveluhari Malala Fammenjatsa Celestina, ha frequentato le scuole medie, è alla
casa famiglia dal 2007, dalla prima elementare.
Dice che ha problemi in francese, in matematica e fisica, perché non capisce quello che dice
l’insegnate in francese. Si sforzerà di continuare a studiare ma dipende dai suoi genitori.
Tutte le ragazze erano serene, consapevoli di essere in torto, intenzionate comunque a
continuare in qualche modo la scuola e
hanno ammesso che si aspettavano la
bocciatura.
Theresia ha 19 anni, viene da
Ambositra, ha frequentato il liceo
letterario, è alla casa famiglia dal 2006.
Aveva problemi con inglese e francese.
Dice di essersi impegnata ma non si
spiega cosa sia successo. Ha sofferto di
mal di testa e di mal di occhi, ora sta
meglio. Vuole continuare a studiare.
Alla domanda quali consigli date ai vostri compagni che restano hanno detto
 studiare in gruppo
 chiedere ai professori in classe di rispiegare se non capiscono e agli educatori
 il tempo che hanno per studiare è sufficiente
 gli educatori controllano
 aiutarsi a vicenda.
Ringraziano UnicoSole per l’aiuto che hanno ricevuto in questi anni, e dicono “Dio vi ricompensi”,
anche se non potranno più stare alla casa ci ricorderanno nella vita e nella preghiera. Il padre le
invita a ricordare questo periodo della loro vita e ad usarlo al meglio.
Arrivano il sindaco di Tsarafidy e il direttore del liceo con la bozza di convenzione tra loro e
UnicoSole per la costruzione della scuola. Vediamo insieme le cose da sistemare e gli allegati da
predisporre e fissiamo un altro incontro per i prossimi giorni.
Poi arriva l’impresario Jean Michel, vediamo i lavori concordati: la sostituzione delle imposte a
piano terra e al primo piano, quelle dell’ultimo sono ancora in buono stato. Il costo è quello che
già sappiamo 23573000 con lo sconto di 2827000, per un totale di 20744000 ariary, più la posa
he è il 30% quindi altri 6222200, per un totale di 27006000 pari a circa 8310 euro. I lavori in
muratura, la siliconatura sono importanti perché le ante devono essere messe bene in posa. Il
pagamento è previsto 50% acconto, 45% a fine lavori e 5% tra 1 anno.
Si vedono insieme anche altri lavori di manutenzione necessari: alcuni ritocchi al marciapiede
esterno alla casa, necessità di dipingere i canali di gronda e quelli di discesa, sistemare gli
scarichi esterni che perdono, ripassare le perline del tetto con l’olio di protezione del legno.
Prepariamo la lettera di ringraziamento per Bruno e madame Zoe perché durante la Messa si
renderanno pubbliche le loro
dimissioni. Come UnicoSole diamo
loro come regalo di fine lavoro una
busta con 200.000 ariary per
ognuno.
Durante la Messa i ragazzi cantano
molto bene, anche in italiano. Padre
Colombi chiama i ragazzi che
avranno gli esami per dare loro la
benedizione e dice che poi dovremo
darla anche Michel ed io, come
presidenti delle due associazioni che
li hanno aiutati. Questo non lo
avevo mai fatto! Per fortuna Michel
lo fa per primo altrimenti non avrei
proprio saputo come comportarmi.
Poi pranzo con tutti i ragazzi, sempre con il
contorno di lunghi e pomposi discorsi. Hanitra
ricorda la sua mamma che ha voluto costituire
l’associazione e ne ripercorre la storia dei suoi
dieci anni.
Salutiamo i ragazzi perché quelli che non
devono fare gli esami tra oggi e domani
tornano a casa. Regaliamo loro qualche
maglietta come ricordo.
Finalmente alle 16.30, carichi come tutti i taxi
brousse, riusciamo a partire perché dobbiamo
raggiungere Ihosy. Ma prima di partire ancora
tanti giri: a prendere Michel a casa sua, a
cercare la mamma di Renè che è da un’altra
parte, nel frattempo incontriamo 2 signore che vendono a Fianarantsoa le uova dell’allevamento
nostro e di Renè che arrivano con il taxi brousse nelle casse. Riescono a vendere ognuna circa
1000 uova al giorno. Ci fermiamo solo per comprare un po’ di papaie.
Arriviamo alle 9.15, Renè, sua moglie Claire e Jean Claude ci aspettano all’hotel. Dopo cena
parlo un po’ del viaggio e delle varie situazioni con il padre. Sono stanca, mangiata dalle
zanzare. Domani ancora giornata piena.
Paghiamo per la cena, la colazione e il soggiorno di una notte nel solito albergo, 280.000 ariary
in 5, in pratica circa 17 euro a testa.
28 luglio 2014, lunedi
Siamo da Renè. Come sempre è un piacere vedere come tutto è ordinato e organizzato sia per il
suo allevamento che per il nostro. La “cattedrale” è piena di polli sia sopra che sotto e ci dà il
foglio con i numeri.
Allevamento di Renè (FTA)
2.638 galline che depongono
2.692 tra poulette e pulcini
Totale
5.330
Allevamento UnicoSole
Totale
6.003 galline che depongono
2.895 tra poulette e pulcini
8.698
Vediamo il nuovo lavoro di Renè:
una casa a 3 piani appena finita,
andrà nei prossimi giorni a
comprare 2500 pulcini. Vediamo i
lavori di recinzione del terreno che
Padre Colombi ha comperato l’altro
anno.
Andiamo come ogni anno, al carcere
di Ihosy, portando riso, carne, e un
po’ di pantaloni e magliette e un
pallone di cuoio.
Il direttore è cambiato da poco,
parliamo anche con la guardia che
svolge funzioni mediche che ci fa
vedere che alcuni medicinali sono
finiti e lo Stato non li sta fornendo.
Gli lasciamo tutte le medicine che
abbiamo c on noi per i problemi intestinali.
Come sempre, molto disciplinatamente si
mettono in fila per prendere quello che
abbiamo portato. Anche Irene che era
perplessa, aveva quasi pensato di non entrare, distribuisce.
Ci chiedono le stuoie, l’insetticida e i soldi per noleggiare la macchina per la disinfezione, e i
rubinetti, perché sia la fontana che è nel cortile che le docce, sono inutilizzabili perché tutti i
rubinetti sono rotti. Vale anche per il carcere la considerazione che facevo a Tana alla cava,
quando le cose si “conoscono” perché si frequentano da tanti anni, le sensazioni he provocano,
seppur sempre forti, hanno su di noi un impatto diverso. Il carcere è sempre un luogo disperato,
dove le persone sono trattate molto male, ma conservano, almeno la maggior parte, una loro
dignità.
Torniamo per il pranzo da Renè. Siamo circa un centinaio, con tutti gli operai dei due
allevamenti, i parenti (la grande famiglia), i muratori che stanno recintando il terreno che aveva
comprato Padre Colombi.
Lunghi discorsi come sempre. Il pomeriggio vediamo la contabilità, chiediamo di rifarcela con il
riferimento all’anno solare (la troveremo domani al ritorno dall’Isalo) e verso le 5 riusciamo a
partire per Ranoira perché domani saremo per mezza giornata in vacanza, per fare un giro al
parco dell’Isalo.
Dai conti che vediamo emerge che, avendo comprato i pulcini per il nuovo capannone-cattedrale
e il mais per tutto l’anno, hanno un debito, al 20 giugno 2014, con il fornitore di mangime di
101.107.834 e che si sono impegnati a dimezzarlo entro la fine del 2014. Hanno comprato 480
tonnellate di mais, hanno crediti da clienti per circa 20 milioni di ariary.
Chiedono quale deve essere il loro contributo per l’associazione Rainay per la casa famiglia,
chiediamo loro di pagare un primo acconto di 15000000 di ariary per consentire le iscrizioni dei
ragazzi al prossimo anno scolastico. Nonostante la loro situazione finanziaria molto pesante
vogliono prestare fede agli impegni assunti.
Ci forniscono anche i conti delle spese sostenute per il pozzo e per il bacino costruito.
Renè dice che ci sarebbero ancora clienti per altre uova, facciamo presente che in questa fase
non è possibile fare altri investimenti.
Jean Paul ribadisce che pur con i rossi impegni che hanno faranno di tutto per dare il loro
contributo alla casa famiglia.
Vorrebbero riuscire a produrre direttamente il mangime ma per ora non sono riusciti ad avere la
composizione dello stesso.
Portiamo dei campioni per cercare di fare qualcosa in Italia, anche con l’aiuto di amici di
Graziella.
Nel viaggio verso il sud abbiamo la fortuna di essere accompagnati da uno splendido tramonto,
con il cielo, le nuvole e le steppe che si confondono tra loro senza più confini. Dormiamo
all’Hotel Orchidee dell’Isalo, gestito da cinesi, mangiamo abbastanza bene, le stanze sono
decorose. Riusciamo a convincere anche il Padre a prendersi una mezza giornata di vacanza e
viene con noi. Questa sera all’albergo abbiamo trovato i primi bianchi, dopo Lorenzo e Valentina
che avevamo trovato ad Ambositra.
29 luglio 2014 martedì
Prima delle 7 siamo a prendere i biglietti per il Parco, scegliamo il percorso all’interno di un
canon della durata di circa 3 ore, si arriva alla piscina nera e alla piscina blu e ad una cascata.
Ci accompagnerà una guida che parla un po’ di italiano, ma poi visto che il padre conosce il
malgascio lo sfrutta come traduttore e parla in malgascio.
Di buon’ora il Padre è andato a dire la
messa in parrocchia (c’è stato per tanti
anni padre Reviglio) insieme con padre
Filipe, un padre meticcio cinomalgascio, molto riservato e dolce.
Andiamo tutti insieme a fare il giro
previsto; fortunatamente, nonostante il
mio mal di piede riesco a fare quasi
tutto il percorso, rinuncio solo all’ultimo
quarto d’ora di salita verso la piscina. Al
ritorno, sulla piazzuola del campeggio
troviamo molti lemuri che pareva ci
stessero aspettando. E’ un paesaggio
bellissimo, con vegetazione folta (c’è un
fiume che scorre sul fondo della valle),
con alcune specie molto particolari,
come la palma con le foglie incrociate.
Molto belle anche le piscine naturali. Anche il percorso è stato ben predisposto: dove ci sono
lavori aggiunti (ponticelli, gradini, ecc) è stato rispettato l’ambiente e il tutto è inserito senza
offendere l’ambiente. Padre Colombi ricorda di quando missionario a Ihosy veniva di tanto in
tanto a fare qui una giornata di meditazione. E’ sicuramente un ambiente che invita alla
riflessione e alla contemplazione del bello.
Andiamo poi a vedere la “fenetre dell’Isalo” e la roccia con la statua della regina, il bell’albergo
della regina e il bel paesaggio del parco. Torniamo verso Ranoira e pranziamo in un ristorante
per malgasci, non si può dire che abbiamo mangiato bene, ma abbiamo speso, in 6, 26000
ariary, circa 8 euro!.
Ripassiamo in parrocchia da Padre Filipe a
riprendere Padre Colombi che ha pranzato con lui
e ripartiamo alla volta di Ihosy. Nel giardino della
parrocchia c’è un bell’albero di baobab. Torniamo
poi a Ihosy dove ci aspettano con i conti rifatti e
per i saluti. Padre Colombi vuole andare a
salutare il nuovo vescovo da poco nominato. Ci
riceve tutti con semplicità e scambia con lui
qualche parola sulla situazione. E’ una visita
veloce nel luogo dove Padre Colombi ha vissuto e
esercitato la sua missione per anni.
Torniamo al carcere a portare le cose che ci avevano richiesto, compreso un pezzo di sapone per
ognuno, e a ritirare la ricevuta. E’ ormai quasi buio quando cerchiamo di partire e Julien si
accorge di non avere abbastanza gasolio per arrivare a Fianarantsoa. A proposito, il pullmino
con il quale viaggiamo è sempre lo stesso, quello di Haja che ormai ha superato i 700 mila km!!
Tutti i distributori di Ihosy (pochi) hanno finito il carburante e non ci si può certamente
avventurare su queste strade con il rischio di rimanere bloccati nella notte. Scopriamo che c’è
l’abitudine, quando il carburante scarseggia, di fare incetta e di rivenderlo a prezzo maggiorato.
Chiediamo quindi di andare a cercare quello che c’è nelle case e dopo poco arrivano due taniche
di gasolio. Così possiamo finalmente partire.
Facciamo tutto il viaggio al buoi, ci fermiamo a cena in un grazioso locale dove ci sono anche
alcuni cooperanti bianchi a cena.
30 luglio 2014 mercoledì
Oggi siamo da Padre Maurice, alla casa famiglia di Miaraka Aminy. Prima di uscire vediamo le
ultime pagelle del Sacro Cuore di Gesù




10,65, ammesso alla primière L
12,07, ammesso alla primière S
9,98, ammesso a T.L con deliberation
9,74, ammesso alla quatrième.
Da Maurice ci sono i rappresentanti dei genitori che vengono dal villaggio di Mahaditra, i ragazzi
della casa famiglia, una parte dei ragazzi del villaggio ai quali viene dato un aiuto per lo studio,
alcuni dei ragazzi universitari che vivono all’altra casa,di Soanierama nelle casette.
Maurice ci ha chiesto di incontrare i ragazzi suddivisi per tipo di scuola. Ci mettiamo nella sala
dove ha rinnovato i banchi perché la utilizza per dare ripetizioni e per cercare di usare in parte i
computer che avevamo acquistato per padre Debrè che poi ha invece cambiato programmi e
non ne ha fatto più nulla. Chiediamo anche che 2 computer vengano messi a disposizione per la
casa famiglia di Rainay, per consentire ai ragazzi di esercitarsi. Non c’è più nessun collegamento
internet perché i contratti erano intestati a padre Debrè e quindi ora dovrebbero essere tutti
rifatti ma Maurice non ha soldi per farlo.
Iniziamo gli incontri, partendo dai
ragazzi che frequentano
l’università, siamo Aldo, Graziella,
Irene ed io. Ad ogni ragazzo
chiediamo notizie su cosa
vorrebbe fare. Frederic ha 21
anni, fa il secondo anno di Fisica
chimica, sono 5 fratelli, spera di
lavorare nell’elettronica che
considera importante per lo
sviluppo futuro del paese;
Radosm ha 22 anni, fa anche lui il
secondo anno di fisica e chimica,
gli piace la microfisica, vorrebbe
fare ricerca; Ampy ha 21 anni,
sono 3 fratelli, frequenta il terzo
anno di diritto pubblico, gli piace
la politica, frequenta la scuola ufficiali e vuole continuare a studiare per fare il concorso per
l’accademia, i genitori sono entrambi professori; Mamihasina ha 22 anni, sono 3 fratelli, viene
dalla capitale, fa fisica nucleare, Randrianarijaona ha 20 anni, frequenta fisica e chimica, viene
da Tana e vuole lavorare allo Zirama (corrisponde all’Enel in Madagascar) e; un altro ragazzo fa
la scuola militare e l’ultimo fa ingegneria dei lavori pubblici. Dopo la presentazione la discussione
continua perché loro ci chiediamo tante notizie su di noi, sul nostro mondo, sul odo di vivere, su
cosa fanno i ragazzi, le abitudini, le produzioni, ecc. Sono veramente molto attenti e curiosi.
Tutti parlano un discreto francese.
Facciamo poi una chiacchierata con i ragazzi delle scuole medie e con quelli delle elementari che
sono molto spaventati, non parlano o molto poco francese. C’è però una ragazzina che ci fa da
interprete traduce francese/malgascio e viceversa.
Facciamo poi una chiacchierata con padre Maurice che ci ringrazia per la collaborazione che dura
ormai da 7 anni soprattutto per mandare i ragazzi a scuola, diritto che hanno tutti. Dice che
pochi dei ragazzi che segue abbandonano la scuola. Al villaggio c’è stato sviluppo grazie alla
produzione della ravitsara,
lui infatti obbliga le famiglie
a lavorare il loro terreno e
vuole continuare nonostante
continuino ad esserci
problemi per la vendita
dell’olio estratto. I ragazzi
della casa famiglia sono 14 e
ne sono stati promossi 12.
Miaraka non dà alcun aiuto a
universitari. Anche lui
sottolinea che i ragazzi non
hanno libri, copiano dalla
lavagna e a volte sbagliano.
Ha pensato per il prossimo
anno di piantare anche della
soia. Padre Colombi dice che
Renè potrebbe comprarla per
l’allevamento.
Per i ragazzi del villaggio lui
paga le tasse scolastiche della scuola pubblica, lavora con 26 famiglie con ragazzi che sono
promossi alla prima media.
Tiene dei corsi di recupero il mercoledì pomeriggio e il sabato, dove insegnano dei professori e i
ragazzi pagano 3000 ariary all’ora, ha avuto una ventina di ragazzi degli ultimi anni del liceo.
Mangiamo con i ragazzi che hanno preparato anche uno spettacolo tradizionale che è molto
gradito da Aldo e famiglia.
Su richiesta di Hanitra passiamo anche dalle suore italiane, in un convento di novizie dove ci
chiedono un aiuto per l’acquisto di un pezzo di terreno su cui costruire un luogo per i ragazzi che
ora sono in strada. Ci manderanno poi della documentazione. Gli lasciamo la mail di UnicoSole.
Tornati alla casa famiglia di
Rainay completiamo la
riunione con Michel che ci
consegna la distinta di
come ha speso i soldi del
suo fondo cassa, ci dice
che per il Liceo di
Tsarasotra dobbiamo
ancora 3304525 ariary per
i quali avrebbe già scritto
chiedendoceli, ci ricorda
che dobbiamo mandare il
contributo agli universitari.
Facciamo insieme il conto
dei 10000 euro che ho
inviato a luglio: hanno
incassato 9964 euro, il
costo del lavoro completo
per le imposte e la messa in posa è di 8309 euro, rimangono 1655 euro per gli universitari,
quindi devo mandare solo la differenza di 145 euro.
Michel promette che si impegneranno a coltivare l’orto e a tenere bene in ordine l’esterno
(quando siamo arrivati c’era una catasta di legna scaricata vicino al cancello che non avevano
ancora sistemato!) Padre Colombi dice che si ha la sensazione che non ci sia amore per la casa,
che forse gli educatori non seguono molto i ragazzi, speriamo che i 2 nuovi educatori siano
migliori.
Chiediamo di migliorare l’alimentazione dei ragazzi, variando il cibo, anche con mais e manioca,
con frutta, ecc. La chiave della dispensa non deve essere lasciata ai ragazzi ma data alla cuoca.
Attenzione a quando si montano le imposte nuove, bisogna cercare di recuperare per realizzare
qualcosa quelle che sono ancora utilizzabili.
Non è possibile che le comunicazioni arrivino sempre e solo all’ultimo momento e/o perché
sollecitate. Vogliamo una comunicazione ogni mese, possibilmente all’inizio del mese.
Ci servono le schede complete e aggiornate di tutti i ragazzi. Sapete quanti e quali ragazzi sono
stati ospitati finora? Devono tenere un registro con i dati anagrafici, la situazione, la data di
ingresso e la data di uscita, le scuole frequentate. Proponiamo di far incontrare i vecchi alunni
usciti dalla casa famiglia con quelli presenti, gli ex che hanno una sistemazione
potrebbero/dovrebbero aiutare la casa.
Chi sono gli universitari che aiutiamo? Che facoltà frequentano? Da che scuole arrivano?
Abbiamo costruito il liceo a Tsarasoatra e i ragazzi dei dintorni non devono venire qui alla casa
ma andare a scuola là.
Michel si domanda allora a cosa serve la casa famiglia, ormai le scuole elementari e medie sono
in ogni villaggio, forse dobbiamo cambiare i nostri obiettivi. Michel dice che l’obiettivo è aiutare i
ragazzi in difficoltà, ma noi aggiungiamo non se hanno le scuole fuori casa. Dobbiamo riflettere
su come aiutare. E ‘ il caso di rifare un progetto di aiuto ai ragazzi che restano in famiglia? E’
necessario meditare su cosa fare e come farlo.
Chiediamo che facciano sempre riunioni mensili per il funzionamento della casa.
Per l’utilizzo dei locali,
chiediamo che siano più
razionali, va predisposta
una biblioteca e c’è una
stanza vuota, a fianco della
sala studio, la dispensa
vicino alla nostra cucina va
utilizzata, la sala grande
del terzo piano non può
rimanere vuota. Dov’è il
televisore? Madame Zoe ha
deciso di nasconderlo
perché i ragazzi non
perdessero tempo! Non è
così che si deve fare, si
disciplinano gli orari ma è
importante che i ragazzi
abbiano anche le notizie di
quello che succede nel paese e nel mondo.
Ricordiamo che le famiglie dei ragazzi devono pagare il taxi brousse per il ritorno alla casa
famiglia. I soldi che sono rimasti dalla mensa di Talata Ampano per che cosa sono stati
utilizzati?
Queste sono le ultime richieste fatte a Michel e Hanitra prima dell’”ultima cena”. Domattina
Aldo, Graziella, Irene ed io partiamo perchè abbiamo l’aereo nella notte tra il 31 e l’1.
31 luglio 2014 giovedì
Durante il viaggio ci fermiamo a Tsarafidy a prendere dal sindaco della documentazione a
corredo della convenzione con il Comune e a vedere i lavori già fatti.
Il viaggio da Fianara alla capitale è lunghissimo. A Tana rimaniamo bloccati nel traffico ed
arriviamo da padre Noè dove dobbiamo preparare gli altri bagagli molto tardi. Ci mettiamo tanto
tempo a sistemare l’artigianato, le pietre del Padre e finalmente verso le 10 di sera
raggiungiamo l’aeroporto dove ci aspetta l’impresario Jean Michel per salutarci e dare a tutti un
gradito regalo.
Imbarchiamo tutte i nostri 8 bagagli non senza problemi: qualcuno pesa troppo, i pentoloni di
legno sono ad alto rischio di rottura, ecc.
Anche quest’anno l’esperienza sta per concludersi, ogni anno sempre molto faticosa ma molto
coinvolgente. Quest’anno inoltre torniamo con tanti problemi aperti importanti su cui fare delle
riflessioni per delle scelte diverse. Anche là le cose cambiano e noi dobbiamo sapere rinnovarci,
essere attuali, altrimenti tutti i nostri sacrifici possono rischiare di non servire o peggio di fare
danno. E’ difficile!!
Padre Colombi rimane un’altra settimana nella quale riesce, con l’aiuto di Renè, ad acquistare un
grandissimo terreno per mettere in atto un progetto agricolo, che prevede di tutto: risaie,
riforestazione, semina di piante, orto, campo scuola… e parte del gruppo che lavora con Renè si
sposta su questo progetto e subito inizia a lavorare. Ora ci servono aiuti per continuare i lavori.
Sarà inoltre necessario far ratificare dal direttivo sia la scelta per la scuola di Ttsarafidy (già
discussa a lungo e votata per la costruzione tradizionale ma poi accantonata a causa della
posizione contraria assunta da Michel) che il progetto agricolo di Ivandrika. Al momento i costi
sono stati sostenuti da padre Colombi, ma gli investimenti necessari sono ancora molti.
Un grosso grazie alla famiglia di Aldo, Graziella e Irene che mi hanno accompagnato e hanno
vissuto con me questo viaggio, per me non nuovo: è la settima volta che vengo in Madagascar,
ma è sempre un’esperienza coinvolgente e da vivere pienamente.