Cartella Stampa - Slow Food International
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Cartella Stampa - Slow Food International
Un evento di CA R TE LL A S TA M PA Unisciti a noi per cambiare il futuro del cibo e dell’agricoltura #WFTP In collaborazione con Official Partners #meetthefarmer www.wefeedtheplanet.com Con il patrocinio di La cartella stampa di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet è realizzata con il carattere Font ad alta leggibilità: eccellente per i dislessici, ottimo per tutti. www.easyreading.it Ufficio Stampa Slow Food Italia - Alessia Pautasso, 342 864 1029 [email protected] - Andrea Cascioli, 0172 419 754 [email protected] Terra Madre Giovani – We Feed the Planet Riuniti a Milano gli eroi del futuro Finalmente ci siamo, Terra Madre Giovani – We Feed the Planet è realtà. L’evento, organizzato da Slow Food, Slow Food Youth Network, Fondazione Terra Madre e Università di Scienze Gastronomiche, in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Città di Milano, alza il suo sipario. Official Partner dell’evento sono UniCredit Foundation, Unaproa, Coldiretti Giovani Impresa e Lavazza. Un programma fittissimo attende i 2500 giovani agricoltori, pescatori, casari, allevatori, studenti e chef provenienti da 120 Paesi per una quattro giorni di dibattiti, momenti di scambio, approfondimenti e workshop tematici. Un’occasione unica per discutere il futuro del nostro cibo cercando soluzioni concrete per nutrire il pianeta in modo sostenibile, con un occhio di riguardo alla salvaguardia della biodiversità e alla lotta contro lo spreco alimentare. L’evento ha come palcoscenico lo spazio polifunzionale Superstudio Più (via Tortona 27), che sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 ospita le conferenze e gli incontri dei delegati, e il Mercato Metropolitano (via Valenza 2), vero cuore della manifestazione, in cui i giovani di Terra Madre e la città di Milano si incontrano in una serie di eventi serali. Entrambi i luoghi sono nel cuore di Milano, a pochi passi dalla stazione di Porta Genova. Martedì 6 ottobre si presentano le conclusioni di Terra Madre Giovani a Expo 2015, dove, dopo una colorata marcia lungo il Decumano, i giovani delegati concludono l’evento nello spazio Slow Food, prima di visitare i padiglioni del proprio Paese di appartenenza. L’evento Terra Madre Giovani – We Feed the Planet è stato realizzato con il contributo dei molti sostenitori che hanno partecipato alla raccolta fondi lanciata sul sito www.wefeedtheplanet.com per garantire il diritto al viaggio a molti delegati provenienti dal Sud del mondo, e con tutti coloro che hanno messo a disposizione la propria casa per ospitare un giovane durante l’evento. I numeri di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet 2500 partecipanti da 120 Paesi tra cui 160 chef 80 pescatori 450 studenti 100 pastori/allevatori 500 contadini 1000 tra attivisti, accademici ed esperti Ospitalità 1114 posti letti totali messi a disposizione tra cui 300 posti letto messi a disposizione dalle famiglie 300 posti letto messi a disposizione dal Comune di Milano 284 posti letto nelle province di Milano, Varese, Monza, Como 50 posti letto messi a disposizione dal Comune di Rozzano 50 posti letto messi a disposizione dalle Parrocchie della città di Bergamo 30 posti letto messi a disposizione dal Comune di Vigevano 100 posti letto messi a disposizione dalle associazioni del territorio e realtà locali Terra Madre Giovani: una svolta politica Petrini: «Questi ragazzi torneranno a casa con una nuova autostima» «È impensabile cercare le soluzioni per nutrire il pianeta in modo sostenibile senza coinvolgere chi ogni giorno coltiva i campi e produce il cibo per tutti noi. Nonostante i riflettori del mondo siano puntati su Expo 2015 e sull’Italia, mettendo proprio il sistema alimentare al centro della scena, noi crediamo non sia stata garantita loro una giusta presenza all’interno del dibattito». Così Joris Lohman, presidente dello Slow Food Youth Network, riassume le motivazioni che hanno portato alla decisione di organizzare Terra Madre Giovani – We Feed the Planet, che definisce «un evento unico nel suo genere». E non solo perché per molti di questi giovani si tratta del primo viaggio della loro vita, ma perché dà loro la possibilità reale di confrontarsi e affrontare problemi concreti. «È fondamentale abbattere le barriere tra i diversi settori, tra chi produce e chi distribuisce il cibo, tra i rappresentanti politici e chi si sporca le mani ogni giorno», continua Joris. Nonostante tutte le promesse fatte in passato, è ormai chiaro che l’attuale sistema alimentare non è in grado di garantire l’accesso al cibo a tutti in modo equo. «Ecco perché dobbiamo ascoltare ciò che questi ragazzi ci dicono, confrontarci con loro e far sì che le loro voci siano ascoltate e prese in considerazione a tutti i livelli». Aggiunge Carlo Petrini, presidente di Slow Food: «Con questo evento portiamo avanti la grande tradizione di Terra Madre: persone provenienti da ogni angolo del globo che, oltrepassando ostacoli linguistici e culturali, si confrontano scambiandosi consigli e gettando i semi di nuovi progetti. Incontri che permettono loro di tornare alle loro case con una nuova energia e la sensazione di appartenere a una grande famiglia che lotta per gli stessi ideali». E conclude: «Ora è tempo di dare le redini in mano alle giovani generazioni, perché saranno loro a portare avanti le tradizioni ancestrali dei nostri padri e a coniugarle con nuove tecniche e innovazioni. Per il nostro bene e quello del pianeta abbiamo la responsabilità di sostenere questi ragazzi, i veri eroi che si batteranno negli anni a venire per un cibo buono, pulito e giusto». Molti i Partner che hanno partecipato e creduto a questo evento, così importante per delineare la politica alimentare del futuro. «La cultura dell'accoglienza è nelle nostre radici. Terra Madre, Fondazione Cariplo e Slow Food lavoreranno insieme per realizzare questa stupenda iniziativa e raggiungere un obiettivo ambizioso: accogliere e ospitare i contadini di tutto il mondo; ambizioso non solo in termini di numeri, e quindi consentendo a più persone possibili di partecipare; ambizioso perché il successo di questa edizione di Terra Madre Giovani - We Feed the Planet deve poter contare sulla forza della filantropia, fatta da ciascuno di noi, da chi la vive come una missione, come Fondazione Cariplo, fino a chi come i tanti testimonial che hanno già aderito, deciderà di dare il proprio contributo, grande o piccolo che sia», dichiara Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo. «Alla fine, avremo la conferma di quanto l'accoglienza verso queste persone restituirà molto di più di quanto avremo dato: costruirà ponti, relazioni, amicizie; permetterà scambi di esperienze e di visioni che ruotano tutte intorno alla Madre Terra. La filantropia e Fondazione Cariplo sono impegnate per l'agroalimentare. Noi faremo la nostra parte, chiediamo anche agli altri una mano. Filantropia e Terra Madre è davvero un binomio azzeccato». «La Compagnia di San Paolo collabora con Terra Madre, Slow Food e Fondazione Cariplo per sostenere We Feed the Planet, iniziativa che permette di accogliere a Milano migliaia di giovani piccoli produttori, il reale motore di sviluppo del nostro pianeta. Oltre cinquecento milioni di aziende agricole di piccole dimensioni e a conduzione familiare producono, in tutto il mondo, il cibo che ci sfama. Nel paesi in via di sviluppo l'agricoltura familiare provvede all'80% del fabbisogno. È quindi fondamentale che i giovani contadini, pescatori, allevatori, di ogni parte del mondo siano coinvolti nella discussione sul futuro dell’agricoltura e del cibo», dichiara Luca Remmert, presidente della Compagnia di San Paolo. Le conclusioni di questa tre giorni di dibattiti e confronto sono presentate il 6 ottobre proprio all’interno di Expo 2015, con un documento che racchiude l’anima di Terra Madre Giovani: un connubio di idee, tecnologia, testimonianze e progetti. Terra Madre Giovani: la voce ai protagonisti Contadini, cuochi, pescatori e casari da tutto il mondo, ognuno con le sue storie, la sua cultura, la sua visione del mondo. A Milano si incontrano e cercano insieme le soluzioni per nutrire il pianeta. Ma chi sono davvero i protagonisti di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet? Incontriamoli insieme. «In Uganda, dove oltre l’85% degli agricoltori produce su piccola scala, permettere la distruzione delle conoscenze indigene attraverso politiche sfavorevoli ai piccoli produttori e attraverso il land grabbing sistematico da parte di Stati stranieri e colossi agroindustriali equivale a dare alle fiamme le nostre biblioteche, significa perdere la nostra memoria e le nostre tradizioni», racconta Edie Mukiibi, giovane agronomo e vice presidente di Slow Food, che lavora ogni giorno con le comunità locali per promuovere un’alimentazione sana, sia con il progetto dei 10.000 Orti in Africa che con la creazione di radio comunitarie locali. «Nel 2008 ho partecipato al mio primo meeting di Terra Madre a Torino, ed è stata un’esperienza incredibile. Venire a contatto con persone che, pur provenendo dai quattro angoli del pianeta, condividevano i miei dubbi e le mie preoccupazioni e si trovavano a fronteggiare problemi molto simili ai miei mi ha aperto gli occhi. Lì ho capito che tutti insieme possiamo davvero fare la differenza». Appena diplomato, Nicola Del Vecchio decide di lasciare il suo Molise per trasferirsi in provincia di Cuneo, scommettendo sulla nuova Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, per poi decidere di tornare alla sua regione: «Chi come me decide di dedicarsi alla terra non può tenere lo sguardo basso sul proprio pezzettino, è fondamentale aprirsi verso le altre comunità locali, confrontandosi e imparando ogni giorno da chi ha gli stessi problemi, anche in aree del mondo diverse. Questo è l’insegnamento più importante che ho imparato dalla rete di Terra Madre». Fiume in piena, oltre alla coltivazione e all’allevamento, Nicola sta mettendo in piedi un caseificio, ha ideato un micro-birrificio che produrrà birra da grani antichi coltivati in azienda, e sta ristrutturando un forno a paglia che diventerà forno sociale. Nella regione del Sertanejo, nella parte nord orientale del Brasile, l’avvicendarsi delle stagioni non è solo una questione di calendario: si tratta dell’alternarsi di scarsità e abbondanza, di frustrazione e gioia, di sconfitte e speranze. È qui che vive Francisco Melo Medeiros, cresciuto in sintonia con i ritmi della natura. «Un giorno decisi di scambiare due galline per la mia prima arnia di api jandaira. Quell’anno le api mi diedero mezzo litro di ottimo miele, ma poi durante la stagione secca scapparono. Ne fui deluso, ma decisi di imparare a prendermene meglio cura con l’aiuto di alcuni anziani apicoltori che mi hanno trasmesso il mestiere e la passione per questi incredibili animali». Ora Francisco coltiva seguendo il metodo biologico e produce il miele delle tipiche api senza pungiglione. Inoltre, «con altri giovani della comunità, abbiamo dato il via all’Associazione dei Giovani Agro-ecologisti Amici del Cabeço, per dare voce alle necessità di chi lavora la terra con rispetto, di chi crede con determinazione che una convivenza con il clima semi arido di questa zona sia possibile». Concludiamo il nostro giro del mondo in Thailandia, dove incontriamo Lee Ayu, giovane originario di Maejantai, un piccolo villaggio immerso in un parco naturale e abitato dalla tribù indigena degli Akha. Dopo la laurea Lee decide di tornare al suo villaggio e impegnarsi per fare in modo che anche gli altri ragazzi abbiano la possibilità di studiare. La sua attenzione è attirata dalla sottovalutata pianta del caffè, a cui la sua comunità non si era mai dedicata: «Oggi siamo più di venti, il nostro caffè continua a migliorare e a diffondersi nel Paese, e stiamo cominciando a ricevere qualche riconoscimento internazionale», racconta. «La situazione economica del villaggio sta lentamente ma costantemente migliorando, e i bambini che possono andare a scuola oggi sono già molti più che in passato. Sono sicuro che l’istruzione e lo scambio culturale siano la linfa del futuro, e dopo la mia esperienza come delegato di Terra Madre nel 2014 non vedo l’ora di partecipare all’evento di ottobre sapendo che ognuna di queste esperienze apre le nostre menti a nuove idee e nuove ispirazioni». Milano ospita Terra Madre Giovani “Venite senza paura, noi vi tenderemo la mano, tutto il mondo è paese e siamo d’accordo, ma Milano è la grande Milano!”. Questo il verso conclusivo di O mia bela madunina, canzone simbolo di Milano, che meglio sintetizza lo spirito con cui Slow Food ha chiesto ai milanesi di ospitare a casa propria i giovani contadini che sono arrivati a Milano per partecipare a Terra Madre Giovani – We Feed the Planet. «Ospitandoli durante l’evento sarete sorpresi dalla loro gioventù e dalla loro curiosità», ha sottolineato Carlo Petrini, presidente di Slow Food. E Milano, ma non solo, ha risposto con un’inaspettata generosità all’appello della Chiocciola: oltre ai 300 posti letto messi a disposizione dalle famiglie, sono molte le associazioni e le realtà che hanno contribuito a sensibilizzare i loro contatti, permettendo così di garantire l’ospitalità a 1114 delegati durante l’evento. Tra questi, 284 giovani sono ospitati nelle province di Milano, Varese, Monza e Como, 50 nel Comune di Rozzano, 30 nel Comune di Vigevano e altri 50 nelle Parrocchie della città di Bergamo, oltre a tutte le strutture private e le organizzazioni che hanno dato la loro disponibilità. «Occuparsi delle conseguenze dei cambiamenti climatici, della lotta alla desertificazione e alle disegualianze passa anche dalle buone pratiche che le grandi città possono mettere in atto e dal lavoro di rete con tutti i soggetti del Terzo Settore che contribuiscono alla creazione di una diversa cultura sociale – dichiara Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute della città di Milano -. Le città giocano un ruolo fondamentale perché proprio qui si creano i modelli di welfare e gli stili di vita che costituiscono un passo concreto verso il cambiamento. Ospitare Terra Madre Giovani significa quindi non solo dare ‘accoglienza’ ma farlo scommettendo sul valore di chi verrà a Milano, sulla qualità delle biografie dei giovani contadini del mondo, sulla bellezza di storie con cui intendiamo misurarci». «La disponibilità all‘accoglienza e all‘ospitalità vuole essere il segno della nostra grande voglia di ascolto, di confronto reciproco, per imparare a costruire quel futuro del pianeta che Expo 2015 ci pone di fronte agli occhi come oggetto della nostra responsabilità e delle nostre decisioni», aggiunge Mons. Dr. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale. Molte le personalità che hanno immediatamente dato la loro disponibilità a ospitare un giovane dal 3 al 6 ottobre, come il giornalista Gad Lerner: «Non so ancora se gli offriremo un hummous delle mie origini, le trenette al pesto di mia moglie genovese, o gli agnolotti al plin monferrini della nostra patria d’adozione piemontese…ma so di certo che dai giovani contadini che avremo la fortuna di ospitare riceveremo sapienza e umanità, riempiendo di significato il piacere della conoscenza e dell’incontro. L’Expo 2015 è ancora in cerca di un’anima ma, contro le apparenze, Milano dimostrerà di averne una grande e accogliente». Non da meno l’attrice Lella Costa: «Che cosa significhi veramente nutrire il pianeta l'ho imparato molto prima di Expo, grazie a Slow Food e Terra Madre. Che solo i saperi, la passione, la tutela e la libertà dei contadini siano in grado di salvarlo, il pianeta, è una verità cruciale che sarebbe stupido, oltre che autolesionista, continuare a ignorare. Per questo mi onora e mi commuove che la mia città accolga i più giovani tra i contadini di tutto il mondo, e lo faccia aprendo le proprie case e mostrando quel cuore lombardo, sobrio e generoso». Ma non finisce qui: anche Alviero Martini, Claudia Mori e Adriano Celentano, Kean Etro, Moni Ovadia, Stefano Boeri, Daria Colombo e Roberto Vecchioni, solo per citarne alcuni, apriranno le loro case ai giovani contadini in arrivo a Milano. Si ringraziano la Diocesi di Milano, l’assessorato alle Politiche sociali e Cultura della salute del Comune di Milano e i Comuni limitrofi che hanno reso possibile la realizzazione dell’evento. Terra Madre Giovani – We Feed the Planet ecco il programma Conferenze, hackaton, workshop: oltre 50 conferenze in programma Il primo appuntamento nel programma si chiama non a caso “kick-off”, ed è il vero calcio d’inizio a Terra Madre Giovani – We Feed the Planet, che per 4 giorni riunisce sotto il cielo di Milano migliaia di giovani pronti a raccontare la propria storia, confrontarsi e cercare soluzioni ai problemi che ogni giorno si trovano costretti ad affrontare. Dopo un iniziale benvenuto, è nella suggestiva cornice del Mercato Metropolitano che il 3 ottobre alle ore 18,30 Carlo Petrini taglia simbolicamente il nastro della manifestazione, coinvolgendo i giovani contadini, le famiglie che li ospitano e i molti milanesi presenti in un’originale Disco Soup. Sul palco anche il Ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, il vicesindaco di Milano Francesca Balzani, il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti, la rappresentante della Rete Giovani del Sudafrica Zayaan Khan e il conduttore radiofonico Massimo Cirri di Rai Radio2. Riprodotta con successo in molte città, da New York a Berlino, da Madrid a São Paulo, la Disco Soup incarna i valori da sempre cari all’associazione della chiocciola. La verdura invenduta dai mercati e dalla grande distribuzione perché non risponde ai criteri di perfezione richiesti dal mercato è trasformata fino a diventare un’ottima zuppa fumante, condivisa con i presenti per stimolare la riflessione su tematiche di grande attualità come lo spreco alimentare. Il tutto, ovviamente, al suono della musica di Radio2 mixata dal dj Carlo Pastore, altrimenti che Disco Soup sarebbe? Domenica 4 e lunedì 5 ottobre il fitto programma riservato ai partecipanti a Terra Madre Giovani prevede oltre 50 appuntamenti tradotti in quattro lingue e dedicati ai cinque grandi temi al centro del dibattito, stimolati da conferenze tematiche, workshop, laboratori e seminari. Molte le domande a cui cercare risposte concrete, tra cui: Innovazione: come produrre il cibo in futuro? Equità: come ridistribuire il potere decisionale in maniera uniforme? Patrimonio: come preservare il patrimonio alimentare? Comunicazione: come individuare le migliori strategie di comunicazione per il cambiamento? Beni comuni: come immaginare una nuova strategia per i beni comuni? Ad accompagnare le riflessioni un parterre di relatori d’eccezione: il teorico della decrescita Serge Latouche, l’economista Raj Patel e la pioniera del cibo biologico Alice Waters, oltre al fondatore e presidente di Slow Food Carlo Petrini. Sotto i riflettori tematiche quali l’ocean grabbing, il rapporto tra sistema alimentare globale e flussi migratori, il ruolo delle donne in agricoltura, la proprietà dei semi e il sistema commerciale internazionale. Oltre a Superstudio Più, alcuni workshop coinvolgeranno anche la sede di Italian Makers Village, il Fuori Expo di Confartigianato, e Cascina Cuccagna, il sustainability hub di Lavazza e Novamont. Molti i partner coinvolti nell’ideazione e la realizzazione dei workshop e dei seminari, tra cui Fao, Ifad, Fondazione ACRA, Oxfam, Agriterra e Nordic Food Lab & GREEiNSECT, solo per citarne alcuni. Non poteva mancare un’area lounge in cui fermarsi a chiacchierare, scambiarsi idee e libri da sfogliare, rilassarsi con una partita di ping pong, condividere i propri messaggi su una lavagna a disposizione di tutti e gustare un buon caffè. A questo si aggiungono poi proiezioni serali di film e incontri aperti al pubblico sempre organizzati al Mercato Metropolitano, che nelle tre serate offre ai giovani agricoltori provenienti da tutto il mondo cene a base di prodotti tipici. Momenti unici in cui i milanesi possono incontrare i giovani e conoscere le loro storie. Il sipario di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet si chiude il 6 ottobre a Expo 2015, quando alle ore 11,30 le migliaia di contadini presentano le loro conclusioni e le soluzioni concrete per nutrire il pianeta in futuro e danno vita a una festosa e colorata marcia lungo il Decumano fino allo spazio Slow Food. Si ringraziano i sostenitori e i partner che hanno reso possibile l’organizzazione logistica dell’evento, in particolare Sotral e Risteco per aver curato la preparazione e distribuzione dei pranzi per i delegati e Unaproa per le cene. Quattro giorni di grandi temi a Terra Madre Giovani Ocean grabbing, migranti, rapporto tra cibo e religione e diritti degli indigeni “We Feed the Planet” non è un semplice slogan. A Terra Madre Giovani Slow Food e la su Rete Giovane portano il sapere tramandato attraverso le generazioni, le competenze acquisite, l’istruzione e l’energia di 2500 giovani che hanno scelto il rispetto dell’ambiente e di chi lavora, la via dell’amore per tutto ciò che cresce, fino ad arrivare sulle nostre tavole. Non è certo la strada più facile nell’epoca in cui viviamo ed è per questo che c’è bisogno di ascoltare questi Eroi del futuro e di fornire loro gli strumenti teorici e pratici per portare avanti le mille forme dell’artigianato del cibo. Questo è il senso della quattro giorni di Milano, dove trova grande spazio la discussione su come attuare una gestione collettiva e democratica delle risorse primarie. In particolare, domenica 4 ottobre alle ore 12,15 si tiene la conferenza Rubare gli Oceani: l’Ocean Grabbing e Come Combatterlo (Superstudio Più, Yellow Room), dedicato alla gestione dei mari. Se infatti i beni comuni sono sempre più minacciati in ogni parte del mondo, gli oceani non fanno eccezione. La privatizzazione e la concentrazione delle quote di pesca ha consegnato a un pugno di flotte industriali l’accesso ai mari più pescosi, impoverendo la fauna ittica e mettendo in ginocchio la piccola pesca artigianale. Quale prospettiva, dunque, per la pesca di piccola scala negli anni a venire? Attraverso l’esperienza diretta di alcuni pescatori della rete di Terra Madre, come la cilena Anahì De Francesco e lo statunitense Spencer Montgomery, si delineano possibili interventi per ridare un futuro a questa attività e ai giovani che con caparbietà la portano avanti a ogni latitudine. Non si potrebbero affrontare i temi dell’equità e della distribuzione del potere senza approfondire una delle questioni che segnano maggiormente il momento storico in cui viviamo, quella delle migrazioni. L’attuale sistema alimentare ha un peso decisivo nell’avviare e nell’influenzare i flussi migratori, spesso provenienti dalle aree dell’Africa o del Sud Est asiatico dove le guerre, l’accaparramento della terra (land grabbing), l’imposizione delle monocolture e la privatizzazione delle risorse primarie costringono ampie fasce di popolazione a lasciare le proprie case per cercare un sostentamento altrove. Non solo: lo stesso sistema alimentare che favorisce le monocolture e permette il land grabbing finisce per alimentare lo sfruttamento degli immigrati nei Paesi di destinazione, con fenomeni di caporalato e di riduzione del lavoro agricolo a una moderna forma di schiavitù. Tutto questo, nella stessa giornata di domenica 4 alle ore 12,45, è al centro dell’incontro I Migranti nel Sistema Alimentare (Superstudio Più, Red Room), una ricognizione sui lati oscuri dell’attuale modello di produzione nell’agricoltura portata avanti insieme al magistrato antimafia Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, e alla presidente di Coldiretti Giovani Impresa Maria Letizia Gardoni. Ma il cibo è anche memoria vivente e ritualità quotidiana, un patrimonio che fa parte del bagaglio culturale, antropologico ed esperienziale che le comunità portano con sé, così come della loro dimensione spirituale. Una delle più intime connessioni che attraversano l’animo umano passa attraverso ciò che mangiamo: Cibo e Religione (Superstudio Più, Red Room) è appunto il tema della discussione delle ore 17,15 cui partecipano l’imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, il monaco Indu Hamsananda Giri e l’attore e musicista Moni Ovadia, esperto di cultura ebraica. Quattro ospiti speciali di altrettante comunità religiose, introdotti da Maria Chiara Giorda dell’Università Milano Bicocca, approfondiscono le origini e il senso di tabù, prescrizioni e tradizioni di consumo del cibo nelle diverse pratiche religiose. Nel corso dell’evento, dunque, si punta sull’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio di conoscenze legato al cibo, di modo che la trasmissione da una generazione all’altra non si interrompa nell’epoca della comunicazione virtuale. Un grande aiuto in questo compito ci viene da coloro che sono forse i custodi più antichi di questo insieme di conoscenze: gli indigeni. Sono loro i protagonisti dell’appuntamento Gastronomia Interculturale: Semi, Ingredienti e Valori Indigeni per un Futuro Sostenibile (Superstudio Più, Purple Room), nato per presentare la Rete dei Giovani Indigeni di Slow Food. Si tratta di una grande occasione per mettere in luce prodotti tradizionali, miti fondativi, semi ancestrali e conoscenze ecologiche dei sistemi alimentari nativi, alla presenza di oltre cento giovani delegati indigeni di ottanta etnie differenti, provenienti da quaranta Paesi di tre continenti. Gli eventi di Terra Madre Giovani - We Feed the Planet continuano all’Italian Makers Village (via Tortona 32), lo spazio “Fuori Expo” di Confartigianato, che ospita dalle 17,30 la presentazione del progetto europeo CAP, What’s Cooking?. L’iniziativa prevede una serie di appuntamenti culinari che si terranno nel corso del 2016 nelle aziende agricole di diversi Paesi, tra Polonia, Francia, Germania, Olanda, Scozia e Danimarca. Lo scopo della campagna, organizzata dal Gruppo di Bruges in collaborazione con Slow Food Youth Network e CEJA e finanziata dalla Direzione Generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale della Commissione Europea, è rendere la Politica Agricola Comune (PAC) più ‘appetibile’ per il grande pubblico. Le esperienze realizzate durante CAP, What’s Cooking? confluiranno infatti all’interno di un delizioso libro di ricette firmate dai vari chef locali, da provare a casa. La giornata di lunedì 5 è tutta all’insegna dell’interazione e della creatività: oltre ai vari workshop e incontri tematici per far crescere la rete nei vari Paesi, a cura dello Slow Food Youth Network, dalle 10 alle 16 c’è il grande hackaton di Terra Madre Giovani. Hacking the Future of Food (Superstudio Più, Yellow Room), co-organizzato da Hacka Global, Seeds & Chips e il Food Innovation Program, sfida i giovani agricoltori e professionisti del cibo a ideare e sviluppare in squadra le migliori soluzioni ai problemi del settore alimentare. Il team vincitore della competizione può presentare i suoi progetti a Expo Innovation Challenge e sviluppare una start-up in 72 ore con l’aiuto di brillanti tecnoimprenditori da tutto il mondo, che seguiranno per i successivi sei mesi l’incubazione dell’azienda. Operazione crowdfunding Donati 300.000 Euro Per la prima volta Slow Food organizza un evento ricorrendo al crowdfunding per garantire la presenza dei delegati provenienti dal sud del mondo. Con la campagna lanciata lo scorso maggio sul sito www.wefeedtheplanet.com infatti, l’associazione della Chiocciola e la sua Rete Giovane hanno chiesto il contributo di tutti per sostenere il diritto al viaggio dei giovani partecipanti all’evento. «Sono loro a produrre il cibo che ogni giorno troviamo sulla nostra tavola ma riflettiamoci un attimo: i giovani contadini africani hanno un reddito mensile di soli 50 Euro, per cui non si sarebbero mai potuti permettere un biglietto aereo verso Milano», racconta Joris Lohman, rappresentante dello Slow Food Youth Network e membro del comitato esecutivo di Slow Food Internazionale. «Nonostante l’ambizioso obiettivo sia stato solo parzialmente raggiunto, siamo molto soddisfatti di questo primo “esperimento”», continua Joris. «Grazie infatti alla generosità di molti sostenitori da oltre 30 Paesi, abbiamo raccolto 300000 euro, grazie ai quali 600 giovani possono partecipare all’evento». Secondo i calcoli di Slow Food, i costi di un volo da questi Paesi lontani sono stati stimati in 500 Euro. Alle donazioni corrispondevano numerosi rewards: dai territori della nuovissima App Slow Food Planet all’e-book di Carlo Petrini Loving the Earth, fino all’invito alla cerimonia di apertura di Terra Madre Giovani e alla statuina che rappresenta un produttore locale, simbolo della campagna di crowdfunding e realizzata a mano da un presepaio napoletano. La campagna di raccolta fondi è stata creata dall’agenzia Saatchi & Saatchi di Milano. Moltissimi anche i testimonials che hanno sostenuto il progetto con video emozionali, divertenti e sensibili ai temi affrontati: da Dario Fo ad Alice Waters, da Claudio Marchisio a Giobbe Covatta, da Luca Argentero a Philppe Daverio. Tutti i video sono disponibili su http://www.wefeedtheplanet.com/it/sostienici/ SUSSIDIARIETÀ , INNOVAZIONE , SOSTEGNO AL NONPROFIT Fondazione Cariplo, tra i principali organismi filantropici nel mondo ha raccolto la lunga tradizione di filantropia della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, un patrimonio costruito in più di 180 anni di storia. Dal 1991 - data della sua costituzione - ad oggi la Fondazione ha sostenuto oltre 25mila progetti realizzati da enti non profit, con erogazioni per un importo complessivo di 2,8 miliardi di euro. Cifre ragguardevoli, che mostrano il grande impegno della Fondazione nei suoi diversi settori di intervento: ad esempio, nel 2013 all’area Servizi alla persona sono stati destinati il 41% dei contributi, all’area Arte e cultura circa il 32%, alla Ricerca Scientifica il 19% circa, all’Ambiente il 8%, più contributi destinati ad altri settori. Una risorsa per aiutare le istituzioni sociali e civili a servire meglio la propria comunità La Fondazione si pone come obiettivo la sussidiarietà, senza sostituirsi ad altri soggetti, pubblici o privati; al contrario, vuole essere un “soggetto anticipatore”, in grado di trovare nuove soluzioni ai problemi di cui gli altri attori sociali non possono o non riescono a farsi carico. Il ruolo di Fondazione Cariplo è quindi quello di “corpo intermedio” della società, tra il pubblico e il privato, con la capacità di rispondere ai bisogni irrisolti. Attualmente la Fondazione finanzia, sulla base della valutazione delle richieste pervenute, circa mille progetti all’anno, ritenuti validi e coerenti con le strategie dettate dai documenti di indirizzo che orientano tutta l’attività erogativa. I DATI RIPORTATI SI RIFERISCONO AL BILANCIO 2013 www.fondazionecariplo.it via Manin 23 – 20121 Milano tel 02 62391 – e-mail [email protected] Un sostegno sempre più forte al territorio Da sempre attenta alle esigenze delle comunità locali, Fondazione Cariplo è impegnata nel supporto allo sviluppo territorio di locale del suo riferimento, la Lombardia più le province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola. Negli ultimi cinque anni l’ammontare delle erogazioni ha mantenuto un livello pressoché costante nonostante la crisi finanziaria, ed è anzi aumentato in quei settori, come la ricerca scientifica e l’ambiente, che storicamente incidevano di meno sul budget delle erogazioni. Segno di un impegno costante di Fondazione Cariplo a sostegno del terzo settore. La Fondazione ha anche avviato diverse iniziative per strutturare un’attività di valutazione dei progetti finanziati, una vera e propria innovazione per le Fondazioni, che costituisce un importante strumento per valutare l’efficacia degli interventi realizzati e per impostare le strategie future. La Fondazione ha percorso in questi anni un cammino di modernizzazione: oggi Fondazione Cariplo è dotata di precise strategie di intervento, al passo coi tempi, dotata di personale giovane e specializzato e di strutture e strumenti adatti a realizzare iniziative di moderna filantropia, per dare un futuro alle idee. Dalla strategia all’azione: quattro aree, tre obiettivi prioritari Per rispondere al meglio alle esigenze dei propri stakeholder, la Fondazione si è strutturata in quattro principali aree di attività, cui fanno capo anche specifici uffici di staff: ambiente, arte e cultura, ricerca scientifica e trasferimento tecnologico, servizi alla persona. Per il triennio 2014 – 2016, la Fondazione ha individuato tre priorità strategiche verso cui orientare la propria attività: i GIOVANI, la loro crescita e valorizzazione, il potenziamento della COMUNITA’ attraverso il rafforzamento della coesione, del welfare di comunità e dell’innovazione sociale, e il BENESSERE inteso come qualità della vita delle persone nelle tre dimensioni: fisico, sociale e ambientale, con particolare riguardo alle persone anziane e fragili. Su questi tre grandi temi, che sono già presenti ampiamente nelle sue attività, la Fondazione focalizzerà il suo impegno nei prossimi anni . I DATI RIPORTATI SI RIFERISCONO AL BILANCIO 2013 www.fondazionecariplo.it via Manin 23 – 20121 Milano tel 02 62391 – e-mail [email protected] POLITICHE SOCIALI 1/2 Compagnia di San Paolo per Terra Madre Giovani We Feed the Planet Coltiviamo il futuro dell’agricoltura e del cibo nel mondo La Compagnia di San Paolo è impegnata da diversi anni nella promozione dell’agricoltura sostenibile e nel sostegno di sistemi di gestione locale del cibo sia attraverso iniziative e progetti sul proprio territorio di riferimento, sia attraverso interventi di cooperazione internazionale. In particolare sul territorio torinese, piemontese e italiano, la Compagnia contribuisce, anche in collaborazione con Slow Food, a iniziative di sensibilizzazione su agricoltura e consumo del cibo sostenibili, progetti di promozione di sistemi locali di produzione e commercializzazione di prodotti agricoli di qualità, di inserimento lavorativo dei giovani in ambito rurale e alpino, di educazione alimentare e di supporto alle attività di agricoltura sociale. Sostiene inoltre da molti anni Terra Madre che rappresenta una occasione strategica per la discussione sulle politiche alimentari del futuro e per l’incontro tra cittadini, consumatori , produttori e decisori politici. Nell’ambito degli interventi di cooperazione internazionale, ha preso parte all’iniziativa Fondazioni4Africa, partnership economica e di progettazione partecipata per lo sviluppo rurale in Senegal e in Uganda, intrapresa dal 2008 al 2013 insieme a Fondazione Cariparma, Fondazione Cariplo e Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Oggi l’iniziativa Fondazioni for Africa Burkina Faso ne replica il modello di intervento, mettendo in campo ancora più risorse e attori: la Compagnia è attiva insieme ad altre 25 fondazioni italiane e in collaborazione con ACRI (Associazione delle Fondazioni e Casse di Risparmio italiane), per costruire un percorso comune e condiviso per il futuro del Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri al mondo, ma che ricopre un ruolo chiave nel processo di stabilizzazione dell’area saheliana. POLITICHE SOCIALI 2/2 L’obiettivo di garantire il diritto al cibo a 60.000 persone in Burkina Faso e costruire, nello stesso tempo, una nuova cultura della cooperazione tra Nord e Sud del mondo è perseguito attraverso il sostegno alle organizzazioni di produttori, la promozione dell’accesso al credito da parte dei piccoli produttori, il supporto a specifiche filiere agricole, il rafforzamento del ruolo della donna in campo agricolo e rurale. Si parla in particolare di questo tema, donne e agricoltura, durante il workshop organizzato da Fondazioni For Africa Burkina Faso, il 4 ottobre a Milano nell’ambito dell’evento We Feed The Planet. Inoltre, nelle iniziative Fondazioni4Africa Senegal e Fondazioni for Africa Burkina Faso, la Compagnia opera per promuovere anche il ruolo che le associazioni della diaspora possono giocare nello sviluppo sia dei territori e delle comunità di provenienza (Senegal, Burkina), sia di quelli di accoglienza, anche attraverso azioni nel campo agricolo e di produzione sostenibile del cibo. Attraverso l’iniziativa Formazione per lo Sviluppo, ha sostenuto, a partire dal 2009, il rafforzamento professionale di referenti di organizzazioni di produttori, esperti di microfinanza rurale, rappresentanti di associazioni della diaspora impegnati in meccanismi di sviluppo rurale integrato. In particolare, in collaborazione con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità e con la Fondazione Terra Madre, ha contribuito rispettivamente nel 2010 e nel 2012, alla creazione di percorsi formativi rivolti in prima battuta ai responsabili africani del progetto “Mille Orti in Africa” e successivamente a referenti nazionali e operatori locali degli orti dimostrativi e di comunità. Infine, a partire dal 2014, è partner attivo della rete di Fondazioni europee impegnate sui temi dell’agricoltura e del cibo sostenibile (EFSAF. European Foundations for Sustainable Agricolture and Food), che propone annualmente attività di approfondimento e dibattito sui temi dell’agricoltura familiare, dei sistemi sostenibili del cibo, della proprietà e uso della terra. All’interno di questa rete, la Compagnia insieme ad alcune fondazioni italiane, europee, africane e nord americane sta lanciando una nuova iniziativa nell’Africa dell’Ovest per sostenere e riconoscere il ruolo delle organizzazioni contadine in quattro Paesi di quell’area. UniCredit Foundation Official partner di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet L’evento che riunisce i migliaia di giovani, da 120 Paesi del mondo, che con il loro lavoro nutrono il pianeta 3 – 6 Ottobre 2015 Milano Superstudio Più (via Tortona 27) Mercato Metropolitano (via Valenza 2) Milano, 3 ottobre 2015 – UniCredit Foundation è Official partner di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet, presente a Milano dal 3 al 6 ottobre per portare l’attenzione sul futuro dell’alimentazione e dell'agricoltura, presentando esempi concreti di sviluppo sostenibile e decrescita contro malnutrizione, spreco, sfruttamento del lavoro e mercificazione del cibo. L’evento, organizzato da Slow Food, Slow Food Youth Network, Fondazione Terra Madre e Università di Scienze Gastronomiche, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Città di Milano, riunisce per la prima volta migliaia di giovani sotto i quarant’anni provenienti da 120 Paesi del mondo. Contadini, pescatori, allevatori, pastori, nomadi, indigeni e artigiani del cibo: coloro che fattivamente nutrono il pianeta ogni giorno. UniCredit Foundation si affianca a questa importante iniziativa che vede protagonisti soprattutto i giovani, sui quali, oggi più che mai, la fondazione sta concentrando gran parte delle sue risorse, sia in Italia che all’estero. UniCredit Foundation, che in tutte le sue attività premia l’innovazione e sostiene la capacità di fare network delle imprese ad impatto sociale, incentiva l’agire collettivo e consapevole, come strumento efficace per costruire un futuro migliore. “Migliorare il sistema alimentare è un obiettivo” ha detto Maurizio Carrara, Presidente UniCredit Foundation, “che riguarda la comunità internazionale, le nuove generazioni in primo luogo, e credo che i mezzi per attuare i cambiamenti più rivoluzionari si trovino proprio nel talento, nel senso di solidarietà, nelle idee, in tutte quelle risorse intangibili ma potenti che dimorano all’interno del tessuto sociale” Terra Madre Giovani – We Feed the Planet prevede conferenze tematiche, workshop, laboratori, seminari ed eventi serali, distribuiti sui tre giorni della manifestazione, che si suddivideranno tra il Superstudio Più e il Mercato Metropolitano per concludersi il 6 ottobre a Expo. *** UniCredit Foundation è la fondazione d’impresa costituita nel 2003 al fine di contribuire allo sviluppo della solidarietà e della filantropia nelle comunità e nei territori in cui opera, prioritariamente nelle aree geografiche in cui è presente UniCredit (17 Paesi, tra Europa e centro Asia). Attraverso il trasferimento di risorse economiche e di competenze gestionali tipiche dell’impresa, UniCredit Foundation sostiene progetti significativi per impatto sociale e innovazione, realizzati da organizzazioni non profit locali e nazionali. www.unicreditfoundation.org Ufficio Stampa: UniCredit Foundation Luca Mantoan Tel. +39 02 8862 0094 - Mob. +39 335 18 65357 [email protected] [email protected] Metafora Tel. +39 02 45 485 095 Sergio Vicario [email protected] Mob. +39 348 98 95 170 Agnese Borri [email protected] Mob. +39 339 56 27 569 MERCATO METROPOLITANO A Milano nel quartiere di Porta Genova, lo spazio di 15.000mq dedicato all’autentico cibo italiano che in pochi mesi ha conquistato il cuore di milanesi, turisti italiani e stranieri. Milano, 3 ottobre 2015 ‐ Mercato Metropolitano è l’innovativa realtà dedicata all’autentico cibo italiano che da maggio anima lo storico quartiere dei Navigli. Tra i progetti più interessanti e di successo nell’ambito di Expoincittà, Mercato Metropolitano è diventato in poco tempo un punto di riferimento per i milanesi e i turisti di passaggio. Il mercato sorge negli ex magazzini della ferrovia di Porta Genova, uno splendido esempio di archeologia industriale restituito alla città e ai suoi abitanti. L’ampio spazio al coperto ospita circa 2.000 prodotti tipici da acquistare o consumare direttamente sul posto: dal pane appena sfornato alla pasta fresca, dalla piadina romagnola al gelato artigianale, dalla focaccia all'hamburger di fassona, dal caffè appena tostato al fritto di pesce, fino alla trippa e alle ostriche. La colorata area esterna è invece interamente dedicata allo street food, alle tipicità regionali e ai prodotti di consorzi DOP e IGP. Mercato Metropolitano non è semplicemente un mercato di quartiere pensato per offrire prodotti freschi e di qualità a prezzi sostenibili ma è anche un luogo conviviale dove incontrarsi, fare la spesa, assaggiare, sperimentare e divertirsi. L’iniziativa, realizzata da UNAPROA, l’Unione che raggruppa 125 Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli, agrumari e di frutta in guscio presieduta da Ambrogio De Ponti, ha voluto portare a Milano i veri protagonisti dell’agroalimentare nella lunga stagione dell’Expo. E proprio i giovani agricoltori provenienti da tutto il mondo sono i protagonisti di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet, l’iniziativa dal respiro internazionale firmata Slow Food, che apre il 3 ottobre alle 18.30 al Mercato Metropolitano con un evento inaugurale alla presenza di Carlo Petrini. La serata proseguirà con un’originale Disco Soup, un mix di musica, buon cibo e divertimento che continuerà fino a notte fonda. Gli ospiti dell’evento potranno degustare a ritmo di musica una gustosa zuppa offerta da UNAPROA ed ispirata ai principi dei “5 colori del benessere”, marchio collettivo che garantisce la qualità, la provenienza e la rintracciabilità della frutta e della verdura italiana, ricordando l’importanza per la salute di consumare almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura di colori diversi. Domenica 4 ottobre sarà la volta della serata valtellinese: agli oltre 2.500 contadini provenienti da 120 paesi verranno offerti i pizzoccheri, il piatto più rappresentativo dei sapori della Valtellina. Lunedì 5 ottobre invece sarà la volta del risotto, tipica specialità lombarda. Si ringraziano le Organizzazioni di Produttori socie di UNAPROA Melavì e Asprofrut per la frutta offerta durante le serate. Orari: Lunedì – Giovedì dalle 11.00 alle 24.00 Venerdì e Sabato dalle 9.00 alle 01.00 Domenica dalle 9.00 alle 24.00 Sito: www.mercatometropolitano.com https://www.facebook.com/MERCATOMETROPOLITANO?fref=ts https://twitter.com/mercatometropol https://instagram.com/mercatometropolitano/ UFFICIO STAMPA: MN ITALIA Tel. 02 89015519 Francesca Maggiori – [email protected] +39 348 2836646 Lucia Angelici – [email protected] +39 348 2302556 Viviana Pepe – [email protected] +39 346 6600299 3 Ottobre 2015 TERRA MADRE: IN ITALIA MAGGIORANZA GIOVANI AGRICOLTORI IN UE L’Italia è probabilmente il paese Europeo con il maggior numero di giovani alla guida di imprese agricole con quasi 48mila giovani under 35 titolari. E’ quanto emerge da una analisi elaborata dai giovani della Coldiretti che hanno deciso di essere partner di Terra Madre Giovani per far conoscere il nuovo modello di sviluppo promosso nelle campagne italiane. Una partecipazione che vuole anche affermare il crescente interesse dei giovani italiani verso l’agricoltura secondo principi di eticità, qualità e legame con il territorio. Un fenomeno che è alla base del profondo processo di rinnovamento in atto nelle campagne, confermato dal fatto che quasi un’impresa agricola italiana su 3 è nata negli ultimi 10 anni. Un ritorno alla terra che i giovani di Coldiretti stanno cogliendo come una straordinaria opportunità di sviluppo economico personale e collettivo, una sostanziale riscoperta delle opportunità offerte dal mondo rurale interpretato in chiave innovativa, grazie soprattutto alla spinta venuta dalla Legge di Orientamento (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti, che ha aperto la strada all’agricoltura multifunzionale. Oggi il 70 per cento delle imprese under 35 opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo ma anche le attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. “In questo modo è stato possibile trasformare l’impresa agricola da mera produttrice di derrate alimentari in fulcro dell’economia dei territori producendo cibo, servizi rivolti alla tutela dell’ambiente, alla cura delle persone e della società creando, in modo particolare, nuove relazioni tra l’agricoltore e il cittadino consumatore” ha affermato Maria letizia Gardoni leader nazionale dei giovani della Coldiretti. Il risultato è che oggi l’agricoltura italiana è diventata la piu’ green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, a leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la piu’ vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati come avviene in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea. Non a caso, secondo una indagine della Coldiretti, le aziende agricole dei giovani possiedono, infatti, una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75 per cento della media (18.720 euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50 per cento di occupati per azienda in più. COLDIRETTI - 335 8245417 - 06 4682487 - [email protected] - www.coldiretti.it UNDER 40, DEPOSITARI DELLE TRADIZIONI E PROMOTORI DI INNOVAZIONI: GLI EARTH DEFENDERS SONO PROTAGONISTI A TERRA MADRE GIOVANI Il Calendario Lavazza 2016 “From Father to Son”, realizzato in collaborazione con Slow Food, è in vendita in edizione limitata per sostenere Terra Madre Giovani - We Feed the Planet. Il reportage fotografico di Joey L. scava nei riti e nei costumi della nuova generazione di Earth Defenders: moderni eroi della terra che, grazie agli insegnamenti dei padri, nutrono il pianeta in modo equo e sostenibile. Milano, 3 ottobre 2015 - Sono arrivati a Milano e sono tra i protagonisti dell’evento “Terra Madre Giovani - We Feed the Planet”. Sono i giovani Earth Defenders: uomini e donne under 40, depositari di antiche tradizioni e promotori del cambiamento. Sono i volti del Calendario Lavazza 2016 che, realizzato in collaborazione con Slow Food, è in vendita in edizione limitata proprio per sostenere il progetto Terra Madre Giovani - We Feed the Planet e contribuire allo sviluppo della Rete Giovani di Slow Food. Inoltre, è possibile schierarsi dalla parte dei giovani Difensori della Terra sui canali social con l’hashtag #EarthDefenders. È giovane anche il fotografo scelto per immortalare la nuova generazione di Earth Defenders: il 26enne canadese Joey L.. Così il Calendario Lavazza 2016 “From Father to Son”, realizzato con la direzione creativa di Armando Testa, rappresenta la naturale evoluzione dei ritratti africani di Steve McCurry (Calendario Lavazza 2015) e scava, attraverso i 13 scatti di Joey L., nei riti e nei costumi della nuova generazione di Earth Defenders nel Centro e nel Sud America. Sono giovani uomini e donne immortalati insieme ai loro “padri”, che ogni giorno - proprio grazie agli insegnamenti che si tramandano da generazioni - difendono la biodiversità, le piante e le coltivazioni senza sprecare risorse, a beneficio della comunità locale. “Innovazione nel rispetto della tradizione. È la ricetta di migliaia di giovani contadini che, in Sud America come in Africa e in tutto il mondo, hanno accettato il testimone dei padri e ora tengono stretto tra le loro mani il futuro della nostra terra. Come Lavazza siamo fieri - dichiara Francesca Lavazza, Direttore Corporate Image dell’Azienda - di essere impegnati, insieme a Slow Food, al fianco di questi moderni eroi della terra, in un progetto che va oltre la fotografia e che, grazie al nostro Calendario, si fa portavoce di un messaggio sociale dalla grande portata. Che coltivino fagioli, che raccolgano sale, peperoncino o caffè, poco importa: i giovani Earth Defenders ci insegnano, grazie agli scatti di un altro giovane, il fotografo Joey L., che è possibile nutrire il pianeta in modo equo e sostenibile, senza sprecare risorse, favorendo anche lo sviluppo economico delle comunità locali”. Lavazza e Slow Food invitano tutti i cittadini a schierarsi dalla parte dei giovani Earth Defenders: sarà infatti possibile acquistare il Calendario Lavazza 2016 in edizione 1 limitata (online su slowfood.it e presso il Padiglione Slow Food in Expo, Eataly Smeraldo e Cascina Cuccagna a Milano) o contribuire sul sito Calendar2016.lavazza.com per sostenere il progetto Terra Madre Giovani - We Feed the Planet. “Dobbiamo tornare alla terra: riprendere in mano la zappa - spiega Carlo Petrini, Presidente e Fondatore di Slow Food - e indossare nuovamente i gambali per andare a pesca, arare terreni abbandonati, riscoprire razze autoctone e varietà locali. È un ritorno che parla di partenza: un guardare indietro per trovare una strada nuova, creativa e soddisfacente. È questo che oggi ci insegnano i giovani Earth Defenders in Sud America, come in Africa e in tutto il mondo: preservare ciò che arriva dal passato per immaginare domani una promessa di qualità. Ecco perché chiamarli a raccolta a Milano, durante EXPO, era quasi un nostro dovere. Sono fiero che abbiano risposto all’appello 2.500 giovani contadini, pastori, pescatori, chef, studenti e attivisti provenienti da 120 Paesi del mondo: animeranno Terra Madre Giovani e ricambieranno l’ospitalità di centinaia di famiglie lombarde condividendo le loro idee, innovative soluzioni per nutrire il pianeta nel futuro”. Il fotografo degli Earth Defenders è Joey L., un artista di origini canadesi di 26 anni, tanto giovane quanto dotato di uno sguardo acuto, sensibile ai particolari e al linguaggio del corpo. I 13 scatti di “From Father to Son” ritraggono l’anima di questi giovani: Joey L. ha immortalato le vecchie e le nuove generazioni nel momento del lavoro e dell’apprendimento, rappresentandoli nella loro contemporaneità, nella loro voglia di cambiamento, ma sempre nel rispetto delle tradizioni. “Il viaggio fotografico in Centro e Sud America - commenta Joey L. - mi ha permesso di capire che il valore di un luogo è dato dalle persone che per generazioni vi hanno lavorato. Poter testimoniare e onorare con i miei scatti queste tradizioni e queste culture, poter contribuire alla loro diffusione e conoscenza, mi rende estremamente orgoglioso. La mia speranza è che ogni immagine riesca a trasmettere almeno in parte le emozioni e il vissuto di questi eroi contemporanei, dei padri e dei figli: nei loro volti e nei loro gesti c’è la storia di un passato lontano e il sogno di un futuro migliore”. I 13 scatti del Calendario “From Father to Son” sono esposti ad EXPO 2015, nel Padiglione Italia (Cardo Sud-Ovest), fino al 7 ottobre. FROM FATHER TO SON: DI PADRE IN FIGLIO, IL FUTURO È NELLE MANI DEI GIOVANI DIFENSORI DELLA TERRA Calendar2016.lavazza.com -Commenta sui social: #EarthDefenders @Lavazza @slow_food_italy @SFYNetwork Per ulteriori informazioni: LAVAZZA - Marilù Brancato +39 345 3972860 - [email protected] Davide Asinelli +39 335 6567822 [email protected] Simona Busso +39 335 5492296 [email protected] STUDIO SUITNER 011.8196450 - [email protected] 2 ASPECIALTHANKS THANKs TO Un evento di In collaborazione con Con il patrocinio di Official Partners Con il sostegno di Sezione: NOVAMONT Dir. Resp.: Roberto Napoletano Tiratura: 256.289 Diffusione: 299.783 Lettori: 907.000 Edizione del: 11/09/15 Estratto da pag.: 13 Foglio: 1/1 Peso: 100% Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 110-141-080 Partner tecnici Servizi di Media Monitoring Sostenitori TZZ T ÜT CH HÜ T EE EESS C •• GG Event Production • EE • Media Partner NG GA E A AN H A BB HE SSCC GR A O O G R A PPHH I I GGEE