Cartella Stampa - Slow Food International

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Cartella Stampa - Slow Food International
Un evento di
CA R TE LL A
S TA M PA
Unisciti a noi per
cambiare il futuro del
cibo e dell’agricoltura
#WFTP
In collaborazione con
Official Partners
#meetthefarmer
www.wefeedtheplanet.com
Con il patrocinio di
La cartella stampa di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet è realizzata con il carattere
Font ad alta leggibilità: eccellente per i dislessici, ottimo per tutti.
www.easyreading.it
Ufficio Stampa
Slow Food Italia - Alessia Pautasso, 342 864 1029 [email protected]
- Andrea Cascioli, 0172 419 754 [email protected]
Terra Madre Giovani – We Feed the Planet
Riuniti a Milano gli eroi del futuro
Finalmente ci siamo, Terra Madre Giovani – We Feed the Planet è realtà. L’evento,
organizzato da Slow Food, Slow Food Youth Network, Fondazione Terra Madre e
Università di Scienze Gastronomiche, in collaborazione con il Ministero delle politiche
agricole alimentari e forestali, Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, con il
patrocinio della Città di Milano, alza il suo sipario. Official Partner dell’evento sono
UniCredit Foundation, Unaproa, Coldiretti Giovani Impresa e Lavazza.
Un programma fittissimo attende i 2500 giovani agricoltori, pescatori, casari,
allevatori, studenti e chef provenienti da 120 Paesi per una quattro giorni di dibattiti,
momenti di scambio, approfondimenti e workshop tematici. Un’occasione unica per
discutere il futuro del nostro cibo cercando soluzioni concrete per nutrire il pianeta in
modo sostenibile, con un occhio di riguardo alla salvaguardia della biodiversità e alla
lotta contro lo spreco alimentare.
L’evento ha come palcoscenico lo spazio polifunzionale Superstudio Più (via Tortona
27), che sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 ospita le conferenze e gli incontri dei
delegati, e il Mercato Metropolitano (via Valenza 2), vero cuore della manifestazione,
in cui i giovani di Terra Madre e la città di Milano si incontrano in una serie di eventi
serali. Entrambi i luoghi sono nel cuore di Milano, a pochi passi dalla stazione di Porta
Genova. Martedì 6 ottobre si presentano le conclusioni di Terra Madre Giovani a Expo
2015, dove, dopo una colorata marcia lungo il Decumano, i giovani delegati
concludono l’evento nello spazio Slow Food, prima di visitare i padiglioni del proprio
Paese di appartenenza.
L’evento Terra Madre Giovani – We Feed the Planet è stato realizzato con il contributo
dei molti sostenitori che hanno partecipato alla raccolta fondi lanciata sul sito
www.wefeedtheplanet.com
per
garantire
il
diritto
al
viaggio
a
molti
delegati
provenienti dal Sud del mondo, e con tutti coloro che hanno messo a disposizione la
propria casa per ospitare un giovane durante l’evento.
I numeri di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet
2500 partecipanti da 120 Paesi
tra cui
160 chef
80 pescatori
450 studenti
100 pastori/allevatori
500 contadini
1000 tra attivisti, accademici ed esperti
Ospitalità
1114 posti letti totali messi a disposizione
tra cui
300 posti letto messi a disposizione dalle famiglie
300 posti letto messi a disposizione dal Comune di Milano
284 posti letto nelle province di Milano, Varese, Monza, Como
50 posti letto messi a disposizione dal Comune di Rozzano
50 posti letto messi a disposizione dalle Parrocchie della città di Bergamo
30 posti letto messi a disposizione dal Comune di Vigevano
100 posti letto messi a disposizione dalle associazioni del territorio e realtà locali
Terra Madre Giovani: una svolta politica
Petrini: «Questi ragazzi torneranno a casa con una nuova autostima»
«È impensabile cercare le soluzioni per nutrire il pianeta in modo sostenibile senza
coinvolgere chi ogni giorno coltiva i campi e produce il cibo per tutti noi. Nonostante i
riflettori del mondo siano puntati su Expo 2015 e sull’Italia, mettendo proprio il
sistema alimentare al centro della scena, noi crediamo non sia stata garantita loro una
giusta presenza all’interno del dibattito». Così Joris Lohman, presidente dello Slow
Food Youth Network, riassume le motivazioni che hanno portato alla decisione di
organizzare Terra Madre Giovani – We Feed the Planet, che definisce «un evento unico
nel suo genere». E non solo perché per molti di questi giovani si tratta del primo
viaggio della loro vita, ma perché dà loro la possibilità reale di confrontarsi e
affrontare problemi concreti. «È fondamentale abbattere le barriere tra i diversi
settori, tra chi produce e chi distribuisce il cibo, tra i rappresentanti politici e chi si
sporca le mani ogni giorno», continua Joris. Nonostante tutte le promesse fatte in
passato, è ormai chiaro che l’attuale sistema alimentare non è in grado di garantire
l’accesso al cibo a tutti in modo equo. «Ecco perché dobbiamo ascoltare ciò che questi
ragazzi ci dicono, confrontarci con loro e far sì che le loro voci siano ascoltate e
prese in considerazione a tutti i livelli».
Aggiunge Carlo Petrini, presidente di Slow Food: «Con questo evento portiamo avanti
la grande tradizione di Terra Madre: persone provenienti da ogni angolo del globo
che, oltrepassando ostacoli linguistici e culturali, si confrontano scambiandosi consigli
e gettando i semi di nuovi progetti. Incontri che permettono loro di tornare alle loro
case con una nuova energia e la sensazione di appartenere a una grande famiglia che
lotta per gli stessi ideali». E conclude: «Ora è tempo di dare le redini in mano alle
giovani generazioni, perché saranno loro a portare avanti le tradizioni ancestrali dei
nostri padri e a coniugarle con nuove tecniche e innovazioni. Per il nostro bene e
quello del pianeta abbiamo la responsabilità di sostenere questi ragazzi, i veri eroi che
si batteranno negli anni a venire per un cibo buono, pulito e giusto».
Molti i Partner che hanno partecipato e creduto a questo evento, così importante per
delineare la politica alimentare del futuro. «La cultura dell'accoglienza è nelle nostre
radici. Terra Madre, Fondazione Cariplo e Slow Food lavoreranno insieme per
realizzare questa stupenda iniziativa e raggiungere un obiettivo ambizioso: accogliere
e ospitare i contadini di tutto il mondo; ambizioso non solo in termini di numeri, e
quindi consentendo a più persone possibili di partecipare; ambizioso perché il successo
di questa edizione di Terra Madre Giovani - We Feed the Planet deve poter contare
sulla forza della filantropia, fatta da ciascuno di noi, da chi la vive come una missione,
come Fondazione Cariplo, fino a chi come i tanti testimonial che hanno già aderito,
deciderà di dare il proprio contributo, grande o piccolo che sia», dichiara Giuseppe
Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo. «Alla fine, avremo la conferma di quanto
l'accoglienza verso queste persone restituirà molto di più di quanto avremo dato:
costruirà ponti, relazioni, amicizie; permetterà scambi di esperienze e di visioni che
ruotano tutte intorno alla Madre Terra. La filantropia e Fondazione Cariplo sono
impegnate per l'agroalimentare. Noi faremo la nostra parte, chiediamo anche agli altri
una mano. Filantropia e Terra Madre è davvero un binomio azzeccato».
«La Compagnia di San Paolo collabora con Terra Madre, Slow Food e Fondazione
Cariplo per sostenere We Feed the Planet, iniziativa che permette di accogliere a
Milano migliaia di giovani piccoli
produttori, il reale motore di sviluppo del nostro
pianeta. Oltre cinquecento milioni di aziende agricole di piccole dimensioni e a
conduzione familiare producono, in tutto il mondo, il cibo che ci sfama. Nel paesi in
via di sviluppo l'agricoltura familiare provvede all'80% del fabbisogno. È quindi
fondamentale che i giovani contadini, pescatori, allevatori, di ogni parte del mondo
siano coinvolti nella discussione sul futuro dell’agricoltura e del cibo», dichiara Luca
Remmert, presidente della Compagnia di San Paolo.
Le conclusioni di questa tre giorni di dibattiti e confronto sono presentate il 6 ottobre
proprio all’interno di Expo 2015, con un documento che racchiude l’anima di Terra
Madre Giovani: un connubio di idee, tecnologia, testimonianze e progetti.
Terra Madre Giovani: la voce ai protagonisti
Contadini, cuochi, pescatori e casari da tutto il mondo, ognuno con le sue storie, la
sua cultura, la sua visione del mondo. A Milano si incontrano e cercano insieme le
soluzioni per nutrire il pianeta. Ma chi sono davvero i protagonisti di Terra Madre
Giovani – We Feed the Planet? Incontriamoli insieme.
«In Uganda, dove oltre l’85% degli agricoltori produce su piccola scala, permettere la
distruzione delle conoscenze indigene attraverso politiche sfavorevoli ai piccoli
produttori e attraverso il land grabbing sistematico da parte di Stati stranieri e colossi
agroindustriali equivale a dare alle fiamme le nostre biblioteche, significa perdere la
nostra memoria e le nostre tradizioni», racconta Edie Mukiibi, giovane agronomo e
vice presidente di Slow Food, che lavora ogni giorno con le comunità locali per
promuovere un’alimentazione sana, sia con il progetto dei 10.000 Orti in Africa che
con la creazione di radio comunitarie locali. «Nel 2008 ho partecipato al mio primo
meeting di Terra Madre a Torino, ed è stata un’esperienza incredibile. Venire a
contatto
con
persone
che,
pur
provenendo
dai
quattro
angoli
del
pianeta,
condividevano i miei dubbi e le mie preoccupazioni e si trovavano a fronteggiare
problemi molto simili ai miei mi ha aperto gli occhi. Lì ho capito che tutti insieme
possiamo davvero fare la differenza».
Appena diplomato, Nicola Del Vecchio decide di lasciare il suo Molise per trasferirsi in
provincia di Cuneo, scommettendo sulla nuova Università di Scienze Gastronomiche di
Pollenzo, per poi decidere di tornare alla sua regione: «Chi come me decide di
dedicarsi alla terra non può tenere lo sguardo basso sul proprio pezzettino, è
fondamentale aprirsi verso le altre comunità locali, confrontandosi e imparando ogni
giorno da chi ha gli stessi problemi, anche in aree del mondo diverse. Questo è
l’insegnamento più importante che ho imparato dalla rete di Terra Madre». Fiume in
piena, oltre alla coltivazione e all’allevamento, Nicola sta mettendo in piedi un
caseificio, ha ideato un micro-birrificio che produrrà birra da grani antichi coltivati in
azienda, e sta ristrutturando un forno a paglia che diventerà forno sociale.
Nella regione del Sertanejo, nella parte nord orientale del Brasile, l’avvicendarsi delle
stagioni non è solo una questione di calendario: si tratta dell’alternarsi di scarsità e
abbondanza, di frustrazione e gioia, di sconfitte e speranze. È qui che vive Francisco
Melo Medeiros, cresciuto in sintonia con i ritmi della natura. «Un giorno decisi di
scambiare due galline per la mia prima arnia di api jandaira. Quell’anno le api mi
diedero mezzo litro di ottimo miele, ma poi durante la stagione secca scapparono. Ne
fui deluso, ma decisi di imparare a prendermene meglio cura con l’aiuto di alcuni
anziani apicoltori che mi hanno trasmesso il mestiere e la passione per questi
incredibili animali». Ora Francisco coltiva seguendo il metodo biologico e produce il
miele delle tipiche api senza pungiglione. Inoltre, «con altri giovani della comunità,
abbiamo dato il via all’Associazione dei Giovani Agro-ecologisti Amici del Cabeço, per
dare voce alle necessità di chi lavora la terra con rispetto, di chi crede con
determinazione che una convivenza con il clima semi arido di questa zona sia
possibile».
Concludiamo il nostro giro del mondo in Thailandia, dove incontriamo Lee Ayu, giovane
originario di Maejantai, un piccolo villaggio immerso in un parco naturale e abitato
dalla tribù indigena degli Akha. Dopo la laurea Lee decide di tornare al suo villaggio e
impegnarsi per fare in modo che anche gli altri ragazzi abbiano la possibilità di
studiare. La sua attenzione è attirata dalla sottovalutata pianta del caffè, a cui la sua
comunità non si era mai dedicata: «Oggi siamo più di venti, il nostro caffè continua a
migliorare e a diffondersi nel Paese, e stiamo cominciando a ricevere qualche
riconoscimento internazionale», racconta. «La situazione economica del villaggio sta
lentamente ma costantemente migliorando, e i bambini che possono andare a scuola
oggi sono già molti più che in passato. Sono sicuro che l’istruzione e lo scambio
culturale siano la linfa del futuro, e dopo la mia esperienza come delegato di Terra
Madre nel 2014 non vedo l’ora di partecipare all’evento di ottobre sapendo che
ognuna di queste esperienze apre le nostre menti a nuove idee e nuove ispirazioni».
Milano ospita Terra Madre Giovani
“Venite senza paura, noi vi tenderemo la mano, tutto il mondo è paese e siamo
d’accordo, ma Milano è la grande Milano!”. Questo il verso conclusivo di O mia bela
madunina, canzone simbolo di Milano, che meglio sintetizza lo spirito con cui Slow
Food ha chiesto ai milanesi di ospitare a casa propria i giovani contadini che sono
arrivati a Milano per partecipare a Terra Madre Giovani – We Feed the Planet.
«Ospitandoli durante l’evento sarete sorpresi dalla loro gioventù e dalla loro
curiosità», ha sottolineato Carlo Petrini, presidente di Slow Food. E Milano, ma non
solo, ha risposto con un’inaspettata generosità all’appello della Chiocciola: oltre ai
300 posti letto messi a disposizione dalle famiglie, sono molte le associazioni e le
realtà che hanno contribuito a sensibilizzare i loro contatti, permettendo così di
garantire l’ospitalità a 1114 delegati durante l’evento. Tra questi, 284 giovani sono
ospitati nelle province di Milano, Varese, Monza e Como, 50 nel Comune di Rozzano,
30 nel Comune di Vigevano e altri 50 nelle Parrocchie della città di Bergamo, oltre a
tutte le strutture private e le organizzazioni che hanno dato la loro disponibilità.
«Occuparsi
delle
conseguenze
dei
cambiamenti
climatici,
della
lotta
alla
desertificazione e alle disegualianze passa anche dalle buone pratiche che le grandi
città possono mettere in atto e dal lavoro di rete con tutti i soggetti del Terzo Settore
che
contribuiscono
alla
creazione
di
una
diversa
cultura
sociale
–
dichiara
Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute della
città di Milano -. Le città giocano un ruolo fondamentale perché proprio qui si creano i
modelli di welfare e gli stili di vita che costituiscono un passo concreto verso il
cambiamento.
Ospitare
Terra
Madre
Giovani
significa
quindi
non
solo
dare
‘accoglienza’ ma farlo scommettendo sul valore di chi verrà a Milano, sulla qualità
delle biografie dei giovani contadini del mondo, sulla bellezza di storie con cui
intendiamo misurarci».
«La disponibilità all‘accoglienza e all‘ospitalità vuole essere il segno della nostra
grande voglia di ascolto, di confronto reciproco, per imparare a costruire quel futuro
del pianeta che Expo 2015 ci pone di fronte agli occhi come oggetto della nostra
responsabilità e delle nostre decisioni», aggiunge Mons. Dr. Luca Bressan, Vicario
episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale.
Molte le personalità che hanno immediatamente dato la loro disponibilità a ospitare un
giovane dal 3 al 6 ottobre, come il giornalista Gad Lerner: «Non so ancora se gli
offriremo un hummous delle mie origini, le trenette al pesto di mia moglie genovese, o
gli agnolotti al plin monferrini della nostra patria d’adozione piemontese…ma so di
certo che dai giovani contadini che avremo la fortuna di ospitare riceveremo sapienza
e umanità, riempiendo di significato il piacere della conoscenza e dell’incontro. L’Expo
2015 è ancora in cerca di un’anima ma, contro le apparenze, Milano dimostrerà di
averne una grande e accogliente».
Non da meno l’attrice Lella Costa: «Che cosa significhi veramente nutrire il pianeta
l'ho imparato molto prima di Expo, grazie a Slow Food e Terra Madre. Che solo i
saperi, la passione, la tutela e la libertà dei contadini siano in grado di salvarlo, il
pianeta, è una verità cruciale che sarebbe stupido, oltre che autolesionista, continuare
a ignorare. Per questo mi onora e mi commuove che la mia città accolga i più giovani
tra i contadini di tutto il mondo, e lo faccia aprendo le proprie case e mostrando quel
cuore lombardo, sobrio e generoso». Ma non finisce qui: anche Alviero Martini,
Claudia Mori e Adriano Celentano, Kean Etro, Moni Ovadia, Stefano Boeri, Daria
Colombo e Roberto Vecchioni, solo per citarne alcuni, apriranno le loro case ai giovani
contadini in arrivo a Milano.
Si ringraziano la Diocesi di Milano, l’assessorato alle Politiche sociali e Cultura della
salute del Comune di Milano e i Comuni limitrofi che hanno reso possibile la
realizzazione dell’evento.
Terra Madre Giovani – We Feed the Planet
ecco il programma
Conferenze, hackaton, workshop: oltre 50 conferenze in programma
Il primo appuntamento nel programma si chiama non a caso “kick-off”, ed è il vero
calcio d’inizio a Terra Madre Giovani – We Feed the Planet, che per 4 giorni riunisce
sotto il cielo di Milano migliaia di giovani pronti a raccontare la propria storia,
confrontarsi e cercare soluzioni ai problemi che ogni giorno si trovano costretti ad
affrontare.
Dopo un iniziale benvenuto, è nella suggestiva cornice del Mercato Metropolitano che
il 3 ottobre alle ore 18,30 Carlo Petrini taglia simbolicamente il nastro della
manifestazione, coinvolgendo i giovani contadini, le famiglie che li ospitano e i molti
milanesi presenti in un’originale Disco Soup. Sul palco anche il Ministro alle politiche
agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, il vicesindaco di Milano Francesca
Balzani, il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti, la rappresentante della Rete
Giovani del Sudafrica Zayaan Khan e il conduttore radiofonico Massimo Cirri di Rai
Radio2. Riprodotta con successo in molte città, da New York a Berlino, da Madrid a
São Paulo, la Disco Soup incarna i valori da sempre cari all’associazione della
chiocciola. La verdura invenduta dai mercati e dalla grande distribuzione perché non
risponde ai criteri di perfezione richiesti dal mercato è trasformata fino a diventare
un’ottima zuppa fumante, condivisa con i presenti per stimolare la riflessione su
tematiche di grande attualità come lo spreco alimentare. Il tutto, ovviamente, al suono
della musica di Radio2 mixata dal dj Carlo Pastore, altrimenti che Disco Soup sarebbe?
Domenica 4 e lunedì 5 ottobre il fitto programma riservato ai partecipanti a Terra
Madre Giovani prevede oltre 50 appuntamenti tradotti in quattro lingue e dedicati ai
cinque grandi temi al centro del dibattito, stimolati da conferenze tematiche,
workshop, laboratori e seminari. Molte le domande a cui cercare risposte concrete, tra
cui:
Innovazione: come produrre il cibo in futuro?
Equità: come ridistribuire il potere decisionale in maniera uniforme?
Patrimonio: come preservare il patrimonio alimentare?
Comunicazione: come individuare le migliori strategie di comunicazione per il
cambiamento?
Beni comuni: come immaginare una nuova strategia per i beni comuni?
Ad accompagnare le riflessioni un parterre di relatori d’eccezione: il teorico della
decrescita Serge Latouche, l’economista Raj Patel e la pioniera del cibo biologico Alice
Waters, oltre al fondatore e presidente di Slow Food Carlo Petrini. Sotto i riflettori
tematiche quali l’ocean grabbing, il rapporto tra sistema alimentare globale e flussi
migratori, il ruolo delle donne in agricoltura, la proprietà dei semi e il sistema
commerciale internazionale. Oltre a Superstudio Più, alcuni workshop coinvolgeranno
anche la sede di Italian Makers Village, il Fuori Expo di Confartigianato, e Cascina
Cuccagna, il sustainability hub di Lavazza e Novamont. Molti i partner coinvolti
nell’ideazione e la realizzazione dei workshop e dei seminari, tra cui Fao, Ifad,
Fondazione ACRA, Oxfam, Agriterra e Nordic Food Lab & GREEiNSECT, solo per citarne
alcuni. Non poteva mancare un’area lounge in cui fermarsi a chiacchierare, scambiarsi
idee e libri da sfogliare, rilassarsi con una partita di ping pong, condividere i propri
messaggi su una lavagna a disposizione di tutti e gustare un buon caffè.
A questo si aggiungono poi proiezioni serali di film e incontri aperti al pubblico sempre
organizzati al Mercato Metropolitano, che nelle tre serate offre ai giovani agricoltori
provenienti da tutto il mondo cene a base di prodotti tipici. Momenti unici in cui i
milanesi possono incontrare i giovani e conoscere le loro storie.
Il sipario di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet si chiude il 6 ottobre a Expo
2015, quando alle ore 11,30 le migliaia di contadini presentano le loro conclusioni e
le soluzioni concrete per nutrire il pianeta in futuro e danno vita a una festosa e
colorata marcia lungo il Decumano fino allo spazio Slow Food.
Si ringraziano i sostenitori e i partner che hanno reso possibile l’organizzazione
logistica dell’evento, in particolare Sotral e Risteco per aver curato la preparazione e
distribuzione dei pranzi per i delegati e Unaproa per le cene.
Quattro giorni di grandi temi a Terra Madre Giovani
Ocean grabbing, migranti, rapporto tra cibo e religione
e diritti degli indigeni
“We Feed the Planet” non è un semplice slogan. A Terra Madre Giovani Slow Food e la
su Rete Giovane portano il sapere tramandato attraverso le generazioni, le competenze
acquisite, l’istruzione e l’energia di 2500 giovani che hanno scelto il rispetto
dell’ambiente e di chi lavora, la via dell’amore per tutto ciò che cresce, fino ad
arrivare sulle nostre tavole. Non è certo la strada più facile nell’epoca in cui viviamo
ed è per questo che c’è bisogno di ascoltare questi Eroi del futuro e di fornire loro gli
strumenti teorici e pratici per portare avanti le mille forme dell’artigianato del cibo.
Questo è il senso della quattro giorni di Milano, dove trova grande spazio la
discussione su come attuare una gestione collettiva e democratica delle risorse
primarie. In particolare, domenica 4 ottobre alle ore 12,15 si tiene la conferenza
Rubare gli Oceani: l’Ocean Grabbing e Come Combatterlo (Superstudio Più, Yellow
Room), dedicato alla gestione dei mari. Se infatti i beni comuni sono sempre più
minacciati in ogni parte del mondo, gli oceani non fanno eccezione. La privatizzazione
e la concentrazione delle quote di pesca ha consegnato a un pugno di flotte industriali
l’accesso ai mari più pescosi, impoverendo la fauna ittica e mettendo in ginocchio la
piccola pesca artigianale. Quale prospettiva, dunque, per la pesca di piccola scala
negli anni a venire? Attraverso l’esperienza diretta di alcuni pescatori della rete di
Terra
Madre, come
la
cilena
Anahì De
Francesco
e
lo
statunitense
Spencer
Montgomery, si delineano possibili interventi per ridare un futuro a questa attività e ai
giovani che con caparbietà la portano avanti a ogni latitudine.
Non si potrebbero affrontare i temi dell’equità e della distribuzione del potere senza
approfondire una delle questioni che segnano maggiormente il momento storico in cui
viviamo, quella delle migrazioni. L’attuale sistema alimentare ha un peso decisivo
nell’avviare e nell’influenzare i flussi migratori, spesso provenienti dalle aree
dell’Africa o del Sud Est asiatico dove le guerre, l’accaparramento della terra (land
grabbing), l’imposizione delle monocolture e la privatizzazione delle risorse primarie
costringono ampie fasce di popolazione a lasciare le proprie case per cercare un
sostentamento altrove. Non solo: lo stesso sistema alimentare che favorisce le
monocolture e permette il land grabbing finisce per alimentare lo sfruttamento degli
immigrati nei Paesi di destinazione, con fenomeni di caporalato e di riduzione del
lavoro agricolo a una moderna forma di schiavitù. Tutto questo, nella stessa giornata
di domenica 4 alle ore 12,45, è al centro dell’incontro I Migranti nel Sistema
Alimentare (Superstudio Più, Red Room), una ricognizione sui lati oscuri dell’attuale
modello di produzione nell’agricoltura portata avanti insieme al magistrato antimafia
Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, e alla presidente di Coldiretti
Giovani Impresa Maria Letizia Gardoni.
Ma il cibo è anche memoria vivente e ritualità quotidiana, un patrimonio che fa parte
del bagaglio culturale, antropologico ed esperienziale che le comunità portano con sé,
così come della loro dimensione spirituale. Una delle più intime connessioni che
attraversano l’animo umano passa attraverso ciò che mangiamo: Cibo e Religione
(Superstudio Più, Red Room) è appunto il tema della discussione delle ore 17,15 cui
partecipano l’imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica
Italiana, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, il monaco Indu Hamsananda Giri e
l’attore e musicista Moni Ovadia, esperto di cultura ebraica. Quattro ospiti speciali di
altrettante comunità religiose, introdotti da Maria Chiara Giorda dell’Università Milano
Bicocca, approfondiscono le origini e il senso di tabù, prescrizioni e tradizioni di
consumo del cibo nelle diverse pratiche religiose.
Nel corso dell’evento, dunque, si punta sull’importanza di preservare e valorizzare il
patrimonio di conoscenze legato al cibo, di modo che la trasmissione da una
generazione all’altra non si interrompa nell’epoca della comunicazione virtuale. Un
grande aiuto in questo compito ci viene da coloro che sono forse i custodi più antichi
di
questo
insieme
di
conoscenze:
gli
indigeni.
Sono
loro
i
protagonisti
dell’appuntamento Gastronomia Interculturale: Semi, Ingredienti e Valori Indigeni
per un Futuro Sostenibile (Superstudio Più, Purple Room), nato per presentare la Rete
dei Giovani Indigeni di Slow Food. Si tratta di una grande occasione per mettere in
luce prodotti tradizionali, miti fondativi, semi ancestrali e conoscenze ecologiche dei
sistemi alimentari nativi, alla presenza di oltre cento giovani delegati indigeni di
ottanta etnie differenti, provenienti da quaranta Paesi di tre continenti.
Gli eventi di Terra Madre Giovani - We Feed the Planet continuano all’Italian Makers
Village (via Tortona 32), lo spazio “Fuori Expo” di Confartigianato, che ospita dalle
17,30 la presentazione del progetto europeo CAP, What’s Cooking?. L’iniziativa
prevede una serie di appuntamenti culinari che si terranno nel corso del 2016 nelle
aziende agricole di diversi Paesi, tra Polonia, Francia, Germania, Olanda, Scozia e
Danimarca.
Lo
scopo
della
campagna,
organizzata
dal
Gruppo
di
Bruges
in
collaborazione con Slow Food Youth Network e CEJA e finanziata dalla Direzione
Generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale della Commissione Europea, è rendere
la Politica Agricola Comune (PAC) più ‘appetibile’ per il grande pubblico. Le
esperienze realizzate durante CAP, What’s Cooking? confluiranno infatti all’interno di
un delizioso libro di ricette firmate dai vari chef locali, da provare a casa.
La giornata di lunedì 5 è tutta all’insegna dell’interazione e della creatività: oltre ai
vari workshop e incontri tematici per far crescere la rete nei vari Paesi, a cura dello
Slow Food Youth Network, dalle 10 alle 16 c’è il grande hackaton di Terra Madre
Giovani. Hacking the Future of Food (Superstudio Più, Yellow Room), co-organizzato
da Hacka Global, Seeds & Chips e il Food Innovation Program, sfida i giovani
agricoltori e professionisti del cibo a ideare e sviluppare in squadra le migliori
soluzioni ai problemi del settore alimentare. Il team vincitore della competizione può
presentare i suoi progetti a Expo Innovation Challenge e sviluppare una start-up in 72
ore con l’aiuto di brillanti tecnoimprenditori da tutto il mondo, che seguiranno per i
successivi sei mesi l’incubazione dell’azienda. Operazione crowdfunding
Donati 300.000 Euro
Per la prima volta Slow Food organizza un evento ricorrendo al crowdfunding per
garantire la presenza dei delegati provenienti dal sud del mondo. Con la campagna
lanciata lo scorso maggio sul sito www.wefeedtheplanet.com infatti, l’associazione
della Chiocciola e la sua Rete Giovane hanno chiesto il contributo di tutti per sostenere
il diritto al viaggio dei giovani partecipanti all’evento.
«Sono loro a produrre il cibo che ogni giorno troviamo sulla nostra tavola ma
riflettiamoci un attimo: i giovani contadini africani hanno un reddito mensile di soli 50
Euro, per cui non si sarebbero mai potuti permettere un biglietto aereo verso Milano»,
racconta Joris Lohman, rappresentante dello Slow Food Youth Network e membro del
comitato esecutivo di Slow Food Internazionale. «Nonostante l’ambizioso obiettivo sia
stato
solo
parzialmente
raggiunto,
siamo
molto
soddisfatti
di
questo
primo
“esperimento”», continua Joris. «Grazie infatti alla generosità di molti sostenitori da
oltre 30 Paesi, abbiamo raccolto 300000 euro, grazie ai quali 600 giovani possono
partecipare all’evento». Secondo i calcoli di Slow Food, i costi di un volo da questi
Paesi lontani sono stati stimati in 500 Euro.
Alle donazioni corrispondevano numerosi rewards: dai territori della nuovissima App
Slow Food Planet all’e-book di Carlo Petrini Loving the Earth, fino all’invito alla
cerimonia di apertura di Terra Madre Giovani e alla statuina che rappresenta un
produttore locale, simbolo della campagna di crowdfunding e realizzata a mano da un
presepaio napoletano. La campagna di raccolta fondi è stata creata dall’agenzia
Saatchi & Saatchi di Milano.
Moltissimi anche i testimonials che hanno sostenuto il progetto con video emozionali,
divertenti e sensibili ai temi affrontati: da Dario Fo ad Alice Waters, da Claudio
Marchisio a Giobbe Covatta, da Luca Argentero a Philppe Daverio. Tutti i video sono
disponibili su http://www.wefeedtheplanet.com/it/sostienici/
SUSSIDIARIETÀ , INNOVAZIONE , SOSTEGNO AL NONPROFIT
Fondazione Cariplo, tra i principali organismi filantropici nel
mondo ha raccolto la lunga tradizione di filantropia della Cassa di
Risparmio delle Provincie Lombarde, un patrimonio costruito in più
di 180 anni di storia.
Dal 1991 - data della sua costituzione - ad oggi la Fondazione ha
sostenuto oltre 25mila progetti realizzati da enti non profit, con
erogazioni per un importo complessivo di 2,8 miliardi di euro. Cifre
ragguardevoli, che mostrano il grande impegno della Fondazione
nei suoi diversi settori di intervento: ad esempio, nel 2013 all’area
Servizi alla persona sono stati destinati il 41% dei contributi, all’area
Arte e cultura circa il 32%, alla Ricerca Scientifica il 19% circa,
all’Ambiente il 8%, più contributi destinati ad altri settori.
Una risorsa per aiutare le istituzioni sociali e civili a servire meglio la propria comunità
La Fondazione si pone come obiettivo la sussidiarietà, senza sostituirsi ad altri soggetti, pubblici o privati; al contrario, vuole
essere un “soggetto anticipatore”, in grado di trovare nuove soluzioni ai problemi di cui gli altri attori sociali non possono o
non riescono a farsi carico. Il ruolo di Fondazione Cariplo è quindi quello di “corpo intermedio” della società, tra il pubblico
e il privato, con la capacità di rispondere ai bisogni irrisolti.
Attualmente la Fondazione finanzia, sulla base della valutazione delle richieste pervenute, circa mille progetti all’anno, ritenuti
validi e coerenti con le strategie dettate dai documenti di indirizzo che orientano tutta l’attività erogativa.
I DATI RIPORTATI SI RIFERISCONO AL BILANCIO 2013
www.fondazionecariplo.it
via Manin 23 – 20121 Milano
tel 02 62391 – e-mail [email protected]
Un sostegno sempre più forte al territorio
Da sempre attenta alle esigenze
delle comunità locali, Fondazione
Cariplo è impegnata nel supporto
allo
sviluppo
territorio
di
locale
del
suo
riferimento,
la
Lombardia più le province di
Novara e Verbano-Cusio-Ossola.
Negli
ultimi
cinque
anni
l’ammontare delle erogazioni ha
mantenuto un livello pressoché
costante
nonostante
la
crisi
finanziaria, ed è anzi aumentato in
quei settori, come la ricerca
scientifica e l’ambiente, che storicamente incidevano di meno sul budget delle erogazioni. Segno di un impegno costante di
Fondazione Cariplo a sostegno del terzo settore.
La Fondazione ha anche avviato diverse iniziative per strutturare un’attività di valutazione dei progetti finanziati, una vera e
propria innovazione per le Fondazioni, che costituisce un importante strumento per valutare l’efficacia degli interventi
realizzati e per impostare le strategie future.
La Fondazione ha percorso in questi anni un cammino di modernizzazione: oggi Fondazione Cariplo è dotata di precise
strategie di intervento, al passo coi tempi, dotata di personale giovane e specializzato e di strutture e strumenti adatti a
realizzare iniziative di moderna filantropia, per dare un futuro alle idee.
Dalla strategia all’azione: quattro aree, tre obiettivi prioritari
Per rispondere al meglio alle esigenze dei propri stakeholder, la Fondazione si è strutturata in quattro principali aree di
attività, cui fanno capo anche specifici uffici di staff: ambiente, arte e cultura, ricerca scientifica e trasferimento
tecnologico, servizi alla persona.
Per il triennio 2014 – 2016, la Fondazione ha individuato tre
priorità strategiche verso cui orientare la propria attività: i
GIOVANI, la loro crescita e valorizzazione, il potenziamento della
COMUNITA’ attraverso il rafforzamento della coesione, del
welfare di comunità e dell’innovazione sociale, e il BENESSERE
inteso come qualità della vita delle persone nelle tre dimensioni:
fisico, sociale e ambientale, con particolare riguardo alle persone
anziane e fragili. Su questi tre grandi temi, che sono già presenti ampiamente nelle sue attività, la Fondazione focalizzerà il
suo impegno nei prossimi anni .
I DATI RIPORTATI SI RIFERISCONO AL BILANCIO 2013
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POLITICHE SOCIALI
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Compagnia di San Paolo per Terra Madre Giovani
We Feed the Planet
Coltiviamo il futuro dell’agricoltura e del cibo nel mondo
La Compagnia di San Paolo è impegnata da diversi anni nella promozione dell’agricoltura sostenibile e nel sostegno di sistemi di gestione locale del cibo sia attraverso iniziative e progetti sul
proprio territorio di riferimento, sia attraverso interventi di cooperazione internazionale.
In particolare sul territorio torinese, piemontese e italiano, la Compagnia contribuisce, anche in
collaborazione con Slow Food, a iniziative di sensibilizzazione su agricoltura e consumo del cibo
sostenibili, progetti di promozione di sistemi locali di produzione e commercializzazione di
prodotti agricoli di qualità, di inserimento lavorativo dei giovani in ambito rurale e alpino, di
educazione alimentare e di supporto alle attività di agricoltura sociale.
Sostiene inoltre da molti anni Terra Madre che rappresenta una occasione strategica per la discussione sulle politiche alimentari del futuro e per l’incontro tra cittadini, consumatori , produttori e
decisori politici.
Nell’ambito degli interventi di cooperazione internazionale, ha preso parte all’iniziativa
Fondazioni4Africa, partnership economica e di progettazione partecipata per lo sviluppo rurale
in Senegal e in Uganda, intrapresa dal 2008 al 2013 insieme a Fondazione Cariparma,
Fondazione Cariplo e Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
Oggi l’iniziativa Fondazioni for Africa Burkina Faso ne replica il modello di intervento, mettendo in campo ancora più risorse e attori: la Compagnia è attiva insieme ad altre 25 fondazioni
italiane e in collaborazione con ACRI (Associazione delle Fondazioni e Casse di Risparmio
italiane), per costruire un percorso comune e condiviso per il futuro del Burkina Faso, uno dei
Paesi più poveri al mondo, ma che ricopre un ruolo chiave nel processo di stabilizzazione
dell’area saheliana.
POLITICHE SOCIALI
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L’obiettivo di garantire il diritto al cibo a 60.000 persone in Burkina Faso e costruire, nello stesso
tempo, una nuova cultura della cooperazione tra Nord e Sud del mondo è perseguito attraverso il
sostegno alle organizzazioni di produttori, la promozione dell’accesso al credito da parte dei
piccoli produttori, il supporto a specifiche filiere agricole, il rafforzamento del ruolo della donna
in campo agricolo e rurale.
Si parla in particolare di questo tema, donne e agricoltura, durante il workshop organizzato da Fondazioni For Africa Burkina Faso, il 4 ottobre a Milano nell’ambito dell’evento We Feed The Planet.
Inoltre, nelle iniziative Fondazioni4Africa Senegal e Fondazioni for Africa Burkina Faso, la Compagnia opera per promuovere anche il ruolo che le associazioni della diaspora possono giocare nello
sviluppo sia dei territori e delle comunità di provenienza (Senegal, Burkina), sia di quelli di accoglienza, anche attraverso azioni nel campo agricolo e di produzione sostenibile del cibo.
Attraverso l’iniziativa Formazione per lo Sviluppo, ha sostenuto, a partire dal 2009, il rafforzamento
professionale di referenti di organizzazioni di produttori, esperti di microfinanza rurale, rappresentanti di associazioni della diaspora impegnati in meccanismi di sviluppo rurale integrato.
In particolare, in collaborazione con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità e con la Fondazione Terra Madre, ha contribuito rispettivamente nel 2010 e nel 2012, alla creazione di percorsi formativi rivolti in prima battuta ai responsabili africani del progetto “Mille Orti in Africa” e successivamente a referenti nazionali e operatori locali degli orti dimostrativi e di comunità.
Infine, a partire dal 2014, è partner attivo della rete di Fondazioni europee impegnate sui temi
dell’agricoltura e del cibo sostenibile (EFSAF. European Foundations for Sustainable Agricolture
and Food), che propone annualmente attività di approfondimento e dibattito sui temi
dell’agricoltura familiare, dei sistemi sostenibili del cibo, della proprietà e uso della terra.
All’interno di questa rete, la Compagnia insieme ad alcune fondazioni italiane, europee, africane
e nord americane sta lanciando una nuova iniziativa nell’Africa dell’Ovest per sostenere e riconoscere il ruolo delle organizzazioni contadine in quattro Paesi di quell’area.
UniCredit Foundation
Official partner di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet
L’evento che riunisce i migliaia di giovani, da 120 Paesi del mondo, che con il loro lavoro nutrono il pianeta
3 – 6 Ottobre 2015 Milano Superstudio Più (via Tortona 27) Mercato Metropolitano (via Valenza 2)
Milano, 3 ottobre 2015 – UniCredit Foundation è Official partner di Terra Madre Giovani – We Feed the
Planet, presente a Milano dal 3 al 6 ottobre per portare l’attenzione sul futuro dell’alimentazione e
dell'agricoltura, presentando esempi concreti di sviluppo sostenibile e decrescita contro malnutrizione,
spreco, sfruttamento del lavoro e mercificazione del cibo.
L’evento, organizzato da Slow Food, Slow Food Youth Network, Fondazione Terra Madre e Università di
Scienze Gastronomiche, in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali,
Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Città di Milano, riunisce per la prima
volta migliaia di giovani sotto i quarant’anni provenienti da 120 Paesi del mondo. Contadini, pescatori,
allevatori, pastori, nomadi, indigeni e artigiani del cibo: coloro che fattivamente nutrono il pianeta ogni
giorno.
UniCredit Foundation si affianca a questa importante iniziativa che vede protagonisti soprattutto i giovani,
sui quali, oggi più che mai, la fondazione sta concentrando gran parte delle sue risorse, sia in Italia che
all’estero. UniCredit Foundation, che in tutte le sue attività premia l’innovazione e sostiene la capacità di
fare network delle imprese ad impatto sociale, incentiva l’agire collettivo e consapevole, come strumento
efficace per costruire un futuro migliore.
“Migliorare il sistema alimentare è un obiettivo” ha detto Maurizio Carrara, Presidente UniCredit
Foundation, “che riguarda la comunità internazionale, le nuove generazioni in primo luogo, e credo che i
mezzi per attuare i cambiamenti più rivoluzionari si trovino proprio nel talento, nel senso di solidarietà,
nelle idee, in tutte quelle risorse intangibili ma potenti che dimorano all’interno del tessuto sociale”
Terra Madre Giovani – We Feed the Planet prevede conferenze tematiche, workshop, laboratori, seminari
ed eventi serali, distribuiti sui tre giorni della manifestazione, che si suddivideranno tra il Superstudio Più e
il Mercato Metropolitano per concludersi il 6 ottobre a Expo.
***
UniCredit Foundation è la fondazione d’impresa costituita nel 2003 al fine di contribuire allo sviluppo della
solidarietà e della filantropia nelle comunità e nei territori in cui opera, prioritariamente nelle aree
geografiche in cui è presente UniCredit (17 Paesi, tra Europa e centro Asia). Attraverso il trasferimento di
risorse economiche e di competenze gestionali tipiche dell’impresa, UniCredit Foundation sostiene progetti
significativi per impatto sociale e innovazione, realizzati da organizzazioni non profit locali e nazionali.
www.unicreditfoundation.org
Ufficio Stampa:
UniCredit Foundation
Luca Mantoan Tel. +39 02 8862 0094 - Mob. +39 335 18 65357
[email protected]
[email protected]
Metafora
Tel. +39 02 45 485 095
Sergio Vicario [email protected] Mob. +39 348 98 95 170
Agnese Borri [email protected] Mob. +39 339 56 27 569
MERCATO METROPOLITANO A Milano nel quartiere di Porta Genova, lo spazio di 15.000mq dedicato all’autentico cibo italiano che in pochi mesi ha conquistato il cuore di milanesi, turisti italiani e stranieri. Milano, 3 ottobre 2015 ‐ Mercato Metropolitano è l’innovativa realtà dedicata all’autentico cibo italiano che da maggio anima lo storico quartiere dei Navigli. Tra i progetti più interessanti e di successo nell’ambito di Expoincittà, Mercato Metropolitano è diventato in poco tempo un punto di riferimento per i milanesi e i turisti di passaggio. Il mercato sorge negli ex magazzini della ferrovia di Porta Genova, uno splendido esempio di archeologia industriale restituito alla città e ai suoi abitanti. L’ampio spazio al coperto ospita circa 2.000 prodotti tipici da acquistare o consumare direttamente sul posto: dal pane appena sfornato alla pasta fresca, dalla piadina romagnola al gelato artigianale, dalla focaccia all'hamburger di fassona, dal caffè appena tostato al fritto di pesce, fino alla trippa e alle ostriche. La colorata area esterna è invece interamente dedicata allo street food, alle tipicità regionali e ai prodotti di consorzi DOP e IGP. Mercato Metropolitano non è semplicemente un mercato di quartiere pensato per offrire prodotti freschi e di qualità a prezzi sostenibili ma è anche un luogo conviviale dove incontrarsi, fare la spesa, assaggiare, sperimentare e divertirsi. L’iniziativa, realizzata da UNAPROA, l’Unione che raggruppa 125 Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli, agrumari e di frutta in guscio presieduta da Ambrogio De Ponti, ha voluto portare a Milano i veri protagonisti dell’agroalimentare nella lunga stagione dell’Expo. E proprio i giovani agricoltori provenienti da tutto il mondo sono i protagonisti di Terra Madre Giovani – We Feed the Planet, l’iniziativa dal respiro internazionale firmata Slow Food, che apre il 3 ottobre alle 18.30 al Mercato Metropolitano con un evento inaugurale alla presenza di Carlo Petrini. La serata proseguirà con un’originale Disco Soup, un mix di musica, buon cibo e divertimento che continuerà fino a notte fonda. Gli ospiti dell’evento potranno degustare a ritmo di musica una gustosa zuppa offerta da UNAPROA ed ispirata ai principi dei “5 colori del benessere”, marchio collettivo che garantisce la qualità, la provenienza e la rintracciabilità della frutta e della verdura italiana, ricordando l’importanza per la salute di consumare almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura di colori diversi. Domenica 4 ottobre sarà la volta della serata valtellinese: agli oltre 2.500 contadini provenienti da 120 paesi verranno offerti i pizzoccheri, il piatto più rappresentativo dei sapori della Valtellina. Lunedì 5 ottobre invece sarà la volta del risotto, tipica specialità lombarda. Si ringraziano le Organizzazioni di Produttori socie di UNAPROA Melavì e Asprofrut per la frutta offerta durante le serate. Orari: Lunedì – Giovedì dalle 11.00 alle 24.00 Venerdì e Sabato dalle 9.00 alle 01.00 Domenica dalle 9.00 alle 24.00 Sito: www.mercatometropolitano.com https://www.facebook.com/MERCATOMETROPOLITANO?fref=ts https://twitter.com/mercatometropol https://instagram.com/mercatometropolitano/ UFFICIO STAMPA: MN ITALIA Tel. 02 89015519 Francesca Maggiori – [email protected] +39 348 2836646 Lucia Angelici – [email protected] +39 348 2302556 Viviana Pepe – [email protected] +39 346 6600299 3 Ottobre 2015
TERRA MADRE: IN ITALIA MAGGIORANZA GIOVANI AGRICOLTORI IN UE
L’Italia è probabilmente il paese Europeo con il maggior numero di giovani alla guida di
imprese agricole con quasi 48mila giovani under 35 titolari. E’ quanto emerge da una analisi
elaborata dai giovani della Coldiretti che hanno deciso di essere partner di Terra Madre
Giovani per far conoscere il nuovo modello di sviluppo promosso nelle campagne italiane.
Una partecipazione che vuole anche affermare il crescente interesse dei giovani italiani
verso l’agricoltura secondo principi di eticità, qualità e legame con il territorio. Un fenomeno
che è alla base del profondo processo di rinnovamento in atto nelle campagne, confermato
dal fatto che quasi un’impresa agricola italiana su 3 è nata negli ultimi 10 anni.
Un ritorno alla terra che i giovani di Coldiretti stanno cogliendo come una straordinaria
opportunità di sviluppo economico personale e collettivo, una sostanziale riscoperta delle
opportunità offerte dal mondo rurale interpretato in chiave innovativa, grazie soprattutto alla
spinta venuta dalla Legge di Orientamento (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da
Coldiretti, che ha aperto la strada all’agricoltura multifunzionale. Oggi il 70 per cento delle
imprese under 35 opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla
vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo ma anche le attività ricreative come la
cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di
disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade,
l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
“In questo modo è stato possibile trasformare l’impresa agricola da mera produttrice di
derrate alimentari in fulcro dell’economia dei territori producendo cibo, servizi rivolti alla
tutela dell’ambiente, alla cura delle persone e della società creando, in modo particolare,
nuove relazioni tra l’agricoltore e il cittadino consumatore” ha affermato Maria letizia
Gardoni leader nazionale dei giovani della Coldiretti.
Il risultato è che oggi l’agricoltura italiana è diventata la piu’ green d’Europa con il maggior
numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di
origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, a leadership nel numero di
imprese che coltivano biologico, la piu’ vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a
chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto
inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori
norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati come avviene in
23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea.
Non a caso, secondo una indagine della Coldiretti, le aziende agricole dei giovani
possiedono, infatti, una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media (9,4 ettari
rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75 per cento della media
(18.720 euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50 per cento di occupati per
azienda in più.
COLDIRETTI - 335 8245417 - 06 4682487 - [email protected] - www.coldiretti.it
UNDER 40, DEPOSITARI DELLE TRADIZIONI E PROMOTORI DI INNOVAZIONI:
GLI EARTH DEFENDERS SONO PROTAGONISTI A TERRA MADRE GIOVANI
Il Calendario Lavazza 2016 “From Father to Son”, realizzato in collaborazione con Slow
Food, è in vendita in edizione limitata per sostenere Terra Madre Giovani - We Feed the
Planet. Il reportage fotografico di Joey L. scava nei riti e nei costumi della nuova
generazione di Earth Defenders: moderni eroi della terra che, grazie agli insegnamenti
dei padri, nutrono il pianeta in modo equo e sostenibile.
Milano, 3 ottobre 2015 - Sono arrivati a Milano e sono tra i protagonisti dell’evento
“Terra Madre Giovani - We Feed the Planet”. Sono i giovani Earth Defenders:
uomini e donne under 40, depositari di antiche tradizioni e promotori del cambiamento.
Sono i volti del Calendario Lavazza 2016 che, realizzato in collaborazione con Slow
Food, è in vendita in edizione limitata proprio per sostenere il progetto Terra Madre
Giovani - We Feed the Planet e contribuire allo sviluppo della Rete Giovani di Slow
Food. Inoltre, è possibile schierarsi dalla parte dei giovani Difensori della Terra sui
canali social con l’hashtag #EarthDefenders.
È giovane anche il fotografo scelto per immortalare la nuova generazione di Earth
Defenders: il 26enne canadese Joey L.. Così il Calendario Lavazza 2016 “From
Father to Son”, realizzato con la direzione creativa di Armando Testa, rappresenta
la naturale evoluzione dei ritratti africani di Steve McCurry (Calendario Lavazza 2015) e
scava, attraverso i 13 scatti di Joey L., nei riti e nei costumi della nuova generazione di
Earth Defenders nel Centro e nel Sud America. Sono giovani uomini e donne
immortalati insieme ai loro “padri”, che ogni giorno - proprio grazie agli insegnamenti
che si tramandano da generazioni - difendono la biodiversità, le piante e le coltivazioni
senza sprecare risorse, a beneficio della comunità locale.
“Innovazione nel rispetto della tradizione. È la ricetta di migliaia di giovani contadini che,
in Sud America come in Africa e in tutto il mondo, hanno accettato il testimone dei padri
e ora tengono stretto tra le loro mani il futuro della nostra terra. Come Lavazza siamo
fieri - dichiara Francesca Lavazza, Direttore Corporate Image dell’Azienda - di
essere impegnati, insieme a Slow Food, al fianco di questi moderni eroi della terra, in
un progetto che va oltre la fotografia e che, grazie al nostro Calendario, si fa portavoce
di un messaggio sociale dalla grande portata. Che coltivino fagioli, che raccolgano sale,
peperoncino o caffè, poco importa: i giovani Earth Defenders ci insegnano, grazie agli
scatti di un altro giovane, il fotografo Joey L., che è possibile nutrire il pianeta in modo
equo e sostenibile, senza sprecare risorse, favorendo anche lo sviluppo economico
delle comunità locali”.
Lavazza e Slow Food invitano tutti i cittadini a schierarsi dalla parte dei giovani Earth
Defenders: sarà infatti possibile acquistare il Calendario Lavazza 2016 in edizione
1 limitata (online su slowfood.it e presso il Padiglione Slow Food in Expo, Eataly
Smeraldo
e
Cascina
Cuccagna
a
Milano)
o
contribuire
sul
sito
Calendar2016.lavazza.com per sostenere il progetto Terra Madre Giovani - We Feed
the Planet. “Dobbiamo tornare alla terra: riprendere in mano la zappa - spiega Carlo
Petrini, Presidente e Fondatore di Slow Food - e indossare nuovamente i gambali
per andare a pesca, arare terreni abbandonati, riscoprire razze autoctone e varietà
locali. È un ritorno che parla di partenza: un guardare indietro per trovare una strada
nuova, creativa e soddisfacente. È questo che oggi ci insegnano i giovani Earth
Defenders in Sud America, come in Africa e in tutto il mondo: preservare ciò che arriva
dal passato per immaginare domani una promessa di qualità. Ecco perché chiamarli a
raccolta a Milano, durante EXPO, era quasi un nostro dovere. Sono fiero che abbiano
risposto all’appello 2.500 giovani contadini, pastori, pescatori, chef, studenti e attivisti
provenienti da 120 Paesi del mondo: animeranno Terra Madre Giovani e ricambieranno
l’ospitalità di centinaia di famiglie lombarde condividendo le loro idee, innovative
soluzioni per nutrire il pianeta nel futuro”.
Il fotografo degli Earth Defenders è Joey L., un artista di origini canadesi di 26 anni,
tanto giovane quanto dotato di uno sguardo acuto, sensibile ai particolari e al linguaggio
del corpo. I 13 scatti di “From Father to Son” ritraggono l’anima di questi giovani: Joey
L. ha immortalato le vecchie e le nuove generazioni nel momento del lavoro e
dell’apprendimento, rappresentandoli nella loro contemporaneità, nella loro voglia di
cambiamento, ma sempre nel rispetto delle tradizioni.
“Il viaggio fotografico in Centro e Sud America - commenta Joey L. - mi ha permesso di
capire che il valore di un luogo è dato dalle persone che per generazioni vi hanno
lavorato. Poter testimoniare e onorare con i miei scatti queste tradizioni e queste
culture, poter contribuire alla loro diffusione e conoscenza, mi rende estremamente
orgoglioso. La mia speranza è che ogni immagine riesca a trasmettere almeno in parte
le emozioni e il vissuto di questi eroi contemporanei, dei padri e dei figli: nei loro volti e
nei loro gesti c’è la storia di un passato lontano e il sogno di un futuro migliore”.
I 13 scatti del Calendario “From Father to Son” sono esposti ad EXPO 2015, nel
Padiglione Italia (Cardo Sud-Ovest), fino al 7 ottobre.
FROM FATHER TO SON: DI PADRE IN FIGLIO, IL FUTURO È NELLE MANI DEI GIOVANI
DIFENSORI DELLA TERRA
Calendar2016.lavazza.com -Commenta sui social: #EarthDefenders
@Lavazza @slow_food_italy @SFYNetwork
Per ulteriori informazioni:
LAVAZZA - Marilù Brancato +39 345 3972860 - [email protected]
Davide Asinelli +39 335 6567822 [email protected]
Simona Busso +39 335 5492296 [email protected] STUDIO SUITNER 011.8196450 - [email protected] 2 ASPECIALTHANKS
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Edizione del: 11/09/15
Estratto da pag.: 13
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