Meningite: giovane ragazza morta a Milano, via alla profilassi

Transcript

Meningite: giovane ragazza morta a Milano, via alla profilassi
Meningite: giovane ragazza
morta a Milano, via alla
profilassi precauzionale.
A causa della morte per meningite di una studentessa di
Chimica della Statale di Milano avvenuta al Niguarda
sono state sottoposte a profilassi precauzionale 120
persone.
A confermarlo è l’ATS Metropolitana, che sottolinea che
non c’è un allarme in corso per la popolazione. Lo
scorso luglio era deceduta un’altra ragazza, sempre per
meningite, che frequentava lo stesso laboratorio
universitario. Secondo gli esperti dell’ATS, però, tra i
due casi non ci sarebbe alcun nesso: gli specialisti
stanno comunque analizzando i campioni di meningite
delle due ragazze.
“Non c’è alcun allarme meningite a Milano”: a
confermarlo all’ANSA è Giorgio Ciconali, responsabile
dell’Igiene Pubblica della Ats Metropolitana, in seguito
al caso di una ragazza di 24 anni morta ieri
all’Ospedale Niguarda dopo aver contratto la patologia.
La meningite, spiega Ciconali, “è purtroppo una malattia
che ogni tanto si ripresenta, per fortuna con numeri
relativamente bassi. E’ ovvia la preoccupazione nelle
persone quando il decesso avviene in una ragazza di 24
anni, e pochi mesi dopo che un’altra ragazza, che
lavorava nello stesso laboratorio dell’Università
Statale di Milano, era deceduta per la stessa causa. Ma
si tratta di un fatto abbastanza eccezionale, che ha
stupito anche noi: al momento, comunque, non ci sono
elementi per legare i due casi”.
In queste ore, gli esperti dell’Ats sono alla Facoltà di
Chimica della Statale, dove la ragazza lavorava, “per
parlare studenti e fare loro la profilassi. Sono state
raggiunte in tutto 150 persone: alcune erano già andate
spontaneamente in farmacia per richiederla, o al Pronto
Soccorso dell’Ospedale Niguarda; per 80 persone
l’abbiamo somministrata direttamente noi”. Per circa 30
persone, inoltre, non è stato necessario fare alcuna
profilassi, “perché parlando con loro – conclude
Ciconali – abbiamo stabilito che non avevano avuto una
frequentazione stretta o contatti prolungati con la
ragazza, e quindi per loro non era necessaria alcuna
cura”.