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Fi br et 1 ess ili LE FIBRE TESSILI Le fibre tessili sono materiali fibrosi che, per la loro struttura, lunghezza, resistenza ed elasticità, hanno la proprietà di unirsi, attraverso la filatura, in fili sottili, tenaci e flessibili che vengono utilizzati nell'industria tessile per la fabbricazione di filati, i quali, a loro volta, mediante lavorazioni vengono trasformati in tessuti (tramite tessitura) o maglie (jersey). Si definisce filo l'insieme di filamenti o di bave continue, cioè di lunghezza illimitata, sia ritorte che non ritorte, mentre per filato si intende un insieme di fibre discontinue unite tramite torsione. Proprietà Le principali proprietà delle fibre tessili e dei relativi tessuti sono: flessibilità: le fibre si possono arrotololare, intecciare, annodare, ed i tessuti che ne derivano possono essere facilmente arrotolati; piegabilità: i tessuti possono essere piegati e mantenere la piega loro data; stirabilità: i tessuti possono essere stirati, eliminando le pieghe precedentemente formatesi; conduttività termica: a seconda della loro natura, le fibre tessili possono essere buone o cattive conduttrici del calore; peso specifico: nel caso delle fibre tessili non si parla di peso specifico, di titolo (vedi definizione); traspirabilità: a seconda della loro natura, le fibre tessili possono permettere una maggiore o minore traspirazione della pelle, dando così un maggiore o minore comfort a chi indossa i capi realizzati con i tessuti; allergenicità: descrive la proprietà delle fibre di dare origine a reazioni allergiche da parte della pelle. - Pagina 1 di 13 - Classificazione delle fibre tessili Le fibre tessili possono essere così classificate: • naturali: sono già presenti in natura sotto forma di materiali fibrosi e possono a loro volta essere classificate in: • fibre di origine vegetale: • Cotone • Lino • Canapa • Iuta • Cocco • fibre di origine animale: • Lana • Seta • Bisso - Pagina 2 di 13 - fibre di origine minerale • Amianto • Fili metallici • Lana di vetro artificiali: sono ricavate da proteine di origine natuarale modificate chimicamente • Rayon – ricavata dalla cellulosa • Lanital – ricavata dalla caseina sintetiche: sono ricavate da polimeri • Acrilico e Modacrilico (modificato per resistenza alla fiamma) • Poliammide (Nylon) • Poliestere • Polipropilene • Polietilene • Clorovinile • Poliuretano (Elastam) • Teflon (Gore-tex) • Aramidiche (Kevlar) • • • - Pagina 3 di 13 - FIBRE TESSILI VEGETALI Come visto nella classificazione, vi sono diverse fibre naturali di origine vegetale; vediamo le più importanti. 1, Cotone Il cotone è una fibra vegetale ottenuta dalla capsule mature della pianta del cotone, arbusto di circa 40 cm con fiori di colore rosso e giallo. Il fiore fecondato perde i petali e, in circa un mese, cresce una capsula circondata da una foglia chiamata brattea. All'interno della capsula ci sono i semi su cui si sviluppa la fibra e, quando è matura, si apre in quattro parti mostrando il batuffolo di cotone. I ritrovamenti più antichi di tessili di cotone vengono datati al 5800 a.C. In Italia, il cotone, ha antiche tradizioni essendo stato introdotto in Sicilia dai Saraceni nel IX secolo; la coltura si diffuse successivamente sotto la dominazione dei Normanni e degli Svevi estendendosi anche lungo le coste calabre. Proprietà Le proprietà del cotone sono: Igroscopicità: E' particolarmente assorbente, può immagazzinare molta umidità del corpo, tuttavia non è adatto alle attività sportive prolungate che fanno sudare tanto, in quanto le fibre bagnate si gonfiano e si incollano alla pelle. Traspirabilità: ha una funzione protettiva, perchè è un materiale che non gratta e non irrita l'epidermite. Isolamento termico: Il cotone è un buon conduttore del calore, ma non isola dal freddo. Antistaticità: Non infietrisce e non si carica di energia elettrostatica.. Flessibilità: Si sgualcisce facilmente e perde la forma. Per evitare questi difetti andrebbe apprettato con resine sintetiche, ma queste ridurrebbero le proprietà del - Pagina 4 di 13 - cotone. I capi in cotone non vengono intaccate dalle tarme, sono resistenti e possono essere lavati alle alte temperature. Può però ammuffire, per questo, i capi in cotone, vanno riposti nell'armadio quando sono perfettamente asciutti. Lavorazione Le fasi di lavorazione per ottenere il filo di cotone (detto filato), sono: Raccolta: è generalmente effettuata a macchina, escluse alcune qualità pregiate (vedi Sea Island Cotton). Essicazione: ha per scopo l’asciugatura del cotone, che al momento del suo raccolto presenta molta umidità; questo processo avviene con l’utilizzo di aria calda. Sgranatura: con l‘apposita macchina sgranatrice, i semi vengono separati dalle fibre. In questa fase le fibre più corte (tra 1-4 mm) rimangono attaccati ai semi e costituiscono la materia prima per la produzione di fibre cellulosiche, artificiali e di carta, mentre i semi, senza fibre, vengono utilizzati per la nuova semina e/o per la produzione di olio di cotone. Le fibre lunghe prendono invece il nome di ovatte. Imballaggio e spedizione: il cotone essicato e sgranato viene pressato in balle ed inviato sul luogo delle successive lavorazioni. Nella prima fase della filatura le balle vengono aperte e le fibre allentate. Mischia: diverse qualità di cotone vengono miscelate tra loro per ottenere un filato dalle proprietà volute. Battitura: le fibre vengono pulite mediante la battitura, mediante il battitoio, dove le - Pagina 5 di 13 - ovatte di cotone contro una griglia facendole aprire e facendo loro perdere le impurità, grazie anche al getto d'aria di un ventilatore. L'ovatta quindi passa attraverso una serie di rulli e calandre che la pressano per essere infine arrotolata. Cardatura e pettinatura: ha lo scopo di sgrovigliare le fibre e di porle parallelamente le une alle altre sulla carda (cilindro munito di punte metalliche). Talvolta, anziché la cardatura, si effettua la pettinatura, con un passaggio in più, con l’eliminazione delle fibre troppo corte e delle impurità. In entrambi i casi, si ottengono dei nastri di fibre di cotone. Preparazione su banco a fusi: i nastri vengono stirati, formando uno stoppino avvolto su una spola che servirà per alimentare il filatoio. Filatura con filatoio ad anello: i nastri vengono stirati a seconda del titolo desiderato, ed allo stesso tempo le fibre vengono torte; il filo così ottenuto viene avvolto sul fuso del filatoio. - Pagina 6 di 13 - Roccatura: i fusi di filato prodotti dal filatoio vengono svolti dalla roccatrice e riavvolti sotto forma di rocca che solitamente è di forma troncoconica. Nel corso dell'operazione, il filo viene controllato e vengono eliminate le imperfezioni ed i difetti. ---o--2. Lino Il lino è una fibra composita ricavata dal fusto del Linum usitatissimum (lino) composta per circa il 70% da cellulosa. Il numero di fibre presenti nella corteccia di una singola pianta può variare da 20 a 50. Proprietà Le proprietà del lino sono: • Anallergico e traspirante: non provoca allergie se messo a contatto con la pelle, assorbe l'umidità e lascia traspirare la pelle; pertanto è indicato per la confezione di capi estivi, lenzuola, tovaglie, asciugamani e fazzoletti. • Resistente: soprattutto se bagnato, può essere lavato molte volte senza alterarsi, cosa importantissima per i capi di abbigliamento e di uso quotidiano che richiedono lavaggi frequenti. - Pagina 7 di 13 - • • Poco elastico: ha bassissima elasticità, pertanto i tessuti in lino non si deformano. Inoltre non disperde fibre, per cui, se è usato come canovaccio in cucina, non lascia peli su piatti e bicchieri. Lavorazione Le fasi di lavorazione per ottenere il filo di lino (detto filato), sono: • Raccolta: il ciclo di crescita del lino è molto breve, circa cento giorni: si semina fra la metà di marzo e la metà di aprile, cresce tra aprile e maggio, tra giugno e luglio c’è la fioritura, il raccolto avviene alla fine di luglio. Un tempo si faceva a mano, piantina per piantina, estirpandola con le radici, per conservare la massima lunghezza delle fibre e per non rovinare i semi. • Battitura: con essa si separano i semi dal fusto della pianta. Con i semi si ottengono olio di lino, attraverso la spremitura con il torchio, unguenti cosmetici e medicinali. • Maceratura: i fusti sono posti a macerare in acqua corrente per quindici giorni, per evitare marcescenze. Asciugatura: i fusti vengono fatti essiccare al sole o artificialmente. Maciullatura: gli steli essiccati e riuniti in piccoli fasci sono frantumati con speciali • • - Pagina 8 di 13 - • • • • attrezzi di legno, le “gramole”, azionati a mano o meccanicamente, che schiacciano e frantumano la parte legnosa. Scotolatura: asportati i frantumi legnosi e separate le fibre, gli steli di lino vengono battuti con spatole (“scotole”) di legno per scoprirne le fibre (dalle 30 alle 50 fibre tessili per ogni stelo) Cardatura: ha lo scopo di sgrovigliare le fibre e di porle parallelamente le une alle altre sulla carda (cilindro munito di punte metalliche). Le fibre lunghe sono destinate alla filatura e alla tessitura di stoffe di pregio, con le fibre più corte e spezzate si fanno tessuti più grezzi (sacchi o strofinacci); lo scarto fibroso, la “stoppa”, è usato per imbottire stivali, per avvolgere i tappi delle botti, per la produzione di carta e anche per tappare buchi. Bollitura: la matassa viene bollita con lo scopo di ammorbidirla, sbiancarla e assottigliarla. Filatura: la fibra viene trasformata in filato. La filatura può avvenire a secco, ottenendo un filato più grossolano, oppure a umido, con un filo più adatto a tessuti di pregio. ---o--- - Pagina 9 di 13 - FIBRE TESSILI ANIMALI Le più importanti fibre naturali di origine sono certamente la lana e la seta. 1, Lana La lana è una fibra tessile naturale che si ottiene principalmente dal vello di ovini (pecore e di alcuni tipi di capre). Si può però utilizzare anche il pelo di conigli, cammelli e alcuni tipi di lama. La lana si ottiene attraverso l'operazione di tosatura, ovvero taglio del pelo, che per le pecore, avviene in primavera. La lana che si viene ad ottenere viene definita lana vergine. Proprietà Le proprietà della lana sono: • Morbidezza: è morbida al tatto; • Elasticità: se tirata, si deforma facilmente, riprendendo la forma iniziale; questo rende molto confortevoli i capi in lana; • Igroscopicità: assorbe l'umidità, e quindi nache il sudore; questo la rende particolarmente confortevole a contatto con la pelle; • Elevata termocoibenza: la lana è un cattivo conduttore del calore, questo la rende adatta a confezionare capi di abbigliamento che isolino dal freddo, e quindi indicati per il periodo invernale; il tessuto di lana non solo isola dal freddo ma anche dal caldo; infatti, alcune popolazioni africane la usano di giorno per ripararsi dal caldo e la sera dal freddo. • Scarsa resistenza alle sollecitazioni meccaniche • Discreta resistenza alla fiamma: la lana brucia con difficoltà; i tessuti in lana offrono una discreta protezione dal fuoco, seppur non paragonabile con i moderni terssuti antifiamma sintetici (Nomex). - Pagina 10 di 13 - Lavorazione Le fasi di lavorazione per ottenere il filo di lana sono: • Tosatura: separazione del vello dal corpo dell'animale con tosatrice manuale o meccanica. Si ottiene lana saltata se l'animale è stato lavato, lana sucida se non ha subito la prima fase. • • • • • • Cernita: dal vello intero si separa la lana delle spalle e dei fianchi (fine e lunga), della schiena (corta e ruvida) e del ventre (corta e debole). Lavaggio della lana: con ripetuti lavaggi in acqua tiepida con sostanze sgrassanti e detergenti la lana viene pulita e sgrassata. Dall'acqua sporca di scarico si estrae il grasso puro, lanolina, impiegata nell'industria chimica e farmaceutica. Asciugatura: effettuata con aria calda. Cardatura e pettinatura: Per il ciclo pettinato la lana viene subisce l'operazione di cardatura che consiste nel liberare dalle impurità, districare e rendere parallele le fibre tessili, al fine di permettere le successive operazioni di filatura. successivamente si ha la pettinatura che consiste nell'ordinare le fibre tessili dopo che sono state cardate. Stiro: il nastro viene trasformato in "stoppino". Filatura: con energica torsione lo stoppino si trasforma in filato resistente, omogeneo e - Pagina 11 di 13 - • • continuo. Ritorcitura: si effettua ritorcendo insieme un certo numero di fili. Il filo ritorto ha maggiore resistenza. Roccatura: i filati avvolti in rocche sono pronti per le lavorazioni successive. ---o--2. Seta La seta è una fibra prodotta da un animale con la quale si possono ottenere tessuti tendenzialmente pregiati. La seta viene si ottiene dal bozzolo prodotto da bachi da seta. Si narra che la nascita della bachicoltura si debba all'imperatrice cinese Xi Ling Shi, ma probabilmente la lavorazione della seta si conosceva in Cina già nel 3000 a.C. La crescente domanda per i prodotti in seta ha reso questa fibra una delle merci più importanti per il commercio internazionale fino a raggiungere l'industrializzazione della sua produzione. - Pagina 12 di 13 - Proprietà Le proprietà della seta sono: • Finezza: la seta ha un bassissimo spessore che le conferisce leggerezza e comodità • Resistenza: la seta è la fibra naturale più robusta che si conosca, inoltre ha un'elevata resistenza alle deformazioni • Cattivo conduttore del calore: buon isolante, caldo d'inverno e fresco d'estate • Aspetto: la seta possiede brillantezza e lucentezza • Buon comportamento alla tintura: la seta assorbe i coloranti molto bene (pittura su seta, colorazioni) Lavorazione Le fasi di lavorazione per ottenere il filo di seta sono: • Spelaiatura: i bozzoli vengono separati dalla spelaia (la prima bava del baco); • Cernita: ha lo scopo di separare, a seconda della grandezza e della qualità, i bozzoli eliminando quelli difettosi. Questa operazione viene eseguita con l’aiuto di crivelli (una specie di setacci) regolabili che lasciano passare i bozzoli delle differenti grandezze: • Rammollimento, macero e spazzolatura: i bozzoli vengono rammolliti in acqua bollente e sottoposti a sfregamento tramite una spazzola rotante. • Raschiatura: i cascami di seta che si trovano in superficie vengono eliminate; • Scopinatura: viene agganciato il capo (capofilo o capobava) dei bozzoli; • Dipanatura: i bozzoli vengono dipanati (ossia svolti), da quatto ad otto alla volta; i fili si attorcigliano l‘uno all’altro; la sericina salda i differenti fili in uno solo e si ottiene così il filo di seta grezza che presenta una sezione migliorata anche sotto l’aspetto della regolarità. • Torcitura: evita che il filo di seta si aggrovigli oltre migliorarne la forza; • Roccatura: i filati avvolti in rocche sono pronti per le lavorazioni successive. Prof. Paolo Laveroni – 2015 - Pagina 13 di 13 -